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Harry e Hermione – Migliori amici

By 31 Gennaio 2025No Comments

Harry incrociò Hermione per caso. Il giorno prima lei sembrava aver fatto di tutto per evitarlo, specialmente quando era in compagnia del suo amico Ron. Era come se ci fosse un silenzio sottile tra loro, nato dalla sera della festa. Ora, invece, Hermione era lì, a pochi passi da lui, che discorreva con apparente leggerezza della lezione di Difesa contro le Arti Oscure o di un intricato progetto di magia blu. La sua voce aveva una musicalità naturale, ma Harry percepì qualcosa sotto la superficie, un’incrinatura quasi impercettibile.
Lui la osservava, con il suo solito sguardo penetrante, cercando di capire cosa ci fosse davvero dietro quell’improvvisa cordialità. Non poteva fare a meno di notare il modo in cui il riccio ribelle di Hermione le sfiorava la guancia, e come i suoi occhi brillavano di un’intensità più marcata del solito. Non lo disse, ma intuiva che quel cambiamento in lei poteva avere a che fare con Ron. Alla festa, Ron non si era staccato un attimo da Lavanda, e l’idea che Hermione potesse esserne gelosa si insinuò nella mente di Harry, affilata come una lama.
Non diede voce ai suoi pensieri. Si limitò a mantenere il tono disteso, continuando a conversare di incantesimi e compiti come se nulla fosse. Eppure, mentre Hermione parlava, Harry notò un lieve tremito nella sua voce, un’esitazione così fugace da sembrare inesistente.
Hermione, con un sorriso che tradiva un certo compiacimento, iniziò a stuzzicarlo. «Allora, Harry… hai visto Cho ultimamente?» La domanda arrivò affilata come un dardo, e lui si sentì avvampare. Cercò di mantenere il controllo, rispondendo con un tono indifferente: «No, non so nulla di lei».
Era una bugia. La verità era che solo il giorno prima lui e Cho si erano trovati in una delle stanze nascoste del castello, un luogo dimenticato che sembrava fatto apposta per incontri clandestini. Lì, tra divani logori e pareti impregnate del profumo della polvere antica, lei lo aveva provocato con uno sguardo che non lasciava spazio ai dubbi. Harry l’aveva presa con una passione brutale, facendola gemere sotto di sé mentre i loro corpi si incontravano con urgenza. Cho non aveva avuto bisogno di molte parole: il suo sussurro rauco, carico di desiderio, lo aveva implorato di trattarla senza freni. E Harry lo aveva fatto, andando oltre ogni esitazione. Ogni sua richiesta, ogni brivido di piacere di lei, era stato un’eco della loro sfrenata attrazione.
Ma Hermione non poteva saperlo. Non erano amiche, lei e Cho. Eppure continuava a stuzzicarlo, come se cercasse di spingerlo a rivelare qualcosa. Harry, tentando di mantenere il controllo, cercò di spostare il discorso su Ron, ma Hermione non sembrava disposta a lasciar perdere. Tagliò corto con un gesto seccato, come se il nome di Ron le fosse d’improvviso indifferente, e tornò alla carica. «Quindi davvero non l’hai vista? Nemmeno per caso?» insistette, il tono un po’ più tagliente.
A quel punto Harry, incapace di sostenere l’intensità del suo sguardo, cedette parzialmente. «L’ho vista, sì… ma niente di che.» Le parole gli uscirono più rapide di quanto avrebbe voluto, e l’ombra di un sorriso soddisfatto apparve sul volto di Hermione, come se fosse finalmente riuscita a ottenere quello che cercava.
Prima che potesse aggiungere altro, però, arrivò Ron con il suo solito passo allegro. La sua presenza irruppe tra loro come un incantesimo spezzato, costringendo Harry a respirare di sollievo. Hermione si voltò appena, ma lo scintillio di curiosità nei suoi occhi non era svanito del tutto.
Hermione fissò Ron con un’espressione dura, quasi feroce, senza lasciare spazio a fraintendimenti. Afferrò il polso di Harry con decisione e, senza smettere di guardare il nuovo arrivato, dichiarò con tono tagliente: «Ho bisogno di Harry. Fuori dalle palle.»
Ron rimase di sasso, con una smorfia offesa che cercava inutilmente di mascherare. Si voltò verso Harry in cerca di sostegno, sperando in un intervento amichevole. Ma Harry, trattenendo a stento una risata, alzò le mani in segno di resa. «Hai sentito il capo, Ron… fuori dalle palle!» E poi scoppiò a ridere, dando una pacca rassicurante sulla spalla dell’amico. «Tranquillo, torno da te appena abbiamo finito di… chiacchierare.»
Ron, seppur a malincuore, accennò un sorriso. Lanciò un’occhiata torva a Hermione, come per sottolineare che non si fidava di lei, e poi si allontanò con un cenno. Hermione, con un movimento deciso, continuò a trascinare Harry lungo il corridoio fino a infilarsi in una delle aule di laboratorio.
Una volta dentro, chiuse la porta con uno scatto rapido, appoggiandosi con la schiena contro di essa per un istante. Lo guardò con un misto di divertimento e curiosità negli occhi, la bocca piegata in un sorriso che tradiva la sua impazienza. «Allora?» chiese, con una voce dolce ma intrisa di malizia. «Raccontami tutto!»
Harry si passò una mano tra i capelli, già sospettando dove volesse arrivare. Sapeva che Hermione non avrebbe mollato l’osso tanto facilmente, ma la sua insistenza e quel luccichio provocatorio nei suoi occhi rendevano difficile concentrarsi. Un lieve rossore gli salì alle guance, ma cercò di mascherarlo con un sorriso ironico. «Tutto cosa?» rispose, fingendosi confuso. Ma Hermione non era stupida, e l’aria d’attesa che si era creata nella stanza rendeva impossibile sfuggire alle sue domande.
Harry iniziò a raccontare, ma la sua voce si incrinò leggermente quando Hermione, con naturalezza provocatoria, si sistemò sul bordo del tavolo. Accavallò le gambe lentamente, e la gonna della divisa si sollevò quel tanto che bastava per rivelare la morbidezza delle sue cosce. La pelle liscia e luminosa catturò subito il suo sguardo, che scivolò senza controllo verso quell’accenno di carne scoperta.
Hermione si sporse leggermente in avanti, lasciando che un ciuffo ribelle le sfiorasse il viso, e sorrise appena. Harry non riusciva a distogliere gli occhi. La mente cominciò a vagare, riportandolo a tutte quelle volte in cui si era perso nei suoi pensieri su di lei. Hermione, con il suo fascino di nerd impeccabile, con quell’aria da ragazza perfetta, lo faceva impazzire. Più di una volta si era ritrovato a fantasticare su come fosse il suo corpo, su come sarebbe stato stringerla contro di sé, sentire la sua pelle nuda sotto le mani.
E c’era quel segreto inconfessabile, il suo peccato più dolce: grazie al mantello dell’invisibilità, era riuscito a spiarla. La vedeva mentre si rilassava nella sua stanza, mentre lasciava cadere i vestiti uno dopo l’altro, rimanendo nuda davanti allo specchio. Ogni volta il suo respiro si faceva più corto quando Hermione si stendeva sul letto, le dita che scivolavano lungo il suo corpo con una lentezza esasperante. L’espressione sul suo viso, il modo in cui mordeva leggermente il labbro mentre trovava il piacere, erano immagini che gli rimanevano incise nella mente. Harry ricordava ancora il movimento delle sue mani, il ritmo che aumentava, e quei gemiti soffocati che lo avevano fatto sentire come un ladro nel pieno di una tentazione irresistibile.
Ora, seduta davanti a lui, Hermione non poteva sapere quanto fosse già stata protagonista delle sue fantasie più oscure. Eppure, il suo atteggiamento sembrava involontariamente provocatorio. Il modo in cui si accarezzava distrattamente una ciocca di capelli o tamburellava le dita sul bordo del tavolo sembrava studiato per metterlo alla prova.
Harry si schiarì la gola, cercando di riportarsi alla realtà. Cercava di raccontare, di concentrarsi sulle sue parole, ma ogni tanto il suo sguardo tornava su quelle gambe accavallate, su quella gonna che sembrava sfidarlo a immaginare cosa ci fosse oltre. Hermione lo guardava con un sorriso leggero, le labbra appena dischiuse, come se fosse consapevole del suo turbamento.
«E poi?» gli chiese di nuovo, con una voce morbida e insinuante. «Cos’è successo?»
Lui la fissò, cercando di mascherare il tumulto dei suoi pensieri. Ma il rossore che gli colorava le guance e il modo in cui si era inumidito le labbra tradivano tutto. Hermione era lì, a pochi passi, e lui sentiva crescere dentro di sé un desiderio che faticava a trattenere.
Harry smise di raccontare di colpo. Il tono della conversazione cambiò mentre cercava di riportare il discorso su Ron. «Hermione, basta girarci intorno. Cosa c’è davvero? Perché non vuoi parlarne?» disse, con un tono quasi divertito ma insistente. Lei fece una smorfia, stringendo le labbra, ma non rispose. Harry incrociò le braccia al petto, fissandola con sguardo deciso. «Se non mi dici cosa c’è che non va, giuro che non vado avanti col racconto.»
Hermione sospirò, visibilmente infastidita, ma alla fine cedette. «Va bene, ma giura che non dirai niente a Ron.»
«Parola di mago.» Harry si rilassò contro il tavolo, curioso di sentire la verità. Hermione abbassò lo sguardo, iniziando a giocherellare nervosamente con l’orlo della gonna. Le sue dita sottili arrotolavano il tessuto, creando pieghe che mettevano in risalto le sue gambe. Harry non si perse un movimento, il suo sguardo seguiva con attenzione quella danza nervosa. Ogni tanto Hermione apriva e richiudeva le gambe senza accorgersene, e il movimento rivelava brevemente il candore delle sue mutandine bianche. Harry deglutì, cercando di rimanere concentrato, ma la vista lo distrasse più di quanto volesse ammettere.
Hermione continuò a parlare, ignara del suo sguardo attento. «Mi piace Ron,» confessò, la voce bassa, quasi un sussurro. «Da sempre, credo. Ma sai… il fatto che siamo tutti e tre così uniti mi ha sempre frenata. Non volevo rovinare niente.»
Harry rimase in silenzio per un attimo, lasciandola sfogare. Lei riprese, il tono carico di emozione. «Quando l’ho visto con Lavanda alla festa… non so, Harry. È stato come una pugnalata. Lui non si staccava da lei. Ridevano, si guardavano… e io ero lì, fingendo di non vederli. Mi sono sentita… gelosa. Terribilmente gelosa.»
Il suo viso era acceso mentre parlava, e continuava a tormentare l’orlo della gonna con le dita. Harry, però, non riusciva a concentrarsi solo sulle sue parole. Gli occhi gli cadevano continuamente su quel lembo di stoffa che si spostava appena, rivelando frammenti della sua intimità. Le mutandine bianche, semplici e quasi infantili, contrastavano con la sensualità del momento, rendendolo ancora più proibito. Si costrinse a risalire con lo sguardo al suo viso, cercando di non farsi scoprire.
«Quindi…» disse Harry, cercando di riportarsi sulla conversazione, «è per questo che ieri eri così strana? Ron con Lavanda ti ha fatto uscire di testa.» Lo disse con un mezzo sorriso, ma le sue parole colpirono nel segno. Hermione arrossì furiosamente, annuendo senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Hermione annuì, ammettendo che sì, era per quello. Harry, con un sorriso rassicurante, le rispose: «Vedrai, per Ron è stata solo una cosa passeggera. Sai com’è fatto, si lascia trasportare.» Cercò di sembrare credibile, ma dentro di sé sapeva bene che quella sera non era stata affatto “passeggera”. Ron non solo era stato con Lavanda, ma lo erano stati insieme. Una notte bollente nella stanza del suo amico, dove le risate e i gemiti si erano mescolati in un intreccio proibito. Ma Hermione non doveva sapere nulla di tutto ciò. Era un segreto che avrebbe tenuto stretto.
Seduto di fronte a Hermione, Harry cercava di mantenere la conversazione leggera, ma la vicinanza di lei lo stava mettendo a dura prova. Seduta sul bordo del tavolo, le sue gambe accavallate si erano ormai rilassate, lasciando il tessuto della gonna giocare a suo favore. Harry si trovava a meno di un braccio di distanza dalle sue mutandine bianche, così visibili che ogni suo sforzo di guardarla negli occhi sembrava una battaglia persa.
Hermione gli sorrise, quasi divertita dal suo evidente imbarazzo. «Bene,» disse con un tono leggero ma malizioso, «ora tocca a te. Voglio sapere tutto quello che è successo con Cho.»
Harry alzò un sopracciglio, fingendo disinvoltura. «E perché sei così interessata?» le chiese, inclinando leggermente la testa. Hermione scoppiò a ridere, buttando indietro la testa, e quel gesto, insieme al movimento spontaneo delle sue cosce che si aprirono ancora di più, lasciò Harry senza fiato. Le sue mutandine bianche ora erano completamente visibili, così aderenti che non solo disegnavano ogni curva, ma lasciavano intravedere chiaramente la sagoma della sua intimità, stretta contro il tessuto.
Il respiro di Harry si fece più corto. Cercò di mantenere il controllo, ma la vista era ipnotica. Hermione sembrava completamente ignara di quanto fosse esposta, continuando a ridere con quell’aria rilassata che lo faceva impazzire. Harry si spostò leggermente sulla sedia, tentando di riprendere la conversazione, ma ogni fibra del suo essere era attirata da quella visione.
«Hermione,» disse alla fine, cercando di spezzare la tensione che gli stava montando dentro, «se continui così, sarà difficile per me concentrarmi sul racconto.»
Lei lo guardò, confusa per un attimo, poi seguì il suo sguardo e si rese conto di come fosse seduta. Con un sorriso sfacciato, piegò la testa di lato. «Oh, scusa,» disse senza fare il minimo tentativo di sistemarsi. «Non volevo distrarti.»
Hermione sorrise con un’aria di chi sapeva di avere il controllo della situazione, le sue dita giocherellavano nervose con il bordo della gonna, spostandola appena. «Sai perché mi interessa così tanto, Harry?» chiese con una nota di divertimento nella voce. «Perché quella sera, mentre Ron era con Lavanda, ho incontrato Cho. E indovina un po’? Mi ha detto che l’avevi mandata via, dicendole che era solo una sciocca ragazzina.»
Harry sentì un’ondata di calore risalirgli il viso. L’imbarazzo lo colse alla sprovvista, ma cercò di mascherarlo mantenendo un’aria indifferente. Hermione però non si lasciava ingannare: la risata che seguì era carica di malizia, come se avesse scoperto qualcosa di troppo divertente per lasciarlo andare. «Oh, Harry, davvero? Hai detto una cosa del genere?» lo punzecchiò, inclinando leggermente la testa, mentre i suoi occhi brillavano di soddisfazione.
Quando lui cercò di sviare lo sguardo, Hermione continuò, abbassando il tono della voce, rendendola quasi un sussurro. «Comunque… povera Cho. Era così sconvolta, così confusa. Non ho potuto lasciarla in quello stato. Sono andata nella sua stanza e le ho spiegato un paio di cose che le sarebbero tornate utili.»
Harry la guardò, colto da un misto di curiosità e sospetto. «Ah sì? E come gliele hai spiegate, esattamente?» domandò, con un sorriso storto che cercava di celare l’effetto che quel discorso stava avendo su di lui.
Hermione rise di nuovo, ma questa volta il suono era diverso: più profondo, più intimo. Si accarezzò distrattamente il labbro inferiore con il pollice prima di rispondere: «L’ho aiutata a… capire. Le ho dato un dildo magico, così poteva fare pratica. Prima sull’arte del sesso orale, poi le ho mostrato come affrontare qualcosa di più… complesso. Sai, per il sesso anale serve un certo allenamento.»
Hermione, apparentemente ignara (o forse no) del suo turbamento, continuava. «Sai, Cho era nervosa. Diceva che non ce l’avrebbe mai fatta… che non era il tipo da fare certe cose. Ma alla fine ha imparato. È stata una bella esperienza per entrambe.» La sua voce si fece più bassa, quasi un sussurro, mentre i suoi occhi cercavano i suoi. «Mi ha ringraziato, sai?»
Le immagini che quelle parole evocavano esplosero nella mente di Harry come un incantesimo proibito. Visualizzava Hermione e Cho, nude, con il dildo che passava dall’una all’altra, i loro corpi che si avvicinavano, le risate e i gemiti che riempivano la stanza. Sentiva il suo corpo reagire, il cazzo ormai duro che gli premeva contro i pantaloni in un modo impossibile da ignorare.
Anche Hermione sembrava eccitarsi mentre parlava. Le sue gambe iniziavano a muoversi in un ritmo inconscio, aprendo e chiudendo le cosce con sempre più frequenza, come un lento invito. La gonna si spostava leggermente ogni volta, rivelando quel tanto che bastava per alimentare il desiderio di Harry, che ora faceva fatica a mantenere la calma.
Le dita di Hermione, intanto, erano passate dalle pieghe della gonna alle sue labbra, sfiorandole con una delicatezza distratta, ma provocante. Il suo sguardo si incrociò con quello di Harry, e nei suoi occhi c’era una luce nuova, un misto di desiderio e di piacere nel vedere quanto lo stesse tormentando.
Harry sorrise, inclinando leggermente la testa verso Hermione. «Adesso capisco perché Cho era così brava, così… disinibita. È stato tutto grazie a te, vero?» disse con una nota di divertimento e malizia.
Hermione scoppiò a ridere, un suono che riempì la stanza di una strana intimità. «Beh, diciamo che ho solo tirato fuori la troia che c’era in lei.» Lo disse con leggerezza, ma il suo sorriso tradiva un pizzico di orgoglio.
Harry rise a sua volta, fissandola con un’intensità crescente. «Allora credo di doverti ringraziare per questo.» La sua voce era più bassa, quasi roca, e quel tono sembrava caricare l’aria di tensione.
Hermione sorrise compiaciuta, spingendo un ricciolo ribelle dietro l’orecchio. «Adesso, però, finisci il racconto,» lo incalzò, posandosi di nuovo sul bordo del tavolo, le gambe che si muovevano con una leggera irrequietezza.
Harry riprese da dove si era interrotto, questa volta scendendo nei dettagli, descrivendo senza freni quanto fosse stata sfrenata Cho. Raccontava del modo in cui si era lasciata andare, dei suoi gemiti, delle sue richieste audaci. La voce di Harry si abbassava man mano, come se ogni parola fosse un sussurro carico di desiderio.
Hermione ascoltava con attenzione, ma col procedere del racconto sembrava sempre più coinvolta. I suoi movimenti, inizialmente nervosi, si fecero lenti e quasi ipnotici. Senza accorgersene, slacciò un paio di bottoncini della camicetta, lasciando intravedere una porzione del suo décolleté. Le dita si posarono sul collo, scivolando giù verso la pelle scoperta. Si sfiorava delicatamente, seguendo il ritmo della narrazione di Harry, mentre i suoi occhi, sempre più spesso, si chiudevano, come per visualizzare meglio le immagini che lui evocava.
Harry non poteva ignorare quello che stava accadendo. La vista del suo décolleté che si rivelava lentamente, il modo in cui Hermione si toccava, sembravano amplificare ogni sua sensazione. Mentre raccontava, la pressione contro i pantaloni divenne insostenibile. Il cazzo era duro come la pietra, pulsante di eccitazione. Senza quasi rendersene conto, cominciò a sfiorarsi con il pollice attraverso il tessuto, tracciando un movimento lento e circolare per alleviare quella tensione crescente.
La stanza sembrava avvolta in una bolla di desiderio. Ogni parola, ogni gesto, alimentava quella fiamma silenziosa che bruciava tra loro. Harry continuava a parlare, ma la sua voce si faceva più roca, spezzata dall’eccitazione. Hermione, intanto, sembrava persa nei suoi pensieri, i suoi movimenti diventavano più espliciti, la camicetta sempre più aperta, lasciando intravedere il bordo del reggiseno. Il suo respiro si faceva leggermente più rapido, le sue labbra socchiuse tradivano un desiderio che cresceva senza controllo.
La tensione tra loro raggiunse un punto critico, un confine sottile tra il gioco e qualcosa di molto più pericoloso. Entrambi sembravano consapevoli, ma nessuno voleva fermarsi.
Harry si fermò a metà frase, inclinando la testa leggermente di lato mentre un sorriso gli si formava sulle labbra. «Hermione…» disse, la voce morbida ma carica di implicazioni, «sei sicura che non ti stia eccitando un po’ troppo questa storia?»
Hermione aprì gli occhi lentamente, fissandolo con uno sguardo che sembrava scavare dentro di lui. I suoi occhi erano velati, la sua bocca si incurvò in un sorriso languido. «Forse hai ragione,» ammise, la sua voce un sussurro che riempì la stanza. «Sto… immaginando tutto. E immaginare… beh, a quanto pare, mi sta eccitando parecchio.»
Harry trattenne il respiro per un istante, il suo sorriso che si fece più ampio, più sicuro. Il gioco stava diventando interessante. «Davvero?» disse, cercando di mantenere la voce neutra ma tradendosi con un accenno di malizia. «E quanto… eccitante, esattamente?»
Hermione lo guardò per un attimo, valutandolo. Poi, con una naturalezza disarmante, si spostò leggermente sul tavolo, lasciando che le mani scivolassero lungo il bordo della sua gonna. Con un gesto lento, lo sollevò, mostrando senza vergogna le sue mutandine bianche. La macchia scura che si era formata al centro era inequivocabile, un segno tangibile del suo desiderio. La trasparenza del tessuto lasciava intravedere ogni dettaglio, rendendo quel gesto al tempo stesso audace e irresistibile.
Harry le lanciò uno sguardo, prima alle mutandine, poi direttamente nei suoi occhi. «Beh,» disse, con un tono che oscillava tra l’ironia e il desiderio, «se è così evidente, forse dovresti fare qualcosa al riguardo. Non credi?»
Hermione sollevò un sopracciglio, il suo sorriso che si fece più enigmatico. «E cosa suggeriresti, Harry?» domandò, la sua voce dolce, ma con un sottofondo di sfida.
«Oh, non so,» rispose lui, con fare volutamente casuale, anche se il calore nel suo tono tradiva la calma apparente. «Forse… dovresti prenderti un momento e dedicarti a te stessa… sai, per rilassarti. In fondo, non ci sarebbe nulla di male a farlo qui. In fondo io e te siamo migliori amici, no?»
Hermione rise piano, quella risata bassa e vellutata che sembrava avvolgerlo come un incantesimo. «Mmm… forse hai ragione,» mormorò. «Non ci sono segreti tra di noi… ne malizia…»
Harry inclinò la testa, il sorriso che si fece più audace. «Esatto. Siamo come una famiglia…. E se proprio vuoi fare le cose per bene… magari dovresti metterti più comoda.»
La risata di Hermione si fece più profonda, più intima, come se avesse capito dove lui voleva arrivare. «Più comoda, eh?» ripeté, mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore, mentre i suoi occhi lo sfidavano apertamente.
Il gioco tra loro si intensificava, una danza di parole e sguardi che si muoveva su un confine sottile. Ogni frase, ogni gesto, sembrava sfidare l’altro a spingersi un po’ più in là, a varcare quel limite che sembrava ormai inevitabile. Harry non poteva più nascondere la sua eccitazione, il suo corpo lo tradiva, ma Hermione sembrava godere nel mantenerlo sospeso, come un filo di seta che si tendeva sempre di più.
Harry si appoggiò allo schienale della sedia, il sorriso sempre più compiaciuto. «Beh si… Per rilassarti bene… non puoi certo farlo con la divisa della scuola addosso… e magari metterti sul tavolo, così puoi essere più comoda.»
Hermione lo guardò per un istante, il sorriso che le si allargava sul volto mentre una scintilla di malizia le brillava negli occhi. «E se poi ti ecciti troppo, Harry?» chiese, inclinando la testa di lato, un ricciolo che le scivolava sulla guancia.
Harry rise piano, mantenendo lo sguardo su di lei. «Hermione! Ma per chi mi hai preso?, Te l’ho detto… siamo migliori amici. Puoi fidarti di me.»
Hermione scese dal tavolo con una grazia naturale, il sorriso che non abbandonava mai le sue labbra. «Bene,» disse con un tono quasi scherzoso, «se siamo migliori amici, allora non c’è davvero nulla di male, giusto?» Il suo sguardo incrociò quello di Harry, che annuì con un sorriso enigmatico, cercando di mantenere un’aria rilassata, anche se ogni muscolo del suo corpo era teso di aspettativa.
Con una lentezza studiata, quasi crudele, Hermione iniziò a sciogliere il nodo della cravatta di Hogwarts. Le sue dita sottili si muovevano con precisione, accarezzando il tessuto come fosse qualcosa di vivo. Una volta liberata, la piegò con calma, lasciando che l’attesa si dilatasse, e la posò sulla sedia accanto a sé.
Fece scivolare il maglioncino oltre la testa, i ricci ribelli che si spargevano intorno al viso come un’aura di sensualità. I suoi movimenti erano eleganti, studiati, ogni gesto un invito muto. Lo appoggiò accanto alla cravatta e, senza dire una parola, si voltò verso Harry. Il suo sguardo fisso su di lei la fece sorridere, un sorriso carico di sottintesi.
Poi, con una lentezza quasi esasperante, le sue mani si spostarono ai bottoni della camicia bianca. Ogni bottone slacciato rivelava un frammento di pelle, liscia e luminosa, il décolleté che si apriva a poco a poco come un segreto svelato. Quando arrivò al punto in cui il reggiseno bianco si mostrava, aderente e provocante, Hermione si fermò per un istante, permettendogli di assaporare la vista.
Con un gesto fluido lasciò che la camicia scivolasse dalle spalle, esponendo il collo affusolato, le braccia delicate e il busto snello. Non si affrettò: piegò il tessuto con cura, quasi a voler prolungare quel momento di tortura dolce, e lo posò accanto agli altri capi. I suoi occhi si alzarono verso Harry, che la guardava come un uomo affamato, lo sguardo rapito dalla sua figura.
Il turno della gonna arrivò con la stessa calma provocante. Hermione abbassò la zip di lato, lasciando che il tessuto scivolasse piano lungo i suoi fianchi. Ogni curva si rivelava con una lentezza quasi indecente, i suoi movimenti meticolosi sembravano amplificare la tensione nell’aria. Quando la gonna raggiunse il pavimento, si piegò per raccoglierla, con un’inclinazione che metteva in risalto le sue cosce avvolte nelle calze e la curva perfetta del suo sedere. Piegarla e posarla accanto agli altri vestiti fu un altro piccolo spettacolo.
Ora, in reggiseno, mutandine e calze, Hermione era la perfetta incarnazione della tentazione. I suoi capelli disordinati incorniciavano il viso con un’aura di disinvolta sensualità. Harry era immobile, il respiro irregolare, gli occhi incollati a ogni suo movimento.
Sorrise, un sorriso malizioso che prometteva tutto e niente. Poi, con una mano, si coprì il seno mentre l’altra scivolava dietro per slacciare il reggiseno. Ogni gesto sembrava calcolato per sedurlo. Il tessuto si allentò, scoprendo i seni con una grazia che faceva trattenere il fiato. Lo lasciò scivolare via, esponendo la pelle tesa e perfetta, e lo posò sul mucchio ordinato.
Poi si voltò di spalle, offrendogli una visione della sua schiena nuda. Harry non riusciva a muoversi, ogni fibra del suo corpo inchiodata da quella scena. Hermione si piegò lentamente, portando le mani ai fianchi per abbassare le mutandine. La curva del suo sedere si svelava con un’intimità sfacciata, i glutei sodi e perfetti che si muovevano appena al ritmo dei suoi gesti.
Quando il tessuto scivolò del tutto, lasciò che Harry intravedesse ciò che era più proibito: un accenno di quel piccolo segreto tra le sue natiche che apparve solo per un istante, abbastanza per mandarlo fuori di testa. Lei si rialzò con calma, voltando appena il viso, i suoi occhi che brillavano di una consapevolezza disarmante.
Non si voltò subito, ma la sua voce arrivò morbida, quasi un sussurro. «E adesso, Harry? Cos’altro mi consigli?»
Harry, con il cuore che gli batteva forte e il cazzo che premeva dolorosamente contro i pantaloni, non perse il controllo. Si lasciò andare a un sorriso lento, compiaciuto. «Sdraiati sul tavolo,» disse, il tono della sua voce che si fece più basso, quasi un ordine mascherato da consiglio.
Hermione obbedì senza dire nulla, ma ogni suo movimento sembrava studiato per amplificare la tensione. Salì sul tavolo con una sensualità naturale, allungandosi piano sul legno freddo. Harry seguì ogni suo gesto, gli occhi incollati a lei. I suoi seni si mossero con il movimento, i capezzoli eretti che catturavano la luce soffusa della stanza. Quando si sdraiò completamente, Harry poté intravedere per un istante la sua fica, liscia e perfettamente depilata, un dettaglio fugace ma che bruciò nella sua mente come un marchio.
Hermione si sistemò, piegando leggermente le ginocchia e lasciando che una gamba scivolasse un po’ di lato, abbastanza da lasciare intuire ancora di più senza mostrarsi del tutto. Con la testa appoggiata al braccio, alzò lo sguardo verso di lui, il suo sorriso enigmatico che sembrava una sfida. «Si…» disse, la voce dolce, ma con un sottofondo di provocazione. «Ora sono molto più comoda in effetti… Ma forse dovresti metterti comodo anche tu.»
Harry la fissava, cercando di mantenere il controllo, ma ogni fibra del suo corpo lo tradiva. Il sorriso sulle sue labbra era un misto di ammirazione e malizia. «Hai ragione…» mormorò, la voce più bassa e roca di quanto volesse. «Anche io dovrei mettermi più comodo.»
Hermione lo guardò con curiosità, mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore. Non disse nulla, ma i suoi occhi lo seguivano mentre Harry si alzava dalla sedia con calma e iniziava a togliersi la divisa. Fece scivolare la cravatta con un gesto lento e sicuro, poi iniziò a sbottonare la camicia. Hermione non perdeva un dettaglio, i suoi occhi si muovevano lungo il suo corpo con un’attenzione crescente.
Quando la camicia fu tolta, rivelando il suo torso scolpito, Harry la piegò con calma, aggiungendola alla sedia accanto a lui. Poi passò ai pantaloni, slacciandoli con altrettanta lentezza, lasciandoli scivolare lungo le gambe. Rimasto solo con i boxer, fece una pausa, alzando lo sguardo per incontrare quello di Hermione. I loro occhi si incrociarono, la tensione nell’aria diventava quasi tangibile.
Con un sorriso che era una chiara provocazione, Harry agganciò i pollici ai lati dei boxer e li abbassò lentamente, continuando a guardarla negli occhi. Hermione resistette per un momento, ma alla fine non poté trattenersi: il suo sguardo scivolò verso il cazzo di Harry, duro e pulsante, che svettava davanti a lei. Il respiro di Hermione si fece più profondo, e con un gesto quasi involontario si leccò le labbra, gli occhi incollati a quella visione.
Harry sorrise, compiaciuto della sua reazione. Si avvicinò lentamente al tavolo, fermandosi proprio accanto a lei. Hermione, sdraiata, si trovava con la testa esattamente all’altezza giusta rispetto al suo inguine, e il cazzo di Harry era a due spanne dalle sue labbra. Ogni movimento era carico di intenzione, e Harry si chinò leggermente, avvicinandosi senza fretta.
Hermione sollevò lo sguardo verso di lui, il sorriso malizioso che non lasciava le sue labbra. Continuava a leccarsi lentamente il labbro inferiore, lasciando che i suoi occhi restassero incollati al cazzo duro di Harry, che pulsava a pochi centimetri dal suo viso. «Meno male che siamo buoni amici,» disse, la voce dolce ma carica di una sottile provocazione.
Harry sorrise, inclinando leggermente la testa. «Ah sì? E perché mai?»
Hermione ridacchiò piano, poi inclinò leggermente la testa di lato. «Perché i migliori amici si aiutano sempre a vicenda… soprattutto quando uno dei due ha davvero bisogno di qualcosa.» Il tono della sua voce si fece più basso, quasi un sussurro che Harry sentì rimbombare nella mente.
Prima che potesse rispondere, Hermione allungò una mano, le sue dita delicate che avvolgevano il suo cazzo con fermezza. Il calore del suo tocco fece tremare Harry per un istante, mentre il respiro gli si mozzava in gola. Hermione si avvicinò con calma, la bocca che si schiudeva lentamente. Poi, senza staccare gli occhi dai suoi, lasciò che la punta del cazzo entrasse tra le sue labbra.
Il primo contatto fu un brivido puro. Harry gemette, un suono profondo che sfuggì dalle sue labbra senza controllo. La mano gli andò automaticamente alla testa di Hermione, le dita che affondavano tra i suoi ricci morbidi mentre iniziava a massaggiarle la testa con un movimento lento, quasi istintivo.
Hermione lo accolse con naturalezza, la sua lingua che scivolava lungo il cazzo, accarezzandolo mentre lo prendeva più in profondità. Le sue labbra avvolgevano il membro con calore, un’umidità che rendeva ogni movimento un piacere intenso. Ogni tanto si fermava, facendo scorrere la punta della lingua lungo il glande, con piccoli movimenti circolari che facevano sobbalzare Harry.
«Hermione…» mormorò Harry, la voce spezzata dal piacere. Il suo corpo si tendeva ogni volta che lei affondava un po’ di più, e il modo in cui si muoveva con sicurezza, con quella malizia naturale, lo stava portando al limite. Continuò a massaggiarle i capelli, lasciando che il suo tocco diventasse più deciso, ma senza mai forzare guidandola dolcemente, mentre lei continuava a lavorarlo con la bocca.
Hermione chiudeva gli occhi a tratti, come se volesse concentrarsi solo su di lui. Ogni volta che li riapriva, lo guardava con un’espressione che mescolava complicità e desiderio, come se stesse assaporando non solo il piacere che gli stava dando, ma anche il potere che aveva su di lui in quel momento.
Mentre Hermione continuava a lavorarlo con la bocca, Harry allungò una mano verso di lei, incapace di resistere al desiderio crescente. Le dita si posarono delicatamente sul suo seno scoperto, sfiorandolo con una delicatezza che sembrava un contrasto con l’intensità del momento. Il calore della sua pelle lo fece rabbrividire mentre tracciava con le dita la morbida curva del seno, seguendone la forma fino ad arrivare al capezzolo teso.
Hermione non si fermò, ma il suo corpo reagì immediatamente al tocco di Harry: un fremito la attraversò, e il suo respiro si fece più pesante attorno al cazzo che stava succhiando. Harry, intanto, iniziò a giocare con il capezzolo tra le dita, stringendolo piano, poi aumentando lentamente la pressione. Quando lo pizzicò un po’ più forte, Hermione emise un gemito soffocato, le labbra che si staccarono dal cazzo per un istante.
Si sollevò leggermente, guardandolo con un sorriso che mescolava piacere e una finta protesta. «Piano, Harry…» disse con una voce morbida e divertita, gli occhi che scintillavano di desiderio.
Harry sorrise di rimando, sollevando le mani in un gesto scherzoso di resa. «Va bene, va bene…» disse con un tono giocoso, ma i suoi occhi tradivano che non aveva alcuna intenzione di fermarsi del tutto. Anziché riprendere sullo stesso seno, spostò la mano sull’altro, accarezzandolo con movimenti lenti e circolari, come se volesse esplorarne ogni centimetro. Il calore del suo corpo sotto le sue dita lo faceva impazzire.
Hermione si rilassò di nuovo, lasciando che Harry prendesse il controllo. Mentre lui massaggiava il suo seno caldo e morbido, Hermione chiuse gli occhi per un istante, godendosi il tocco. I suoi capezzoli erano già tesi e sensibili, e ogni movimento delle dita di Harry sembrava mandarle una scarica di piacere che si propagava in tutto il corpo.
Harry, intanto, osservava ogni sua reazione, i piccoli gemiti, il modo in cui il suo corpo si muoveva sotto di lui. Continuava a massaggiarla con attenzione, alternando movimenti più lenti a una pressione più decisa, giocando con i suoi capezzoli tra le dita senza mai esagerare. La loro intimità cresceva, il gioco tra loro diventava sempre più intenso.
La mano di Harry si mosse con lentezza, scivolando dal seno di Hermione verso il suo ventre piatto. Le sue dita sfioravano la pelle calda e liscia, tracciando un percorso che la fece rabbrividire. Harry la osservava, rapito dalle sue reazioni, mentre continuava a scendere, avvicinandosi al monte di Venere. Il calore che sentiva irradiarsi dal suo corpo lo fece fremere, e quando raggiunse le labbra della sua fica, bagnate e scivolose, non poté trattenere un sorriso compiaciuto.
Hermione si fermò per un istante, le labbra che si staccarono dal suo cazzo, mentre un gemito soffocato le sfuggiva. «Continua, Harry… ti prego… Non ti fermare,» mormorò, la voce spezzata dall’eccitazione.
Harry non aveva bisogno di ulteriori inviti. Con estrema delicatezza, iniziò a muovere le dita, tracciando piccoli cerchi attorno al clitoride pulsante. Il corpo di Hermione si inarcò leggermente, la sua bocca si socchiuse mentre i suoi occhi si chiudevano, abbandonandosi completamente alle sensazioni che lui le stava regalando. I movimenti di Harry erano precisi, un’alternanza di pressione leggera e più intensa, che la faceva ansimare piano.
Poi, senza smettere di accarezzarla, Harry scese ancora, lasciando che un dito scivolasse tra le sue labbra intime e la penetrasse con lentezza. Hermione gemette più forte, il suono dolce e vibrante che riempì la stanza. Lui la guardava, osservando ogni reazione mentre il dito esplorava il suo interno, trovandolo caldo e incredibilmente bagnato. Dopo un momento, aggiunse un secondo dito, muovendosi con delicatezza, ma abbastanza deciso da farle sentire ogni movimento.
«Oh, sì… così…» sussurrò Hermione, mordendosi il labbro mentre una mano si appoggiava al bordo del tavolo per sorreggersi. I suoi fianchi iniziarono a muoversi lentamente, seguendo il ritmo delle dita di Harry. Lui alternava i movimenti, accarezzandole il clitoride con il pollice mentre le dita si curvavano dentro di lei, cercando il punto giusto. Quando lo trovò, Hermione sobbalzò, un gemito più forte che le sfuggì dalle labbra.
Harry sorrise, compiaciuto, e continuò a stimolarla. Con le dita premeva contro la parete interna della sua fica, massaggiandola con movimenti regolari, mentre il pollice accarezzava il clitoride con un ritmo costante. Ogni tocco sembrava portarla più vicina al culmine, e Harry non si fermava, spingendola sempre più in alto.
Hermione ansimava, il suo corpo tremava sotto di lui. «Oh, Harry… sì… così… continua…» Lo incitava, la sua voce spezzata tra i gemiti, mentre si abbandonava completamente a quel momento. Harry, con lo sguardo fisso su di lei, si sentiva travolto dalla sua reazione, dal calore del suo corpo, dalla sensazione delle sue dita che si muovevano dentro di lei, accarezzandola fino a farla impazzire.
Hermione era completamente persa nel piacere. I suoi gemiti diventavano sempre più frequenti, quasi incontrollabili, al punto che non riusciva più a concentrarsi su ciò che stava facendo con la bocca. Le sue mani si stringevano al bordo del tavolo, e il suo corpo tremava leggermente sotto i movimenti esperti di Harry. Poi, con un ultimo fremito, l’orgasmo la travolse, facendole lasciare andare un gridolino di puro piacere. Il suo corpo si inarcò leggermente, e per un attimo sembrò bloccarsi mentre il piacere esplodeva dentro di lei.
Harry la guardò, affascinato da quella visione, e solo quando Hermione iniziò a rilassarsi ritrasse lentamente le dita dalla sua intimità, lasciandole scivolare fuori con delicatezza. Le sue dita erano bagnate dei suoi umori, scintillanti sotto la luce soffusa. Senza distogliere lo sguardo da lei, Harry portò le dita alle labbra e le succhiò, assaporandole con lentezza, un gesto carico di intenzione.
Hermione, ancora in preda ai residui dell’orgasmo, lo osservò con occhi socchiusi, un sorriso malizioso che si allargava sul suo viso. «Sei proprio un pervertito, Harry,» disse con una risata dolce ma provocatoria, la sua voce ancora tremante per il piacere appena provato.
Harry sorrise di rimando, un lampo di sfida nei suoi occhi. «Forse,» rispose con un tono basso e sicuro, «ma tu sei una troietta che adora farsi masturbare nelle aule di Hogwarts.»
Hermione non si offese; anzi, la sua risata si fece più profonda, più complice. «Hai ragione,» disse, senza la minima esitazione. «Lo sono! E non immagini quanto mi piace….»
Poi, con una grazia che sembrava quasi teatrale, si spostò sul tavolo, alzandosi appena per mettersi di fronte a lui. Si sistemò con lentezza, le mani che scesero lungo le sue cosce fino a raggiungere le ginocchia. Con un movimento deciso, spalancò le gambe, tenendole aperte con le mani per mostrargli tutto di sé. La sua fica, ancora bagnata e pulsante, era ora proprio di fronte al cazzo duro di Harry, che sembrava pulsare al ritmo del suo desiderio.
Hermione lo guardò con occhi pieni di sfida e desiderio, mordendosi leggermente il labbro inferiore. «E ora, Harry? Che cosa hai intenzione di fare?» lo provocò, il suo tono un misto di malizia e invito.
Il ragazzo si avvicinò di un passo, il suo respiro che si faceva più profondo mentre il suo sguardo scivolava lungo il corpo nudo di Hermione, fermandosi su quella visione perfetta.
Harry la fissò per un istante, il sorriso sul suo volto era un misto di malizia e desiderio. «Aiutare veramente la mia migliore amica,» mormorò, mentre afferrava il proprio cazzo e lo posizionava contro l’ingresso della fica di Hermione. La punta della cappella sfiorò le sue labbra bagnate, facendola rabbrividire. Con un movimento deciso, Harry spinse dentro, sentendo il calore avvolgerlo completamente.
Hermione lasciò andare un gemito profondo, le sue gambe cinsero i fianchi di Harry mentre lui la afferrava per le cosce ed iniziava a muoversi. La sua fica stretta e fradicia sembrava accoglierlo alla perfezione, ogni spinta riempiva entrambi di un piacere crescente. Harry aumentò gradualmente il ritmo, affondando più a fondo ogni volta, il suono dei loro corpi che si univano riempiva la stanza.
«Sì, Harry… così… più forte!» lo incitava Hermione, la sua voce spezzata da gemiti che sembravano impossibili da contenere. Il suo corpo si muoveva al ritmo delle spinte di Harry, i suoi fianchi che si alzavano per incontrarlo ogni volta.
Harry obbedì, stringendole le cosce con forza mentre accelerava. Il calore che li avvolgeva entrambi era quasi travolgente, il piacere che cresceva a ogni spinta. Le dita di Hermione si mossero istintivamente verso il proprio clitoride, iniziando a strofinarlo con movimenti rapidi e circolari. Il suo respiro si fece sempre più affannoso, i gemiti sempre più alti.
«Oh, sì… così… sto per venire… non fermarti…» ansimava Hermione, mentre il suo corpo tremava sotto di lui. Le dita sul clitoride si muovevano freneticamente, spingendola sempre più vicina al culmine.
Harry non rallentava, le sue mani che si aggrappavano a lei per mantenere il ritmo intenso. Ogni spinta era più profonda, più forte, il cazzo che entrava e usciva dalla sua fica bagnata con una fluidità che lo faceva impazzire. I gemiti di Hermione lo spingevano a continuare, a darle tutto ciò che poteva.
Poi, con un grido soffocato, Hermione raggiunse l’orgasmo. Il suo corpo si inarcò, i suoi muscoli si contrassero attorno al cazzo di Harry, amplificando il piacere per entrambi. Le sue mani si abbandonarono lungo i fianchi, mentre il piacere la travolgeva completamente.
Harry continuò a muoversi, cavalcando le onde del suo orgasmo, il corpo di Hermione che tremava ancora sotto di lui. Il suo respiro era pesante, ma il desiderio nei suoi occhi non si era spento.
Hermione, con il corpo ancora scosso dall’orgasmo, sollevò lo sguardo verso Harry. I suoi occhi erano ardenti, pieni di desiderio e di qualcosa di ancora più profondo. «Adoro essere la tua migliore amica,» sussurrò, il suo tono un misto di dolcezza e provocazione.
Harry le sorrise, il respiro pesante, mentre il suo corpo ancora fremava di piacere. «Anche io, Hermione. Sei davvero… speciale.» Le sue parole erano cariche di malizia e complicità.
Hermione gli accarezzò il viso con una mano, poi inclinò leggermente la testa, i suoi occhi che brillavano di una luce enigmatica. «Anche tu Harry…,» continuò con una voce suadente, «Per questo voglio farti un regalo.»
Harry non capì immediatamente cosa intendesse, ma sapeva che era qualcosa di speciale e perverso ed il pensiero lo fece sorridere. Non disse nulla, ma iniziò a rallentare i suoi movimenti, lasciando che il ritmo delle sue spinte diventasse sempre più lento, fino a fermarsi del tutto. Rimase fermo, il suo cazzo ancora profondamente avvolto nell’abbraccio stretto della fica di Hermione. La guardò intensamente, aspettando che fosse lei a fare la prossima mossa.
Hermione lo fissò, gli occhi carichi di desiderio, il respiro ancora irregolare. Ogni fibra del suo corpo sembrava gridare lussuria. «Scopami il culo, Harry,» sussurrò, la voce calda e suadente, ogni parola un invito esplicito che gli fece vibrare il corpo.
Harry sorrise, lento e famelico. «Con piacere… non immagini da quanto lo sogno…,» rispose, il tono profondo e ricco di desiderio. Con una lentezza esasperante, sfilò il cazzo dalla sua fica, sentendo il calore umido che ancora lo avvolgeva e che lasciò una scia lucida lungo la sua asta pulsante.
Hermione abbassò la mano tra le gambe, le dita affondarono nella sua fica calda, raccogliendo i suoi umori densi e scivolosi. Li portò al suo buchino stretto e iniziò a massaggiarlo piano, lasciando che il liquido lo ammorbidisse. I suoi occhi erano fissi nei suoi, una sfida silenziosa che lo faceva fremere. Harry, senza mai distogliere lo sguardo, iniziò a masturbarsi, il suo cazzo rigido che si muoveva piano nella sua mano.
«Dammi la tua mano,» chiese Hermione con un sorriso carico di malizia. Harry gliela porse senza esitazione, osservandola mentre lei portava due delle sue dita alla bocca. La sua lingua le accarezzò con lentezza, succhiandole con forza, bagnandole di saliva calda e abbondante. Quando furono lucide, guidò la sua mano verso il suo culo, posizionandola con sicurezza.
Harry spinse dentro due dita, il suo ingresso stretto e bollente che le accolse con una resistenza deliziosa. Hermione ansimò, il suo corpo che si tendeva per un attimo, prima di rilassarsi mentre il piacere iniziava a pervaderla. Le sue mani afferrarono il bordo del tavolo,, il respiro che diventava più rapido a ogni movimento delle dita di lui. Ma non si fermò lì.
Con il pollice libero, Harry cercò il suo clitoride, trovandolo gonfio e sensibile. Iniziò a stimolarlo con piccoli cerchi, premendo con delicatezza, aumentando lentamente l’intensità. Hermione gemette più forte, il suo corpo che tremava sotto il doppio piacere. Ogni spinta delle dita dentro il suo culo era accompagnata dalla pressione sul clitoride, e il contrasto tra la stretta del suo buchino e il piacere elettrizzante sulla sua fica la stava facendo impazzire.
«Oh, sì… così…» ansimò, il suo respiro spezzato mentre si muoveva contro la mano di Harry, cercando più intensità. «Preparami bene, voglio sentirti… tutto… dentro di me,» lo incitò, mordendosi il labbro mentre i suoi gemiti riempivano la stanza.
Harry aumentò il ritmo, le dita che affondavano più a fondo, il suo pollice che continuava a tormentare il suo clitoride con una precisione che la faceva tremare. Hermione si inarcò, il corpo che rispondeva a ogni tocco, i suoi gemiti sempre più forti.
Harry sentì il culo di Hermione rilassarsi gradualmente attorno alle sue dita, un segnale inequivocabile che era pronta. Con calma, si prese un momento per prepararsi, lasciando colare un filo di saliva sulla cappella del suo cazzo teso. Usò le dita per distribuirla con cura lungo l’asta, rendendola lucida e scivolosa. Poi si posizionò, il respiro profondo, puntando la punta del suo cazzo contro il buchino stretto che tremava leggermente al contatto. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Hermione
Iniziò a spingere con lentezza esasperante, ogni movimento calcolato per non forzare nulla. Ogni fibra del suo corpo era concentrata sulle reazioni di lei: il respiro che accelerava, i gemiti sommessi, il modo in cui il suo corpo lo accoglieva gradualmente. Con una mano continuava a giocare con la sua fica, il pollice che tormentava il clitoride, già gonfio e pulsante sotto il suo tocco. L’altra mano si posò sul seno morbido di Hermione, le dita che tracciavano cerchi attorno al capezzolo duro, alternando carezze e pizzicotti che la facevano fremere.
Hermione gemette piano, la testa che si piegava all’indietro mentre i suoi fianchi si muovevano appena contro di lui. La pressione del cazzo di Harry contro il suo ingresso stretto la faceva rabbrividire, ma il piacere crescente le annebbiava i sensi. Lui avanzava con estrema delicatezza, sentendo ogni centimetro che veniva accolto dalla sua stretta bollente.
«Va bene così?» le chiese, la voce bassa, quasi roca, mentre la guardava con intensità.
Hermione annuì velocemente, mordendosi il labbro inferiore, un sorriso compiaciuto che si curvava sulle sue labbra. «Sì… continua…» mormorò, la voce spezzata dal piacere e dalla tensione del momento.

La sua mano sul seno alternava movimenti delicati a pizzicotti leggeri sul capezzolo teso, strappandole gemiti sempre più intensi. Con il passare dei minuti, Harry aumentò gradualmente il ritmo, affondando più a fondo, più velocemente, il corpo che si muoveva con un bisogno sempre più viscerale. Hermione gemeva senza controllo, il suo corpo che si tendeva e tremava a ogni spinta, il clitoride ormai così sensibile che bastava un tocco per farla sobbalzare.
«Oh… sì…» ansimò Hermione, il respiro spezzato e le guance arrossate. Ogni spinta lenta e decisa di Harry sembrava scavare dentro di lei, ogni movimento carico di un’intensità che la faceva tremare. Sentiva il suo pollice premere con forza sul clitoride, disegnando cerchi sempre più veloci e profondi che le mandavano ondate di piacere attraverso tutto il corpo.
«Harry… sì… così… più forte… scopami…» gemette, la voce carica di desiderio mentre i suoi fianchi si muovevano per incontrare ogni affondo del suo cazzo. Lo voleva più dentro, più a fondo. Sentiva il suo buchino stretto dilatarsi lentamente per accoglierlo, e quella sensazione la faceva impazzire, rendendola ancora più umida. I suoi gemiti si facevano più forti, pieni di voglia, il corpo che si muoveva per chiedere di più.
Harry iniziò a spingere con più forza, sentendo il suo cazzo farsi strada nel suo culo stretto e bollente, mentre il pollice continuava a tormentarle il clitoride gonfio. Con l’altra mano le afferrò il seno, stringendolo, pizzicando il capezzolo duro, strappandole un gemito più acuto. «Dio si… Hermione… sei… stupenda » le sussurrò con voce roca.
Le spinte di Harry divennero più veloci, più profonde, e ogni volta che affondava, il suo cazzo sentiva la stretta incredibile dei suoi muscoli che lo avvolgevano. Ogni volta che usciva, le contrazioni di lei sembravano volerlo trattenere dentro, aumentando il piacere fino a farlo tremare. Il suo pollice non smetteva di premere e sfiorare il suo clitoride, ora scivoloso per i suoi umori abbondanti.
Hermione gridò all’improvviso, il suo corpo che si tese come un arco. «Oh, Harry… non ti fermare… sto venendo… sì… sì…» Il suo orgasmo la travolse, facendola tremare violentemente. Gettò all’indietro, i suoi capelli che ondeggiavano mentre un grido sfuggiva dalle sue labbra. Il suo corpo si muoveva contro di lui, i suoi gemiti spezzati e intensi che lo incitavano a non fermarsi. «Oh… cazzo… sì… così…» ansimò, mentre il piacere continuava a travolgerla in ondate interminabili.
I muscoli del culo di Hermione si strinsero attorno al cazzo di Harry con una forza quasi brutale, ogni contrazione una morsa calda e avvolgente che lo fece gemere forte, incapace di trattenersi. Ogni volta che si stringeva su di lui, il piacere lo travolgeva in ondate sempre più potenti, facendogli tremare le gambe.
«Cazzo, Hermione… non ce la faccio… sto per venire,» riuscì a mormorare, la voce spezzata dall’intensità dell’orgasmo imminente. Sentiva il suo corpo sul punto di esplodere, il cazzo che pulsava violentemente mentre l’ultima spinta lo portava al limite.
Con uno sforzo quasi disperato, si sfilò lentamente dal suo buchino stretto, il cazzo rigido e lucido di piacere che scivolò fuori con un suono umido. Appena fuori, puntò la cappella contro il ventre di Hermione, il corpo scosso da brividi mentre il primo getto di sperma esplodeva con una forza incredibile. La sua sborra schizzò sul ventre piatto di lei, risalendo fino ai seni e al collo, lasciando scie bianche e dense sulla sua pelle calda.
Harry continuava a gemere, ogni contrazione che lo faceva venire ancora, i getti successivi che imbrattavano il corpo di Hermione, la pelle che sembrava brillare sotto la luce soffusa. Il suo cazzo pulsava, ogni scarica un’esplosione di piacere che lo lasciava ansimante. La visione di Hermione, sporca della sua sborra, con il petto che si alzava e abbassava per il respiro pesante, lo fece tremare ancora.
Hermione sorrise, il volto segnato da un piacere ancora vivo. La sua risata bassa e roca era un misto di soddisfazione e complicità, mentre le sue dita scivolavano sul ventre, raccogliendo una goccia di sperma caldo. «Oh, sì… sborrami addosso…,» mormorò, la voce densa di lussuria. Portò il dito alla bocca, succhiandolo piano, lasciando che la lingua accarezzasse il sapore salato con una lentezza esasperante, mentre i suoi occhi lo fissavano, pieni di malizia.
on l’altra mano accarezzò il proprio seno, spalmando lo sperma intorno al capezzolo teso, gemendo piano al contatto. «Sei così eccitante quando godi,» sussurrò, la voce un soffio mentre il suo corpo tremava ancora per i postumi dell’orgasmo. Raccolse un’altra goccia di sperma dal collo e la leccò lentamente, lasciando che la sua lingua giocasse con il sapore, sorridendogli con un’espressione carica di desiderio.
Harry, con il respiro spezzato e il corpo ancora scosso dal piacere, si lasciò cadere in avanti, appoggiandosi con le mani al bordo del tavolo per non crollare. Il suo petto si alzava e abbassava rapidamente, e il suo sguardo era incollato a lei, che sembrava ancora più bella, imbrattata del suo piacere. «Sei perfetta, cazzo… incredibile,» mormorò, la voce roca e piena di soddisfazione.
Hermione rise piano, passandosi una mano tra i capelli spettinati, il suo corpo rilassato ma ancora carico di una tensione erotica palpabile. «Lo stesso vale per te… direi che siamo proprio migliori amici» rispose con un sorriso malizioso, mentre le sue dita tracciavano cerchi lenti sulla scia di sperma che le decorava la pelle, come a prolungare ancora un po’ quel momento.
Harry, con un sorriso compiaciuto ancora stampato sulle labbra, guardò Hermione con un’aria divertita. «Se Ron sapesse come scopi, di sicuro non avrebbe mai perso tempo con Lavanda,» disse con tono scherzoso, la voce carica di provocazione.
Hermione scoppiò a ridere, il suono leggero e rilassato, ma il suo sguardo si fece rapidamente più serio, anche se una scintilla di malizia brillava nei suoi occhi. Puntandogli un dito contro, rispose con tono fermo ma complice: «Non dire mai una parola, Harry. Deve restare il nostro piccolo segreto.»
Harry alzò le mani in segno di resa, un sorriso rassicurante che gli illuminava il viso. «Non preoccuparti, Hermione. La mia bocca è chiusa… ma, sai, spero proprio che non sia l’ultima volta.»
Hermione inclinò la testa, un sorrisetto malizioso che si formava sulle sue labbra. Non disse nulla, ma il suo sguardo parlava chiaro: l’idea le piaceva. Con calma, si alzò dal tavolo, il corpo ancora decorato dalle tracce del loro piacere. Ogni suo movimento era un piccolo spettacolo di grazia sensuale, come se sapesse esattamente quanto fosse irresistibile in quel momento. Harry la seguiva con gli occhi, incapace di distogliere lo sguardo.
Con un gesto lento e naturale, Hermione prese le mutandine gettate a terra e iniziò a usarle per raccogliere lo sperma che le ricopriva il ventre, i seni e persino il collo. La stoffa si macchiava rapidamente, e lei sembrava divertirsi mentre lo faceva, osservando Harry con un’espressione tra il soddisfatto e il malizioso.
Quando ebbe finito, invece di riporle o lavarle, le lanciò in un angolo della stanza con noncuranza. Harry, sorpreso, alzò un sopracciglio e la guardò con un sorriso divertito. «Hermione?» chiese, il tono leggermente incredulo.
Hermione scoppiò a ridere, il suono vibrante che riempiva la stanza. «Cosa? Dai, non trovi eccitante pensare che qualcuno possa trovarle? Immagina: un povero sconosciuto che le raccoglie, non sapendo di chi siano… magari si eccita e se le annusa… o ancora meglio si masturba con loro. Non è un’idea incredibilmente provocante?» disse con una voce carica di malizia.
Harry scrollò la testa, ma non riuscì a trattenere una risata. Il suo sguardo era fisso su di lei, un misto di affetto e provocazione. «Sei proprio una troietta, Hermione,» disse con un tono che sembrava quasi un complimento.
Hermione ridacchiò, tirandogli un’occhiata divertita. «Già, ma solo con chi voglio io… e con te mi è piaciuto esserlo!» rispose con un sorrisetto prima di iniziare a rivestirsi. I suoi movimenti erano lenti e studiati, ogni pezzo della divisa rimesso con cura, come se volesse riprendersi il controllo dopo quel momento di abbandono totale.
Anche Harry si ricompose, sistemando i vestiti con calma. Entrambi avevano un’aria rilassata, ma la complicità tra loro era palpabile. Prima di uscire, si guardarono rapidamente, controllandosi l’un l’altra per assicurarsi che nessuno potesse sospettare cosa fosse appena accaduto.
Hermione si diresse verso la sua stanza, un sorriso soddisfatto che non riusciva a trattenere mentre ripensava a ogni dettaglio di quel momento. Harry, invece, si incamminò verso la Sala Grande, un’espressione di soddisfazione sul volto e un pensiero fisso: trovare Ron… e non dirgli nulla.

Questa fanfiction di Harry Potter è un’opera di fantasia creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. I personaggi, gli eventi e le situazioni descritti sono immaginari o ispirati a opere esistenti, e non sono intesi a rappresentare la realtà o persone reali. Tutti i diritti sui personaggi originali appartenenti a opere di terze parti restano di proprietà dei rispettivi creatori. L’autore non si assume responsabilità per eventuali fraintendimenti o interpretazioni del contenuto. Ogni elemento è stato scritto nel rispetto della creatività narrativa e senza intento offensivo o dannoso.

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