Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Il club delle mamme perdute 1 Gianna

By 18 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ecco quello che non sarebbe mai dovuto succedere.
A pensarci bene, non doveva neanche mai iniziare!.
Ma questa, era la vita.
Quante volte aveva parlato con le amiche di tradimenti, di situazioni
scabrose, di passioni improvvise, di sesso sfrenato.
E giù a ridere, a sparlare o punzecchiare e arrossire o ironizzare a chi la
sparava più grossa.
‘Il club delle pettegole’Così l’avevano soprannominato.
Troppo divertente per non esserci, troppo incredibile per crederci.
‘ L’ora delle mamme perdute’
A lei piaceva di più chiamarlo così.
Nella realtà, era semplicemente l’incontro di quattro madri giovani che
portavano i bambini a scuola e poi si fermavano a prendere insieme una bibita
al bar.
‘Bar del centro’ un nome comunissimo per mamme comunissime!
Tutto regolare, tutto nella norma.
Adesso, sbigottita, teneva la foro nella mano non sapendo che fare, la testa,
era confusa.
Si concentrò sui particolari cercando di capire come era possibile.
La foto non lasciava dubbi.
E lei sapeva esattamente quando e come era successo.
Sette anni di matrimonio, un figlio di cinque anni, un tradimento solo, dieci
minuti di follia!
Tutta colpa di quel cazzo di incontri mattutini.
Ricostruì l’accaduto.
Una settimana prima si era lasciata sconvolgere emotivamente da un racconto
di
una delle altre madri. L’amica, aveva detto di avere fatto sesso con uno
sconosciuto incontrato al mercato del pesce.
Il misterioso personaggio, era riuscito a portarla con le sue proposte in un
bagno pubblico e lei, incredibilmente gli e l’aveva data!
– Stai scherzando?
– Assolutamente no! E ti dico anche che ho goduto come l’ultima delle troie,
il fatto di sapere di non avere legami, ne pregiudizi da mantenere, ne
principi
da seguire, ha scatenato in me la parte nascosta del mio erotismo.
– E poi?
– Poi niente, io per la mia strada, lui per la sua.
Era tornata a casa eccitata, non le era mai capitato, ma, quel racconto
l’aveva veramente sconvolta emotivamente.
Gianna, era sempre stata una brava ragazza, una brava studentessa, una brava
madre.
Il sesso con suo marito una routine tradizionale, ma soddisfacente.
Niente grilli per la testa.
Eppure…
Suo marito, era fuori per lavoro da due giorni e ne sarebbe stato fuori
ancora
tre, era giovedì sera, lei, andò a letto presto e per la prima vota da quando
era sposata, si masturbò pensando al racconto dell’amica.
‘Ok, una distrazione di un momento per placare i pensieri e l’anima’ pensò
addormentandosi.
La mattina del venerdì le venne in mente il racconto dell’amica e decise di
ripercorrere i posti descritti.
All’altezza del luogo notò con stupore un ragazzo sui trenta che la guardava
con cupidigia.
Un brivido intenso percorse il corpo come una scarica di elettricità.
Si sentì improvvisamente eccitata mentalmente e non solo nella testa.
Possibile che fosse il misterioso personaggio incontrato dall’amica?
Fascinoso, lo era di sicuro.
Quando le fece cenno di seguirlo, non ci pensò un attimo, troppo presa
eroticamente dai suoi sogni, dalle sue smanie, dalla curiosità di provare,
magari solo per andare al ‘ Club delle pettegole’ per potere raccontare la
sua.
sta di fatto che lo seguì.
Si aspettava chissà cosa…
I sogni finirono nella sua bocca aperta a soddisfare le voglie dello
sconosciuto.
Niente preliminari, il tempo di varcare un bagno.
Lui che tirava giù la cerniera e prendeva senza fronzoli il sesso in mano
porgendoglielo, lei, che stupefatta lo guardava, due mani sulle spalle, lei
che
scendeva ormai obbligata dalla situazione.
In un minuto tutto era finito.
avanti e indietro su quel sesso sconosciuto seguito dal liquido caldo a
scaldarle la bocca.
Che stupida, chissà cosa si aspettava.
Era rimasta delusa come una bambina che non ottiene un gioco.
Si aspettava del sesso fantastico e invece, lui, non l’aveva quasi toccata,
l’unico movimento a farla scendere in ginocchio per soddisfare il proprio
piacere e lei? Invece di ribellarsi, si era convinta che la cosa migliore da
fare, fosse di chiuderla in fretta.
E adesso, davanti a quel filmato di un paio di minuti accompagnato da scatti
fotografici, era sconvolta.
Un film hard di circa due minuti, non era il primo che vedeva, suo marito
qualche volta li portava a casa e insieme si eccitavano a guardarli, in
realtà,
lei fingeva di eccitarsi oer farlo contento.
Il problema di questo film, era lei!
Lei, era la protagonista!
‘Cazzo, cazzo, cazzo!
Aveva riconosciuto subito il posto.
Era anche difficile sbagliare, unico tradimento. Il famoso attimo fuggente e
adesso un grande casino!
‘Cazzo, cazzo, cazzo!!
Conseguenze immediate? = 1 ) Fine di un matrimonio 2) Perdita del lavoro
nell’ufficio, del marito3) Chiusura di tutte le amicizie create dopo il
matrimonio 4) Sputtanamento generale 5)Fine della brava madre e inizio di
immagine da troia.
Questi, erano i primi pensieri.
Gli altri li avrebbe analizzati con più calma prima di morire per l’infarto
che si sentiva vicino.
Teneva le foto in mano come una ebete, mentre, leggeva le parole scritte su
un
foglietto spesso tipo carta da pacchi.
‘Cazzo, cazzo, cazzo…
Ventinove anni di brava ragazza, due minuti di stupidaggine.
‘Non &egrave giusto…
Lesse sconfortata.
– Domattina, dopo la solita chiacchierata con le amiche, fatti trovare
all’hotel ‘ Tal dei tali’ camera 14. Ps se non vieni, il filmato che hai in
mano finisce su tutti i siti porno che ci sono in rete, magari li frequenta
anche tuo marito, sai che ridere.
Guardò ancora una volta le foto: la bocca che stringeva quel pezzo di carne
eccitata, era la sua, le labbra, le sue, il viso, il suo.
Le mani andarono al viso a cercare di fermare le lacrime.
Mandò indietro il dvd e riguardò il breve filmato.
Il dramma, era che tutto risultava spontaneo, impossibile pensare a forzature
o stupri obbligati, sui volti, vedeva chiaramente la passione del momento e,
sopratutto, il momento in cui il ragazzo la riempiva con il suo piacere.
Tutto spontaneo, tutto maledetto erotico!
‘Strona, sono una stronza.’
Pianse per tutta la notte maledicendosi.
Alla mattina, era patetica, brutta, con le occhiaie.
Fece il meglio per essere decente.
Pensando all’incontro del dopo club, mise un paio di jeans e tutto quello che
era meno attraente, non potette fare a meno di guardarsi allo specchio, tutto
sommato, era sempre una bella ragazza con in più il fascino della donna
sposata.
Le chiacchiere al club furono una sofferenza per l’attesa.
Arrivò all’hotel e subito dopo era davanti alla porta numero 14.
bussò.
Aprì lo stesso ragazzo del pompino, le sorrise e la fece entrare.
Dieci minuti dopo, tutto era chiaro nella sua testa.
La richiesta, era semplice.
Tutto doveva continuare come sempre, bambino a scuola, club delle pettegole
fino alle dieci, variante dalle dieci alle undici e trenta nei giorni
feriali,
PUTTANA, sabato e domenica libera.
Se faceva la brava sarebbe stata anche pagata, poco, ma, sempre meglio di
niente.
Un minuto per decidere.
Il ragazzo si mise davanti al pc con il suo dvd, lo inserì, lo posizionò.
Un minuto per cambiare la vita!
Poggiò il dito su INVIA e attese;
– Rispondi entro dieci secondi.
Non c’era niente da decidere, era cascata in un tranello che portava al buio
più cupo, in qualsiasi caso, le conseguenze sarebbero state drammatiche.
Ma suo figlio non doveva mai sapere…e suo marito…gli amici.
‘Oh Dio…’
La testa fece cenno di si, mentre le lacrime scendevano libere.
Il ragazzo tolse il dito dalla tastiera, lo alzò verso di lei e le fece cenno
di avvicinarsi.
Si fermò a dieci centimetri da lui.
La mano andò verso i calzoni di lei e li slacciò facendoli scendere alle
ginocchia.
In un momento spontaneo di ingenuità, si vergognò del brutto intimo che aveva
indossato.
Il ragazzo le mise una mano decisa sul monte di venere palpò un attimo la
consistenza della pelle.
Era assolutamente asciutta, nessuna secrezione umorale, aveva acceso le sue
fantasie, anzi;
– Proprio asciutta!
Disse.
Spostò lo slip e forzò la vagina con un dito facendola sobbalzare.
– Meglio per te se quando entri in questa stanza, sei eccitata, sarà molto
meglio per tutti.
– Non sono una puttana e non vado a comando in certe cose!
– L’altra mattina lo sembravi e mi &egrave anche piaciuto.
Tolse il dito che strofinando aveva creato un piccolo inizio di miele e le
fecce cenno di scendere in ginocchio;
Sapeva cosa voleva, scese e fece quello che lui si aspettava
Cinque minuti dopo, per la seconda volta, aveva assaporato il suo piacere;
– Dovrai migliorare, non sei male, ma dovrai dare di più.
Lo guardò con odio per quello che aveva detto e con ammirazione per quello
che
stava vedendo.
Era ancora completamente eretto e duro.
Rimase affascinata e incredula per quel fatto, ovviamente, era imbronciata e
incazzata, ma, era la prima volta che le capitava, suo marito dopo un
pompino,
le faceva due carezze e si metteva a dormire.
Preferiva mille volte suo marito, ma, era stupita!
– Levati i calzoni e vieni qui!
Non era una richiesta trattabile.
Si tolse i calzoni rimanendo con lo slip.
– Sali sopra le mie ginocchia!
Lo fece, a malavoglia, ma lo fece,
Non disse altro, una volta sopra le sue gambe, la fece posizionare e pochi
secondi dopo, era dentro di lei completamente.
Lei, si sentì invasa in modo anomalo, si sentiva piena esageratamente, si
trovò a gridare, urlare, gemere.
Nessuna dolcezza.
Fortuna che il suo corpo aveva reagito bagnandosi, permettendo una entrata
meno difficile.
Si sentiva stretta per quel sesso differentemente grande da quello a cui era
abituata.
Il ragazzo la faceva arrivare all’inizio del glande per poi lasciarla libera
di tornare a poggiarsi ai suoi testicoli.
Colpi decisi. Gestiti dalle mani sui fianchi.
Continuò per un periodo che le sembrò eterno, non le disse mai una parola
cattiva, ne fece niente che potesse dare adito a uno stupro o una forzatura.
La sera, quando sfinita per la giornata vissuta, aveva messo a letto suo
figlio, si mise a guardare il secondo video che le era stato recapitato, capì
il per che.
Tutto sembrava coerente, una coppia di giovani amanti che copulavano come
tante altre coppie.
Cadde a peso morto sul divano. Piangendo disperata.
Il giorno dopo, era sabato, poi ci sarebbe stata la domenica.
La paura venne col pensare al lunedì…

Quasi le nove.
Stava arrivando il momento più felice della giornata.
Barbara non vedeva l’ora di incontrare le sue tre amiche post asilo.
Ogni giorno le chiacchiere tra loro diventavano sempre più intriganti, aveva
sentito fatti e racconti, che mai avrebbe pensato possibile conoscendo le
amiche.
D’altronde anche lei aveva i suoi segreti nel cassetto.
Se anche la verità fosse stata il cinquanta per cento di quello che si
raccontavano, ci sarebbe stato di che rabbrividire.
Ricordava bene i racconti più piccanti.
Lei, trentunenne, dirigente di una media azienda del nord, sapeva bene cosa
voleva dire, essere una donna a combattere in mezzo ai maschi per farsi strada,
aveva usato tutte le armi possibili e alla fine tra spinte e apertura di cosce
con le persone giuste, era arrivata all’apice della scala gerarchica.
Nessun rimpianto.
A ventisette anni si era sposata e aveva avuto subito un figlio e con questa
novità, era diventata una brava mamma.
Il suo unico segreto? Matteo, un ragazzino di dieci anni più giovane di lei.
L’aveva conosciuto proprio davanti all’asilo, mentre aspettava l’uscita di suo
figlio di quattro anni.
Quello, era il segreto che ancora non aveva avuto il coraggio di dire al club.
Scanzonato, bello come un dio greco, provocatorio, sfacciato.
Ricordava perfettamente la prima volta, era seduta sulla panchina di fronte
all’asilo con il suo portatile da lavoro;
– Stai guardando se sei la più bella del mondo?
Alzò gli occhi per ribattere, rimase affascinata, era veramente bello quel
ragazzino.
– Come dice?
Lui, la guardò intensamente, la fece sentire nuda mettendola in imbarazzo;
– La prima ragazza in vita mia,che non mi da del tu!
Cercò di ribattere e prendere in mano l’iniziativa;
– Non sono una ragazza, sono una donna che aspetta suo figlio.
Lui fece un sorriso disarmante sciogli cuore;
– Una bellissima madre, sono proprio fortunato a averti incontrato, mi
eccitano le mamme in tailleur!
Sbigottita e senza parole, nessun uomo, era mai stato tanto diretto con lei.
Le venne da ridere per quello strano complimento;
– Non usi mezze parole.
– E per che dovrei, mi piaci, sei molto sexy vestita così, ti sto solo dicendo
che mi piacerebbe portarti a letto per sentirti urlare di piacere.
Sgranò gli occhi a quelle parole;
– Di, ma sei fatto?
– Si, di te…
Quello, era stato l’inizio.
Tre giorni dopo si era fatta scopare dentro una fiat punto in mezzo alla
campagna come una ragazzina.
E stava urlando davvero come le aveva promesso lui.
Poggiata con la pancia sul sedile e lui dietro, presa senza ritegno o
dolcezza, aveva avuto un orgasmo pazzesco.
Matteo, era dotato di un sesso notevole e lei, di sessi ne aveva visti e
provati parecchi prima della castità del matrimonio, lo sapeva usare e sapeva
come fare per portare una donna all’orgasmo e lei, si sentiva rinata.
Un fiore sbocciato di nuovo con la primavera.
Aveva urlato e goduto quella prima volta, poi, era diventata una droga.
Lunghi sms, telefonate corte.
Matteo, era di poche parole e di molti fatti;
– Hai una fica bollente e una bocca fatta apposta per saziare le mie voglie.
Queste le sue parole al secondo incontro, mentre per la prima volta stava
saziando l’appetito del ragazzo.
Le teneva la testa dandole il ritmo e spingendo deciso in lei, si sentiva
soffocare quando arrivava a contenerlo quasi tutto;
– Sei nata per dare piacere e con quelle parole sospirate, lei, aveva
assaporato per la prima volta il nettare bianco del ragazzo
Le mani non avevano mai lasciato la sua nuca, era stata obbligata a deglutire
il seme per non soffocare.
Non era la prima volta e non sarebbe stata l’ultima con un uomo, l’aveva fatto
volentieri quando aveva capito il suo desiderio, quello che l’aveva stupita,
era la rigidità del sesso di Matteo.
Si era aspettata il solito afflosciamento post pompino e invece, lui svettava
e subito la posizionava di schiena in ginocchio, con la pancia sul sedile
della punto, puntando al suo fiore umido e pronto per lui.
– Mi piace scoparle le mie ragazze in questa posizione e si spinse deciso in
lei facendola gemere per l’intrusione;
– Hai una fica stretta, &egrave un piacere starci dentro.
In realtà, lei, aveva una vagina giusta e fertile, era lui che era fuori dal
normale.
La scopò per quindici minuti facendola venire due volte;
– Oh signore… vieni, ti prego.
– Si, tra poco vengo.
Aveva dato per scontato che non ci fossero problemi a irrorare il suo corpo.
– Poggia bene la testa .
Lei passò oltre il sedile e poggiò il collo al lato del poggia testa
stringendo forte con le mani il sedile, sentì le mani afferrarle le spalle e
poi cominciò a gridare ai suoi colpi profondi.
La stava scopando come mai nessuno.
Niente amore, solo sesso!
Si sentì libera, ‘ Quindi, questo, era il sesso animale di cui parlava Chiara,
la sua amica del club delle mogli pettegole’
Venne per la terza volta insieme a lui e si perse nelle sue parole;
– Con te ci sarà proprio da divertirsi!
Uscì da lei dandole uno schiaffo sul sedere facendola sobbalzare per il gesto
inaspettato e poi una carezza languida;
– Sei proprio bella e soda per la tua età, hai mantenuto un gran fisico!
Si senti orgogliosa e fiera.
Era alcuni mesi che la storia andava avanti
Questo, era il segreto che stava vivendo e che non aveva avuto il coraggio di
narrare alle altre mamme.
Probabilmente, per Matteo, era solo una troia da sbattere, ma, per lei, un
amore da coltivare: sapeva di sbagliare, ma, non poteva più fare a meno di
quella linfa vitale, giovane e esplosiva per i suoi sensi di donna.
Matteo, si era accorto dell’infatuazione della donna e stava già pensando a
come trarne profitto, una fica cosi calda, disponibile e portata al sesso non
si trovava tutti i giorni.
Lui, era senza lavoro e non gli interessava cercarlo, pur avendo solo ventun
anni, si faceva mantenere da chi capitava sfruttando ogni possibilità, Barbara,
era il suo tesoro, bella, con unna bella entrata e tanta voglia di dare.
L’avrebbe domata a suo piacere, ne valeva proprio la pena, aveva per lei dei
progetti molto interessanti che gli avrebbero fatto fare un salto di qualità
nel portafogli.
Quel giorno, mentre si faceva fare il suo primo pompino, aveva capito da come
si stava impegnando la ragazza, che aveva trovato la gallina dalle uova d’oro.

Chiara

Le nove.
Il momento più divertente della sua giornata stava per iniziare, tra pochi
secondi avrebbe incontrato le sue tre amiche Barbara, Gianna e Monica.
Lei, era l’ unica divorziata e anche l’unica che aveva due figli.
Al contrario del suo nome, i lati oscuri nella sua vita, erano molti
Trenta tre anni, mora, capelli ricci, fisico ancora piacente, anche se i due
parti avevano lasciato alcuni segni indelebili che lei ben nascondeva.
Mantenuta da un ex marito facoltoso, viveva la sua vita tra internet, amori
veloci e fantasie estremamente erotiche.
Le piaceva fare sesso e non lo nascondeva ne alle amiche, ne a gli uomini che
la seducevano; se trovava quello giusto, si trasformava in una vera tigre da
letto.
Il suo complimento preferito, era quello di sentirsi chiamare ‘ Troia ‘ dai
suoi amanti.
Le piaceva sentirselo dire insieme a tanti altri nomi e parolacce e ci godeva
di brutto.
Amava anche il sesso virtuale. con la mente si perdeva in giochi impossibili
da vivere.
Questo suo carattere, aveva portato al divorzio.
Troppe storie incasinate e un marito troppo geloso e chiuso e, sopratutto
poco
valido a letto.
‘Il sesso matrimoniale, era per chi non amava vivere!’
Questa, era la sua filosofia!
Nelle discussioni tra mamme, lei, era sempre colei che prevaricava il limite
della decenza, i suoi racconti verità, risultavano sempre i più bollenti.
Era bi sex e se ne vantava.
Aveva frequentato i club priv&egrave e non si era negata anche a rapporti a tre,
indifferentemente che fossero due uomini o due donne.
– Dovreste provare ragazze, la prima volta che mi hanno posseduta due uomini
insieme, &egrave stato sconvolgente, mi sentiva talmente piena e soddisfatta che
non
avrei smesso mai e, devo dire, che anche loro davano la stessa sensazione.
Gianna, la più timida del gruppo e sicuramente la più brava ragazza delle
quattro, aveva esclamato nella sua ingenuità;
– Cristo, ma, non ti hanno fatto male?
Lei, aveva riso per trenta secondi con le lacrime agli occhi prima di
riuscire
a rispondere.-
– Male? &egrave un male che vorrei tutti i giorni!
E rise ancora di gusto quando vide che Gianna era arrossita, mentre le altre
due esclamavano in coro;
– La solita troia…
In quel momento stava vivendo un rapporto tutto virtuale con un sedicente
quarantenne del sud.
Lui le chiedeva, lei faceva e pretendeva e insieme venivano ognuno nel
proprio
appartamento..
A supporto delle parole, le web accese.
Si divertiva senza complicazioni.
Fino a qualche giorno prima, quando, lui, le aveva chiesto di incontrarla.
Non aveva esitato, si stava divertendo e non aveva problemi di legami
sentimentali.
– Posso portare anche un amico?
‘Al primo incontro?’ Aveva pensato, poi, ricordando dei loro giochi erotici e
delle fantasie espresse e sopratutto, ricordando il piacere provato nelle
precedenti esperienze;
– Non ci sono problemi;
– Anche due?
– Ehi, portane quanti ne vuoi, ma, poi non lamentarti se ti trascuro.
Il discorso era finito tra risate e approcci erotici per tutta la notte.
Lei, si era completamente dimenticata di questo passaggio della discussione.
Quando bussò alla porta 23 dell’hotel ‘ Tal dei tali’ entrando, ebbe un
attimo
di esitazione.
Lui, era li davanti a lei, sorridente, al suo fianco un uomo sui cinquanta
con
tanto di pancia e sul letto un giovane sui venti, di bell’aspetto, ma, dallo
sguardo sfuggente
– Dai entra che ci divertiamo.
Chiuse la porta dietro di se sperando che il divertimento fosse reciproco.
Si era vestita per lui: mini di jeans, perizoma blu, maglietta traforata
rossa
che lasciava intravvedere la nudità della pelle, i grossi capezzoli del suo
seno leggermente appesantito, la sua quarta, era sempre stata un vanto per
lei.
– Diavolo, ho dimenticato una cosa importante in macchina che serve per i
nostri giochi, torno subito
– Ok, fai presto.
Un minuto dopo sgommava a tutta velocità mettendo più distanza possibile da
quel posto.
Aveva visto il ragazzo sul letto e aveva capito che se non fosse uscita con
una scusa da quella stanza, il suo futuro sarebbe stato su una strada, o al
massimo, se le andava di lusso, in squallide stanze di alberghi.
‘ Sarà meglio che parlo di meno con le mie amiche e cerco un bravo ragazzo’
pensava al sicuro della sua macchina.
La sera in un locale vicino a casa, il’ Byblos’ era già con una birra e un bel
tenebroso a
braccetto, direzione casa di lui.
Dieci minuti e era stesa sul letto con il culo rialzato da un cuscino a
soddisfare i piaceri del ragazzo.
Il suo sedere, era sempre stato un premio ambito dagli uomini e lei, non
disdegnava la pratica.
Quando trovava uno che sapeva come fare, partecipava volentieri: quello che
la
stava sodomizzando, era uno di quelli, la sgrillettava e pompava nello stesso
tempo, dimenticò il pomeriggio e si lasciò trasportare nel vortice dei
desideri.
Il giorno dopo avrebbe raccontato alle amiche del rischio corso ridendo come
una pazza, non si accorse che nel frattempo un altro uomo si era aggiunto al
gioco.
Il piacere che stava provando nella sodomia, era nettamente superiore al
leggero fastidio dell’introduzione, l’uomo, ben odotato non usava violenza,
gestiva con esperienza il suo piacere, il secondo le apparve davanti e le
mise
a cinque centimetri il sesso gonfio e violaceo.
Anche in questo caso, se avesse potuto, avrebbe cambiato scena, ma, stavolta,
con un sesso tra le natiche e in piena eccitazione, tutto, era molto più
complicato.
Si rassegnò alla situazione, aprì la bocca e lo fece entrare a cercare il suo
sfogo.
Quando cominciò a prendere il ritmo, il primo, decise che era ora di
movimentare la situazione, cominciò a dare stoccate violente facendola
mugolare
sul sesso che portava tra le labbra che era ben più dotato di quello che
stava
prendendo dietro.
Per quanto ci mettesse tutta la sua arte, il membro che teneva tra le labbra,
tardava a sfogare il proprio piacere.
L’uomo uscì dalla sua calda bocca e si mise a sedere, fece cenno all’amico,
il
quale, si fermò un attimo, la fece posizionare sopra l’altro e la spinse
deciso
a impalarsi.
Questa volta urlò.
Troppo grosso quello davanti, non c’era spazio per il secondo, almeno lo
credeva.
Cinque minuti dopo vennero tutti e tre insieme.
Stesa sul letto, obbligata dal più grosso a riportare in erezione il sesso
moscio, pensò che il giorno dopo avrebbe avuto molto da raccontare alle
amiche
del club e, come sempre, non le avrebbero creduto.
Il lavoro di labbra ottenne l’effetto desiderato dall’uomo, il quale, la fece
girare come un fuscello rimettendola in posizione iniziale, sedere rialzato,
cuscino sotto.
Le accarezzo la vulva bagnata, accarezzò il sedere in modo ludico,le mise le
mani sui fianchi alzandola ancora di più.
Si rivolse all’amico,
– Passami un altro cuscino, questa troia, ha un bel culo, ma, non riesce a
tenerlo alto e io non voglio stare sempre a tirarlo su.
Il tempo di sistemare il secondo e già lei stava gemendo e sospirando, questa
volta il dolore era pari al piacere, forse anche di più e a questo non gli
fregava niente di lei.
La brutalizzò per diversi minuti aiutandosi anche con le mani sulle spalle
per
farle sentire completamente la penetrazione, sentiva chiaramente lo scroto di
lui sbattere contro la pelle e le urla che sentiva in lontananza, erano le
sue.
Smise di urlare quando il secondo le riempì la bocca con il sesso.
Cercò di muoversi per fare venire prima possibile l’aguzzino che le stava
dietro.
‘ Forse non avrebbe raccontato proprio tutto alle amiche del giorno dopo…’
A Paolo, non sembrava vero.
Aveva trovato una che era già pronta per fare la puttana, doveva solo essere
presa per mano e condotta nei posti giusti.
Non era stretta e pura come quelle che aveva incontrato e trasformato fino a
quel momento,
ma, avrebbe fatto comodo per altri giri.
Chiamò vicino il suo dipendente che se la stava sbattendo insieme a lui e che
l’aveva coinvolta in quel gioco a tre;
– Vai a chiamare Mandingio, forse abbiamo trovato quella che può prenderlo
senza morire sotto di lui…
– Hai capito cosa voglio da te?
Chiara, guardava attonita Paolo.
Le aveva appena chiesto di portare una sua amica del ‘ Club delle mamme
perdute’ presso di lui.
Lei, dopo giorni di scopate si era lasciata andare a raccontare del gruppo di
mamme e lui, aveva ascoltato interessato.
Pensava gli interessasse il lato umorale e simpatico del club, invece, stava
solo valutando i suoi interessi.
– Voglio che mi porti Monica!
– Non puoi chiedermi questo…
– Io ti chiedo quello che voglio! E tu non sei nella condizione di
contrattare.
Chiara, rimase in silenzio per diversi secondi, in quel breve tempo, ripassò
velocemente le ultime settimane.
Tutto, era cambiato dall’incontro con quel bastardo di Paolo.
Tornò col pensiero a quella sera.
Era appena stata posseduta dai due uomini.
L’avevano presa a loro piacere, senza ritegno, ne riguardo.
Era stata trattata come una troia, ma, forse, era quello che lei cercava.
Le situazioni forti la facevano partire di testa, le piaceva il sesso estremo
con le sue logiche conseguenze.
Era scappata dai tre dell’albergo per ritrovarsi con quei due.
Questa volta non era colpa sua, lei pensava di fare sesso solo con uno: Un
poco brilla, un poco provocatrice, si era trovata a fare il sandwich senza che
potesse ribellarsi più di tanto.
Esperienza forte, ma, neanche la prima.
Tutto, era gestibile, fino a quando pensò fosse finita e potesse andare via.
Invece…
Accadde l’imprevisto.
Uno dei due sparì e tornò dopo un ora con un altro, un negro di statura
possente.
Nel frattempo, il ragazzo rimasto, si era presentato come Paolo.
Le aveva spiegato alcune cose del suo locale ‘Byblos’.
Le aveva detto che aveva dei progetti su di lei, che, visto come era
predisposta per il sesso, le avrebbe dato lavoro nel suo locale.
– Ma a me non interessa! Non ho bisogno di soldi.
– Ma hai bisogno di sesso.
-Si, ma, quando ne ho voglia e con chi ne ho voglia.
Lui, la guardò con occhi pieni di cattiveria, le fece paura;
– Da oggi, la tua vita cambia.
Lei, provò a ribellarsi;
– Cambia un cazzo! A me sta bene così!
Fece per alzarsi e vestirsi, era ancora nuda e distesa sui cuscini che erano
serviti a tenerla rialzata per il piacere dei due uomini.
Paolo la prese per i capelli e la tirò verso di se, facendola urlare per il
dolore e la sorpresa dell’atto;
– Tu non hai capito un cazzo!
Si era eccitato, cose sempre, quando usava la violenza su una donna.
La prese e la buttò di nuovo per terra.
– Mettiti di nuovo a carponi!
Lei, adesso, aveva veramente paura.
Eseguì.
Appena posizionata, Paolo, si mise dietro di lei e la penetrò selvaggiamente
nella vagina.
Aveva un sesso notevole, ma, lei, era molto più abituata di quanto lui
pensasse, ne aveva presi parecchi, anche di più grossi di quello.
Lasciò che lui sfogasse la sua rabbia dentro di lei.
Paolo, aveva raggiunto il suo scopo, la donna faceva quello che lui voleva.
Cominciò a fare la doppietta cambiando di continuo pertugio, divertendosi a
schiaffeggiarla sul sedere ogni volta che cambiava canale.
– Muovi il culo, dimostra quanto sei troia!
Chiara, era sopraffatta dal piacere, aveva sempre amato gli uomini duri e
decisi e quello, lo era di sicuro.
Subì piacevolmente quei cambi dimenticandosi delle minacce avute.
Poi, arrivò lui.
Paolo lo presentò come Mandingo.
Un ora dopo aveva capito del per che lo chiamavano così.
Non avrebbe mai creduto in vita sua che avrebbe urlato e chiesto pietà così
tante volte di seguito in un ora.
Quando mandingo si spogliò, lei ebbe veramente paura.
Aveva un sesso abnorme, fuori da ogni grazia .
Lo guardò terrorizzata.
Paolo la stava scopando e lei non riusciva a togliere gli occhi da addosso a
quel mostro che vedeva tra le gambe del nero;
Paolo, le parlò a voce alta mentre si spingeva deciso dentro di lei;
– Per quello che ho intenzione di farti fare nel mio locale, bisogna che ti
abitui a lui.
Chiara, sudava.
Mandingo, si mise a sedere sulla poltrona
Paolo, uscì da lei e la fece alzare.
Lei, provò a dire qualcosa;
– Non Voglio!
Uno schiaffo sul viso, due lacrime e lei era sospesa sopra il sesso bestiale
del negro.
– Abituati a questo.
Paolo non disse altro.
La spinse verso il basso, mentre, Mandingo le teneva le cosce divaricate al
massimo.
Sentì la punta, poi, la circonferenza, poi, il resto.
Urlò disperatamente, mentre, Mandingo lasciava le cosce e l’abbracciava
stringendola a se, spingendola prima giù fino a scontrarsi con il suo inguine e
poi, su a ripartire.
A ogni spinta, un urlo e una dilatazione pazzesca.
Dovettero passare dieci minuti prima che cominciasse ad abituarsi a quelle
entrate.
Paolo, aspettò che lei passasse dalle urla ai gemiti e poi, ai sospiri, quando
vide che riusciva a superare ‘tranquillamente’ Mandingo, si portò dietro di
lei.
Mandingo, sapeva cosa fare, era un pezzo che cercavano una troia che riuscisse
a superare quella prova.
Si sdraiò portando dietro la ragazza e tenendola ben stretta per le braccia.
In quel modo, Chiara, era completamente a disposizione di Paolo.
Chiara, non era stupida, aveva capito subito cosa stava per succedere;
– Noooo, Vi prego, noooo. Così mi uccidete.
– Se neanche una come te riesce a superare questa prova, allora non c’&egrave più
speranza.
Mise le mani sui fianchi di Chiara e spinse delicatamente il sesso oltre lo
stretto orifizio.
Lei, cercò di divincolarsi in tutti i modi.
Supplicò disperatamente che si fermasse, si sentiva lacerare e strappare.
Urlò, pianse, ma, nessuno fermò la lenta avanzata dentro di lei.
– Basta! Fermati! Non ce la faccio…Dio, oh Dio…
Era dura anche per lui, faceva fatica ad avanzare, non c’era spazio e i
muscoli anali stringevano maledettamente.
Paolo, si rivolse al buttafuori
– Prendimi la crema nel cassetto!
Lui la prese e gliela lanciò
Lui, uscì da lei facendola gemere violentemente.
Si cosparse di liquido, e puntò di nuovo il piccolo bocciolo.
– Abituati a soffrire…
Fece cenno al buttafuori;
– Aiutami, tieni larghe le natiche.
Lui eseguì. Paolo, entrò.
Secco, deciso, fino in fondo, scivolando tra le urla di lei.
Era dentro, tutto maledettamente stretto, ma, era dentro, aveva trovato una
che era riuscita a farlo con Mandingo e un altro.
Dopo quel giorno, li aveva subiti ancora diverse volte con il ricatto di un
video che le avevano girato di nascosto.
Adesso, tornando alla richiesta di paolo che le proponeva la libertà in cambio
di Monica, lei, pianse e fece cenno di si con la testa.
Avrebbe portato la sua amica Monica al ‘Byblos’
E che Dio avesse avuto pietà per lei…

Monica

Lei, era la quarta del club.
Niente grilli per la testa fino a qualche settimana prima.
Si divertiva ad ascoltare per poi placare le sue voglie intime con suo marito.
Viveva di sogni erotici repressi.
Dentro di se sentiva la voglia di giocare e provare, ma, un marito molto
chiuso, le bloccava ogni iniziativa.
Aveva ventotto anni, si sentiva una bella ragazza e gli uomini glielo
confermavano di continuo facendole spesso proposte provocanti, che lei
rifiutava sempre decisamente.
Con il club delle mamme perdute si era ritrovata subito, aveva fantasticato e
poi, si era spinta oltre per colpa di Chiara.
Quando Chiara raccontava i suoi incontri amorosi, lei si sentiva una bambina
sperduta, così, due settimane prima, quando l’aveva invitata a andare con lei
in un certo locale ‘ byblos’
aveva deciso di provare a vedere da vicino il suo mondo trasgessivo.
Si sentiva sicura di potere controllare le proprie emozioni.
Quella sera, aveva detto a suo marito che andava a casa delle amiche per
discutere dell’asilo dei bambini, gli disse che avrebbe fatto leggermente
tardi.
Il marito, fu chiamato da Chiara e convinto che tutto era nella regola.
La lasciò andare per la prima volta da sola da quando erano sposati.
Monica, non aveva mai tradito il marito e anche nel fidanzamento, era sempre
stata fedele.
Prima del matrimonio, poco o niente, praticamente, era arrivata vergine a
ventitré anni quando si era sposata.
Quando salì sull’auto di Chiara, si sentiva euforica.
Guardò l’amica;
– Cazzo chiara, sei uno schianto!
Chiara sorrise;
– Se anche tu ti vestissi come me, faresti la stessa figura, ma, capisco che
sarebbe difficile spiegarlo a tuo marito.
Monica arrossì a quel pensiero, scrutò bene la mini della amica e non si
corrucciò di essere con calzoni di jeans e maglietta: doveva andare a vedere
solo un posto promiscuo e farsi una idea del mondo notturno, niente di più.
Arrivarono al locale e furono fatte entrare come due regine, il proprietario
in persona, un certo Paolo, le aveva accompagnate a un tavolo prenotato dentro
a una stanza e le aveva offerto una bottiglia di champagne in onore del loro
primo incontro.
Era rimasta piacevolmente colpita dal ragazzo che dimostrava una trentina
d’anni.
Gli uomini sicuri e decisi, l’avevano sempre affascinata.
Erano le undici, bevvero un primo bicchiere e si misero a chiacchierare tra
loro due.
Chiara, le spiegò che da li a breve, sarebbero iniziati alcuni spettacoli
piccanti, le disse che dalla stanza insonorizzata avrebbero potuto guardare
senza essere viste.
Lo trovò elettrizzante.
Era passata mezzora, stava guardando in silenzio una coppia di ragazze
possedersi a vicenda con dei falli di plastica.
Sentiva un gran caldo e si sentiva stranamente euforica.
Chiara le porse un altro calice e lei lo bevve avidamente.
Paolo, sorrideva perfidamente.
Dopo avere posseduto Chiara nelle settimane precedenti, le aveva chiesto di
portarle qualche sua amica e lei le aveva parlato e poi offerto Monica in
cambio della sua libertà.
La droga disibinitrice che aveva messo nello champagne, avrebbe presto fatto
il suo effetto.
Guardò attentamente Monica, era sudata e gli occhi stavano accendendosi di una
luce che ben conosceva.
Presto si sarebbe divertito con quella ragazza, avrebbe così potuto constatare
se era così per bene come le aveva detto Chiara.
Aspettò ancora dieci minuti, dopo che Monica aveva scolato il terzo bicchiere
di bollicine francesi, accese personalmente il video che riprendeva tutto e si
avviò alla stanza delle due donne.
Monica, stava fissando incredula le due ragazze che si accoppiavano
selvaggiamente, i sospiri e i gemiti l’avevano eccitata oltre ogni logica, si
sentiva completamente fradicia tra le gambe.
Salutò il ritorno di Paolo e si rimise a guardare le scene erotiche.
Paolo, andò alle sue spalle e pose una mano sulla testa accarezzandole i
capelli;
– Le piace?
Non rispose, era imbarazzata a dire le sue emozioni.
Paolo, scese con la mano sul collo e cominciò a accarezzarlo dolcemente.
Lei non reagì, le piaceva quel tocco.
Lui scese all’altezza della maglia e cominciò a giocare con la spallina del
reggiseno.
Lei rimase ferma, anche quando sentì che la mano prendeva la spallina e la
tirava verso l’alto facendo muovere il suo seno.
Era frastornata, ma, incredibilmente eccitata.
Guardava il fallo di plastica entrare deciso tra le gambe delle ragazze al di
la del vetro e non reagì neanche quando una mano scese sotto la maglietta a
cercare il capezzolo.
Paolo, arrivò al capezzolo e lo trovò duro e teso, lo prese delicatamente tra
le mani e ci giocò, Sorrise compiaciuto quando Monica, istintivamente allargò
leggermente le cosce.
Scese con l’altra mano sull’altro seno’ questa droga, &egrave veramente portentosa’
pensò.
Monica respirava a fatica, sentiva le mani giocare con i suoi capezzoli e lo
trovava stupendo.
Paolo, tornò su con la destra, andò a cercare le labbra carnose della donna,
si avvicinò con il dito medio sfiorandole, poggiò la bocca vicino all’orecchio
di Monica;
– Succhialo…
Lei, era come ipnotizzata: a quella richiesta, aprì le labbra e lo fece
entrare e subito, simulò un coito orale.
Lui, tolse anche la sinistra.
Scese con la mano tra le sue cosce.
Spinse sul pube, mentre lei continuava a succhiare il dito, salì alla cerniera
e li slacciò, entrò con il dito sotto e cercò il suo fiore, spostò lo slip
bagnato indecentemente e entrò trovando il fiume.
Monica, allargò le cosce e lo fece passare, era troppo eccitata per fermarlo,
le scoppiava la testa di desiderio.
Lui, tolse il dito dalla bocca, si slacciò i calzoni facendoli cadere insieme
ai boxer e fece girare la poltrona verso di lui.
Monica, si trovò di fronte al sesso maestoso e possente del ragazzo.
Non avrebbe voluto…
Si trovò il sapore dell’uomo oltre le labbra. Cominciò a seguire i suoi ordini
e a dare piacere.
Paolo, fece un cenno a Chiara, la quale, era rimasta in attesa per tutto il
tempo.
Tutto era stato programmato.
Lei, scese tra le gambe dell’uomo e cominciò a leccare le sue parti intime
sfiorando il viso di Manica, prese i calzoni di lei e li abbassò insieme agli
slip facendoli uscire dalla gamba sinistra e mise le sue dita al posto di
quelle di Paolo a tenere alta l’eccitazione nel fiore della stessa.
Quando sentì i gemiti di Monica salire d’intensità, tolse le dita, si staccò
da Paolo e andò a spingere la sua lingua dentro il caldo vulcano di lei.
Monica, al contatto delle labbra di Chiara con il suo fiore, ebbe uno
struggente orgasmo.
Mai nessuno si era avvicinato in quel modo tra le sue gambe, tanto meno una
donna, strinse le cosce nel tentativo di fermare quell’attimo di paradiso, poi
esplose .
Paolo, approfittò mettendole le mani dietro la nuca e cominciò a scoparle la
bocca.
La guardava soddisfatto, pensava al filmino che ne stava uscendo, tutto doveva
sembrare innocentemente voluto da parte di tutti
Smise di spingere dentro di lei, lo tirò fuori restando a mezz’aria con il
sesso;
La guardò con passione;
– Lo vuoi?
Monica, era completamente persa nel suo piacere.
– Lo vuoi?
– Si…
– Lo vuoi come tutte le altre volte?
– Si””
– Dimmelo….
Monica, non capiva cosa chiedesse, ma, in quel momento non le interessava
capire.
– Dammelo, ti prego, dammelo tutto…
Chiara continuava a leccare tutto di lei.
Paolo, si spostò di mezzo metro.
– Vienilo a prendere…
Lei fece per alzarsi.
– Non alzarti, vieni in ginocchio!
Chiara uscì da lei e le fece spazio.
Lei, scese dalla poltrona e si mise in ginocchio cominciando a camminare verso
di lui, i calzoni strisciavano a fianco di lei, si avvicinò, lui si spostò
ancora andando contro il tavolo, allargo indecentemente le gambe e prese il
sesso in mano;
– Vieni piccola…
Lei si avvicinò di nuovo;
– Apri la bocca e tira fuori la lingua.
Lei eseguì.
Lui si appoggiò col cazzo in fiamme alle labbra facendolo sentire;
– Fammi godere nella tua bocca come piace a me.
Lei non capiva quella frase, era la prima volta che lo vedeva e lo sentiva in
bocca, ma, immaginò cosa volesse, sapeva bene che tutti gli uomini amavano
guardare il loro seme sparire per la gola della loro donna.
Lo prese, lo strinse, lo leccò, lo seguì per tutta la sua lunghezza, si fermò,
poi, ripartì e continuò fino a che non senti il liquido caldo irrorarle il
palato.
Fece quello che le chiese, per che in quel momento, era la cosa che desiderava
di più.
Voleva soddisfare quell’uomo e lo fece.
Aspettò che lui smettesse di giocare in lei.
Lo guardò soddisfatta;
– sono stata brava?
– Si piccola, sei stata molto brava, ti meriti un premio…

Gianna, era disperata!
Era Lunedì e stava andando all’hotel scelto dallo sconosciuto dopo avere fatto’
la solita chiacchierata con le amiche del club.
Era frastornata dagli eventi.
Non era possibile quello che le stava accadendo, non poteva pagare uno scotto’
così alto per un momento di leggera follia.
Bussò
Le aprì il solito ragazzo.
Si guardarono, lui scese sul suo corpo con lo sguardo, si sentiva violentata’
mentalmente;
– Come cazzo ti sei vestita?
Lei, ebbe un attimo di esitazione.
Aveva un paio di jeans e una maglietta, niente di speciale, ma, per lei non’
era una giornata speciale.
Si sentì afferrare per i capelli, le faceva male;
– Non ci siamo capiti bellezza! Tu qui, vieni a soddisfare le mie voglie e’
quelle di chi ti presenterò!’
Devi vestirti per eccitare non per fare scappare chi ti vede! Chiaro il’
concetto?
Tirò ancora più forte i capelli strapazzandole la messa in piega,
– Fermati…Mi fai male…
– Hai capito?
– Si, ho capito…Ma non so come fare, mi sono sempre vestita così.
– Problemi tuoi, vorrà dire che con i primi soldi che guadagnerai, ti farai un’
guardaroba e lo terrai qui.
Non osava rispondere, vedeva chiaramente la cattiveria negli occhi del ragazzo’
e lei non era abituata a essere trattata male;
– Va bene…
– E adesso levati quel cazzo di paio di calzoni e anche la maglietta!
Si sentiva morire per la vergogna, mentre lentamente lo faceva.
Rimase in slip e reggiseno.
– Fai un giro su te stessa!
Gianna, aveva messo le mani sullo scippino trasparente, era una brasiliana di’
colore bianco dello stesso colore del reggiseno.
Suo marito, aveva sempre detto che era una mutanda che amava molto.
Il ragazzo le andò vicino, prese lo slip e lo fece diventare un perizoma’
spingendo i lati tra le sue natiche.
– Da domani metti i perizoma, hai un bel culo, &egrave giusto metterlo in risalto.
Lei arrossì violentemente al tocco della pelle e alle parole.
– Tanto per cominciare, mi chiamo Paolo!
Salì con le mani a liberare i seni..
Paolo prese le mammelle in mano e le soppesò;
– Cosa porti una terza?
– Quasi una quarta…
Strinse i capezzoli per farle male.
Lei urlò piano a quella forzatura.
Lui continuò fino a che i capezzoli reagirono indurendosi.
– Hai due bei bottoncini quando sono in tirò.
Finì la frase e scese tra le sue gambe poggiando la mano per tutto il pube,’
questa volta, al contrario della prima volta, la trovò leggermente umida.
– Così va meglio, l’altra volta sembravi una frigida.
Lei si senti quasi offesa per quella frase, se non fosse stato per la’
situazione paradossale, si sarebbe imbronciata.
Continuò ad accarezzarla da sopra lo slip, una macchia evidente si stava’
formando sopra il bianco.
Lui continuò imperterrito;
– Apri di più le gambe!
Lei, cercò di farlo senza perdere l’equilibrio, cominciava a tremare’
involontariamente.
– Bella e frigida?
– Non sono frigida!
Rispose offesa.
– Forse no… sarebbe proprio una bella sfiga trovarne una di questi tempi.
Spostò a lato lo slip e senza tergiversare, spinse il dito medio nel suo fiore.
Un gemito: si dovette appoggiare con le mani a lui per non cadere per terra.
– Si, sei meno asciutta dell’altra volta. Abbiamo qualche speranza!
Continuò a masturbarla in piedi in mezzo alla stanza.
La disperazione aumentò insieme al calore in tutto il corpo, cominciava a’
sentire l’effetto di quel massaggio interno.
Il piacere, anche se lei non voleva, continuava a crescere.
Lu, la guardava intensamente, stava studiando il suo corpo.
Le mise una mano sul sedere e lo spinse verso di se e, nel frattempo, aggiunse’
un secondo dito a profanare le sue intimità.
Lei, si strinse ancora più al corpo di Paolo, sospirava in silenzio, cercava’
di stare ferma per non dargli adito a pensieri strani, quei corpi estranei’
nella sua calda fica, stavano avendo un effetto devastante: erano anni che non’
si masturbava più.
– Tirami giù i calzoni e liberami il cazzo!
Lo fece, mentre il ritmo dentro di lei aumentava.
Scese con lo sguardo a guardare il sesso, lo ricordava bene, era veramente’
possente e in piena erezione.
Lui, unì un terzo dito creando un disegno a cubo e cominciò a spingere più’
deciso facendola gemere;
– Datti da fare!
Gianna, cercò di seguire i colpi che subiva tenendo lo stesso ritmo con il’
sesso di lui, aveva cominciato a muovere la mano per tutta la lunghezza del’
cazzo, ma, i movimenti, erano scomposti e irregolari
– Sei proprio una frana!
Smise di masturbarla, uscì con le dita, mise le mani sulle spalle e spinse a’
farla scendere.
Si trovò in ginocchio con il viso a pochi centimetri dal sesso fremente, vide’
chiaramente il liquido pre seminale fuoriuscire dal piccolo foro sul glande,’
poi, non vide più, senti e provò.
Il coito orale non era mai stato il suo rapporto sessuale preferito, lei, era’
molto tradizionalista, anche nelle posizioni, le poche volte che lo aveva fatto’
per accontentare il marito, era sempre stato a letto.
In quella posizione, si sentiva una troia.
Lui, la trattava come una bambina deficiente.
– Sei sicura di essere sposata? mi sembri alle prime armi, mettici un poco di’
passione!
‘Che stronzo, sono qui inginocchiata con il suo cazzo tra le labbra e si’
lamenta anche’
– Usa quelle cazzo di mani!
Era infuriata.
‘Adesso ti faccio vedere io, bastardo’
Paolo, era soddisfatto, aveva chiaramente sentito il cambio di passo da parte’
della ragazza, sotto la pressione delle parole, lei, aveva reagito. Aveva messo’
una mano sotto lo scroto e lo accarezzava e con l’altra seguiva le labbra che’
andavano avanti e indietro per tutto il sesso
La mano sul cazzo, appena trovava strada libera, stringeva sulle vene e nel’
frattempo, la bocca stringeva al massimo dandogli una stupenda sensazione.
Quando lei arrivava all’inizio del membro,’ succhiava decisa la cappella e con’
la lingua ci girava attorno.
– Ecco, adesso stai facendo un vero pompino, hai smesso di fare la bambina!
Le mise le mani sui capelli, li prese tra le dita e li strinse facendola’
mugolare;
Mosse il bacino dandole spinte vigorose;
– Forza, stringi forte la bocca, ti voglio scopare per bene!
E si lasciò andare,
Venne copiosamente gemendo di piacere, mentre lei faceva il possibile per’
resistere ai suoi assalti.
La tenne ferma nel momento di massimo piacere, poi, riprese a spingere in lei.
Gli sguardi s’incontrarono.’
Lei lo odiava con tutta se stessa, L’aveva obbligata a deglutire il suo sperma’
e lei non amava assolutamente farlo.
Lui, la guardava convinto di avere scelto la donna giusta, se non si fosse’
ribellata troppo in fretta, l’avrebbe fatta diventare una vera professionista’
del pompino, c’era ancora un notevole margine di miglioramento, ma, il pompino’
appena ricevuto, era nettamente migliore del primo.
Nella posizione in cui l’aveva messa, aveva potuto godere della visione del’
suo sedere nudo, chissà se era pratica di quel tipo di sesso, poi, rise con se’
stesso’ Se non lo &egrave, lo diventeà’
La fece alzare, guardò la ragazza pulirsi la bocca con un fazzoletto.
– Adesso vai, sono quasi le undici e trenta: ti aspetto domani.
Barbara”””””””””””””’ Senza limiti

Barbara, era in sala da sola, stava pensando a Matteo, quel ragazzo, era un’
barbaro, ma, quando stava con lui, lei, si trasformava.
Adesso, dopo alcuni mesi, poteva fare un reso conto della sua passione.
Si era completamente trasformata per lui!
Dopo un paio di settimane iniziali di buon sesso sfogato in macchina, era’
cominciata la salita.
Lui, le chiedeva sempre di più.
Ricordava indelebilmente la prima volta che l’aveva sodomizzata.
Sempre nella punto, sempre sul sedile, sempre con la testa poggiata allo’
schienale.
Se l’aspettava, da alcuni giorni.
Frasi passionali sul suo sedere, carezze sempre più lascive, tocchi sempre più’
esigenti.
Sapeva di avere un bel sedere e Matteo non sarebbe stato certo il primo a passare per quel stretto bocciolo.
Così, quando era uscito dalla sua fica calda e si era posizionato sul suo culo’
cominciando a spingere, non si era ribellata: gli aveva solo ricordato che era’
molto dotato;
– Fai piano per favore.
Sapeva che erano parole al vento.
Matteo, usava il suo corpo per prendere piacere e non pensava certo con amore’
a lei.
Lei, era l’oggetto del desiderio, la valvola di sfogo.
Non si sorprese dell’entrata irruenta, ne dei colpi decisi e profondi che’
subito dopo le arrivavano addosso..
Si aggrappò forte al poggia testa e cercò di urlare con voce più bassa’
possibile.
La sodomizzò per un tempo infinito, lei, dopo l’inutile tentativo di calmarlo,’
scese con una mano sulla clitoride e cercò di trovare un poco di piacere.
Ricordava bene quel giorno, era stata l’unica volta che era arrivata in’
ritardo al club delle mamme pettegole.
Aveva sentito dolore per diversi giorni.
Da quel giorno, Matteo, l’aveva preteso come una cosa normale.
Lei, si era abituata in fretta.
Sentì il cellulare squillare;
– Sei sola?
– Si.
– Vengo da te!
– Sei matto?
– Ho voglia di scopare!
– Non posso uscire, ho mio figlio che dorme in camera e non ho nessuno che può’
badarlo.
– Tra dieci minuti arrivo!
– No…
Ma, il cellulare, era già muto.
Dieci minuti dopo suonava alla porta.
Lei, pur non volendo, si era controllata, e aveva messo qualcosa di più sexy.
Quando aprì, si raggelò.
Non era solo, con lui c’era un ragazzino apparentemente sulla ventina d’anni.
Guardò stupita Matteo.
– Gli devo un favore e dei soldi.
Entrò senza aspettare risposta.
Lei, li seguì con lo sguardo;
– Non capisco.
– Dai, Barbara, non fare tante storie, vuole solo guardare.
– Sei pazzo?
Lui le andò vicino e la baciò, le trasmise subito la sua passione, l’accarezzò’
lascivamente nei posti giusti e le fece sentire la sua eccitazione.
Cercò di resistere al calore che saliva, ai brividi crescenti, tentò un ultimo’
cenno di resistenza;
– No Matteo, non voglio che ci siano altri tra noi…
– Dai Barbara, chiudi gli occhi e pensa a me, se lui ti da fastidio, te lo’
farò dimenticare in fretta.
L’aveva spinta al divano e l’aveva messa a sedere, le aveva allargato le cosce’
e stava giocando con la sua fica umida-
– Sei un bastardo, non puoi chiedermi di fare l’amore con te davanti a un’
altro, non l’ho mai fatto e non m’interessa…
lui non rispose, continuò a giocare attorno alla clitoride, quando sentì che’
lei gemeva e aveva chiuso gli occhi, le parlò;
– Sai cosa mi piace all’inizio…
Lei, era sconfitta, la passione aveva superato tutti i tabù, restò con gli’
occhi chiusi, allungò una mano a cercare il sesso di Matteo, lo liberò e lasciò’
che lui si spingesse tra le sue labbra e le scopasse la bocca.
Durò poco, meno del solito, non per che fosse venuto, aveva solo deciso di’
entrare nel suo caldo fiore, le prese le cosce e le portò in alto e iniziò a’
penetrare selvaggiamente facendola gemere di piacere.
Era incredibile, dopo due mesi lo sentiva ancora grosso…
Matteo, guardò l’amico e gli fece un cenno.
Tutto era stato pianificato;
– Quando sarà il momento giusto, ti faccio un segno io.
L’amico si tolse in silenzio i calzoni e lo slip, si avvicino a Barbara, prese’
la mano destra che era sui fianchi di Matteo e la spostò sul suo sesso teso.
Barbara, aprì gli occhi a quel contatto, era prossima a venire, guardò il’
ragazzo con uno sguardo di rimprovero, lui, era fermo e aspettava.
Guardò Matteo,’
Lui ricambiò;
– Fallo per me…
e la mano prese vita.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare.
Al ragazzo non sembrava vero, aveva scommesso con Matteo duecento euro che non’
sarebbe riuscito a farsi fare una sega da quella strafica mente lui la scopava’
e invece…
‘Certo che duecento euro per una sega…’
Si spinse verso di lei levandole la mano.
Lei, aprì ancora gli occhi, stava esplodendo, guardò il sesso contenuto,’
estremamente normale, lasciò che si avvicinasse pericolosamente alla sua bocca,’
ne percepì l’odore, poi, sentì la pressione sulle labbra.
Tutte quelle provocazioni fecero esplodere il suo piacere, aprì le labbra, lo’
fece entrare e urlò il suo godimento su quel sesso nuovo.
Matteo, la scrutava avidamente, era sicuro che l’avrebbe fatto…
Per lui si aprivano nuovi orizzonti per guadagnare lautamente.
Matte, continuò a prendere il suo piacere, aspettò che il suo amico venisse’
nella bocca di barbara, le diede il tempo di finire il suo piacere, infine, si’
lasciò andare e eruttò la sua lava bollente nel cratere ancora incredibilmente’
stretto.
Barbara, era esterrefatta, sentiva il sapore acre del ragazzo tra le sue’
labbra e il piacere tra le cosce, aveva fatto una cosa mai fatta.
Quel ragazzo la stava portando letteralmente alla pazzia.
Non riusciva a fermare i suoi impulsi sessuali e lui ne approfittava senza’
pudore.
Il ragazzo si stava vestendo.
Salutò Matteo senza parlare e uscì di casa.
Restarono soli, lui, era ancora ben piantato dentro lei;
– Non puoi farmi fare queste cose con i tuoi amici, non sono una puttana che’
prendi e getti quando vuoi.
– No, non sei una puttana, ma sei la mia ragazza e io faccio quello che mi’
piace e mi eccita di più.
Se non ti sta bene, basta dirlo e non m i vedi più
‘ La sua ragazza’ Quel pensiero la eccitava un casino.
Si sentiva viva e non voleva perderlo.
Avrebbe cercato di fargli capire quello che era giusto e quello che era’
sbagliato, ma, il problema, era’ ben chiaro’ coincideva con il suo giusto e’
sbagliato?
Strinse languidamente le cosce sul corpo di Matteo e lo lasciò libero di’
continuare a cercare altro piacere.
Ci avrebbe pensato più avanti, adesso voleva vivere il suo momento di’
passione…

Monica stava bruciando dentro le sue intimità, si sentiva scoppiare di voglia.
Si mise una mano sulla fica glabra e si accarezzò.
Paolo, aveva appena goduto nella sua bocca e lei aveva avuto un orgasmo’
dirompente sotto i tocchi di Chiara, eppure, sentiva il fuoco addosso’
indecentemente.
Erano anni che non si masturbava, ma, in quel momento, doveva farlo per lenire’
i suoi pruriti sessuali.
Paolo, fece un altro cenno a Chiara che aveva assistito al godimento del’
ragazzo tra le labbra dell’amica.
Lei, si mosse e si portò davanti a lei, scese, le spostò la mano e si’
introdusse di nuovo a cercare la clitoride e tutto quello che la circondava.
Paolo, dava ordini.
– No, non così…
– Tu Chiara, sdraiati per terra con questo cuscino sotto la testa.
– Tu Monica, mettiti a carponi a quattro mani e sbattigliela in bocca…
Eseguirono.
Aspettò che i ritmi tornassero infuocati.
Quando ritenne fosse giunto il momento giusto, si alzò e si portò di nuovo’
vicino alle labbra di Monica che a occhi chiusi godeva del piacere provato’
dalla lingua di chiara.
– Lo vuoi ancora?
Monica fece cenno di si aprendo gli occhi e guardandolo intensamente;
– Devi sempre chiedermelo;
– Lo voglio ancora…
– Allora aiutami a farlo diventare duro.
Lei, allungò il collo e arrivò alla meta, lo prese e cominciò a prepararlo per’
lei.
In pochi attimi, lui, era pronto.
Uscì da lei e con le dita sfiorò tutto il suo corpo facendole venire la pelle’
d’oca, arrivò alla testa di Chiara e passò a giocare con la sua bocca unita’
alla vulva di Monica, entrò con due dita insieme a lei facendo sobbalzare di’
piacere la ragazza, si portò dietro e guardò ammirato il lavoro che stava’
facendo Chiara.
Monica, non riusciva a stare ferma, tremava tutta sotto l’attacco orale’
dell’amica, poi, venne urlando per la seconda volta.
Chiara, uscì da lei, le tenne forte le cosce che tendevano a cedere sotto’
l’orgasmo devastante che stava vivendo, Paolo, guardò estasiato il fiore’
bagnato e lucido per gli umori colanti;
Mise le mani sui fianchi di Monica e fece sentire il calore della sua erezione’
poggiando il glande sulle grandi labbra dischiuse.
Cominciò a giocare attorno alla pelle dischiusa facendola vibrare;
– Oh dio, oh Dio, che bello….
– Dimmi cosa vuoi adesso?
– Voglio te, ti prego.
– Chiedimelo con più passione…
– Ti prego, lo voglio.
– Cosa vuoi?
Monica, continuava a essere super eccitata, non ne aveva ancora abbastanza,’
aveva veramente bisogno di essere penetrata per lenire il suo desiderio.
La droga continuava a avere un effetto devastante sul suo eros.
– Voglio il tuo cazzo! sbattimelo dentro bastardo!
Paolo sorrise, Chiara vide il movimento e le tenne ferme le cosce. E lui,’
entrò dentro la sua vagina riempendola come mai nessuno.
Urlò per lo stupore.
Urlò per la sorpresa.
Urlò per le dimensioni.
Urlò per la voglia.
Chiara si appoggiò con la lingua leccando il sesso fremente che entrava e’
usciva da Monica.
La droga aveva fatto molto effetto anche su di lei, doveva in qualche modo’
soddisfare il suo corpo, mise una mano tra le cosce e si masturbò ferocemente.
Monica, era a bocca completamente aperta, alla ricerca continua di aria per’
urlare il suo piacere.
Il ragazzo la stava scopando come un animale, lo sentiva aprirsi la strada e’
allargarla oltre l’abitudine.
Le pareti vaginali si stringevano di loro sfregando quel sesso devastante e’
lui la spronava a andare oltre.
– Stringi con i muscoli, fammi sentire la tua voglia!
E lei urlava sotto le spinte decise e poderose di quel pezzo di carne dura.
Chiara, mise un dito tra i due sessi e prese il suo miele, sapeva come doveva’
finire quella serata.
Portò il dito vicino al piccolo bocciolo stretto e lo fece entrare con’
delicatezza.
Monica, a quell’intrusione, contrasse i muscoli anali cercando di bloccare’
l’oggetto estraneo,ma, era completamente bloccata e sconvolta dal susseguirsi’
degli eventi.
Riuscì solo a gemere ancora;
– Dio mio, mi sento morire…
Paolo guardò Chiara, lei, prese le natiche dell’amica e le allargò tenendole’
aperte per la sua introduzione, Paolo uscì dal caldo cratere e posiziono il suo’
sesso sullo stretto passaggio, si appoggiò sulla schiena di Monica, che era’
completamente sudata e andò vicino al suo orecchio;
– Sai piccola, a me alle donne piace prendere l’anima…
Spinse senza dolcezza facendola urlare e questa volta urlava per il dolore.
La fece piangere e pregare di smettere, ma, non ebbe nessuna esitazione,’
continuò imperterrito a prendere quello che voleva.
– Hai un culo molto stretto,
Le disse, mentre continuava’ a singhiozzare forte.
– Bisognerà lavorarci parecchio…
Chiara, si mise d’impegno per lenire il dolore di Monica, prese a usare di’
nuovo la lingua attorno alla clitoride;
– Basta, Ti prego, basta, mi stai ammazzando…
– No piccola, mi sto solo prendendo la tua anima.
Mise le mani sulla spalla e cominciò a dare stoccate micidiali fino allo’
scontro più totale dei sessi.
Lei, oo sentì urlare e poi irrigidirsi improvvisamente in lei.
Per la prima volta in vita sua, Monica aveva fatto venire dentro di lei un’
uomo in quel modo, sentì il caldo nettare scendere per il corpo e colare’
indecentemente sul viso di chiara
Il sesso di Paolo uscì facendo un rumore di tappo stappato, lui, andò per’
l’ultima volta vicino all’orecchio.
– Puoi fare molto di meglio, ma, capisco che la prima volta, &egrave difficile dare’
l’anima.
Prese il sesso arrossato e sporco e andò in bagno, proprio, mentre Chiara’
veniva nel suo orgasmo portando con lei quello di Monica..
Monica, era sdraiata sul tappeto, sentiva male dappertutto.
Il piacere era ancora intenso.
L’effetto della droga stava cominciando a calare.
Era l’una di notte, un orario tardissimo.
Si mise in piedi a fatica.
Aveva fatto e ricevuto oltre ogni logica.
Si sentiva improvvisamente sfinita.
Prese i vestiti e piano si vestì.
Tremava, non riusciva a fermare il tremore.
Non si era neanche pulita, sentiva ancora gli umori del ragazzo nel suo’
stretto pertugio.
Strinse le natiche a cercare di fermare il dolore intenso che provava, ma,’
tutto, era inutile.
Chiara, la prese e le mise un braccio sulle spalle;
– Andiamo a casa, per stanotte credo proprio che basti.
Monica fece per camminare, ma, il dolore tendeva a aumentare, dovette farsi’
sostenere dall’amica ,mentre varcava la porta per uscire.
Vennero fermate dal tirapiedi di lui proprio sulla porta.
Paolo, uscì dal bagno, le vide, le andò vicino e prese Monica per le spalle.
– Mettiti in ginocchio un attimo.
Lo disse deciso e senza possibilità di ribattere.
Lei, era sfinita, non oppose resistenza sotto la spinta delle mani di Paolo si’
piegò;
– No, Non così, devi rimetterti a quattro mani, a carponi
– Ti prego, basta…
Le diede uno schiaffo per rompere gli ultimi dubbi.
Chiara assisteva impaurita, non ebbe il coraggio di muoversi.
Appena a carponi, Paolo fece un cenno al tirapiedi, il quale, andò dietro, le’
tirò giù di nuovo i calzoni e senza pietà la’ fece urlare sodomizzandola a sua’
volta.
Paolo, la teneva ferma, guardava le lacrime scendere copiose, acscoltava i suoi’
lamenti di dolore;
Le andò vicino all’orecchio accarezzandole i capelli;
– Da questo locale si esce solo quando lo dico io, capito?.
Lei lo guardò con lo sguardo pieno di dolore;
– Ti prego fallo smettere, non ce la faccio più…
– Così va meglio. Resisti ancora trenta secondi…
Guardò il suo uomo che aumentava il ritmo e lo vide venire nello stesso posto’
che aveva riempito lui.
Lei piangeva disperata;
– basta, ti prego basta…
– Ok, per oggi basta, la fece rialzare e le diede uno schiaffo violento sul’
sedere;
– Questo, lo devi tenere bello, caldo e pronto ad ogni occasione… Domani, vi’
faccio sapere cosa mi aspetto da voi…
Monica uscì stringendo forte le cosce, si sentiva spaccata in due.
Sperò che tutto tornasse normale la sotto, se no, cosa avrebbe detto al’
marito?…
Gianna, era sempre più disperata, la situazione stava diventando ingestibile.
Lei, era una brava ragazza, non poteva cedere ai ricatti di quel Paolo.
Doveva trovare il modo di uscirne.
Il giorno dopo non andò all’appuntamento.
Ascoltò le solite chiacchiere del club, salutò le amiche e girò senza meta per’
la città.
Tornò a casa verso l’ora di pranzo, non aveva fretta, suo marito, era fuori’
tutto il giorno.
Arrivò un sms .
– Guarda su you porn e cerca sotto ‘puttana italiana’
Si allarmò subito, cominciò a tremare per il nervoso, mentre aspettava il’
collegamento.
Trovò il filmato e cliccò sopra, quello che vide, fu un colpo al cuore e alla’
testa.
Era chiaramente lei che faceva un pompino a un ragazzo.
Guardandolo una decina di volte, si rese conto che era impossibile capire la’
natura forzata dello stesso rapporto, anzi, a occhi profani, lei, sembrava proprio’
mettercela tutta per partecipare: si vedevano le mani giocare col sesso e’
partecipare attivamente e si percepiva la foga consenziente del rapporto.
‘Cazzo’
rispose al sms;
– Non puoi farmi questo, così mi rovini.
Non tardò a arrivare la risposta;
– Allora vieni subito all’hotel! Quando ti vedrò qui, cancellerò il filmato!
Non aveva scelta.
Erano le tredici, il bambino usciva dall’asilo alle quattro.
Si cambiò.
Sapeva cosa avrebbe voluto il ragazzo, quindi, mise qualcosa di comodo e’
pratico.
Una gonna al ginocchio, una camicetta bianca e sotto, un intimo normale,’
‘perizoma non ne aveva!’!
In dieci minuti, era di fronte a lui che la guardava infuriato.
La fece avvicinare e appena a tiro le mollò un ceffone in pieno viso facendola’
barcollare;
– Brutta stronza, tu non hai capito un cazzo! Se ti dico che alla mattina devi’
essere qui alle dieci, Tu devi essere qui! Se ti dico di vestirti da troia, tu’
ti vesti da troia! Capito?
Le diede un altro schiaffone sul viso facendola piangere per il dolore e la’
frustrazione.
Paolo, prese delle foto e glie le gettò addosso;
– Hai un figlio bellissimo…
Lei, guardò le foto, era lei che giocava con suo figlio Marco;
– Se t’azzardi solo ad avvicinarti a lui, ti ammazzo.
– Fare in modo che non gli succeda niente, dipende solo da te!
Gli sguardi’ si scontrarono violentemente, poi, lei cedette piano abbassandolo’
verso il pavimento.
Paolo, capì che si era arresa;
– Vieni qui!
Lei si portò a dieci centimetri, improvvisamente si sentiva svuotata di ogni’
energia.
Lui, le prese la mano e la portò nell’altra stanza.
Al centro,’ sopra un tavolo, c’era solo un computer, il suo filmino in primo’
piano che scorreva implacabile
– Appoggiati con le mani sul tavolo del pc.
Eseguì.
Lui si mise dietro di lei e le tirò su la gonna, i glutei bianchi, erano uno’
spettacolo per la vista: leggermente piegata continuava a guardare il video.
Le’ mani di Paolo andarono ad accarezzare la pelle di lei, notò subito la’
reazione al tatto, le era venuta la pelle d’oca.
– Ascoltami bene, prima vengo, prima cancello il filmato.
Lei ascoltava, era ipnotizzata dal video che continuava a entrargli nel’
cervello e dalle possibili conseguenze che poteva creare se fosse circolato tra’
i suoi conoscenti, per non pensare a quello che sarebbe successo se fosse’
finito nelle mani di suo marito.
Paolo, sapeva che doveva assolutamente approfittare di quel momento, non’
doveva darle il tempo di riflettere.
– Allarga bene le gambe e piegati di più!
Eseguì.
Posizione perfetta per i suoi desideri.
Lei, teneva la testa abbassata tra le braccia, la schiena, era parallela al p.
– Sei troppo alta, poggia le mani sulle gambe del tavolo!
Eseguì.
– Ecco, adesso va bene!
Quello che vedeva, era uno spettacolo: stando così inclinata, il sedere’
svettava in alto, le natiche sotto lo sforzo, si erano leggermente divaricate’
mettendo in mostra tutto di lei.
Paolo appoggiò una mano sul pube scivolando sul perineo, l’accarezzò tra le’
natiche facendole stringere a difesa le gambe, guardò affascinato le’
contrazione delle grandi labbra.
Tornò a toccare la vagina, ‘accarezzò, prima piano, poi, sempre più forte.
Guardò compiaciuto che il corpo di lei stava reagendo.
Una pellicola lucida sulla pelle attorno al pube
Andò all’altezza dei seni, slacciò la camicia e tirò su il reggiseno senza’
slacciarlo, i capezzoli, erano duri e tesi, le tette piene, spingevano verso il’
basso.
Tornò con la mano sul sedere, prese lo slip e lo fece diventare un sottile’
filetto, poi, spingendo deciso, lo tirò verso la schiena, l’effetto immediato’
fu che il filetto si introdusse nella tenera carne tra le grandi labbra’
facendola urlare per la sorpresa e il dolore;
– Ti avevo detto di mettere dei perizoma quando vieni qui!
– Non ne ho!
Cercò di rispondere a modo.
Un violento schiaffo sulla natica destra;
– Comprali!
Scese con la mano a seguire lo slip, arrivò dove era entrato nella carne e lo’
seguì con due dita.
Gianna, a quell’intrusione, sobbalzò gemendo piano.
– No, Non voglio…
– Non hai detto che volevi bloccare il filmato sul sito?
– Si…
– E allora fai quello che ti dico!
Spinse deciso le due dita dentro di lei per farle capire chi comandava.
Cominciò a andare avanti e indietro sempre più veloce.
Con la sinistra slacciò i calzoni e si liberò di tutto.’
Posizionò il sesso verso il fiore umido e togliendo le dita entrò deciso.
Gianna non riuscì a trattenere un gemito e cercò di assimilare quel cazzo’
furente dentro di lei.
Ancora una volta si rese conto di quanto fosse stretta per lui, sentiva’
chiaramente le grandi labbra sotto sforzo per la pressione.
Anche Paolo sentiva il piacere della vagina stretta sul suo sesso;
– Cazzo, hai proprio una bella fica stretta, &egrave una goduria scoparti…
Lei, non rispondeva, era troppo presa dagli assalti che subiva in quella’
posizione scomoda, continuava ad attutire le spinte poderose piegando le’
braccia verso il tavolo, facendo la molla ai colpi di leii.
Lui, non dava segni di cedimento, lei, si sentiva sempre più calda: il suo’
corpo andava contro le sue volontà.
Avrebbe voluto dimostrargli che stava solo usando il suo corpo, invece,….
I primi sintomi di piacere avanzato, erano ormai evidenti, il respiro’
affannoso, i gemiti strozzati, il corpo sudato, i movimenti del corpo a seguire’
il bastardo.
Spinse il bacino a scontrasi con il suo.
La strada, era sempre più facile e sicura.
Poi, l’esplosione dei sensi senza pudore o ritegno.
Urlò il suo piacere poggiando la bocca sul braccio nell’estremo tentativo di’
non dare soddisfazione al ragazzo.
Lui, la guardava soddisfatto, aspettava quel momento.
Per portarla oltre il limite della decenza, lei, doveva sentirsi partecipe,’
non vittima.
Avrebbe voluto uscire da lei e sodomizzarla, aveva un culo che sembrava’
aspettasse solo quello’ Magari, &egrave ancora vergine di dietro’ma, sapeva che il’
momento per quel tipo di gioco, era prematuro, prima doveva abituarla a lui.
La sentiva tremare sotto di lui.
– Brava ragazza, vieni per me…
Lei non avrebbe voluto;
– Oh Dio,,, Mio Dio…
Paolo, prese i fianchi di Gianna e cominciò a farli ballare in modo’
ondulatorio stando ben piantato in lei, facendole godere il momento, toccando’
tutti i punti più erogeni in lei, quando vide che si muoveva da sola, salì con’
le mani ai seni e li strinse poderosamente facendola gemere ulteriormente;
– Hai delle tette perfette per fare una bella spagnola con l’ingoio!
La tirò su, la fece girare e mettere il sedere sul tavolo del computer, mise’
il sesso tra i seni;
– Prendili e stringili, fammi sentire la bocca, mentre cancello il filmato.
Si spinse in avanti per fare l’operazione.
Il sesso scivolò tra le tette piene, lei le stringeva lasciandolo scivolare’
vicino alle labbra, poi, si spingeva ad andargli incontro e con le bocca lo’
attanagliava.
Il gioco continuò diversi minuti.
Un improvvisa pioggia bianca a suggellare il finale di fuochi artificiali.
Zampilli senza orientamento, corpo e viso partecipi.
Paolo, la guardò con occhi pieni di lussuria;
Bel lavoro, proprio un bel lavoro…

Barbara Sempre di più

Matteo finì di prendere il suo piacere, l’amico, era uscito di casa.
Il divano, era bello comodo al contrario della sua macchina, accarezzò
lascivamente Barbara e la fece girare.
Aveva ancora voglia di lei!
La mise con le ginocchia per terra e lo stomaco appoggiato al divano; per la
prima volta poteva fare con calma senza paura di contrattempi.
Barbara, aveva capito subito cosa stava per accaderle, non era difficile
arrivarci, nell’ultimo mese la sodomia, era sempre stata presente con Matteo,
il quale, le aveva sempre detto di amare quel modo di fare sesso.
Lui, la stava ammirando, era proprio ben fatta la mamma, aveva due natiche
sode e a mandolino che lo avrebbero fatto rizzare a un morto.
Prese la mano destra e andò a giocare con la fica di Barbara, scivolò con le
dita a cercare il miele, la masturbò un poco facendola gemere piano, poi, andò
a preparare il suo lato oscuro.
Barbara, era ancora stretta davanti, ma, dietro, era una ventosa esplosiva.
Era incredibile, lui, ne aveva sodomizzate parecchie di ragazze, ma, lei, era
unica: prima gemeva piano, poi, sbuffava come una puledra e poi, iniziava a
muovere le anche seguendo il suo ritmo e lo faceva stringendo l’orifizio
attorno al suo sesso dandogli sensazioni straordinarie.
Per lui, era molto più eccitante sodomizzarla.
Le mise un dito in bocca e aspettò che lei succhiasse mimando un coito orale,
appena sentì che lei stringeva le labbra sul dito succhiando forte, si spinse
deciso in lei facendola gemere e ansimare, amava i suoi sospiri e il suo modo
di farsi sodomizzare.
Si fermò un attimo solo quando lo scroto si adagiò contro il perineo.
Tolse il dito dalla bocca e scese a cercare i seni, li strinse facendola
urlare leggermente, scese ancora a carezzare la pelle sui fianchi, li tenne
stretti e si portò quasi fuori del tutto;
– Fai piano…
Lasciò i fianchi e portò le mani ad accarezzare i glutei;
– Prendi le mani e mettile al mio posto:
Lei cercò di accontentarlo , si portò più avanti con il busto appoggiando i
seni sul divano e la testa all’alzata, portò le mani dietro prendendo le
natiche e cercò di allargarle per lui.
In quella posizione d’equilibrio, tutto sembrava molto più sensuale e
afrodisiaco, Matteo guardava estasiato il perineo di Barbara, ammirava il
piccolo bocciolo arrossato.
Tolse il sesso del tutto guardando famelico la stretta apertura che accennava
a stringersi.
Salì a cercare le spalle di Barbara e le prese prepotentemente, adagiò di
nuovo il glande al tunnel e forzò l’entrata facendola urlare.
Barbara sbandò sotto quell’attacco furioso, solo la faccia contro l’alzata del
divano le permise di attutire quell’entrata violenta
– Non lasciare le natiche!
Cominciò a montarla violentemente incurante dei suoi lamenti.
Per sentirla meglio, appoggiò il suo corpo sulla schiena di lei diventando una
cosa sola.
Le gambe ben piantate per terra a fare leva.
Voleva ancora di più
– Spostati sul bracciolo!
La fece girare senza uscire.
Salì sul divano e la fece adagiare con la testa verso il bracciolo;
– Devi uscire e scendere verso il pavimento.
– Non ce la faccio…
Era ancora con le mani sulle natiche a tenerle aperte come aveva chiesto lui.
– Vai oltre il braciole e poggia le mani per terra…
Lei eseguì ipnotizzata, sentiva un dolore forte nel suo stretto canale, ma,
non voleva contraddire il suo giovane stallone.
Oltrepassò il bracciolo e allungò le braccia a cercare il pavimento, quando
arrivò a toccarlo, si trovò completamente con il culo all’aria.
Era uno spettacolo mozza fiato, completamente a sua disposizione.
Si posizionò per bene, le prese i piedi e li strinse forte tra le mani, puntò
il centro del mondo e entrò nel vulcano.
In quella posizione poteva spingere a suo piacere e lo fece fino a farsi male
con le palle contro il suo inguine.
Barbara, a ogni entrata furiosa del ragazzo, urlava il suo dolore e il suo
stupore.
Si sentiva squassata e posseduta in modo abnorme,
tutto, era estremizzato. Quel ragazzo la stava prendendo come un animale e
lei riusciva solo a sbuffare per le poderose entrate.
Credeva di essersi abituata al suo sesso, invece, in quella posizione, la
stava spaccando in due.
Urlò diverse volte alle sue entrate e uscite.
Lui la incitava a dare di più;
– Stringi i muscoli del culo, dai..
E lei lo fece..
Pianse per lui, chiese pietà per se.
Si sentì morire al suo piacere.
Si vergogno di se stessa quando lo sentì eruttare in lei.
Tremava tutta.
Incredibilmente venne anche lei.
Quando Matteo uscì da lei, si rese conto di non riuscire a muovere il corpo,
dovette aiutarla lui.
Lo guardò andare in bagno.
Provava un dolore notevole e si sentiva ancora dilatata.
Lui tornò sorridente.
Si mise di fronte a lei;
– Hai proprio un culo da sballo, &egrave la parte più bella di te;
Lei lo guardava ascoltando;
– Non &egrave un gran complimento…
– Fidati, &egrave un gran complimento, quando stringi i muscoli sul mio cazzo, sei
sublime.
– Si, ma fa troppo male…
Lui, si avvicinò e le fece una carezza poi, mise una mano sulla nuca e spinse
il cazzo verso le labbra, era incredibilmente ancora eccitato;
– Sei la mia mammina preferita, l’unica che riesce ad eccitarmi così…
Le schiaffeggiò dolcemente il viso con la sua eccitazione, poi, puntò la
bocca;
– Forza mamma, fai felice il tuo bambino…
Lei, lo guardò con odio e amore, aprì le labbra e lo accolse, strinse la bocca
e mosse la lingua.
Sentì gli scatti del cellulare, aprì gli occhi e vide lui che faceva foto sul
suo pompino, cercò di fargli capire che non voleva, ma, tutto fu inutile, smise
solo quando arrivò a scaldare la sua bocca con quello che era rimasto del suo
nettare.
Matteo si distese con le mani sui capelli accarezzandola e coccolandola non
era ancora uscito dalla sua bocca, lo fece solo quando fu sicuro che lei avesse
fatto completamente il suo dovere di brava pompinara;
– Sei formidabile Barbara, &egrave un peccato che tu sia sposata, ogni uomo dovrebbe
conoscerti per capire cosa vuole dire scopare veramente!
Le accarezzò i seni;
– La mia manager troia…
Barbara, non sapeva se piangere per la disperazione e vantarsi per le parole
che sentiva.
Di una cosa, era sicura, non voleva ne poteva perderlo!
In quel momento, lui, era il suo mondo, il suo ragazzino crudele che la faceva
sentire donna come mai nessuno.
Lui continuava ad accarezzarla dappertutto e nel frattempo faceva partire
messaggi con il cellulare.
Fini di messaggiare e lesse le risposte;
– Domani lavori?
Barbara fece cenno di si.
– Ok, vorrò dire che verrò a trovarti per motivi di lavoro in ufficio.
– No, assolutamente no!
– Allora liberati per le undici e fatti trovare a casa!
Non rispose.
Matteo, si alzò e andò in cucina, tornò con una banana matura, la guardò,
scese con lo sguardo sulle sue nudità;
– Masturbati intanto che mi torna la voglia…
Barbara, era ammutolita e stordita dalla richiesta, prese la punta della
banana e la portò al suo fiore, era più che soddisfatta, ma, lui, ne voleva
ancora.
Chiuse gli occhi e vibrò al contatto freddo;
– Falla entrare!
Spinse piano immaginando situazioni erotiche;
– Di più…
Portò le dita all’estremo del frutto e lo lasciò entrare al massimo stringendo
inconsciamente la banana con le cosce.
Matteo la guardava e scattava altre foto;
– Brava mammina, sei proprio portata per le cose dure. Voglio sentirti godere.
Lei si lasciò trasportare dalle sue parole, quando sentì che gli diceva che il
giorno dopo l’avrebbe fatta morire a forza di cazzo, venne copiosamente gemendo
e divincolandosi sulla banana ormai sfatta.
‘Chissà cosa avrebbe preteso da lei il giorno dopo…l Monica Il massaggio

– Dopo la riunione del club, vai al ‘ Centro del sole’ Massaggi per tutte le
età, via Venezia 18.
C’&egrave un posto prenotato per te.
Monica guardava il biglietto afflitta.
Paolo non aveva perso tempo.
Il giorno dopo averla brutalizzata, le aveva fatto pervenire un video con le
sue ‘ prestazioni’
e il giorno dopo ancora, le chiedeva di andare in quel luogo.
Sentiva ancora male dappertutto.
Due notti prima, per calmare suo marito per il ritardo, aveva anche dovuto
accontentarlo sessualmente, fortuna che si era accontentato di un pompino.
Non avrebbe avuto la forza di allargare ancora le gambe per fare entrare
chicchessia.
Prese la crema emolliente e la cosparse attorno al piccolo bocciolo, era
ancora irritato per lo sforzo delle penetrazioni violenta subita due giorni
prima.
Ancora non riusciva a credere a quello che era successo.
Il suo comportamento, era stato inqualificabile e adesso ne avrebbe pagato le
conseguenze.
Quella mattina al club delle mamme perdute, tutte sembravano preoccupate per
qualcosa.
L’atmosfera, era cupa e tesa, i discorsi, furono pochi e raramente scherzosi.
La stessa Chiara, aveva evitato di parlare dei suoi racconti sessuali.
Monica, la guardò sconfortata, per colpa sua, si trovava in quel grosso casino
e non sapeva come uscirne.
Alle dieci le lasciò per andare al centro massaggi.
Si ripromise di parlare con Chiara di quello che era accaduto al Byblos.
Alle dieci e venti, si trovava su un lettino completamente nuda, solo un
asciugamano a nascondere il pube.
Una donna sui quaranta, le stava cominciando un massaggio rilassante.
Teresa, era la massaggiatrice: l’ordine, era stato chiaro, massaggiare la
ragazza che sarebbe venuta da lei e prepararla per bene, portarla all’apice del
piacere.
Monica, guardò la massaggiatrice e ripensò a quello che aveva letto nel suo
messaggio.
– Fai tutto quello che ti viene chiesto!
Si rilassò e aspetto gli eventi.
Teresa. Cominciò a massaggiare ogni parte di quel corpo femminile, cercò di
toccare i punti più normali per arrivare poi con calma a quelli più erotici.
Prese l’olio per la pelle e se ne riempì le mani.
La ragazza sotto di lei, era molto carina.
Arrivò il momento di andare oltre.
Fece scivolare l’asciugamano.
Le mani allargarono le cosce già ben aperte e scesero oltre i muscoli delle
gambe arrivando all’inizio dell’inguine.
Dopo trenta minuti di quel massaggio, Monica, era completamente eccitata,
quando le dita della massaggiatrice arrivarono sulle grandi labbra gonfie e
ormai dischiuse per l’evidente stato di eccitamento avanzato, lei, sospirò
alzando leggermente il sedere in segno di approvazione.
La ragazza teneva gli occhi chiusi, ma, Teresa riconosceva lo stato di
eccitazione.
I capezzoli duri e tesi, le areole allargate, le smorfie del viso, gli umori
tra le cosce…
Poggiò le dita sul pube e fece giri sempre più concentrici, sempre più
piccoli, sempre più intimi.
Quando Monica gemette allargando la bocca in modo osceno, Teresa, entrò con
due dita in lei.
C’era dolcezza e passione in quella penetrazione.
Monica, s’ aprì come un fiore a primavera.
Abbandonò le braccia ai lati del lettino godendosi quel massaggio erotico.
Dopo tante brutture, finalmente qualcosa di dolce.
Era la prima volta che una donna le faceva questo, ma, era contenta di provare
questa esperienza.
Teresa, salì sul lettino, si mise sopra Monica e cominciò a sfregare il pube
contro il suo, mentre, con la bocca si univa a quella di Monica.
Un bacio caldo, sensuale, afrodisiaco.
Continuò a fare quello che doveva, ma, con più passione.
Si girò e andò con la lingua a cercare l fiore di lei, mentre, con il suo pube
si spingeva sul viso di Monica obbligandola a fare altrettanto.
Un silenzio improvviso rotto solo da piccoli sospiri e leggeri gemiti.
Poi, una porta che si apriva e Paolo che entrava.
Monica, aprì gli occhi, lo vide e li richiuse aspettando l’inevitabile.
Teresa, guardò Paolo, si scontrò con il suo sguardo duro, sapeva cosa voleva
Sapeva cosa cercava da una donna, quali erano i suoi gusti: li aveva provati
sulla sua pelle.
Prese le cosce di Monica e le tenne bloccate e oscenamente larghe, mentre, con
la lingua e la bocca succhiava tutto di lei.
Paolo, arrivò al lettino, prese Le gambe di Monica e le portò ai bordi del
lettino, fece cadere i calzoni e i boxer.
Prese i capelli di Teresa e li tirò obbligandola a uscire dal fiore caldo di
Monica;
– Bagnamelo!
Teresa, si spostò in avanti e inghiottì per quanto possibile il sesso di lui,
lo preparò per trenta secondi, poi, Paolo la fermò;
– Torna a fare quello che facevi.
Monica, era in aspettativa, tremava come un gattino bagnato.
Quando sentì di nuovo la lingua cercare dentro di lei, sospirò,
Quando sentì le labbra stringere la clitoride gemette.
Quando sentì Paolo affondare nel suo stretto cunicolo ancora bruciante per le
penetrazioni dei giorni prima, urlò.
‘Un giro di culi così stretti, era un pezzo che non mi capitava’ pensò Paolo,
mentre, ascoltava le urla di dolore di Monica
– Devi imparare a muovere il culo, quando te lo metto dentro.
Monica soffriva vistosamente, quella pratica, era una tortura per lei, ma,
sapeva che doveva cercare di accontentare il bastardo.
Provò a muoversi aiutata da Teresa che le permetteva un certo movimento.
– Mi fa male…
Teresa, a quelle parole, strinse forte sulla clitoride facendola sobbalzare.
Quella, era una dolce tortura che contraccambiava l’altra.
Monica, si sentiva sempre più aperta e sempre più eccitata.
Era vicina a un orgasmo impensato fino a qualche minuto prima.
Il dolore e il piacere si mischiavano.
Sentì che Paolo alzava il ritmo e spingeva sempre più forte.
Anche la massaggiatrice, aveva aumentato il ritmo seguendo quello del ragazzo.
Monica, al contrario di Luisa e Teresa, non aveva un sedere burroso, era più
da manico di scopa, ma, era talmente stretta che compensava quel piccolo
difetto.
Paolo, sentiva il cazzo sforzare sulle pareti e il movimento muscolare che lei
eseguiva appagava l’opera.
La testa di Teresa in mezzo alle gambe della ragazza, era il proseguimento
ideale alla sua eccitazione.
Era vicino.
Prese le gambe di Monica e le portò sopra le proprie spalle.
Teresa, si tolse da sopra Monica e scese lasciando libero Paolo, si mise
dietro di lui e lo accarezzo morbosamente, ormai, era diventata una brava
puttana e lui era il suo padrone.
Paolo decise di cambiare.
Diede ancora un paio di colpi decisi nel retto di Monica facendola gemere,
poi, senza chiedere permessi,m la fece scendere.
Guardò Teresa;
– Sdraiati per terra!
Lei, eseguì subito.
Guardò Monica,
– Mettiti sopra di lei e leccatevela insieme.
Aspettò che le due si prendessero a vicenda e tornassero a alti livelli di
eccitamento, infine, decise che era ora di venire.
Teresa, teneva divaricate le natiche di Monica, sapeva che lui avrebbe finito
in quel modo, come sempre aveva fatto con lei.
Paolo, guardò il piccolo bocciolo arrossato e palpitante.
‘Diavolo, quanto amava il culo delle donne.’
Si appoggiò con il corpo sulla schiena di Monica, arrivò vicino all’orecchio;
– Continuerò a prenderti l’anima fin che non sentirò che sei pronta per
donarti ai miei amici…
Entrò violento e violentemente la fece urlare e continuò godendo delle sue
urla fino a che il suo caldo seme eruttò la lava nello stretto cratere.
Monica, pianse a quella penetrazione cattiva.
Godette alla dolcezza della donna che la stava leccando avidamente.
Teresa, continuò fino a farla tremare e gridare di piacere.
Fece quello che Paolo si aspettava e lo fece ricordando le prime terribili
volte con Paolo, quando l’aveva sodomizzata senza pietà.
L’unico modo per attutire il dolore della ragazza, era quello che stava
facendo e aveva imparato a farlo bene nel locale di paolo.
Il Byblos, era una buona scuola per diventare brave nel sesso e puttane
nell’anima…

Matteo, stava vivendo un momento straordinario.
Soldi e sesso.
Tutto stava girando alla grande.
Andò al Byblos a trovare gli amici.
Stava guardando lo spettacolo di un paio di puttanelle che si facevano a
vicenda, avevano messo dei falli di gomma esagerati tra le cosce e a turno si
prendevano.
Guardarle, era estremamente erotico, ma, farlo dal vero, tutto un altra cosa.
Il pensiero di come aveva preso Barbara al mattino, lo fece subito eccitare,
molto più che le scene che guardava.
Stava mostrando alcune scene del pompino ai suoi amici, uno, aveva già
offerto
trecento euro per farsela.
Paolo, aveva sentito di Matteo che se la faceva con una sposata, era ancora
alla ricerca di altre troie da svezzare, pensò che una disposta a darla a un
ragazzino, doveva avere una mente perversa, gli andò incontro;
– fammi vedere!
Gli strappò il cellulare e guardò Barbara stretta attorno al sesso di Matteo,
osservò lo sguardo e la passione che ci metteva, ne valutò la freschezza e la
bellezza;
– Interessante, riesci a portarmela quì? Mi piacerebbe conoscerla.
Matteo, aveva riconosciuto il proprietario del locale, sapeva dei suoi vizi e
del suo giro;
– No, Non mi interessa.
Paolo, sorrise.
– Ok, fa niente.
Gli ridiede il cellulare e salutò la compagnia.
A fine serata verso le quattro di notte, Matteo lasciò la compagnia.
In quel preciso momento All’interno si esibiva Teresa con Mandingo: era
veramente diventata una fonte di guadagno formidabile, si era adeguata al
nero
e ogni volta, le sue urla facevano impazzire il pubblico pagante
Matteo venne fermato da due brutti ceffi all’uscita che lo riempirono di
schiaffoni.
Si trovò a piangere e implorare di smetterla.
Paolo, lo stava guardando;
– Hai raccontato che la tua sposa &egrave molto brava in tutto e, che con te non si
risparmia.
Un cazzotto nello stomaco lo convinse a rispondere.
– Si, &egrave vero…
Hai qualche filmato di voi due?
– Si…
Matteo allungò il cellulare.
Paolo, lo prese e cercò nei filmati, si fermò a uno intitolato ‘ Inculata a
sangue’
Fece un segno ai due buttafuori.
Fece partire il video.
Era veramente una penetrazione violenta e crudele
La donna soffriva molto e subiva di brutto, ma,resisteva e alla fine si
lasciava domare, era una gran bella donna con un sedere pieno e formato,
sarebbe stato divertente provarne il contenuto.
Alzò gli occhi solo un attimo, quando sentì Matteo urlare e piangere come un
disperato.
Era appena stato sverginato da uno dei due, cercava di scappare, ma, l’unico
effetto che ottenne, fu di prendersi altri schiaffoni.
Cinque minuti dopo, era disposto a fare tutto quello che Paolo chiedeva;
– Entro una settimana devi portala da me!
– Ti prego, basta, farò tutto quello che vuoi.
– Lo so! Di questo sono sicuro!
Fece cenno ai due buttafuori.
Un minuto dopo, mentre andava via, vide il cambio di posizione dei due ceffi
e
sentì le urla straziate di Matteo.
‘ Si, era sicuro che avrebbe fatto tutto quello che gli chiedeva’
Un ora dopo, verso le cinque, Matteo, si trascinava verso la sua punto,
sanguinante e pesto, era stato violentato e minacciato.
La sua spavalderia, l’aveva pagata a caro prezzo.
Adesso, aveva un padrone a cui rendere conto.
Si maledì per la sua stupidaggine e urlò di dolore quando poggiò le natiche
sul sedile.
Non sapeva come uscirne, l’unica, era portare Barbara a Paolo in qualche
modo,
sperando che tutto finisse con quel pagamento.
Il giorno dopo, chiamò Barbara per dirgli che non usciva con lei, non si
sentiva bene;
– Vuoi che venga da te?
No!
Si vergognava di se stesso e non avrebbe saputo spiegare i postumi sul viso e
sul corpo.
– Ti chiamo io appena posso.
Barbara, era preoccupata;
– Mi stai lasciando?
– Se farai quello che ti chiedo, no!
– Ho bisogno di te…
Matteo ne approfittò;
– Io sono uno che vuole molto, oltre ogni limite.
– Lo so, me ne sono accorta…
– Vorrò anche di più, te l’ho già detto.
– Lo so, mi ricordo…
– e ti senti pronta a seguirmi all’inferno?
– Mi fai paura…
– Rispondi!
– Non voglio perderti…
– Rispondi!
– si… Andrò all’inferno per te..
– Bene, ci sentiamo presto.
E chiuse.
Lei, rimase con il cellulare in mano a pensare, guardò suo figlio che giocava
felice per la casa, guardò il divano dove aveva subito la violenza anale,
pensò
a suo marito, ai momenti felici.
‘Era troppo tardi per tornare indietro…’
Tre giorni dopo, alle undici di sera si trovava al Byblos, aveva dovuto
trovare una scusa per uscire e lasciare il marito con il figlio a casa.
Vestita in tailleur blu con una camicetta sotto, era uno schianto.
Le venne ad aprire Paolo.
– Cerco Matteo.
– Si, mi aveva avvisato dell’arrivo di una bellissima signora.
Lei, lo guardò veloce e si fece portare da lui.
Si trovò al centro di un salone strano con illuminazioni particolari.
Al centro un tavolo e a fianco un divano letto.
Era un curioso ambiente, si sentiva molto nervosa, non le piaceva
quell’atmosfera.
Matteo, arrivò un minuto dopo.
Quando lo vide, cominciò tremare tutta, si sentiva una ragazzina deficiente
al
primo innamoramento.
Le gambe facevano cilecca e il cuore ballava una danza ben oltre il normale.
Matteo, non le disse niente, la strinse a se a e la baciò.
In un secondo lei, era pronta per lui.
Si lasciò posizionare sopra il tavolo e lasciò che lui entrasse in lei,
strinse le gambe attorno al suo corpo e lo lasciò fare.
Ben presto cominciò a gemere di pacere alle sue sferzate.
Non voleva altro, non cercava altro, voleva Matteo dentro di se, voleva il
suo
sperma a scaldarle l’utero o l’intestino, non le importava di altro.
Matteo, la scopò selvaggiamente facendola sbattere col sedere contro il duro
legno a ogni sua spinta.
La sentì venire, la sentì gridare il suo nome nel momento massimo del piacere.
Aspettò che lei si calmasse.
– Scendi dal tavolo.
Barbara, Capì che era giunto il suo momento.
Scese, si girò, afferrò il tavolo, lo strinse forte, divaricò le gambe,
abbassò il busto e spinse indietro il sedere.
Lui voleva questo, lei, gli e lo avrebbe dato con tutta se stessa.
Sentì una mano divaricarla e prepararla, poi, una benda scese a coprire gli
occhi.
– Ma….
– Niente ma, mi va così!
– Va bene, non t’arrabbiare…
Era pronta per lui.
Paolo, entrò in quel preciso momento, si posizionò al posto di Matteo e la
penetrò facendola urlare.
Barbara, sentì il sesso che l’apriva ancora di più, urlò, ma, non ebbe il
coraggio di dire niente.
Subì l’affronto di quel cazzo e gemette forte a ogni spinta.
In cuor suo, aveva capito che un altro uomo la stava possedendo, ma, se era
il
prezzo che doveva pagare per stare con Matteo, l’avrebbe pagato.
Matteo, le andò vicino all’orecchio,
– Stringi il culo come fai con me…
Lei cercò di farlo.
Paolo, apprezzò molto quella novità, erano poche quelle che riuscivano a fare
una cosa del genere con il suo cazzo piantato dentro.
Guardò affascinato le natiche stringersi verso il centro.
La lasciò fare per qualche minuto, poi, uscì da lei , le prese la mano e la
portò sul divano letto.
Matteo, la stava aspettando a gambe strette con il sesso eretto e duro.
Paolo, la prese in braccia e la mise in posizione per farla scendere sul
sesso
di Matteo.
Fece cenno al ragazzo che la prese per i fianchi e la spinse giù a impalarsi.
Lei, aveva riconosciuto l’odore e il sesso di Matteo, si lasciò portare
all’oblio;
– Matteo…Matteo…
E mentre finiva la frase, Paolo, la fece piegare e tenere stretta dal suo
ragazzino, guardò il piccolo bocciolo, già tornato stretto, pensò a quanto
avrebbe sofferto di quella nuova esperienza.
Poi, pensò a Patrizia, Luisa, Teresa…
Era solo una nuova vittima da sacrificare all’altare dei soldi.
Le andò vicino all’orecchio;
– E adesso rilassati, sarà parecchio dura per te oggi…
Spinse trovando un tunnel veramente stretto.
Le urla continue di Barbara, finirono solo con il riempimento del suo corpo
di
nettare bianco
Era lacerata nel cuore, nell’anima e nel fisico, ma, ce l’aveva fatta, aveva
superato quella esperienza tremenda.
‘ Forse, lui si sarebbe accontentato…’

Gianna, fece all’amore con suo marito cercando quella dolcezza che le mancava’
nel rapporto con Paolo.
Fece di tutto per fare felice il suo uomo e lo fece anche bene, ma, lei rimase’
senza il suo piacere finale.
Per tutta la notte si sentì in colpa con se stessa.
La mattina presto, prima di portare all’asilo il piccolo Marco, si fermò a un’
negozio di lingerie e comprò due perizomi, si scusò col fatto che doveva.
Al bar del centro, mentre chiacchierava con le amiche, andò in toilette e ne’
mise uno, si guardò velocemente.
‘ In effetti mi fa un bel culo’ sorrise tronfia.
Ascoltò con curiosità il racconto delle amiche, sopratutto quello di Barbara’
che per la prima volta ammetteva di avere un amante di dieci anni più giovane’
di lei, si ripromise di approfondire l’argomento, mentre, si alzava e’
salutava,, erano le dieci.
Un quarto d’ora dopo si trovava nel solito albergo alla solita camera.
Appena entrata, l’aveva trovato nudo su un lettino da dentista che non aveva’
mai notato nella camera.
Era completamente eccitato con il sesso teso.
Non le disse niente, fu lei, ormai conscia del suo ruolo in quella camera, ad’
avvicinarsi e prenderlo subito tra le labbra. lui, la guardò entusiasta;
– Brava piccola…
Le mise una mano sulla nuca a seguire il suo su e giù e sospirò soddisfatto a’
ogni sua succhiata.
Tutto sembrava scontato, come il suo caldo liquido a scaldarle il palato.
Una volta soddisfatto, scese e disse a Gianna di prendere il suo posto.
– Sdraiati a pancia in giù.
Ci pensò un attimo, ma, non si oppose.
Non l’aveva ancora toccata, a parte la nuca.
In quella posizione i seni spingevano contro la stoffa del lettino andando di’
lato.’
Lui passò davanti, le prese le mani, le unì e le bloccò con delle manette;’
– Che fai?
– Tranquilla, &egrave un gioco nuovo.
Non era tranquilla per niente, ma, era curiosa, questo si!
Lui prese le mani bloccate dalle manette e le bloccò al ferro del lettino,’
finita l’operazione si alzò e le diede un bacio struggente, quasi da’
innamorato.
L’accarezzo per tutto il corpo portandosi dietro di lei, giocò con la coscia’
destra, la fece appoggiare di lato e poi la bloccò legandola al bordo, dove’
passava l’acciaio di sostentamento.
Fece la stessa cosa con la sinistra.
– No, fermo! Così sono completamente bloccata.
– Lo so!
Le alzò la gonna e scopri con immenso piacere che aveva messo un perizoma,’
sorrise senza farsi vedere.
Le accarezzò i glutei, erano sodi, desiderabili, decise di farla impazzire con’
la lingua.
Tornò con il pensiero a qualche settimana prima, il clan Branzina, era stato’
chiaro, trovare e istruire donne sane per la strada e per le feste private,’
insomma delle puttane e escort esperte: stava a lui provvedere.
Aveva già avviato un paio di ragzzine sui venti anni di nome Patrizia e Luisa.
Il colpo di classe, era stato coinvolgere anche la madre di Luisa, l’aveva’
fatta diventare una vera troia da letto e gli stava facendo guadagnare una’
fortuna nel suo locale.
Gianna sarebbe diventata la prossima preda sessuale.
Spostò il perizoma e si buttò a cercare le grandi labbra, le trovò umide,’
pronte;
– Sempre meglio…
Toccò i punti giusti tenendo per ultimo la clitoride, quando la senti’
respirare a fatica l’attaccò.
Fu cruento e preciso, la strinse, la morse, la succhiò, le fece di tutto e lei’
urlò impazzita da tanto furore sessuale.
Cominciò a sospirare, poi a gemere, poi a urlare.
Avrebbe voluto scalciare, dimenarsi, riuscì solo a spingere il bacino contro’
quella bocca famelica che la stava portando oltre ogni limite provato.
Lui, non smise
Lei, non resistette.
Urlò al vento il suo piacere per poi mordere il lettino con la bocca all’apice’
del godimento.
Paolo, non smise.
Lei, era tutta un fuoco;
– Basta, fermati, non ne posso più…
Paolo continuò.
Lei, ormai, era al delirio sessuale, la clitoride, era gonfia allo spasimo.
All’improvviso, lui si alzò.
Prese una manopola del lettino e lo fece scendere, lei si trovò con la testa’
in basso e il bacino in alto, da quella posizione, era uno spettacolo indifeso.
Paolo guardava le sue intimità, guardava le grandi labbra pulsare di vita’
propria, larghe disponibili a farsi oltrepassare: guardò lo stretto bocciolo di’
carne, a prima vista, molto stretto.
Poggiò il sesso sulla fica e spinse.
Lei, fece un sospiro di sollievo, aveva bisogno di calmare la sua sete di’
pacere provocata dalla lingua dii Paolo.
La sua vagina rispondeva alla perfezione, cercò di muovere le anche per quanto’
possibile per facilitargli le spinte.
Quando sentì un dito cercare il suo miele tra le gambe, ebbe un sospetto,’
quando lo sentì forzare il suo piccolo tunnel, ebbe una certezza.
– Ahi, che fai?
– Gioco…
Gianna, tornò con il pensiero al passato, solo una volta era stata presa’
dietro e non era stato neanche suo marito: era il tempo della verginità e aveva’
preferito mantenerla, ma, il ragazzo che la frequentava non ne voleva sapere di’
andare via senza avere niente in cambio e lei, a quel tempo, non faceva i’
pompini, così, provò.
Fu un esperienza patetica, solo dolore e basta, giurò che nessuno avrebbe mai’
varcato quella porta.
Un paio di stoccate secche la riportarono alla realtà.-
Il dito’ di Paolo, esplorava e ungeva.
– Toglilo!
Paolo fece finta di non capire e tolse il sesso;
– Non quello.
Tolse anche il dito.
– Lo vuoi?
– si…
Paolo sapeva cosa voleva lei, ma, non era quello che voleva lui, puntò lo’
stretto bocciolo e senza indugi si spinse dentro facendola sobbalzare e urlare.
– No, fermo! Mi fai male, bastardo! Fermati!
Paolo mise le mani sui fianchi, scese sulla schiena con il suo corpo, con la’
bocca arrivò all’orecchio;
– Cerca di rilassarti o ti farò molto male…
E continuò la sua decisa penetrazione.
Lei urlò ancora più forte, pianse, lanciò imprecazioni.
In quella posizione, così bloccata, era uno spettacolo, completamente a sua’
disposizione.
Torno a parlarle alle orecchie;
– Io vado pazzo per il culo delle donne, tu ce l’hai fatto apposta per fare’
godere gli uomini e sopratutto me…
si staccò uscì da lei facendola gemere per il distacco, prese le natiche le’
strinse forte verso l’esterno, guardò ammirato il bocciolo arrossato,’
leggermente più largo, sorrise e si spinse dentro violentemente;
– Bastardo! Sei un bastardo, mi stai spaccando!
Le palle avevano appena sbattuto contro il perineo, lo tirò di nuovo fuori;
– No, così no, ti prego…
lui le andò di nuovo all’orecchio;
– Mi sto prendendo la tua anima, piccola…
– Mi fai male, ti prego;’
– Allora chiedimelo
Lei non capiva;
– Cosa ti devo chiedere.
– Di farti il culo con dolcezza.
– Sei un bastardo depravato.
Lui spinse cattivo a farle male.
Lei urlò e cedette;
– Ti prego Paolo…
– Cosa?
– Fammi il culo, ma, non farmi male.
– Brava piccola, adesso cerca di muovere il bacino verso di me, io starò’
fermo, sarai tu a farti inculare da sola.
– Non riesco a muovermi.
Lui uscì facendole altro male, la slego ai piedi, le portò il sedere in alto,’
si mise poggiato sotto;
– Adesso sei libera, inculati…
Lei scese piano a cercare il sesso, gemette all’entrata, si mosse con calma,’
lo fece entrare tutto e cominciò a dondolare il sedere, lui cercò con una mano’
la clitoride.
Gianna si perse. Sentì la sua voce tremare e inveire, imprecare e urlare e’
poi, incredibilmente,venne. Quando lui la prese per i fianchi e spinse deciso a’
riempirla, ebbe un orgasmo violento, lui la seguì scaldandole l’intestino con’
il suo seme caldo.
Per la prima volta un uomo si era preso tutto di lei e era venuto dove mai’
avrebbe pensato.
Sudata e distrutta per l’abuso provato, cercò di riprendere fiato e forze.
Erano le undici e trenta, per quel giorno, aveva finito di ‘lavorare.’
Paolo le tolse le manette;
– Sei brava piccola, vedrai che ci toglieremo parecchie soddisfazioni noi due.
Ebbe un brivido di paura, mente lo guardava negli occhi, sapeva che le avrebbe’
chiesto sempre di più, si appoggiò con i piedi per terra provando una fitta’
bestiale nel sedere.
– Mi hai fatto’ molto male…Sei stato cattivo…
Lui, le diede una carezza;
– Non ricordare solo il male, ti ho fatto anche del bene…

Tutto andava a meraviglia.
Le donne coinvolte nella politica di espansione sessuale per il nord Italia,
erano superiori alle attese, sembrava che fosse un segno del destino, ognuna di
loro, involontariamente portava qualcun altra al talamo del sesso, o meglio
ancora del suo sesso.
I Branzina, erano entusiasti e lui, avevano saggiato delle ‘puledre’ veramente
sensuali.
Quello che lo aveva eccitato di più, era la scoperta del ‘club delle mamme
perdute’da li aveva attinto e allargato le conoscenze.
Una cosa inaspettata e molto eccitante, era stato scoprire tutte donne molto
ingenue e poco consumate al sesso.
A parte Chiara, tutte si erano dimostrate di ‘primo pelo’.
Monica Gianna e Barbara sembrava impossibile fossero sposate.
Era vero che lui era parecchio dotato, ma, mai avrebbe creduto di trovare
della ‘merce’ così poco ‘avariata’
Si sfregò le mani.
Chiamò Luisa, voleva festeggiare con lei il suo buon umore
————————–
———————————————

Barbara, era una settimana che non sentiva Matteo.
Era molto nervosa e agitata.
Quando venne chiamata da Paolo per fare una prestazione al club nel
pomeriggio, rispose che sarebbe andata solo se c’era Matteo.
Paolo, capì che la situazione sarebbe potuta degenerare;
– Certo, non c’&egrave problema. Vieni alle quattro e lo trovi qui.
– Ok…
Matteo, dopo le botte e gli stupri continui da parte dei luogotenenti di
Paolo, era, disperato.
Aveva accettato di fare tutto quello che gli si chiedeva.
Paolo, l’aveva fatto sodomizzare da tutti nel locale, voleva sottometterlo ai
suoi voleri.
Quando sentiva le sue urla, apriva la porta, andava vicino all’orecchio;
– Allora puttanella, sei pronto per soddisfare le mie richieste?
Matteo, non aveva più lacrime da versare.
Ormai rassegnato a quel genere di soprusi rispose;
– Si…faro tutto quello che vuoi.
Paolo, guardò il sodomizzatore di turno;
– Il ragazzo sembra pronto per il suo lavoro, continuate fino a che non ve lo
dico io!
Fece per uscire, poi, gli venne una voglia improvvisa, tornò indietro, tirò
fuori il cazzo e lo porse davanti alla bocca di Matteo;
– Fammi sentire se sei pronto per davvero!
Matteo, non l’aveva mai fatto, ma, non ebbe dubbi, aprì le labbra e fece
quello che doveva fare.
Cinque minuti dopo, aveva assaggiato lo sperma di un uomo, mentre continuava a
venire brutalizzato.
Paolo venne copiosamente;
– Si, non sei male, ma devi migliorare anche in questo; Da oggi, ogni volta
che lo inculate, voglio che qualcuno gli faccia fare un pompino, quando sentirò
uno di voi che mi dirà che ha goduto con la sua bocca meglio che in quella di
una donna, vorrà dire che &egrave pronto.
Si rivolse ancora al seviziatore;
– Mandingo l’ha già provato’
– No capo.
– Ok, continuate a prepararlo.
———————————————
—————————————-
Era passata una settimana da quel discorso e adesso quella risposta di Barbara
Bisognava sistemare subito la faccenda.
Andò nella stanza dove era rinchiuso Matteo, entrò e lo vide sdraiato sul
letto, sfinito e sporco;, si avvicinò a lui e gli parlò;
– Ciao frocettino, mi hanno detto che sei diventato bravo e non urli più e che
fai degli ottimi pompini.
– Grazie padrone…
– Vedo che hai anche imparato come devi chiamarmi.
– Girati e mettiti in posizione, voglio vedere se sei veramente pronto.
Matteo, si girò, si mise in ginocchio, abbassò la schiena e poggiò il viso al
letto alzando al massimo il sedere.
Paolo, lo guardò attentamente, in quella posizione, con l’oscurità poteva
facilmente essere scambiato per un culo di donna.
Si slacciò i calzoni, puntò il cazzo duro e spinse forte a fare male.
Matteo, morse il cuscino gemendo forte a quell’entrata violenta, credeva di
essersi ormai abituato, ma Paolo, aveva il sesso più grosso che avesse mai
provato.
– Muovi il culo quando ti scopo, frocetto!
Matteo cercò di accontentarlo.
– Bravo ragazzo…
Non disse più una parola, lo scopò fino a quasi venire, si fermò un attimo
prima;
Non mi piace venire con i frocetti, lo tengo per la tua amica Barbara, a
proposito, fatti bello che oggi viene a trovarti.
Uscì.
—————————– ————————————–
——————————
Alle quattro, Barbara, era al Byblos.
Vestita elegante, aveva appena finito una riunione di lavoro.
Venne portata nella sala centrale, la sala ‘mille specchi’
Dentro, c’era Matteo.
Vennero lasciati soli.
Barbara,era preoccupata, il ragazzo, era deperito e aveva le occhiaie sotto
gli occhi.
– Cosa ti hanno fatto quei bastardi?
– Niente.
– Dimmi la verità?
Ovviamente Matteo, era stato istruito dal suo padrone.
– Mi hanno detto che tu sei testarda e ti ribelli e loro la fanno pagare a me
per ogni tua ritrosia.
Barbara, si sentì mancare, non aveva pensato a quella possibilità, pensava di
rischiare di suo…
– Mi dispiace…
Matteo, la prese tra le braccia e la baciò.
Un bacio passionale, intenso, struggente.
Le mani si cercarono e poi cercarono i corpi, in pochi secondi, la passione
esplose.
Lui, la portò sul bordo del tavolo centrale, la fece salire e senza preamboli,
si liberò di tutto e spostandole lo slip impregnato di umori, entrò in lei
facendola sospirare di piacere;
– Oh, si, che voglia che avevo di sentirti dentro…
Paolo, osservava, aspettava il momento propizio.
Matteo, la portò all’apice del piacere, lei, vibrava sotto quel ragazzino.
La porta si aprì e entrarono Paolo e Mandingo.
Paolo, si portò dietro il tavolo e bloccò le mani di Barbara immobilizzandola;
– Pensi davvero che puoi decidere quando venire o quando ribellarti?
Mandingo, si spogliò mettendo in mostra il suo sesso bestiale, quella
situazione l’aveva eccitato oltre misura, era un periodo che riusciva a
scoparsi un sacco di ‘ Puttane bianche’ cosa molto insolita per lui, il capo di
solito non lo permetteva.
Fece spostare Matteo e cominciò a entrare nella fica di Barbara.
La ragazza, era molto bagnata e dilatata per l’eccitazione avanzata, ma,
quando Mandingo cominciò a farsi strada nella sua vagina, urlo come una
verginella.
Era enorme!
Si sentiva lacerare da quell’intrusione bestiale.
Urlò, pianse e urlò ancora.
Matteo le fece una carezza;
– Non possiamo ribellarci ai nostri doveri. Ormai, questa, &egrave la nostra vita…
cercò di asciugare le lacrime copiose sul viso di Barbara.
– Basta, fermalo, ti prego…
– Continua!
– Dio mio, fermalo, fermalo! Non ce la faccio, mi sta rompendo tutta…
– Continua! Matteo, poggiati al tavolo.
Voleva umiliarla, farla sentire una nullità!
Le lasciò le braccia libere, ormai Mandingo, era padrone della situazione e
ben piantato in lei.
Si portò dietro a Matteo, poggiò il glande;
– Cosa vuoi che faccio Matteo’
– Voglio che mi inculi , padrone.
E Paolo si spinse a fondo facendolo gemere in modo innaturale.
Matteo prese la mano di Barbara e la strinse forte, mentre veniva
brutalizzato.
I gemiti si mischiarono.
Barbara, aveva smesso di piangere, guardava impotente quello che il suo amore
stava subendo; Paolo, parlò ancora;
– Adesso vediamo se la signora ti ama davvero! Mandingo, esci e prendi il mio
posto, vediamo quanto si può allargare questo ragazzino!
Matteo, sbiancò;
– No padrone, la prego, non mi faccia questo;
Paolo ascoltò i lamenti di Matteo, guardò barbara,;
– Dipende dalla tua bella, se mi convince che per amore tuo, vuole essere
inculata da me al tuo posto, potrei ripensarci.
Matteo, guardò disperato Barbara.
Lei, stava subendo una violenza brutale e soffriva molto;
– Va bene…
– Va bene cosa?
– Fallo…
– Dillo bene e con convinzione.
– Voglio essere inculata da te…
Mettici più passione e ricordati chi sono io in questo locale!
Dio, quanto odiava quel bastardo,;
– Ti prego padrone, inculami…
Paolo, fece un cenno a Mandingo, lui, uscì da lei, la fece scendere e mettere
di fianco a Matteo, nella stessa posizione, uscì da lui e si spostò dietro a
lei e con cattiveria, la sodomizzò facendola urlare.
Dopo diversi minuti, quando sentì che la ragazza non reagiva più, fece un
cenno a Mandingo.
Mandingo sapeva cosa fare, si portò dietro al ragazzo e cominciò la sua
avanzata facendolo urlare in modo bestiale.
Barbara, si risvegliò dal suo coma mentale, vide quello che succedeva, cercò
di dire qualcosa, ma, Paolo le mise una mano in bocca e spinse con cattiveria
al massimo della penetrazione cominciando a scaldarla con i suoi fiotti di
desiderio;
– Pensavi davvero di venire qui a dirmi cosa fare?
– Tutto quello che sta succedendo a Matteo, &egrave colpa tua, sappi, che ogni volta
che proverai a fare qualcosa non autorizzata, per lui ci sarà una conseguenza
terribile!
Barbara , ascoltò piangendo tra il suo dolore e il dolore per il suo giovane
AMORE
Lui, volle infierire fino in fondo
– E adesso ringraziami, così Mandingo te lo risparmia un poco!
Lei, cercò le parole, prese fiato e disse quello che non avrebbe mai pensato
di dire venendo al Byblos;
Grazie padrone per avermi inculata……

Paolo, aveva fatto un ottimo lavoro,’
La rete di nuove prostitute, era stata creata.
Ne aveva rimediato per ogni gusto, da quella dal viso angelico a quella da’
ragazzina a quella da troia.
La loro preparazione sessuale continuava con risultati veramente’
impressionanti.
I fratelli Branzina sarebbero rimasti soddisfatti.
Sarebbero venuti il giorno dopo a vedere e probabilmente a provare la ”
merce’.
Da quella visita dipendeva la sua carriera.
Di sua iniziativa, aveva aggiunto al gruppo di sette donne anche il ragazzino’
Matteo, c’era sempre qualcuno che chiedeva qualcosa di diverso.
In poche settimane, Matteo, era diventato un ragazzo sevizievole: dopo i primi’
giorni di botte continue e stupri selvaggi, era capitolato.
Anche Matteo, ogni giorno doveva passare al Byblos a prendere la sua razione’
quotidiana di sesso nel culo.
Aveva smesso di urlare.
Arrivava, si spogliava, si posizionava, subiva, e andava via.
Stessa cosa per Barbara.
Non si incontravano mai, ognuna di esse, aveva uno spazio e dei preparatori’
giornalieri.
Ognuna, veniva specializzata in quello che secondo Paolo, era più portata.
Teresa.
Luisa.
Patrizia.
Gianna.
Barbara.
Chiara.
Monica.
Matteo.
Ecco la squadra che avrebbe presentato il giorno dopo.
Naturalmente, uno alla volta,
Ognuna di esse doveva pensare di essere l’unica.
Per Paolo, l’unica che veramente lo emozionava ancora, era Luisa.
Da lei aveva ottenuto il massimo e preso tanto.
Personalmente, riteneva che il culo di Luisa fosse quasi unico nel suo genere,’
solo sua madre Teresa le andava vicino, ma, Luisa, aveva dalla sua parte i’
venti anni in meno.
La sensazione che provava ogni volta che la profanava, era di morbidezza, si’
sentiva avvolgere e risucchiare da quel piccolo tunnel.
Aveva la sensazione di farsi fare un pompino con il piccolo orifizio.
Luisa,aveva imparato a muovere i fianchi e a stringere le natiche al momento’
giusto.
Quando affondava le mani sui suoi glutei, mentre, la sodomizzava facendola’
gemere piano, sentiva di avere raggiunto il massimo possibile da una sodomia.
Inoltre, Luisa, aveva un altro grande pregio, era innamorata di lui.
Ci metteva quella passione che solo quel sentimento riusciva a tirare fuori.
Tutto quello che subiva, lo faceva incazzata per che non lo capiva, ma, lo’
faceva con passione, sapeva che lui l’amava in quel modo e lei eseguiva tutti i’
suoi turpi voleri.
Paolo, era abituato a farlo per ‘ lavoro’.
Con lei, sentiva qualcosa di diverso, quasi un senso di gelosia: ricordava’
ancora il fastidio che aveva provato quando l’aveva donata a suo padre senza’
che lui lo sapesse( racconto Piacere perverso Anime dannate 28).
L’ aveva abituata a tutti i sessi e a tutte le varianti erotiche esistenti,’
ma, un poco gli dispiaceva.
Spesso, quando guardava le performance delle sue ‘ colleghe’ la chiamava e si’
sfogava con lei a modo suo
Era ormai una abitudine consolidata, lei sapeva e non chiedeva, si preparava,’
si posizionava e lo faceva venire nel suo stretto tunnel come piaceva a lui.
L’importante per lei, era che lui fosse felice.
La guardava dopo la sodomia, aveva sempre lo sguardo da innamorata persa,’
questo, lo faceva felice e nello stesso tempo, lo faceva incazzare.
Nel suo lavoro non c’era spazio per debolezze umane o peggio ancora per’
l’amore.
Dopo la volta del sesso con il padre, non l’aveva più concessa a nessuno.
Valutando la situazione in quel momento, quella più portata, era Chiara,ma,’
incredibilmente, quella che si era trasformata di più era Teresa.
Teresa si era dimostrata facile da manovrare e duttile nel sesso, poteva’
metterla in qualsiasi gioco erotico sicuro che lei avrebbe ottenuto ottimi’
risultati.
Tutti coloro che l’avevano ‘ provata’ erano rimasti entusiasti.
Patrizia, veniva sempre contro voglia e cercava sempre un escamotage per’
scappare via, era sempre innamorata di quel coglione del padre di Luisa.
Le mamme del Club, si erano adattate obbligatoriamente.
Tutte avevano figli e mariti rispettabili, a parte Chiara, ma, quella, era’
nata per il sesso, aveva solo dovuto farglielo capire.
Era stato divertente sbattersi a sangue Gianna e Monica, tutte e due, erano’
completamente da svezzare, le aveva trovate una sfida appetibile e strette come’
piaceva a lui, una vera delizia sentirle urlare ai suoi piaceri.
Con Monica, aveva dovuto usare strategie diverse per prepararla, ma, il’ ‘fine’
giustificava il mezzo’
Barbara, era stata la scopata più scientifica, era una donna estremamente’
intelligente che aveva perso la testa per un ragazzino rendendosi attaccabile’
moralmente, era una bella scopatrice che lo faceva per la passione morbosa’
verso Matteo, per lui avrebbe affrontato l’inferno e Paolo, l’aveva subito’
accontentata facendoglielo conoscere.
Matteo, era solo un incidente di percorso, ma, la sua giovane età avrebbe’
presto attirato clienti.
I fratelli Branzina, erano tre.
Uno più cattivo e perverso dell’altro.
Legati da sempre al mondo della prostituzione.
Sapevano il fatto loro su come si gestisce un ‘ centro di massaggi o un locale’
da ballo fittizio.
Conoscevano la migliore clientela’ e sapevano come gestirla.
Avevano scelto Paolo per le sue doti fisiche e per la sua spietatezza oltre’
che per la bellezza fisica che attirava come il miele le donne.
Erano nel locale da circa un ora, l’avevano girato tutto e controllato per’
bene.
Le stanze isolate acusticamente che guardavano tutte al centro di una stanza’
principale, l’avevano trovata geniale
Chiesero di vedere uno spettacolo tra due donne, volevano le più esperte e,’
vollero nella stanza con loro la più inesperta o la più coinvolgente.
Paolo, li accontentò in fretta.
Teresa e Chiara con una mascherina in faccia, entrarono e cominciarono la loro’
guerra.
Per soddisfare le voglie dei fratelli Branzina, aveva chiamato Gianna, aveva’
quel viso angelico che lo faceva tirare anche ai morti e il suo corpo, era’
ancora tutto da svezzare, lo avrebbero trovato piacevolmente stretto e caldo,’
una vera manna per dei sadici come loro.
L’aveva avvisata di trovare una scusa in casa per che avrebbe fatto tardi quel’
giorno.’
Arrivò’ verso le due del pomeriggio, vestita come lui le aveva chiesto: mini’
nera, camicetta bianca, scarpe con i tacchi e niente altro.
Aveva dovuto farsi prestare quel genere di vestiti da sua sorella Angela di’
dieci anni più giovane di lei, era tutto il contrario del suo guardaroba di’
brava mamma.
Quando entrò e vide i tre uomini, avrebbe voluto scappare via nel posto più’
lontano possibile, poi, vide Polo, lesse i suoi occhi, ricordò i video, i’
filmati, sua figlio, suo marito…
Si mosse per conoscere il suo destino.
Mario, il più vecchio dei tre fratelli, guardò Gianna e si rivolse a Paolo;
– Hai sempre avuto buon gusto nel scegliere le tue puttane.
Si avvicinò a Gianna e cominciò a toccarle tutto il corpo soppesando la’
‘merce’
Il secondo fratello Pietro, si stava gustando la scena al di la del vetro, era’
preso dalle due donne che si scambiavano effusioni, si sentiva particolarmente’
attratto dal sedere di Teresa che svettava sinuoso verso l’alto, mentre lei’
affondava con la lingua tra le gambe di Chiara
Giovanni, il terzo, si era messo a sedere sulla poltrona aspettando gli’
eventi.
Pietro, aveva deciso cosa fare, aprì la porta che dava alle due donne e andò a’
valutare fisicamente la consistenza del sedere di Teresa, tirò fuori il sesso e’
senza preamboli lo spinse nel piccolo bocciolo facendola gemere.
Mario, guardava suo fratello che sodomizzava la donna, era eccitato, quello’
che stava toccando, era sodo e stretto, si slacciò i calzoni e tirò fuori un’
sesso stranamente curvo verso destra, prese la gamba destra di Gianna, la tirò’
su e si spinse dentro deciso.
Gianna gemette piano, dopo avere provato il sesso di Paolo, quello, non le’
creava problemi, ma, l’irruenza dell’entrata l’aveva sentita.
– Portala qui.
Disse il terzo fratello, quello più giovane di nome Giovanni.
Mario, uscì e la portò al fratello,’
La mise davanti a lui;
– Fammi un pompino!
Lei, si piegò a cercare il sesso dentro i calzoni, le facce dei tre tipi,’
l’avevano convinta a non ribellarsi su niente.
Mario ne approfittò per rientrare al caldo della sua fica.
Liberò il sesso, lo guardò un attimo, quello, era notevole, lo prese tra le’
labbra e lo seguì per tutta la lunghezza, o almeno ci provò, poi, si adeguò al’
ritmo che le imponeva l’altro fratello.
Paolo, per una volta tanto, guardava e valutava.
Gianna stava mugolando a ogni spinta dentro di lei, Mario stava imponendo un’
ritmo violento e deciso, solo Paolo, l’aveva costretta a subire di più.
‘Non era abituata, non si sarebbe mai abituata…’
Quando Il bastardo a sedere le prese i capelli cominciando a tirarli forte,’
sapeva cosa sarebbe successo.
In breve, avrebbe fatto conoscenza con il liquido caldo dell’uomo.
Cercò di prepararsi al meglio.
I due uomini arrivarono quasi nello stesso momento.
Lei, non provò nessun piacere, solo sconforto e depressione.
Paolo, guardava Pietro che sodomizzava Teresa, il sedere similare e la’
parentela, gli venne voglia di Luisa.
La sera, l’avrebbe chiamata e fatta venire al locale, aveva desiderio di lei.
Nel giro di un ora, tutto era finito.
I complimenti sulle donne si sprecavano;
– Domani ci fai conoscere le altre.
Paolo, strinse la mano a tutti e tre;
– Certo, domani saranno a vostra disposizione…

Paolo, aveva guardato Gianna prostituirsi senza reagire con i fratelli’
Branzina.
I vestiti di Gianna, le donavano.
Non sapeva che glie li aveva prestati la sorella giovane’ di nome Angela,’
neanche sapeva ne avesse una!
Nei suoi controlli, prima di sceglierla, non era mai comparsa questa informazione
Quando la sera, se la trovò all’entrata del locale che chiedeva di Gianna’
presentandosi alla porta, fu subito chiamato dal buttafuori.
Paolo, la stava osservando da dietro un vetro.
La ragazza, al contrario della sorella, era più in carne, leggermente sopra’
peso, ma, i chili erano proporzionati.
Aveva un seno troppo prosperoso per il suo fisico e anche il sedere sbordava’
dandole una sensazione di abbondanza.
Immaginò cosa poteva provare un suo cliente a stare dentro quella carne’
giovane.
Guardò la bocca, era carnosa e piena, sicuramente molto più sensuale di quella’
di sua sorella Gianna, sembrava fatta apposta per fare certi lavoretti…
Era troppo truccata, cercava evidentemente di mostrare più dei suoi anni.
‘A occhio e croce deve avere venti anni,’ pensò Paolo
Guardò le cosce che uscivano da una piccola mini.
Capì subito da dove erano venuti i vestiti di Gianna.
Mora, capelli lisci alle spalle, una magliettina trasgressiva e un paio di’
scarpe da ginnastica.
Era accompagnata da una amica molto più graziosa di lei, ma, con molto meno’
sex appeal.
Angela, era la tipica ragazza da macello, una di quelle che se gestite bene,’
potevano portarti un sacco di soldi per una ventina d’anni.
Avrebbe dovuto lavorarci sopra per renderla più presentabile.
Le ragazze aspettavano di fuori in fila sperando di entrare come tante altre.
Il Byblos, era molto alla moda in quel periodo.
Paolo, uscì e andò verso il buttafuori, disse qualcosa nell’orecchio del’
ragazzo.
Andò personalmente a prenderle.
– Ciao, tu sei Angela, la sorella di Gianna?
Angela, rimase subito folgorata dalla bellezza del ragazzo che aveva davanti.
Balbettò una risposta;
– Si…
– Volevi fare un giro per il locale?
– Magari…
– Lei, &egrave con te?
Guardò la ragazza a fianco di Angela;
– Si…Si chiama Enrica, se non &egrave un problema per lei, ci piacerebbe molto’
vedere il locale.
Paolo, squadrò anche Enrica, era difficile capire le sue eventuali’
potenzialità sul sesso, aveva una faccia molto spenta, però quando le fece’
passare, le guardò il culo e si rese conto che almeno quello, parlava una’
lingua tutta sua: stretto, attorniato da un jeans, era molto provocante.
‘ Chissà che le sorprese non siano finite’
– Vi faccio accompagnare dal mio ragazzo di fiducia, chiedete e vi sarà dato.
Poi, rivolgendosi al buttafuori;
– Graziano! Fai fare un giro e offri da bere alle ragazze e chiamami per’
qualsiasi loro desiderio…
Disse quelle parole penetrando negli occhi Angela.
Angela, si sentì stringere il cuore, quello sguardo le aveva provocato una’
scarica di adrenalina, nella sua breve vita, era già stata con alcuni ragazzi a pomiciare, ma, a’
diciotto anni, era ancora vergine.
Nessuno le aveva mai fatto un effetto così dirompente, quello splendido’
ragazzo, aveva un modo di guardare e di parlare che ti scioglieva all’istante,’
ed era bellissimo, ‘chissà chi era la fortunata che lo frequentava…’
– Dai, entriamo!
La sua amica la riportò alla realtà spingendola in avati.
Paolo, aveva visto la reazione di Angela, aveva subito capito di avere fatto’
colpo su di lei.
La guardò, mentre passava a fianco, poggiò le labbra vicino al collo’
sfiorandola per sussurrale di nuovo la frase;
– Ricorda, qualsiasi cosa tu abbia voglia, io sono qui…
Non disse altro.
Lei, ebbe paura di cadere come una pera cotta davanti a lui: esisteva il colpo’
di fulmine?, se esisteva, lei, ne era stata colpita.
Passò tremante all’interno.
Era un mondo fantasmagorico, le persone, erano più grandi di loro, ma, tutto’
era sfarzoso e le persone risultavano tutte belle e ben vestite.
Graziano offrì da bere alle due ragazze.
– Un paio do coca cola per non esagerare.
Disse sorridendo.
Loro apprezzarono.
Cinque minuti dopo, un poco stordite, ne bevvero un altra.
Paolo, aspettò ancora dieci minuti.
Sapeva l’effetto devastante della sostanza fatta diluire nella coca cola.
Abbassava quasi a zero gli effetti inibitori, era la stessa data a Monica.
Graziano, aveva portato le due ragazze in un salotto privato da dove, era’
possibile guardare la gente che ballava nella sala
Angela, si sentiva accaldata in modo esagerato, se avesse dato retta ai suoi’
istinti, in quel momento avrebbe fatto cose indecenti’ fortuna che nessuno la leggeva
nella mente’pensò.
Guardava affascinata i movimenti di alcuni ragazzi sulla pista, ne aveva’
trovato un paio veramente interessanti, peccato fossero accompagnati da delle’
smorfiosette ben fatte.
In quel momento arrivò Paolo e si mise dietro di lei poggiandosi fisicamente;
– Adesso, ti spiego un poco il locale…
Mise un braccio sopra le spalle e cominciò a elencare dei punti spiegandole’
alcune cose.
Angela, era arrossita di brutto.
Sentiva chiaramente il sesso di lui aderire al suo posteriore, fortuna che lui’
non poteva accorgersi del suo imbarazzo…
Paolo, avvicinò la bocca al collo di Angela;’
– Ci sono molte cose interessanti in questo locale, alcune, veramente’
uniche…
Le baciò il collo e salì all’orecchio leccandolo, con una mano andò ad’
accarezzare un seno e con l’altra andò sotto la gonna.
Angela, non respirava più, era completamente persa da quello che stava’
succedendo, cercò la sua amica Enrica e rimase sconcertata nel vederla che si’
stava strusciando con il buttafuori.
Il calore del suo corpo aumentava esponenzialmente.
‘Ma si!, Chi se ne frega…divertiamoci…’
Paolo, la spinse verso il vetro accarezzandola sotto la gonna.
Aveva trovato uno slip bagnato e sapeva che quello era inevitabile visto’
quello che gli avevano fatto bere.
L’accarezzò per bene facendola gemere di piacere.
Quando Angela, divaricò in modo notevole le cosce per farlo accarezzare’
meglio, capì che era giunto il momento.
La prese per mano spostandola in un altra stanza.
Angela, guardò l’amica sul divano con il buttafuori, era esterrefatta da’
quello che vedeva, aveva un seno fuori palpato dalle mani di lui e si stava’
strusciando contro quello sconosciuto come una gatta in calore ‘ Fa tanto la’
pudica…’
Angela, venne accompagnata nella stanza che accedeva allo spettacolo hard.
In quel momento, Patrizia stava soddisfacendo due uomini contemporaneamente.
Un uomo la teneva sulle gambe stando a sedere e la prendeva di schiena e’
davanti un altro si godeva la sua bocca.
Paolo, fece appoggiare’ Angela al vetro e lasciò che per qualche minuto’
osservasse la scena erotica.
Angela, era pietrificata dallo stupore, la visione di quella coetanea che’
faceva quello spettacolo dal vivo, era qualcosa di incredibile.
Era tremendamente presa dalla situazione e in uno stato di eccitazione’
avanzato dai palpeggiamenti subiti nella stanza adiacente, Quando Paolo’
cominciò di nuovo a salire sotto la mini e a liberare i suoi seni appoggiandoli’
al vetro, sospirò;
– Oh Dio, che bello…
Paolo, scostò lo slip impregnato di umori e accarezzò le grandi labbra,’
delicatamente, spinse a saggiare il terreno.
Angela, sobbalzò piacevolmente per l’intrusione, ‘era ora che qualcuno si’
degnasse di farle sentire cosa si provava a farsi accarezzare così intimamente,’
con i ragazzi avuti solo baci e toccatine esterne.
Quando Paolo, provò a mettere il secondo dito, lei fece un gemito più deciso;
– Mi fa un poco male, sei il primo che lo fa…
Paolo capì all’istante, aveva una vergine per le mani, un regalo veramente’
insperato.
Se si fosse mosso bene, sarebbe stato il capo di tutta la prostituzione del’
nord.
Doveva approfittare.
Prese il cellulare dalla tasca, chiamo Giovanni dei fratelli Branzina, sapeva’
che lui, era sempre alla ricerca di gemme preziose e illibate.
– Ciao Giovanni,vieni alla stanza 13, ho un regalo per te.
Continuò a masturbare Angela che ormai era completamente partita.
Tre minuti dopo, Paolo spiegava all’orecchio la situazione a Giovanni,’
Angela, aveva sentito entrare qualcuno, ma, ormai, era incontenibile, aveva’
voglia di fare sesso, la droga, era al massimo del suo effetto.
Paolo, lasciò il postò a Giovanni.
Non ci furono preamboli, Paolo, si portò davanti a lei spostandola dal vetro,’
le prese le mani e le cinse a se, la baciò per la prima volta con passione e’
irruenza, mettendo i piedi tra i suoi, allargandole ancora di più le cosce, in”
modo che non potesse richiuderle al momento della deflorazione, prese la mano’
destra di Angela portandola sul suo sesso da sopra i calzoni, poi smise di’
baciarla, le andò a sussurrare all’orecchio;
– Prendilo in mano…
Lei, non capiva più niente sentiva quel coso esagerato spingere davanti, lo’
cercò, lo trovò , lo liberò. Lo toccò .
Appena cominciò a giocare con quel pezzo di carne duro, Giovanni, le strappò’
lo slip facendola urlare per il gesto inatteso e, subito dopo entrò in lei’
violentemente.
Angela, urlò, aveva voglia, ma, non se lo aspettava così deciso e lo sentiva’
enorme.
Si sentiva squassare dentro, cercava di partecipare attivamente, ma, le faceva’
male tutto.
Giovanni, guardò il filo rosso scendere per le cosce della ragazza e si’
eccitò ancora di più; continuò a scoparla selvaggiamente facendola sobbalzare a’
ogni colpo.
Le urla, si erano affievolite.
Paolo, scambiò un occhiata cospirativa con il suo capo;
– Brava ragazza, stai andando benissimo.
Si spostò e fece in modo che lei avesse spazio per piegarsi:
Giovanni la spinse sulla schiena facendola piegare, le tirò su la piccola mini’
mettendo in risalto il suo sedere pieno e abbondante.
Paolo fermò la mano della ragazza sul suo cazzo, prese il’ viso ormai vicino’
al sesso;
– Vieni piccola…
Portò il glande alle labbra di lei.
– Da brava, apri la bocca.
Angela, sentiva ancora male nelle sue intimità, l’uomo, era un barbaro, ma,’
finalmente, si era tolta il peso di quella verginità.
Lo fece entrare tra le sue labbra e ascoltò quello che Paolo le diceva su come’
fare quel gioco.
Nessuno gli e lo aveva mai fatto fare prima di lui.
Giovanni, era molto avanti con il suo desiderio.
Aveva guardato la ragazza prendere in bocca il sesso di Polo, lei, stava’
cercando di tenere i ritmi, ma, mancava totalmente di esperienza, stava facendo’
un casino continuo.
Non voleva venirle dentro, era troppo pericoloso, era merce preziosa.
Fece un cenno a Paolo, il quale capì subito, uscì dalla bocca di Angela per’
lasciare spazio a Giovanni, lui, era ancora molto indietro con il suo piacere.
Entrò nella stretta fica della ragazza facendola gemere forte, sapeva di avere’
un cazzo di diverse dimensioni, molto più difficile da gestire per una ex’
verginella alle prime armi.
Diede un ritmo più calmo,ma, con stoccate secche e profonde.
Sentiva chiaramente gemere di dolore la ragazza.
Angela, era piena del sesso di Giovanni, ma, il suo pensiero, era al favoloso’
sesso che sentiva bruciarle l’utero.
Paolo, cercò di moderare ulteriormente il ritmo, la ragazza, doveva uscire da’
quel locale completamente diversa da quando era entrata.
Guardava affascinato le natiche ondeggiare a ogni affronto, era deliziato da’
quel tocco…

Paolo, continuava’ a dare un ritmo moderato.
La ragazza, si doveva abituare alle sue dimensioni.
Giovanni, era uscito dopo essersi soddisfatto nella sua bocca.
Aveva alzato la maglietta alla ragazza e liberato i seni possenti.
Era una quarta piena, li massaggiava con avidità.
In quella posizione piegata, i seni, risaltavano ancora più prosperosi.
– Ha delle tette che accontenteranno molti cazzi, qui, ci scappano delle’
spagnole notevoli.
Lo disse a voce alta guardando Paolo che continuava a tenerla piegata con le’
mani sui fianchi,
L’aveva adagiata con le mani sui vetri che davano alla sala centrale e le’
faceva guardare Patrizia che continuava a soddisfare i due uomini al di la del’
vetro.
Paolo, sapeva che l’effetto della droga sarebbe durato ancora un ora circa.
In quel tempo, avrebbe dovuto renderla succube di lui e ricattabile.
Ovviamente, tutto veniva registrato.
Angela, sospirava piano a ogni spinta.
Non c’era più dolore, solo sensazioni piacevoli che stavano sfociando in un’
orgasmo totale.
Lui continuò a scoparla con decisione, ma, usando riguardo, aspettava di’
sentirla esplodere.
Giovanni, continuava’ a giocare con il corpo di Angela, sapeva bene che lei,’
era solo all’inizio di una lunga serata; conosceva i gusti del ragazzo e anche’
lui, aveva molte idee per il proseguo dei giochi.
Angela, ebbe un orgasmo travolgente, le si piegarono le braccia e rischiò di’
cadere per terra.
L’esperienza di Giovanni ne anticipò la caduta: si mise di nuovo tra lei e’ il’
vetro . Come aveva fatto Paolo, quando percepì che stava esplodendo e le tenne le braccia.
Quello, era il momento giusto per svezzarla del tutto.
Un incrocio di sguardi.
Giovanni che prendeva le braccia e la bloccava deciso.
Paolo che usciva da lei.
Lei che godeva forsennatamente.
Paolo che si posizionava con il cazzo in mano tra le sue natiche piene e’
formose.
Lei che continuava’ a tremare e gemere per l’orgasmo.
Lui che si faceva strada nel suo vergine pertugio.
Angela, passò dal languore al dolore.
Era troppo grosso per lei, troppo duro, troppo lungo, troppo di tutto.
Prese fiato e urlò’
– No! Non voglio!
Ma ormai, il più era fatto e Paolo sapeva bene come gestire i tempi.
Si fermò un attimo facendola abituare, poi, si piegò adagiandosi alla schiena’
della ragazza, andò a sussurrarle;
– Fai la brava, rilassati….
Non disse altro, tanto, il risultato, era stato già deciso.
Tornò diritto, strinse le mani sui fianchi abbondanti, guardò di nuovo’
Giovanni e spinse a varcare il confine.
Continuò a segnare il proprio territorio sotto le urla sempre più leggere’
della ragazza.
La sensazione che provava in quel momento Paolo, era sublime, l’iniziazione di’
una giovane ragazza a quella pratica, era l’esperienza sessuale che lo’
coinvolgeva di più.
Se una donna te lo donava spontaneamente, era’ come se ti donasse l’anima’.
Lo diceva sempre e l’avrebbe sempre ripetuto.
La vita e l’esperienza gli avevano sempre dato ragione.
In quel caso, era ovviamente diverso, ma, se avesse operato bene, quella’
ragazza, l’anima gli e l’avrebbe data lo stesso.
L’aveva visto nei suoi occhi quando l’aveva guardato all’ingresso, lui, era’
stato per un attimo l’oggetto del suo desiderio: l’avrebbe appagata e’
soddisfatta, ben oltre quello che si aspettava.
Adesso, lo scroto, a ogni spinta sbatteva sulla pelle morbida del perineo.
Non vi era altro terreno da conquistare, bisognava solo recintarlo e’
proteggerlo definitivamente e naturalmente, irrigarlo per abituarlo alla’
semina.
Angela, a ogni spinta continuava a gemere piano, sentiva sempre un forte’
bruciore ma, era più gestibile…
Paolo,’ si piegò e si riportò a parlare con la ragazza;
– Sei pronta?
– Non lo so…
– Vengo solo se me lo chiedi…
Angela, era frastornata, non sapeva cosa dire.
– Non lo so…
– Allora continuo fin che tu non decidi.
E le diede un colpo secco e cattivo facendola gemere oltre il normale.
Angela, avrebbe voluto mettere una mano a difesa del proprio corpo, ma, era’
bloccata da Giovanni.
Aveva ancora addosso la’ mini e si sentiva tutta sudata.
L’effetto della droga cominciava a svanire e le inibizioni cominciavano a’
tornare prepotenti insieme al dolore.
– Ti prego, mi fa male, non l’ho mai fatto…
– Lo so piccola e si sente, mi sto rovinando il cazzo a starti dentro,ma, se’
non non me lo chiedi, continuo fino a domani: in una notte, ti faccio’
recuperare tutto il tempo perduto!
– Ti prego…Ti prego…
– Ti prego cosa?
– Vieni…
– Dimmelo bene.
– Mi vergogno…
La fece urlare di nuovo spingendo cattivo nello stretto canale.
– Basta, mi fai male…
– Dillo!
– Ti prego, vieni nel mio culo…
– Brava la mia bambina…
Aumentò il ritmo fino’ a farle sentire il suo nettare bianco.
Paolo, uscì e rimase affascinato a guardare il piccolo bocciolo pulsante che”
si stringeva velocemente e espelleva piano il suo liquido appiccicoso.
Pensò a quanti dopo di lui avrebbero preteso e preso lo stesso spazio.
Diede uno schiaffo violento alla natica destra per la soddisfazione, pensando’
a quanti soldi sarebbero arrivati da quel fresco raccolto.
Giovanni, a vedere quell’amplesso animale, si era di nuovo eccitato.
Un cenno d’intesa, come al solito facevano in quei frangenti e lo scambio, era’
di nuovo avvenuto.
Paolo, la tenne abbassata e ferma, mentre Giovanni cominciava la sua’
sodomizzazione.
Angela, era tornata quasi normale, gli effetti della droga, erano quasi’
svaniti.
Emise un leggero urlo soffocato a quella nuova penetrazione.
Sentiva male dappertutto.
Fortuna che il secondo profanatore del suo sedere, era più piccolo e faceva’
meno male.
Stette china a lasciare sfogare l’uomo.
Paolo, che aveva visto la tranquillità della situazione, mise le mani della’
ragazza ad appoggiarsi sui vetri, le andò vicino all’orecchio;
– Ti farò guadagnare un sacco di soldi e ti farò stare al centro del salone’
come quella che vedi di la del vetro…
Angela, guardò l’amplesso che si stava svolgendo dall’altra parte del vetro,’
la ragazza che gemeva in quel momento, non era lei,
Guardò incredula il sandwich’ a cui era sottoposta l’altra.
‘ Mio Dio’ ma cosa le stanno facendo’ pensò.
Paolo si staccò da lei e li guardò da un metro di distanza, la ragazza stava’
tranquilla a subire la sodomizzazione, appoggiata al vetro, faceva da molla con’
le braccia piegandole alle spinte del focoso penetratore.
Era già di nuovo eccitato, quando c’era di mezzo un culo, lui rinvigoriva’
subito;
– Ok, Giovanni, &egrave tutta tua, vado a controllare’ come se la cava la sua amica.’
A proposito Angela, non ricordo come si chiama.
Enrica…Si chiama Enrica…
Enrica

Enrica, aveva diciannove anni.
Angela, era la sua migliore amica, a lei, aveva raccontato i suoi sogni e i
suoi desideri.
A lei, aveva raccontato di Marco, il suo primo amore, quello che le aveva
fatto provare il sesso e quello con cui ancora stava dopo un anno e mezzo.
Si trovava bene con Marco, era un bel ragazzo e la rispettava, forse anche
troppo, viste le voglie segrete che nutriva sul sesso.
Aveva fatto all’amore solo con lui e sempre in maniera normale, addirittura
solo nella posizione del missionario.
Marco, non era certo quello che si diceva ‘ Un amante focoso ‘
Questa, era l’unica lacuna che trovava nel suo fidanzato, per il resto, la
trattava come una regina.
Usciva sempre volentieri con Angela sperando sempre che trovasse il suo
principe azzurro.
A tutte e due piaceva la discoteca e la bella vita e, nessuna delle due poteva
permetterselo.
Quando Angela le propose di accompagnarla al Byblos che sarebbero entrate
gratis tramite la sorella, non le sembrò vero:
– Il Byblos?
– Cazzo, sarebbe bello… Però ci vanno quelli grandi.
– Che ce ne frega, andiamo a fare un giro, ci divertiamo, magari scrocchiamo
qualche bevuta e poi ce la svignamo…
Aveva accettato, quel mondo la incuriosiva e entrare al Byblos, era la meta di
molti in quel periodo.
Non capiva cosa stesse succedendo.
O esattamente, capiva ma non comprendeva.
Era sul divano nero in una stanza oscurata con il buttafuori che aveva
conosciuto mezzora prima che si stava facendo palpare sensualmente e la cosa le
piaceva un casino.
Trovava quelle carezze spinte, una vera gioia per il suo fisico.
Al contrario della sua amica, lei, aveva messo dei jeans e una camicetta
rossa, non cercava niente di particolare, era già impegnata, quindi, non c’era
motivo di dare risalto al suo fisico.
Sentiva le mani di Graziano sui seni, poi sentì la lingua lappare i capezzoli
facendoli indurire all’istante.
Quella tortura piacevole, era andata avanti per tanto tempo, nel frattempo,
aveva bevuto un altro paio di coca cola.
Si sentiva euforica e super eccitata, era una cosa strana, ma, piacevolissima.
Era frizzante e quel ragazzo la stava facendo morire con la sua lingua.
Dopo venti minuti sentì che lui giocava con i suoi calzoni e li slacciava.
Era entrato piano tra le sue cosce e aveva cominciato a giocare con il suo
pube da sopra le mutandine.
Tutto, era dolce e piacevole.
Graziano si muoveva sinuoso e sensuale sul corpo di Enrica
L’ordine che Paolo gli aveva sussurrato all’orecchio all’entrata del locale,
era stato sempre il solito per Graziano.
– Prepara la ragazza a dovere fino a che non arrivo!
Gli ordini, erano precisi, lui, al massimo poteva farsi fare un pompino, il
resto, era territorio privato del capo, ed era meglio non scherzare con Paolo e
l’organizzazione.
Lei, era al massimo dell’eccitazione, si sentiva esplodere dal desiderio.
Lui, le prese la mano e la portò sui suoi calzoni.
Enrica, al contrario di Angela, sapeva bene cosa fare.
Con Marco lo faceva spesso e amava sentire il cazzo di Marco vibrare sotto la
sua mano, aveva provato anche a prenderlo in bocca, ma. Con scarsi risultati:
Marco, veniva subito e lei non riusciva mai a godere della situazione, poi, lui
si girava a fumarsi una sigaretta e tutto finiva li.
Fece scendere la cerniera e andò sotto il boxer per tirare fuori il sesso di
Graziano.
Lo trovò caldo e pronto.
Le dimensioni, erano similari a quelle di Marco.
Cominciò a segarlo, era abbastanza brava in questo.
Graziano, smise di accarezzarla, si distese sul divano, le accarezzò la testa.
Era passata un ora, le abbassò i calzoni mettendo in mostra un bel corpo,
Sapeva che presto sarebbe arrivato Paolo.
La fece mettere in ginocchio sul divano e la fece scendere con la bocca a
saziare il suo desiderio.
Enrica, aveva una voglia pazzesca di fare sesso.
Quando capì cosa si aspettava Graziano, non ebbe un attimo di dubbio, lo
voleva anche lei.
Scese con la testa a seguire le forme del sesso e cominciò a giocare con il
prepuzio, mise una mano alla base del cazzo accarezzando le palle gonfie e
piano lo ingurgitò.
Con dolcezza strinse le labbra e scivolò per tutta la lunghezza iniziando la
sua opera d’arte.
Paolo, varcò in silenzio la porta, più o meno, sapeva cosa avrebbe trovato.
Si avvicinò a Enrica e guardò il suo corpo semi nudo.
Aveva i calzoni abbassati alle ginocchia, teneva le gambe leggermente
divaricate mostrando un piccolo ciuffo di peli chiari leggermente lucidi, era
evidente che fosse in stato di avanzata eccitazione e quello che percepiva come
luccicchio, erano i suoi umori che colavano piano.
‘Questa droga, &egrave pazzesca, diventano tutte troie’ pensò.
La ragazza, stava dondolando il sedere seguendo un suo ritmo sul sesso di
Graziano.
Quando graziano vide Paolo, prese ad accarezzare le spalle di Enrica pronto a
bloccarla se avesse avuto una reazione spropositata.
Paolo guardava quello che si vedeva del corpo di Enrica, le gambe, erano
abbronzate e scultoree, il sedere lo trovava troppo piccolo, poco carnoso,
mentre le grandi labbra le trovò proporzionate.
Enrica stava completando il suo pompino, sentiva l’uomo sospirare di piacere e
si sentiva brava in quel momento, quando sentì due mani appoggiarsi ai suoi
fianchi realizzò che non erano più soli, fece per alzarsi e capire cosa
succedeva, ma, venne bloccata e nello stesso momento sentì qualcosa di caldo
duro e esageratamente grosso per le sue abitudini, entrare in lei.
Gemette all’intrusione e gemette anche subito dopo quando la penetrazione si
fece decisa, restò tesa per un minuto buono smettendo di succhiare, si staccò
dal sesso di Graziano;
– Piano, fai piano per favore…
– Certo Piccola, farò piano.
E rallentò appositamente il ritmo e le spinte;
– Prendi qualcosa?
– No, ti prego stai attento…
Aveva riconosciuto il bel ragazzo dell’entrata, ormai, era inutile protestare,
tanto valeva adattarsi alla situazione erotica che si era creata e che la stava
stimolando tantissimo.
– Vedremo di rimediare in qualche modo…
Enrica si sentiva piena e eccitata in un modo nuovo, sentiva la cervice
stringere dolorosamente sotto quel grosso sesso, ma, sentiva anche il piacere
di quello che stava succedendo.
Sentì una mano appoggiarsi alla testa si girò a guardare Graziano, capì e si
rimise a finire il suo pompino.
Paolo, si stava godendo quel piccolo cratere caldo.
Lo aveva trovato pronto, disponibile e stretto.
Se davanti, era così chiusa, immaginava cosa fosse dietro, provò a capire con
un dito se la sua ipotesi, era giusta, lei, subito ebbe uno scatto stringendo
le natiche.
Aveva indovinato come sempre, presto, avrebbe provato di nuovo quella stupenda
sensazione di dolore nell’entrare nel suo culo vergine.
Quando vide un cenno del buttafuori, aumentò il ritmo e le stoccate su Enrica.
Lei, cominciava a sentirsi molto avanti con l’orgasmo, Graziano le stava
accarezzando i seni, poi, all’improvviso, era sceso alla vagina e aveva forzato
cercando la clitoride.
Si sentiva impazzire di desiderio, sentiva le vene del sesso in bocca che
pulsavano più forte, sapeva cosa stava per succedere, quando sentì il primo
fiotto esplorare nel suo palato, venne anche lei.
Paolo, era pronto come sempre, Vide Graziano godere e chiudere gli occhi,
sentì i gemiti e i movimenti spasmodici della ragazza e ne approfittò subito.
Uscì dalla fica dilatata e arrossata e mise le mani sulle gambe di Enrica
bloccandole deciso, le divaricò e prima che la stessa realizzasse qualcosa,
entrò nel suo canale inesplorato facendola sobbalzare disperatamente.
Enrica si liberò del sesso di Graziano, ormai floscio e urlò per il dolore.
Non si aspettava questa variazione e non la voleva.
– No! fermati, mi spacchi….Ti prego.
Si mise a piangere disperata.
Soffriva un casino e non provava nessun piacere.
Paolo, si accorse che quella penetrazione anale, era più difficile del
normale, evidentemente la ragazza, aveva qualche problema con l’orifizio, ma,
sapeva anche che quasi tutti i suoi clienti l’avrebbero voluta prendere in quel
modo.
Non era un problema suo il dolore fisico, lui doveva prepararle per bene.
Le gridò in tono autoritario;
– Rilassati e muovi quel culo, se no ti spacco davvero!
E diede un colpo terribile facendola strillare in modo sgraziato.
Rallentò di nuovo.
Lei, era tutta una lacrima;
– Mi fa troppo male, ti prego, farò tutto quello che vuoi, ma non farmi
questo…non ce la faccio…
– Questo, &egrave quello che devo fare, quindi, abituati! Muovi il culo o ti
picchio!
E le diede uno schiaffo sul sedere violento, mentre, anche Graziano fece la
stessa cosa sul viso.
Lei, terrorizzata dal dolore fisico, provò piano a muovere il sedere, lui,
aspettò e poi riprese a spingere con meno cattiveria.
Lo fece uscire all’improvviso facendola urlare;
Guardò il bocciolo pulsante che tendeva a chiudere l’entrata, vide un fluido
di umori e qualcosa di rossastro scendere per le gambe.
Lo trovò normale, era veramente stretta, qualche capillare ci stava che si
rompesse, si sdraiò sopra di lei e le parlò all’orecchio;
– Sei pronta?
– No…Per favore, &egrave troppo doloroso…
– Lo so…
E spinse a farla urlare disperata.
Graziano, l’aveva fatta piegare a toccare con la faccia il divano, il sedere,
inevitabilmente, si era alzato svettando a completa disposizione di Paolo.
Cominciò a uscire e rientrare
E lei urlava.
Usciva, aspettava e rientrava.
Sempre più forte, sempre più a fondo.
E lei a ogni stoccata urlava disperatamente contro le pareti insonorizzate
Senza pietà.
Come avevano fatto a lui anni prima in galera.
Enrica, al contrario di Angela, non aveva mai smesso di urlare e piangere.
Urlò fino a che lui non le venne dietro dandole una stoccata pazzesca.
Cadde distrutta sul divano, libera di piangere e gemere in quella stanza
scura.
La droga stava finendo il suo effetto, sentiva solo dolore e depressione:
stava realizzando quello che le era successo.
Come avrebbe fatto a dirlo al suo ragazzo? A lui, aveva detto che andava a
cena con le sue amiche, come spiegargli che era andata di nascosto al Byblos
per provare emozioni diverse?
Pianse in silenzio, mentre, paolo l’accarezzava piano;
– Su, la prima volta, &egrave sempre la più difficile, vedrai che col tempo ti
abituerai a farlo…
‘Abituarmi a farlo? Oh mio Dio, ma chi sono questi maniaci, Io questa
esperienza non la farò mai più’
Pensò.
Non sapeva che tutto, era stato registrato e che la notte, era ancora molto
giovane per lei e la sua amica Angela…

Carla, era molto preoccupata, in vita sua, Matteo, non era mai stato così tanto
tempo, fiori da casa.
Lei, aveva trentanove anni, lavorava come commessa in un negozio di scarpe del
centro e Matteo, era suo figlio.
Sposata con un marito violento e manesco, disoccupato per causa della crisi,
tornava spesso ubriaco incolpandola di tutto.
In realtà, l’unica colpa che aveva, era di essere ancora con lui!
Aveva cercato tra i conoscenti di suo figlio e aveva saputo che ultimamente,
era stato visto frequentare un locale particolare di nome byblos.
Quella sera, non vedendolo arrivare per l’ennesima notte, chiamò il locale.
Le passarono Paolo.
– Buonasera.
– Buonasera signora, mi dica.
Volevo sapere se conosce mio figlio Matteo Randi o, se mi sa dire dove posso
trovarlo, manca da casa da molti giorni e sono seriamente preoccupata: prima di
chiamare la polizia, volevo provare tutte le strade.
Paolo, al nome ‘polizia’ si allarmò subito. doveva tranquillizzare la mamma;
– Si, signora, lavora per noi.
– Oh…lavora?
– Si
– E cosa fa di bello?
– Pubbliche relazioni.
– Cosa vuol dire nel vostro campo?
Chiese curiosa Carla.
– Trova gente da portare presso di noi.
– Mi sembra una bella cosa…Bene, gli dica che stasera passo a trovarlo.
– Gli e lo dirò sicuramente…
Paolo, chiuse e cominciò a pensare a come uscirne .
Carla chiuse e cominciò a pensare a come vestirsi per far fare una bella
figura a suo figlio.
Era ancora una bella donna, frequentava una palestra per mantenersi e faceva
ancora una bella figura. Esteticamente.
Pur non avendo mai tradito suo marito, ci teneva a fare pensare a tutti che a
casa sua tutto andava bene.
Dopo una giornata noiosa in negozio, approfittando dell’assenza del marito che
rincasava solo dopo le tre di notte, di solito ubriaco, si mise una gonna nera
alle ginocchia, una camicetta anch’essa nera, un foulard a coprire i seni
abbondanti e pieni.
Una calza velata di colore grigio e un paio di scarpe con i tacchi normali,
ovviamente colore nero.
Si guardò allo specchio’ si, Matteo avrebbe fatto una bella figura’.
Uscì
Alle undici, prima che il locale aprisse, suonò al portone.
Venne ad aprire un ragazzo di una bellezza mozzafiato, uno sguardo glaciale e
penetrante, si trovò in imbarazzo, fu lui a metterla a suo agio.
– Buonasera, immagino lei sia Carla la mamma di Matteo. Io sono Paolo, il
proprietario del locale, prego, si accomodi.
Dopo dieci minuti, lei, era completamente estasiata, quel ragazzo, era di una
galanteria eccezionale e la stava facendo sentire una regina.
Le aveva offerto uno spritz e lei si sentiva esageratamente accaldata.
Le aveva detto che Matteo sarebbe arrivato dopo mezzanotte e che lui, l’aveva
fatta venire prima per che voleva rassicurarla di persona e farle conoscere il
locale.
Quando le offrì un secondo aperitivo, lei, garbatamente rifiutò, accettò solo
un bicchiere di acqua.
Paolo fece cenno al cameriere, il quale, si affrettò a mettere la solita droga
abbassa inibizioni.
Erano passati altri venti minuti, Carla, guardava la bocca del ragazzo che
parlava, osservava le labbra e incredibilmente per lei, faceva dei pensieri
erotici su di lui.
Era eccitata e aveva gli slip umidi.
– Lei, &egrave veramente una bella donna…
– Non esageriamo.
– La trovo molto sensuale, capisco da dove viene la bellezza di Matteo, sa,
qui &egrave molto apprezzato.
Mise una mano sulla coscia , sapeva che era il momento.
Si avvicinò al suo viso;
– Credo che noi due potremmo instaurare una bellissima amicizia.
La baciò.
Lei, Cercò di restare calma, ma, il cuore andava a mille, aprì la bocca e lo
fece entrare a giocare con le lingue, sotto, la mano che era appoggiata alla
coscia, cominciò a salire palpando la carne morbida sotto la calza leggera.
Tutto durò trenta secondi.
Quando la mano arrivò al suo pube facendosi sentire chiaramente sopra i monte
di venere, lei, ebbe un orgasmo indecente.
Cercò di non farlo capire, ma, il corpo reagiva emozionalmente.
Lui, spostò il foulard e aprì piano la camicetta mettendo in mostra il
reggiseno, l’accarezzò passionalmente e poi, lo spostò liberando i seni gonfi
con i capezzoli turgidi, guardò soddisfatto l’areola allargata esageratamente.
‘ Beata droga’
Ne prese uno in mano e ne soppesò la consistenza, mentre, Carla, ormai persa
nel suo piacere, aveva reclinato la testa all’indietro.
Paolo, continuò.
La mano, andò sotto il collant e spostò lo slip fradicio, entrò a giocare con
il sesso dischiuso di Carla facendola gemere di piacere.;
– Si…Che bello, continua.
Lui, con la sinistra, prese la mano di lei e la portò sul proprio inguine
facendole sentire la dura reazione;
– Sei bellissima e stupendamente sexy, senti che emozioni mi dai…
Lei, sentiva il gonfiore da sopra i calzoni, era una vita che nessuno le
parlava a quel modo, che la desiderava così intensamente.
Fece scendere la cerniera e lo liberò prendendolo in mao.
‘Mia Dio, come &egrave grosso’
Lui, continuava a giocare con le dita;
– Ho tanta voglia di te…
Lei, con il cazzo caldo nella mano, si sentiva una voglia pazzesca di
lasciarsi andare, cercò di salvare le apparenze;
– Non possiamo, ci siamo appena conosciuti…
– Vero, ma, al cuore non s comanda…Ti voglio, adesso, qui, subito.
Lei, era eccitatissima, sentiva la clitoride in fiamme, era una cosa inaudita,
non le era mai capitato nella sua vita di avere un desiderio così forte per un
uomo.
Quando lui, le fece alzare la testa e la fece andare verso il cazzo teso, a
lei, sembrò naturale aprire le labbra e farlo entrare, era tanto che non
sentiva in bocca il sapore di un maschio vero.
Paolo, guardò soddisfatto la piccola bocca allargarsi per lui, sentì le labbra
stringere e si appoggiò alla nuca seguendo il movimento leggero della mamma di
Matteo.
– Brava, fammi sentire il tuo desiderio.
E lei si fece sentire, mise una mano sotto le palle, uscì a leccare tutto di
lui, poi, mise una mano sulla base del cazzo e lo affondò decisa nella bocca
stringendolo a più non posso.
– Era una fica calda e vogliosa che stava cercando il suo piacere.
Paolo, la trovò brava e esperta, sapeva come gestire le sensazioni che
provocava.;
– Calma piccola, abbiamo tanto tempo…
Lei, lo guardò con gli occhi pieni di lussuria.
– Oh, scusa, credevo volessi venire così…
– Anche, ma, io sono uno di molte pretese e non mi piacciono le mezze cose, se
vuoi farmi venire in questo modo, sappi che a me non piacciono le donne che
fanno le cose complete, fino in fondo facendo capire che sono contente di
farlo…
– Ho capito…
Per lei, non era un problema, all’inizio del matrimonio lo faceva spesso,
l’unico vero problema, era la dimensione del cazzo del ragazzo molto più
consistente di quello del marito!
Mise la mano sotto i coglioni li accarezzò e lo riprese, strinse a formare una
fica stretta e si lasciò scopare la bocca.
‘ Questa, &egrave una troia nata con una voglia pazzesca, forse, non c’era neanche
bisogno della droga’
Si lasciò spompinare per un buon cinque minuti, sempre standole in piedi,
dominandola, quando sentì che era vicino, le mise le mani sulla nuca e cominciò
veramente a scoparle la bocca mettendola in difficoltà
Carla, non riusciva a respirare, aveva perso il ritmo e lui spingeva troppo;
Lui, capì la sua difficoltà;
– Apri la bocca e tira fuori la lingua…
Lei eseguì.
– Prendilo in mano, fammi venire, sono molto vicino, fai che tutto vada in
bocca e poi finisci a prenderlo tra le labbra:
Nessuno le aveva mai parlato così direttamente, quel ragazzo, la faceva
sentire una donna assetata di sesso.
Lo fece, eseguì tutte le sue richieste, accettò i caldi fiotti sul palato e si
strinse attorno alla cappella per non perdere niente, aspettò che lui finisse
di godere e tranquillamente si nutrì del suo piacere.
Paolo, le stava accarezzando la testa, era quasi mezzanotte.
‘Se tanto mi da tanto, questa &egrave una troia da numeri, entro un ora vediamo se
ho ragione o se penserà solo al suo Matteo’
Spinse due dita nella sua tana calda a farla gemere, la guardò stringere le
cosce su quella piccola intrusione e ascoltò il suo sospiro di piacere, si
avvicinò all’orecchio per parlarle sensualmente;
– Pensa a quando al posto delle dita ti metterò questo…
E le mise in mano il sesso semi duro.
Lei, ebbe un brivido per tutta la schiena, lo guardò languida;
– Mio dio, che bello deve essere, non vedo l’ora…
Carla”””””””””””””””””””” Plagio erotico

– Se non vuoi aspettare troppo, usa le tue armi per dargli vigore…
Carla, cominciò a stringere il sesso di Paolo iniziando una masturbazione.’
Anche da moscio, era considerevolmente consistente.
Paolo, guardava le gambe della mamma di Matteo, le aveva abbassato le calze e’
lo slip, decise di sfilare il tutto completamente.
Tolse anche le scarpe lasciandola solo con la gonna nera.
Le dava un tono sexy.
Spinse di nuovo due dita tra il miele abbondante che usciva dalla calda fica”
e riprese il dolce gioco della masturbazione attorno alla clitoride.
Carla, si sentiva vicina al secondo orgasmo, quel ragazzo, la stava facendo’
impazzire di piacere, allargò le cosce per facilitarlo nel suo gioco erotico e’
abbassò la testa a toccare e prendere il cazzo che subito reagì al contatto’
delle calde labbra.’
Paolo, alzò la gonna sino ai fianchi, Carla, aveva veramente un bel fisico,’
non se l’aspettava, palpò la parte più interessante per lui e la trovò molto’
più soda di tante ragazze più giovani.
Probabilmente, la palestra, insieme alla poca pratica, l’avevano mantenuto a’
quei livelli, ci avrebbe pensato lui a rimediare a quel torto.
Sentì il sesso rigido, era di nuovo pronto, ma, lasciò che lei continuasse per’
un poco, uscì con le dita bagnate di umori e scivolò per il perineo, giocò con’
il piccolo bocciolo di carne rosa e poi, con estrema dolcezza, intrufolò il’
medio a vedere la reazione di lei.
Prima che finisse la serata, lui, l’avrebbe sodomizzata, doveva solo capire in’
che modo prenderla.
Quando vide che lei sospirava a quella intrusione allargando gentilmente le’
gambe, capì che sarebbe stato tutto molto semplice.
Un altra anima, stava per essergli donata.
La fece fermare e uscì dalla bocca, si mise a sedere sulla poltrona;
– Vieni qui…
Continuava a usare metodi gentili, voleva fosse lei a chiedere.
Strinse le cosce e le fece cenno di salirci sopra.
Lei, si sentiva la dea del sesso in quel momento.
Tutto, era stupendamente bello, mise le mani sulle spalle di lui e si portò’
sopra al cazzo teso.
Si guardarono.
Sentì un sussurro;’
– E tutto tuo…
e lei scese a prenderselo.
Lo scopava da dieci minuti e lui non aveva un cenno di cedimento.
Il sesso del ragazzo, aveva raggiunto punti erogeni che nessuno aveva mai’
toccato.
Si sentiva molto vicino all’orgasmo.
Quando si tirò su per poi lasciarsi andare ancora una volta contro il suo’
sesso, lui la fermò un attimo;
– Aspetta…
Passò il dito attorno alle grandi labbra, entrò a bagnarlo, questa volta usò’
il pollice. Lo poggiò allo stretto tunnel e guardandola passionalmente;
– Adesso, puoi scendere.
Carla, non ebbe un attimo di tentennamento, si lasciò cadere prendendosi sia’
l’uno che l’altro in lei.
Un gemito sospirato di piacere, un gridolino, un brivido.
– Oh, si… che bello.
Si rialzò e lo rifece e lui, questa volta, cambiò il pollice con le due dita’
medie ottenendo lo stesso risultato.
Lei, sospirò di piacere.
– Si, si…, continua…
Poi, venne abbondantemente…
Il gioco continuò ancora diversi minuti
Le dita non trovavano difficoltà ne ostacoli e la fica calda di Carla aveva’
assimilato benissimo le misure di Paolo.
Quando cominciò a tremare e urlare per l’esplosione del suo piacere, lui, spinse il bacino a scontrarsi al massimo per farle sentire tutto di lui.
Si sentiva le palle gonfie.
Dovette ammettere con se stesso, che la mamma di Matteo, era quella che’
l’aveva accolto meglio, era sicuro che sarebbe stata la stessa cosa per la’
sodomizzazione.
Aspettò che lei smettesse di urlare e contorcersi, per il piacere, guardò il cuore di lei’
rallentare e tornare quasi normale.
Prese i seni nelle mani e li accarezzò lascivamente, ne prese uno in bocca e’
lo succhio mordendolo.
Lei, tornò a sospirare piano assecondando le voglie del ragazzo.
– Che bravo che sei…
– Merito tuo, hai un corpo magnifico e un culo da baciare.
– Ti piace?
– Molto, &egrave stupendo, sodo, pieno, accattivante.
Carla, sotto l’effetto della droga e con le sue voglie represse, si sentiva’
una amante indecente, era felice di sentirsi troia per lui, il solo pensiero,’
l’aveva riportata a avere voglia.
Suo marito non la toccava quasi più, e quando lo faceva, veniva subito senza’
lasciarla sfogare;
– Lo vuoi?
Paolo, la guardò con uno sguardo struggente, fece finta che fosse un dono’
troppo prezioso;
– Sarebbe un regalo meraviglioso, ma, non voglio vederti soffrire, sei troppo’
bella per farti stare male…
Lei, si sentiva inorgoglita, dove l’avrebbe mai trovato un altro che la’
rispettava a quel modo e nello stesso tempo la desiderava così tanto?
– Mi sento pronta…Sento che sei la persona giusta.
– Sei sicura? Io non lo faccio mai, ma sarei onorato di farlo con te, per’
te…
Lei si sentiva al settimo cielo.
– Si, sono sicura ‘ Ti chiedo solo di fare piano, &egrave tanto che non lo faccio e’
tu sei molto grosso, magari, se avessi qualcosa per aiutarmi a farlo’
scivolare…
Paolo, fece finta di non essere esperto, ne preparato a quel tipo di rapporto.
– Per me, &egrave una novità, saresti la prima.
– Allora non importa, prendimi lo stesso, stai solo attento…
Paolo, la guardò con gli occhi addolciti.;
– Fai tu, io sono tuo, spero solo di riuscire a stare calmo quando sarà il’
momento…
– Non ti preoccupare tesoro, vedrai che andrà tutto bene.
Carla si alzò e posizionò il suo stretto tunnel all’altezza del glande e scese’
piano, toccò la punta e si fermò un attimo, lui, mise le mani sui fianchi di’
lei e aspettò.
Spinse piano a fare entrare il glande, strinse i denti e sbuffò come una’
puledra, si fermò un attimo per abituare l’orifizio a quell’intrusione, ma, era’
doloroso, molto più di quanto ricordava.
Lui, si stava godendo tutto di quel momento, sentiva lo stretto pertugio’
pulsare attorno al suo glande, fece finta di farla desistere;
– Non farlo, ti farai troppo male…
Lei, si sentiva inorgoglita, voleva fare quel dono a lui con tutte le sue’
forze;
– Non ti preoccupare, lo voglio io…
E si lasciò andare a peso morto sul sesso duro che l’aspettava.
Un urlo al cielo, forte, intenso, inaspettato per lei;
– Oh Dio, che male… Cristo, fa un male terribile…
Aveva le lacrime che scendevano per la reazione del dolore.
– Vuoi che esco?
– No…stai solo fermo un attimo, mi fa molto male, non me lo ricordavo così’
doloroso, sei troppo grosso…
– esco?…
– No…
Cercò do muovere il bacino, ma, il dolore, era veramente troppo forte.
– Carla, non riesco a stare fermo.
Lei, lo guardò, stava soffrendo un casino in quella posizione, ma, era stata’
lei a volerlo;
– Fai quello che ti senti di fare…
Lui, non rispose, la guardò fissa con passione e strinse forte le mani sui’
fianchi spingendola decisa verso il basso a farle sentire completamente tutto’
di lui.
Lei, non riuscì a trattenere un urlo di dolore;
– Ahi, mio Dio che male… fai piano, ti prego.
Lui, chiuse gli occhi e la fece salire e ricadere ancora più deciso.
Lei, continuò a urlare a ogni spinta, si sentiva squassata completamente e le’
fitte di dolore continuavano, non era più sicura di avere fatto una cosa’
giusta, ma, ormai, era troppo dentro di lei, sia col cazzo, che con la mente.
Lui, le fece sentire la sua voce;
– Che bello, come sei stretta e calda, quello che mi stai donando, &egrave unico…
e spinse a farla urlare,
– Girati.
Lei, lo guardò un attimo.
Lui la fece alzare e uscire dal suo sesso.
– Mettiti qui…
le disse dolcemente, posizionandola a carponi sul divano.
Le fece abbassare la schiena e appoggiare il viso sulla morbida pelle nera, le’
mise le mani sui fianchi, prese un cuscino e lo posizionò sotto e poi, spinse’
sulla schiena obbligandola a alzare le natiche.
Era spettacolare, pronta per lui, il bocciolo arrossato e pulsante che’
aspettava.
Lui si avvicinò al suo orecchio &egrave poggiando la schiena su di lei;
– Posso?…
Lei, ebbe un dubbio, fu la paura del dolore;
– Si, tesoro, ma fai piano, c’&egrave l’hai veramente grosso…
– Farò il possibile per stare calmo…Puntò il piccolo cratere che si era’
richiuso, spinse forte attirandola verso di se, Carla, si sentiva spaccata’
completamente dentro, nessuno l’aveva mai presa con quella passione violenta.
Gli aveva chiesto decine di volte di fare piano, ma, evidentemente quella sua’
prima esperienza, gli aveva fatto perdere la testa, dopo, con calma, gli’
avrebbe spiegato che era stato troppo irruento.
Paolo si stava divertendo un casino, le stava scopando il culo come piaceva a’
lui e lei gli e lo aveva offerto.
Si piegò mentre sentiva i primi fluidi caldi uscire da lui per scaldare lei;
– Sei unica tesoro, nessuno mi aveva mai donato la sua anima con tanta’
passione.
Carla, era distrutta e felice, quel ragazzo, aveva fatto quella prima’
esperienza per merito suo, era ovvio che non era capace a gestire la situazione’
e che le aveva fatto molto male, ma si sentiva orgogliosa di se stessa.
Guardò l’ora, ormai, erano le tre. Suo figlio l’avrebbe visto la prossima’
volta, a casa o al locale non importava.’
Adesso, era sicura che suo figlio, era in buone mani…

Chiara”””””””””””””’ Il centro massaggi

Dopo sei settimane di Byblos, Chiara, era diventata una perfetta geisha.
Addomesticata da Paolo e i suoi accoliti’ a tutti i piaceri del sesso.
Paolo, aveva indovinato ancora una volta, lei, era quella più portata ai’
giochi sessuali e lo faceva per che le piaceva farlo.
Ci metteva quella passione unica che usciva da dentro.
Era pronta per il centro massaggi, probabilmente, l’avrebbe fatta diventare la’
maitre del locale.
Lei, aveva anche superato la prova di Mandingo.
Aveva superato anche alcune pratiche’ sadomaso e di bondage.
Fisico bello strutturato, aveva subito e urlato molto meno delle altre sue’
‘discepole”
Organizzò il primo incontro nel centro massaggi ‘ Centro del Sole!.
Lei, insieme a Teresa, sarebbe stata la parte guerriera del gruppo, loro due’
avrebbero ricevuto i clienti più esigenti.
Avevano dimostrato il loro temperamento sotto le insidie del sesso violento e’
estremo.
Chiara, entrò nel centro e si guardò attorno, sapeva di pulito e, era stato’
verniciato da poco.
Quadri alla parete, molte stanze.
Si recò alla numero 9.
Sapeva cosa l’aspettava e gli ordini, erano chiari.
Rimase sorpresa nel leggere l’etichetta sulla porta.
‘Chiara, specialista corporale’
Cercò di immaginare cosa intendesse Paolo facendo scrivere quella’
presentazione, ma, preferì non andare a fondo.
Entrò, si cambiò come richiesto, mettendo un camice bianco e sotto solo delle’
autoreggenti nere, scarpe con tacchi altissimi di colore bianche.
La stanza, era piena di specchi, addirittura anche sul soffitto, ne era stato’
messo uno gigante.
Al centro due lettini da massaggio, l’unica differenza, dei lacci alle’
estremità.
Al lato destro, vicino alla porta, un divano di pelle nero.
Niente altro.
Si guardò allo specchio più vicino, sembrava un incrocio tra una infermiera e’
una estetista.
Aspettò cercando di rilassarsi, era molto nervosa per quella novità.
Al club delle mamme perdute, l’aria si era fatta sempre più tesa e Monica,’
dopo l’esperienza che le aveva fatto vivere, non la guardava più in faccia.
Appena possibile, le avrebbe chiesto scusa…
La porta si aprì.
Entrò un uomo di colore sui cinquanta, aspetto e’ fisico sgraziato, aveva una’
vistosa borsa di pelle che appoggiò sul divano, da come si muoveva nel piccolo’
ambiente, era ovvio che era un cliente abituale
‘Uno di quelli che avrei subito evitato se potessi’
– Ah, che bella sorpresa, una massaggiatrice nuova.
Si spogliò e si mise nudo sul lettino.
Lei, guardò raccapricciata il cazzo dell’uomo, aveva subito delle bruciature’
evidenti, era disgustoso da guardare.
Si avvicinò e cominciò a massaggiare il corpo.
Dopo cinque minuti, l’uomo sbuffò;
– Non mi stai eccitando, &egrave tutto qui quello che sai fare?
Lei, abbassò la testa e mise le mani sul sesso moscio, sembrava inerme e non’
reagiva alle carezze, cercò di masturbarlo con più vigore.
L’uomo si stava innervosendo e anche lei cominciava a sentirsi irrequieta.
Andò a aiutare le mani con le labbra e le strinse attorno al glande, lo leccò’
con la lingua, cercò di farlo vivere nella sua bocca, ma, tutto, era inutile.
Il cazzo rimaneva inerme, afflosciato verso destra, indifferente a qualsiasi’
sua iniziativa per animarlo.
Il paziente, si alzo di scatto e la strattonò, poi, le diede uno schiaffone’
sulla nuca;
– Brutta puttana, non sei capace di fare niente, non riesci neanche a tirare’
su un semplice cazzo!
Scese dal lettino;
La prese per un braccio;
– Sali sul lettino!
Chiara, eseguì impaurita.
– Stenditi a stomaco sotto!
Eseguì.
L’uomo prese i lacci pendenti dal lettino e la lego mani e piedi.
Prese un cuscino di pelle dal divano;
– Alza la pancia e mettitelo sotto!
Lei, eseguì sempre più impaurita.
L’uomo andò alla borsa e tirò fuori una frusta chiamata’ Gatto a nove code’.;
– Ti imparo io a fare bene il tuo lavoro!
Sentì il rumore del fruscio nell’aria e poi, sentì il proprio urlo disperato.
L’aveva appena colpita sulle natiche.
Il dolore, era cruento e improvviso.
Urlò a squarciagola, cercando aria, provò a divincolarsi inutilmente.
– Oddio! No, La prego…
– Zitta puttana, così impari a fare bene il tuo lavoro, visto che &egrave la prima’
volta, te ne darò solo dieci.
E colpì
Chiara, sentì di nuovo un bruciore violento sulle natiche, strinse forte le’
cosce per paura di essere colpita sul perineo.
Urlò la sua disperazione.
– La prego signore, la prego, ho fatto il possibile…
E lui fece saettare ancora la frusta e scese a farla piangere.
Colpì sulla schiena e poi sulle natiche e poi su e poi giù
Al decimo colpo, Chiara, si sentiva svenire, non aveva più voce per urlare ne’
lacrime da versare.
Non aveva il coraggio di muoversi, ne di parlare, singhiozzava solamente.
Sentì l’uomo che le divaricava le cosce e saliva sul lettino.
Girò un attimo la testa, fece in tempo a vedere il cazzo eretto e duro.
‘ Brutto pervertito, si eccita’ a fare male’
Sentì qualcosa che si appoggiava al suo stretto bocciolo e forzava deciso.
Fece solo un piccolo sospiro, era abituata al cazzo di Paolo, che era ben più’
grosso e duro di quello
Era ben altro il dolore che sentiva in quel momento…
Il paziente, dopo pochi secondi riempì di nettare il tenero tunnel di Chiara;
– Puttana, mi hai fatto venire subito!
Andò nella borsa e tirò fuori un vibratore di medie dimensioni.
Lo accese e si portò di nuovo tra le sue natiche.
Lo spinse dentro facendola gemere.
Lei. Chiuse gli occhi e portò la testa tra le braccia legate.
Lui, spinse diverse volte a infierire su di lei;
– vedo che sei abituata a questo genere di pratica, non avevo dubbi! Sono’
passati solo quaranta minuti da quando sono entrato in questa stanza. Ho pagato’
per un ora, quindi, quel cazzo lo tieni per venti minuti, come se fossi io a’
scoparti il culo!
‘ Mio Dio, ma, che razza di pervertiti frequentano questo centro?’
Il paziente, si spostò e si portò davanti a lei, la prese per i capelli’
tirando forte, obbligandola a alzare il viso verso di lui.
– Ringraziami per averti dato solo dieci frustate, di solito sono molto più’
severo…
‘Questo, &egrave pazzo’ pensò, poi, incrociò i suoi occhi, erano veramente malvagi;’
ebbe paura, era ancora legata e lui poteva farle delle brutte cose;
– Grazie signore per avermi frustata solo dieci volte…
Lui continuò a guardarla tenendo i capelli tra le mani obbligandola a una’
torsione del collo che le faceva male;
– Come ti chiami?
– Chiara…
– Brava Chiara, credo che diventeremo buoni amici io e te.
Prese il cazzo moscio e lo portò alle labbra di lei, sapeva di sporco e le’
faceva schifo, ma, la paura, del dolore, era più forte.
Aprì la bocca e lo fece entrare e strinse forte cercando di fare il migliore’
pompino della sua vita,
Nella stanza, solo il rumore del vibratore che ronzava dietro di lei, dentro’
di lei.
Quell’uomo, sapeva come convincere le persone a fare quello che desiderava,’
mentre succhiava disperatamente, pregava che il cazzo prendesse un minimo di’
vita.
Sapeva che da quello sarebbe dipeso la sua penitenza futura..

Luisa Una scelta difficile

Paolo, si era preso un giorno di libertà, voleva evadere dai problemi
quotidiani.
Andò al liceo a prendere all’uscita delle lezioni, Luisa.
Voleva portarla a mangiare il pesce e poi, fare del buon sesso come piaceva a
lui.
La vide che parlava con due ragazze, tutte e due molto carine, una aveva un
paio di calzoni che metteva in mostra un posteriore stupendo.
‘Non devo mischiare piacere e lavoro insieme’
Continuò a guardarle, mentre mandava un sms per dirle di andare da lui alla
macchina parcheggiata vicino al parco
La vide salutare e correre verso di lui, era felice.
Entrò al volo e lo baciò.
Lui, ricambiò, era veramente carina la sua ragazzina e poi, con tutto quello
che le aveva fatto subire nelle settimane precedenti, vederla così innamorata,
lo faceva stare bene con se stesso.
Le mise una mano tra le cosce salendo sotto la gonnellina per arrivare al
monte di venere, dove palpò con decisione.
Luisa, allargò le gambe e socchiuse gli occhi a quel tocco, erano quattro
giorni che non vedeva Paolo e aveva voglia di stare con lui.
Aveva cercato d’incontrarlo anche in quel periodo, ma, lui, era sempre stato
impegnato, d’altronde, il Byblos, era il locale alla moda del momento e lui,
era pur sempre il padrone…
Si staccò da quel pensiero e chiuse gli occhi del tutto, quando lui spostò il
piccolo slip e entrò in lei con le dita a giocare dolcemente con le sue
intimità.
Amava quell’uomo, lui, l’aveva trasformata da bozzolo a farfalla, con lui,
aveva vissuto momenti di sesso eccezionali e per lui, aveva fatto cose che non
avrebbe mai pensato
Lui, le aveva chiesto di andare a provare l’inferno e lei, era andata.
– Parlami delle tue due amiche.
Luisa, era piena di eccitazione per quello che lui le stava facendo, sbuffò
scontrosa;
– Non mi sembra il momento…
Lui, tolse la mano da sotto la gonna, la guardò cattivo e la schiaffeggiò
violento;
– Quando ti faccio una domanda, devi rispondere!.
Si tirò giù la cerniera, tirò fuori il sesso teso e pronto, la prese per la
nuca e la spinse a scendere.
Lei, arrivò sul glande, ci appoggiò le labbra, aspettò un ulteriore spinta,
aprì la bocca e lo fece entrare e subito si mise a fare tutto quello che
piaceva a lui;
– Solo quando hai il mio cazzo in bocca puoi stare zitta.
Le tirò i capelli e le diede un ritmo violento a farle capire chi comandava.
Luisa, era incazzata e nello stesso tempo felice, quando lui la trattava a
quel modo, lei, si sentiva completamente sua.
Accettò di buon grado il suo caldo nettare e come lui le aveva imparato, se ne
nutrì.
Erano passati dieci minuti e lui, la stava accarezzando, si erano fermati
sulla scogliera e la vista del mare, era spettacolare.
Erano a 50 metri da un ristorante che svettava sulla cima.
Tutto, era stupendamente romantico.
– Allora, raccontami delle tue amiche.
Luisa, questa volta, sospirò piano;
– Sono due brave ragazze…
– Anche tu lo sei…
– Dai, hai capito cosa intendo…
– Si, ho capito, ma, per me, &egrave lavoro, se trovo le sostitute giuste, riesco a
levare te da quella situazione!
– E poi, io sono anche gelosa…
Lui sorrise, le fece una carezza;
– Con le altre, &egrave solo lavoro…
Sconfitta dai suoi ragionamenti, entrò nei dettagli.
– La mora con i capelli lunghi, si chiama Giovanna, &egrave sicuramente quella che
ti piace di più, visto che ha un culo perfetto.
L’altra, la bionda, si chiama Anna e sta con un ragazzo della scuola da un
paio di anni, sognano di sposarsi, ma, sono tutti e due in bolletta e nei tempi
morti, lei, lavora come cameriera al pub’ Lord Nelson’
– E Giovanna? Niente fidanzatino?.
– Che sappia io, no!. Studia sempre e la sua unica passione, &egrave andare a
cavallo.
– Strano, &egrave molto bella.
– Ha molti ammiratori, ma, non ha trovato nessuno che le abbia fatto impazzire
il cuore come tu hai fatto con me…
La portò verso di se e la baciò passionalmente;
– Ti lascio la scelta…
– In che senso?
– Scegli tu chi portare al Byblos a prendere il tuo posto.
– No, dai…
Le prese capelli e li tirò con forza;
– Non &egrave una trattativa!
– Si, scusa…Lasciami i capelli, mi fai male…
Lui, la guardava penetrandola con quei suoi occhi incredibili.
– Anna, ti porterò Anna…
– Ok, ti aspetto stasera, digli che c’&egrave un lavoro per lei.
Luisa, rabbrividì al pensiero di che tipo di lavoro aspettava Anna se l’avesse
portata al locale;
– Va bene, ci provo…
– Non ci provi, lo fai e basta. E adesso andiamo a mangiare, ho voglia di
pesce e di te!
Alle undici e trenta, in anticipo sull’apertura del locale, Luisa suonava alla
porta degli uffici con la sua amica Anna.
Quando Paolo aprì sorridendo a trentadue denti, lei, ebbe un brivido per tutto
il corpo, aveva ancora addosso l’odore di quel ragazzo e ricordava bene come
l’aveva posseduta per un ora a casa sua.
Aveva il culo che le bruciava ancora, per quanto cercasse di adeguarsi al suo
sesso, ogni volta lui riusciva a farla urlare, fortuna che non si fermava a
farle solo quello…
– Ciao Paolo, questa, &egrave la mia amica Anna, ti avevo detto che conoscevo una
persona che poteva accontentare i tuoi bisogni…
Anna, allungò la mano, lui, la prese e ci giocò un attimo;
– Piacere Anna, entra che ti mostro il locale.
Erano passati dieci minuti, dopo una buona coca cola, erano sul divano a
parlare di lavoro.
– Graziano! Porta un altra bibita alla signorina.
Passarono altri quindici minuti.
Paolo, aveva messo una mano sulla coscia scoperta di Anna.
Luisa, con una scusa li aveva lasciati soli.
Anna, moriva dal caldo e era estremamente eccitata: si sentiva umida tra le
gambe e la vicinanza di quel bellissimo ragazzo, non le facilitava la
situazione, era li per lavoro e non aveva mai tradito il suo ragazzo, unico
uomo della sua vita, ma, quando sentì che Paolo saliva sotto la gonna, era
contenta.
Era il momento.
Per i prossimi quaranta minuti, la droga l’avrebbe resa una troia scatenata
senza inibizioni.
Spinse la mano sul pube facendola sobbalzare e sospirare.
Iniziò la preparazione, prima delicatamente, a portarla vicina all’abisso del
desiderio, poi, sempre più deciso.
Anna non capiva più cosa stesse succedendo, sentiva le dita del ragazzo
toccarle la clitoride, si sentiva scoppiare di voglia, aveva allargato le cosce
indecentemente e sospirava, il respiro sempre più affannoso.
Paolo, aveva fatto una promessa a Luisa e la mantenne.
Quando ritenne che fosse ormai partita di testa, chiamò Graziano, lo fece
spogliare e lasciò che fosse lui a continuare.
Luisa, era a fianco di Paolo dietro al vetro, lo stava accarezzando e nello
stesso tempo guardava la sua amica che veniva scopata contro il divano.
La sentiva gemere di piacere.
Paolo, le strinse un seno;
– Lo sai che quando sarà il momento, sarò io a prenderle l’anima.
– Si, lo so…
– Mi hai chiesto di non scoparla davanti a te e ho mantenuto la promessa,
dopo, però, quando sarà il momento, dovrai essere tu a prepararla per me
.Luisa, lo guardò, avrebbe voluto rifiutare, ma, non era il caso, sarebbe
stato ancora peggio per la sua amica.
– Va bene…
– Brava la mia piccola
Passarono altri dieci minuti, nel frattempo Anna aveva goduto e assaporato
nella sua calda bocca il miele di un altro uomo oltre a quello del suo ragazzo.
Tutto procedeva a dovere.
Paolo, fece cenno a Luisa;
– Vai
Lei, andò al divano, Graziano, si era allontanato lasciando Anna con lo
sguardo estasiato.
Luisa, le parlò;
– Tutto bene?
– Tutto incredibilmente bene, mi sento euforica…
Anna, era rimasta vestita solo con la gonna.
Luisa, andò dolcemente a giocarci sotto, subito , Anna reagì;
– Ma che fai, sei impazzita, non possiamo…
– Sssshhhh.
– Chiudi gli occhi e rilassati.
Anna, strinse le cosce a stringere la mano che avanzava, ma, tutto, era
stupendo, erotico, eccitante e lei, si sentiva il bisogno di continuare.
– Allargale, lasciami passare…
Anna, eseguì ‘
Cinque minuti dopo, era tutto un sospiro e gemiti al vento.
La sua amica la stava facendo impazzire, era pronta a venire di nuovo.
Luisa, la fece girare e mettere a carponi con le mani sul divano, poi, la
prese per mano, la fece alzare;
– Così non riesco a fare un gioco che penso sia molto interessante.
Anna si lasciò portare.
Luisa, la fece mettere sul bracciolo del divano, con la testa fuori e le mani
che toccavano il pavimento, la pancia leggermente fuori e il sedere all’altezza
del bracciolo.
Cominciò a leccarla tutta da pertugio a pertugio.
Paolo, entrò in quel momento, andò davanti alla ragazza sospesa in quella
posizione, era nudo, le si mise davanti alla bocca e appoggiò il suo sesso alla
bocca.
Anna, lo vide’ Mio Dio, Ha un cazzo enorme’lo fece entrare per trenta secondi
cercando d’accontentarlo, ormai, era troppo vicina al suo orgasmo.
Quando paolo, capì che era prossima al suo piacere, uscì da lei e si portò sul
divano.
Luisa, si spostò davanti a Anna e le prese le mani .
Paolo, scese con la mano alla clitoride e seguì l’inizio del suo orgasmo, con
l’altra mano, appoggiò il glande allo stretto bocciolo e appena lei gridò il
suo piacere, varcò il confine.
Piacere, dolore, urla, stupore,
Anna, a quell’intrusione, si sentì svenire, stava godendo e improvvisamente,
era stata trascinata in un vortice di dolore estremo, non capiva più che
succedesse.
Si sentiva lacerare dietro e moriva di piacere davanti.
.Cercò di alzarsi, di espellerlo.
Lo trovò ancora più dentro.
Realizzò.
‘La stava inculando!’
Quel cazzo enorme che prima era nella sua bocca, stava facendosi strada nel
suo retto.
Urlò disperata, guardando con occhi imploranti la sua amica.
Nessuno, era mai entrato da quella parte, il dolore aumentava a ogni spinta.
Luisa le parlò sussurrando;
– Resisti, tra poco &egrave finita…
Ma Anna, si sentiva dilatare in modo abnorme;
– La prego Signore, mi fa male, la prego, esca…
Paolo, ben piantato dentro di lei, si godeva l’attimo.
La ragazzina, aveva un sedere normale, morbido e neanche tanto bello, ma,
anche quello stretto all’inverosimile.
Portava la cappella quasi a uscire e poi, affondava tutto in lei
E lei urlava e implorava come piaceva a lui.
Era vicino a venire, si piegò sulla schiena di Anna;
– Da domani lavori per me, per ora, sto solo giocando con la tua anima, ma, da
domani, me la devi donare tu…
Spinse forte.
Lei urlò
Spinse e venne.
Urlò spaventata da quel liquido caldo che sentiva scivolare dove non avrebbe
dovuto.
Smise di piangere e implorare pietà solo dopo molti secondi che lui, era
venuto in lei.
Luisa, le asciugò gli occhi;
– Calmati, &egrave finita…
Anna, la guardò, aveva uno sguardo distrutto;
– Per che? Per che gli hai permesso di farmi questo? Eravamo amiche…
Non rispose, come spiegargli che era innamorata di quel bastardo che l’aveva
appena brutalizzata? E che per amore suo, avrebbe fatto anche di peggio?

Giovanna Una preda ambita

Paolo, stava ripensando alla sera prima quando sotto l’effetto della droga
aveva sodomizzato l’amica di Luisa Anna.
Aveva fatto scegliere a lei chi fosse da sacrificare, ben sapendo che per lui,
era uguale.
Quando le aveva viste con Luisa, aveva deciso subito, sarebbero state
addomesticate al piacere.
Giovanna, era una cavallerizza, sarebbe stato ancora più divertente cavalcarla
e domarla.
Doveva trovare il modo per avvicinarla.
La fece seguire per un paio di giorni, prese più informazioni possibili.
Scoprì che era la figlia di un poliziotto, questo, avrebbe potuto complicare i
suoi piani.
Si informò chi fosse il padre, quando venne a sapere chi era, sorrise
soddisfatto.
Il padre, era uno di quelli che frequentava di nascosto il Byblos.
Tramite Graziano,( il buttafuori) si era presentato a Paolo e aveva avuto
alcuni favori, gli piaceva andare a donne e non se lo poteva permettere.
L’ultima volta che lo aveva visto, ricordava che si stava scopando Chiara
insieme a un suo collega nella stanza principale,’ la mille specchi.’
Ovviamente, avevano le maschere per non essere riconosciuti, come tutte le sue
donne.
Quindi, il gancio, poteva essere lui.
Un paio di sere dopo, lo vide nel locale e lo fece chiamare.
Dopo i saluti e l’offerta di una bibita gli disse che stava cercando una
barista di bella presenza, sapeva che la figlia cercava lavoro, ma, il
poliziotto non disse niente di sua figlia, probabilmente, aveva paura si
rovinasse in quell’ambiente.
Lasciò stare, era troppo pericoloso percorrere quella strada.
Il colpo di fortuna venne con Matteo.
Conosceva Giovanna e qualche volta, erano usciti con la stessa compagnia
Lo chiamò e andò diretto al problema;
– Se riesci a portarla qui, ti farò trattare meglio e potrai guadagnare dei
soldi tuoi con una piccola percentuale sulle tue prestazioni.
Avrebbe potuto obbligarlo, ormai, Matteo, era completamente schiavizzato
dall’ambiente del Byblos e ultimamente, usava anche droghe leggere. ma, così,
l’avrebbe fatto sentire importante.
Matteo, sorrise felice per quella proposta;
– Ci sto! Non sarà difficile, gli dirò che vuoi sponsorizzare una gara di
salto con gli ostacoli, vedrai che cadrà come una pera cotta, &egrave tanto che cerca
uno sponsor per le spese che ha a tenere il cavallo alla scuderia ‘San Pedro’
– Ottimo, bella idea.
Due sere dopo, Matteo alle undici suonava all’ufficio di Paolo.
Quando andò ad aprire, rimase incantato.
Giovanna, Aveva un viso con lineamenti dolci, capelli neri lunghi alle spalle,
occhi azzurri, fisico minuto, ma, slanciato, un seno difficile da decifrare
sotto la camicia e un paio di jeans che le donavano immensamente, la parte
forte del suo corpo, come aveva già notato la prima volta, era il culo,
svettava imperioso a sedurre i calzoni, sembrava una pesca piena, da
raccogliere.
Ebbe subito una fitta violenta al basso inguine.
La fece entrare, decise di non usare la droga, voleva conquistarla e sedurla
con la vecchia arte del playboy.
Lei, lo ascoltava attentamente, le voci su quel locale, erano confuse.
Chi parlava bene, chi parlava male.
Matteo, l’aveva decantato come un posto stupendo e, in effetti, il locale, era
veramente bello,ma, sopratutto il suo proprietario, era affascinante e
stupendamente attraente.
Emanava un fascino da duro con quella barba incolta e i suoi occhi, erano
pieni di luce’ cavolo che bello che &egrave’pensò mentre lo ascoltava;
Per tutta la sera, lui fu galante e gentile, trattenne tutte le sue voglie.
Alla fine, verso l’una,l’accompagnò alla porta;
– Mi piacerebbe rivederti Giovanna…
Lei, ci pensò, tutto, era stato bello, lui, era un poco più grande di lei, ma,
almeno, era un uomo di esperienza, quella che mancava completamente a lei in
quel genere di rapporti.
– Per che no…
Paolo, spinse per rivederla presto;
– Domani?
Lei, fu presa impreparata.
– Domani? Ho gli allenamenti.
– Bene, così verrò a vedere se i miei soldi saranno spesi bene.
Lei sorrise.
– Ok, allora ci vediamo al ‘ San Pedro dopo le quattro.
– Ci sarò di sicuro!
Le diede un buffetto sulla guancia e poi azzardò a darle un leggero bacio
sulle labbra.
Giovanna non si ritrasse, quel ragazzo, era veramente uno che meritava…
Paolo, chiuse la porta e andò nella sua stanza, guardò i monitor, vide che
nella sala discoteca c’era Angela.
La fece chiamare e portare da lui.
Il suo culo avrebbe sfogato la voglia crescente che sentiva dentro di lui.
Angela aprì la porta e venne sbattuta subito per terra a quattro mani, a
carponi come piaceva a lui, il tempo di spostare lo slip e tirare fuori il
sesso fremente.
Angela urlò e subì per dieci minuti le brutali spinte del suo sesso
Smise di piangere solo quando sentì il caldo liquido scendere in lei e lui
uscire.
———————————
—————————- —————-

– Sei veramente brava. Non pensavo così tanto…
Giovanna, aveva appena finito di fare una lezione di salto, stavano portando
il cavallo alla stalla,
lui le mise una mano sulla spalla, lei non disse niente;
– Credo che i miei soldi siano spesi bene…
– Grazie.
Giovanna, diede biada e asciugò il cavallo dal sudore.
Lui la guardava affascinato.
Si portò alle sue spalle e si appoggiò al suo corpo;
– Posso aiutarti?
Lei arrossì violentemente, aveva sentito benissimo il suo sesso spingere sulle
natiche.
– No…Grazie… Il cavallo, &egrave abituato a me, potrebbe innervosirsi…
lui allungò la mono sullo straccio che lei teneva in mano per asciugare
l’animale, in quel modo, il contatto, era ancora più forte;
– Sicura?
Giovanna, era un peperone, fortuna che lui non la vedeva.
– Si, ti ringrazio…
Paolo, si staccò da lei e si riportò alla staccionata, sapeva che lei aveva
sentito…
Lei, aspetto di scolorire’ prima o poi dovrò darla a qualcuno’pensò.
Si girò, sorrise;
– Fatto! Dove mi porti di bello?
– Conosco un ristorante sul mare dove si mangia dell’ottimo pesce, problemi a
fare un poco tardi?
Giovanna, ci pensò: suo padre, era tanto che le diceva di andarsi a divertire
con gli amici, lei, aveva diciannove anni e in quel momento, aveva sentito una
eccitazione mai provata prima alla vicinanza dell’altro sesso.
Quando l’aveva sentito nella sua fierezza. Lei, aveva sentito lo slip
inumidirsi’ Diavolo, che effetto mi fa questo ragazzo’
Lui la prese sotto braccio, era veramente galante;
– Devi avvisare qualcuno?
– No, non sono mica una bambina, posso fare l’orario che voglio.
Lui, la guardò intensamente, lei, si sentì nuda ai suoi occhi, abbassò lo
sguardo, respirò a fatica;
– Andiamo in questo ristorante?
– Cero piccola…
Durante il viaggio, lui, fece cadere la mano indifferentemente sulla coscia
sinistra di Giovanna.
Lei, era vestita come la sera prima.
Lui, galantemente, prese la mano e la strinse giocando con lei, quando anche
lei cominciò a giocare con lui, capì che il più era fatto, la ragazza, stava
abbassando le difese.
Arrivati sulla scogliera, lui, la portò sullo strapiombo, l’abbracciò da
dietro facendole sentire ancora il suo desiderio;
– Guarda che spettacolo, &egrave quasi bello quanto te…
lei, non si ritrasse, le piaceva quel contatto, spinse impercettibilmente il
bacino indietro aderendo meglio a lui.
Paolo, salì con le mani ad accarezzarle i capelli, lei piegò la testa indietro
appoggiandola al suo petto, lui la fece girare e la baciò.
Fu un bacio elettrizzante, lei, aveva sentito la scossa per tutto il corpo e
stava tremando, era tanto che non baciava un ragazzo…
Lui, le mise le mani sulla schiena spingendola a se.
Giovanna, sentì forte il contatto dei sessi, nessuno, era mai stato così
vicino a lei in quell’atto sensuale.
Sentì chiaramente il temporale salire nel suo corpo.
Paolo, scese con le mani sui glutei perfetti di lei e li spinse a scontrarsi
con il suo sesso.
Vide chiaramente che lei aveva il fiato corto, ma, non aveva fretta.
Continuò a baciarla.
Poi, giocarono un poco, lei, sorrideva felice.
Quando la strinse di nuovo a se, per la prima volta le toccò il seno.
Lei, arrossì,ma, ma, non scappò via, lasciò che lui sfiorasse e palpasse e si
trovò sempre più rossa e eccitata.
Lui, la staccò e la guardò;
– Andiamo a mangiare, ho molta fame…
– Anche io…
– Si, ma io, ho più fame di te che di cibo…
Giovanna divenne di nuovo un peperone;
– Anche io…
Riuscì a dire sotto voce.
Lui, l’attirò a se, la baciò di nuovo passionalmente;
– Bene, allora cerchiamo di mangiare in fretta…
Durante la cena, gli sguardi s’incontrarono molte volte e sempre con passione.
Lo conosceva da pochissimo, eppure, era come un colpo di fulmine, voleva
andare oltre…
Paolo, la stava portando al locale, lei, aveva bevuto un bicchiere di troppo,
forse, per la paura della situazione.
Erano le dieci di sera, la prese in braccio facendola ridere e la portò nella
sua stanza, la depositò sul divano e non accese per la prima volta il
registratore.
Tornò da lei, la sdraiò e le andò dolcemente sopra.
La baciò, l’accarezzò, scese sui seni e arrivò ai jeans.
Lei, era tutto un fuoco, non respirava quasi più, quando lui scivolò sul pube
fermandosi ai bottoni e alla cintura dei calzoni pensò di svenire.
quando la fece alzare per sfilare i pantaloni, credette di morire, quando
sentì lo slip scendere anch’esso, lo guardò;
– Non l’ho mai fatto…
Paolo le mise un dito sulle labbra;
– ssshhhhhh…
Le portò una mano a slacciare i propri calzoni.
Lei, eseguì imbarazzata e impaurita.
Lui, scese sul suo fiore e accarezzò il poco pelo che lei aveva lasciato, lo
trovò lucido, giocò con le grandi labbra, ancora strette, ma, dischiuse per
lui, sentì il miele che colava, poi, fu distratto da lei;
– Oh mio Dio…
Stava guardando e sentendo il suo cazzo.
Lui, le tolse la mano e le coprì l’immagine, si posizionò tra le sue gambe
tremanti e le andò vicino all’orecchio;
– Non ti preoccupare piccola, sei pronta per ricevermi…
Al contatto del glande con il vulcano , lei, ebbe un esitazione;
– Ho paura…
– Mi desideri?
– Si…
– E allora pensa che tutto quello che faremo, sarà per farci felici a vicenda.
Spinse leggermente arrivando all’imene, si posizionò;
– Mi vuoi?
– Si, ma ho paura…
Non rispose, la guardò, lei aveva chiuso gli occhi.
Spinse a oltrepassare la barriera.
Un gemito strozzato, il viso contratto dal dolore;
– Oh Dio…Oh Dio…
Aspettò che si abituasse a sentirsi piena.
Lei, aprì gli occhi, lo guardò, fece cenno di si con la testa, aveva gli occhi
languidi e impauriti.
Paolo, cercò di essere più dolce possibile, ma, il suo sesso, non era l’ideale
per una vergine, lo sapeva benissimo e l’eccitazione lo stava spronando.
Entrò ancora un poco…
Lei gemette forte stringendolo per le spalle, quando si spinse ancora, lei lo
graffiò con le unghie, lanciando un urletto di sofferenza;
– Dio mio…hai finito?
– Quasi…
– Dio, é enorme…
– Dai, é molto più piccolo di quello del tuo stallone…
– Scemo…
Lui, le mise le mani sotto il sedere, era ora.
Spinse a fondo.
Lei, urlò al cielo,
– Oh dio, basta…basta…
Cominciò a cavalcare la sua puledra…
Lei, all’ultima stoccata, spinse le unghie nella carne fresca e mise le gambe
attorno al corpo di lui per facilitare l’entrata, poi, perse la cognizione del
tempo.
Sentiva i suoi gemiti, i loro sospiri e venne vergognosamente urlando il suo
piacere.
Vibrava e tremava.
Il dolore, era passato, quello che provava adesso, era estasi. Si abbracciò a
lui e lasciò che sfogasse i suoi ritmi.
Si sentiva stremata da quella penetrazione, ma, era felice, aveva trovato
l’uomo della sua vita…
Paolo, uscì un attimo prima di venire, era sicuro che lei lo avrebbe accettato
anche dentro,ma, era troppo presto per questa eventualità…
Giovanna, era veramente brava a cavallo.
Era grazia pura e nello stesso tempo, vederla fare quel movimento leggero del
sali e scendi a ogni passo del cavallo, era eccitante.
Guardava il sedere alzarsi dalla sella e poi appoggiarsi piano.
Avrebbe voluto essere al posto della sella!
Si interrogava su se stesso: forse, per la prima volta, il suo primo
pensiero,
non era il sesso.
Sentiva un eccitamento naturale e collegandolo a Giovanna, non aveva pensieri
violenti.
L’avrebbe presa lo stesso come piaceva a lui e le avrebbe imparato a fare
anche dei pompini da favola, ma, l’avrebbe fatto per se stesso, non per altri.
Giovanna, aveva stregato il suo cuore.
Luisa, era stata cancellata ed era diventata una delle tante.
Aspettò che finisse la lezione.
Lei, l’aveva visto e subito si era illuminata, era venuto per lei.
Appena finito il turno d’allenamento, ancora sudata con l’odore dell’animale
addosso, era corsa a salutarlo, gli era saltata letteralmente in braccio
stringendolo forte e riempendolo di baci.
L’aveva portato nella stalla al paddock del cavallo
Aveva cominciato a pulire lo stallone e a asciugarlo, quando passò sotto le
parti intime dello stallone, le venne in mente quello che le aveva detto
Paolo
quando avevano fatto all’amore la prima volta;
– Hai ragione, il tuo, &egrave più piccolo!
E sorrise
Lui seguì il suo apprezzamento negativo;
– ehi, direi che per te, &egrave ancora sufficiente, più avanti, magari…
– Sei proprio un pervertito…Fortuna che ero abituata a tenere le gambe
aperte stando sopra al cavallo…
– Ehi, piccola, le gambe hanno lavorato perfettamente ‘
Lei, arrossì al pensiero di quel momento passato insieme a lui.
Paolo, le andò vicino e le mise una mano tra le cosce;
– Mi hai fatto venire voglia…
– Non qui, se ne accorgerebbero tutti.
– Vero, ma solo se ti scopassi… La mia idea, &egrave diversa.
Le prese una mano e la appoggiò ai calzoni facendole sentire il sesso duro.
Lei, non sapeva che fare, si vergognava di ammettere che i suoi pensieri
indecenti non corrispondevano all’azione.
Fu lui a tirare giù la cerniera e a tirare fuori il cazzo.
Le prese la mano e la portò a toccarlo, poi, la guardò con quel suo sguardo
famelico.
Giovanna, si guardò attorno e quando vide che nessuno girava per le stalle,
prese a muovere la mano per tutta la lunghezza del sesso cercando di essere
meno nervosa possibile.
Paolo, continuava a guardarla.
Mise la mani sulle spalle di lei e spinse dolcemente, ma, con fermezza a
farla
abbassare sulle ginocchia.
Giovanna, non oppose resistenza.
Si trovò piegata con le ginocchia appoggiate agli stivali da cavallerizza,
era a due centimetri dal suo desiderio.
Il serpente che tante volte aveva immaginato entrasse nella sua bocca e, che
tante volte aveva sentito dai racconti delle sue amiche, era pronto per lei.
Non l’aveva mai fatto, ma, voleva farlo con tutta se stessa.
Desiderava fare felice il suo ragazzo e provare quella nuova esperienza.
Alzò un attimo gli occhi a guardarlo, era ancora rosso fuoco per la vergogna.
Ricordò i racconti, le letture e anche qualche filmino visto di nascosto.
Smise di pensare, lui, si era appoggiato alle labbra, aspettava…
Aprì le labbra, le appoggiò al glande, strinse la bocca quando lui spinse
verso di lei.
Abbassò lo sguardo chiudendo gli occhi concentrandosi.
Sentì le mani di lui sulla nuca;
– Guardami…
Lei uscì da lui e lo guardò;
– Devi farlo, mentre mi guardi, mi piace di più…
Lei, non staccò più gli occhi da lui.
Aprì la bocca in modo esagerato,ma, lui, era esagerato…
Ascoltò i suoi insegnamenti e li seguì per tutto il tempo necessario.
E li seguì anche quando lui le disse come doveva finire quel rapporto orale.
Eseguì con il piacere di eseguire e, quando finì, si senti piena del suo
nettare con l’orgoglio di esserlo.
Era stra felice, lui le stava accarezzando il viso e le aveva appena detto
che
era stata molto brava per essere la prima volta.
La fece alzare, si mise a posto i calzoni, le prese la mano;
– E adesso andiamo a casa mia, che ti voglio insegnare un poco di cose…
Dire che era euforica, era limitativo, si sentiva al settimo cielo.
Pensò al piacere provato la prima volta, aveva il desiderio di sentirlo
dentro
e di venire con lui, per lui…
– Aspetta un attimo, vado a farmi la doccia e mi cambio.
– No! Farai tutto a casa mia,
Venti minuti dopo, era nella vasca da bagno, immersa nell’acqua con le mani
di
lui sul suo corpo che piano la lavavano.
Un emozione unica, un eccitamento pazzesco
Paolo, aveva una spugna in mano e la stava passando sui piccoli seni. I
capezzoli duri dal tocco insolente e indecente.
Lui, le faceva di tutto, meno che lavarla.
Scese tra le gambe divaricate e cominciò a strofinare attorno alle sue
intimità, si soffermò sulle grandi labbra, spinse la spugna leggermente
dentro, seguita da un dito furtivo.
Giovanni, lo guardò, si morse un labbro in modo sensuale;
– Oh Dio, che bello…
Lui, tolse la spugna e cominciò a giocare con il perineo e tutto il resto,
non
tralasciò niente di intentato, quando vide che gli occhi di lei, erano
languidi
e pieni di passione, si spogliò e la raggiunse nella vasca
Avrebbe voluto farla impazzire con la lingua, farle conoscere il piacere
della
bocca sul suo fiore, ma, l’eccitazione, era troppa.
Mise le mani sulle gambe di Giovanna , le attirò verso di se;
– Vieni qui…
lei, si lasciò scivolare dall’acqua e si trovo a toccate il suo sesso eretto,
si posizionò alla meglio per riceverlo, allargò le cosce e si spinse a
profanarsi.
Il primo contatto, fu di estrema sessualità, aveva agito irruentemente per
sentirlo suo.
Gemette all’intrusione, si sentiva ancora molto stretta per lui, ma, anche
molto pronta: le grandi labbra si adattarono e si aderirono immediatamente.
Paolo, tenne le gambe di lei e le fece piegare in modo che vi fosse più
spazio
di manovra.
Entrò a cercare il caldo del vulcano e si adeguò alla lava bollente che
sentiva.
Lei, prima gemeva, poi, sospirava.
Si sentiva una dea che si immortalava per il suo Dio
Salì sopra di lui e si lasciò andare.
‘Quello si che era cavalcare…’
Usò lo stesso ritmo che usava in allenamento col cavallo e lui sembrò
apprezzare molto.
– Ehi piccola, così mi fai venire in fretta.
– Non voglio che vieni in fretta,ma, voglio che vieni…
Continuava a salire e scendere da lui, le gambe piegate ai fianchi, si
muoveva
solo con il corpo.
‘Mi ci vorrà un casino di tempo per abituarmi a questo cazzo, ma sarà tempo
speso bene…’
Si sentiva prossima a godere;
– Sono vicina e tu?…
Lui, le accarezzò il viso;
– Vieni, mi piace guardarti mentre ti trasformi…
– Veniamo insieme…
– No, dovrei uscire…
– No, rimani dentro…
‘Finirà che lo farò davvero’Pensò;
– No! vieni per me e fammi sentire quanto ti piace fare l’amore con me…
Incredibile, aveva detto ‘ amore’ non era da lui, si stava rincoglionendo?
Beh, allora, per la prima volta, era contento di essere un coglione.
Dai, non uscire…
Tornò a guardarla, aveva cambiato ritmo e si spingeva più violentemente
contro
di lui, anche i movimenti, erano più sconnessi e confusionari;
– Oh Dio…Oh Dio…
La strinse forte a se nel momento dell’orgasmo e la sentì vibrare e tremare.
Era il suo piccolo cucciolo indifeso…
– Venne in lei, con lei…
Aspettò che lei si calmasse;
Prese i seni nelle mani, li accarezzò, strinse i capezzoli facendola gemere
tra dolore e piacere;
– Quante cose ho voglia di fare con te…
– Sono qui per te, per imparare da te, sono tua come mai nessuna…Portami
nel
tuo mondo. Fammi conoscere il paradiso e se vuoi, anche l’inferno…
La baciò.
Un bacio diverso per pensieri strani.
Restò con lei ancora del tempo, poi, l’accompagnò a casa
‘Mollo tutto e la porto via con me dove non mi conosce nessuno.’
Con questi pensieri confusi si recò al Byblos.
Scese dalla macchina al solito parcheggio.
Il tempo di mettere i piedi sulla strada e chiudere la porta, si girò e vide
quattro donne, le riconobbe subito, erano le donne del ‘club delle mamme
perdute,’ Monica, Chiara, Gianna, Barbara.
Lo stavano aspettando.
Capì subito come sarebbe finita.
‘NO! Non adesso…, ‘
Non riuscì a dire niente, sentì improvvisamente freddo.
Il rumore degli spari gli sembrò distante,
Il calore di Giovanna, vicino…
Nebbia, silenzio, fine di un tormento.

Ps Grazie a tutti coloro che mi hanno letto in questa storia di destini
incrociati.
Mandatemi le vostre opinioni positive o negative a
fantasypervo@libero.it

fantasypervoi

Leave a Reply