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Racconti Erotici Etero

I tuoi occhi nei miei, ancora una volta, per un momento

By 1 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Solo un attimo fa, la folla, la calca, il mare di gente che mi circondava mi rendeva spaesato, perso. Come in un flipper con centinaia di palline impazzite a vorticarmi intorno.
Ora, invece, mi sento come se un incendio durato un istante avesse incenerito tutto quanto mi circondava. Reso polvere un’anonima ed inestricabile selva di gambe, braccia, teste, voci, persone. Tutto tranne te. Tutto tranne quegli occhi che non avrei mai pensato di rivedere, ma che ora mi fissano di rimando mentre non riesco a distogliere i miei da loro.
I ricordi mi assalgono come uno sciame, tanto denso da formare una montagna gravante per intero sulle mie spalle. Una forte pressione sul petto, esercitata da una forza invisibile, quasi m’impedisce di respirare. L’energia di un buco nero sembra risucchiarmi per trascinarmi indietro nel tempo a rivivere quei giorni con te.
Ti fisso. Intensamente. Non so se per un secondo, un’ora o un anno. Il tempo, per me, ha perso il suo valore ormai, come avesse cessato improvvisamente di scorrere.
Leggo in te la stessa sorpresa. Lo stesso smarrimento. La stessa incapacità di porre fine a questo dolce, tremendo supplizio di due anime affini lontane da casa, ma ancora una volta insieme. Nello stesso luogo, nello stesso momento. Senza averlo cercato o concordato. Solo per un crudele scherzo di questo maledetto destino.
E’ stato straziante dividerci, solo pochi mesi fa. Eppure, la distanza e le circostanze avevano reso tutto più semplice. Non me n’ero reso conto io, come non te n’eri resa conto tu. Quasi mi sembrava mi avessero strappato via un pezzo di cuore allora. Ma solo adesso mi accorgo di quanto sarebbe stato devastante fare la stessa cosa così, potendo leggere negli occhi di ognuno il dolore dell’altro.
Mi manchi, cazzo. Mi manchi da morire. Vorrei colmare di corsa i pochi metri che ci separano. Vorrei afferrarti, sbatterti al muro senza una parola e mangiarti la bocca. Stritolarti la lingua con la mia. Vorrei sentire ancora le tue labbra morbide e calde premute contro le mie, impregnarsi della nostra saliva durante un bacio infinito, famelico. Vorrei sfilarti ognuno di quegli inutili vestiti. Vorrei sentire il tuo corpo nudo e fremente contro il mio. I tuoi invitanti seni, tanto schiacciati contro il mio torace da rischiare quasi di esplodere. Vorrei di nuovo sentire i tuoi capezzoli, duri come chiodi, premuti contro la mia pelle. Le tue gambe avvinghiarsi alle mie per sentirmi il più vicino possibile, il più dentro possibile. Per farti sostenere solo dalle mie braccia mentre sfoghiamo le nostre voglie in un amplesso brutale, animalesco. Vorrei riempirti con tutta la forza che ho in corpo, affondare in te senza risparmiarmi e, nel mentre, sentire le tue unghia e i tuoi denti scaricare passione e dolore sulla mia schiena e sulle mie labbra. Vorrei riempirmi le orecchie e il cervello dei tuoi gemiti. Dimostrarlo, invece di urlarcelo in faccia, che ci siamo. Che siamo di nuovo insieme. Liberi di viverci fino in fondo, questa volta.
La cosa peggiore è che so che tu mi faresti fare tutto questo. Senza obiezioni. Senza remore. Senza pensare a un dopo che sarebbe inevitabile e doloroso, più di quanto non sia stato questo recente passato senza un noi.
La cosa ancora peggiore è doversi frenare dal farci del bene per non rischiare di farci infinitamente più male.
E’ stato giusto così, probabilmente. Ci sono cose che devono finire. Noi eravamo una di quelle. Scherzi del destino. Il destino, sempre lui, quel grandissimo bastardo insensibile.
Sento le labbra contrarsi in una smorfia. Chiudo gli occhi per trattenere le lacrime. Quando li riapro sei svanita. Di nuovo.
La polvere si ricompone. A formare persone, voci, teste, braccia, gambe. Sono ancora in quel caotico flipper, più alieno che mai.

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