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Questo racconto, è in parte frutto di fantasia, in parte la storia di due amanti che approfittano di rare occasioni per godere tra loro.
Era da un pò che non ti sentivo, mi hai avvisato che saresti sparita e come da promessa ho accettato il tuo allontanamento.
D’altronde abbiamo le nostre vite, siamo entrambi sposati, figli ecc…
Ma decidi di farti risentire, forse hai solo voglia di scrivermi o forse hai voglia di me, di perderti tra le mie braccia, sentire le mie mani sul tuo corpo, le mie labbra che ti sfiorano.
Inizia cosi il solito scambio di messaggi, i soliti convenevoli e poi la proposta, un caffe uno di questi giorni, in un posto tranquillo, lontano da occhi indiscreti, dove scambiare 4 chiacchere e guardarci negli occhi desiderosi uno dell’altra, io penso sempre che potremmo saltare quel caffe e vederci direttamente da un altra parte, ma va bene anche cosi. e qui ci diamo un appuntamento dopodomani alle 10 nel bar X.

Eccoci finalmente, mi stai aspettando dentro, ti raggiungo al tavolino, ci salutiamo con un semplice ciao, indossi una gonna e una camicetta, degli stivali e calze velate capelli lisci freschi di parrucchiera , ti faccio i miei complimenti, ti trovo bene, ma mentre ti faccio la radiografia cerco di immaginare se porti l’intimo, forse no, anche se non è previsto un seguito al caffè ti eccita la cosa e sai che eccita me, io invece jeans e felpa.
Arriva il cameriere ed ordiniamo, nel mentre che aspettiamo che ci servano parliamo un pò, sfioro diverse volte la mano e la coscia, mi rimproveri con lo sguardo e arrossisci leggermente, tu noti un certo rigonfiamento nei pantaloni e sorridi compiaciuta. io avvicino la mano alla tasca, pensi che voglia sistemare il pacco ed invece tiro fuori un sacchetto che ti porgo, mi guardi perplessa e spaventata, lo tieni tra le mani, senti la consistenza, la forma, capisci cosa c’è dentro, diventi rossa e mentre mi guardi mi dai del matto, sorrido e ti chiedo di andare in bagno ad indossarlo, cerchi di dirmi di no ma non mollo e nel mentre arriva l’ordine, stringi il sacchetto tra le mani, appena il cameriere va via fai un respiro profondo e ti alzi, ti fermo e ti dico di levare l’intimo se ci fosse, sorridi, e mi dici che non c’è..
Sono solo al tavolino che ti aspetto, nel sacchetto c’era un plug anale, comprato il giorno che ci siamo accordati, lavato e igienizzato, pronto all’uso.. ed ora son li in attesa di vederti tornare, son che non sarà semplice indossarlo da sola, la prima volta, ma se già senza intimo, bagnata e calda, un pò mi dai dello stronzo e un pò stai godendo, riesci ad infilarlo ti senti piena, ti fermi un attimo per abituarti a quella presenza, poi cammini e torni da me, ti vedo in difficolta nei passi, rossa in viso, stai per dire qualcosa mentre ti siedi, ma lo senti tutto dentro, respiri, e mi dai dello stronzo mentre sorridi.
Sorrido pure io, ti guardo e ti dico che è il più piccolo, se non posso averti fisicamente, almeno fatti possedere cosi, goditelo. e riprendo a parlare delle solite cose, tu cerchi di consumare e io ti sfioro, la mano, la coscia, riesco a far salire la mano sotto la gonna, hai le autoreggenti, mi sorridi e mi dai dello stronzo, poi vedi che sono molto eccitato, e in difficolta cercando di sistemarlo, ora ridi tu, e mi dici che almeno non sei la sola ad avere qualcosa che da fastidio.
Il tempo sta volando, ma voglio andar via da li, so che hai parcheggiato nel parcheggio della stazione a pochi passi da li, io ho parcheggiato vicino alla tua macchina, la giornata era leggermente piovosa quando siamo arrivati, cosi ti dico se ti va di vederci in macchina, giusto per salutarci almeno con un veloce bacio (e magari una toccatina), mi dici che vuoi andare in bagno per levarlo, ma ti dico di no, esci cosi.
Pago, stiamo uscendo ed il cielo si è fatto più scuro, piove leggermente, mettiamo il cappotto e ci avviamo. ti seguo a distanza, sei rossa in viso, sai che nessuno può sapere cosa hai, non sei a tuo agio ma la cosa ti eccita, lo senti dentro ad ogni passo.
Sono dietro di te di qualche passo, ti vedo evitare qualche pozzanghera e so che lo senti, imbarazzo e voglia, apri la macchina, mi vedi arrivare, controlli che non ci sia nessuno, ma piove sempre più forte, tutti corrono e nessuno fa caso a noi.
Salgo nella tua macchina, levi il capotto sistemi la borsetta mi guardi quasi incazzata, mi dai dello stronzo e mi dici che stai godendo, mi baci e iniziamo a toccarci, fuori piove, quindi siamo tranquilli di non essere disturbati, slaccio un solo bottone e posso giocare con un seno, non c’è reggiseno, i capezzoli sono duri, li stringo e li pizzico, tu non smetti di baciarmi mentre le tue mani sono sul mio petto, sotto la maglietta, ci stacchiamo un attimo, mi guardi e mi dici che ti piace il mio regalo, sapevo che ti sarebbe piaciuto e ti dico che sarà ancora più bello quando ci giocherò con le dita e non solo con le dita, quando sarò dentro di te, lo sentirai tutto, come una doppia…
Ora mi dai del porco prima di riprendere a baciarmi, infilo le mani sotto la gonna, accarezzo la gamba nuda sopra la calza, sfioro la tua fica, la sento bollente, apri le gambe, non resisti, vuoi le mie dita, vorresti la mia lingua e il mio cazzo ma per ora ti accontenti, io inizio ad accarezzarti, prima fuori e poi entro dentro, sei completamente bagnata, un lago bollente, il plug anche se piccolo in quella posizione schiaccia le mie dita dentro di te, stai impazzendo, ti stacchi per goderti il momento, io sfilo le dita, e vado ad afferrare la base del plug per muoverlo, ti sto inculando con il plug, ti sento venire, tremi e mi guardi, mi fermo per farti riprendere, fuori piove ancora, adesso riprendo a toccarti, ti avvicini, mi baci, guardi intorno e sicura che non c’è nessuno mi tiri fuori il cazzo, lo seghi lento, e poi scendi a leccarlo, lo succhi, mi fai impazzire, sali a baciarmi e poi mi chiedi di farti sentire come è prenderlo mentre hai il plug, ti metti sopra lo fai entrare dentro, ti muovi piano, mi lecchi il viso e mi baci, la gonna copre tutto, ma se qualcuno si avvicinasse capirebbe subito, per fortuna non smette di piovere, ti stringo le chiappe e le allargo e poi afferro la base del plug e lo muovo mentre tu mi cavalchi, aumenti il ritmo, mi chiedi di venire, veniamo insieme, è bellissimo, ci prendiamo ancora qualche momento, poi ci ricomponiamo, ridiamo..
mi chiedi cosa devi farne del plug, ti dico di tenerlo, ben nascosto. ci potrebbe servire ancora, non so se e quando ti rivedrò, magari la prossima volta sarà la famosa sveltina in un luogo pubblico e quel plug non guasterebbe..
ci salutiamo e scendo dalla macchina, piove ancora e in giro nn c’è nessuno.

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