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Racconti Erotici Etero

Il barista della spiaggia

By 8 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ stata una breve vacanza ad Alassio con i miei senza fidanzato, una decina di giorni, quel tanto che sarebbe bastato, per cercare di “incenerire” un pò, la mia carnagione così chiara, poi sarei andata in Grecia con il mio fidanzato e con la mia compagnia di casinari e casinisti.
AI mattino alle 8 mi svegliavano sempre i miei cuginetti, poi mi preparavo per la colazione mettendomi un bel costumino che evidenziava bene il mio corpo e poi tutti assieme si andata al bar della spiaggia a fare colazione con un buon cappuccino e un dolce appena sfornata.
Proprio al ”baretto’ della spiaggia ho conosciuto Silvano, il proprietario che preparava un buonissimo cappuccino dove ci pucciavi il biscottino (già lui era bravissimo ma lo capirete dopo il perché ). Io ero spesso li al bar perché mi erano bastati due giorni di sole per prendermi un’ustionata alla schiena e alle cosce (rosse peperone) e quindi non potevo stare troppo al sole’.che vita grama pensavo.
Silvano era un bell’uomo, molto affascinante, di circa 35 anni, sempre attorniato dalle solite fiche da spiaggia che se lo contendevano, e si vociferava anche che, in un paio di occasioni, alcune pretendenti, sentendosi messe da parte da altre “signore” , se le erano dette al punto di schiaffeggiarsi in spiaggia per lui, praticamente una sceneggiata.
A me non restava che starmene li sdraiata sulla terrazza, sotto un ombrellone e mi accontentavo di guardarlo, sempre intento a servire ai tavoli, intrattenersi con le clienti. Io me lo immaginavo come un vero stallone da monta e più di una volta le mie occhiate si concentravano sul suo costume, o meglio sulle forme del suo pisello, nascosto tra le pieghe della stoffa e fantasticavo su come sarebbe stato bello anche per lui avere le attenzioni di una bella 23 enne.
Poi un giorno, ero nella cabina con il cuginetto più piccolo, ci stavamo spogliando e lo stavo aiutando a mettersi il costume; io completamente nuda, mentre lui giocava con un giochino elettronico, mi stavo per mettere il costume ma ad un tratto il cuginetto si alzò e cercò di uscire dalla cabina. Io nel tentativo di fermarlo sono caduta all’indietro facendo aprire la porta e restando tutta nuda all’interno del piccolo stanzino.
Presi una bella botta e nel tentativo di rialzarmi ho visto arrivare il bel Silvano per soccorrermi. Lui mi guardava tutta nuda e con le mie intimità esposte e in bella vista, mi chiese cosa sia successo ed appunto cercò di rialzarmi. Silvano poi mi chiede se mi ero fatta male e che avevo una piccola ferita sul culetto; io, tuta rossa di vergogna ed imbarazzata, lo ringraziami e mi richiusi all’interno della cabina per mettermi il costume.
Tutto finì li e quando arrivarono mia zia e mia madre, lui le rassicurò dicendo che non era successo nulla di grave ,solo un graffio e se ne andò.
Tornata con loro alla spiaggia, mi domandavo a quale santo dovevo rivolgermi: prima la scottatura da sole ed ora la figuraccia con le mie nudità bene in vista ad una persona che nemmeno conoscevo.
Ma quella che inizialmente pensavo fosse solo una figuraccia che poi passa, era un errore,
In spiaggia stavo pensando a lui, al bel Silvano, alle sue occhiate sulle mie nudità così ben in vista, ma la cosa a cui più pensavo, era quella strana sensazione di tranquillità che avevo addosso dove ero consapevole che mi stava guardando completamente nuda ma la cosa mi eccitava.
Ora lo stavo vedendo sotto un’altro aspetto….forse stavo diventando come una di quelle che se lo contendevano?
Nei giorni successivi al fatto, la mia scottatura da sole si era affievolita, ma la mia voglia di vedere il bel Silvano era sempre tanta.
Andavo al bar in ogni occasione, a prendere i panini da lui, le bibite per tutti, me lo mangiavo con gli occhi, credo che se ne sia anche accorto della mia insistenza, ora però la cosa strana, era la mia gelosia verso tutte quelle altre che se lo filavano.
Una sera, i miei parenti e i mie genitori, verso le 23,00 già avevano iniziato a dire che volevano tornarsene a casa, mio zio e mio padre volevano fermarsi dagli amici per bere una cosa prima di rientrare, mio cuginetto più piccolo già dormiva in braccio a mia madre e l’altro era li sveglio seduto a bordo pista della discoteca a guardare le cosce e il culo delle ragazze tutto arrapato.
Io volevo ballare, dovevo ballare, qualche ragazzo si era fatto strada tra la folla e, mi aveva invitato, volevo restare con un paio di loro che erano molto carini.
Mia madre mi fece cenno che loro se ne sarebbero andati, io li salutai sbadatamente mentre ballavo con i miei nuovi amici; passata una mezz’ora, andai al bar a bere una coca-cola, chiesi una sigaretta al tipo che avevo accanto, appena si volta vidi con sorprresa che ra proprio il mio bel Silvano.
Un saluto, un ciao ricambiato e dopo avermi offerto la sigaretta iniziammo iniziato a parlare di tutto un pò, ridendo e divertendoci un po. Dopo andammo sulla spiaggia, dove c’erano molti ragazzi e ragazze seduti sulla sabbia, chi urlava, chi cantava chi …”fumava”, noi a nostra volta arrivammo in riva al mare e mi rinfrescai il viso che era talmente accaldando ma non sapevo se per il ballo o se per la sua presenza.
Ci eravamo seduti sugli scogli li vicino e continuavamo a chiaccherare del più e del meno ( io ero in fermento, ero agitatissima al solo pensiero di stare li da sola con lui…un figo solo con me ….)
Mi guardavo attorno e vidi una coppietta molto lontano da noi stava rotolando sulla sabbia, mentre si baciavano, io lo feci notare a Silvano e mi misi a ridere come una ragazzina un po’ invidiosa.
Gli sussurrai che una mano del ragazzo era infilata sotto la gonna di lei, allora il bel Silvano, senza parlare mi fece cenno di alzarmi, mi mise un dito sulla bocca e mi fece cenno di seguirlo.
C’erano dei grossi massi davanti a noi, lui si arrampicava su uno, mi porse le sue mani e mi aiutò a salire per poter vedere meglio la coppietta.
Mi sussurra di stare attenta che le rocce sono umide, di seguirlo ancora che da li li vediamo meglio.
La coppietta &egrave sotto di noi, a qualche metro di distanza, con le luci della strada che riflettevano sulle onde del mare illuminandoli bene in modo tale che quello che vedevamo non era un semplice abbraccio ma un amplesso vero e proprio.
Ne io ne il bel Silvano parlavamo, nessuno muoveva un muscolo, ci limitavamo a guardare i due, lui ora con i pantaloni abbassati , lei con la gonna sollevata , le mutande arrotolate ad un polpaccio; erano scatenati a fare l’amore.
Mi mossi appena e strusciandomi involontariamente sul corpo del bel Silvan, gli feci perdere l’equilibrio cosicch&egrave si aggrappò al alla mia gonna per non scivolare e fu in quell’istante che le sue mani si appoggiarono sui miei fianchi; io non dissi nulla, quasi ad invitarlo a procedere oltre.
Indossavo una corta gonna blu, una maglietta e un golfino chiaro.
Da prima si chinò sul mio collo e senza tanti indugi, iniziò a baciarlo, poi si spostò, sotto il lobo del mio orecchio giocando con la sua lingua , stuzzicandomi fin dentro l’orecchio , da parte mia il fiato e le pulsazioni erano a mille, ero come un vaporetto a vapore.
Ora le sue mani si erano spostate sotto la gonna, accarezzavano le cosce e poi si insinuarono sull’elastico delle mutandine e me le fece scivolare fino alle caviglie e stando dietro di me iniziò una lenta ma profonda penetrazione nella mia fessura, sempre più giù e sempre più velocemente. Mi stava masturbando divinamente tanti che la mia patatina divenne tutta bella bagnata.
Le mutandine scivolarono giù dalla roccia, la gonna mi venne tolta senza che me ne accorgessi, restavo li dandogli le spalle mezza vestita e mezza nuda a gambe divaricate, appoggiata alla roccia fredda e umida di salsedine …. le sue dita continuavano a masturbarmi, spostandosi di tanto in tanto sullo sfintere, il mio sedere era li a sua completa disposizione.
Mi fece girare e ammirai il suo corpo nudo , si stava togliendo i pantaloncini , posai subito lo sguardo sul suo organo così prepotentemente eretto, lo toccai con timore, poi lui mi spinse giù avvicinando il bacino alla mia bocca e senza indugio apri le labbra e cominciai a leccarlo e a risucchiarlo fino in gola…non era molto lungo, ma decisamente di una circonferenza notevole….la sacca dei testicoli era grossa, la toccavo e ne saggiavo i due gioielli…poi con una certa irruenza, mi fece girare di spalle e appoggiò la punta del suo pene alla mia fessura , già intrisa di umori , già pronta a riceverlo e così fu.
Restai così, in quella posizione aggrappata alla roccia per almeno 10 minuti, mentre lui mi montava, in quella posizione, con molta violenza , era largo, le mie pareti vaginali dopo un pò assorbivano i colpi mentre m’affondava fino a far sbattere i testicoli sulle mie chiappe….. poi si tirò indietro, volle che lo prendevo in bocca ancora, non si stancava mai, mi faceva male la mascella quanto era largo, era irruento…a volte tentavo di allontanarlo , ma lui continuava, poi nuovamente mi lasciò, si guardò attorno e non c’era più nessuno, se ne erano già andati, pensai che tra poco sarebbe finita, mi sbagliavo, anche se in cuor mio ero al settimo cielo…era stupendo.
Mi fece denudare completamente, poi cominciò a leccarmi tutta, non credo abbia dimenticato qualche parte di me da leccare, se non sotto i piedi; poi si soffermò sul mio culetto , cercava di penetrarmi con la lingua , poi leggermente con un dito e alla fine mi fece piegare in avanti, con una mano si teneva il pisellone e lo strusciava su e giù tra i miei glutei fino a che iniziò ancora a infilami la larga verga nella figa, per montarmi nuovamente. Solo dopo pochi minuti , cominciai a tremare tutta, stavo davvero godendo per la sua penetrazione, emisi probabilmente delle grida che subito la sua mano me la trovai sulla bocca …..ero una vera fontanella di piacere mentre mischiavo il mio piacer con il suo che mi stava venendo dentro.
Siamo rimasti così per un minuto credo, lui dentro di me ed io appoggiata e chinata alla roccia .
Ci rilassammo e ci sedemmo completamenti nudi sulla fredda roccia per poi scendere dagli scogli e lavarci nel mare.
una volta rivestiti mi accompagnò a casa, ad un paio di isolati ma, prima di arrivare, mi disse che ero stata brava e che se volevo l’indomani potevo andare da lui a casa sua .
Gli ho sorriso, dicendogli che non potevo promettergli nulla ma che &egrave stato bravissimo a pucciare il biscottone… come risposta mi mise una mano sotto la gonna, si accorse che non portavo le mutandine, gli spiegai che mi erano cadute tra le rocce, una risata , un bacio e mi sono allontanata.
Due giorni dopo siamo ripartiti, non l’ho più rivisto, ma l’estate era appena iniziate’..

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