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Il figlio di mio marito

By 5 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Il figlio di mio marito

Mi presento. Mi chiamo Francesca, sono bionda, alta circa 1,65, poco più di 50 kg, due belle tette sode di una terza misura ed un bel culo rotondo e sodo. Vi voglio raccontare la mia storia.

Tutto inizia quando conobbi lui, Aldo. Io avevo 24 anni e lui 40. E’ alto quasi 1,80, leggermente sovrappeso ma un corpo sodo. Colto, intelligente, insomma un uomo affascinante. Ed io rimasi colpita da lui. Dopo il nostro primo incontro ad una cena in casa di amici comuni, iniziò ad invitarmi ad uscire con lui. Mi portò a teatro, a concerti, a cena. Così lo conobbi meglio. Sapevo che era divorziato. Su a moglie se n’era andata tempo prima lasciandolo con un figlio che al momento aveva 14 anni. Mi raccontò che Matteo, così si chiamava suo figlio, era un bravo ragazzo, sportivo, praticava canottaggio a livello agonistico.

Dopo un po’ di tempo, per poter stare tranquilli, iniziò a farmi andare a casa sua, una bella villetta sulle colline. Lì stavamo da soli e ci baciavamo, parlavamo. Un giorno mi disse che avrebbe voluto fare l’amore con me appena io mi fossi sentita pronta. Lui non mi forzò mai. Ci pensai su e poi, alcuni giorni dopo, affrontai il discorso.

-‘Sì, voglio fare l’amore con te’ esordii.

-‘Oh, cara, ma ti sei finalmente decisa’ disse, abbracciandomi.

-‘Sì, ma dovrai stare attento, sono vergine’.

E gli spiegai che, pure essendo uscita con tanti ragazzi, avendo pure studiato fuori città per molti anni, in realtà non avevo mai trovato uno che mi avesse detto qualcosa fino a trovare lui, che era stato dolcissimo e comprensivo. Anzi, gli altri, appena uscivano la seconda volta con me, cercavano subito di trascinarmi a letto. Praticamente non avevo mai trovato uno che avesse voluto un’amicizia disinteressata.

Dopo questo mio discorso che durò un bel po’, lui mi prese in braccio delicatamente ed iniziò a spogliarmi con molta dolcezza, poi mi portò nella sua camera da letto, si denudò e si stese al mio fianco. Per farla breve, di sverginò con tutta la dolcezza possibile, tanto che non sentii alcun dolore e poi solo piacere. Io avevo iniziato a prendere la pillola per cui lo lasciai sempre venire dentro di me. I nostri rapporti sessuali divennero sempre più soddisfacenti. Io non avevo mai meno di 10 o 12 orgasmi e lui durava un tempo incredibile, anche 2 o 3 ore.

In conclusione, ci sposammo qualche mese dopo ed io andai ad abitare con loro. Il ragazzo era bravo ed educato ma con il tempo i suoi ormoni si stavano risvegliando e, purtroppo, mi accorsi che il principale oggetto dei suoi desideri ero diventata io.

La mia vita sessuale con mio marito era assolutamente soddisfacente. Facevamo l’amore molto spesso e sicuramente il suo ardore non si affievoliva con il tempo che passava. Stavamo attenti a chiudere per bene la stanza quando lo facevamo ma alle volte eravamo alquanto rumorosi ed immagino quello che poteva sentire il ragazzo dalla stanza accanto.

Con il tempo iniziai a percepire che mi spiava quando andavo al bagno oppure quando facevo la doccia. Avevo osservato che dal buco della serratura si vedeva bene il box doccia e pertanto stavo attenta a mettere la chiave in posizione di oscuramento ma, alle volte, dopo essermi lavata, la trovavo spostata. Al che iniziai ad appendere un asciugamano sulla maniglia della porta. Poi, un paio di volte, mentre ero seduta sul water, lui entrò e rimase ad osservarmi dalla porta fino a che non lo sgridai. Poi, ad un certo punto, iniziai a trovare le mie mutandine sporche di sperma. Era abbastanza ovvio che il ragazzo si masturbava sopra la mia biancheria.

Comunque, io pensavo di stare gestendo la situazione. Nulla di più sbagliato. Ero sposata da poco più di 2 anni. Il ragazzo aveva 17 anni quando successe quello che ci cambiò la vita.

Una mattina d’estate, ero rimasta a casa dal lavoro avendo dei permessi da recuperare, entrai nella camera di Matteo. Ero vestita con un topo ed una corta gonnellina a pieghe. Come spesso accadeva quando ero a casa sola, non indossavo reggiseno, lasciando la mia terza misura ad oscillare libera sotto la maglietta. In compenso avevo delle mutandine trasparenti ed alquanto sgambate. Il problema, con quelle mutandine, era che spesso mi s’infilavano del culetto, lasciandomi scoperte le chiappe. Lui, essendo finita la scuola, amava poltrire a letto. Qualche vota più del necessario. Per farlo alzare, come prima cosa andai a spalancare le finestre. Udii un mormorio di protesta ma non mi preoccupai. Comunque, con la luce vidi che c’erano un sacco di cose buttate a terra e mi chinai per raccoglierle. Per farlo, mi piegai, mostrandogli per un momento, e senza accorgermene, il mio culetto praticamente nudo. Poi, mi voltai e lo scoperchiai. Invece do indossare il pigiama, lui stava lì, nudo, il pisello duro e se lo stava menando lentamente.

Io rimasi per un istante allibita, guardando quell’uccellone duro, quasi uguale a quello di suo padre. Dopo un po’ mi ripresi e me ne andai, lasciandolo solo nella sua stanza. Più tardi, durante la mattinata, mentre stavo facendo le pulizie in sala, mentre ero piegata in avanti a sistemare dei libri, mi sentii appoggiare qualcosa di duro sul mio culetto semi scoperto. Quando cercai di alzarmi e voltarmi, mi sentii abbrancare da dietro da due mani forti che iniziarono a massaggiarmi le tette con foga. Io cercavo di liberarmi ma era troppo forte per me. Come riuscivo ad allontanare una mano, l’altra mi s’infilava dappertutto. Sembrava avesse più mani di una piovra. Ad un certo punto, riuscì ad alzarmi la maglietta, lasciandomi a seno scoperto. Quando tentati di abbassarla, mentre con una mano mi fermava, con l’altra s’infilò sotto la mia gonna e mi abbassò le mutandine fino alle ginocchia.

Io protestavo, singhiozzavo, ma la faccenda mi stava eccitando da morire tanto che, ad un verto punto, quando Matteo, perch&egrave era lui quello che mi aveva assalito, infilò un dito nella passerina ed iniziò a scoparmi con la mano, oramai ero allagata ed ero rassegnata a lasciarlo fare, tanto che, mentre lui mi frugava dappertutto, gli presi il cazzo in mano ed iniziai a menarglielo lentamente. Poi, mentre eravamo così avvinghiati, lui da dietro con una mano che mi scopava la passerina e l’altra che torturava le tette, ed io che gli menavo l’uccello, sentimmo arrivare la macchina di mio marito. Ci staccammo e ci ricomponemmo alla bell’e meglio prima che lui entrasse, separandoci e mettendoci ai lati estremi della sala. Io ero ancora tutta un lago ed avevo i capezzoli duri dall’eccitazione.

Faticai ma mi ripresi abbastanza bene, pur rimanendo estremamente eccitata. Matteo aveva ancora il cazzo duro ma si rifugiò per un attimo in stanza sua mentre io preparavo il pranzo. Dopo aver mangiato, rimanemmo a aprlare del più e del meno. Poi, dopo aver bevuto un caff&egrave assieme, mio marito ritornò al lavoro. Non aveva finito di uscire che mi ritrovai con Matteo addosso. Cercai di fermarlo con la scusa che suo padre avrebbe potuto rientrare da un momento all’altro ma non si lasciò distrarre. In men che non si dica, mi ritrovai completamente nuda davanti a lui, i capezzoli duri come sassi, la fica allagata mentre lui era con i pantaloni abbassati, il cazzo duro come il marmo. Mi gettò sul divano e si tuffò fra le mie gambe, iniziando a leccarmi la passerina furiosamente. La mia eccitazione era tale che, mentre la mi testa mi diceva che avrei dovuto difendermi, tutto il mio corpo mi smentiva, godendo come poche volte in precedenza.

La situazione per me era talmente nuova, assalita quasi con violenza mentre ero abituata alla dolcezza che mi stava eccitando da morire. Ad un certo punto, mi assalì un orgasmo incredibile procurato dalle leccate del ragazzo e gli venni in bocca. Lui, ancora più eccitato, di prima dalla mia reazione, si alzò , mi posizionò il suo pezzo di marmo all’entrata della mia micetta e, con un colpo deciso, affondò completamente in me. Iniziò a martellarmi con foga, quasi con furia. Io venni ancora ed ancora. E ad un certo punto, venne pure lui ma i suoi assalti non si fermavano, anzi. Il suo cazzo rimaneva duro come all’inizio e lui continuava a martellarmi la figa con foga. Io continuavo a godere in modo incontrollato. Quando lui venne una seconda volta dentro di me, si staccò per un istante, mi prese quasi fossi un fuscello, e mi fece voltare, mettendo inginocchiata davanti al divano, il petto appoggiato sul sedile. Lui s’inginocchiò dietro di me ed iniziò a scoparmi con foga alla pecorina. Io oramai stavo godendo in continuazione e lui, nonostante fosse venuto già due volte, continuava a martellarmi la fica con una foga incredibile. Alla fine, con un ultimo grugnito, si scaricò dentro di me e rimase lì, stanco. Eravamo tutti e due sudati e distrutti dalla fatica. Ad un certo punto, lui uscì e si stese sul pavimento. Io rimasi lì, appoggiata sul divano, il suo abbondante sperma che mi colava lungo le gambe.

Era stata un’esperienza incredibile, scopata con foga da un ragazzo diciassettenne che mi aveva fatto godere come una matta. Appena mi ripresi un po’, andai a farmi una doccia. Dopo un po’ mi raggiunse pure Matteo. Ci lavammo a vicenda poi, stanchissima, andai a stendermi sul mio letto. Era stata una cosa sconvolgente. Mi ripromisi di parlarne con lui. Era una cosa che non si sarebbe dovuta ripetere, dissi a me stessa.

Nonostante i miei propositi, la storia con Matteo andò avanti fino a che lui se ne andò di casa per andare a vivere con la sua fidanzata. Ma mi regalò dei momenti di eccitazione e godimento incredibili per ancora molti anni da quel momento.

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