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Racconti Erotici Etero

I seni di Miriana

By 1 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Lavoro in ufficio, in una grande organizzazione, con incarico di responsabilità. Ho un ottimo stipendio, una bella casa e una moglie di cui sono innamorato. Non cerco avventure, mia moglie mi basta e avanza, ma inevitabilmente mi accadono anche se la maggior parte delle volte tralascio. Non conduco una vita monastica ma si tratta di episodi, di situazioni particolari. Con mia moglie ho un ottimo rapporto, ci amiamo ma ci consideriamo liberi di avere esperienze (come quella volta che lei volle provare”.. ma &egrave un’altra storia), a volte confessate a volte no, senza per questo turbare il nostro rapporto sentimentale che &egrave e resta ben saldo.
Un mese fa mi &egrave capitata una di quelle situazioni di cui parlavo.
In ufficio, alle mie dipendenze, lavora Miriana, una trentacinquenne magra ma ben proporzionata, forse solo il sedere &egrave poco appariscente, mentre i seni appaiono ben sodi e saldi sotto maglie e camicette. Proprio per i suoi seni ho maturato una piccola passione; al mattino la giornata non comincia bene se non li vedo apparire. Nulla di particolare, mai tentato approcci, mi limito a guardarla, anzi a guardargliele, e sono sicuro che lei se ne sia accorta. Una soddisfazione più estetica che carnale.
Ho un discreto rapporto con i miei sottoposti, il lavoro procede a meraviglia e non raramente ci troviamo al di fuori a bere qualcosa tutti insieme. Ciò ha significato una fraternizzazione diffusa e un aiutarsi l’un l’altro anche per cose estranee al lavoro.
Miriana ebbe dei problemi economici l’anno scorso, dei pagamenti improvvisi a cui lei e suo marito non riuscivano a far fronte coi loro stipendi. La cosa si riseppe in ufficio e io fui tra quelli che intervennero per aiutarla. La somma era non eccessivamente alta, i colleghi le diedero quanto poterono e io integrai con 2.000 euro consentendole di risolvere la situazione.
Man mano che passavano i mesi lei saldava i debiti con gli altri fino restituendo poco a poco sino a quando rimasi solo io, che comunque le avevo concesso termini molto dilatori. La sua disponibilità e confidenza nei miei confronti aumentò, pur restando nell’ambito dei rapporti professionali.
Poi, un giorno, la vedemmo arrivare affranta. Suo marito l’aveva abbandonata la sera prima andandosene non so dove e con chi ma lasciandole una figlia adolescente da crescere.
Inutile dire che cercammo di consolarla come potemmo.
Per qualche giorno parve quasi evitarmi riducendo al minimo indispensabile i contatti con me. Lasciai passare una settimana e poi l’affrontai chiedendole il perché del suo atteggiamento.
Quasi piangendo mi raccontò dei problemi economici acuitisi, del non sapermi come dire che ora aveva serie difficoltà a restituirmi il prestito. La tranquillizzai, per fortuna la mia situazione economica era florida e sapevo che comunque prima o poi me li avrebbe ridati, era una persona molto seria. Da quel momento i nostri rapporti tornarono ottimali, con un pizzico di confidenza in più di prima ma sempre professionali.
Passarono due mesi e tornando da una breve vacanza la rividi un po’ sulle sue, quasi scontrosa con tutti. Dopo la pausa venne nel mio ufficio e esordì direttamente:

Mentre parlava si era seduta e si torceva nervosamente le mani.

Sapevo che mi stavo esponendo troppo, mia moglie avrebbe avuto da ridire, ma mi sentivo protettivo verso Miriana (come anche verso gli altri sottoposti).

Confessandomi la sua astinenza forzata era passata dietro la scrivania avvicinandomisi.

Era a mezzo passo da me, ancora seduto.
disse con voce arrochita e sexy.
Ero allibito, Miriana mi si stava offrendo per denaro. Il mio sguardo era calamitato dalle sue tette quasi all’altezza del mio viso, le intuivo libere da ogni costrizione sotto la maglia leggera e non attillata. Deglutii rumorosamente.

Ebbe un gesto convulso ritraendosi di mezzo passo.

L’afferrai per un braccio mentre cercava di voltarsi.

Mi alzai accostandomi.
non dissi altro ma con le mani andai alla sua maglia tirandola verso l’alto. Vidi una striscia di pelle nuda. Intrufolai le mani sotto la maglia continuando a muoverle verso l’alto, sotto il reggiseno. Ecco, ora avevo le sue tette tra le mani. Erano calde, sode come l’immaginavo. La spinsi verso la parete e mi appoggiai contro di lei facendole sentire sul ventre il mio membro eretto, duro come mai l’avevo sentito. I suoi occhi erano lucidi e mi guardava in attesa di una mia mossa.
Giocai con i suoi capezzoli e lei emise un gemito.

La feci tacere coprendole la bocca con la mia intraprendendo subito un duello di lingue a cui ribatteva colpo su colpo. Ci baciammo per due o più minuti e poi tornai sulla terra, ripensando alla porta aperta e che chiunque poteva entrare.
Mi staccai velocemente andando a chiudere a chiave la porta e tornai subito da lei che ansimava appoggiata alla parete.
Le tolsi la maglia facendogliela uscire dalla testa e mi tuffai con la bocca sul capezzolo. Finalmente sentivo il suo profumo, il sapore dolce della sua pelle. Miriana gemeva stringendomi a se e dondolava i fianchi. Mi staccai per togliermi la giacca e la cravatta, volevo essere più libero nei movimenti. Miriana ne approfittò per sgusciare via dalla gonna che si acciambellò intorno ai suoi piedi. Un paio di striminziti slip e due autoreggenti in pizzo nero erano tutto quello che indossava. Era incantevole. Stavo per tornare a occuparmi dei suoi seni ma lei fu più veloce inginocchiandosi davanti a me e appoggiando una mano sul mio pacco ora ben visibile.
Muoveva piano la mano, stringendo delicatamente, mi stava facendo una sega dentro i calzoni, ma non poteva bastarmi. In fretta slacciai la cintura e lei mi aiutò a far scendere i calzoni. Esitò un istante nell’abbassarmi i boxer liberando il mio pene che si presentò perfettamente eretto davanti a lei. Accostò la bocca alla punta per darle un bacio e poi facendosela entrare appena dentro e già il calore che sentii quasi mi fece godere tanto mi eccitava la situazione.
Senza usare le mani prese a fare su e giù con la bocca, muovendo la lingua su tutto ciò che riusciva a leccare. Durò pochi minuti in cui mi godetti la sua abilità, ma volevo penetrarla, entrare in lei fino in fondo. La feci rialzare e stendere sulla scrivania e poi puntai il mio pene all’ingresso della sua micina e spinsi lentamente. Era bagnata, non feci fatica a entrare tutto. Le afferrai le tette e mi mossi avanti e indietro. Miriana gemeva, gli occhi chiusi, la testa voltata da un lato. Intensificai i colpi e a un gemito più forte le tappai la bocca, troppo alto il pericolo di farci scoprire, mentre la scopavo sempre più velocemente, sempre più forte. Giunsi al punto di non ritorno e le chiesi di poterle venire dentro. Me lo negò, non prendeva la pillola. Frustrato da questo diedi gli ultimi colpi con forza e poi uscii masturbandomi mentre le venivo sul ventre coprendolo del mio seme senza curarmi se lei avesse goduto o meno.
Mi staccai riprendendo fiato, sentivo la testa leggera.
In fretta ci ricomponemmo, lei nel piccolo bagno associato all’ufficio e io semplicemente rivestendomi, avrei avuto tempo dopo per lavarmi. Uscendo dal bagno mi si avvicinò dandomi un leggero bacio sulle labbra.

Con un sorriso furbetto andò alla porta, girò la chiave e uscì mentre io tornavo a sedermi ancora pensando ai suoi seni e al loro profumo.

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