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GLI ARNESI DEL MECCANICO

By 3 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo organizzato una festa con i miei amici per il mio compleanno il venerdì sera, il programma era bere nel solito bar e poi disco tutta la notte.
Passai a prendere la mia fidanzata, Laura, una ragazza molto carina: alta 1,70, mora con i capelli corti a caschetto, occhi stupendi da gatta e delle labbra da pompino; quando alzava gli occhi con il mio cazzo in bocca io puntualmente venivo, ma mai in bocca, non le piaceva. Preferiva sempre farsi venire sulle tette, una seconda abbondante.
Laura aveva anche un gran bel culo, anche se fino ad allora non me l’aveva mai dato, nonostante i miei tentativi..solitamente era abbastanza casta nei modi e nel vestire, forse anche troppo.

Salì in macchina e rimasi a bocca aperta.
“Come ti sei vestita?”
” Eh si stasera volevo osare un po’. L’ho fatto per il tuo compleanno e poi non lo metto mai questo vestito sennò! ”
Era in gran tiro con un miniabito che non lasciava nulla all’immaginazione: il vestito era composto da un drappeggio morbido che girava dietro il collo, lasciando la schiena completamente nuda e concedendo un’ampia scollatura a v molto profonda fino ad arrivare quasi all’ombelico. Ovviamente senza reggiseno ad ogni movimento si vedevano quasi tutte le tette. Il tutto contornato da tacco 12 e perizomino.
Look un po’ da battona, ma che in discoteca diciamo ci può stare. Comunque non nei suoi soliti standard, infatti era a disagio anche se non lo voleva ammettere.
La serata fu a base di alcol e andammo in disco tutti belli ubriachi, ci prendemmo anche qualcosa per stare belli carichi e ballammo fino a fare after.
Verso le 8 uscimmo dalla disco belli fatti e prendemmo la macchina per tornare a casa.

Partiti in auto un coglione al primo stop mi tamponò dritto contro la portiera dalla parte del guidatore.
Per fortuna era riuscito a frenare in tempo, comunque un bel colpo l’avevamo preso!
Cercai di aprire la porta, ma la portiera rimaneva chiusa. Scesi dal finestrino non con poche difficoltà.
Ad una prima occhiata le macchine non si erano danneggiate poi così tanto, ma sicuramente l’impianto di apertura centralizzata si era guastato.

Lui, un ragazzo sulla trentina, chiese subito se stavamo tutti bene e diede uno sguardo allibito in macchina alla mia fidanzata, che era mezza nuda a causa dell’incidente, tutta scombussolata e si stava riassettando il vestito. Io risposi di si, anche se avevamo preso una bella botta.
Mi chiese cortesemente di non fare la constatazione amichevole, visto che il danno non era notevole, perché l’assicurazione poi gli veniva a costare una bella cifra, ma che comunque pagava lui ovviamente. Io continuavo ad annuire con la testa, ubriaco fradicio, non capendo niente cercando di non farmi scoprire altrimenti passavo dalla parte del torto.
Il ragazzo proseguì dicendomi che conosceva un meccanico lì vicino che poteva riparare le 2 auto, però se andavamo subito era più tranquillo, che si sistemava la faccenda. Rientrai in macchina e lo seguii fino all’officina.
Entrammo in questa officina deserta e parcheggiammo le macchine.
Ci vennero incontro 3 persone: il meccanico, un tizio massiccio sui 40, con la tuta da lavoro; il padre del meccanico, un vecchio lardoso, peloso tutto sudato in canottiera bianca e una collana d’oro al collo di una pacchianeria unica; il figlio del meccanico, un adolescente dalle sembianze di un moccioso, con un corpo esile, ma con l’aria da spaccone tamarro.
Salutarono il ragazzo dell’incidente, nel momento in cui noi uscivamo dalla macchina. Io aiutai la mia ragazza ad uscire dal finestrino, cercando di coprirla con poco successo dai guardoni che si stavano godendo tutta la scena.
Il figlio parlò sottovoce al nonno in dialetto stretto, non so che accento avesse, comunque meridionale e carpii solo la frase “Ma chi è questa vestita da zoccola?”.
Avendolo sentito gli urlai “Stai zitto moccioso di merda, sennò te le prendi!”
e lui continuò strafottente questa volta facendosi sentire più forte “Questa ve lo dico io, è una puttana!!”
Il nonno che lo aveva accompagnato con una risata di assenso si ricompose e tuonò “Stai zitto Gennarino!”, porgendo false scuse alla mia ragazza.
Il meccanico scorbuticamente disse al nonnetto e al figlio di andare via, che se la sbrigava lui, calmando le acque.

Provati dalla serata io e Laura cominciammo ad intavolare una discussione con il meccanico e il ragazzo dell’incidente.
Chiesi al meccanico di dare un’occhiata alla macchina e vedere cosa poteva fare.
Mentre il ragazzo dell’incidente, Marco, mi prese da parte per parlare della situazione, il meccanico iniziò ad armeggiare intorno all’auto, controllando serrature, impianto elettrico, etc però sempre buttando l’occhio a Laura, che impanicata gli ronzava intorno.

Lui abilmente le fece vedere il danno alla porta e lei senza farci troppo caso si chinò in avanti sbattendo praticamente in faccia al meccanico tutte le tette che uscirono dalla scollatura e deliziando noi due che parlavamo a distanza del suo perizomino nero.
Finito il lavoro, l’omaccione venne da noi e notai subito un ingrossamento notevole sulle parti basse che andava lungo la gamba, il porco si era eccitato solo alla vista della mia ragazza e non aveva neanche le mutande sotto la tuta da lavoro.
Anche Laura se ne accorse ed evidentemente imbarazzata non sapeva dove guardare, ma continuava a buttare l’occhio.
Il meccanico venne da me “l’impianto di apertura centralizzata non funziona, l’ho sistemato in qualche modo, anche se ora si apre solo con la chiave. Poi ci sarebbe da sostituire la portiera'” e continuò “‘ma veniamo alle cose serie'” dando un’occhiata di complicità all’amico dell’incidente “voi due siete ubriachi fradici e quindi qui il danno ve lo dovete pagare voi!”.
Marco lo incalzò “Anzi! dovete pagare pure il danno alla mia di auto! Non c’ho scritto mica scemo in fronte! O pagate subito o chiamiamo la polizia!”
Le cose avevano preso una brutta piega, i due si erano accorti di tutto e ora come potevamo fare!

Mi avevano messo spalle al muro, non potevo perdere la patente per una simile sciocchezza, e non mi restò che chiedere la cifra per sistemare almeno l’altra macchina..
Il meccanico sparò subito alto “sono 3000 ‘ solo per la macchina di Marco”
Laura a quel punto intervenne stizzita “Coooosaa? Ma se ha solo un po’ il paraurti ammaccato! Ci state inculando!”
“Eh si certo che ti inculo, ma voi che cazzo potete fare?” rispose Marco
Laura allora mi disse “Forse ho io qualcosa da dargli” guardando nel portafogli.
“Si il tuo culo va benissimo!” e i due risero ben sapendo dove volevano andare a parare col discorso.

Laura aveva 300 ‘, i soldi che aveva raccolto per il mio regalo dalla compagnia e li diede a Marco.
Allora provai a calmare gli animi dicendo che forse nel mio portafoglio avevo dell’altro.
Seguito dal meccanico andai a prendere il taccuino in macchina. Lo trovai sotto il sedile, lo aprii e zero…avevo speso tutto alla festa.
Feci per uscire dall’auto, ma ecco che il meccanico mi diede uno forte spintone e mi fece rientrare in macchina con la forza.
A quel punto velocemente chiuse la serratura dell’auto con le chiavi. Tentai subito di aprire le porte in qualche modo, ma invano. Ero chiuso dentro! E Laura era fuori con quei due porci!
Allora i due cominciarono a girare attorno alla mia ragazza, guardandola da cima a piedi dandole ogni tanto qualche palpatina a mano aperta.

Lei evidentemente impaurita dalla situazione si sistemava il vestitino cercando di coprirsi il più possibile dagli attacchi di quei due, io in macchina provavo a sfondare la portiera invano. Laura si diresse verso di me per cercare di aprire la porta della macchina, Marco prese per primo la parola “allora puttanella come intendete pagare? Se provi ad aprire quella porta chiamiamo subito la polizia!”
Laura: “no, la polizia no! ehm, non so..posso andare a casa e..”

Il meccanico la interruppe immediatamente “Nessuno va da nessuna parte o paghi subito in contanti o paghi in natura troia!”
Vidi la mia ragazza impaurita, ma anche un po’ eccitata da tutte quelle attenzioni, lei mi guardò dentro la macchina mentre urlavo e la vedevo pensare all’offerta dei due. Ben poco poteva fare.

Intanto i due si toccavano il pacco con una mano e con la altra la mia donna, che gemeva ‘Ohh… Ohh… Ohh… Lasciatemi… Ohh… Basta… Vi prego, non… Ohh’lasciatemi andare a casa e vi pagherò giuro..’
Allora il meccanico mise in chiaro le cose ” Troietta stai zitta! adesso paghi in natura visto che soldi qui non ne hai, ti facciamo anche un buon prezzo visto che sei figa: 100 ‘ per un pompino, 200′ per la figa, 300′ per il culo e con 500′ possiamo farti tutto quello che vogliamo!”
Laura tra un misto di eccitazione e paura replicò “Io la figa e il culo di certo non ve li darò mai! Quindi vi faccio una sega, al massimo un pompino e morta lì! Se volete chiamate qualcun altro che lo faccio anche a lui, ma…”
Marco la interruppe “Fai due conti puttana, così ti serve un’intera squadra di calcio da spompinare per ripagarmi la macchina!”
A quelle parole da sotto il vestito cominciarono a vedersi i capezzoli inturgidirsi! Laura era evidentemente eccitata, sapeva benissimo che era nelle loro mani, senza via d’uscita!!!
Il meccanico se ne accorse subito e le mise le mani possenti e unte da officina sotto il vestito e iniziò a palpeggiarla dappertutto, scendendo fino a mettere due dita su per la figa e strusciando il cazzone enorme sul culo. Laura gemette -mmmmhh oohh-. Marco intanto si era tolto jeans e mutande, con l’uccello che penzolava in mezzo all’officina.
Si sentì un clacson all’esterno.
Il meccanico si rivolse all’amico “Marco la troia è già tutta bagnata, toh fatti fare un pompino, che vado a vedere chi è, che aspetto un cliente che potrebbe darci una mano con questa baldracca!!”

La troia della mia ragazza non esitò molto, si inginocchiò ormai tutta eccitata e si ritrovò il cazzo pulsante di Marco a pochi centimetri dalla faccia.
Marco le spinse la testa contro il suo uccello e lei iniziò a inumidire l’asta del ragazzo con le labbra per poi far affondare il cazzo dentro la bocca.

Il meccanico rientrò scocciato dal disturbo -Ah era una vecchietta’l’ho mandata via e ho chiuso il garage-
-Allora zoccoletta siamo in due, vediamo se tra poco arriva anche il mio cliente, ma sei costretta a fare quello che vogliamo noi!-
Ormai in balia dei due Laura balbettò tra un affondo di bocca e l’altro “No’.io non’.fac..ciò certe’cose”.
Il meccanico si denudò della tuta da lavoro rivelando un arnese enorme, come avevo immaginato, e un fisico possente.
Mentre tentava di spiegare che non poteva andare oltre al pompino la alzarono e la denudarono in mezzo all’officina togliendole il perizomino.

Laura era con la figa tutta depilata in bella vista, faticando non poco a stare in piedi sui tacchi alti un po’ per la stanchezza della serata e un po’ perché le tremavano le gambe dalla paura. Allora si appoggiò ai due prima di cascare, prendendo i 2 cazzi in mano.
I due cominciarono a metterle le mani nella figa ormai fradicia, la misero a 90 e Laura cercava di protestare “No! Ohh… Fermatevi, fermo’ Io… I-io non… Ohh'” da dietro il meccanico la prese e premette la grossa cappella sulla figa, così Marco infilò di nuovo il suo arnese nella bocca azzittendola.
Dopo due tre spinte il cazzo del meccanico era completamente dentro e prese a pomparla, prendendole i fianchi e sbattendosela contro il suo cazzone, facendo un rumore che si espandeva in tutta l’officina -Sciaf, sciaf, sciaf- mentre Laura gemeva assecondando i colpi ben assestati -Aah ahhha hhahh, fai pianoooh, ahh,ahh, mmmmhh, ahhhhh-

Attirati dai rumori il vecchio e il moccioso entrarono in officina e assistettero ad una scena impressionante: io chiuso in macchina e i due si scopavano la mia ragazza davanti a me. Il nonno e il figlio si guardarono e scoppiarono in una gran risata, mentre il meccanico e Marco girarono la mia donna e si davano il cambio. “Ah guarda chi è arrivato, ci sono altri 1000′ per te puttana!” Laura alzò lo sguardo per un secondo, ma poi tornò subito a cercare l’asta del meccanico.
Il moccioso venne da me e mimò il gesto di bombarsi nel culo la mia ragazza ed io ero impotente.
Andò dal padre e chiese “Posso provarla anch’io sta puttana, pà?” Il meccanico continuando a godere “Ce ne è per tutti, aspetta il tuo turno, Gennarì”
e così dicendo prese Laura e la girò, la mise a pecora con il culo all’aria e con la passera bagnata. Le aprì le natiche per bene e inumidendo la cappella turgida con la saliva puntò l’ano di Laura. Appena sentito il cazzone che premeva sul culo Laura disse “Nooo, li sono vergine! Sei impazzitoooo, me lo sfondi con quel cazzo che ti ritrovi! Prendimi pure la figa, ma il culo lasciatemelo stare!”.

Come non avesse detto nulla il meccanico continuò a provare a sfondare il culo, ma era davvero troppo stretto.
Allora chiamò il figlio “Gennarì, vieni qui che c’hai un compito da fare”.
Presero Laura e la sbatterono davanti a me sul cofano della macchina, messa a 90 mostrava il culo stretto ai quattro “Moh, adesso te la inculi tu!”.
Detto fatto, il moccioso si abbassò i pantaloni da cui fuoriuscì un cazzetto di piccole dimensioni..si vedeva che doveva ancora svilupparsi..
Prese il suo cazzetto in tiro e iniziò a premerlo contro lo sfintere di Laura, che si contorse contro la macchina “Noonoo..lasciatemi stare..mi fai maleeeee!”
Piano piano e con difficoltà il cazzo piccolo era entrato tutto, allora il moccioso prese a stantuffarla da dietro, mentre sul viso di Laura si leggeva un misto di dolore e godimento.
La troia provò ad alzarsi con la schiena, ma Gennarino la spinse, schiacciandole le tette contro il cofano “Adesso ti inculo per bene!” e solo allora cominciò a muoversi con lui, facendo entrare per bene tutto il cazzetto dentro il culo.

Il moccioso trionfante si sentiva il dio in terra scopando la mia ragazza.
Allora intervenì il vecchio “sei una tale puttana che me lo fai drizzare senza viagra” spostò il ragazzetto, che non aveva ancora finito, abbassò i pantaloni e prese il suo cazzo rugoso, che era più largo che lungo, e lo appoggiò contro l’ano, infilandolo a fatica nel culo ormai aperto.
Laura gemette “Cazzooo mi fai male..ahhh..fai pianooooh” finchè la panza pelosa del vecchio sudicio non si appoggiò alle sue natiche.
Il nonnetto iniziò ad alzare il ritmo e ad ogni pompata infilava la sua asta fin su all’intestino, sbattendo la pancia flaccida contro il culetto fino ad allora inviolato di Laura.
Poi con violenza le prese la testa e la schiacciò sul cofano facendola guardare verso di me, solo allora Laura si ricordò che c’ero anch’io che assistevo alla scena, ma non riusciva a smettere di godere -Aaahhh.. mmmhh.. è enormeee- Mentre lei gemeva ormai persa nel suo orgasmo, io avevo l’uccello che non stava più nei pantaloni e cominciai a segarmi.
Il moccioso, che se lo stava menando a fianco del nonno da un paio di minuti, salì in piedi sul cofano e le prese la testa per i capelli, gli infilò il cazzo in bocca e dopo un secondo le sborrò a fiotti in gola.
Gennarino a questo punto si rivolse verso di me e disse con disprezzo “Vedi che avevo ragione fallito pezzo di merda, è proprio una puttana!!” mentre Laura ingoiava avidamente tutto lo sperma del ragazzetto senza farne uscire una goccia. Io abbassai lo sguardo profondamente umiliato da un moccioso che era riuscito a fare tutto quello che io non ero mai riuscito a fare.
Il vecchio allora riprese con le operazioni e ricominciò a pomparla da dietro, fino ad arrivare al limite dell’orgasmo.
Il nonno ormai stremato non ce la faceva più e ormai si era fermato grondante di sudore’allora Laura ormai completamente trasformata dall’orgasmo iniziò a muoversi da sola avanti e indietro cercando di farlo venire, sbattendo il suo culo contro la panza del vecchio -si oohh si..mmmm..VIENIMI DENTROOOOOO- e a quelle parole il vecchio non resistette più e venne dentro il suo intestino, accasciandosi con tutto il suo peso e il suo sudore sulla schiena di Laura.

Poi presa a peso dal meccanico si rimise in mezzo a lui e Marco ai quali aveva lasciato il cazzo in tiro, intanto un rivoletto di sperma le usciva dal culo e andava lungo la gamba. “Che gran troia che sei” apostrofò Marco, che la prese da dietro, la mise a pecora, le aprì le cosce e strizzandole le tette la penetrò con decisione.
‘Mmmmmhhhh!!! Mmmmggghhh!!!’ Laura protestò invano mentre veniva chiavata. Intanto leccava e succhiava l’asta durissima del meccanico. Marco da dietro le montò a cavalcioni e infilò il suo uccello nel culo, lasciando gocciolare la figa bagnata. ‘Ooohhh… Nooo… Ti p-prego… Aaaanhhh… Il c-culo ancora nooooo”. Marco sculacciandola la insultò “Prendilo e stai zitta troia!” Laura ebbe un sussulto e l’impronta della mano rimase sul culo.

In quel momento si sentì bussare all’esterno.
Era arrivato il cliente atteso del meccanico. Il piccoletto andò ad aprire.
Entrò un negro ben piazzato, palestrato e di una stazza enorme, che rimase si stucco alla scena che aveva di fronte.
Alla sua vista Laura ebbe un sussulto “ommioddio, ma chi è quello, nono lui no! nooooooh” si interruppe mentre il cazzo di Marco la penetrò per l’ennesima volta.
Il meccanico in piedi con il cazzo in mano guardando Laura, si rivolse al negro -Ehi ciao, accomodati pure..offre la casa, alla macchina ci pensiamo dopo-
Il negro cominciò a denudarsi senza farselo ripetere due volte.
Solo alla vista del cazzo Laura rabbrividì “No no il negro non può scoparmi!!! Nooooooh!”
Il negro di rivolse a Marco “allora amigo c’è qualgosa anche per me!”
Marco smise di stantuffare la mia ragazza e si alzò “Ecco è tutta tua”
“Grazie amigo” Le mani del negro, che erano due badili, presero Laura di peso e la sollevarono con il minimo sforzo.
La girò e rigirò e la mise in posizione con la bocca davanti al suo uccello.
“Non posso prenderlo, è troppo grosso, non ci entra” il negro a quelle parole le ficcò la cappella turgida dritta in gola, ma il cazzo era veramente troppo grosso ed entrò a malapena la cappella “Suchia, suchia zoccola!” mentre Laura con le due mani aveva iniziato a masturbarlo. “Brava troia, dove l’avete trovata questo putanone?”

Dopo una gran dose di spompinamento, il negro si stese a terra, prendendo Laura per i fianchi e posizionando la figa sulla sua cappella.
Laura mise le mani sul petto del baluba per respingerlo “no, fermo che fai? il tuo cazzo è troppo grande per me”.
Il negro le tolse le mani e il cazzo si infilò lentamente su per la figa
“Aaahhhh, mmmmm, ahhhhhh” Laura provò un dolore atroce e l’uccello durissimo non riuscì neanche ad entrare del tutto.
Dopo una serie di lente stantuffate il negro prese il ritmo, leccandole i capezzoli.
Il meccanico che ancora non aveva finito, prese per la testa Laura e le infilò la sua asta in gola, questo invece entrò tutto!
Le teneva ferma la testa, mentre le scopava la bocca.

Da dietro Marco, si inginocchiò aprendole ancor di più le cosce, riprendendola dai fianchi e con due e tre spinte ben assestate entrò di nuovo con il suo cazzo nel culo.
Laura stava scopando con tre uomini e i suoi buchi erano tutti occupati. Emise un urlo di piacere da vera troia “Ohhh’ahhha..ahhhhaa mmmmmhh”
I due cazzi la stavano stantuffando, spingendola l’uno sul cazzo dell’altro.
Laura stava impazzendo di piacere e ora stava godendo come mai l’avevo vista.
La stavano aprendo in due, ma Laura non poteva più urlare, perchè il meccanico le ficcò l’uccello durissimo fino in gola e le venne facendole ingoiare tutto il liquido caldo.
I due continuavano ad affondare i colpi, penetrando sia il culo che la fighetta.
Marco la prese per le tette e cominciò a montarla sempre più forte…Ad un certo punto si sfilò e si vide l’ano pulsante di Laura che sembrava chiederne ancora!
Da dietro Marco rinfilò il suo uccello. Dopo una gran montata si sfilò questa volta per andare verso la faccia di Laura.
I tre stavano raggiungendo l’orgasmo insieme, il negro intensificò il ritmo e anche Marco si stava masturbando per venire in faccia alla troia.
Laura, mordendosi il labbro, guardava vogliosa il cazzo enorme, che aveva avuto fino a poco prima nel culo.

Laura, in un attimo di lucidità, disse al negro “Non prendo la pillola, quindi non venirm…” ma fu bloccata da uno schizzo di sperma, che le andò dritto nell’occhio.
Marco prese il suo cazzo gocciolante e glielo ficcò in bocca per finire l’abbondante sborrata, mentre il negro continuava a far sobbalzare Laura sempre più veloce.
Allora Laura cercò di liberarsi di tutta la sborra ingoiandola solo in parte, mente il resto se lo sbrodolò sulle tette.
Quando ebbe la bocca libera ripetè ” Non venirmi dentrooooooooohhhhoohohoooo” ma il negro ormai ansimante svuotò il liquido caldo all’interno della figa’Laura voleva insultarlo ma l’orgasmo era troppo forte per non goderne appieno e tirò un urlo di godimento.

Laura dopo un breve momento per riprendersi a terra, si rialzò e a malapena si reggeva in piedi, intanto la figa le stava gocciolando della sborra del negro.

La mia ragazza pensava di aver finito, ma non era così…

Ormai gli altri tre a quelle scene avevano ancora il cazzo in tiro.
Il meccanico prese la parola “Ora facciamo un gioco’se vinci ve ne andate via con i soldi che ti sei guadagnata senza pagare la macchina, se perdi però ti fai scopare di nuovo da tutti quanti! Vedi i nostri cazzi, sono ancora in tiro e sono più duri di prima”
Laura era esausta, ma quei soldi le avrebbero fatto comodo..con voce tremolante “di’di che cosa si tratt..ta?
“Allora tu stai in piedi” la presero da terra e la posizionarono in piedi “noi ti infiliamo un mio attrezzo da lavoro su per la figa e tu devi tenerlo lì per 30 secondi’se non ce la fai perdi”
Era un gioco assurdo! Non poteva starci e abbassarsi ad un simile livello’
Laura si mise a contrattare sfidandoli, non ci potevo credere “Va bene! Però se vinco io oltre ai soldi, mi aggiustate pure l’auto”
“ok troia, vediamo che sai fare? Allora vuoi una brugola, un cacciavite o una chiave inglese?” Laura rispose non sapendo minimamente di cosa parlava “chiave inglese”.
Il meccanico prese dalla cassetta unta degli attrezzi la chiave, aprì le gambe di Laura e gliela infilò. “Vai col tempo'”
Laura era in piedi in mezzo all’officina con un arnese su per la figa e cinque uomini la fissavano vogliosi.

L’attrezzo dopo un paio di secondi cominciò subito a scendere a causa dell’unto dell’olio di motore, dei suoi umori e della sborra che le aveva lasciato il negro.
La passera di solito stretta, era ormai stata slabbrata dal cazzone enorme del baluba e Laura cercava in tutti i modi di stringerla.
Ad ogni centimetro che l’arnese scendeva, Laura si eccitava di più al solo pensiero di dover riprendere tutti quei cazzi’.più si eccitava, più la figa era bagnata..più la figa era bagnata, più l’attrezzo scendeva..
Mancavano ancora 10 secondi e iniziò il conto alla rovescia dei maiali “10′.9′.8′.7” ma fu interrotto dal rumore assordante della chiave inglese sul pavimento.

Laura non ce l’aveva fatta e si disperò a terra in ginocchio. Il sorriso era sul volto di tutti gli altri uomini.
Tutti e cinque si avvicinarono in cerchio alla ragazza sul pavimento con il cazzo in tiro.
“Dai ricomincia a succhiare troia!”
“Adesso si che ci divertiamo per bene, zoccola!”
“Ahaha puttana..adesso che ci hai fatti venire già una volta a tutti duriamo moooolto di più!!”
Laura era disperata, la strattonarono e le infilarono a turno il cazzo in bocca, intanto lei teneva due cazzi nelle mani..
Il baluba si sdraiò e le infilò su per la figa l’asta chilometrica, che però ora entrava tutta quanta. Mentre veniva scopata, continuava a spompinare tutti gli altri cazzi’.
Io ero esausto, oramai non ce la facevo più, mi ero segato fino ad allora venendo 3 volte, mi addormentai in macchina con la scena della mia ragazza posseduta da cinque uomini’.

Mi risvegliai pensando ad un brutto sogno, erano le 2 del pomeriggio..mi ritrovai in aperta campagna con la mia ragazza sul sedile posteriore che dormiva come svenuta, completamente nuda e ricoperta di sperma..l’avevano scopata per 4 ore consecutive!! Notai che aveva una chiave inglese su per la figa e una brugola su per il culo. Con un bigliettino impiastricciato di sperma che diceva -ecco i tuoi nuovi attrezzi puttana!-

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