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Racconti Erotici Etero

Il doppio sogno di Daniele ed Elisa

By 1 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

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*** DANIELE ***

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“Vieni qua, chiappona”. Il campo visivo di daniele era totalmente assorbito da un culo. Era un culo rotondo, un pò abbondante, non da fotomodella ma con un suo perchè, coperto solo da un tanga, uno di quelli in cui le 3 cordicelle si uniscono a 3/4 di culo dando la sensazione, per intenderci, con i jeans a vita bassa, di non indossare l’intimo. Un attimo dopo il cazzo di daniele era sparito dentro quel culo, entrava e usciva, entrava e usciva, entrava e usciva… Poi, la sveglia. Daniele si ridestò con un’erezione feroce. Venti centimetri abbondanti di carne dura, che lo avevano reso celebre tra i suoi amici e protagonista delle chiacchiere delle ragazze.

“Elisa. Cazzo mi stavo inculando Elisa!”

Elisa era una ragazza che frequentava i corsi con lui. Era simpatica, Elisa, e brillante. I ricci neri le lasciavano scoperto il collo e gli occhi, neri e accesi, le davano un aria spigliata. Ma non era una strafiga. Culo un pò grosso, un filo di pancetta. “Però secondo me ha delle belle tette” – si disse daniele tra se. E poi c’era questo fatto che non faceva sesso anale da quanto? 8 mesi? 1 anno? Le ultime donne che aveva avuto o non avevano voluto provare o lo avevano interrotto a metà, dicendo che faceva troppo male, che aveva l’arnese troppo grande. La giornata passò via tranquilla, anche se ogni tanto il pensiero di Elisa tornava, arricchito di sempre nuovi particolari rispetto al sogno . Poi, verso le 7 di sera, arrivò una mail:

“Caro Daniele,

ti devo chiedere un favore enorme. Domani devo consegnare l’esercitazione di matematica e ci sono gli ultimi 3 punti che non proprio non mi tornano. E’ importantissimo! Se mi aiuti, ti devo un favore. Baci,

Elisa”

“Guarda te i casi della vita.” Daniele era molto bravo in matematica e quell’esercitazione l’aveva fatta senza problemi. Le mandò il file, mentre in testa gli ronzava ancora quel tanga e il suo cazzo che entrava e usciva, entrava e usciva, entrava e usciva. Nella mail scrisse: “Se mi vuoi, sono su Skype”. Tempo 5 minuti e Elisa lo contattò:

Elisa: “Dani sei un tesoro grazie mille”

Daniele: “Figurati Eli, non c’è di che”

C:”No, dico davvero, sei impagabile. Come posso sdebitarmi?”

Daniele qualche vaga idea ce l’aveva, eccome. Provò a frenarsi:

D:”Elisa, davvero, non mi è costato nulla”

C:”No, davvero, mi hai svoltato la serata! Esprimi un desiderio!”

Daniele pensò che Elisa stesse immaginando una birra o una cosa del genere. Il suo cazzo, però, decise per lui

D:”Una prestazione sessuale?”

C:”Stai scherzando?”

D:”Forse. O forse no. Diciamo di no.”

C:”….E quando? Ora?”

D:”Certo, hai detto che ti ho svoltato la serata, no?”

C:”Ora non posso… sono indisposta, ho le mie cose”

D:”Sono sicuro che sei una donna dalle mille risorse :-“

C:”Tipo?”

Daniele a questo punto realizzò di avere un’erezione. Forse la terza dalla mattina. Premeva sul tessuto dei jeans, faceva anche un pò male. Andò avanti senza quasi rendersene conto.

D:”Voglio il culo”

C:”Cosaaa??? Non mi pare proprio equo. Un’esercitazione di matematica non basta mica caro mio..”

D:”…”

C:”Se ti accontenti di un lavoretto di bocca, forse…”

Daniele non credeva ai propri occhi. Questo lato di Elisa lo prendeva proprio in contropiede. Forse stava scherzando. O forse no. Decise di restare al gioco. E di rilanciare un pò.

D:”Ok, vada per il pompino. Però ti voglio in topless”

C:”…ok. Vengo io o vieni tu?”.

D:”Visto che io verrò di sicuro, facciamo che almeno in questo caso vieni te”

C:”Che simpatico che sei… tra mezz’ora sono li”.

Ventinove minuti dopo Elisa era li. Una vaga ombra di trucco. Un pò di rossetto che sarebbe finito inevitabilmente sulla cappella di Daniele. Lo sguardo non era più quello della ragazza sicura e sbarazzina che tante volte Daniele aveva visto. Ora ci si leggeva incertezza, un pò di paura. Ma se era li, voleva dire che lo voleva davvero, e quindi quello sguardo nascondeva anche eccitazione.

C:”Quindi? Cosa devo fare?”

La voce le era uscita un pò tremolante. E questo a Daniele piaceva molto. Era lui che doveva comandare il gioco, decidere come cosa e quando.

D:”Lo sai, devi tirare fuori le tette. Spogliati”. Il maglioncino rosa venne via con facilità. Il problema erano i bottoni della camicetta bianca: a Elisa tremavano le mani e non fu un’operazione facile.

D:”Ti tremano le mani. Sei nervosa?” Chiese Daniele con un sorriso. Elisa non rispose, ma dopo poco si ritrovò in reggiseno. Bianco pure quello, in pizzo. Con un po’ di esitazione, andò via pure quello. Imbarazzatissima, si coprì i seni con le mani.

D:”Metti le mani dietro alla schiena”

Lei obbedì ancora. Daniele si alzò dal divano in cui si era goduto la scena, si avvicinò, le carezzò una guancia. Lei aveva gli occhi chiusi, il respiro affannoso. Succhiò con avidità il dito che Daniele le offriva. Poi il dito scese, lungo il collo, la scapola, in mezzo ai seni, sui capezzoli turgidi di Elisa. Daniele la condusse sul divano e la fece sedere sopra di lui, a gambe aperte, i loro sessi separati solo da qualche centimetro di cotone.

D:”Offrimi le tette”

Elisa si prese i seni tra le mani, li strinse e li alzò all’altezza della bocca di Daniele. Che cominciò a leccarli, scendendo dal collo, seguendo lo stesso percorso delle mani poco prima. Arrivò ai capezzoli, li succhiò, ci roteò la lingua intorno. Li morse piano. Elisa ansimava, gli occhi annebbiati. Si guardarono negli occhi, un lungo sguardo, languido e intenso. Elisa capì che era arrivato il momento. Si mise in ginocchio e cominciò ad abbassargli la zip. Non fu un’operazione facile..

C:”Posso chiederti la cortesia di non venirmi in bocca? Non mi piace molto”.

D:”L’unica cortesia che posso concerti è questo cuscino, mettilo sotto le ginocchia. Per il resto, non solo ti sborrerò in bocca. Ma tu ingoierai, e anche di gusto. E mi ringrazierai per averti concesso questo onore.” Elisa abbassò gli occhi, remissiva. Il cazzo di Daniele era a stento contenuto dallo slip, sotto il quale se ne vedeva la forma, lungo, duro, con la cappella svettante. Elisa ne segui la forma con il dito e poi lo tirò fuori. Daniele non potè non notare con che sensualità lei si morse un labbro.

C:”Ti piace, vero?”

D:”Si. Da morire…” mugulò Elisa mentre si strusciava come una gatta al cazzo di Daniele. Lo bagnò con la sua saliva e poi se lo struscio sulle guancie, sulle labbra, sul collo.

D:”Vieni più vicino. Voglio sentire le tue tette sui miei coglioni”.

Elisa obbedì. Sollevò i coglioni di Daniele e se li mise tra le tette. Poi ingoiò il cazzo e cominciò il pompino. Si vedeva che non era molto esperta. Daniele la prese per la testa e cominciò a dettare il ritmo, all’inizio delicatamente, poi in maniera più decisa.  Forse anche per questo, i denti di Elisa sfiorarono più volte la cappella sensibilissima di Daniele.

“Stai attenta, che cazzo. Neanche un pompino sai fare”

“Scusa p….padrone”

Quella parola così inaspettata eccitò clamorosamente Daniele che sentì montare l’orgasmo, forte, impetuoso. Il primo fiotto di sperma arrivò pochi istanti prima del primo urlo di piace di Daniele. Poi l’asta continuò a mandare fuori sperma, e ancora e ancora, il frutto di svariate erezioni si stava riversando nella gola di Elisa che, nonostante l’impegno, non riusciva a mantenere tutto in bocca. Gocce di sperma cominciarono a colare dalle sue labbra, ancora attaccate al cazzo turgido di Daniele, lungo il mento, la gola e il seno.

D:”Succhia… succhia… continua a succhiare, svuota coglioni che non sei altro… succhia”

E Elisa continuava a succhiare. E ogni succhiata dava a Daniele una scossa che partiva dalla base della spina dorsale e arriva, come una scarica, nel cervello.

D:”E adesso ingoia…ingoia tutto…e ringraziami”

Elisa ingoiò, anche se con evidente disgusto:  ci mancò poco che non vomitò tutto.

“Che cazzo fai? Ti fa schifo la mia sborra?”

“Scusa padrone.. è che.. è che non sono abituata” Disse Elisa con il cazzo di Daniele ancora in mano, ad un centimetro dalla bocca. Lo scappellò ancora un paio di volte, un altro bacio sulla cappella e poi….

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*** ELISA ***

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“Allora… se consideriamo la tangente al punto mediano della trasformata di fourier, al centro della sua banda passante, questa incontra l’asse delle ascisse nel punto A. Quindi aggiornando la funzione descrittiva, sostituendo il punto A al punto C e ricalcolando, avremo un’altra tangente, la cui intersezione con l’asse x sarà più vicina al valore che vogliamo stimare. Agendo ricorsivamente possiamo ottenere la stima con il livello di approssimazione voluto…”. Era almeno un quarto d’ora che Elisa leggeva quella frase, ma proprio come un quarto d’ora fa non ci aveva capito nulla! Cavolo, proprio non riusciva a capire, e domani avrebbe dovuto consegnare tutto al proff. Il file dato dal professore era aperto sul monitor del computer, Elisa lo guardava disperata. Non era neanche a metà. Elisa decise di concedersi qualche minuto per se stessa, per riposare il cervello. Andò su facebook, aggiornò le news per vedere le notizie più recenti dei suoi amici. In cima alla pagina comparve Daniele, aveva pubblicato un nuovo album fotografico. Elisa lo aprì subito. Buona parte del tempo in cui restava connessa a facebook lo dedicava alle foto di Daniele. Elisa non si chiedeva perché, anzi forse se lo chiedeva, ma non si dava una risposta. Forse gli piaceva, ma poi pensava al fisico asciutto e sportivo di lui, contro quello un po’ anonimo di lei. Elisa infatti non si considerava bella. Ma non gliene importava molto, o così sembrava. Daniele invece lo considerava molto bello, “sicuramente avrà già una ragazza, figurati” pensava.

Elisa con la sua quarta di seno, il suo metro e 68, i suoi fianchi un po’ larghi ed un accenno di maniglioni laterali si considerava bruttina. Aveva molti amici, era considerata sveglia e simpatica… appunto. Per Elisa quel simpatica suonava male! Elisa comunque tornò alle foto di Daniele e inevitabilmente tornò, come quasi tutti i giorni, sulla foto che lo ritraeva in mutande, di profilo in una camera, mentre si metteva una maglietta. Le mutande che indossava erano dei boxer aderenti, e il suo pacco era ben evidente dal profilo delle mutande. Se quello era il suo cazzo a riposo, confrontandolo con i cazzi che aveva visto in vita sua, Elisa concluse che Daniele era sicuramente messo piuttosto bene. Elisa caricò quella foto dalla cartella nascosta in cui l’aveva scaricata nel suo computer e la mise a tutto schermo. In casa era sola ma controllò lo stesso e chiuse la porta di camera. Poi prese dal posto segreto in cui lo nascondeva il dildo che le aveva regalato il suo ultimo ragazzo. Quindi si sedette con il bacino in avanti, la schiena indietro e le gambe larghe. Si tirò giù i calzoni della tuta che indossava. Quindi abbassò le mutandine e si alzò la maglietta. Non indossava il reggiseno Elisa, almeno non in casa. Le dava fastidio. Per uscire invece lo metteva, altrimenti ad ogni passo le sue tette avrebbero oscillato e danzato vistosamente. D’altronde però a volte Elisa si sentiva a disagio anche quando lo portava, le sue tette erano proprio appariscenti in quel caso, ed Elisa aveva la sensazione che tutti le guardassero.

Elisa si massaggiò la sua vagina con la mano destra mentre con la sinistra si occupava del suo seno. Elisa si divertiva a torturare i suoi capezzoli ed il suo clitoride. Li stringeva tra pollici ed indice, tirando e ruotando. Spesso immaginava di essere legata e che quelle cose le fossero fatte da qualcun altro, un suo aguzzino, magari proprio Daniele. A volte Elisa immaginava addirittura che la cosa avvenisse in aula, davanti a tutti. A questo punto i suoi capezzoli erano ritti e turgidi fino a farle male, sensibilissimi ad ogni tocco, anche il più leggero. La sua fica invece era abbondantemente bagnata. Elisa quindi prese il suo dildo e guardando lo schermo con la foto do Daniele seminudo lo infilò dentro la sua fica, tutto e senza troppi complimenti. La fantasia di prima continuava, un padrone non si preoccupa certo della sua schiava. Elisa pensava al cazzo di Daniele dentro di se, le sue mani legate dietro la schiena, i suoi vestiti strappati e sparsi per la classe, qualcuno addirittura li usava per farsi una sega osservando la scena. La sensazione di impotenza, l’esposizione, la sottomissione… Elisa era sensibile a queste cose e nelle sue fantasie ricorrevano spesso. Elisa ansimava oscenamente, il suo bacino esplodeva in contrazioni ritmiche, la sua fica era in fiamme, le sue tette ballavano davanti alla classe immaginaria, Elisa sentiva l’orgasmo salire sempre più forte, per un attimo ebbe la tentazione di infilarsi un dito nel culo. Lei non aveva mai fatto sesso anale, ma nelle sue fantasie Daniele la inculava spesso. Questo aumentava ancora di più in Elisa la sensazione di possesso, dominazione, sottomissione! Continuò a penetrare la sua fica con il dildo, sempre più velocemente, immaginando che Daniele la stesse inculando davanti a tutti. Impegnava nello sforzo praticamente tutti i muscoli del corpo e non staccava gli occhi dalla foto di Daniele. Alla fine urlò per un orgasmo eccezionale, potente e molto bagnato. Elisa pensò che una volta o l’altra avrebbe inondato la tastiera del suo portatile, rischiando di romperla.

Elisa si dovette riprendere un secondo, si rivestì e con un po’ di fatica raggiunse il bagno per sciacquarsi la faccia. Elisa aveva quasi paura delle sue fantasie, dell’Elsia che le viveva e che ne traeva piacere. Cercava però di nascondere questo lato di se, se ne vergognava, pensava che in lei c’era qualcosa di sbagliato.

Elisa dunque tornò all’esercitazione, e nuovamente era disperata. Ad un certo punto ebbe un idea, Daniele era bravo in matematica e nel suo profilo prima aveva notato, non senza una certa invidia, che lui aveva già finito ore fa. Decise di mandargli una mail in cui gli chiedeva aiuto. Daniele rispose dicendo che era su Skype. Benone pensò Elisa, ora poteva sfangare l’esercitazione e finalmente riposarsi. Accese Skype e contattò Daniele. Lui gli inviò l’esercitazione fatta. Che meraviglia pensò Elisa, tutto già fatto, la serata era risolta. Era proprio felice, il favore fattole da Daniele le aveva proprio tolto tutta l’angoscia che provava. Sentiva di doversi sdebitare. Chiese a Daniele in che modo. Daniele dopo qualche secondo rispose che da lei voleva del sesso. Questa risposta la prese in completo controtempo. Non se l’aspettava. Appena si riprese notò che era già abbondantemente eccitata. Un’altra emozione però si faceva strada in lei, paura. Elisa, forse come atteggiamento dovuto o una sorta di convenzione non accettò subito, cercò di tirarla per le lunghe. Ma Daniele continuò per la sua strada, la scusa del ciclo che Elisa usò le si rivolse contro. Daniele voleva il suo culo, e lo voleva adesso. La decisione con cui scrisse quelle parole provocò un’altra scossa di piacere ad Elisa. Elisa cercò di contrattare, sempre facendo quello che ci si aspettava da lei, se avesse risposto in maniera coerente con quelli che erano i suoi desideri avrebbe accettato subito, all’istante, ma non era appropriato. Ad un certo punto, forse pensando ancora che fosse un gioco, Elisa cedette dalla sua posizione e concesse un pompino a Daniele.

Dopo qualche minuto Elisa era in macchina, diretta verso casa di Daniele per fargli un pompino in topless. Elisa aveva già avuto un orgasmo in casa mentre si cambiava, pensando a quello che poteva succedere e all’inappropiatezza di quello che stava facendo. Aveva indossato un paio di jeans a vita bassa, un perizoma nero a vita ancora più bassa. I calzoni lasciavano così vedere il suo coccige. Poi mise un maglioncino rosa, una camicetta bianca ed un reggiseno di pizzo bianco. Insomma un look sexy, ma non esagerato. Elisa era in macchina ed il cuore le batteva a mille, proprio non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Suonò alla porta, Daniele le aprì. Elisa era molto nervosa. Daniele le disse di spogliarsi. A quelle parole Elisa ebbe una reazione strana. Era molto imbarazzata e nervosa, stava infatti tremando, ma nonostante ciò in qualche modo non poteva fare a meno di obbedire a quelle parole. Elisa si spogliò, tolse il maglioncino. Poi iniziò a sbottonare la camicetta. Se lo faceva Daniele avrebbe visto il suo reggiseno, con le tette compresse al suo interno. Con un po’ di difficoltà riuscì a farlo. Con un sospiro profondo fece infine l’ultimo passo, il primo su una nuova strada per Elisa, e si tolse anche il reggiseno. Adesso il suo abbondante seno era nudo, a disposizione di Daniele. Sembrava quasi una delle sue fantasie.

Daniele le disse di mettere le mani dietro la schiena e nuovamente, quasi spinta da una forza estranea, Elisa obbedì. Poi Daniele giocò con il suo seno, prima con le dita, poi con la lingua e la bocca, Elisa era molto eccitata, tremava dall’eccitazione. Alla fine giunse il momento del pompino. Elisa provò a chiedere che non le venisse dentro, non le piaceva ingoiare lo sperma. La risposta di Daniele fu brusca, doveva attenersi a quello che sarebbe stato il volere di Daniele, senza se e senza ma. Elisa fece un gesto automatico, abbassò gli occhi senza commentare, piegandosi al volere di Daniele. Elisa se ne accorse ed ebbe una nuova vampata di piacere. Poi guardò il cazzo di Daniele, era li davanti a lei, l’oggetto di tutte le sue fantasie da almeno due anni a questa parte. Gli abbassò i calzoni, e con il cuore in gola, la fica rovente d’eccitazione ed il cervello in subbuglio, abbassò le mutande di Daniele ed ebbe finalmente il suo cazzo in mano. Per Elisa era una sorta d’onore, quasi venerava quel pezzo di carne, gonfio e pulsante, così voglioso e bisognoso di attenzioni. Prima di iniziare se lo strusciò un po’ sul collo, sulle guance, sbattendoselo anche sulle tette. Poi lo prese in bocca.

Elisa non aveva fatto molti pompini in vita sua, e complice l’agitazione e l’eccitazione, era un po’ impacciata. Fu però aiutata da Daniele. Poco dopo che Elisa prese il suo cazzo in bocca, con le tette a sorreggere e massaggiare con movimenti leggeri i testicoli gonfi, Daniele le mise entrambe le mani dietro la nuca. Elisa aveva sempre le mani dietro la schiena. Il cazzo di Daniele in bocca, la sua cappella tra le labbra, la sua lingua intorno al suo cazzo, le piccole gocce di sperma che già fuoriuscivano dal cazzo di Daniele che si mescolavano con la sua saliva e le impastavano la bocca. Le mani di Daniele cominciarono a spingerla potentemente su e giù. Il suo viso arrivava quasi fino alla selva di peli pubici che circondavano l’attaccatura del pene al resto del corpo di Daniele. Questo provocava dei conati ad Elisa, si sentiva quasi soffocare. Provava a respirare col naso, ma non era così semplice. Ad un certo punto con i denti strinse un po’ e riuscì a prendere fiato, Daniele si arrabbiò. Elisa chiese prontamente perdono, veramente dispiaciuta di non aver svolto il suo compito al meglio e di aver contrariato Daniele. Nello scusarsi lo chiamò padrone. Le venne automaticamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Questo sconvolse Elisa, che ebbe un altro imponente flusso di eccitazione e di umori nelle sue parti intime. La stessa cosa successe a Daniele, che cominciò ad eiaculare dentro la bocca di Elisa. Lo sperma arrivava a fiotti abbondanti, elisa aveva la bocca piena di saliva e sperma, che le colavano dai bordi delle labbra. Non faceva in tempo ad ingoiare tutto per non soffocare che subito la sua bocca era di nuovo piena. Solitamente ingoiare sperma non le piaceva, anzi la faceva vomitare. Con Daniele questo non successe, lo sperma di Daniele che le riempiva la bocca e che poi le scendeva nel suo apparato digerente dava ad Elisa una sensazione stranamente piacevole. Comunque era in difficoltà per via dell’abbondanza dello sperma prodotto da Daniele, ci mancò poco che soffocasse, ed ebbe dei conati di vomito che però Daniele ignorò continuando a svuotarsi dentro di lei.

Elisa si scusò nuovamente chiamando ancora Daniele con l’epiteto di padrone. Anche stavolta lo fece come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma non era finita qui….

CONTINUA….

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