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Il favoloso mondo di Amelie

By 6 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Ricordo la prima volta che Matteo me lo propose, avevamo deciso di passare un week-end al mare, eravamo a rapallo in un alberghetto carino sul lungomare.
Il sabato era trascorso bene dopo la giornata in spiaggia e la serata in un ristorantino a mangiare pesce, era appena scoppiata la primavera e si cominciava a vedere gente svestita per le strade. Non ho mai nascosto a Matteo la mia attrazione per la bellezza femminile spesso sottolineandola in giro nelle ragazze che incontravamo, chiariamo sono gelosa, ma questa mia attrazione mi portava una certa curiosità.
Quella sera non so come finimmo a parlare di sesso a tre. Con una ragazza ovviamente, era la scelta piu ovvia pensando che il genere femminile mi incuriosiva parecchio e facemmo un divertente giochino pensando a chi avremmo voluto tra le nostre lenzuola, la serata volò e complice qualche bichiere di vino bianco ci ritrovammo in camera a fare del gran sesso, non il solito sesso…fu qualcosa di diverso.
Matteo prediligeva posizioni da dominatore e io lo lasciai fare nonostante preferisca di gran lunga cavalcare…
l’odore di sesso nell’aria era piu forte, lui ci metteva piu grinta e nonostante fossi notevolmente piu umida mi trovai a sentire piu forte il suo uccello, mi aveva preso a pecorina e ad ogni colpo potevo sentire lui entrare fino in fondo e le sue palle accarezzarmi il clito, quasi darmi degli schiaffetti, resistetti per una decina di minuti poi non ce la feci piu
“ti prego fammi salire sopra”
“perchè? è la migliore pecorina di sempre amore!”
“voglio un’orgasmo, subito!”
già piccolo difettuccio, vengo solo così, o meglio allora credevo così
“dai cavalcami allora”
fece lui sdraiandosi supino al centro del lettone
appena salita sopra mi impalai in un sol colpo, ero fradicia e non volevo altro che cavalcarlo mentro strofinavo il clitoride sul suo basso ventre.
Venni in un paio di minuti, Matteo si era aggrappato alle mie natiche e faceva quello per cui l’amavo di piu, si muoveva come un forsennato avanti e indietro permettendomi di toccare il cielo in pocchissimo tempo.
Mi presi qualche secondo con il suo cazzo che pulsava dentro di me, gli occhi chiusi e qualche goccia di sudore che colava giu dal seno verso l’ombellico…poi per la prima volta fui io a rompere il silenzio:
“hai immaginato Chiara mentre mi scopavi prima?”
lo feci con un sorriso malizioso probabilmente perchè nonostante mi usci un tono quasi da arrabbiata lui ghignò
“parli della pecorina?”
prese tempo
“parlo della violenza con la quale mi hai montato”
“non pensavo a nessun’altra”
rimasi un po’ di stucco, ogni volta cercava di tirare fuori tutta la mia perversione nascosta e ora che gli servivo il tutto su di un piatto d’argento lui si tirava indietro?
“pensavo a te che fai un bel pompino tesoro…”
ho capito, era l’orgasmo a parlare, le sue palle erano gonfie e se c’era una cosa che avevo imparato era la sua predilizione per la mia bocca…
“…mentre io ti scopo” continuò
quei pochi attimi mi sembrarono ore, ebbi un sussulto quando vidi il ghigno precedente di nuovo sul suo volto.
non riuscii a dire altro che:
“cosa?”
avevo capito, non sono scema se lui mi scopava e io facevo un pompino doveva esserci un’altro uomo e non avevamo neanche mai sfiorato l’argomento.
“dai che hai capito, ti piacerebbe?”
“piacerebbe cosa??”
continuavo sulla mia linea e per la mente annebbiata dall’orgasmo e per la confusione mista eccitazione che provavo
“vorresti fare un bel pompino ad un ragazzo mentre io ti scopo?”
il suo tono si faceva piu serio
“credevo pensassimo ad una donna”
“si ma di quelle non ne troviamo, ne abbiamo già parlato prima”
“pensavo stessimo giocando, io…”
“tu hai voglia anche se non hai il coraggio di esporti di piu”
“ho paura con un’altro uomo”
tornai diretta sull’argomento, di colpo ebbi paura che non se ne parlasse piu
“perchè paura??”
“non lo so ho paura di perdere il controllo oppure di cambiare idea quando poi mi ci trovo dentro”
“si ma la voglia non ti manca”
mentre pronunciava queste parole mi fece notare di come io inconsciamente ero tornato a cavalcarlo
“non lo so teo, poi non saprei chi…”
da una parte volevo l’orgasmo e finirla li con questo discorso scomodo dall’altra avevo appena tirato un amo e speravo abboccasse
“francesco”
Dio ci speravo, Francesco è un suo amico, 1,80 fisico possente, sono sempre stato molto attratta dagli uomini così il ricordo piu bello di Francesco è quando una delle tante volte che eravamo usciti mi aveva fatto una carezza in viso per gioco, con le sue mani enormi prendeva quasi completamente la mia faccia, ricordo di averci pensato tante volte al quel insulso gesto…
“francesco è impegnato!”
“mica deve sposarti, una scopatina..!”
“e tu mi faresti scopare dal tuo amico?”
“è il mio migliore amico, se faccio mettere le mani su di te da qualcuno non posso che pensare a lui”
“pensi che ci starebbe?”
ormai mi ero tradita, lo stavo cavalcando come un matta, lui aveva l’uccello di marmo e io non capivo piu niente
“gliene parlo se mi dai il permesso”
“non so lo…”
l’orgasmo si avvicinava e lui cominciò a rallentare…
“dammi il permesso e ti faccio morire”
“bastardo!! si si ok ma non fare casino e ti prego scopami”
non dovette dire nulla, il suo intento l’aveva raggiunto e gli bastarono pochi colpi di reni per farmi morire…
mentre raggiungevo il culmine sentivo lui pulsare dentro di me, mi afferrò per i fianchi e poi esplose con un lungo brivido dentro di me.
“oddio”
fu l’unica cosa che riusci a dire mentre il nettare dei suoi testicoli si trasferiva inesorabilmente dentro di me.

La mattina di domenica mi svegliai alle 8 in punto e mi fermai a fissarlo, un po’ di luce entrava in camera dalla finestra mezza aperta, avevamo scopato così la sera prima cazzo! ma ero troppo presa da altri pensieri per accorgermene, eravamo ancora nudi e il fazzolettino che avevo messo fra le coscie per pulirmi era ancora li, ero crollata e ora era pieno di sperma e puzzava. Dovevo farmi una doccia ma il cervello mi martellava in un unica direzione. Francesco.
Sollevai piano le sue coperte e lo trovai con l’asta bella in tiro, Matteo non era esagerato per dimensioni, mi era capitato di provare qualcosa di piu grande ma una cosa era sicura, sapeva usarlo bene e poteva farlo per ore senza lasciarmi a bocca asciutta come qualcuno prima di lui… mentre pensavo a questo mi trovai ad averlo in mano e li mi venne una grande idea. C’era solo una cosa che piaceva a Matteo piu di un pompino. Svegliarsi con un pompino.
La mattina però non era il mio forte ma quel giorno credetti di voler fare un eccezione, lo scappellai dolcemente e cercando di non svegliarlo mi misi comoda, cominciai a riempirlo di saliva passandoci leggera la lingua sopra, quando capii che si stava per svegliare mi misi in modo da guardarlo negli occhi e mi infilai la punta tra le labbra, ci mise poco a capire cosa stava succedendo.
“amore…wow…”
“shhh zitto”
poi mi sentii la situazione in pugno
“parlavi sul serio ieri sera??”
“il mio amico?”
“si”
“si.”

“fammi sapere cosa ti dice…”
gli strizzai l’occhiolino e per un attimo mi sentii una vera troia, non era da me quel comportamento ma lui lo stava apprezzando sul serio;
feci volare via le lenzuola, lui si tirò un po’ su con la testa contro la spalliera, io mi piazzai in ginocchio fra le sue gambe, con la mano sinistra gli massaggiai le palle mentre con la destra correvo su e giu sul suo cazzo grondante della mia saliva, cominciai a succhiare sempre piu la cappella e lui presto si irrigidì, senti mettermi le mani in testa, era arrivato il momento. Accellerai con la mano mentre la lingua si concentrava sul frenulo.
Spompinarlo era ogni volta meglio anche se non amavo ammetterlo, cominciò a spingermi la testa con due mani e senza esagerare mi fece capire cosa voleva… non fece piu di due schizzi, la scopata della sera prima aveva fatto svuotare per bene le sue palline, e lo feci venire nella mia bocca, poi ingoiai, non lo facevo spesso ma quel giorno era particolare, poi leccai per bene tutta l’asta fino alle palle e tornai su a pulirgli la cappella.
Lo guardai negli occhi era distrutto, volevo baciarlo ma sapevo che non avrebbe apprezzato mi avvicinai per uno stampo e lui mi infilò la lingua in bocca, sorpresa ricambiai il bacio, quel week-end aveva cambiato qualcosa in noi due.
Venerdì ore 17, un’altra settimana lavorativa finita.
Una settimana passata a pensare alla proposta…oramai stava diventando un’ossessione tanto più che Matteo non ne aveva quasi più fatto menzione.
Salutai Monica ed Elisa, le mie colleghe e prima di uscire incrociai Luca che non perse occasione di fermarmi per scambiare due parole.. più che altro con lo scopo di provarci
“Al solito” pensai…
Potevo sentire il suo sguardo posarsi sul mio bel culetto mentre uscivo dall’edificio… Mi infastidiva un po’ questa cosa, soprattutto la spudoratezza con la quale lo faceva: erano più le volte che colloquiava con la mia scollatura che con me…
A distogliermi dai miei pensieri ci pensò il cellulare, un sms:
“Sarà Teo che mi comunica l’ennesimo ritardo sul lavoro” pensai
“Ciao amore guarda che faccio tardi mangia pure ci vediamo per le 9, ti va se stiamo in casa?”
Appunto…ed è pure stanco se non vuole uscire, giusto il tempo di rispondere con un freddo “ok” e mi arriva la risposta
“C’è un regalino per te sul letto fatti trovare cosi…”
Cercava di farsi perdonare, niente di nuovo… Non approfondii la cosa e chiamai un’amica per mangiare con lei
Arrivai a casa mezzoretta prima di lui ed entrando in camera mi ricordai del regalo! Strappai la carta e rimasi allibita…
“Completino da sexy scolaretta” recitava la scatola e sotto l’immagine di una bellissima bionda (che le scuole le aveva finite da un po’) vestita di pochi centimetri di tessuto.
Non nascondo che fui presa da una vampata di calore…non sapevo se volevo assecondare le sue intenzioni o se rimane offesa dalla cosa.
“Al diavolo”
Aprii la scatola ed estrassi il contenuto, non so che mi prese ma quando Matteo entrò in casa mi trovò sul divano con le gambe accavallate, avevo indossato la gonnellina scozzese a pieghe blu, corta abbastanza da far intravedere gli slippini bianchi che misi per l’occasione, la camicetta bianca cortissima corredata di cravattino e le mie gambe erano avvolte dalle parigine in microfibra tinta latte che trovai nella confezione. Probabilmente non facevo lo stesso effetto della modella in foto ma con i miei sandali in raso e tacco a spillo mi ci avvicinavo per altezza.
In fondo sono solo un po’ bassina ma la mia terza di seno si fa rispettare e come dice Teo il mio culetto urla cose che fanno rabbrividire la maggiorparte dei maschietti che incontro…
Sapevo che mi sarei trovata in imbarazzo e prima che potesse dire qualcosa gli chiesi di abbassare le luci del soggiorno
“Sei una favola” gli scappò lo stesso
arrossii leggermente e mi sentii stupida, poi scavallai le gambe e senza accorgermene mi trovai ad accarezzare il tessuto delle mutandine, non mi riconoscevo e un secondo prima di quanto avrei deciso che era il caso di smetterla mi venne accanto Matteo.
Posò un dito sulla mia spalla e lo fece scivolare giu per il braccio in corrispondenza della mia mano, allargai le dita per permettergli di accarezzarmi…stavo morendo dalla voglia e non mi bastava quel tocco attraverso il tessuto, feci per sfilarmi le mutandine ma lui mi fermò.
Si mise in ginocchio davanti a me, mi scostò di lato gli slip e appoggiò le sue labbra alla mia patatina… Avrei voluto che quel momento fosse eterno poi la sua lingua fece capolino sul mio clito e capii che era anche meglio!
“Divino” pensai, poi più nient’altro.
Altrernava colpetti sul clito a rotazioni circolari sulle mie labbra poi si tuffò dentro un paio di volte per tornare inesorabilmente con una dolce prepotenza a riempire d’attenzioni il clitoride, lo sentii succhiarlo leggermente e quando ormai credevo di conoscere a menadito il suo balletto d’ardore fece qualcosa che mi lasciò senza parole.
La sua bocca abbandono il centro del mio piacere e la sua lingua, con una lentezza quasi irritante, scese a lambirmi le labbra, si tuffò dentro di me e continuò per la sua strada fino ad arrestarsi sul mio fiorellino… Sapeva che per quanto non glielo vietassi non era tra le cose che amavo di più ma quella volta sembro deciso e quasi mi sentii in colpa a volerlo fermare.
Sentii il buchetto del mio sederino ammorbidirsi e cedere leggermente sotto i suo tentativi di penetrazione orale…
In un momento di lucidità gli chiesi
“c’e qualcosa che mi sfugge amore?”
“Ho pensato ancora al sesso in tre”
“Non era solo un pompino?”
“Per iniziare!”
Riusciva a comunicare in botta e risposta pur non lasciandomi troppo tempo senza la mia razione di coccole orali. Dove voleva arrivare però?
“Lo sai che non amo i giochi col culetto”
“Dobbiamo sperimentare un po’ tesoro…”
Prima che potessi replicare sentiii cedere il mio ano sotto la pressione del suo dito, non c’era dolore e il fastidio era in ballottaggio con il piacere.
Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo cercando di rilassarmi poi cercai di tenere in piedi la conversazione
“E questo cosa centra con il sesso in tre?”
“Il passo dal pompino alla scopata e breve e tu mi devi un regalino in esclusiva nel caso volessimo portare le cose fino a quel punto”
Non mi andava di replicare soprattutto in quel momento in cui per l’eccitazione la cosa mi sembrò sensata. Un secondo dito si fece spazio la dietro e la lingua tornò a infierire sul clitoride gonfio.
Non avevo più idea di cosa stesse succedendo e di quanto tempo era passato mi resi solo conto che quando si staccò da me per abbassarsi i pantaloni pensai:
“Grazie a Dio era ora”
Lo vidi tirar fuori da un cassetto un tubetto di lubrificante e senza pensare cosa potesse farci li mi preparai mentalmente.
Qualche secondo dopo mi trovai nella stessa posizione ad accogliere il suo uccello nel mio culetto dapprima la punta poi rilassandomi lo sentii cedere, stavo impazzendo! Non era per niente doloroso come mi avevano fatto credere in giro, non era piacevole come davanti ma sicuramente era diverso, ogni millimentro che entrava mi sentivo più piena e mi resi conto che ora non potevo perdermela questa cosa.
“Esci amore”
“Di già? Un po’ di resistenza ti prego!”
“Esci!”
Uscì con un certo rammarico ma la cosa si trasformò nel suo ghigno malefico quando mi vide mettermi a pecorina.
Me l’aveva detto un milione di volte, poche ragazze hanno questa predisposizione naturale alla pecorina, non mi limitavo a mettermi a gattoni, le ginocchia vicine il culetto in alto e la zona lombare vicino al piano come piaceva tanto a lui. A volte si soffermava a guardarmi per interi minuti, sosteneva che la perfezione di una donna si misura anche da questo, totalmente glabra, in quella posizione offrivo appieno le mie labbra alla sua attenzione e lui mi ricambiava con ore di piacere orale e fisico…
In quell’occasione credo sia stato anche più d’effetto, non perse un minuto a contemplarmi, mi sentii infilare una lama calda nell’intestino che affondò come fossi burro mentre con le mani si aggrappava alle mie belle chiappette sode.
Non riuscii a trattenermi dal carezzarmi e prima che me ne rendessi conto stavo avendo un orgasmo portentoso…
Questa volta il mio stallone non battè ciglio ma non resistette molto, dopo pochi minuti si sfilò, appoggio l’asta nel mio solco e scorrendoci un po’ in mezzo venne copiosamente sulla mia gonnellina scozzese.

Un’altro passo verso il paradiso… e verso… francesco?
Un venerdi sera come tanti altri, giro al centro commerciale, shopping abiti e scarpe per me ed elettronica per lui… Matteo non si è mai tirato indietro dall’accompagnarmi a fare acquisti ma quel giorno sembrava piu deciso del solito tanto che disdegnò completamente la media world in favore dei miei preferiti.
Era ormai passato un mesetto da quel fatidico week-end a Rapallo e non capivo piu cosa pensava, avevo già visto Franscesco un paio di volte in gruppo con gli altri e non mi sembrava avesse un comportamento diverso, anche se qualche occhiata curiosa me l’aveva mandata ma forse ero io ad essere troppo condizionata dai miei pensieri e le mie voglie. Dovevamo anche acquistare qualcosina per il week-end al lago con gli amici.
La mattina dopo saremmo partiti destinazione Moncenisio con altre due coppie: Cinzia, Massimo e Francesco con Ilaria
Normalmente mi sarei portata solo ed esclusivamente abiti comodi, qualche tuta al massimo degli short ma la presenza del suo amico mi lasciava un certo turbamento addosso…
“guarda che carino questo”
esordi Matteo con un abitino fra le mani
“wow…magari non proprio adatto per il lago…”
l’abito di cotone grigio aveva un bustino che metteva in risalto il seno e sotto una minigonnellina a pighe un po’ gonfia
“a me sembra perfetto per la sera”
prosegui per la sua strada
“amore ma se mi siedo con quello si vede…tutto!”
“non è forse quello che vogliamo?”
probabilmente a quel punto ero sul bordeaux
“di cosa parli??”
“su non fingere di non capire…”
“non voglio mica che Cinzia e Ilaria mi lancino sguardi di odio per due giorni!”
“non credo che a Cinzia gliene fregi qualcosa, lei e Massimo vivono in simbiosi e lui non guarda un’altra neanche se gli passa davanti nuda!”
“delle due non era Cinzia a preoccuparmi”
non volevo essere troppo esplicita
“ti preoccupa Ilaria? ma lei non c’è…”
Credetti mi si stesse fermando il cuore, un brivido mi percorse la schiena dal collo in giu e la mia mente si annebbiò…tutto questo silenzio e indifferenza nascondevano una organizzazione ben precisa della cosa!
“c-cosa vuoi dire?”
“che Ilaria non verrà”
“ma scusa io non ne sapevo niente…”
“neanche lei amore”
“ma vuoi spiegarmi invece di fare il vago??”
ormai stavo rodendo dalla curiosità e non capivo dove volesse arrivare
“tra poco la chiameranno per farla andare al lavoro tutto il week-end…”
disse abbassando la voce
“sai Marini dove lavora…mi doveva un favore e così gli ho chiesto di chiamarla e trattenerla al lavoro per il fine settimana che Francesco aveva bisogno di staccare un po'”
“ma sei… un mostro!”
“un mostro…esagerata…”
“ma scusa cosi non verrà neanche Francesco, ti pare che la lascia qua?”
“certo, sai come funziona li, inizia al pomeriggio e finisce a notte inoltrata. e poi ho già pronta la scusa che la loro camera dobbiamo pagarla comunque, vedrai che lo lascerà andare…non sarebbe la prima volta…”
Ebbi la forte tentazione di strofinarmi la mano sul jeans attillato in corrispondenza della mia passerina…Oddio
Teo mi stava servendo la mia grande possibilità con abile maestria…
abbassai la voce e mi avvicinai al suo orecchio
“vuoi farlo?”
“tu?”
“credo proprio di si”
un suo sorriso servì a sugellare il nostro patto.

Facemmo qualche acquisto quasi tutti finalizzati a quel week-end, volevo tornare a casa velocemente quella sera, avevo bisogno la mia dose di sesso non potevo farne a meno!
Usciti dal grosso centro commerciale mi arrivò una telefonata proprio mentre salivamo in auto, era Ilaria che mi informava dell’accaduto, mi raccontò di aver parlato con Francesco e di averlo convinto a venire tanto lei aveva un fine settimana impegnatissimo. Io e lei non eravamo in gran rapporti in realtà le nostre frequentazioni era forzate dal rapporto di amicizia dei nostri rispettivi compagni ma dato che con Cinzia aveva un rapporto ancora meno intimo quella sera comunicò con me.
A quel punto ero letteralmente elettrizzata, Francesco era informato e consenziente, la sua ragazza era assente e gli altri due si sarebbe preoccupati di vivere un bel fine settimana con i paraocchi!
“voglio sapere tutto”
mi rivolsi a Matteo
“tutto?”
“si dai racconta cosa vi siete detti??”
“non mi va di raccontarti per filo e per segno…”
“dai su ora voglio sapere!!!”
“no dai magari poi ne parliamo a casa”
mancavano una ventina di chilometri di tangenziale prima della nostra uscita e a quell’ora ormai c’erano in giro quattro gatti
“dai qualcosina concedimelo ora…”
mentre pronunciavo quelle parole mi allungai verso di lui e iniziai ad accarezzarlo sulla patta
“hey amore…che fai?”
“su parla…e scendi sotto i 70 che magari mi vien voglia di farti un regalino…”
cominciò a rallentare
“la prima cosa che mi ha chiesto è se eravamo sicuri”
“e tu che gli hai detto??”
“che lo eravamo! l’ho lusingato e gli ho detto che potevo pensare solo a lui per una cosa del genere”
“…e bravo il mio amore”
tirai giu la sua zip mentre di riflesso iniziò ad aprire le gambe
“a quel punto ha detto che doveva farmi una confessione”
“spara”
“ti trova incredibilmente arrapante”
meglio di Ilaria sicuramente, pensai…poco seno e un culone non devono essere un grosso incentivo sessuale non capivo perchè stavano insieme
la mia mano intanto era riuscita a liberarlo dalle mutande e ora scorreva lenta su e giu per tutta la lunghezza dell’asta…
” …e Dio solo sa quanto lo sei amore! cazzo mi ammazzi così e se vengo facciamo un disastro in macchina”
” se aggiungi qualche particolare magari posso migliorare la carezza e renderla più…pulita!”
“è quasi svenuto quando ha saputo che sei completamente depilata”
mi venne naturale sorridere, lo guardai negli occhi e scesi a posare le mie labbra sulla sua cappella violacea per l’eccitazione
capì che doveva proseguire.
“gli ho detto che deve sottostare alle nostre regole, che sarai tu a decidere tutto e che per me puoi fargli ogni cosa…solo il culetto me lo tengo in esclusiva”
ero fradicia, mi stava mandando in estasi solo con la spiegazione delle regole…e io riversavo tutta la mia voglia sul suo uccello ora della consistenza del metallo
“lui dice che gli va bene tutto e quando gli ho chiesto cosa gli sarebbe piaciuto tanto per sapere…”
staccai le labbra un secondo dalla punta, giusto il tempo di dire
“continua!”
“mi ha chiesto tre cose, leccarti, non lo ha mai fatto con una depilata, farsi fare un pompino, e prenderti a pecorina”
mi immaginai le tre cose e poi mi fissai sulla pecorina, le sue grosse mani aggrappate al mio piccolo culetto erano veramente quanto di più potesse eccitarmi.
avevo voglia di toccarmi ma ormai erano passati 10 minuti, a casa mi sarei fatta una gran scopata e per garantirmi anche una bella durata decisi di portare a termine il mio lavoretto.
La mia mano scese ad accarezzargli le palle mentre cercavo di infilarmelo in bocca il piu possobile, poi presi ad accellerare…senti la sua mano posarsi dolcemente sulla mia nuca e a quel punto accellerai.
La cappella non mi sembrò essere mai stata così grossa, quasi riempiva solo quella tutta la mia bocca, l’appoggiai al palato e diedi qualche piccola succhiatina, tanto per dargli il colpo di grazia, ebbe un sussulto seguito da un piccolo brivido poi sentii un primo schizzo caldo appoggiarsi sulla lingua e infine una quantità incredibile di sperma innondarmi la bocca, mi sollevai un attimo per svuotarmela in un fazzolettino ma poi tornai a muovere dolcemente il suo cazzo lentamente, feci uscire le ultime gocce che raccolsi con la lingua e terminai la mia pulizia per tutta la circonferenza della cappella…ci vollero altri dieci minuti per ri-infilarlo nelle mutande, la consistenza non era quasi per niente cambiata!

Il mattino successivo se pur distrutta dalla nottata di sesso finii di mettere le ultime cose in valigia poi partimmo, alla fine optammo per la macchina di Teo visto che il monovolume di Massimo non serviva più in cinque.
Decisi di iniziare sobria ma eccitante già da subito… uscii con una magliettina aderente con sotto un push up, una gonnellina di jeans per la verità un po’ troppo corta…scarpe nike e calzini sportivi
passammo a prendere gli altri, per ultimo Francesco che alla mia visione prese un colore del viso roseo piu intenso, ma anche per me credo fu così…Matteo sghignazzava sotto i bassi parlando del tempo ed altre amenità…
Arrivammo in un paio d’ore e così mi accorsi che la temperatura era molto piu bassa, 20 gradi in meno per la precisione decisi che non potevo scendere così e mi feci passare da Teo il cambio, i vetri oscurati della sua auto mi avrebbero dato un po’ di privacy mentre sostituivo la gonnellina con i pantaloni, l’altra coppia entrò nello chalet e mentre mi sfilavo la gonna sentii Teo chiedere a Francesco di prendere una sacca nel baule, prima di quanto mi resi conto lo senti aprire la portiera dell’auto, non avevo ancora infilato del tutto i pantaloni, rimase visibilmente stupefatto, diventò rosso, poi mi fece un sorriso malizioso e mi chiese scusa.
Io volevo sprofondare, finii di alzarmi i pantaloni e non sapevo che dire, tutto quello che mi passò per la testa mi sembrò una cazzata e così sorrisi…come un ebete nella sua direzione.
Fortunatamente la giornata voltò al bello la temperatura salì parecchio e per andare a prendere il sole in riva al lago nel pomeriggio idossai sopra il costume una gonnellina bianca da tennis e una canottierina rosa, l’infradito poteva mettere in mostra i miei bei piedini curati e finalmente potevo concedermi la prima tintarella naturale visto che fin’ora avevo potuto farmi solo qualche bella lampada integrale.
Ora veniva uno dei momenti piu eccitanti…spogliarmi…tentennai un po’ e cercai di perdere tempo.
Cinzia si fece meno problemi e si tolse il pareo, mi resi conto che era la prima volta che la vedevo in costume, accidenti aveva un bel fisico! magari poco valorizzato da quello che lei chiamava costume e a me sembrava uno scafandro, degli specie di mutandoni ed un reggiseno abbastanza triste…
“Adesso quella mi prende per una puttana” pensai tra me e me
mi sfilai la canottierina e svelai il mio reggiseno a triangolo abbastanza striminzito…poi apri la gonna a portafoglio e cercai di non dare troppo in vista ma gli occhi di tutti (tranne Massimo che viveva in un mondo suo)erano su di me.
Matteo sorrise orgoglioso e fece segno a Francesco di richiudere la bocca…si, lui era impalato e imbarazzato accanto al mio ragazzo….dall’altra parte ricevetti uno sguardo assassino dalla pudica Cinzia…con la quantità del tessuto del mio costume (reggiseno e perizoma) avrebbe faticato a farsi un calzino. Mi sedetti imbarazzata misto eccitata e inforcati gli occhiali scuri guardai l’orizzonte per evitare colloqui.
La sera decidemmo di cenare nel versante francese in una graziosa creperia…la serata prese una piega eccitante-divertente in cui i maschietti tirarono fuori il loro meglio tra doppi sensi e quant’altro mentre io davo un po’ di corda e Cinzia era indispettita.
Tornati allo chalet ci fermammo sul balcone comune che univa le nostre tre stanze a chiaccherare un po’ e sorseggiare qualche birra, dopo poco Cinzia e Massimo si congedarono e io iniziai a innervosirmi ero seduta su un divanetto al centro dei due maschietti visibilmente arrappati da chiacchere ed alcool. Teo iniziò con una mano sulla coscia e prosegui salendo poco alla volta…io iniziai a sudare freddo e Francesco non era da meno, decisi per stemperare un po’ di appoggiarmi alla sua spalla con la testa, poi Matteo fece riferimento alla temperatura che si abbassava e chiese a Francesco di proseguire il discorso all’interno…
Arrivai dentro mi infilai in bagno dove avevo messo la mia roba
“Torno subito” dissi chiudendo la porta dietro di me
sentii Matteo chiudere le persiane e bisbigliare con Francesco qualcosa
Mi finii di preparare, quella sera volevo essere perfetta. Perfettamente troia, non desideravo altro, concedermi a due venticinquenni arrappati che non aspettavano altro che scoparmi.
Quando uscii dal bagno non proferirono parola, Teo sorrideva, l’altro cercava di non sbavare.
Il mio vestitino attillato fino in vita spingeva; assieme al push up la mia terza verso le stelle, la gonnellina a pieghe gonfia copriva a malapena l’orlo delle mie autoreggenti antracite, sotto un tacco da dieci centimetri mi teneva in equilibrio precario complice anche le birre nel sangue ma credo che quello che colpi di più i presenti fu il mio rossetto rosso sangue e la mia pettinatura, con i capelli raccolti in due codini e vestita così sembravo uscita da un film porno…mi avvicinai a Francesco, era lui il mio scopo principale, seduto sul bordo del letto mi fece accomodare sulle sue gambe,dovetti allargarle parecchio, un vero armadio, fui felice solo quando appoggiai la mia patatina al suo pacco che potevo sentire ben in forma nonostante la presenza del jeans.
Matteo si fece dietro di me accarezzandomi il viso e successivamente slacciandomi l’abito, tanta preparazione per un minuto accidenti!
Dopo qualche momento confuso mi trovai seduta su Francesco al contrario, guardavo il mio ragazzo e lo baciavo mentre finalmente potevo sentire le mani dell’amico sul mio culettino.
Fui presa da un’eccitazione pazzesca, non ne potevo piu,abbassai i pantaloni di Matteo che mi offri il suo uccello gia svettante per un eccitante pompino. Le mani di francesco si fecero meno timide ora soppesava il mio seno con una e mi accarezzava il pube attraverso il perizoma con l’altra…
Ora avevo bisogno di conoscere…mi alzai e mi girai verso F. quasi gli strappai i pantaloni e cominciai un bel massaggio al suo pacchetto attraverso i boxer, qualche bacio e poi venne il momento di tirarlo fuori.
Non male, lungo come quello di Teo era solo un po’ piu stretto di diametro, peccato solo che su Matteo lo faceva sembrare un superdotato mentre su quel bestione era quasi sotto la norma, ma non mi feci molti scupoli.
Cominciai il pompino piu impegnato della mia vita mentre sentivo che il mio ragazzo si preparava alla sua adorata pecorina, qualche minuto dopo mi pompava selvaggiamente mentre io ingoiavo completamente il membro del suo amico che si fece scappare qualche mugolio, pensai che stava per venire ed infatti era cosi, me lo strappo dalla bocca per spruzzarsi in mano ma lo fermai prontamente
“lascia stare…finisco io”
probabilmente quella culona di Ilaria neanche lo faceva venire in bocca… gli presi le mani e me le appoggiai sulla nuca, quello gli diede il colpo di grazia, mentre gli massaggiavo le palle con la mano sinistra e lo segavo con la destra lo sentii irrigidirsi ed esplodere nella sborrata piu cospicua della mia vita, non avevo mai avuto un problema del genere, non riuscii a tenerla tutta in boccami colò fuori dalla bocca sull’asta fino a coglioni, Matteo sospese la pompata e mi passò un fazzoletto, poi un altro, finalmente a bocca asciutta potei continuare il mio lavoretto di pulizia, lavorari con la lingua dalle palle alla cappella per togliere quello sperma misto saliva mentre lui mi guardava esterefatto…
“mi … mi hai succhiato anche l’anima!”
riusci a dire in evidente imbarazzo
io di riflesso lo fissai negli occhi, ingoiai quello che avevo in bocca e risposi
“vuol dire che ti è piaciuto?”
I due iniziarono con una risatina isterica mentre Matteo mi diede un bacio sulla guancia e Francesco mi fece una carezza in viso….
La notte era solo cominciata…

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