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Racconti Erotici Etero

I FRUTTI DEL NOSTRO PIACERE

By 19 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Alle 20:30 atterro’ l’aereo proveniente da Zurigo .
Sprofondato su una poltrona della sala d’aspetto, mantenevo le dita della mani intrecciate, muovendole di continuo, per scaricare l’ansia che mi portavo addosso, in attesa che comparissero i passeggeri .
Ero andato all’aeroporto per incontrare una donna di cui conoscevo soltanto il nome: Alessia. Avevamo stretto amicizia navigando in internet dove tutt’e due eravamo soliti pubblicare racconti erotici nel medesimo gruppo di discussione. Un giorno, avevo confessato ad Alessia il desiderio di fare sesso con una donna speciale , una donna che sul sesso non avesse paure o tabù, e le confessai uno dei miei sogni erotici : lo strap-on
Questa mia fantasia erotica era stata raccolta da Alessia, musa ispiratrice, a sua insaputa, di molti miei racconti saffici che senza molti preamboli mi aveva esternato l’intenzione di conoscermi di persona.
Nella sala di attesa dell’aerostazione c’ero solo io ad attendere l’arrivo dei passeggeri. Alessia non avrebbe avuto difficoltà a identificarmi. Stirai le gambe e mi alzai dalla poltrona, dopodiché mi avvicinai al cancello d’uscita dei viaggiatori.
Il gruppo di viaggiatori portati a terra dall’aereo era composto in maggioranza da uomini d’affari. Identificai fra loro tre giovani donne: una di loro era sicuramente Alessia. E’ stata lei a notarmi per prima e venirmi incontro. Me l’ero immaginata così e non era per niente male, anzi.
– Ciao, Antonio! – disse dopo avermi gettato le braccia attorno al collo e baciato sulle guance.
– Ciao… – risposi intimidito dal suo insperato slancio.
Indossava un pantalone nero una giacca nera , camicia color prugna e stivali con tacco da dieci, foularino e capelli legati ‘ scoprì solo più tardi che indossava un intimo da sballo, reggiseno nero perizoma nero di quelli aperti con lo spacco in mezzo e le sue immancabili autoreggenti. – Hai altri bagagli? – dissi.
– No, ho tutto nella borsa. Ripartirò domani pomeriggio. Ho portato con me soltanto lo stretto necessario.
– Conoscendo la predilezione che hai per i congegni erotici sono curioso di sapere cosa nascondi dentro la sacca. – dissi in tono scherzoso.
– Eheheh… è una sorpresa.
– Dai a me, la porto io la borsa.
– Ah, sì, grazie.
Sistemai la fascia della borsa tracolla e proseguimmo a piedi verso l’uscita dell’aerostazione.
– Sei soddisfatto di vedermi qui? Oppure pensavi che ti avrei bidonato?
– Moltissimo… e poi non avevo dubbi. Ero certo che saresti comparsa. – dissi aprendomi in un sorriso.
Alessia bella lo era per davvero.
– Dove mi porti? – chiese mentre percorrevamo la tangenziale a est della città.
– Pensavo che ti avrebbe fatto piacere cenare in un locale tipico.
– Sì, certo, dove mi porti? In un bel ristorantino dietro via Condotti?

– mi fido di te.

– Ti spiace mettere un poco di musica?
– No, anzi.
Accesi l’autoradio e la sintonizzai su Radio Lattemiele, la stazione che sono solito ascoltare mentre guido.
– Ascolti sempre questa musica mentre viaggi in macchina?
– Sì, perché?
– Beh, si sente che sei un tipo romantico.
– Adesso mi fai arrossire.
– E’ l’impressione che ho ricevuto leggendo i tuoi racconti e la scelta di questo genere di musica ne è la conferma. Ci scommetto che uno dei tuoi cantanti preferiti è… Alex Britti, vero?
– Sì, lo ammetto. – risposi con un certo imbarazzo.
– Ma dai, scherzavo. E poi Alex piace anche a me.
Dalla terrazza del ristorante dove prendemmo posto c’era una vista panoramica sulla città illuminata dai fari delle automobili e da una miriade di luci. Roma di notte in compagnia di Alessia mi sembravano le due più belle meraviglie al mondo!!! Lei adora Roma.!!! Alessia sembrava soddisfatta della mia compagnia. Estranei non li eravamo del tutto, la lettura dei suoi racconti e le accese discussioni che avevamo caratterizzato il nostro rapporto sul web mi avevano permesso di conoscerla più di quanto lei potesse immaginare. In comune avevamo lo stesso modo d’intendere la vita, poiché tutt’e due eravamo disposti ad accettare qualsiasi tipo d’esperienza sessuale ci fosse stata proposta.
I preliminari, giocati a consumare la cena attorno al tavolo, accrebbero la voglia di conoscerci nell’intimità di una stanza da letto. Si perché condividavamo l’idea che cibo e sesso potessero essere in certo qual modo la stessa cosa.
– Sei contenta di essere qui stasera?
– Sì, certo.
– Oppure avresti preferito non essere mai venuta?
– Perché dici questo?
– Non lo so.
– E’ una risposta del cazzo, lo sai?
– Sì, certo, scusami.
– Ho intrapreso questo viaggio conscia di ciò che avrei trovato. Leggendo i tuoi racconti ho imparato a conoscerti, e mi piaci per come sei dentro.
– E come sono?
– Ingenuo. O forse no, è questo che vorrei scoprire di te e ciò m’incuriosisce.
– Perché dici questo?
– Sei candido. Ecco la parola giusta che serve a definire quello che sei. Sì, questa è l’espressione più appropriata.
– E’ un demerito forse?
– No, ma al giorno d’oggi è premiato chi è furbo e ipocrita, non credi?
– E allora?
– Mi piaci così come sei, altrimenti non sarei mai venuta qua.
Spesso ho a che fare con persone che fanno di tutto per apparire per ciò che vorrebbe essere e non per quello che sono. Di me ti sei fatta una idea che è solo tua, magari potrei essere molto diverso da quello che immagini che io sia, non credi?
– Sono qui per scoprirlo.
– Parlami di te, piuttosto. – dissi.
– Di me?
– Sì, di te.
– Non ho molto da dirti. Che vuoi sapere?
– Tutto…
Incominciò a scandire una parola dietro l’altra come sono solite fare le donne quando iniziano a parlare di sé. Rimasi ad ascoltarla mentre parlava del suo lavoro, delle amicizie e di come aveva cominciato a scrivere racconti erotici. La voce tradiva un accento misto svizzero/italiano. Rimasi stupito nel sentire che mozzava le doppie erre in una sola. Io invece me le arrotolavo dietro con la mia inflessione calabrese.
A tavola mi diede l’impressione di gradire il piatto di tortelli d’erbetta che il cameriere ci servì dopo l’antipasto di salumi. Lo stesso accadde con la punta di vitello ripiena di pane, formaggio e uova. Dopo avere assaggiato quest’ultimo piatto si limitò a gustare un sorbetto al cioccolato ( lei adora la cioccolata!!!) servitoci a fine pasto.
* * *
– Carino il tuo appartamento.
– Ti piace?
– Lascia che lo visiti, dopo saprò di te molto più di quanto già so.
– Non dovrai affaticarti troppo a camminare perché è di soli 85mq.
– E cosa vorresti a disposizione? Un’astronave?
– No, ma vorrei un bell’attico.
– Carino… lui, eh.
La seguii dappresso strusciandomi contro il suo corpo mentre si muoveva da una stanza all’altra fino a quando ci ritrovammo nella stanza da letto. Ci fissammo a lungo negli occhi, senza dire una sola parola, aspettando che l’altro prendesse l’iniziativa. Posai una mano sulla sua guancia e l’accarezzai. Lei accompagnò il mio movimento adagiandosi con la guancia contro con il mio viso.
Ero conquistato dal profumo della sua pelle, mi sussurrò nell’orecchio ‘Ma tu, il tuo odore, siete come una droga per me; è come se tu fossi la mia qualità preferita di eroina…… Non sapevo quale iniziativa prendere. Fece passare le dita fra i miei capelli e cominciò a carezzarli. I suoi movimenti erano delicati come quelli di una piuma. Solleticava la mia pelle provocandomi dei brividi lungo tutto il corpo. Avvicinammo le labbra, sfiorandoci fuggevolmente, senza mai entrare definitivamente a contatto, fintanto che le nostre bocche divennero tutt’una.
Alessia era calda, appassionata, molto più femminile di quanto potessi immaginare. Seguitammo a baciarci a lungo. L’idea che mi ero fatto di lei leggendo i suoi racconti era diversa da quello che appariva nella realtà, ma cos’era Alessia allora? Ripetei a me stesso più volte questa domanda senza trovare una adeguata risposta.
Posai le mani sopra i suoi seni e li accarezzai. L’imbottitura del reggiseno non mi consentì d’entrare a contatto con la pelle, ma anticipò il momento in cui le avrei carpito i capezzoli fra le labbra per succhiarli avidamente. Accadde poco dopo quando ci ritrovammo nudi sopra le lenzuola. Nel fare l’amore Alessia si mostrò insaziabile. Andò in brodo quando cominciai a succhiarle il clitoride e raggiunse con estrema facilità più di un orgasmo. Tutto sembrava procedere per il verso giusto.
– No… non è giunto ancora il momento. – disse serrando le cosce.
– Perché?
– Ho una sorpresa per te.
– Dici davvero?
– Sì, ma non è ancora tempo. – Cosa ti piacerebbe fare con me?
– Tutto.
– Tutto cosa?
– Scoparti?
– E poi?
– Desidero che me lo succhi?
– E poi?
– Venirti in bocca?
Sai che non adoro chi mi viene in bocca
– Hai ragione scusa ‘.troverò una alternativa
– E poi?
– Mettertelo nel culo?
– E poi?
– Beh, cosa altro potrei desiderare?
– Non hai altri desideri?
– Non so, dovrei pensarci… – dissi carezzandole i capezzoli turgidi.
– Se ti mettessi un dito in culo come reagiresti?
– Lo accoglierei volentieri.
– Qualche donna che te lo ha già messo dentro?
Esitai prima di risponderle, poi glielo dissi.
– Sì, parecchie volte. Avevo un’amica cui piaceva farlo senza che glielo chiedessi.
– Ti sentivi imbarazzato?
– Quando lo faceva spontaneamente no, ma sono un po’ restio a chiedere a una donna di infilarmi un dito nel culo. Lo capisci, no?
– E se ti chiedessi di provare un’esperienza di questo genere con me?
– Con te sono disposto a tutto. – dissi adagiandomi con tutto il corpo sopra di lei.
– Sono contenta che tu dica questo. Ho portato con me una sorpresa. Aspetta qua, l’ho nella borsa da viaggio.
Alessia si liberò del mio abbraccio e scese dal letto. Attraversò la stanza e uscì dalla porta. Quando tornò, poco dopo, aveva indosso una cintura fallica.

– Ti piace? – disse mostrandosi nuda con indosso un cinto nero da cui s’innalzava un fallo in lattice colore nero, era bello lungo , grosso e con delle vene gonfie, che mi facevano intuire il piacere che avrebbero provocato entrando ed uscendo dal mio culo.
– Carino. – dissi sorpreso.
– Ti piaccio così?
Nuda, col fallo in lattice fra le cosce, sembrava un altro tipo di donna, ma non sapevo come dirglielo.
– Hmm… sì, ti sta bene.
– Indossando una cintura fallica la donna desidera penetrare il suo partner maschile, ma anche l’uomo trova godimento nell’essere penetrato. Eri al corrente di questo?
. Non avevo mai visto una donna con indosso un gingillo del genere, anche se mi era capitato di giocare con falli in lattice e penetrare le mie occasionali partner con uno di quegli aggeggi.
– Le coppie che usano lo strap-on hanno l’opportunità di scambiarsi i ruoli e saggiare un lato diverso della loro sessualità.
– Ah! – dissi, mentre il cazzo mi si induriva fino allo spasimo.
– Occorre che ognuno dei partner liberi le fantasie dell’ambivalenza sessuale e le esprima liberamente.
– E tu credi davvero a quello che stai dicendo?
– Certamente! Quando assumo il ruolo di chi penetra vado a mutare il rapporto di coppia e questo cambiamento può diventare molto eccitante per entrambi i partner, concordi?
– Sì… certo.
– Se la pratica è ben condivisa si ha l’opportunità di raggiungere la piena fusione dei corpi e della mente, oltre che incrementare la sessualità di ciascuno.
– Dici?
– Sì, sei pronto a farlo?

– Come ti sembro? – disse avvicinandosi al letto dove stavo supino.

Alessia si avvicinò al letto e mi si mise davanti con il grosso cazzo in lattice bene in mostra. Percepivo a pelle che era molto eccitata e desiderava assumere il ruolo dell’uomo della situazione, per di più di colore’. Voleva scoparmi!!! Ero intimamente felice nel vederla in piedi in autoreggenti stivali tacco a spillo quasi autoritaria in quel ruolo di donna con voglia da uomo nell’ incularmi, e non volevo perdere l’occasione di mettermi alla prova sperimentando questo modo diverso di intendere il piacere sessuale.
Alessia salì sulle coperte e si accucciò al mio fianco. Incominciò ad accarezzarmi le cosce risalendo con le dita fino all’inguine prendendo nella mano il cazzo. Cominciò a masturbarmi, poi discese con le dita fino a toccarmi l’orifizio anale.
– Ti piace quando te lo tocco in questo modo eh?
– Sì. – dissi in tono dimesso.
si mise le dita nella bocca inumidendole di saliva che si premurò di depositare sull’anello dell’ano, poi m’infilò quasi con violenza un dito nel culo. Roteò a lungo l’estremità della mano provocandomi un gradevole prurito, insistendo nel masturbarmi il cazzo con l’altra mano. Ero eccitato per ciò che Alessia era intenzionata a fare. Ero in affanno e godevo ad avere l’impressione d’essere uno strumento di piacere nelle mani della mia partner.
– Sei pronto ? – disse.
Non le risposi mi sistemai carponi sul letto col culo esposto verso l’alto e il capo spinto verso il basso a toccare col muso le lenzuola. Le dita delle sue mani aspersero, ancora una volta, della saliva nel mio culo e subito dopo la grossa e turgida cappella nera si posò sul buco del mio culo. Alessia spinse delicatamente il duro e rigido cazzo nero nel mio intestino dilatandomi l’ano.
Il cuore pareva uscirmi dalla gola. Le tempie mi martellavano e il respiro sembrò mancarmi all’improvviso. Ero impaurito e non volevo ammettere che stavo traendo piacere dallo sfregamento del cazzo di gomma nel mio intestino. Alessia stava dietro di me e seguitava a penetrarmi compiaciuta del suo ruolo maschile. Tenevo il cazzo duro e mi prese la voglia di toccarmelo, ma non glielo dissi e lasciai che continuasse a scoparmi dilatandomi il buco del culo.
L’indolenzimento e il bruciore che provavo quando affondava l’enorme cazzo nero nelle mie viscere era attenuato dal piacere sessuale che mi offriva questo tipo di penetrazione. Ero madido di sudore, ansimavo e gemevo alla stessa maniera delle mie compagne di letto quando le scopavo. Chissà se Alessia stava traendo uguale piacere puntandomi il membro di lattice in quel modo.
Desideravo sborrare e raggiungere l’apice del piacere. Cominciai a sfregare la cappella con le dita muovendomi in sincronia col fallo che mi penetrava di dietro.
Voltai la testa per vedere se il godimento aveva raggiunto il suo volto ..aveva gli occhi chiusi l’espressione esprimeva piacere in ogni suo muscolo che si contorceva mentre spingeva il cazzo dentro e fuori. Si fermò di colpo, e pian piano lo stava ritirando fuori , lo estrasse fuori fino alla cappella, inspirò profondamente e con una espressione mista a piacere rabbia e godimento urlò ‘ prendilo tutto puttana!!!’ e lo infilò di colpo tutto dentro, sentì quel cazzo arrivarmi in gola”..
Non ci misi molto a venire.
– Vengo!…sborro!… vengoo!… vengooo! – esultai.
– Sì… sì… sì… – urlò Alessia seguitando a scoparmi senza pietà!
Nel momento in cui estrasse il fallo dal mio culo provai un forte bruciore all’ano. Mi ammosciai sulle coperte del letto e Alessia mi fu sopra, poi ci scambiammo un lungo bacio.
Avevo goduto di alessia e della parte maschile che era in lei’.fantastica, una donna unica e non lo penso solo per l’aspetto intimamente legato al sesso, ma capì fin da subito che la mia idea di una donna preparata intelligente di cultura era ciò che le consentiva di vivere il sesso in modo diverso e speciale e non era il sesso a fare di lei una persona unica , ma la sua persona speciale rendeva il sesso unico’.
Decisi che dopo l’immane sforzo per scoparmi avrei dovuto in qualche modo ‘ringraziarla”adoro massaggiare e cosi decisi di dedicarle un po’ di massaggi.
La cosparsi di olio caldo e comincia a massaggiarla su tutto il corpo cercando di chiudere gli occhi e rubare ogni vibrazione del corpo’. Le sfiorai con le dita le grandi labbra della sua figa era ancora bagnata per l’ eccitazione e non avevo alcuna intenzione di perdermi quel dolce miele. Le si girò pancia in su ed io comincia a leccargli le dita dei piedi e le caviglie mi spinsi sempre più su fino ad arrivare alla sua figa bagnata e con le grandi labbra aperte forse per come si erano sfregate sullo strap-on.
Non esitai un attimo cominciai a leccarla sentivo i suoi umori dolci nella mia bocca , lei intanto cominciava ad ansimare dal piacere e trattenendomi dalla testa mi spinse con forza tra le sue gambe quasi fossi un enorme fallo.
Salì su tra le labbra e con la lingua comincia leggermente a leccare il clitoride che dall’eccitazione era ben visibile comincia a leccarlo sempre più forte, ma avvertivo l’urlo della sua figa che spasimava dalla voglia di essere riempita , ma la mia voglia di succhiare tutto il suo sapore non voleva sentire ragione, le infilai due dita e comincia a sditalinarla velocemente sempre più forte.
All’improvviso mi chiese di mettermi al contrario su un fianco ”.wow voleva un 69 mentre eravamo copro a corpo sdraiati ognuno sul fianco. Mi girai e mi misi fu un fianco con la testa di nuovo tra le sue gambe e ripresi a leccarla’
All’improvviso mi chiese di mettermi al contrario su un fianco ”.wow voleva un 69 mentre eravamo copro a corpo sdraiati ognuno sul fianco. Mi girai e mi misi fu un fianco con la testa di nuovo tra le sue gambe e ripresi a leccarla’
Fece scivolare dolcemente le mani sulle palle gonfie di voglia e con delicatezza le massaggiava , piano piano salì sopra afferrò il cazzo a metà della sua lunghezza e dolcemente scese giù fino a far scoprire la cappella gonfia turgida umida e rossa , la guardo’ con voglia spalancò la bocca e senza urtare alcuna parte della bocca lo infilò tutto dentro, appena serrò la bocca le sua labbra toccarono le mie palle’..incredibile lo aveva infilato tutto fino a toccare le palle. Io intanto continuavo a leccarle la figa e infilando di nuovo due dita nella sua figa e spingendo pian piano nella parte superiore avvertì uno scossone del suo corpo ..avevo forse trovato il mitico punto G , in realtà non mi importava se fosse il punto g il punto h o il punto a croce, volevo farla godere e cosi continuai con più forza in quel punto mentre la leccavo , il corpo si contorceva sempre più velocemente..all’improvviso si tolse il cazzo dalla bocca e grido ‘ vengo vengo , godo siiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Improvvisamente accadde ciò che generalmente da una donna non ti aspetti una rarità che può solo esser frutto di un godimento assoluto. Infatti mentre leccavo improvvisamente mi senti la bocca inondata da un caldo sperma’capii subito cosa era successo e lo succhiai tutto avidamente senza lasciarne nemmeno una gocciaaaaaaaa. ( credo fosse la seconda volta che le succedeva nella sua vita!!!) Io mi alzai dalla mia posizione, alessia mi guardava con un sorrisetto a metà strada tra il compiaciuto e il rilassato, ma evidentemente voleva anche lei ottenere il frutto del mio piacere.
Scese dal letto si inginocchio e mi chiese di stare in piedi davanti a lei riprese di nuovo a succhiarmi il cazzo ma dopo quello che avevo visto pochi secondi prima ebbi subito la voglia di venire. Lei lo tiro fuori dalla sua bocca e continuo’ a menarlo per alcuni secondi fin quando capi da un mio gemito che stavo per godere. Di colpo arrivò lo sperma denso caldo che alessia indirizzò tutto sul suo seno spalmandolo poi con delicatezza. A quel punto, sarà stato per pietà sua, visto che non riuscivo nemmeno a stare in piedi alessia mi disse: inginocchiati qui davanti a me e leccami il mio seno.
Si alzò nuovamente in piedi come se il tutto non l’avesse ancora appagata e mi chiese di restare sdraiato per terra a pancia in su. Si abbassò con la figa a pochissimi centimetri dicendomi con tono quasi autoritario:’ guarda la mia figa tra poco ti regalerò il suo nettare’ si alzò in piedi chiuse gli occhi, io guardavo con attenzione la sua figa e la vidi gonfiarsi fin quando vidi calare sul mio corpo una dolce e calda pioggia dorata che accarezzava la mia pelle come un velluto chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel dolce e bagnata piacere.
Alessia si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò ‘ ecco il legame di cui avevo bisogno, la prova per quanto remota che nello stesso mondo in cui vivo tu esisti’
Era stato tutto cosi forte incredibile surreale ed in bocca avevo il sapore del godimento assoluto, I FRUTTI DEL NOSTRO PIACERE

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