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Racconti Erotici Etero

Il calore di una sera

By 20 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Il calore di una sera

Sono accaldata dal troppo sole preso in spiaggia oggi pomeriggio.
Trenta tre gradi con la sabbia che bruciava.
Dopo la doccia mi guardo allo specchio,
arrossata, ho tutta la pelle che brucia, le creme non hanno sortito il loro effetto.
Ho voglia di uscire, Marco(mio marito) mi raggiungerà domani e il mio piccolo lo bada il servizio baby sitter dell’albergo.
Sono inquieta, il troppo sole mi ha reso volubile, provo a mettere uno slip, ma la pelle mi prude, decido di restare libera e indosso solo un vestito leggero.
Scendo per la strada, cammino tranquillamente sulla passeggiata di Rimini .
Mi sento osservata.
Mi eccita l’idea che mi guardino.
Ancheggio più del solito, i seni liberi, evidenziano i capezzoli sotto il vestito
Ho sempre amato essere guardata.
Porto i miei trentotto anni con dignità e mi reputo ancora una donna piacente.
Gli sguardi lascivi degli uomini sul mio corpo, confermano che ancora ‘tiro’.
Non ho mai tradito marco nei miei cinque anni di matrimonio, non ne avevo bisogno, mi ha sempre soddisfatto in tutto e a letto, &egrave uno che ci sa fare, ma, Marco in questo momento, &egrave a trecento chilometri da me e io, sono in uno stato di eccitamento avanzato causa troppo sole!
Mi guardo attorno ad un fischio prolungato.
Il solito gallo romagnolo, sfrontato, abbronzato, sorridente, bello!
Penso velocemente che potrebbe essere la ciliegina giusta per una serata frizzante, senza impegni, ne ricordi, una toccata e fuga nel metodo maschile, una trombo vacanza per lenire il caldo opprimente che sta spingendo il mio basso ventre.
Lo guardo e sorrido.
Jeans e camicia bianca.
Sicuro di se e deciso.
Come piacciono a me, senza tanti fronzoli.
Si avvicina;
– Aspettavo la principessa della sera…
Sorrido alla battuta;
– Ma io non sono quella sul pisello!
Sorride di gusto, un lampo gli passa per gli occhi, risponde sfrontato e sicuro;
– Pisellone, prego!.
Simpatico: adoro chi sa scherzare sul sesso.
Istintivamente scendo a guardare il gonfiore sotto i calzoni, effettivamente potrebbe esserci del buono.
Devo solo superare l’ostacolo psicologico del tradimento, Marco non lo merita, ma, la voglia, &egrave tanta.
– Scusa, hai qualcosa sulle labbra, posso pulirle?
Lo scontro di sguardi diventa fuoco, annuisco senza parlare.
Avrà trenta anni, penso, mentre un dito indecentemente accarezza le labbra.
Lo lascio fare.
Segue la circonferenza della bocca, poi, con uno sguardo che &egrave tutto un programma, ferma il dito al centro delle labbra e forza leggermente;
– Devo controllare una cosa…
spinge…
Apro…
Il dito scivola dolcemente in bocca….
Gli occhi infuocati non si sono mai staccati, ci stiamo assaporando nei nostri pensieri.
Sono umida e le gambe mi tremano un poco, era una vita che non provavo un emozione sessuale così dirompente e naturale.
Lo lascio fare.
Il dito entra e esce diverse volte.
Non sorride più, adesso, ha lo sguardo tipico dell’uomo infoiato, sta pregustando il pranzo che potrebbe avere..
mi guarda il seno, vede i capezzoli turgidi, riconosce i segni avanzati dell’eccitamento;
– Ho una collezione di farfalle bellissime , la vuoi vedere?
‘Questa, era un po che non la sentivo.’
Penso a Marco, guardo il bel ragazzo, seguo il mio istinto.
– Dove la tieni?
– Sulla mia barca, proprio a pochi metri da qui, nel porto. Secondo me, merita…
– Beh, se merita…
Sorrido allentando la tensione erotica che si &egrave creata, guardo all’altezza del pacco e noto una forma più consistente di prima, l’effetto dito, ha funzionato.
Mi poggia una mano sul fianco;
– Andiamo?
Una scopata senza ricordi potrebbe fare bene al mio matrimonio, penso vigliaccamente per convincere me stessa,
Sono bagnata e mi mancano le mutandine…
Il ragazzo approfitta del mio stato confusionale per provocarmi ancora di più;
– Ho una farfalla unica, vedrai che la ricorderai per un pezzo…
Ci avviamo con la sua mano sul fianco, più sul culo che sul fianco, forse cerca lo slip…
Vorrei fermarmi per Marco, vorrei correre sulla barca per me!
Cammino normale e mi faccio aiutare a salire sulla barca facendomi posare una mano indecente sul sedere con la scusa che potrei cascare in acqua, potrei anche crederci se non fosse per quel dito impertinente che spinge oltre il dovuto sulla stoffa del vestito proprio in mezzo alle natiche!
Mi fa togliere i tacchi per non rovinare il tek della barca, mi porge la mano e mi fa scendere in coperta.
Mette un sotto fondo musicale, viene verso di me, prende la mia mano destra e la porta sui suoi calzoni all’altezza dell’inguine facendomi sentire e apprezzare la sua virilità;
– Ti avevo promesso una farfalla rara e di qualità…
Allarga le gambe poggiandosi a un tavolo e io scendo a cercare la farfalla, ho sempre amato gli animali in libertà…

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