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Racconti Erotici Etero

Il compito

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Mentre l’insegnante spiegava, Carla si agitava e guardava l’orologio, Quasi le 10 della sera. Andrà avanti fino all’ultimo secondo? si chiese. Ben si voltò a guardare verso di lei con un sorriso. Lei si sentì sciogliere dentro. Dopo questa lezione era previsto che andassero nel laboratorio dei computer per lavorare sul loro progetto. Il laboratorio non avrebbe dovuto essere aperto così tardi, ma lui ci aveva lavorato durante il week end e quindi aveva la chiave. Lei era troppo eccitata per stare attenta. Avevano lavorato sul loro progetto per almeno tre settimane. ed ogni volta che si incontravano lei si sentiva più attratta da lui. Era convinta che fosse così anche per lui, viste le occhiate che continuava a scoccargli. Nel pomeriggio si era presa il tempo per vestirsi in modo sexy, con una corta gonna nera ed una camicia azzurra, mutandine di seta nera e reggiseno abbinato. Lui indossava dei semplici jeans blue con un maglione, ma lei lo trovò più attraente che mai. Finalmente la lezione terminò. Mentre gli altri uscivano, Carla si trattenne un minuto, preparando lentamente le sue cose. Ben raccolse le sue aspettandola. L’insegnante uscì dicendo ‘ehi, spegnete la luce quando uscite’ . Carla si alzò e si sistemò la gonna mentre Ben la guardava.

‘Sei pronta’? chiese lui. Lei annuì. Era molto pronta. Mentre si piegava per raccogliere la borsa, lui le venne dietro e mise un braccio attorno alla sua vita. Lei deglutì mentre lui le girava attorno e l’attirava più vicina a se. Lei guardò in su, nei suo profondi occhi marroni e lui sorrise guardando nei suoi. Questo era il momento che aveva sognato ad occhi aperti durante tutta la lezione. Alzò le labbra per andare incontro alle sue e si baciarono, leggermente e poi più appassionatamente. Improvvisamente Ben si sciolse da quell’abbraccio appassionato. Andò alla porta, la chiuse e spense le luci. Non che qualcuno sarebbe venuto, a quell’ora, ma non si sa mai. Un lampione dalla strada spandeva una luce morbida sui due. Mentre Ben chiudeva la porta Carla si era rapidamente slacciata i primi due bottoni della camicetta in modo che lui potesse avere una vista del reggiseno. Mentre lui tornava verso di lei notò nei suoi occhi uno sguardo che le fece venire i capezzoli duri. Lui l’attirò di nuovo verso di se, e si baciarono a lungo e profondamente, la lingua di lui che scivolava sulla sua esplorandole la bocca e facendole sapere che aveva desiderato a lungo quel momento. La spinse contro il banco sul quale stavano imparando, appena 20 minuti prima, e la sollevò sulla sua superficie con le gambe aperte e lui in mezzo. Le mani di lei vagarono sul suo corpo muscoloso, e infine gli tolsero il maglione svelando una t shirt che metteva in risalto le sue incredibili braccia. Fece scorrere le unghie su e giù lungo quelle braccia, facendolo rabbrividire, poi gli tolse la t shirt. Cominciò a baciargli il torso, dal suo capezzolo sinistro e giù allo stomaco e poi lentamente su fino al capezzolo destro. Carla sentiva che lui era sensibile, quindi cominciò a far scorrere la lingua circolarmente sfiorando appena i capezzoli ed infine giocandoci gentilmente con i denti. Ben gemette, e lei poteva avvertire il suo membro pronto all’azione tra le sue gambe. Lui cominciò a baciarle il collo e le spalle mentre sbottonava la camicetta e la faceva cadere sul banco. Le sue dita si insinuarono sotto le spalline del reggiseno, tirandole un po’ prima di cominciare a massaggiarle i seni toccandole i capezzoli attraverso la seta. Carla non poteva mantenere il controllo più a lungo. Il suo pene continuava a crescere e pulsare contro di lei. Portò una mano in bassa e sbottonò i jeans, facendoli poi scivolare sul pavimento, intanto che lui le sganciava il reggiseno. Ben mise le mani a coppa su entrambi i senti, e leccò i capezzoli, spostando la testa avanti ed indietro da sinistra a destra e poi avanti e indietro ancora. Mugolo su di essi mentre lei liberava il suo cazzo dai boxer, provocandogli vibrazioni in tutto il corpo. Lei cominciò a massaggiarglielo lentamente solo con l’indice che andava su e giù su un lato del pene. Lo fece indurire massaggiandogli le palle e poi scese dal tavolo e si mise in ginocchio. Prese in mano il cazzo e ne leccò la cappella mentre lo guardava golosa. Lui le sorrise, incerto su quello che l’aspettava. Presto cominciò a gemere forte mentre lei leccava e succhiava con abilità il suo cazzo duro fino a portarlo quasi al punto di esplosione. Non ancora pronta a farlo godere, Carla si tirò indietro e gli leccò l’interno delle cosce, e fece scorrere le unghie sullo stomaco e sulle gambe procurandogli brividi deliziosi. Ben rabbrividì e la sollevò nuovamente sul banco, pronto a darle piacere. La fece stendere all’indietro e le alzò la gonna, mettendo in mostra le sue mutandine nere sexy. Si beò di quella vista per qualche istante, poi cominciò a far scorre le dita sul suo stomaco e sull’interno delle cosce, troppo timido per raggiungere il suo punto più sensibile, Si inginocchiò e con la lingua tracciò un percorso sulle sue cosce che la fece rabbrividire. Finalmente cominciò a far scorrere le dita sulla figa. Ben si accorse di quanto era eccitata. Il suo succo cominciava a filtrare dal tessuto delle mutandine. Gliele tolse e sprofondò la lingua dentro di lei. Lei gemette di piacere mentre lui la lavorava con abilità. Prima fece scorrere la punta della lingua su e giù sulla fessura, facendola deglutire. Poi cominciò a concentrarsi sul clitoride. Dapprima delicatamente poi aumentando la pressione fino a farla urlare. Ben poteva capire quanto fosse eccitata dal modo in cui stringeva le mani sul bordo del banco. Carla cominciò a massaggiarsi i senti e a tormentare i capezzoli, desiderando ottenere il massimo piacere possibile da questa esperienza. Lui le fece scivolare due dita dentro mentre la leccava e massaggiava la figa, il che la fece arrivare quasi al limite. Ben si accorse dell’orgasmo che montava, quindi si alzò e fece scorrere la lingua sulle sue cosce, e continuò ad arrampicarsi verso il piano del banco non mancando di leccare di nuovo i capezzoli eretti. Lei lo guardò, perplessa dal fatto che si era fermato, ma desiderando che la baciasse . Lui cominciò a leccare scendendo verso il basso fino alla sua fessura dalla quale stava ancora fuoriuscendo il suo fluido. Questa volta vi strisciò contro alcune volte con il cazzo, per farlo diventare di nuovo pienamente eretto, eccitandola. Fece andare il suo grosso cazzo su e già, mentre il bagnato di lei rendeva facile lo scivolamento sulle sue grandi labbra ed il clitoride eccitati. Gli piaceva talmente che quasi perdeva il controllo. Carla gemeva. Desiderava che lui le entrasse dentro.’Non posso resistere’ esclamò. Ben colse l’invito, e la fece scendere dal banco. Sedette sulla sedia, con la sua enorme erezione all’aria. La spinse su di se, lei gli si mise a cavallo e lentamente si sedette. Era esattamente quello di cui aveva bisogno. Ma non lo lasciò ancora entrare completamente. Lo fece eccitare fermandosi a mezz’aria e poi sollevandosi di nuovo, facendo ondeggiare il suo meraviglioso seno ed i capelli sul suo viso. Alla fine Carla scese su quella durezza, e deglutì mentre si sentiva riempire.

Ben gemette per la sensazione di essere stato preso interamente, e cominciò a pomparla mentre lei gli si aggrappava. Con una mano raggiunse e massaggiò i testicoli e lui le prese il seno in bocca. Quando furono entrambi pronti a godere Ben l’afferrò per il sedere e si lasciò andare, spremendo tutto il suo sperma nella figa in attesa. Entrambi si contorsero in ondate di estasi, mentre le sensazioni diventavano sempre più intense. Carla lo tenne dentro fino a che anche l’ultima goccia fu entrata. Non riusciva a credere a quello che era appena successo, mentre si alzava e metteva a posto la gonna. Ben si piegò all0indietro sulla sedia, con una smorfia sexy in viso. Si rivestirono entrambi, soddisfatti per aver allentato la tensione sessuale. ‘Pronta per andare in laboratorio?’ chiese Ben. Carla sapeva che sarebbe stato difficile concentrarsi sul progetto, sapendo che poteva fare qualcosa di molto più piacevole. Annuì, e continuarono a lavorare al ‘progetto’ due volte la settimana per il resto del semestre.

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