Skip to main content
Racconti Erotici Etero

I biglietti aerei

By 13 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Dovevo fare i biglietti aerei di mio marito che doveva partire, per lavoro, di lì a un giorno.Per ragioni che non so, lui non aveva ancora fatto il biglietto e ,il giorno prima di partire mi diede i soldi e mi chiese di andare a fare il tutto. Senonch&egrave, anche se non mi era mai successo,se non da ragazza, perdo il denaro,o forse fui borseggiata (infatti non ritrovavo n&egrave i soldi n&egrave la busta che li conteneva).
Mi trovavo a prendere un caff&egrave nel bar dove lo prendo sempre, quando il proprietario del bar, ormai in pensione e vedovo da un anno, mi vede un po’ agitata. Io neanche mi rendevo conto di come dovevo essere. Lui si avvicina, conosce me e mio marito, da 20 anni e più, e mi chiede che cosa c’&egrave. In breve gli spiego la cosa e lui mi dice che a tutto c’&egrave rimedio e mi dice di passare da lui alle 3 del pomeriggio ,che ci avrebbe pensato lui:volle solo sapere la tratta e le date,in quanto mio marito lo conosceva per nome e sapeva tutto o quasi di lui.Mi diede il suo indirizzo di casa,che già sapevo , come sanno tutti quelli che frequentano il bar.
Quando suonai a casa sua restai sull’uscio e mi consegnò una busta dell’agenzia di viaggio con dentro i biglietti per mio marito.
lui poi disse : “coraggio vieni qui ,entra pure Monica”
entrai e lui mi abbracciò e mi baciò sulle guance.
cercai di allontanarmi e lui mi trattenne e disse:” beh almeno un po’ di riconoscenza me la devi. cosa credi che i biglietti li danno gratis? e poi lo so che voi soldi non ne avete e tuo marito non potrebbe partire senza quei biglietti che ti ho dato io, Mario il barista ”
io: “che cosa vuol dire con questo?”
lui: “solo che dovresti essere un po’ gentile con me: vieni quì da me. facciamo un patto: io ti abbuonerò questi biglietti e tu verrai da me le volte che te lo chiederò. dovrai essere un po’ disponibile, vedi da quando mia moglie non c’&egrave più sono solo e un 70 enne come me non se lo fila nessuno. dovrei pagare ma non mi piace l’idea, preferisco essere utile. vedi infatti che ti ho procurato i biglietti…allora che ne dici?”
io: ” e va bene, però solo alcune volte . non vorrei che diventasse un’abitudine. lei mi capisce vero?”
lui: ” va bene va bene. però ora vieni quì”
Mi avvicinai e lui,senza che potessi fiatare mi abbassò per la testa fino all’altezza dei suoi pantaloni,aprì la lampo e venne fuori un bell’arnese, forse un po’ più grosso di quello cui sono abituata di solito, cio&egrave di mio marito. Il suo sesso puzzava un po’ forse perch&egrave non si lavava bene o non so,forse perch&egrave era eccitato.Poi spinse il cazzo verso le mie labbra che si aprirono per accoglierlo.
lui: ” da brava perch&egrave so che sai come si fa: ho sentito un giorno tuo marito vantarsi che succhi bene”
pensai : Che marito coglione che ho! Intanto il vecchio dall’alto si godeva lo spettacolo e allungò le mani per prendermi il seno. Avevo pensato di cavarmela con un pompino,anche se non avevo ancora finito e lui non era ancora venuto. Mi tirò su per i capelli e mi sbottonò la camicetta, vide così attraverso il reggiseno nero il mio grosso seno e i capezzoli diritti per l’eccitazione.Ne tirò fuori,in modo maldestro, uno e iniziò a tormentarmi i capezzoli e mi fece male al punto che strillai e gli dissi di smettere.Una lacrima o forse alcune scesero sulle mie guance.
Quindi mi portò vicino a lui e mi costrinse a baciarlo:ricambiai il bacio e nel frattempo mi infilò una mano sotto la gonna per cercare il sesso. Trovò il collant e armeggiò per abbassarlo finch&egrave questo scese e sentii le sue mani rugose che toccavano la mia carne. Infilò entrambe le mani e passando le dita attraverso le mutande toccò il sesso. Lo scoprì e lo trovò depilato. Toccò ancora per sentire se il mio sesso era o meno bagnato e spostò la mia mano perch&egrave toccassi il suo cazzo ormai bello duro. Mi spinse con forza vicino al divano e mi fece appoggiare,con la pancia, sul bracciolo. Restai così ,con il collant e le mutandine alle caviglie e con il culone per aria, ben in vista.
lui: “sapessi quante volte ,in tutti questi anni ,ho desiderato di vederti così, solo per me ”
io restavo zitta e poi, mentre mi frugava tra le chiappone grosse e grasse, gli dissi:”la prego faccia in fretta ho paura che si faccia tardi”
lui,sembrava avermi ascoltata e posizionò il grosso glande all’interno delle chiappe e mi disse: “prendi la pillola vero? sennò stai attenta perch&egrave ti verrò dentro”
io: “tranquillo..ahahhah ahaha ahahha sì sì la prendo la prendo ohoh hoho ”
lui: “tanto meglio per te allora…tieni tieni tieni”
era dentro e mi allargava meglio di mio marito, ma mi pizzicò forte i glutei e mi stringeva anche la ciccia dei fianchi facendomi così piangere.
lui: “sei bella grassa,come piaci a me…ahhahah ahah sì sì”
era venuto e mi lasciò ferma e mi disse di aprire la bocca dove si ripulì per bene la cappella.
lui: “vai e porta i biglietti a casa.passa al bar domani o dopo così ci mettiamo d’accordo”
——- questa &egrave la prima di una serie di incontri che dura ormai da diversi mesi.
ciao
Iset/Monica non volevo più andare in quel bar ma per forza di cose (mio marito paga le nostre consumazioni a fine mese) mi veniva comodo andare lì; speravo non ci fosse e infatti non c’era,ma mi attardai a leggere un quotidiano lì nel bar e così,quando sono uscita l’ho incrociato ( e pensa che il bar ha due ingressi!).
lui: “allora stasera alle tre okay?”
io: “va bene ci vediamo di pomeriggio”
ero nervosa e anche se mio marito non c’era ,(sarebbe tornato solo sabato,)pensavo che qualcuno poteva vedermi. si fece così l’ora x e mi presentai nel suo appartamento come da accordi.
lui: “ciao mi fa piacere che sei puntuale…vieni entra”
entrai e cercai di non toccarlo,ma sapevo già che avrei subito anche oggi le sue attenzioni: del resto avevo accettato i biglietti e tutto il resto.
lui: “per quei soldi me li darai quando potrai…”
io: “ma come ? mi aveva detto che se fossi stata gentile…”
lui: “sì ma ci ho ripensato! vedi ho fotocopiato i biglietti e ora dovresti essere un po’ più gentile con me…sennò dirò tutto a tuo marito. facciamo così: tu vieni da me quando te lo chiedo,per un anno. siamo solo a gennaio!”
io smisi di singhiozzare e gli dissi :”va bene. cosa devo fare ora?”
sentii la sua lampo che scendeva e vidi il suo grosso arnese che era già fuori in vedetta. capii cosa dovevo fare e , poggiata la borsetta mi tolsi la giacca,restando con la solita camicia da cui si intravedeva il grosso seno.
io:”vuole che mi spogli? ”
lui:”sì! togli la gonna e resta solo con il collant”
eseguii le sue richieste e lui si slacciò i pantaloni,restando in mutande e mostrandosi in tutta la sua bruttezza.
mi prese per le spalle e mi fece inginocchiare all’altezza del suo grosso cazzo,anche oggi non certo profumato, e mi spinse con forza la testa per succhiare.
obbedivo e sentivo forzare le guance dall’interno,mentre la lingua passava ad assaporare quel brutto sapore misto di piscio e secrezioni. era bello grosso e pulsante,pensavo che da un momento all’altro mi sarebbe venuto in bocca. ma estrasse il sesso dalle mie fauci e mi scaraventò nel vicino divano.
lui: “togliti tutto anche le mutandine”
iniziò a frugarmi con le dita e mi fece male mentre mi stringeva come un indemoniato, mi mordicchiava i grossi seni che aveva estratto con foga dal reggiseno. torceva i capezzoli e io mi agitavo. più mi agitavo più lui si eccitava.vidi,con la coda dell’occhio,che un capezzolo era molto arrosato. gli supplicai di smettere e ,per fortuna mi accontentò. ma forse avrei fatto meglio a subire quel trattamento,perch&egrave mi girò a pancia sotto e mi posizionò sul bracciolo del divano e iniziò a sculacciarmi a piene mani.
io: “basta ,mi fa male! ahah ah ahi basta per favore”
lui:”non preoccuparti,tanto per sabato o domenica non ci saranno più i segni,se &egrave questo che ti preoccupa”
poi mi allargò i grossi glutei e passò di taglio la mano e poi due dita ,per tutta la lunghezza del solco. si bagnò i polpastrelli e mi toccò anche il buchino. ebbi uno sussulto e lui,che se ne accorse subito, mi disse:”non crederai che non ne approfitti, vero?”
io: “la prego non me lo metta lì…mi farà male!con Marco &egrave anni che non facciamo più!le farò altro se vuole…porti anche un suo amico e vi farò un pompino a tutti e due…anzi! mi potrà chiavare mentre a lui lo succhio!”
ma proprio in quel momento lui sputò della saliva tra le dita, e un po’ la sentii colare nel buchino, scattai e lui spinse con forza nel didietro lacerandolo e facendomi gridare di dolore.
io:”ahahah maledetto ahhahahhah ”
lui:”li hai voluti i soldi? allora adesso paga! tieni ah ah ahh” e venne quasi subito dentro appogiandosi poi,a peso morto, su di me e facendomi,così,ancora più male.
con il cazzo ancora quasi in tiro, un record per un 70 enne, si staccò dal didietro lasciandolo all’aria e ben dilatato, e si fece ripulire per benino.
lui:” hai un gran bel culone sai?sapessi i commenti che si fanno su di te al bar!ora rivestiti e vai pure. ci sentiamo magari per lunedì prossimo”
mi rivestii e me ne andai:in auto ,con le mutandine che mi segnavano il solco delle natiche e lo sperma che con i sobblazi dell’auto ancora fuoriusciva dal buchino violato, pensavo in quale guaio mi fossi cacciata accettando quei maledetti biglietti!
il viaggio di Marco era andato bene,a detta sua, ma aveva sforato e dovevamo tirare la cinghia. certo era antipatica la situazione,spiacevole oltre i limiti. mi dovevo privare del parrucchiere, la manicure me la facevo da sola,al cinema o alla pizza avevo già rinunciato.
però le prospettive c’erano,Marco era fiducioso e mi chiese se avessi qualche idea per migliorare la situazione, se conoscessi qualcuno cui chiedere soccorso.
in effetti ci sarebbe stato il vecchio barista, ma non sapevo se potevo rivolgermi a lui,vista la situazione che già era in atto.
tutto questo era stato motivo di discussione la domenica.
il lunedì alle 3 del pomeriggio dovevo andare dal vecchio.
come sempre puntuale suonai e lui aprì.
mi fece accomodare e subito mi abbracciò stringendomi a se;di certo mi aveva lasciato dei segni sulle braccia e nella schiena.
lui: “scommetto che hai bisogno di soldi, tu e Marco.vero?”
io: “come fa a saperlo?”
lui:”stamattina ne ha parlato al bar e ho sentito.le cose vanno bene ma avete bisogno di un po’ di denaro,vero?”
io: “sì &egrave proprio così. vedremo come fare ci verrà in mente qualcosa”
lui:”potrei darvi una mano ,ma c’&egrave qualcosa che mi dovresti dare in cambio”
io:”non basta ciò che ho fatto finora?cos’altro potrei fare?”
lui: “intanto dovresti continuare a essere gentile con me, ma dovresti esserlo anche con la persona che potrebbe darti i soldi. che ne dici?”
io: “vabb&egrave se la mette in questa maniera accetto”
lui:”so che hai bisogno di 2 mila massimo 3 mila euro,ma li devi restituire, entro l’anno”
io: “certo certo,ci mancherebbe”
lui:”li restituirai in dieci rate da 300 euro, va bene?”
io: “no, non ci riusciremo: facciamo 12 da 250, così siamo più sicuri tutti e due”
lui: “facciamo tutti e tre, anche chi ve li dà : a proposito dovrai essere gentile con lui. vi incontrerete oggi quando ti darà i soldi e poi tutte le volte che dovrai restituirli,si prenderà i soldi e sarai a sua disposizione. allora va bene?”
io: ” va bene va bene. quando avrò i soldi?”
lui: “prima di quanto credi. entra Stefano. hai sentito tutto?”
l’altro:”sì sì, e sono d’accordo . lei ,signora, sarà a mia disposizione, sessualmente parlando, adesso e per altre dodici volte, quando appunto mi verserà il dovuto.come vede non ci sono interessi di sorta,non sono un usuraio. le chiedo solo di essere puntuale e discreta.non dovrà farne parola con nessuno, a suo marito dirà che i soldi glieli ha trovati un’amica.”
io: “va bene va bene.”allungai una mano per prendere i 6 biglietti da 500 euro,che il vecchio disse:” &egrave chiaro Monica che io farò parte di tutti gli incontri” .
e mentre prendevo i soldi entrambi iniziarono ad abbassare le lampo.
Stefano era un sessantenne ,forse anche un poco più giovane, con pochi capelli, aveva quasi la testa rasata, un paio di occhiali, era ben vestito,ma sportivo. il sesso era discreto, forse meglio di quello del vecchio,di certo più largo.forse appariva più lungo perch&egrave,come &egrave moda oggi, si radeva anche lì,nella zona dei genitali.
il vecchio prese subito la direzione delle manovre e ,come suo solito, mi fece inginocchiare davanti a lui e mi schiaffò il grosso arnese tra le labbra.
ero contenta per i soldi,ma temevo il sesso di Stefano e le possibili porcherie del vecchio.
lui si rivolse a me e all’uomo:”dai spogliati e anche tu Ste non restare così, dai.”
ci ritorvammo nudi tranne il vecchio che restò in mutande, calze e maglietta.
entrambi potevano così vedere le mie forme generose e strabordanti, la fascia di grasso intorno alle cosce e quel po’ di pancetta che,a loro, piaceva;ma entrambi si fiondarono sul mio abbondante seno, con i capezzoli che non aspettavano altro che essere pizzicati e martoriati.le dita ossute del vecchio e i denti e le labbra dell’altro lavoravano i grossi seni,ormai lucidi di saliva e arrossati dalla loro imperizia.
un dito iniziò a frugarmi la figa, libera di peli e lucida di desiderio, mentre la mano del vecchio mi costrinse a piegarmi in avanti e poi disse, rivolgendosi all’altro uomo: “vedi Ste? vedi com’&egrave allargato? glielo fatto io la settimana scorsa! che ti dicevo? ne vale la pena vero?”
e l’altro, lasciandomi curva, mi posizionò il cazzo in bocca, disse:” certo certo. per 3 mila euro non ti fai tutte queste scopate e con una come lei,che non &egrave professionista!e tu succhia succhia che il meglio deve ancora venire!”
i lvecchio ,dietro di me, mi prese per i fianchi e puntò la cappella tra i glutei,trovò la figa e mi penetrò con un colpo secco. la spinta mi fece andare in avanti e aprire la bocca; nel farlo i denti urtarono contro la cappella di Ste che si innervosì,mollandomi un ceffone e aggiungendo: “stai attenta cretina” .poi mi prese per i capelli e mi ficcò,ancora più in fondo alla gola il suo grosso cazzo.
il vecchio: “quando vuoi cambiamo eh?”
l’altro : “perch&egrave non ti sdrai che ho un’idea?”
il vecchio:”lo so, lo so qual’&egrave, ed &egrave per questo che ti ho convinto a venire!”
capii cosa forse poteva succedere ma non potevo certo tirarmi indietro: vuoi per i quasi 500 che dovevo al vecchio, vuoi perch&egrave avrei perso i 3 mila che,Stefano avrebbe rivoluto indietro.
guardai il vecchio e pensai alla solita storia, a ciò che gli avevo quasi suggerito : lui mi prende da dietro o mi chiava e l’altro si fa spompinare. detto così &egrave volgare,forse, ma &egrave ciò che accade se e quando si fa sesso: o almeno , accade anche questo…se si &egrave fortunate.
ero fortunata allora,perch&egrave il vecchio si sdraiò su un tappeto e mi fece mettere a cavalcioni del suo sesso,ben in tiro e lucido delle mie secrezioni : Stefano vedendo che stavo per impalarmi mi toccò un po’ il sesso ,come ad allargarlo, e poi mi poggiò le mani sulle spalle per farmi scendere.
io: “ahahh ahah sì mi piace, mi piace”
il vecchio:” sù da brava ,cavalca bene ”
Stefano avvicinò il grosso sesso alle mie labbra che si aprirono per accogliere quel cannone,tanto era grosso.
lui: “bagnalo bene e non farmi male…non voglio che mia moglie trovi segni tuoi sul mio cazzo!”
il vecchio: “così anche Teresa succhia eh?”
lui: “perch&egrave pensavi di no?”
il vecchio, ansimando di piacere aggiunse:”sai ah ah non me la immagino a succhiare cazzi”
lui, da solito maschilista, disse:” infatti ,succhia un solo cazzo, il mio! e tu ? vedo che lo hai bagnato per bene…basta così, &egrave pronto!come saprai gli interessi si pagano in anticipo e dopo,solo dopo, si inizia a pagare il capitale. quindi ora mi prendo gli interessi”
e nel dirlo si posizionò dietro di me, mi allargò i grossi glutei e lasciò cadere un rivolo di saliva nel mezzo del solco per inumidire e bagnare bene il buchino.
lui: “si &egrave già richiuso eh? adesso lo riapro io vedrai”
io, agitandomi sull’asta del vecchio, cercai di spiegare che non era nei patti questo trattamento: ” mi lasci la prego, avevamo detto che avrei fatto un pompino o sarei stata presa ma non così, non anche dietro…non l’ho mai fatto con due uomini…la prego anche l’altra volta mi ha fatto male per diversi giorni…” nel dirlo mi agitavo e cercavo di scappare,ma il vecchio mi conficcò quasi le unghie nelle braccia e nei glutei,per cercare di fermarmi e alla fine mi tirò a s&egrave, facendomi poggiare il grosso seno,ancora indolenzito, a contatto con la sua maglietta sudaticcia.
tenuta ferma con il deretano un po’ sollevato e aperto, Ste puntò il glande lucido tra i globi bianchi,bianchi di una pelle che non conosce il sole. vedevo il grosso cazzo attraverso uno specchio di quelli moderni,posto a terra su una base di legno:vidi i pollici affondare nel mio grosso culone e slargare le due semisfere. sentii infine il glande poggiarsi nel buchino e oltrepassare il foro.
loro sentirono distintamente le mie grida e il mio pianto.
io: “nooooooooo ah ah ahahhhhhhh che maleeeeee no no ahahahh”
poi con un movimento più deciso e forte ,affondò tutto il suo cazzo dentro il mio sedere: lo vidi fermo ,come pure il vecchio,a osservare lo spettacolo di una donna tenuta ferma, infilzata su entrambi i buchi, come se fosse un loro capolavoro, come se fossimo i protagonisti di un quadro vivente.
mentre infatti mi torcevo per cercare di scappare dal loro piacere, loro ripresero i movimenti di forzatura dei miei orifizi: più Ste che il vecchio, che infatti stava sotto e contava sulla forza e il vigore del compagno.
il vecchio non resse più e cominciò a riempire di seme l’interno del mio sesso:il più giovane proseguiva con qualche variante, la mia sodomizzazione.
ora infatti si allungava in avanti per cercare una delle mie poppe,ora invece mi sculacciava prima una poi l’altra chiappa.
infine mi prese con entrambe le mani conficcandomi le unghie nei grassi glutei e mi tirò a s&egrave con tanta forza che mi sentii davvero aperta in due .
fu in quel momento che avvertii la sua eiaculazione, lunga e abbondante.
quasi insieme si staccarono da me e all’unisono mi chiesero, ordinandomelo di fatto, di pulire i loro cazzi.
come se niente fosse si rivestirono e ,pur dolorante, feci altrettanto.
Ste andò via per primo e mi disse:”ci vediamo tra 30 giorni” mentre il vecchio mi disse “ci vediamo a fine settimana, venerdì alle 3 del pomeriggio”
no mi fece neppure lavare o usare un clinex. mi sentivo colare lo sperma davanti e dietro. dietro la mutandina sembrava quasi risucchiata dal mio ano violato. ormai il danno era fatto. avevo venduto il mio corpo per soldi.in più ci sarebbero stati anche altri incontri.
entrata in auto mi osservai il viso,ancora rosso per le lacrime e i singhiozzi, i capelli tutti spettinati,la camicia semi aperta. suonò il cellulare , era Marco che mi diceva come andava e che forse aveva trovato i soldi,ma c’era un ma!
Non tornai subito a casa,anche se avevo i soldi osservandomi nello specchietto vidi che non ero troppo presentabile.
Richiamai Marco e gli dissi che sarei rientrata nel giro di un’ora.
Così mi fermai in un vicino centro commerciale e andai alla toelette per rinfrescarmi e sistemarmi.
Inutile dire che i due orifizi erano in fiamme.con una salvietta ne constatai la dilatazione, sopratutto nel posteriore che Stefano aveva ben visitato, ma anche il vecchio quando era in forma,cio&egrave una volta la settimana,non scherzava.
Ero pronta per tornare a casa e raccontare la frottola a Marco e sapere, che cosa aveva da dirmi e chi gli aveva prestato i soldi.
Arrivai e lui mi disse di sedermi che doveva parlarmi.
lui: “Si tratta di questo: un mio conoscente,un vecchio compagno di scuola, ha un ingrosso di scarpe e vestiario, quì nella circonvallazione e la sua segretaria,una signora più o meno come te…
io : Vuoi dire grassa?Un po’ pienotta?
lui: Ma no che dici? Della tua età ecco,non giovanissima, non la classica segretaria da vetrina
io: Un po’ puttana?Accompagnatrice? Geisha?
lui: Sì ecco lui avrebbe bisogno,per qualche tempo,alcuni mesi diciamo, di una persona che sappia usare il pc e rispondere al telefono.Tutto quì.In cambio ci dà il denaro di cui abbiamo bisogno e solo perch&egrave mi conosce e si fida, sa che tu rimarrai lì a lavoro anche il mese seguente e il successivo.
io: Spiegati meglio: vuoi dire che lui ci dà i 3.000 euro e io vado li a lavorare e non mi paga perch&egrave mi ha già pagato?
lui: Sì &egrave così,anzi i soldi sono quì!
io: Anch’io ho i soldi ,me li ha prestati una mia amica, una che tu non conosci…un po’ come nel tuo caso. ogni mese le dovrò restituire i soldi.abbiamo 6.000 euro e tu potrai andare a lavoro tranquillo. sei contento?
lui: Sì sì certo.
io: Quando dovrò andare a lavoro?Domani?
lui: Sì certo,domani mattina, alle 9, anzi entro le 9 devi essere là e poi ti metterai d’accordo.
Il giorno dopo ero tesa e nervosa, dovevo riprendere un po’ le abitudini, finora avevo seguito solo qualche fattura di Marco e niente più.
Mi presentai nel capannone.Fuori c’erano due tipi, immagino fossero i magazzinieri e subito alle mie spalle vidi arrivare una bmw di colore scuro, di media grandezza, una serie 5.
L’auto si parcheggia ed esce una persona ,forse un po’ più anziana di Marco che mi viene incontro e mi saluta.
lui: Tu devi essere Monica ,io mi chiamo Riccardo.
Aveva già puntato un telecomando e le porte metalliche si aprirono davanti a noi.
io: Piacere sono Monica la moglie di Marco.
Il tizio era alto e robusto ,con pochi capelli, vestiva sporivo (il contrario di Marco che era sempre in abito); forse perch&egrave vendeva anche principalmente,come seppi in seguito, articoli sportivi.Era anche ben piazzato,senza troppo grasso ecco,non era come me.
I due uomini,i magazzinieri, stavano caricando in un furgone delle scatole e scatoloni.
Lui,il capo, mi mostrò un foglio e mi disse:&egrave uguale a quello che hanno loro in mano, ora ti faccio vedere come facciamo questa fattura accompagnatoria.
Accese il pc, e mi fece vedere.In un attimo scaricò la merce dal magazzino e stampò la fattura.
Siccome c’era da fare un’altra consegna l’altro documento lo preparai io.
lui: E’ facile vero?
io sorrisi e dissi: Spero di riuscire a sostituire la sua segretaria.
lui: Mi devi dare del tu. sono stato a scuola con Marco e, anche se io ero due anni avanti, siamo coetanei. Mi adoperavo per capire ma senza grosso entusiasmo. Lui uscì e mi disse di rispondere e prendere appunti, dicendo che avrebbe richiamato lui quando sarebbe tornato in ufficio.
Dopo poco squillò il mio cellulare, era Marco che chiedeva come andava:dissi che era tutto ok ,per ora, nel senso che dovevo ambientarmi e capire.
Appena chiuso rientrò Riccardo: mi disse che doveva spiegarmi altre cose del lavoro e se potevo restare a pranzo con lui.
Non dovendo andare dal vecchio dissi di sì.
Mi portò poco distante in una tavola calda:durante il pranzo mi disse che Marco aveva buon gusto,come sempre, in fatto di donne. io: “forse anni fa, quando avevo una 42/44 ma oggi? non mi vedi?”
Richy:”A me sono sempre piaciute le donne in carne, e tu non fai eccezione”
io: “Grazie per il complimento ma ,permettimi di dirti che non ti credo”
Per il momento finì lì,anche perch&egrave ci portarono il caff&egrave e il conto che,come immaginavo pagò lui.
Durante il ritorno lui mi disse che ,secondo lui, se mi impratichivo, potevo aspirare a restare in azienda svolgendo mansioni più elevate e importanti .
io: “Ma scusa non hai già la segretaria, quella che sto sostituendo io? Non &egrave lei che fa tutto ,bolle, fatture e fax?”
lui: ” Sì ma lei &egrave una che non fa il tempo pieno, le fiere e tutto il resto,non so se capisci”
si aprì il cancello e restammo zitti sinch&egrave l’auto si spense.
Erano appena le 14 e gli operai sarebbero arrivati di lì a un’ora e mezza. Le serrande si aprirono e ,entrati mi avvicinai subito alla scrivania dove raccolsi dei fax .
io:” Questi fax che faccio? Li smisto?”
lui:” Aspetta c’&egrave tempo per quelli, vieni di là nel mio ufficio”
Lo seguii al piano di sopra,l’ufficio era bello e non lo avevo ancora visto.
lui: “Me lo ha venduto Marco 3 anni fa…siediti pure nella poltrona del salotto, questa &egrave una conversazione privata”
Mi sedetti e lui di fronte a me continuò “vedi Monica, so della tua , della vostra situazione e vorrei aiutarvi. Tu ora puoi fare un bel salto di qualità se,secondo me, scegli di restare quì a lavoro nella mia azienda.Ti spiego meglio. A me serve una come te, matura e non barbie, con una grinta discreta ma visibile, e sopratutto disponibile per certe operazioni.”
io: “In che senso?Non basta il lavoro normale? Le fiere e le fatturazioni?Devi aprire per caso un negozio?”
lui: “No niente negozio, solo che a volte ho a che fare con dei grossisti esteri e siccome acquisto all’estero e poi rivendo a mia volta, tu sai che per convincere certe persone occorre essere convincenti e disponibili, magari andare a pranzo con loro , fargli compagnia finch&egrave l’ordine e i soldi sono in cassa!”
io: “Se si tratta di andare a pranzo &egrave un conto ma il resto che cosa sarebbe scusa?
lui:”Monica lo hai capito benissimo , si tratta di fare compagnia, mostrare una bella scollatura,essere sexy insomma e se capita,beh concedersi un po’ alle loro voglie”
io: “Vuoi dire farsi scopare?”
lui:” Beh sì certo,ma in cambio avresti denaro”
io:” Se fosse come funzionerebbe?”
lui: “Vedo che mi hai capito! Intanto se dici di sì ti abbuonerei i 3.000 che ho dato a Marco”
io: “Grazie Riccardo!”
lu: “Sì ma prima devi venire a letto con me ,però”
io: “Ah però,sei molto chiaro”
lui si alzò e mi guardò e aggiunse guardando l’orologio:” Anzi
mi sa che lo facciamo subito,c’&egrave ancora un’ora prima dell’apertura”
e iniziò a sbottonarsi i pantaloni mostrando già i segni della sua eccitazione.
Riccardo si avvicinò a me e vidi il suo cazzo, ancora moscio ma promettente: lo guidò verso le mie labbra che lo accolserò per trattarlo come si deve; perciò lo leccavo per bagnarlo e farlo scivolare nel palato, giocando con la lingua, facendola girare intorno alla cappella.
Il suo respiro era veloce, forse sorpreso dalla mia partecipazione immediata. Del resto i 3.000 ci servivano e sommati agli altri facevano seimila, in più la prospettiva di averne altri era una cosa da non sottovalutare in questi tempi e se non avevo capito male “li stavo pagando ora,a saldo”.
lui ora si muoveva avanti e indietro, arrivavo a sentire le palle sbattere sul mento.Poi uscì dalla mia bocca e mi disse: Dai spogliati , fammi vedere come sei senza vestiti!
Lo accontentai , togliendomi la camicia e restando con il reggiseno che conteneva a stento il mio grosso seno.
lui: Sei proprio bella piena eh? questo piacerà a certi clienti, alcuni desiderano le donne normali e non le modelle o quelle troppo perfette.”
Continuai facendo scendere la gonna e restando con i collant, scuri. tolsi anche quelli e le mutandine (si fa per dire) lasciavano fuoriuscire un bel po’ di carne.
lui: Hai delle belle cosce, grosse al punto giusto.ora però levati tutto.”
Ero un po’ dolorante ancora per il trattamento del giorno prima, tolsi collant e il resto. lui restò sorpreso dal vedere solo un ciuffetto di peli sopra la figa,che era glabra . Mi fece girare come per valutarmi. scoprì un po’ di distanza tra i glutei,dove soffermò la mano per passarla in mezzo e fu allora che mi sfuggì un ah, di fastidio più che di dolore.
Osservai intanto il cazzo che era un po’ più lungo di quello di Marco, ma di certo più largo.
lui: Dai sdraiati sul divano e apri le gambe…prendi la pillola vero? perch&egrave ti voglio venire dentro…
io: Sì certo…fai pure!
Una volta aperte le gambe lui si sdraiò su di me, indirizzò il cazzo tra le gambe e non sbagliò mira, facendomi però un po’ di male in quanto avevo la figa ancora un po’ asciutta. dopo i primi colpi,però, le cose migliorarono e diventava tutto più piacevole.
lui: ahh che bello poterti prendere così, che bel seno grosso e questi capezzoli uhmmuhmm …
iniziò a morderli con foga e mi fece urlare di dolore. non bastava il vecchio,ora pure lui, mordeva e affondava le unghie nella mia carne, facendomi contorcere dal dolore.
urlò un lungo ahahha liberatorio, scaricandomi dentro tutto il suo piacere.
staccnadosì da me mi porse un asciugamano, Lo usai per pulirmi dallo sperma che fuoriusciva dalla figa ancora ben aperta.
Chiesi dov’era il bagno e andai per lavarmi. mancava poco all’ora di apertura e volevo rimettermi a posto.
dopo tornai da lui e gli dissi:
Come dovrebbe funzionare la cosa?I 3.000 li abbiamo abbuonati esatto? Ora che succederà? A fine mese mi dai i soldi o cosa? e con Marco come la mettiamo? che gli dico?non &egrave per fare la stronza o altro, ma prima di andare via ,stasera, voglio sapere!
Una volta che fi fummo rivestiti andammo a lavorare e,data la mole di lavoro, non ci fu modo di ritornare prima sull’argomento. Finita la giornata gli dissi:”E allora ? come la mettiamo? per me posso anche non venire più, i soldi te li ho restituiti .
E nel dirglielo, volgarmente e apposta, indicai la figa e le labbra.
lui: “Penso che potrei darti una percentuale sugli ordini che si concluderanno per merito tuo.E poi tu puoi farti pagare se…Scusa lo so &egrave un termine brutto ma &egrave la verità. Siccome però sarebbe merito mio se tu incontrerai queste persone, tu dovrai venire a letto con me quando te lo chiederò,accompagnarmi alle fiere o in viaggi di lavoro, e se del caso accontentare qualche persona che ti indicherò io.
Non risposti e lui allora mi disse: hai capito?
Mi spostai i capelli con una mano e risposi:”Sì certo. pensavo alle ultime parole…
Lui:”Vuol dire che se viene il titolare della xxxx e io ti dico di venire a cena con noi e poi di accompagnarlo in camera … ecco tu ci dovrai andare. Poi sarò io ad allungarti qualche biglietto da 50 o 100 euro o sarà anche lui che ti darà qualcosa.Ora hai capito? Che ne dici?
io:Voglio sapere ancora una cosa. E con Marco come la mettiamo?
lui: Tu digli che ti voglio a tempo pieno,anche per le fiere e cose simili, viaggi di lavoro eccetera.Ti darò anche un aumento. Dammi retta e digli così,se in tutti questi anni non &egrave cambiato, per i soldi farebbe qualunque cosa. Tornata a casa, riferii a Marco il colloquio con Riccardo e così, mentre preparavo la cena, gli spiegai tutto il programma e lui parve contento sopratutto per l’aspetto del denaro:nuova entrata di denaro, meno fatica per lui, più chances.Omisi ovviamente l’aspetto incontri e intrattenimento con i potenziali clienti.
Anch’io non ero dispiaciuta ,anzi ero contenta e sorridente dentro di me, perch&egrave avrei potuto restituire i soldi al vecchio e a Stefano. Infatti da lì a qualche giorno mi sarei dovuta rivedere con il vecchio, così gli avrei restituito i soldi e mi sarei liberata di lui.
Così mi addormentai con questi pensieri positivi. L’indomani dopo aver lasciato i figli a scuola mi recai al bar per fare colazione.Per fortuna il vecchio non c’era ma in compenso il figlio mi consegnò un messaggio: il vecchio mi chiedeva di andare a casa sua alle tre.
La cosa mi era difficile ,perch&egrave alle 16 riprendeva il lavoro, ma pensai che dovevo affrontare anche lui. A lavoro intanto c’era da predisporre un programma di incontri con dei compratori che a fine settimana sarebbero venuti in azienda.
All’ra di pranzo mi recai a fare la spesa, anche per fare orario fino alle tre e poi andai dal vecchio.
lui: Beh come va Monica?
E nel dirlo mi tirò dentro palpandomi i seni ,con fare violento.
io: Va bene, grazie.Sono venuta proprio per dirle che le voglio restituire i soldi dei biglietti.
lui:Monica lo sai che non li voglio, Preferisco che tu venga da me per almeno una decina di volte …Ma se non farai così dirò a Marco tutto, e lo farò sapere pure a tutti quelli che conosci e che frequentano il bar. Decidi tu e …intanto spogliati che voglio sodomizzarti…sù mettiti a culo per aria sul bracciolo come fai sempre…
Avevo paura dello sputtanamento e del suo agire violento:così mi sollevai il vestito, abbassai il collant e le mutandine e mi poggiai a pancia sotto sul bracciolo.
Mi ero appena appoggiata quando sentii il rumore della chiusara lampo, quindi un leggero fruscio e poi una stoccata veloce: una cinghiata mi colpì prima una poi l’altra chiappona, per almeno tre volte.
Strillai di smetterla, per pietà…
lui smise e mi disse: allargati il culone …
Feci così come mi chiedeva…poi sentii il rumore di uno sputo e il caldo della saliva che aveva centrato il buchino…poi ancora il rumore di un altro sputo …forse lo aveva indirizzato sul suo sesso…perch&egrave si posizionò davanti a me per farsi succhiare il cazzo e dal sapore misto di piscio e di saliva capii dove era andata la saliva.
lui : Succhia Monica,succhia bene…insaliva bene il mio cazzo.Non sarà l’ultima volta che lo farai per me…
Per distrarsi ed eccitarsi ancora di più, mi torse un capezzolo facendomi lamentare…e piangere.
Quando fu pronto mi disse di allargarmi i grossi glutei e con altre due cinghiate mi colpì il culone e le mani.
Piangevo , le lacrime scendevano sul mio viso…
lui avvicinò il glande al buchino, tolsi le mani dal culone e lui mi disse:”Piangete sempre vero ? prima venite e chiedete aiuto e poi…
Mi aveva penetrata e io urlai: ah hah ahhaha
lui: Vero, &egrave vero? E’ verooooo? tieni tieni ah ah
io piangevo, mi faceva male, mentre mi sodomizzava con forza:in più mi sculacciava di santa ragione e a piene mani.Andava avanti e indietro con il suo cazzo:ogni tanto lo toglieva, mi sculacciava e poi riprendeva la penetrazione.Stanco e quasi appagato dalla sua violenza e dall’atto sessuale,mi tirò a se con forza conficcandomi le dita nella schiena grassoccia e nei grossi seni…urlai con decisione ahahahha….Il suo momento di piacere era arrivato ,e così tolse il cazzone e iniziò a eiaculare su di me e sul mio vestito ;quindi mi porse il cazzo da ripulire.
Il suo cazzo era sporco di saliva, di tracce corporali mie, di sperma colante che,ancora con deboli fiotti usciva dal suo sesso.
lui: rivestiti e vai via…ci risentiremo presto
mi rivestii e andai via di corsa, ma mi presentai, puntuale per un pelo, a lavoro.
Appena arrivata andai in bagno a sistemarmi: nel chiudere la porta sentii la voce di Riccardo che chiedeva ai magazzinieri: &egrave già arrivata Monica?

Leave a Reply