Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti Erotici Etero

Il buco nella capanna

By 28 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

In una bella mattina di luglio mi trovavo disteso sulla sdraio sotto la tettoia della mia capanna a mare, separata dalla cabina adiacente da una parete di legno.
Mentre ero immerso nella lettura del giornale, arriva una ragazza sui venti anni, con un viso angelico ed un corpo meraviglioso.
Indossava soltanto un vestitino molto scollato e cortissimo, che metteva in mostra una abbondante seno e delle meravigliose gambe.
Alla fanciulla cadde la chiave della cabina, per cui si chinò a raccoglierla, mettendo così in bella mostra sotto i miei occhi il suo culetto perfetto privo di mutandine e un fiocco di peluria scura che lasciava anche intravedere le labbra della passerina.
A quella vista il mo cazzo ebbe una erezione immediata, sollevando in modo evidente il leggero costume a pantaloncini che indossavo e fuoriuscendo anche un poco dallo stesso portando allo scoperto la relativa cappella.
La fanciulla voltandosi notò tutto e si lasciò sfuggire un risolino di compiaciuta meraviglia accennando nel contempo a un saluto.
Io invece mortificato chiesi scusa e lei di rimando mi disse sempre sorridendo: sono cose naturali che capitano.
Appena la ragazza entrò in cabina, io, ripresomi, mi precipitai nella mia, desideroso di vedere – tramite un buco a me ben noto esistente ad altezza di gamba nella parete divisoria – quel bel pezzo di bambola che si spogliava.
Non dimenticherò mai quel corpo perfetto, dai seni abbondanti ma eretti, e con un culetto ben tornito che faceva venire la voglia di leccarlo tutto.
Infatti, la ragazza si tolse il vestito e rimase nuda completamente, e come se intuisse che io la spiavo dal buco, invece di indossare il costume si mise subito a massaggiarsi tutto il corpo.
Prima si palpò le coppe, poi si strizzò i capezzoli e poi pian pianino scese verso i fianchi fino ad arrivare ai glutei. A questo punto si giro offrendo alla mia vista un culo stupendo, che Lei stava massaggiando lentamente allargando le chiappe e mettendo in evidenza un roseo buchetto che mi faceva impazzire.
Poi rigirandosi iniziò ad accarezzarsi la fica allargando le labbra e insistendo sul clitoride che si induriva.
Io intanto, quasi automaticamente, mi ritrovai il cazzo in mano immaginando che fossero i seni della fanciulla ad accarezzarlo e che si strofinasse in quei morbidi glutei ben torniti il cui buchetto centrale lo invitava a perforarlo.
Dopo diversi minuti, col suo viso angelico ma eccitato, ella si avvicinò alla parete ed introdusse il dito nel foro della parete muovendolo come se volesse chiamarmi. Io non esitai un attimo : lo presi subito in bocca e lo succhiai avidamente assaporando il sapore degli umori di fica di cui era impregnato.
Dopo qualche minuto lo ritrasse ed io ricambiai introducendo il mio dito medio dopo averlo prima inumidito degli umori che mi scolavano dal cazzo.
Immediatamente Lei me iniziò a succhiarlo; percepivo che ogni tanto lo usciva dalla bocca per strofinarselo sui capezzoli, sulla fica, sul buco del culo, per poi riassaporarlo in bocca.
Quando sentii che smise, visto che la larghezza del foro lo consentiva, io arditamente ritrassi il dito e vi introdussi il cazzo.
Subito percepii che lo prese fra le mani accarezzandolo con delicatezza, e poi, dopo qualche minuto, lo sentii a contatto con la sua lingua che gli girava attorno per poi introdurselo tutto in bocca e inziarlo a succhiare avidamente, uscendolo di tanto intanto per strofinarselo sul seno, sul viso, sulle labbra e poi riprenderlo tutto nella sua boccuccia.
Io, pur non vedendo niente, sentivo un fuoco pervadermi ed una sensazione di grande piacere e godimento.Speravo che Lei non smettesse mai.
E cosi, slinguettandolo e succhiandolo, lo portò al punto del massimo piacere fino a quando il cazzo non esplose riempiendole tutta la bocca., mentre sentivo sempre la sua lingua girargli attorno.
Non so le lo abbia ingoiato. Di certo lo continuò a tenerlo nella boccuccia leccandosi tutta la sborra fino a quando non lo pulì completamente. A quel punto lo lasciò e con le mani lo spinse delicatamente fuori il buco evitando di farlo strofinare nel legno.
Subito dopo siamo usciti, e trovammo il suo ragazzo sotto la tettoia che si lamentava per il lungo tempo che aveva impiegato per mettersi in costume.
Ci guardammo in viso e ci scambiammo un sorriso alle spalle dell’ignaro fanciullo.
Io continuai a guardarla e agognavo di leccare tutto quel bel corpo coperto soltanto da un tanga e di cui avevo goduto senza poterlo guardare e toccare.
Con Lei sempre in testa, il giorno dopo mi recai di buon mattino a mare e con gli arnesi necessari provvidi ad allargare il buco, inchiodandogli poi leggermente per celarlo un pezzettino di compensato e a farne un altro piccolo più in alto in modo da avere la possibilità, qualora se ne fosse ripresentata l’occasione, di visionare dall’alto tutta la cabina.
Quel giorno e per tutta la settimana non venne a mare.
Finalmente un martedì la vidi arrivare. Il cazzo subito si misi in piedi. Ma subito dopo dietro di lei c’era il ragazzo.
Dopo avermi fatto un breve cenno di saluto col capo, entrò nella cabina col suo ganzo.Io però non desistetti e mi precipiti nella mia con la convinzione che questa volta avrei potuto godere solo della visione del suo corpo, e già questo mi aveva fatto andare su di giri.
Spiando dall’alto vidi che si spogliarono e poi iniziarono a pomiciare. Lui le metteva le mani dappertutto e io lo invidiavo. Le tocco il culo, poi si chinò e incominciò a leccaglierla, poi la girò e cominciò a succhiarle il clitoride. Ad un tratto Lei lo fa sedere in una poltroncina, si mise alla pecorina e incominciò a succhiarglielo. Nel contempo indietreggiava sempre più col culo fino a toccare con esso la parete in corrispondenza del buco che il suo ragazzo non poteva in tale posizione vedere. Io capii le sue intenzioni, mi precipitai a stappare il foro e vedi che la sua fica era in precisa corrispondenza col buco della parete. La mia eccitazione fu al massimo. Attraverso il foro le infilai il dito nella fica e notai che era tutta bagnata.Poi iniziai a leccagliela. Infine presi il cazzo e glielo ficcai tutto dentro la fica attraverso il foro da me allargato. Sentii che gemeva ed il ganzo che le diceva : non ti avevo visto mai godere così tanto mentre mi fai il pompino. E Lei di rimando : oggi mi sento particolarmente troia e mi immagino che il tuo cazzetto sia un cazzone che intanto mi stantuffa dentro la mia calda fica. Godi, godi, e non domandare altro.
Ad un certo punto al massimo dell’orgasmo le inondai tutta la fica del mio sperma. Lei allora, gemendo smise di pompare il cazzetto del suo ragazzo, il quale si lamentò di non avere sfogato, e sentito che io avevo ritirato il mio cazzone, si alzò dicendogli : col pompino che ti ho fatto, un altro avrebbe già sborrato cinque volte. Mi sono stancata di succhiartelo, Andiamo a fare un bagno.
Appena fuori mi strizzò l’occhio e corse a tuffarsi in mare.
Stetti a lungo a pensare come quel viso d’angelo sapesse spompinare tanto bene e avesse una fica così calda.
Non la rividi più.
Spesso mi eccito ancora pensando a Lei, al buco del suo culo, alle sue tette ben sode, alla sua bocca pompinara e immagino di fotterla senza la parete di legno assaporando a pieno tutto il suo corpo, tutti i suoi docli umori, e in particolare il culetto roseo, il cui buchetto è stato l’unico foro di quel gran pezzo di fica in cui il mio cazzo non era penetrato.

Leave a Reply