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Racconti Erotici Etero

Il Debito da saldare. Quando la linea tra sacrificio e piacere è sottilissima

By 21 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando Patrizia, con le lacrime agli occhi, prese le chiavi della porta per uscire, indossava una lunga vestaglia da casa che la copriva completamente dal collo fino al polpaccio; erano le 21,30, aveva finito di sparecchiare la tavola e, come faceva ogni sera, aveva messo a letto nostra figlia Giulia di appena 2 anni. Io con la morte nell’anima ed il cuore palpitante stavo seduto sul divano della cucina, fissando il televisore acceso senza però dare la minima attenzione a cosa trasmettessero, ma cambiando nervosamente canale.

Erano passati già 2 mesi da quando Maino Sarfi, il nostro padrone di casa, aveva avuto quell’incontro burrascoso con Patrizia e nulla era cambiato. Ormai avevamo 1 anno di affitto arretrato che con le spese varie ammontava a circa 7500 €; Patrizia aveva provato a convincerlo ad essere clemente, spiegandogli la nostra situazione economica e lavorativa disastrosa, ma lui non aveva voluto sentire ragione ed anzi ci minacciò di buttarci fuori di casa e di denunciarci ai servizi sociali per l’impossibilità di mantenere la nostra bambina. Vistasi messa alle strette, Patrizia per cercare di calmarlo, sfruttò l’unica carta che aveva a suo favore, ovvero un debole evidente che lui aveva per lei; Sarfi, un sessantenne  vedovo, solo e trasandato, prese la palla al balzo e ci concesse altri 2 mesi di proroga, scaduto il termine Patrizia avrebbe dovuto fargli compagnia e saldare il nostro debito con la sua disponibilità. Durante quei 2 mesi io e Patrizia provammo a fare il possibile e l’impossibile, io nonostante la mia gelosia capii che quella di Patrizia era stata una escamotage per prendere tempo e trovare una soluzione, ma fu tutto inutile ed il tempo era ormai scaduto.

 

“Allora io vado” disse con voce tremolante, io mi alzai dal divano le aprii la porta di casa e la guardai mentre scendeva per andare nell’appartamento al piano terra dove  abitava Sarfi.  Cominciai a camminare nervosamente avanti  e indietro, rosicchiando le poche unghie che mi erano rimaste, poi con il respiro affannato ed il cuore che mi scoppiava, corsi nel nostro salotto che si trovava sopra la camera da letto del bastardo e mi sdraiai per terra con l’orecchio incollato al pavimento. Sentii loro parlottare per più di dieci minuti, mi parve di capire che lui la stesse incitando ma non sentivo bene. Poi ci fu  un lungo silenzio seguito da un tonfo, tipo di qualcosa che veniva scaraventata sul letto facendo cigolare e sobbalzare  la rete; Ne seguirono dei suoni cupi, ed allora mi parve di sentire Patrizia che si lamentava, ma purtroppo non capivo bene. Così di scatto mi alzai da terra, controllai che Giulia dormisse nella sua culla, presi le chiavi ed andai al piano di sotto; Sarfi aveva un giardinetto privato che circondava la sua terrazza, scavalcai la rete bassa e feci il giro attorno al suo appartamento per arrivare dietro la finestra della stanza da letto che per fortuna era leggermente aperta.  Sbirciai attraverso le imposte per non farmi vedere e li vidi li, sul lettone di lui, intrecciati in un classico 69, lui disteso di schiena sul materasso con le gambe divaricate e lei, completamente nuda, coricata a faccia in giù sopra di lui. Il corpo sodo, sinuoso ed armonioso della mia bellissima e giovane moglie contrastava, disteso su quello di Maino, grasso, peloso e trasandato. Lui disteso sotto, teneva la testa accovacciata tra le gambe di Barbara che gli stava a cavalcioni sopra, aveva le braccia attorcigliate attorno alle cosce di lei e le manacce avvinghiate al suo splendido culo, mentre da sotto leccava avidamente la sua fighetta completamente rasata, infilando la lingua tra le grandi labbra e succhiandole il clitoride. Patrizia distesa sul pancione di lui subiva passivamente quel 69; aveva il viso contratto quasi in una smorfia di sofferenza o di disgusto, mentre il cazzo di Sarfi, grosso e soprattutto largo e nodoso, le sbatteva sul viso. Ogni tanto, rispondendo alle incitazioni di lui e ed agli schiaffi sul culo, gli leccava la cappella o lo segava con le mani, ma si vedeva che subiva senza partecipare attivamente. Dopo circa 10 minuti Maino, restando sempre sotto intrecciato nel 69, allungò il braccio ed andando a tastoni prese dal comodino qualcosa; era una specie di ovulo grande come quello della sorpresa negli ovetti di cioccolata, senza darle alcun avvertimento, in modo deciso e brusco infilò l’ovulo nell’utero, lasciando fuoriuscire dalle labbra solo un filo lungo circa 10 cm con un interruttore in punta. Poi azionò l’interruttore e riprese a leccarle la figa da sotto, come prima; Patrizia sotto l’effetto della vibrazione del sextoy e delle leccate di lui, cominciò a mugolare e muovere forsennatamente il bacino. Ben presto la sua fighetta si inzuppò, ed allora anche lei partecipò attivamente a quel 69, spompinando quel palo di carne lungo circa 20 cm come solo una pornostar sapeva fare. Lo leccava in modo lascivo senza tralasciare nessun centimetro , poi puntava le labbra sulla cappella rossa e lucida e faceva scomparire il cazzo ingoiandolo fino alla tonsille. Io strabuzzai gli occhi, sbalordito stentavo a credere che Patrizia, moglie fedele ed innamorata e madre devota, potesse succhiare il cazzo di quel vecchio aguzzino con quella porcaggine.  Rimasero in quel 69 per almeno altri 10 minuti abbondanti, poi quando lui capì che era al culmine, la fece spostare, la fece inginocchiare (lasciandole sempre l’ovulo vibrante azionato nell’utero), e lui si mise in piedi davanti a lei, infilandole di nuovo il cazzo in bocca. Patrizia diede ancora gli ultimi colpi ingoiando il cazzo fin quasi le palle, spompinando con una voracità ed una abilità che non aveva mai avuto prima con me. Quando poi Sarfi cominciò a grugnire per l’orgasmo, lei cercò di scostare la testa ed allontanarsi, ma lui la afferrò per i capelli  violentemente e piantando gli ultimi colpi per scoparla in gola e le sborrò in bocca. Lei provava con forza a discostarsi, poi vedendosi saldamente afferrata per i capelli, ingoiò gran parte dello sperma per non soffocare, mentre altri rivoli di sperma colavano dagli angoli delle labbra, gocciolando fin sopra il seno. Maino esplose in un orgasmo furioso, eiculò un quantitativo di sborra incredibile per un uomo normale; poi quando la botta dell’orgasmo finì, estrasse il cazzo dalla bocca di mia moglie, che ormai era un pozzo trabordante sperma, saliva e muco, le sollevò il viso con la mano sotto al mento, alzando lo sguardo di lei verso lui che era in piedi, e le pisciò addosso. Lei chiuse d’istinto gli occhi, ma ormai umiliata e sottomessa, lasciò che il piscio di Maino le bagnasse tutto il suo splendido e profumato corpo inzuppando i capelli ed il letto su cui giaceva. Finita la pisciata lei si accasciò  sul letto, lui le infilò una mano tra le gambe socchiuse e bruscamente le estrasse l’ovulo vibrante dalla fica; Patrizia ebbe un sussulto e restò senza fiato per qualche istante, poi il suo corpo cominciò a contrarsi in piccoli ma violenti spasmi mentre mugolava come una gatta in calore.  Maino rise compiaciuto, dicendole che era una brava puttana, poi la fece stendere sul letto impregnato, le mise 2 cuscini sotto il culo in modo da farla sdraiare con il bacino sollevato e si mise sopra di lei alla missionaria. Con un colpo lento ma deciso le piantò la sua grossa mazza ( che era ancora dura) nella figa e la scopò senza pietà come un toro che non vedeva una femmina da tempo. Da dietro la finestra vedevo il suo corpo accovacciato su Patrizia, le gambe di lei inarcate ed attorcigliate attorno la sua schiena ed il bacino di Sarfi che pompava sempre in modo deciso e costante. Sentivo i loro mugugni ed i loro sospiri di godimento mentre il cazzo di lui che stantuffava era sempre più bagnato di liquidi vaginali. Lui continuò implacabile in quella posizione senza mai stancarsi ne rallentare con il ritmo, Patrizia ebbe dopo un poco un primo orgasmo, inarcò la schiena e sollevò ancora di più le gambe in modo da farsi piantare quella mazza ancora più in fondo ma ,nonostante l’orgasmo di lei, nessuno dei due diede cenno di volersi fermare. Continuarono in quella posizione, per circa 15 minuti, poi lui restando sempre piantato dentro di lei, la sollevò di peso prendendola per la schiena; Maino si mise coricato a mezzo busto con la schiena e le spalle poggiate alla testa del letto e Patrizia si mise a cavalcioni su di lui. Lei riprese a cavalcarlo come una furia, muoveva il bacino avanti ed indietro con colpi profondi e costanti piantando quel cazzone duro nella figa. In quella posizione Maino si divertiva a torturale le tette alternando momenti in cui le strizzava il seno e le mordeva i capezzoli fino a farla strillare e momenti in cui le massaggiava i capezzoli stessi con la lingua o li succhiava dolcemente. Patrizia sembrava davvero essere in un’altra dimensione tanto che addirittura era lei che adesso cercava la bocca di quel vecchio porco, per intrecciare le loro lingue in un bacio lascivo e lussurioso. Io ormai non sapevo più cosa pensare, esterefatto e disgustato,; non capivo più dove finiva il sacrificio di mia moglie per salvare la famiglia e dove iniziava la voglia di farsi una gran bella scopata, con un cazzo di grosse dimensioni. Provavo un misto di rabbia, umiliazione e gelosia, non capivo cosa stesse succedendo, ne sapevo cosa avrei dovuto dirle, se ringraziarla o insultarla; in fondo la ragione  mi diceva che era impossibile che lei stesse godendo con quel vecchio porco che aveva sempre disprezzato. Continuarono in quella seconda posizione per altri 15 o 20 minuti, poi Maino sempre di sorpresa, riprese la pallina vibrante  e la infilò bruscamente nel culo di lei. Patrizia interruppe di colpo la cavalcata, drizzò la schiena e rimase immobile con gli occhi sbarrati per qualche secondo; Poi ancora una volta la pallina vibrante fece il suo effetto, i muscoli anali di mia moglie si rilassarono e lei con quella pallina nel culo riprese a scopare, fottendosi il cazzo di Maino. Stavolta però i colpi di bacino di Patrizia erano più veloci potenti e più profondi di prima mentre Sarfi sempre più compiaciuto le diceva che era una gran porca, una puttana preziosa, e che sarebbe stata la sua cagna da letto. Poi grazie al doppio effetto, della pallina vibrante nel culo e del cazzo enorme nella figa, Patrizia ebbe il secondo orgasmo, e penso che fu l’orgasmo più potente, profondo e lungo che lei abbia mai avuto in tutta la vita; il suo corpo divenne rigido , lei si aggrappò alla nuca di Maino mentre lui continuava a mordere e leccarle le tette ed i capezzoli, Patrizia diede gli ultimi copi decisi con il bacino, piantando il cazzo fino in fondo all’utero, ed alla fine esplose come se il suo corpo fosse attraversato da una scossa elettrica, sospirando e gemendo a tutto volume come un’asina ragliante in calore per parecchi minuti. Come non le era mai successo prima in tanti anni trascorsi insieme, l’orgasmo di Patrizia fu tanto forte e lungo che la sua figa cominciò a squirtare, spruzzando un quantitativo incredibile di liquido trasparente e viscoso sulle loro gambe e sulla pancia di Maino. Mentre Patrizia godeva, ragliava e squirtava, anche Maino raggiunse l’orgasmo e , fregandosene di poterla ingravidare, le sborrò dentro la figa, grugnendo come un porco e sbavando dal forte godimento mentre le mordeva i capezzoli turgidi. Poi quando i loro orgasmi lentamente scemavano, lui estrasse la pallina vibrante dal culo di Patrizia, lei emise ancora un profondo sospiro, perse completamente il controllo  e mentre lui la teneva sempre impalata nella figa, anche lei iniziò a pisciarsi addosso. Il piscio di Patrizia si mischiò con i liquidi vaginali della squirtata che aveva spruzzato neanche un minuto prima, inzuppando completamente le gambe di entrambi e la pancia di Maino. Rimasero attaccati ancora qualche minuto, e poi si staccò da lui accasciandosi sul letto completamente bagnato dei loro liquidi corporei; io ormai senza parole mi allontanai e tornai a casa per evitare di farle sapere che avevo visto tutto. Tornato a casa la aspettai seduto sul divano della  cucina davanti alla tv. Patrizia tornò circa 10 minuti dopo ed andò dritta in bagno per farsi una doccia. Io le andai incontro e carico di rabbia e di gelosia le dissi che era una puttana e le chiesi se si era divertita a scopare con quel vecchio porco. Lei mi diede un ceffone, scoppiò a piangere e mi disse che ero uno stronzo ingrato e che non dovevo permettermi di dire una cosa del genere, poi si tolse la vestaglia di dosso e mi disse ” guarda coglione, pensi davvero che mi sia divertita, bastardo, guardami come sono ridotta”: il suo bellissimo corpo era bagnato di liquidi viscosi e puzzolenti, i capelli erano inzuppati ed emettevano un odore pungente, i seni erano gonfi ed avevano alcuni grossi ematomi neri, uno dei capezzoli sanguinava abbondantemente così come sanguinava il labro inferiore.  Rimasi ammutolito e le seppi solo dire “Scusami amore”. Non sapevo più cosa pensare, il suo corpo era stato seviziato, eppure l’avevo vista godere fino al punto di squirtare ed addirittura pisciarsi addosso. Tutto mi era confuso, mentre lei si faceva la doccia io andai nel soggiorno e sul mobile d’ingresso, c’era un biglietto con su scritto “1^ rata 250 €,  settimana 1 saldata” e poi la firma Maino Sarfi. Quella notte Patrizia pianse per ore prima di riuscire a prendere sonno.     

Continua…

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CAPITOLO 2

I giorni seguenti non parlammo di ciò che era successo, rispettando il suo volere non le chiesi mai cosa avevano fatto, ne le dissi che di nascosto avevo visto tutto; Patrizia era schiva, triste e taciturna , nonostante le avessi chiesto scusa per quella mia accusa di essersi divertita, e l’avessi più volte ringraziata per quello che stava facendo per la nostra famiglia, sembrava sempre essere rancorosa nei miei confronti e la notte spesso aveva incubi dal quale si svegliava in lacrime.

Entrambi dopo quella sera continuammo con i nostri ritmi di lavoro serrati per cercare di recuperare economicamente ed uscire da quel tunnel, mentre di Sarfi non si avevano più notizie; come accadeva spesso, andava via il fine settimana a badare ad un terreno che aveva a circa 100 km fuori città e vi restava per giorni. Il mercoledì della settimana successiva come sempre rincasai distrutto che erano le 20, andai in cucina e trovai Patrizia che dava a mangiare a nostra figlia e la tavola apparecchiata per 3; chiesi come mai di quel coperto in più, e lei con la paura negli occhi mi disse che Maino era tornato ed essendo solo voleva cenare in compagnia.

Quella cena mi andò a dir poco di traverso, a tavola io e mia moglie eravamo scuri in volto e taciturni mentre lui era allegro e gioviale; Sarfi divorò tutte le abbondanti pietanze che Patrizia aveva cucinato, mentre io, preoccupato come lei, lo facevo bere per cercare di stordirlo e mandarlo a dormire dopo la cena, ma purtroppo non c’era verso e lui era sempre vispo e loquace. Finita la cena Patrizia prese la bimba in braccio per andarla a cullare e metterla a nanna, ma lui la fermò, sorridendo con quel fare da bastardo prepotente, mi disse di andarla a cullare io la pupa, disse che Patrizia doveva restare perché dopo una cena così succulenta ed una bella bevuta ci voleva proprio una bella scopata. Quelle parole furono come una coltellata e per qualche istante le gambe mi cedettero e fui li li per piangere dalla rabbia e dallo scoramento; poi temendo il peggio, presi la bambina ed andai nella sua stanzetta, lasciandoli soli, consapevole che quel porco di Sarfi avrebbe portato via con se mia moglie. Chiuso nella cameretta di mia figlia per qualche minuto fui avvolto da un doloroso e profondo silenzio, poi sentii il rumore delle porte interne del corridoio e del soggiorno che si chiudevano e capii che stavano andando a casa di Sarfi. Quella sera mia figlia Giulia non voleva proprio saperne di dormire , forse percependo la mia agitazione, cosi restai a cullarla per circa 40 minuti, fissando l’orologio di topolino, poi finalmente verso le 22 si addormentò. Loro erano andati via da parecchio, cosi uscii dalla cameretta e trovai tutte le porte interne chiuse, la luce della cucina spenta, mentre dal soggiorno venivano stranamente dei rumori cupi; dritto andai in quella direzione senza pensare alle conseguenze.

Quando aprii la porta loro erano li  (maledettamente non erano andati via come credevo), Patrizia era letteralmente attaccata al muro, mentre Maino la teneva in braccio con le mani sotto al culo e in piedi la scopava con foga animalesca. Rimasi pietrificato guardando le spalle e le braccia robuste che la sostenevano, le gambe ed il culo peloso di lui che si contraevano ritmicamente per penetrarla a fondo e tenerla attaccata spalle al muro, mentre lei era aggrappata a lui con le braccia attorno al collo e le gambe sinuose, lunghe e snelle attorcigliate intorno alla sua vita. Avanzai pallido dentro la stanza ma loro continuarono come se io non ci fossi, Patrizia che aveva il volto rivolto verso me, mi guardò fisso per qualche secondo con uno sguardo così glaciale e distaccato da farmi sentire uno sconosciuto ed una nullità, poi nascose il viso e continuò a gemere sotto i colpi possenti di lui. Tenendola in braccio schiacciata alla parete, la fotteva con tanto vigore che sembrava volerla spaccare in due, le sue pompate erano così potenti che ebbi l’impressione che la stesse impalando fino alle budella; le chiese sfottente “ti piace vero troia… dillo che ti piace”, poi appena Patrizia gli rivolse lo sguardo lui le sputò in bocca e subito dopo le infilò la lingua dentro. Mi dovetti poggiare al mobile basso per non cadere, mentre loro imperterriti continuarono a scopare e gemere come animali in calore.

Poi finalmente dopo circa altri 10 minuti Maino si stancò di tenerla in braccio, si staccò da lei e la fece scendere,ed allora fu come se dalla figa di Patrizia avessero tolto un tappo, perché una quantità incredibile di liquidi vaginali, mai vistale prima, colarono sulle sua cosce gocciolando fin sopra il pavimento. Lui la prese per mano e mentre lei si sistemava i lunghi capelli in modo sensuale, la fece mettere in ginocchio sul divano, con i gomiti poggiati sulla spalliera del divano e lo splendido culo, sodo e rotondo, in bella mostra. Poi con quelle manacce rudi colse del liquido vaginale che le colava dalla figa grondante e se lo spalmò sul cazzo che effettivamente era molto, ma molto piu grosso e massiccio del mio. Vedendomi li Maino in modo arrogante mi chiese letteralmente che cazzo ero venuto a fare, se ero venuto a vedere come lui si scopava la mia bella moglie porca. Io rimasi in silenzio sempre più pietrificato ed umiliato, così Sarfi continuò dicendomi che ero un povero coglione e che Patrizia non era femmina per me, che una femmina così non ero in grado di domarla e farla divertire. Patrizia non disse nulla, come se quelle frasi e quelle sue provocazioni non la riguardassero, poi lui si rivolse a lei ed in tono arrogante le disse di ammettere che le piaceva essere scopata da un vero stallone, che adorava il sua cazzo enorme e le ordinò di ammettere davanti a me che lui la faceva sentire una vera femmina puttana. Patrizia non gli rispose, ma mi guardò di nuovo con quello sguardo freddo e distaccato ( che la rendeva irriconoscibile ai miei occhi) e poi mi fece un sorriso strano, tipo un ghigno carico di desiderio e molta porcaggine, si voltò leggermente verso Maino che le stava dietro e con la mano cercò la sua mazza per infilarsela nella figa. Maino allora la prese alla pecorina li sul divano, infilandole il cazzo con un colpo lento ma deciso lasciandola a bocca aperta senza fiato e poi riprese a scoparla con la solita instancabile veemenza. Approfittando della posizione posteriore, mentre stantuffava dentro la sua figa, le tastava avidamente a piene mani la sua splendida schiena, la sua pelle morbida e vellutata, le strizzava il culo sodo e rotondo e sempre da dietro le torturarva i capezzoli e le tette sode che sobbalzavano ogni volta che il cazzo di Maino le affondava fino in fondo alla figa. Patrizia riprese a gemere dal forte godimento mentre lui continuava a grugnire e dirle cose infamanti tipo che era la sua puttana preferita, e che non si sarebbe mai stancato di scoparla, che aveva una figa sempre calda e bagnata come la più preziosa delle troie. Li guardai attonito scopare per altri 10 minuti circa, poi i lamenti di godimento di Patrizia cominciarono ad aumentare di volume sempre di più, così temendo che svegliasse la piccola Giulia li pregai di fare piano, ma loro se ne fregarono e continuarono a fottere indifferenti. Allora li supplicai quasi con le lacrime agli occhi di fare piano se no la bambina si sarebbe potuta alzare; Maino mi disse di andarmene di la da mia figlia a controllarla e “ togliermi da cazzo” oppure se volevo restare non dovevo “ rompere i coglioni perche loro volevano scopare i pace”. Nonostante la preoccupazione non riuscivo a staccarmi dalla visione di quella scena ed allontanarmi da loro, così alla fine mi avvicinai a Patrizia e provai a tapparle la bocca con le mani per farla stare zitta, ma lei si scansò ed allora per non farla ululare a tutto volume la baciai, infilandole la lingua in bocca. Le sue labbra e la sua lingua erano caldissime ed avevano un disgustoso sapore acre che mi fece capire che quel bastardo si era fatto fare un pompino e che lei aveva bevuto tutto il suo fiume di sborra calda. Nonostante la nausea non riuscivo a staccarmi, così lei aggrovigliò la sua lingua alla mia, e restammo attaccati in un bacio carico di erotismo. In tanti anni trascorsi insieme lei non mi aveva mai baciato con quella porcaggine, la sua lingua sembrava impazzita, si aggrovigliava alla mia e sembrava quasi voler esplorare ogni angolo della mia bocca per arrivare fino alle tonsille. Maino continuando a scoparla da dietro con implacabili stantuffate, si indispettì per la mia intromissione e, dimenticandosi che quella femmina che stava montando come una troia era in realtà mia moglie, mi disse di allontanarmi dalla sua puttana. Poi dopo un poco Maino raggiunse l’orgasmo ed allora si staccò dalla sua figa e poco prima di venire, fece il giro intorno a lei salendo in piedi sul divano, mi allontanò dandomi un brusco spintone e infilò il cazzo bagnato dagli umori vaginali di Patrizia dentro la sua bocca. Lei sembrò indifferente al cambio e con estrema naturalezza lo ricambiò con un pompino carico di desiderio e, sottomissione fin quando lui non le sborrò di nuovo in bocca inondandole pure le tonsille. Sarfi ansimò come un maiale, urlandole a tutto volume “succhia troia, succhia, così… brava la mia puttana”, così io fui costretto a corre nell’altra stanza per controllare che Giulia non si fosse svegliata. Quando ritornai in soggiorno loro avevano chiuso la porta a chiave e dai sospiri e rantolii era chiaro che avevano ripreso a scopare, così sconfitto tornai nella cameretta di mia figlia per starle accanto. Non so di preciso cosa fecero nella restante ora, ma so che scoparono come porci in calore senza nessun ritegno, poi verso le 23, nonostante tutte le porte di mezzo fossero chiuse, sentii Patrizia che urlava e godeva senza nessuna freno come una maiala in calore, esattamente come era accaduto la settimana prima quando l’avevo vista squirtare e pisciarsi addosso. Le urla di godimento di mia moglie furono così forti che Giulia si svegliò ed io la dovetti cullare di nuovo per farla riaddormentare. Quando uscii dalla stanza erano le 23,20 circa, Sarfi era andato via e lei era sotto la doccia, nel soggiorno c’era ancora per terra la biancheria intima di mia moglie e la sua vestaglia, il divano ed il tappeto erano bagnati fradici di piscio e di liquidi viscosi squirtati da Patrizia; sul mobile c’era il solito biglietto che recitava “ 2^ rata 250 € piu 30 € cena” e poi la solita firma Maino Sarfi. Quella notte Patrizia la trascorse vomitando e piangendo; come se quella femmina in calore, che aveva scopato per ore con Sarfi e che aveva pure squirtato non fosse stata lei, lo maledisse e mi implorò di trovare una soluzione perché non potevamo andare avanti così. Io la conoscevo bene e capivo che era veramente disperata, disgustata ed impaurita. Il giorno seguente quando lo incontraii nelle scale lo affrontai e con decisione gli dissi che non poteva continuare con questo ricatto e che mia moglie non ne poteva più; lui mi ascoltò zitto, poi mi sorrise e mi disse che ero veramente coglione perché non avevo capito che a lei in fondo piaceva essere sbattuta come una troia da un vero maschio. Mi disse di lasciarla frignare, e che per anni avevo avuto in casa una “scopatrice di razza” ,una vera cavalla da monta e non me l’ero mai goduta in pieno, ma che ora ci avrebbe pensato lui. Io ero sempre più confuso e non sapevo davvero cosa pensare, a chi ed a cosa credere. 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La terza settimana sembrò volare, tra notti insonni mie e di Patrizia, turni massacranti a lavoro e discussioni continue, poi purtroppo giunse nuovamente il maledetto mercoledì e anche quella sera rincasai da lavoro con il terrore nell’anima, non sapendo cosa dovevo aspettarmi e temendo di trovare quel bastardo gia in casa mia.

Invece quando entrai, trovai Patrizia che era letteralmente raggiante, mi venne incontro e mi abbracciò come non faceva da tempo, mi disse che a lavoro le avevano finalmente pagato delle ore di straordinario arretrato per un totale di circa 300 euro oltre allo stipendio mensile, e che avremmo potuto pagargli il mensile corrente più una rata arretrata. Io fui felice per aver evitato che mia moglie venisse scopata da quel bastardo, ma onestamente fui ancora più felice per la reazione che lei aveva avuto, per il fatto di averla vista felice di essere scampata alle mani di quel porco aguzzino, perché questo voleva dire che lui si sbagliava, che Patrizia era ancora mia. Quando Maino suonò alla porta fu Patrizia ad andargli incontro e carica di rancore, disprezzo e soddisfazione, gli getto la busta con tutti i soldi, dicendogli di andare via; Lui raccolse la busta, ci guardò con rabbia e delusione, poi disse “ ok, vado, per questa settimana va bene così”. Io e mia moglie fummo felici e passammo una serata serena e spensierata come non accadeva da tempo; un paio di giorni dopo incontrai Sarfi per le scale, lui mi chiamò in disparte e rabbiosamente mi disse che lo scherzetto della settimana scorsa non gli era piaciuto, e che l’avremmo pagata cara perché aveva aspettato tutta la settimana per farsi una bella scopata ed ora stava letteralmente impazzendo. Poi dandomi una pacca fintamente amichevole sulla spalla, prima di andar via, con gli occhi quasi indemoniati dal desiderio mi disse “ vedrai come mi rifaccio degli arretrati di due settimane, giuro che la scanno quella troia”; io rabbrividii al suono di quelle parole, ma non dissi nulla a Patrizia per quell’incontro (e per quello che Sarfi aveva detto) perché so che l’avrei terrorizzata, dandole una settimana da incubo. Per contro provai ogni modo per cercare di racimolare qualcosa per pagare anche quella rata settimanale e salvare Patrizia, chiesi un anticipo dello stipendio, domandai un prestito ad una finanziaria e dopo ricorsi anche ad un amico, ma non ricavai nulla.

Fino a quando martedì pomeriggio, mentre ero a lavoro, ricevetti una chiamata da mia moglie, che con voce rotta dalle lacrime mi disse che aveva lasciato per la notte la bambina da sua madre e che era meglio se non tornavo a casa quella sera perché Sarfi voleva riscuotere la settimana. Erano le 19, così dissi di stare poco bene ed anticipai l’uscita di un’ora, salii in macchina ed a tutta velocità giunsi a casa. Giunto dietro la porta sentii delle voci, così prima di aprire ascoltai in silenzio; era la voce di Sarfi che stava parlando con Patrizia; Lei aveva la voce rauca, e gli diceva che certe cose non le aveva mai fatte, che le facevano schifo, lo implorò di lasciarla in pace e che non erano questi i patti tra loro. Nonostante il pianto di mia moglie Maino si incazzo, mi sembrò di capire che la schiaffeggiasse e che la prendesse di peso per portarla nella stanza da letto mentre lei ancora lo pregava di smettere. Poi ancora quel maledetto silenzio che come le altre volte mi uccideva, scatenando in me gelosia,rabbia ed ansia, ma anche curiosità; ma questa volta non sapevo veramente cosa fare, ancora mi riecheggiavano in testa le sue parole minacciose “ vedrai come mi rifaccio degli arretrati di due settimane, giuro che la scanno quella troia”, così andai in macchina dove vi rimasi per circa 15 minuti, giusto il tempo di un paio di sigarette. Alla fine presi coraggio e decisi di risalire ed entrare in casa; facendo meno rumore possibile, infilai la chiave nella toppa ed aprii, nel soggiorno per fortuna non c’era nessuno, mentre venivano dei suoni dalla stanza da letto, cosi di soppiatto avanzai fin quando non riuscii a sbirciare dentro.

Ancora una volta rimasi completamente basito dalla scena che mi si parò davanti, a cui mai pensavo di poter assistere: Maino era disteso a mezzo busto sul letto con Patrizia messa a carponi che lo stava spompinando, con il viso solcato dalle lacrime, mentre dietro di lei c’era un’altra ragazza, che mi sembrava cinese o comunque asiatica, che le stava accovacciata dietro le chiappe, arandole con la lingua il buco del culo e la figa. La ragazza aveva circa 22 o 23 anni era minuta e magrolina, ma aveva comunque delle forme molto aggraziate e delineate che la rendevano davvero molto eccitante; leccava silenziosa tutti i liquidi vaginali che Patrizia, ormai eccitatissima emetteva, senza tralasciare nulla, tranne per inumidire l’anello anale e poi riscendere sulle grandi labbra. Non avrei mai creduto che Patrizia si sarebbe sottomessa a tal punto da partecipare ad un’orgia ed avere rapporti intimi con un’altra donna, ma evidentemente ormai non c’era più nulla di normale nella nostra vita familiare.

Maino era estasiato dal lavoro di bocca di Patrizia, lei sotto l’effetto del cunilingus della prostituta, leccava e succhiava con movimenti armoniosi e ritmici della testa e del collo in modo da facilitare la penetrazione fino in fondo, ingoiando quasi fino alla radice del cazzo, mentre lui con la sua proverbiale eleganza le diceva cose umilianti tipo che “voleva svuotarle le palle in quella boccuccia da brava mogliettina per bene e puttana”. Grazie al lavoro di lingua della cinese sulla figa, Patrizia si sciolse letteralmente e continuò a spompinare Sarfi con sempre maggior desiderio per minuti e minuti fino a quando lui esplose, riversando ancora una volta un fiume di sborra dentro la bocca di mia moglie che ingoiò tutto senza farsi pregare.

Poi lei si avvicinò a lui e ( lasciandomi senza parole) lo pregò di scoparla, “scopami, scopami ti prego, non ce la faccio più, la tua amica mi sta facendo morire dal desiderio, sto impazzendo” ; Maino compiaciuto le disse di restare carponi sul letto, andò in bagno e ne uscì dopo poco più di un minuto con qualcosa in mano che a causa della penombra non riuscii a decifrate. Poi lui ordinò alle due mettersi a 69, e le donne ubidirono senza proferire parola,; la giovane prostituta si distese sul letto mentre Patrizia le salì sopra a carponi, con la testa della ragazza infilata tra le gambe. Maino salì sul letto mettendosi dietro mia moglie che, ormai soggiogata dalla lingua della prostituta nella figa, sospirava sempre più profondamente e lo supplicava ancora di fotterla “ti prego infila dentro, non resisto più, scopami ti prego”. Lui le ordinò di stare ferma, di godersi il 69 poi le allargò un poco le natiche e le infilò un clistere nel culo fino in fondo e senza darle il tempo di capire. Patrizia urlò dal dolore e digrigno i denti dalla sofferenza, cercò di divincolarsi, ma lui la immobilizzò afferrandola da dietro per il collo, ed iniettò una grossa quantità di liquido, ( che dalle frasi di Patrizia capii essere acqua caldissima), e quando tutto il clistere fu svuotato dentro il suo intestino, Maino estrasse il clistere e tappò l’ano con l’ovulo vibrante. La cinese da sotto le gambe assisteva a pochi centimetri passivamente allo spettacolo, senza mai fiatare ma solo leccando Patrizia nella figa sempre più velocemente per calmarla.

Patrizia implorò ai due di smettere dicendo che si sentiva l’intestino esplodere, ma lui indifferente alle lacrime di sofferenze di mia moglie le salì dietro come uno stallone in calore e le penetrò la figa bagnata con il suo palo di carne. Messo dietro la fotteva come un indemoniato, stantuffando il cazzo tra lingua della cinese e le grandi labbra, per poi piantarlo fino alla radice dell’utero. Nonostante le avesse sborrato in bocca pochi minuti fa Maino aveva ancora le palle gonfie, il cazzo di marmo e sbavava dal desiderio come un demonio; Patrizia, totalmente sopraffatta da quel bastardo, accasciò la testa sul pube della ragazza cinese, e prese a mugolare dal godimento per la penetrazione sempre più profonda. Sarfi continuò a scoparla in quella posizione per circa 15 minuti, poi uscì dalla figa e restando sempre dietro di lei, estrasse l’ovulo vibrante dal culo; nemmeno un paio di secondi ed uno sbuffo di acqua e merda liquida le uscì dal culo, riversandosi sul volto della giovane prostituta che le stava coricata sotto le gambe nel 69. Patrizia cercò di controllarsi ma non vi riuscì ed alla fine quel liquido di merda si riversò sulla prostituta che chiuse gli occhi e la bocca, lasciando l’ano di Patrizia completamente dilatato; solo allora capii cosa voleva fare Sarfi, incularla.

Le balzò di nuovo dietro schiacciandole la testa sul pube della cinese, e senza darle il tempo di capire le piantò il cazzo in culo, con un colpo lento ma deciso e costante. Patrizia rantolò come una troia che veniva realmente squarta, pregandolo disperatamente di smettere ed urlano dal dolore; ma Sarfi era implacabile e nonostante le evidenti sofferenze di mia moglie e la difficoltà, continuò imperterrito a pompare nel suo splendido culo che lui teneva dilatato come fosse un’albicocca matura. A quella scena non potei fare a meno di entrare nella stanza; era terribile ma allo stesso tempo meraviglioso vederla così sottomessa, ed in balia di quel toro da monta. Vedendomi entrare Sarfi disse “ lo sapevo che saresti venuto, che non ti saresti perso lo spettacolo”, ma Patrizia era davvero in un’altra dimensione e sembrava non capire nulla, solo che un martello le stava sfondando il culo, dilaniandola come mai le era accaduto, mentre una lingua di donna le stava arando la figa. Il dolore della penetrazione anale violenta era così forte che si mordeva le labbra fino quasi a lacerarle, mentre gli occhi erano spalancati fissando il vuoto in uno sguardo di vero terrore e sofferenza. Le sue urla da troia macellata continuarono per minuti che mi sembrarono interminabilì, lei non riusciva nemmeno a pronunciare una parola solo a rantolare e digrignare i denti dal dolore emettendo dei suoni cupi e strozzati, così lui ordinò alla cinese di succhiarle di più il clitoride per farla eccitare e rilassare. Nonostante il massaggio di lingua della prostituta la sofferenza di mia moglie era straziante così fui io a supplicarlo di smettere perché lei non ce la faceva più e la stava spaccando. Lui se ne infischiò, mi disse “ guarda come te la spacco la tua mogliettina troia, vedrai come si diverte” ; incurante delle sofferenze atroci di Patrizia e della difficoltà evidente della penetrazione anale, Sarfi continuò a sfondarle il culo, sputando ogni tanto sull’ano e sul suo cazzo per lubrificare il tutto ed effettivamente dopo minuti e minuti, grazie al sapiente lavoro della giovane puttana, il dolore di Patrizia si trasformò in un godimento profondo e viscerale ed i rantolii di dolore divennero ululati di godimento sempre più forte e sfrenato.

I tre continuarono nell’inculata violenta incuranti della mia presenza per quasi altri 20 minuti, Patrizia divenne così furiosamente eccitata e fuori controllo che calò la testa tra le gambe della giovane che le stava sotto, e quasi a voler ricambiare per la collaborazione, mentre veniva inculata si dedicò a leccarle la figa. Vedere mia moglie, messa carponi, inculata e intenta a leccare lascivamente una figa, fu uno spettacolo straziante per me. Patrizia aveva gli occhi socchiusi, persi nel godimento completo e profondo, aveva la bocca ( che avevo baciato migliaia di volte, e con cui lei baciava amorevolmente nostra figlia) attaccata alle labbra vaginali della puttanella asiatica, in una pomiciata labbra-figa errapantissimo, infilando la lingua tra le grandi labbra, infilandola nel buco vaginale o attorcigliandola sul clitoride gonfio della ragazza. Evidentemente la sapienza di Patrizia nel fare i pompini fu applicata anche nel 69 con la puttana, perché dopo un poco anche questa cominciò a godere e sospirare, senza mai interrompere la leccata della figa di Patrizia e l’opera di assistente all’inculata.

Continuarono incuranti della mia presenza nella stanza per parecchi minuti, forse altri 20, fino a quando Patrizia non raggiunse l’orgasmo che anche questa volta fu tanto forte da farla ululare e squirtare un quantitativo immenso di liquido vaginale, che colò abbondante sul viso della troia asiatica sotto. Dopo un poco toccò a Maino venire, e dopo aver sborrato nel culo di mia moglie pisciò in faccia alla giovane puttanella che si era portato come assistente. Alla fine mentre andava in cucina per bere qualcosa per umiliarmi a gli occhi di mia moglie, mi disse “che quella sera per Patrizia non era ancora finita e che ancora aveva voglia di divertirsi”. Ed effettivamente dopo che le due donne si furono fatte la doccia insieme, complici ed ormai stranamente affiatate, continuarono a scopare per parecchio tempo, scambiandosi diverse volte posizioni e “favori”. Patrizia venne inculata almeno un’altra volta;

Poi toccò alla cinese essere posseduta da Sarfi nella figa ed in bocca, mentre io, ormai distrutto nell’anima ma con il cazzo duro per lo spettacolo a cui avevo assistito, non potei più resistere, mi calai i pantaloni ed senza farmi pregare infilai il cazzo in bocca di Patrizia. Lei senza nemmeno guardarmi, come se non le importasse di chi fosse quel cazzo, avvolse il mio membro tra le sue labbra mentre la sua lingua vi ruotava vorticosamente intorno massaggiandolo senza sosta; resistetti circa 5 minuti, poi grazie al bocchino meraviglioso di mia moglie ed allo spettacolo di Sarfi che si scopava la puttana e di questa che pomiciava con la figa di mia moglie Patrizia, raggiunsi l’orgasmo sborrandole in bocca e sul viso. Ormai Sarfi aveva il totale controllo dei mia moglie; quando terminò le sue porcate, si rivestì, a me consegnò la solita ricevuta per la rata saldata mentre a Patrizia la salutò con un bacio in bocca che però lei subì quasi disgustata. Continua… Lasciate un commento

 

Ormai erano passati parecchi mesi da quando era iniziato questo terribile incubo e Sarfi spadroneggiava nelle nostre vite, irrompendo come un demonio nella nostra ormai debole quiete familiare. Patrizia a causa delle continue assenze aveva perso il lavoro, peggiorando ancora di piu la nostra situazione economica; Maino Sarfi ovviamente ne aveva approfittato, assumendola come domestica in casa sua per un paio di ore al giorno, pagandola 200 € a settimana.

Ogni mattina mia moglie andava da lui per fare le faccende domestiche, ma ovviamente sapevo che scopavano quasi ogni giorno, e l’immagine di lui che la fotteva selvaggiamente e la umiliava mentre io ero a lavoro, mi tormentava peggio di quando invece assistevo inerme a quei festini di sesso che organizzava con mia moglie vittima e protagonista allo stesso tempo.

Una volta ad esempio rincasai che erano le 19,30 e trovai nostra figlia Giulia chiusa nel box gioco della sua stanzetta mentre loro erano in bagno, senza farmi sentire mi avvicinai e li guardai dalla fessura della porta socchiusa;

lui era seduto sul bidè con il viso rivolto verso il muro ed il rubinetto, mentre Patrizia era seduta accanto a lui, gli lavava le palle ed il cazzo, insaponandolo ma anche segandolo lentamente. Lui ridacchiava grassamente, estasiato ed eccitato dal lavoro di mia moglie, dicendole che era una gran porca, che era bravissima a maneggiare il cazzo; poi con prepotenza le chiese “vuoi scopare vero troia, dillo che vuoi essere scopata”, lei non rispose ed allora lui le pizzicò violentemente il seno facendola urlare dal dolore e ripetendo nuovamente la domanda se voleva essere scopata. Patrizia gli rispose di si, che voleva scopare subito “si scopami come fai tu” disse “ toccami e guarda che sono tutta bagnata fradicia”; non so se gli rispose così perche voleva scopare davvero o perché era stata minacciata, fatto sta che Maino si sollevò in piedi, allagando il pavimento del bagno, le disse “ ora ti faccio godere, ma prima devi ingoiare tutto troia”.

Le spostò i capelli e le infilò il cazzo in bocca fino in fondo alla gola, diede un paio di pompate mentre lei assecondava e lubrificava la penetrazione orale facendo scivolare il cazzone sulla lingua inzuppata di saliva, ed infine esplose sborrandole in bocca come faceva sempre, obbligandola a bere e leccare tutto. Poi la fece alzare, le sollevò la vestaglia lunga da casa, sotto la quale Patrizia indossava solo un reggicalze di pizzo nero e delle calze autoreggenti ( scioccai sapendo che Patrizia quando era con lui stava senza mutande e con in dosso quei capi cosi da maiala che lui le diceva di mettere) e se la scopò per circa 20 minuti, con lui in piedi e lei seduta sulla lavatrice e le splendide gambe lunghe attorcigliate intorno alla sua vita.

Fregandosene che nell’altra stanza ci fosse nostra figlia da sola che giocava nel box e che ogni tanto la chiamava, scoparono chiusi dentro quel maledetto bagno , fottendo entrambi selvaggiamente, con rabbia e foga animalesca. Lei era completamente in balia di quel vecchio porco che le stantuffava nella figa, tanto che lei , con gli occhi persi nel vuoto, cercava la sua bocca; senza unire le loro labbra allungavano le loro lingue il piu possibile fuori, attorcigliandole in una slinguazzata umida e volgarissima che non era un bacio, ma un leccarsi le rispettive lingue fino ad annodarle e scambiandosi abbondanti rivoli di saliva.

I nostri mesi andavano avanti così, con parecchi momenti frustranti ed umilianti e poche pochissime gioie; il fondo lo toccammo quel martedì di metà dicembre , io ritornai in casa tardo pomeriggio come sempre ed entrando trovai Patrizia in lacrime, rossa in viso e stravolta dalla paura, seduta sul divano. Capii che era appena rientrata perchè ancora aveva le chiavi in mano, mi avvicinai allarmato e con gli occhi lucidi, mi inginocchiai sul pavimento accanto a lei e le chiesi cosa fosse successo; lei non rispose ma scoppiò a piangere senza riuscire a proferire parole dalla forte disperazione.

La abbracciai per provare a consolarla e calmarla, quando suonò il campanello della porta; andai ad aprire e mi trovai davanti Kabir. Kabir era un ragazzo di circa 22 o 23 anni senegalese che lavorava come contadino nella campagna di Sarfi e la notte vi dormiva in una baracchetta come custode, io lo conoscevo perchè quando ci eravamo trasferiti Sarfi lo aveva mandato da noi per ritinteggiare i muri e fare qualche lavoretto di sistemazione all’appartamento.

Senza chiedere permesso Kabir entrò in casa correndo in contro a Patrizia che stava seduta sul divano, si gettò ai suoi piedi ed anche lui scoppiò a piangere pronunciando frasi nella sua lingua che ovviamente non capivo. Patrizia gli accarezzò la testa per consolarlo, ma lui era davvero in preda alla disperazione, così stordito dalla puzza di sudore infestante che proveniva da Kabir , chiesi urlando cosa cazzo fosse successo.

Kabir si lanciò ai miei piedi sempre piangendo dicendo in un italiano stentato “ io sono bravo ragazzo, no cattivo” “ io voglio solo lavorare perchè ho famiglia, no problemi, no male, no mai male”; ripeteva singhiozzando sempre le stesse frasi, cosi gli chiesi di nuovo cosa fosse successo e lui mi rispose “ io no male a tua signora, brava persona, Maino Cattivo voleva far male a signora ma io difeso”.

Tutto mi fu chiaro allora, Maino aveva organizzato un festino e voleva scoparsi Patrizia con la collaborazione di Kabir, ma il ragazzo essendo una persona per bene si era rifiutato e lei era scappata in preda alla paura; fregandomene della puzza che emanava, lo abbracciai ringraziandolo per averla aiutata.

Kabir si alzò asciugandosi le lacrime e disse che voleva andare via e scappare, ma fuori faceva un freddo bestiale e pioveva a dirotto, così per gratitudine mi proposi di accompagnarlo in macchina fino a casa; Patrizia mi riprese quasi rimproverandomi, mi disse “ ma dove lo accompagni, lui dorme in una baracca che a quest’ora sarà allagata, in più non sa se Maino voglia cacciarlo, mica possiamo abbandonarlo per strada con una notte da lupi come questa; per stasera sta qua da noi”. Poi si alzò, lo prese per mano e lo condusse verso il bagno.

Io avevo ancora addosso il cappotto, gli scarponi e la borsa da lavoro, in fretta mi tolsi quegli ingombri di dosso ed andai in bagno, dove mia moglie stava già spogliando Kabir, togliendogli quei vestiti puzzolenti e vecchi.

Il ragazzo imbarazzato rimase completamente nudo davanti a noi, aveva un fisico snello ed asciutto, i suoi muscoli erano stirati, tesi e delineati, come fossero leggermente scolpiti dalla natura e non pompati dalla palestra. Sembrava essere potente, scattante ed agile come un giaguaro, ma ciò che mi lascio di stucco fu il suo cazzo grosso e largo, nonostante lui non fosse ne robusto ne particolarmente alto ( circa 1,75).

Patrizia aprì l’acqua calda che cominciò a scrosciare dentro la doccia emanando un caldo vapore in tutto il bagno e lo invitò ad entrare, mentre a me disse di prendere i suoi vestiti e portarli fuori in balcone per non infestare casa. Andai fuori con la cesta puzzolente ed infilai il tutto nel recipiente delle cose sporche, poi andai indietro e quando rientrai in bagno Patrizia era nuda sotto la doccia insieme a Kabir;

lei lo stava insaponando , spalmando in modo sensuale il sapone profumato con la sua mano su tutto quel corpo scuro come un bronzo. Toccava ed insaponava languidamente ed accuratamente ogni centimetro della sua pelle; La doccia non era molto grande e così inevitabilmente i loro corpi bagnati ed insaponati si strusciavano, insaponandosi a vicenda in una danza viscida e sensuale.

Kabir sembrava imbarazzato ma molto eccitato dallo splendido corpo slanciato e formoso di mia moglie, il suo cazzo era diventato mostruosamente duro,grosso e largo, tanto da sembrare una bombola del DDT. Dopo avergli insaponato ed accarezzato a lungo tutto il corpo, lei versò dell’altro sapone sulla sua mano e si dedicò ad insaponare per bene il cazzo duro di Kabir, con movimenti avvitatori e lenti della sua mano snella che viscosamente scivolava su quel randello di carne che davvero sembrava grosso come una bombola del Ddt.

Kabir si appoggiò al muro per la forte eccitazione, le bisbiglio qualcosa ( forse di smettere) che non sentii bene per colpa dello scrosciare dell’acqua; poi vedendo che lei continuava imperterrita a segarlo ed insaponarlo languidamente, lui la afferrò delicatamente per i fianchi stretti, e con movimento gentile la fece voltare di spalle.

Patrizia poggiò le mani sul muro della doccia, inarcò la schiena con l’acqua calda che le cadeva sopra a cascata e sollevò il culo leggermente stirando le gambe sulle punte dei piedi; Kabir prese il suo grosso e largo pezzo di carne e lentamente lo infilò dentro la figa di mia moglie. Avvolti dal vapore e dal calore della doccia, dal profumo e dalla lubrificazione del sapone, Kabir e Patrizia scoparono beatamente sotto la doccia come se io non esistessi.

Non lo facevano in modo violento e volgare come Sarfi, ma la loro era una danza ritmica ed armoniosa, lui la possedeva in modo profondo, lento e carico di passione.

Conoscevo Kabir, sapevo che pur essendo molto giovane aveva in Senegal 1 figlio piccolo ed una moglie che non vedeva da quasi 2 anni e le sue palle gonfie e turgide come quelle da biliardo lo dimostravano.

Continuò a pompare in profondità la sua grossa mazza scura dentro la fichetta di Patrizia per parecchi lunghissimi minuti, sbattendo ritmicamente il bacino piatto e muscoloso sullo splendido culo rotondo e sodo di mia moglie finchè non esplose in un orgasmo potente, sborrandole dentro e continuando a pompare fino in fondo.

Una volta finita la scopata uscirono dalla doccia, Patrizia lo asciugò infilando di nuovo le sue mani su tutto il suo corpo, poi mentre gli asciugava servizievolmente le gambe, prese il suo cazzo in bocca, spompinando solo la cappella, che da sola era grande quanto una tazzina da caffè. Quando Karim fu asciutto e sopratutto il suo cazzone fu nuovamente duro grazie al lavoro di Patrizia che aveva leccato tutta l’asta senza tralasciare nessun centimetro, i due andarono in camera da letto per continuare la serata, passandomi davanti come se fossi invisibile.

Io assistetti a tutto ciò inerme e scioccato, ormai non ero piu padrone della mia vita e quella non era più solo la donna che avevo sposato; perchè adesso si concedeva anche a Kabir? Perchè lo faceva, per desiderio o per gratitudine? Cosa li legava? Rimasi inebetito in cucina per un tempo imprecisato, bevendo grappa disperatamente e fumando, poi fui richiamato alla realtà dai rumori del sesso selvaggio che si stava consumando nell’altra stanza.

Andai in camera e trovai Kabir steso sul letto mentre Patrizia era a cavalcioni su di lui che lo cavalcava come fosse un’amazzone, con movimenti ondulatori avanti ed indietro del bacino, dando colpi di reni potenti contemporaneamente avanti ed in basso, cercando di godersi il piu possibile fino in fondo quel grosso grosso cazzo nero che la stava facendo godere ed ansimare.

Il viso di mia moglie non era sconvolto e rabbioso come quando Maino la sfondava, ma era beata e passionalmente coinvolta; Lui da sotto pompava fino in fondo quel suo grosso martello nero, che adesso dilatava a dismisura la sua figa gonfia dislabrandola, mentre gli abbondanti rivoli di liquido vaginale colavano e visibilmente contrastavano con la pelle nera di quella mazza gigantesca.

Kabir con le sue mani ruvide ma gentili le accarezzava tutto il corpo, si assaporava gli splendidi seni sodi che sobbalzavano , i fianchi stretti, la pelle morbida per poi scivolare sulle natiche e stringere quel culo tondo e duro come il marmo. La possedeva con passione e vigore, ma anche gentilmente e molto molto profondamente.

Capii allora cosa li univa: entrambi erano delle vittime dei soprusi di Sarfi, entrambi erano disperati e senza un’apparente via di fuga da quell’aguzzino. Patrizia e Kabir avevano questo destino in comune, ma anche io come loro ero una vittima di quella situazione.

Entrai in camera, mi spogliai e mi unii a loro; quando salii nudo sul letto Patrizia era ancora cavalcioni su Kabir, con il busto piegato e steso su di lui, le loro bocche erano unite e le lingue esploravano lascivamente le rispettive bocche, intrecciandosi vorticosamente.

Patrizia si accorse della mia intromissione ma non disse nella; mi posizionai dietro di lei, pronto a fare ciò che Sarfi ancora non era riuscito a farle ovvero incularla mentre un’altro uomo la scopava in figa.

Ma quando fui pronto a penetrarla analmente, mi accorsi che il suo culo era gia dilatato a dismisura, arrossato e quasi pulsante; ancora una volta non avevo capito nulla, Sarfi e Kabir l’avevano gia scopata in 2 per ore ed ore, assoggettandola ad una doppia penetrazione estenuante per tutto il lungo pomeriggio ( scoprii in seguito che Sarfi voleva invitare altri amici e che allora Kabir vedendola impaurita si era ribellato difendendo Patrizia).

Affondai il cazzo duro senza pensare nel culo di mia moglie, mentre da sotto Kabir ancora la fotteva nella figa. Patrizia non fiatò a seguito della mia invasione anale, ormai era avvezza ad avere 2 cazzi piantati nell’intestino, restò solo ferma accovacciata sul petto di Kabir, con la sua lingua nella bocca del senegalese, assecondando la mia penetrazione e la mia scopata anale.

Sentivo attraverso le pareti interne dell’utero e dell’intestino, la mazza enorme di Kabir che ritmicamente affondava con rumori viscosi ed umidi della figa ormai allagata di Patrizia. Il mio cazzo era strettissimo e cercavo di pompare ed affondare ritmicamente, seguendo in simbiosi i movimenti di Kabir, contendendoci le viscere di quella che era la madre di mia figlia.

Andammo avanti per ore ed ore senza sosta, quando uno dei due sborrava, tornava subito in tiro grazie al sapiente lavoro di lingua sull’uccello di Patrizia ( che ormai non riconoscevo piu) e grazie alla visione della scena dell’altro che la scopava.

Patrizia ebbe almeno 3 o 4 orgasmi potentissimi ed un paio di volte arrivò persino a squirtare, tanto furono potenti e profonde le botte di orgasmo che ricevette. Io e Kabir per contro le sborrammo ovunque, nel culo, sulla bocca, sul viso e piu volte anche in figa, fregandocene di poterla ingravidare.

Patrizia, come se fosse la nostra benefattrice o forse la nostra puttana, si concesse a noi completamente, senza negarci nulla. La scopammo scambiandoci posizioni e ruoli, ma sempre possedendola con calore ed avidità infinita, alternandoci in tutti i suoi orifizzi e beneficiando di tutto il piacere che il suo corpo sapeva darci.

Anche io ebbi il piacere di sborrarle in bocca e di incularla sotto la doccia mentre lei, piegata a novanta gradi teneva in bocca il cazzo di Kabir. Alla fine ci accasciammo sul letto stanchi e appagati che erano le 24 e restammo così fino al giorno successivo.

Qualche settimana dopo avvenne finalmente la svolta; una ditta a cui avevo mandato il curruculum mi ingaggiò, offrendomi quello che era il mio vero lavoro di ragioniere contabile e la busta paga succulenta che ne derivava.

Lasciammo quella casa maledetta e tutta la disperazione che ci aveva dato e ci trasferimmo all’altro capo della città, vicino il mio nuovo posto di lavoro. Riuscii persino a far assumere Patrizia con un contratto part-time e tutto divenne di nuovo meraviglioso; non parlammo mai piu di quel periodo a casa di Sarfi e di tutte quelle tragedie che avevamo vissuto.

Un giorno poi, mesi e mesi dopo, mentre lei faceva la doccia, vidi il suo cell che vibrava, lo guardai e lessi un messaggio di Kabir che le dava appuntamento per il pomeriggio seguente a casa mia, mentre io ero a lavoro.

Scoprii che Patrizia continuava a vedersi con Kabir ed a scopare con lui, che lei era dipendente dal suo cazzo enorme e che se volevo restare con lei e tenere la famiglia unita dovevo accettare la cosa.

Da allora Patrizia si fa scopare da Kabir almeno un paio di volte a settimana e certe volte partecipo pure io in una scopata selvaggia con doppia penetrazione.

Tutto era ripiombato nell’incubo nuovamente.

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