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Racconti Erotici Etero

Il ciccione e le mutandine di Ciottolina

By 19 Luglio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo D. ho ventisei anni e questa &egrave una storia vera che racconto perché l’idea di far eccitare chi legge eccita anche me.
Per cominciare devo confessarvi una cosa, non sono affatto in forma. A dirla tutta sono un ciccione, sono grasso ben oltre il mio peso forma quasi al limite dell’obesità. Sono alto un metro e ottanta ma peso ben centoventi kg. Di conseguenza ho una grossa pancia, i pettorali cadenti che sembrano quasi delle tette, cosce grosse, braccia flaccide ed anche la pappagorgia, ho persino gli occhiali, il tipo di uomo che nessuna donna considererebbe mai nemmeno per un secondo, l’unica mia nota che potrebbe avere fascino &egrave la barba, una bella barba che mi copre il viso, non troppo lunga ma morbida e curata che le donne adorano accarezzare. Sono riuscito a conquistare la mia attuale fidanzata ventiduenne soltanto per via di un corteggiamento particolarmente serrato e galante, fiori, cioccolatini e tutte quelle smancerie che piacciono tanto alle donne e che a me vengono così bene. La mia fidanza M al contrario mio &egrave sicuramente più in forma, anche lei &egrave leggermente sovrappeso ma soltanto quel tanto che basta a farle dei fianchi morbidi e dei seni grossi. Ho sempre detestato le donne magre, e lei con quel suo bel culo tondo e quella terza abbondante di reggiseno mi ha sempre fatto impazzire. Vivo con lei da due anni oramai, e abbiamo una vita sessuale piuttosto monotona, non che mi lamenti per la frequenza, ma comincia a mancare quell’eccitazione delle prime volte. Un giorno mentre frugavo in una mia vecchia scatola alla ricerca di alcuni appunti universitari per prestarli ad un amico, ho trovato un vecchio ricordo di una mia ex, della mia prima ex a dire il vero. Quando avevo diciotto anni ho perso la mia verginità con una coetanea ad una festa di capodanno, in quell’occasione lei &egrave dovuta tornare a casa senza mutandine visto che le aveva perse, ma in realtà le avevo intascate io come trofeo della mia prima volta.
Queste mutandine verde mimetico erano decisamente da bambina, con tanto di pietre disegnate sopra e Ciottolina, la figlia di Fred Flinstones disegnata proprio sul davanti.
Non appena le ho viste mi &egrave diventato subito duro ripensando a quella mia prima volta. Una pulsione tale che mi sarei voluto fare una sega proprio là in quel momento, ma non potevo, la mia ragazza era sotto la doccia dopo una giornata di mare e mi avrebbe beccato con il cazzo in mano, una scena difficile da spiegare.
Così ho pensato ad una cosa, sostituire le sue mutandine con quelle di Ciottolina, con la motivazione che erano della sorella dato che la sorellina diciottenne si fermava a dormire da noi due volte al mese per via dello sport che praticava.
Quel particolare giorno era estate e faceva molto caldo. Noi non abbiamo in casa dei condizionatori ed abbiamo un unico ventilatore che teniamo puntato sul divano quando stiamo seduti. Faceva così caldo che lei &egrave venuta a sedersi sul divano solo con addosso quelle mutandine e una canottiera di cotone bianco da cui spuntavano i capezzoli turgidi per la doccia fredda. Il divano &egrave un quattro posti, e lei &egrave abbastanza bassa perché si possa sdraiare nonostante io sia seduto sul lato opposto.
Stavo guardando la tv quando lei &egrave venuta e si &egrave distesa sul divano, con i piedi verso di me e la testa dall’altra parte, girata verso la tv. Ero già molto eccitato, ma quando mi sono girato verso di lei ed ho visto la sua fighetta ancora umida che bagnava quelle mutandine che avevano preso la mia verginità, allora il cazzo &egrave diventato così grosso e duro che quasi mi faceva male.
Più la guardavo e più desideravo saltarle addosso, spostare quelle mutandine e prenderla sul divano con le sue gambe attorno alla mia vita e le sue unghie smaltare che mi graffiavano la schiena.
Invece ho proceduto in maniera diversa. Con una mano ho cominciato distrattamente ad accarezzarle prima il piede, e poi sono salito su verso il ginocchio. A quel punto mi sono spostato in modo che le sue gambe si posassero sopra di me, con la sua gamba che toccava il mio pene rigido come il marmo che stava già cominciando a spuntare dai miei boxer e che la mia pancia spingeva in avanti in piena vista. Lei deve essersene accorta perché mentre le accarezzavo le cosce, prima all’esterno e poi all’interno sempre più su verso la sua fighetta, ha cominciato a muovere la gamba in maniera quasi impercettibile, su e giù, stuzzicandomi la punta del cazzo e facendomi diventare la cappella grossa e dura come non mai ed oramai fuori completamente dal boxer dato che il suo movimento mi aveva abbassato la mutanda giù lungo l’asta del cazzo.
Io stavo impazzendo dal desiderio, anche perché la mia mano aveva cominciato a carezzare il tessuto di quella mutandina, proprio sopra il clitoride, esattamente come la prima volta che le avevo toccate alla mia ex. Sotto quel lembo di tessuto verde, e sotto Ciottolina che rideva, ho sentito coi polpastrelli il suo clitoride diventare sempre più duro, ed ho sentito lei cominciare a gemere per il piacere delle mie dita. A quel punto ho fatto la mia mossa. Esattamente come la prima volta che avevo deflorato una fanciulla che indossava quelle mutandine paradisiache sono scivolato verso il basso, posando le mani sull’interno coscia di lei, sulle ginocchia, e spingendo le sue gambe ad aprirsi per accogliere la mia testa che si insinuava su verso il più sacro dei suoi buchi.
Stavolta avevo la barba ovviamente, ma la mia ragazza mi ha sempre detto che la sensazione della mia peluria che gli accarezza l’interno coscia la fa impazzire, ed infatti mentre salivo lentamente, ondeggiavo la testa per stuzzicarla ancora di più mentre le tenevo le gambe saldamente aperte.
Arrivato a distanza di lingua ho cominciato ad assaporare con la punta quelle mutandine umide di doccia fresca e fradice di umori. Leccavo da sopra la mutandina, e sentivo lei gemere e chiedermi di strapparle via, ma non avevo intenzione di strappare quel ricordo così eccitante per me.
Le mie mani hanno lasciato le sue gambe, e mentre la destra circondava la coscia di lei per arrivare alla mutandina da sopra, la mano sinistra si infilava sotto. Le gambe della mia ragazza si sono subito incrociate sopra alla mia schiena, stringendomi ancora più a se e costringendomi con forza a tenere la faccia sulla sua figa umida. E’ a quel punto che ho spostato la mutandina ed ho cominciato a leccare la sua fighetta pelosa. Lei non si depila, non integrale &egrave una cosa che io odio, ma si accorcia quella bella peluria che io ora stavo sondando con la lingua, su, su fino al clitoride che ho iniziato a leccare con movimenti circolari sentendo lei agitarsi. La mano sinistra che si trovava sul basso ha iniziato poi a masturbarla. Prima sono entrato soltanto col medio, accarezzando le pareti della vagina con dolcezza e poi a poco a poco gli ho infilato tre delle mie dita grassottelle aumentando la velocità e la profondità. Questo ha portato lei a stringermi le sue belle cosce contro le orecchie e la faccia sulla sua figa, al punto che per respirare ero costretto ad utilizzare il naso sentendo tutti i suoi umori, una cosa che mi faceva impazzire ovviamente.
A quel punto ho cominciato a succhiare delicatamente quel clitoride mentre continuavo a masturbarla con tre dita, quasi subito le mani di lei si sono portate sopra alla mia testa schiacciandomela contro la figa, un chiaro incitamento a non smettere, non che fossi in grado di farlo ero partito per la tangente anche io. La mano destra si &egrave sollevata fino a toccare il suo seno sinistra stuzzicando i suoi grossi capezzoli e pizzicandoli. Nonostante le cosce mi tappassero le orecchie e la lingua iniziasse a farmi male per i movimenti che stavo facendo sono riuscito a sentirla gemere quando &egrave venuta inondandomi la mano e la barba dei suoi umori. A quel punto ho sentito lei rilassarsi ed aprire le gambe che non mi serravano più la testa, lasciandomi andare.
Ho dovuto poggiare le mani accanto al suo sedere per tirarmi su e guardarla nella sua interezza, i capezzoli turgidi spuntavano da sotto a quella sudata canottiera bianca, la mutandina ancora spostata e la figa esposta che grondava umori sul divano, e la sua espressione che sembrava quella di un gatto che ha appena leccato del latte, un immagine ancora migliore di quella prima volta in cui avevo perso la verginità per colpa di quelle mutandine.
Nonostante lei fosse venuta io avevo ancora il cazzo duro, ed ora che l’eccitazione per quello che le avevo appena fatto era passata sentivo le mie palle piene farmi quasi male dal desiderio di svuotarsi.
Data la mia mole sono goffamente salito su, posando le mie ginocchia contro le sue gambe e costringendola a tenere le gambe aperte sono sceso scivolando verso di lei. Mente mi reggevo con la mano destra accanto al suo fianco, la mano sinistra ha finito di abbassare i miei boxer che oramai non mi contenevano più il cazzo e l’hanno puntato verso la sua figa. Poggiata la cappella ho sollevato la mia pancia enorme e sono scivolato dentro di lei. Ho un cazzo di tutto rispetto, venticinque centimetri, anche se a dirla tutta sembra più piccolo, questo perché &egrave decisamente grosso, non so se sia dovuto al mio peso o a cosa ma non mi sono mai lamentato, e nemmeno le mie partner. A causa delle mie dimensioni ho fatto comunque fatica a far entrare la cappella dentro alla figa della mia ragazza nonostante l’avessi masturbata a lungo.
Una volta dentro non sono andato troppo per il sottile. Ero troppo eccitato per trattenermi, e il ritmo &egrave stato subito alto, con le gambe di lei che si stringevano attorno alla mia vita e le sue mani che mi graffiavano il petto dato che ero puntellato con entrambe le mani accanto alla testa di lei. Mentre la pompavo duramente si poteva sentire l’imbarazzante rumore della mia pancia che sbatteva contro il suo ventre e i miei pettorali flaccidi che si muovevano sotto alle unghie di lei.
A parte la barba ed il peso era tutto esattamente come quella prima volta. A parte una cosa, avevo fatto di più quella prima volta. Ero giovane e subito dopo essere venuto ero ancora duro, ma stavolta ero troppo eccitato e non avrei retto niente dopo avere eiaculato. Per questo ad un certo punto mi sono fermato, sono sceso verso di lei e mentre le mie tette toccavano le sua così sode lei ho dato un bacio appassionato, infradiciandole il viso con i suoi stessi umori di cui la mia barba era zuppa.
A quel punto le ho detto
-Adesso girati-
-No amore vienimi dentro-
-Voglio il tuo culo amore-
Dopo un attimo di esitazione lei si &egrave leccata le labbra ed ha annuito aggiungendo
-Va bene porco, ma vienimi dentro il culo-
Una richiesta che mi ha quasi fatto venire all’istante. A quel punto sono arretrato lentamente. La mia cappella era grossa e pulsante, quasi viola. Spingendomi goffamente indietro e stando sulle ginocchia ho poggiato le mie mani sui suoi fianchi a prendere il lembo di quelle mutandine che le ho sfilato, esattamente come la prima volta che ho fatto sesso, togliendole alla mia partner.
La mia fidanzata a quel punto si &egrave girata, stendendo le gambe sotto le mie, e mentre la prima volta avevo lanciato via quelle mutandine, questa volta non lo feci.
Del resto era merito loro se avevo tutta quell’eccitazione in corpo, invece di gettarle le indossai sopra la testa, come se fossero una maschera di carnevale quasi.
Vedevo la schiena di lei arcuarsi ed il suo sedere muoversi mentre strusciava il suo corpo contro il tessuto del divano che doveva essere zuppo di sudore.
Le afferrari i glutei con entrambe le mani palpandoli per qualche tempo e poi glieli separai, spalancandole il buco del culo che si contraeva nervoso. Portai la mano sinistra, quella che avevo usato per masturbarla alla bocca e mi leccai quelle tre dita. Infilai le prime due dita senza nessun problema, sentendo lei gemere, e poi infilai anche il terzo dito facendole fare un po’ di stretching per prepararla a ricevermi. Dopo qualche secondo che cercavo di aprirla scesi con la testa. Posai la lingua contro le sue fossette di venere e leccai tutta la sua spina dorsale sentendola rabbrividire per il piacere fino a quando non le raggiunsi il collo, poi le sussurrai all’orecchio
-adesso rilassati amore-
Non era la prima volta che le prendevo il culo, ma avevamo sempre problemi di lubrificazione. Ovviamente avevo dell’olio ma non mi sarei mosso per niente al mondo. Partendo dal collo scesi con la lingua a ritroso nuovamente lungo la spina dorsale, e mentre le tenevo le natiche tra le mani bene aperte, la mia lingua si poso sul suo buco già largo. Leccai per bene l’orifizio anale, facendo abbondante uso di saliva, con lei che sussultava ad ogni momento quando la mia lingua lubrifico anche l’interno, la feci impazzire e rilassare al punto da accogliermi, ma non mi fermai, dopo qualche minuto la sentii dire
-Scopami, scopami adesso, mettimelo nel culo stronzo-
Una cosa che non era certo successa la mia prima volta, e che mi eccitò ancora di più se possibile.
Salii per mettermi in posizione e mentre le tenevo le natiche ben aperte le posai la mia grossa cappella sull’ano. Facevo dei lenti movimenti circolari e spingevo, data la circonferenza del mio cazzo di andavamo cauti per paura di lacerazioni, ma quella volta lei era pronta ad accogliermi.
Infilai il cazzo dentro il suo stretto culo e cominciai a pomparla prima lentamente, poi mentre l’ano si allargava il ritmo aumentò, ad ogni spinta mi sembrava sempre si essere sul punto di venire, ma mi trattenevo, la situazione era troppo eccitante. Non sapevo quando sarebbe ricapitato e facevo del mio meglio per prolungarla.
Lascia le sue natiche ed osai molto di più, presi a darle delle sculacciate, ad ogni colpo sentivo il suo culo stringersi sul mio cazzo e farmi impazzire dal piacere.
-Vienimi dentro bastardo, vienimi dentro-
Sentivo la mia fidanzata supplicarmi quasi di riempirla con il mio sperma. Feci del mio meglio per farlo durare più a lungo, ma quando anche lei cominciò a pompare contro di me mettendosi a quattro zampe non riuscii più a trattenermi. Sentivo il mio cazzo entrare completamente dentro il suo culo. Smisi subito si sculacciarla, la presi per i suoi fianchi e cominciai a pompare più forte che mai mentre la sentivo gemere. Oramai l’asta del mio cazzo era completamente lubrificata ed usciva ed entrava con facilità.
Venimmo assieme. Per la precisione ad un certo punto avvertii il culo di lei irrigidirsi e la sentii urlare.
Quando il mio cazzo si spinse completamente dentro di lei e la sentii urlare non riuscii a trattenermi, riversai un fiume di sperma dritto dentro al suo intestino con quegli ultimi spasmi che mi svuotarono le palle fino in fondo. Lei si accasciò quasi subito e io sopra di lei, con il cazzo ancora infilato dentro al suo culo mentre lo sentivo sgonfiarsi e lo sperma uscire ad imbrattare il divano. Peso troppo e l’avrei soffocata, così la costrinsi a sdraiarsi sul fianco tenendola abbracciata da dietro e stando ancora dentro di lei. Lei mugolava di piacere al punto che si portò la mia mano alla bocca e succhio le mie dita come se fossero un lecca lecca per qualche secondo, per poi farsi abbracciare più forte. Data la mia stazza quando abbraccio qualcuno &egrave come una coperta, do una sensazione di sicurezza.
Passammo qualche minuto abbracciati così, con me che mi sfilai dal suo culo per continuare a tenerla abbracciata a farle delle coccole poi lei mi disse
-Credo mi servirà un altra doccia e delle altre mutandine-
Con ancora le mutandine della mia ex sopra alla testa sorrisi tra me, le diedi un bacio sul collo e le mordicchiai un orecchio sussurrandole
-Tranquilla amore, te le cerco io un paio di mutandine-

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