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Racconti Erotici Etero

i fiori di empi

By 5 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

…Sembra un’orchidea, vedi’i petali carnosi come le labbra, il pistillo come la clitoride’
Era molto emozionato’il primo incontro,il primo incontro con una donna diversa da quella con cui aveva vissuto per 20 anni,metà della propria vita.
Gianni, 40 anni, aspettava alla stazione che arrivasse il treno da Bologna, il treno di Kicca, Francesca’ che dopo alcuni mesi di chat avrebbe finalmente conosciuto.
Era arrivato in stazione con mezz’ora d’anticipo e l’attesa lo consumava.Aveva visitato tutti i negozi del terminal, visitato sì ma senza aver visto niente, troppe sensazioni, troppe emozioni.
La sera prima’la sera prima,al telefono,si erano scambiati le perplessità,i timori di chi,per la prima volta,esce dal proprio guscio e si tuffa nel mare periglioso dell’incertezza.
Una bella domenica di maggio,non troppo caldo,e l’orchidea che aveva in mano splendeva nella sua decadente bellezza.
Nei lunghi colloqui Lei gli aveva confessato di essere attratta da questo fiore un po’ perverso ”bellezza e morte’-,diceva ”&egrave un fiore da alfa ed omega,una circonferenza,secondo me racchiude tutta l’idea della vita’ -.
In realtà Gianni non &egrave che avesse capito molto,ma per fare la sua bella figura,ne aveva comprato una meravigliosa.
-Cuore a mille, il treno &egrave arrivato, non si sono mai scambiati foto’per riconoscerLa sa solo che ha i capelli rossi e che &egrave alta circa un metro e settanta.Si sono dati appuntamento in testa al binario.-
Lo sguardo di Lui scrutava, analizzava, radiografava tutta la gente che scendeva dal treno,ma non riusciva a vederLa.
-‘Ciao Gianni!’-tum tum tum il cuore a mille, lui quasi stava per svenire e girandosi La scorse.
-‘Francesca’io”- non riusciva a proferir parola davanti a questa carina ragazza di 37 anni, rossa, vestita con un completino a fiori multicolore.
Alta,si,circa un metro e settanta,né grassa né magra,ma con un sederino’caspita’
-‘Lo sai che l’orchidea &egrave come il sesso femminile?Guarda i petali,carnosi come le labbra ed il pistillo sembra la clitoride”-.
Gianni era diventato rosso come il sangue,le mani tremanti porgevano ancora il mazzo di fiori,scosso come da un forte vento.
-‘Oi Gianni’e allora?un bacio me lo dai o fermo qualcun altro?’- Le sue parole riportarono Gianni al presente e dopo averla abbracciata, guardandola negli occhi, appoggiò le labbra sulle sue’20 anni’erano venti anni che non baciava una donna diversa da quella che era stata, prima la fidanzata e poi la futura ex moglie.
– Le lacrime escono prepotenti, senza controllo, rigandogli il volto e scivolando poi sulle spalle di Lei, che presa dalla tenerezza, lo stringe in un abbraccio dolce.-
S’incamminarono alla macchina e poi di corsa in mezzo al traffico metropolitano.
Le teneva la mano,emozionato,con una voglia immensa di abbracciarla ancora,baciarla.
Oh oh’sentiva qualcosa crescere, l’emozione lo stava facendo eccitare.Prese a sudare, impacciato guidava a scatti e parlava a monosillabi.
-‘Gianni ma cosa hai? Ti faccio questo brutto effetto? Non spiaccichi parola…Soch eppure in chat ed al telefono non la smettevi mai di parlare,mai’Sei deluso da me?eppure mi dicono che non sono proprio uno schifo.’-.
Come faceva a dirLe che si stava eccitando ed avrebbe voluto prenderLa in macchina,lì sulla tangenziale.
I leggeri pantaloni non nascondevano il suo stato e non poteva nemmeno stringere le gambe,stava guidando!
Aveva lasciato la Sua mano per cambiare marcia,e gli prese la tachicardia quando sentì che quella mano,abbandonata sulla coscia stava salendo verso la sua erezione.
Girandosi a guardarLa scorse un sorriso compiaciuto,libero,anche Lei lo voleva.
Imbarazzatissimo si concentrò sulla guida mentre Lei aveva raggiunto il suo pene sempre più duro.
Lo accarezzava lentamente,quasi sfiorandolo,con il volto rivolto al finestrino a guardare la periferia romana che scorreva a lato.
-‘Ti prego fermati, mi stai facendo venire”-‘no che non mi fermo, anzi’aspetta”.
Kicca si slacciò la cintura ed in pochi secondi, dopo aver aperto il lampo, tirò fuori il pene turgido e iniziò a baciarlo lentamente, roteando la lingua tutt’intorno.
Lo faceva entrare nella bocca, fino in gola, per poi ritirarlo fuori lasciandolo lucido della sua saliva; indugiava un poco sulla cappella, succhiandola, per poi reinfilarselo tutto dentro stringendo lo scroto con la mano e leccando le palle di tanto in tanto.
Gianni era sull’orlo di un infarto, non c’era molto traffico, ma farsi fare un pompino in macchina davvero lo sturbava.
La preoccupazione durò poche centinaia di metri, infatti, un po’ l’emozione ed un po’ l’eccitazione per la situazione, lo fecero sborrare subito.
Kicca non si fermò e continuò a succhiare il cazzo di Gianni bevendo e leccando tutto il suo sperma.
-‘hai un buon sapore, mi piaci, mi piace il tuo pisello e non vedo l’ora di arrivare a casa tua per godere anch’io’ma io’io ti piaccio?guarda”-Kicca si era alzata il vestito leggero scoprendo le gambe fino alle mutandine, mutandine molto piccole, che scoprivano, più di coprire’una splendida micetta contornata da peli rossi molto corti.
Gianni aveva gli occhi di fuori, era troppo tutto insieme.-‘ti prego guida tu, mi hai spompato’mi sento male”- ‘e vedrai cosa ti faccio stanotte”rispose Lei.
Si scambiarono posto, e lei, ridendo, prima di sedersi al posto di guida si alzò il vestito facendogli vedere uno splendido culetto incorniciato da un perizoma che non faceva altro che metterlo in evidenza ancora di più.
Francesca cominciò a guidare, aspettando che Gianni Le dicesse qualcosa, che era contento d’averLa conosciuta, che gli piaceva, che era emozionato’insomma che rompesse quel pesante silenzio.
‘Gianni’sochmell’che cazzo’ e parla un pochino, mi stai facendo sentire una scema”
‘Ma che ci faccio qui io’io, sempre quadrato, mai malizioso’mai guardato un’altra donna oltre mia moglie’mia moglie’ma quale moglie, ex moglie’a Gianni, svejeteee so sei mesi che sei separato”.
Gianni guardava fuori del finestrino rimuginando queste frasi dentro di se, la voce di Francesca lo riportò alla realtà.
‘fermati qui che ti compro dei panini ed un dolce particolare’ disse lui all’improvviso vicino ad una panetteria che conosceva molto bene.
Lei lo aspettava in auto fumando una sigaretta, pensierosa’non stava andando come pensava. Lo riteneva più allegro, giocoso, anzi era proprio quest’aspetto della personalità di Gianni che l’aveva convinta ad incontrarLo. Invece vicino aveva un musone, taciturno, carino anche se con 4/5 chili di troppo, ma del Gianni che La faceva ridere come una matta, del Gianni dalle mille citazioni tra il serio ed il faceto non c’era nemmeno l’ombra.
‘Forse é meglio che vada in albergo’e domattina parto con il primo treno’Che stronzo però, non pensavo fosse così palloso’penserà ancora alla mogliettina’peccato’Anzi domani mi faccio una bella passeggiata in centro, qualche compera e poi parto’.
Lei lo guardava, non vista, all’interno del negozio’stava sicuramente facendo delle battute perché le ragazze dietro il bancone ridevano divertite.
‘Ma allora &egrave proprio uno stronzo con quelle ride e le fa ridere e con me nemmeno una parola’ora gliene dico quattro’.
Gianni, nel frattempo, era uscito dalla panetteria con diversi pacchetti in mano ed aprendo lo sportello iniziò a lanciarLe addosso tutte le buste’tieni Franc&egrave, quest’ar sorcio, quest’ar topo, quest’ar gatto’e questa a te’con la mano Le afferrò un seno e lo strinse forte.
Francesca rimase interdetta, ‘ma cos’&egrave successo là dentro,ha sniffato?’pensò.
‘Scusami per prima’disse lui, ‘scusami ma ero troppo emozionato’sei bellissima Francesca, sei straordinaria, sei una ragazza splendida, dappertutto, dentro e FUORI”e mentre Le diceva queste parole le guardava il seno e le gambe che facevano intravedere le mutandine.
‘Ti voglio, voglio fare l’amore con te, mi ecciti tantissimo, senti”e prendendoLe una mano la portò sul cazzo tornato discretamente duro.
Lei non capiva, adesso era troppo aperto, spigliato…ma in fondo meglio così. Mise in moto l’auto e dopo aver chiesto indicazioni su dove andare rimise la sua mano sul pene di Gianni, accarezzandolo dolcemente.
Lui Le si avvicinò appoggiando la testa sulla sua spalla e con la mano prese ad accarezzarle il seno, anzi lo sfiorava appena con il palmo della mano facendo diventare il capezzolo sempre più erto e duro.
Finalmente giunsero sotto casa di lui, Francesca aveva ancora qualche perplessità, ma quei dieci minuti in auto, dopo gli acquisti, le avevano fatto sciogliere il cuore, oltre che la fica.
Si sentiva colare tra le gambe ed aveva paura di aver macchiato il vestito ed il sedile.
Scaricarono la valigia di Lei,i pacchetti e si avviarono al portone di un palazzo di otto piani,non molto bello,in realtà.
Entrarono in ascensore, e lui spinse il pulsante dell’ultimo piano.
‘ti porto in paradiso Francesca’ e dicendo questo iniziò a baciarla succhiandole le labbra e penetrandola con la lingua, mentre con le mani le palpava il seno, stringendoLe i capezzoli, procurandole un eccitante dolore.
‘sei bellissima Kicca, sei bellissima e dolcissima”le sussurrò nell’orecchio, passandoci la lingua.
Lei Sentiva i brividi percorrerLe tutto il corpo,sentiva il suo desiderio premere sul ventre,le sue mani’
‘Siamo arrivati, mi aiuti per favore?’aveva aperto la porta dell’ascensore e stava aspettando che Lei uscisse.
Aprì la porta di casa, e le disse di appoggiare i pacchetti sul tavolo della cucina.
Lei entrò e mentre lui sistemava la sua valigia, andò in cucina e sul tavolo trovò una meravigliosa orchidea, dai mille colori e con un piccolo biglietto’GRAZIE.g’solo questo, solo questa parole e la sua iniziale.
Si sentiva stordita, una persona strana, dalle mille personalità’ chiuso, dolce, spiritoso, musone, passionale e freddo.
In poco più di un’ora aveva visto in lui tutte queste sfaccettature e non sapeva più cosa pensare’No, non era proprio stordita ma aveva un po’ paura, paura che Gianni potesse farLe del male,non fisico ma’
La sua casa era quella classica di un single, il salone con diverse librerie piene d’enciclopedie, libri, modellini d’auto, aerei, puzzle appesi alle pareti raffiguranti ora mappamondi antichi, ora paesaggi navali’ed in bella vista una targa di ceramica, la Targa che gli aveva regalato e spedito poco tempo prima, la targa con la frase che lui prediligeva e che aveva scelto come descrizione in chat
‘LIBERTA’ VA CERCANDO CHE’ SI CARA COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA- con sotto i loro nomi ‘Kicca e Giò.
Si stava sentendo troppo coinvolta,stava accadendo qualcosa’
‘Scusa il disordine Francesca, ma sai che debbo fare tutto da solo e tra il lavoro,i figli,l’aria condizionata,il tettino apribile,le quattro ruote motrici”voleva metterLa a proprio agio e Lei sorridendo un po’ nervosamente gli si avvicinò.
Gianni La prese tra le braccia, la strinse e sfiorandole i capelli, la baciò teneramente.
‘Ho tantissima voglia di fare l’amore con te tesoro mio, ho voglia di baciarti dappertutto,leccarti,bere dal tuo sesso,penetrarti e congiungermi con te come un solo essere,non più due ma uno,uno solo!’
Lei si sentì perdere, sentì che si stava abbandonando tra le sue braccia, nella sua voce, e si lasciò portare sul lento dove lui, baciandola sulla fronte e sul viso, iniziò a toglierLe il vestito.
La sua bocca scese sull’incavo del collo e poi sulla spalla.
Frugò dolce verso l’ascella, respirando il suo odore. Le slacciò il reggiseno e fece correre le sue dita intorno ai capezzoli, senza toccarli.
‘mmmhhh Gianni mi stai facendo eccitare’mi sto bagnando come una fontana, leccami, leccami la fica ti prego,fammi sentire il tuo cazzo,lo voglio, lo vogliooo’ daiiii’ohhhh’
Le aveva preso un capezzolo in bocca e lo stava mordendo,mentre con la mano le aveva scostato le mutandine e con il dito stava aprendo piano le labbra del sesso.
Era fradicia di umori,e come iniziò a penetrarla la sua broda colò bagnandola fino al buchetto del culo.
Gianni scese con la bocca e iniziò a leccarLa tutto intorno,sui peli,sulle cosce,senza arrivare ancora proprio sulla clitoride o sulle labbra.
‘Gianni, mi fai impazzire, voglio godere, leccami, LECCAMIII’.
Con la lingua aveva aperto ancora di più la sua fica e iniziò a suggere il bottoncino,mentre iniziò ad infilarLe un dito.
Aveva il cazzo durissimo, e aveva tantissima voglia di scopare con Francesca, era tanto tempo che non lo faceva.
Gli piaceva, era bellissima e poi si comportava come una’come una troia in calore, era bagnata fradicia, mugolava ed urlava in continuazione’sembrava un film porno’
Continuò a leccarla tra le gambe infilandole un altro dito nella fica, poi un terzo, poi togliendoli tutti e reinfilandoli tutti insieme.
Con la lingua inizio a scendere poi si fermò all’improvviso ‘girati’ Le disse e mentre lei si metteva a pancia in sotto,mostrando un culo favoloso,lui si alzò e prese dal cassetto due fazzoletti.
Lei non lo vedeva’Cosa stai facendo Gianni’?’aveva sentito il rumore dei cassetti”shhh,una sorpresa. Ti fidi di me, vuoi lasciarti andare completamente?Lo sai che non mi piace né ricevere né tantomeno dare dolore, voglio solo farti godere’farti godere come una troia, come la troia che sei”
‘b&egrave’insomma’ss’ssssì ok’ e così dicendo si fece bendare gli occhi e legare le mani dietro la schiena.
‘mettiti a pecorina anzi come dite voi a culobusone”lei si mise come lui aveva detto e rimase in attesa leggermente agitata fino a che, dopo qualche minuto, sentì qualcosa di morbido e freddo che la sfiorava,prima sul sesso e poi fino all’ano.Era una grossa fragola con la quale Le stava spalmando della panna fredda e la penetrava leggermente.
dopo poco riprese a leccarla,passando con la lingua dalla fica fino al buchetto del culo,forzandolo leggermente,aiutato dalla panna e dai suoi umori.
Francesca oramai era persa, eccitatissima spingeva il corpo verso la sua bocca per godere finalmente ed allentare la tensione, ma lui, come capiva che i suoi gemiti, aumentando, la stavano portando all’orgasmo, si fermava.
All’improvviso Francesca percepì che Gianni si stava allontanando di nuovo per tornare dopo poco.
Si sentì spalmare di nuovo qualcosa, di più fresco, stavolta, ma più consistente.
Il suo corpo fremeva, non poteva nemmeno stringersi i seni, duri da farle male finché, all’improvviso, un dolore forte, un dolore che presto si trasformò in una nuova fonte di piacere che partiva dai capezzoli, lui Le aveva messo qualcosa che li stringeva.
‘Sembrano delle mollette, ecco dove &egrave andato prima’ ho paura ma’mi piace, voglio godere’ma cosa’ma”stava pensando tra sé queste parole quando senti qualcosa che premeva all’ingresso della sua fica, qualcosa si, non era il cazzo di Gianni ma un oggetto, freddo’
Gianno insieme alle mollette, aveva preso dal frigo un cetriolo fatto con una piccola punta e poi largo, come un pene d’ottime dimensioni, e con quello aveva iniziato a penetrarLa piano piano.
Ci aveva messo un profilattico unto con del burro, lo stesso burro che Le aveva spalmato poco prima.
La parte più fina era già tutta dentro la fica di Francesca e Gianni stava iniziando a spingere con più forza.
‘Gianni mi fai male’mi fai m’ohhh Gianni siiii piano però, si riempimi, spaccami la fica, fammi godere”-‘sei una troia Francesca, una gran troia, ‘ e dicendoLe questo le infilò il cetriolo tutto dentro la vulva dilatata.
Gianni la stava scopando furiosamente con quell’ortaggio gigantesco e Francesca gemeva in preda al delirio dei sensi.
Come lui comprese che stava per venire, dopo essersi messo del burro sul cazzo, appoggiò la cappella sul buco del culo e, con un colpo solo, la penetrò fino in fondo all’intestino, furiosamente.
Francesca dapprima s’irrigidì per la sorpresa, respirando affannosamente, per poi gridare all’improvviso.
Un grido di dolore’ma anche piacere, soddisfazione, riempimento, e’di orgasmo.
Francesca si sentì dilatata all’improvviso, riempita, una sensazione di rottura, di lacerazione. Si sentì sfondata come non mai.
Il cervello non era più presente, solo le sensazioni fisiche, istintive comandavano e gestivano il suo corpo.
Francesca non voleva più pensare, voleva solo godere.
E venne’venne godendo come una troia, venne come non mai nella sua vita, venne come penetrata fino nell’anima, venne sentendo Gianni che la inculava sempre più in fondo e si lasciò così andare in un orgasmo violento che urinò, svuotando la vescica.
E continuò a godere finché venne anche lui.
Gianni gli sborrò nel culo come in preda alle convulsioni, e nel delirio del godimento anche lui,oltre la sborra,Le riempì l’intestino di una pioggia dorata,bagnandole il solco tra le natiche e la schiena, gridandoLe ‘sei la mia troia, la mia puttana, sei”
Le sciolse le mani e lei crollò sdraiata, con lui sopra la schiena, sul letto.
Gianni Le sciolse anche la benda sul viso e come Lei aprì gli occhi’
”sei il mio amore’sì ti amo Francesca, ti amo tantissimo” disse Gianni e Lei, con le lacrime agli occhi di felicità, girandosi, vide poggiata sul cuscino la splendida orchidea aperta e bagnata come i suoi sensi, come il suo corpo, come il suo cuore’

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