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Racconti Erotici Etero

Il guasto

By 21 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Ecco che ci viene commissionato un nuovo lavoro a 130 km dalla nostra ditta. Si tratta dell’installazione di un apparato di rete per computer e la messa in rete di questi con il nuovo apparato: una sostituzione di quello già in possesso dal cliente ma guasto, funzionante a momenti. Una volta che tutto il materiale da installare &egrave presente in magazzino prendo l’appuntamento con il cliente e il giorno dopo parto per quel lavoro. E’ appena iniziato il mese di agosto e sopra l’autostrada piena di cantieri fa un caldo boia. Arrivo dopo tanto dal cliente, un’industria con gli uffici preceduti da un maltenuto giardinetto, un edificio che sicuramente ha una trentina d’anni se non di più e a prima vista immagino già le difficoltà che posso incontrare e i vari rattoppi che possono esistere sull’impianto esistente.
Inizio i miei lavori e per tutta la giornata, mentre lavoro nella stanza CED, ogni volta che si verifica un ulteriore problema da sistemare e ulteriori modifiche da eseguire, ecco che viene ad avvisarmi sempre la stessa ragazza, responsabile addetta all’ufficio tecnico. Una bella ragazza credo sui 28 anni alta quasi 1,75, capelli raccolti in una coda lunga proprio sino alla fine del collo, sul filo delle spalle. Una camicetta leggermente scollata tanto da lasciati intravedere l’inizio della dolce scanalatura tra i seni, una terza misura soda e lasciarti soltanto immaginare il resto, pantaloni neri a gamba corta che arrivano a metà polpaccio e avvolgono quel perfetto sedere affusolato su cui rimarresti ore e ore come un ebete a guardare. Scarpe a punta con un tacchetto sottile non esagerato che danno una tensione muscolare deliziosa a tutta la gamba e natica.
Ogni volta che lei entra e mi espone ciò di cui ha bisogno io le rispondo come risolveremo il problema, se necessario ci rechiamo nella stanza dove &egrave il problema e chiudo sempre in maniera scherzosa tanto da farla ridere sempre e stimolarle sempre più simpatia nei miei confronti. Ogni volta che viene a parlarmi noto sempre di più i suoi sguardi attenti alle mie parole, ai movimenti, al suo modo di parlare dapprima più tosto preciso e distaccato poi via via sempre più cordiale, confidenziale e simpatico. Si, cerca di rendersi simpatica anche lei, mostra sempre si più il suo carattere limpido e amichevole. Per due volte, mentre sono impegnato a lavorare sul computer, le chiedo solo un istante poi potrò darle retta, e noto con la coda dell’occhio il suo scrutarmi dalla testa a i piedi, il guardare fisso il mio volto e magari le mie espressioni impegnate davanti al portatile, lo scorgere la testa per scrutare anche il mio sedere mentre sono semicurvo a lavorare poggiato su un mobile. In tutti e due i casi, attratto, eccitato e divertito mi giro di scatto per darle retta e noto il suo sguardo distogliersi di colpo e riprendersi quasi arrossendo e cercare di ricordarsi e intraprendere al volo il suo discorso.
La giornata termina e il lavoro anche, così sistemo la mia roba, chiudo la stanza e le riconsegno le chiavi. Rimaniamo qualche istante sul pianerottolo di fronte al suo ufficio a scambiare due chiacchiere sulle mie difficoltà riscontrate e sui vari lavori che sono stati fatti in precedenza in quei uffici e noto spesso il suo solito sguardo intento a scrutarmi interessato da sopra a sotto. Inizia a venirmi l’idea di chiederle qualcosa, intraprendere un discorso e giungere alla richiesta di uscire magari una sera insieme ma ecco che squilla il suo telefonino, una calda stretta di mano, un arrivederci e l’ultimo sorriso prima di girarmi e andare via e il suo correre a rispondere.
Il ritorno in macchina &egrave stato rapidissimo, non me ne sono neanche accorto dato che ero invaso dal pensiero di lei, al suo fisico, la sua voce e i suoi sguardi, alle impressioni avute durante tutta la giornata.
Non avevo mai sperato tanto che mi richiamassero di nuovo per tornare da quel cliente perché ci fosse ancora qualcosa che non andava. Il giorno dopo &egrave trascorso senza nessuna telefonata reclamante guasti e con il mio solito pensiero fisso di lei. Il secondo giorno successivo, verso le 10,30 ecco che arriva una telefonata, &egrave lei che si presenta e mi avvisa che c’&egrave un problema al computer di una sua collega. Dolcemente provo a spiegarle come poter tentare di risolverlo ma, per mia fortuna non c’&egrave stato verso di risolverlo telefonicamente, così la rassicuro dicendole che partivo subito e che avrei pensato io a risolverlo: mai avuta tanta gioia di un guasto!
Ripercorro tutta la strada e quando arrivo sono già le 12,30 passate. Il parcheggio &egrave semivuoto dato che era iniziata la pausa pranzo. Mi precipito al suo ufficio temendo che lei non ci fosse, vedo la porta semichiusa, guardo dentro e lei non c’&egrave. Proprio mentre sto tirando la testa fuori sento venire da dietro un ‘Ehi sei arrivato, buongiorno’, &egrave lei che sta facendo delle fotocopie. Le chiedo come mai non &egrave a pranzo e mi risponde che non farebbe in tempo ad andare a casa perché abita a 50 km dall’ufficio, praticamente 50 km tornando indietro verso la mia città, e che avrebbe pranzato come sempre con un panino. Mi fa strada per recarci all’ufficio della collega e la scruto interamente mentre passa mi passa davanti e cammina davanti a me, indossa una camicetta simile, le stesse scarpe ed una gonna che arriva proprio prima delle ginocchia con i suoi bei polpacci a vista. Questa volta rimango subito eccitato alla sua vista, stimolato anche da tutte le immaginazioni fatte con lei nei giorni precedenti.
Entriamo in un ufficio in cui l’aria condizionata fresca si fa sentire decisamente, mi indica il problema e inizio a vedere di che si tratta. Le chiedo di aspettare, scendo in macchina a prendere un cavetto e un connettore nuovo, risalgo di corsa sopra e lei e seduta alla sedia dietro la scrivania della collega vicino al computer dove sto lavorando ma mantenendo una certa distanza da potermi lasciare tranquillamente lavorare. Sta seduta aspettando qualche mia notizia con le gambe accavallate, le mani sulle gambe giocherellando con la scarpa sollevata sfilandola leggermente senza scoprire totalmente il tallone, le noto benissimo i capezzoli inturgiditi dall’aria condizionata che si mostrano dritti quasi per dire siamo qui, mordici. Mi chino sotto la scrivania per cambiare il cavetto e inevitabilmente rivolgo il mio sede verso di lei per poter raggiungere il retro del pc. Vi rimango per circa un minuto per sistemare il cavetto danneggiato e nel muovermi la mia schiena rimane scoperta a metà dalla mia t-shirt lasciando quindi intravedere involontariamente a lei che sta leggermente di lato anche il mio petto semi scoperto. Mentre sto per uscire da sotto la scrivania e sto per dirle ‘allora, tutto risolto’, prima ancora che io riesca ad aprir bocca ecco che lei tira un notevole sospiro come se incantata da qualcosa, mi giro la guardo e lei, con un sorriso ammaliante, eccitante mi chiede solitamente la sera cosa faccio, le rispondo con la prima stronzata che mi viene in mente, che esco con gli amici e subito istintivamente parto con la frase chiedendole se una sera potevamo uscire insieme e a metà della mia frase lei mi chiede se sarei uscito con lei quella sera. Mi continua a fissare con quello sguardo allucinante ed eccitante e le rispondo con un si secco, aggiungo che le stavo chiedendo la stessa cosa. A quel punto mi sorride scavalla le cosce per alzarsi, io guardo subito quel suo movimento riuscendo ad intravedere per un attimo tra le sue gambe i suoi slip neri, rialzo lo sguardo e sorridente mi chiede come volevamo accordarci. Le rispondo subito che sarei passato a prenderla io a casa sua verso le 22, che saremmo usciti dopo cena dato che prima per cena non sarei riuscito a stare da lei. Lei risponde che le andava benissimo così sarebbe potuta rientrare con calma dal lavoro, cenare e farsi una bella doccia, mi chiede il mio numero di telefono così potevamo sentirci, mi fa uno squillo per darmi il suo e mi spiega la strada dicendomi che avrei dovuto farle uno squillo 5 minuti prima di arrivare da lei e che si sarebbe fatta trovare di fronte ad un negozio di telefonini per facilitarmi la strada. Ci salutiamo riaccordandoci per la sera, lei si avvicina e per salutarmi e mi da i due classici bacini alle guance, io infilo lo sguardo nella sua camicetta e le vedo i due seni bellissimi un po’ sudati tenuti su da un reggiseno orlato. Eccitato sempre di più la guardo in faccia e le sorrido, lei mi guarda negli occhi mi sorride e si gira ‘Ciao ciao a stasera allora’, le rimiro quel culo pazzesco e vado via salutandola.
Dopo cena esco di casa prendo la macchina e corro da lei. Mancano cinque minuti alle 22, le faccio lo squillo che mi aveva chiesto e per quando arrivo davanti al negozio e lei &egrave già lì. Scendo dalla macchina per salutarla e la vedo in tutta la sua bellezza, con una delle sue camicette questa volta molto più scollata lasciando vedere buona parte di quei seni spettacolari, minigonna e scarpe aperte con tacco e allacciatura intrecciata alla caviglia: uno schianto.
Ci salutiamo con i due classici baci sulle guance, rimiro le sue tette ben visibili nella camicia, saliamo in macchina e decidiamo di andare in un localino all’aperto in una cittadella non molto distante.
Mentre siamo seduti mi dice che aveva sentito parlare spesso di quel locale ma non c’era mai stata. Prendiamo due cocktail e mentre sorseggiamo parliamo tranquillamente di noi per conoscerci meglio, delle proprie passioni, abitudini serali e del fine settimana, mentre parlo lei mi fissa sempre interessata e con quella bocca con un sorriso da sirena e quelle tette un pò sudate a vista.
Sono passati già tre quarti d’ora da quando ci siamo seduti e mentre sta facendo i sui ultimi sorsi mi guarda fisso negli occhi con uno sguardo perforante, inizio a pensare che riesca a vedere anche cosa sto pensando perché mentre sto per chiederle se potevo baciarla, lei si avvicina un po’ di più e mi dice ‘voglio baciarti’, mi avvicino, la bacio per primo e assaporo il suo bacio dolce di zucchero di canna e le sue labbra dai contorni un po’ aspri di limone, la assaporo tutta infilando la mia lingua per cercare la sua, ci scambiamo leccate sulle labbra e rimaniamo incollati alternando la lingua dentro la nostra bocca per due minuti buoni credo. Mi avvicino ancora di più a lei e continuandola a baciare e approfittando del fatto che eravamo un po’ appartati dagli altri e lontani dagli sguardi comuni, le poggio la mano sulle gambe accavallate accarezzandole il piede sollevato, salendo e palpando il polpaccio, accarezzando il ginocchio inizio ad infilare la mano tra le gambe come per poter raggiungere l’atro ginocchio scavallandole e facendo camminare la mano più su. Ho il cuore che mi batte a tremila, sento il suo respiro sempre più forte, eccitato, infilo la mano tra le sue gambe raggiungo gli slip premendo sulla sua fica, sposto con il dito gli slip e sento che &egrave depilata proprio al punto giusto da farmi eccitare a più non posso, soltanto con una piccola zona di peli sopra lo spacco, infilo il dito tra le labbra delicatamente raggiungendo il clitoride e giocherellandoci un po’ sento i suoi gemiti piano piano aumentare. Mi accarezza anche lei mettendo una mano sulla guancia, scendendo sul collo, sul petto scivolando giù fino ad arrivare sui pantaloni, sul mio pene che a momenti scoppia per quanto &egrave pieno di sangue, lo stringe con le dita riapre la mano e lo preme con il palmo. Ad un tratto mi sfila la mano, si stacca dalla mia bocca, beve velocemente l’ultimo sorso dal bicchiere e mi dice ‘ti prego andiamo non resisto più’, bevo anch’io l’ultimo sorso mi alzo in piedi e sorridendo le dico ‘andiamo bella mia non ce la faccio più neanch’io’ cosi si alza e con una risata mi stringe la mano e ci incamminiamo verso il parcheggio.
Saliamo velocemente in macchina e appena partiti mi indica una strada da prendere, mi dice che non potevamo salire a casa sua perché c’erano i suoi. Dopo cinque minuti passiamo dentro un paese, usciti fuori la strada diventa meno illuminata, si avvicina a me e mi inizia a slacciare i pantaloni baciandomi nell’orecchio, mi tira fuori il pene retto rimasto così da dentro il locale e lo infila in bocca iniziando a leccarlo e succhiarlo, tira per un momento su la testa, guarda la strada e mi dice che poco più avanti c’&egrave un parcheggio sulla destra e di fermarmi li, tornando a rinfilarsi l’uccello in bocca e continuarlo a leccare facendomi godere da sogno. Finalmente arrivo nel parcheggio e mentre sto facendo manovra per mettermi nella posizione più appartata lei si ritira su e con rapidità sfila via le mutandine, le butta sul cruscotto e mi dice ‘Dai vieni qui scopami subito non ne posso più’, mi sento nella situazione di poter fare di lei ciò che voglio, mi avvicino a lei e inizio a slacciarle la camicetta e il reggiseno e poi tolgo il tutto, accarezzo le sue tette da paura e inizio a leccarle i capezzoli, sento i suoi sospiri e gemiti di piacere, continua a dirmi ‘Vieni qui, vieni qui’ le allargo di più le gambe e le metto la mano nella fica, le infilo dentro due dita mentre continuo a baciarle completamente tutte e due le tette, sento sempre più forti i suoi gemiti e continua a pregarmi di scoparla subito. La sua fica &egrave bagnatissima, &egrave veramente eccitata come mostra, le tiro su la minigonna, infilo la testa fra le sue gambe iniziandola a baciare dai piedi, sui polpacci, all’interno delle cosce, arrivo leccargli quella fica stupenda, liscia, morbida, bagnata , profumata. La penetro con la lingua e le carezzo le cosce liscissime, i suoi gemiti sono decisi, mi tiene le mani sulla testa premendomela sulla sua fica, mi intreccia le gambe dietro le mie spalle, inarca la sua schiena sollevando quel culo da bambola dal sedile e gode di un primo orgasmo quasi urlando poi ripoggia i glutei, mi libera dalle sue gambe, scosta la mia testa dal suo corpo e mi dice ‘Vieni qui, scopami fammi urlare, vienimi dentro’, mi tiro su, le tolgo definitivamente la minigonna, avvicino il pene alla sua fica penetrandola leggermente e rimanendo solo tra le labbra e muovendomi piano piano la guardo negli occhi, &egrave uno spettacolo, non resiste neanche trenta secondi che mi afferra con le mani dietro le natiche, mi dice ‘Basta scopami!’ e mi tira di forza verso di lei, la penetro velocemente e un suo urlo di godimento seguito da un grande sospiro si fanno sentire fortissimi, inizio pomparla con colpi vigorosi guardando quelle tette che si muovono a ritmo di colpi, i suoi forti gemiti ripetuti mi fanno impazzire. Inizio a tirarlo fuori completamente e respingerlo tutto dentro ripetutamente e inizio a godere sentendola mia per quella notte, alterna il suo sguardo rivolgendolo verso di me ad occhi aperti e ad occhi chiusi girando il suo capo verso la sua destra poggiando la guancia sul poggiatesta del sedile. La ripetizione dei suoi gemiti e sempre più rapida, sento che sta per avere un altro orgasmo quando inizia a squillare il suo telefonino dentro la borsa poggiata sul sedile di dietro, continuando a godere mi dice ‘Non fermarti, continua, &egrave il mio ragazzo ma non devi preoccuparti, continua continua, si cosi, scopami scopami’ sento la mia eccitazione salire alle stelle, era più troia di quanto potessi immaginare, nessuno di noi due aveva parlato mai di rispettivi partner. Ecco che riprende a godere urlando ‘Si, si, vienimi dentro’ inarca di nuovo la schiena riuscendoci leggermente ma comunque sollevandomi un po’ tanto da riuscire a staccare le sue natiche dal sedile, il suo orgasmo arriva come un treno in corsa con un godimento urlato sfogandosi come più può. Ripoggia di nuovo il culetto da bambola e mi ripete ‘Vienimi dentro, non preoccuparti non può succedere nulla, vieni’ ecco che arrivo al culmine anch’io dando gli ultimi colpi vigorosissimi e venendole dentro sfogando tutta quell’eccitazione accumulata da due giorni e quella serata fantastica. Le spruzzo dentro inondandola del mio seme, lei mi guarda sorridendo ‘Vieni, vieni così, liberati, mi hai fatto impazzire’. Rimango sdraiato su di lei poggiando la testa sul suo petto e lasciando il pene infilato, mi dice ‘Scusa se non ti ho detto che ho il ragazzo, mi hai fatto impazzire a prima vista e non volevo in nessun modo che ti tirassi indietro, non pensare male di me’, la rassicuro dicendole di non preoccuparsi, che non era successo nulla che non pensavo male di lei ma in realtà era per me un gran troione da paura. Non ci ero rimasto male perché la mia intenzione era comunque per quella sera solo di scoparmela e l’intento era riuscito in pieno. Guardo l’orologio erano le 2,30 passate, anche lei guarda il mi orologio e vedendo l’orario esclama ‘Dio mio &egrave tardi, domattina chi si alza per andare a lavoro’, senza chiederle nulla sul suo ragazzo e senza farmi scrupoli le chiedo di farlo l’ultima volta dato che mi ero già ripreso e già eccitato, senza farmi dire altro aggiunge ‘Si lo voglio anch’io scopami ancora l’ultima volta’. La ripenetro immediatamente e inizio a pomparla guardandola in faccia, mi fissa anche lei iniziando a gemere e sorridendomi leggermente, ecco che riparte a godere da gran troiona ‘Vienimi ancora dentro, fammi urlare ancora’ e dopo poco ecco il suo orgasmo con le sue urla di godimento, le vengo dentro ancora una volta quasi insieme a lei, avvicino la mia bocca alla sua e baciandoci con la lingua rimaniamo così per qualche minuto. Mi scosto da lei e torno sul mio sedile e inizio a rivestirmi e così fa anche lei. Mi chiede ancora scusa se non le ho detto del suo ragazzo, aggiunge che lavora spesso fuori e che durante la settimana non c’&egrave quasi mai e quindi di non preoccuparmi perché non sarebbe potuto accadere nulla. Riprendo la strada per riaccompagnarla a casa e durante il viaggio mi tranquillizza anche sul fatto che le sono venuta dentro dato che usa pillole anticoncezionali. Eccoci sotto casa sua, ci salutiamo con un ultimo bacio passionale con la lingua e poi scappa dalla mia macchina aprendo di corsa il suo portone. Mentre torno a casa ripenso ai momenti con lei, mi chiedo se l’avrei rivista ancora e semmai mi sarebbe capitato ancora di uscire con lei.
Dopo un paio di giorni ecco una sua telefonata, mi chiede come sto e mi invita di nuovo ad uscire con lei. La mai storia da amante con lei va avanti da un paio di mesi, sto facendo con lei le migliori scopate credo di tutta la mia vita. Penso a quel poveretto del suo ragazzo, che non vorrei mai essere io al suo posto e che sono io a godermela durante la settimana quando lui non c’&egrave!

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