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Racconti Erotici Etero

Il Laureato

By 10 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Giovanni è stato un compagno, anzi il compagno, di liceo di mio figlio. Finite le superiori, era andato a studiare in una università americana e l’avevo perso di vista.
Sono passati anni e mentre mio figlio non ha ancora conseguito la laurea, Giovanni ha finito gli studi. Ed è in procinto di iniziare a collaborare con un famoso studio legale americano. E’ in Italia per un periodo di vacanze e mio figlio lo invita a passare qualche giorno nella nostra casa al mare. Quando lo rivedo resto meravigliata; me lo ricordavo ragazzo con i brufoli ora invece Joe, così lo chiamano negli States,
è un uomo e che tronco d’uomo.
Quando glielo faccio notare mi ringrazia e mi spiega che in America non ha solo studiato, ma ha fatto anche sport ad alto livello fino a che un infortunio al ginocchio non l’ha fatto smettere.

Sotto l’ombrellone mia figlio, steso sul lettino, si ripara dal sole e studia preparando l’esame di stato. Joe si sta facendo le sabbiature al ginocchio che fa le bizze. Io invece sfido il sole di mezzogiorno unta di olio solare. Sotto gli occhiali da sole riesco a vedere l’amico di mia figlio, i suoi occhi stanno viaggiando sul mio corpo abbronzato e luccicante. Va bene, non sono da buttare via, alta un metro e settanta circa, labbra carnose, capelli biondi e occhi azzurri, mi mantengo bene per l’età che ho, solo un leggero sovrappeso, ma vado per i 50. Non capisco perché mi guarda in quel modo lascivo, sulla spiaggia c’è ben altro da guardare.
Lui guarda me, io guardo, senza farmi accorgere, lui; è alto circa un metro e novanta, un fisico scolpito dai tanti anni di sport ad alto livello, uno sguardo intenso di chi sa cosa vuole. Guardo anche il pacco che, gli short da bagno non riescono a mascherare. Lo guardo vergognandomene, ma lo guardo.
Mio figlio lo chiama per andare chissà dove, non ho capito, e lui si avvia:
‘Arrivederci signora!’
mi saluta passando accanto al mio lettino. Il mio viso è ad altezza pube, immagino il suo sesso nascosto dal costume da bagno. Mi chiedo se farebbe mai l’amore con una cinquantenne. Lo saluto con un cenno, mentre lui non mi toglie gli occhi di dosso.
Quello sguardo mi da la certezza che ‘.se si presentasse l’occasione. Mi domando se si presentasse l’occasione io cosa farei, non mi rispondo confidando nel fatto che non si presenterà.
Invece le cose vanno in modo diverso: a mio figlio salta un’otturazione e deve andare dal dentista, mio marito è come il solito latitante, quando siamo a casa è per il lavoro, quando siamo in vacanza è per le mille cose che vuole fare, morale non c’è mai.
Siamo soli in casa io e Joe, che è sulla veranda sdraiato e lavora al computer. Io che sono pronta per andare in spiaggia, stranamente non ne ho più voglia, lo raggiungo allungandomi su una sdraio. Sono in bikini con un pareo quasi trasparente, lui con una canotta e un paio di pantaloncini abbastanza attillati sulle sue cosce possenti, praticamente si vede il pacco per farla breve.
‘ Allora Joe come stanno andando le vacanze. ‘
‘ Molto bene signora, peccato che sono agli sgoccioli.’
‘Non chiamarmi signora, Patrizia va benissimo”..se non ho capito male stasera siete fuori?’
‘ Sì, c’è una festa sulla spiaggia, perché non viene anche lei?’
‘ Prima mi chiami signora e poi mi inviti ad una festa in spiaggia”.lascia perdere non ho più l’età, ci sarà sicuramente di meglio vicino al fuoco.’
‘Signora, hops Patrizia, non dire così. Sei è una bella donna’va bene che stavo scherzando sull’invito però’una donna bella ed elegante come lei’tu non sfigura da nessuna parte.’
Questa la frase mi fa scattare qualcosa nella testa e giù nel basso ventre.
Mentre lui si rituffa sul computer, io non resisto più e, fidando del fatto che non mi toglierà lo sguardo di dosso, comincio a provocarlo: scopro le gambe e poi, come se Joe non fosse presente, incomincio a guardare invisibili segni sui miei seni mettendoli in mostra, mi metto a posto lo slippino facendo scorrere le dita sul cavallo ed alzandolo un po’, sicuramente si sarà visto il pelo. Lo scruto che spalanca gli occhi per lo spettacolo , sposta il computer sul pube per nascondere il pisello, ma non stacca gli occhi dalle mie tette e dal resto.
‘Joe beviamo qualcosa, fa un caldo oggi, eh ti va?’
‘O.K. Patrizia’
Mi alzo e lui mi segue mettendo in mostra un evidentissimo bozzo tra le gambe. Beh anch’io, tra le mie, ho un certo umidore c’è e comincia a farsi sentire.
Lo precedo sculettando, l’infradito mi scivola fuori, mi blocco di colpo, chinandomi per riprenderla e Joe con tutto il pacco mi sbattono sul culo.
‘Ops mi scusi signora, no volevo dire Patrizia”. non sono riuscito a frenarmi.’
Balbetta, è rosso come un peperone, ma deve avere il cazzo che gli sta scoppiando.
Prendo in mano la situazione e mi avvicino decisa, lui è imbarazzatissimo, allungo la mano egli accarezzo il pacco:
‘ Non dirmi che questo è per colpa mia, che ti faccio questo effetto?’.
‘Eehm.. s-s-ssì signora, cioè nno Patrizia”è colpa mia, no è lui fa da se, io non mi sarei mai permesso.’
E’ fatta, ho il pallino in mano: mi inginocchio ed accarezzo il suo cazzo sopra il pantaloncini, lo tasto per tutta la sua lunghezza. Afferro l’elastico del pantaloncino e lo abbasso a forza , e lo metto in mostra, teso, gli bacio la cappella, sa un po’ di mare, scotta, è bollente. Le sue mani scendono e mi afferrano per le ascelle e mi tira su. Mi bacia, un bacio lungo, tenero che mi fa bagnare tutta, poi si tuffa sul mio collo.
Intanto la mia mano stringe il suo cazzo, lo massaggia; nel momento in cui mi ha baciato è diventato durissimo, vedo l’espressione del piacere dipinta sulla sua faccia. Torno con le mie labbra al suo amico, è tesissimo, non penso che resisterà molto, gli accarezzo le palle sono gonfie, lo prendo tutto in bocca. Incomincia a muoversi avanti e indietro, mi sta scopando la bocca. So che non durerà a lungo e infatti il suo pisello incomincia a dare tremendi scossoni, bacio la sua cappella, quando un getto fortissimo di caldo sperma mi riempie la bocca.
Sotto sono fradicia, gli umori colano lungo le mie cosce, il suo cazzo è ancora dritto, non vuole sgonfiarsi.
Mi alza, mi bacia di nuovo, poi, mentre la sua mano scivola nel mio slip, scende con la lingua sul mio collo, poi arriva al seno, ancora coperto dal costume. Lo slaccia e mordicchia un mio capezzolo. Sussulto, alza la testa , mi guarda negli occhi, il suo pene non da un segno di cedimento. Gli prendo tra le dita il cazzo e lo conduco, come fosse un cane al guinzaglio, verso il centro della stanza dove c’è il tavolo. Mi toglie il pareo e lo getta via, seguono le mutandine che scendono alle caviglie, ci penso io a toglierle.
Senza il minimo sforzo mi solleva e mi fa adagiare sul tavolo me allarga le gambe e si tuffa tra le mie cosce , con la lingua mi lecca tutta la mia figa fradicia. Gli spingo la faccia più a fondo, il contatto della sua faccia tra le mie cosce mi fa impazzire. Il desiderio è troppo. Anche per lui, infatti alza la testa e mette il suo palo tra le grandi labbra della mia topa, sento la su cappella che struscia che si fa strada, entra dolce, lentamente, sento tutti i suoi centimetri entrare.
Incomincia a pompare lentamente, le palle rimbalzano sulla mia figa. Ha un cazzo possente che mi riempie tutta, sento l’orgasmo avvicinarsi sempre di più, vorrei farlo rallentare per godermelo di più, ma lui comincia a pompare più forte, sempre di più e’ mi abbandono.
‘Aaah Patrizia’sì Patrizia’sto venendo’.
Anch’io sto venendo, mi aggrappo alle sue spalle, l’orgasmo mi invade totalmente, inarco la schiena lo cingo con le gambe avvicinandolo a me. Sento le contrazioni della mia fica stringere il cazzo di Joe. Lo estrae dal mio sesso e mi sborra sulla mia pancia continuando a masturbarsi.
Si avvicina e mi bacia nuovamente. La mia mano accarezza la sua che sta ancora facendo su e giù sul suo sesso, lucido dei miei umori, del suo sperma. Lo masturbo ancora un po’ fino a che non incomincia a sgonfiare tra le mie dita.
‘Joe’sei stato fantastico’.
‘Patrizia, se lo sono stato è perché ti ho sempre profondamente desiderato’e quante seghe mi sono fatto in tuo onore’

‘Ora però sarà meglio risistemarci, tra un po’ probabilmente arriverà mia figlio e non è bello che scopra che sua madre si fa scopare dal suo amico.’
‘Ma come?, Avrei voluto proseguire, sei troppo eccitante. ‘
Ha una faccia dispiaciuta e sto notando che il suo cazzo sta tornando rigido.
‘Ooh Joe’. anch’io vorrei tanto, ma è meglio fermarsi qui’per il momento, ci sarà un’altra volta, te lo assicuro.’
‘ Si, tra un anno, quando ritorno’
Gli accarezzo il viso, quanto vorrei farlo contento e godermelo ancora un po’, ma è meglio di no.
Raccolgo il pareo e i pezzi del bikini a terra. Nel chinarmi sento la mano di Joe posarsi tra le mie natiche, ci fosse stato tempo sono sicura che il mio culo avrebbe subito un assalto e magari me lo sarei fatta fare, anche se il suo cazzo è veramente grosso.
Sono nel bagno a ripulirmi e sento mio figlio che parla con Joe. Fiuu’appena in tempo!
Che spettacolo sarebbe stato per il mio bambino vedere sua madre, sdraiata nuda su tavolo con le gambe aperte ed in mezzo il suo amico.
Dal corridoio mio figlio mi urla:
‘Mammaaa, noi usciamo’.probabilmente ci vediamo domani. Ciao!’
Mi siedo sulla tazza e penso allo scampato pericolo, mi sento troia, ma penso anche a Joe e al suo cazzo. Ho ancora voglia e la mia mano scende tra le mie cosce sulla figa ancora dilatata e mi accarezzo fino a raggiungere un altro orgasmo. Sono proprio troia.
Il giorno successivo, al mattino, dalla camera dei ‘ragazzi’ nessun rumore. Gli ho sentiti rientrare che albeggiava. Mio marito è già uscito per fare chissà cosa.
Bighellono per il paese, poi scendo in spiaggia; dei ‘ragazzi’ non c’è ombra. Mi sto cuocendo al sole di mezzogiorno, quando mi sento chiamare; è mio figlio e c’è anche Joe:
‘Mamma, Joe ha deciso di anticipare la partenza, ha delle cose da fare prima di rientrare negli States.’
Mi mostro meravigliata della decisione, ma ne posso immaginare il motivo. Lo saluto cordialmente,ma senza particolare trasporto, anche se in cuor mio’.

Sono passati mesi da quel giorno, Joe è solo più un ricordo, un bel ricordo che, quando sono giù, mi aiuta a riprendermi. Penso a lui e mi masturbo.

Finche non mi arriva un messaggio sul telefonino: – Ciao Patrizia, sono Joe quando puoi chiamami ‘
Vi lascio immaginare il mio stupore e credendolo negli U.S.A. mi chiedo cosa avrà mai bisogno e come fa da avere il mio numero di cellulare. Lo chiamo immediatamente e scopro che è in Italia e che avrebbe voglia di vedermi. Tergiverso e prendo tempo, lui mi dice che riparte tra una settimana e che aspetta una mia chiamata. Sicuramente non vorrà vedermi per una chiacchierata ed un caffè, sarà sesso, solo sesso. Sono troia lo so, ma ho voglia di Joe e del suo cazzo e lo richiamo.
Come nei film americani mi da appuntamento al bar di un grande albergo e come in quei film quando arrivo lui è seduto al tavolino che legge o meglio che fa finta di leggere, perché si accorge subito della mia presenza e mi viene incontro. Me lo ricordo in short e maglietta, vestito in giacca e cravatta è ancora più uomo. I convenevoli durano molto poco, il tempo di un caffè poi si alza e mi invita a seguirlo e si dirige agli ascensori e saliamo in camera, dove è subito sesso. Prima ci baciamo con passione, una limonata che neanche i ragazzini’.., mi stringe tra le sue braccia, lo stringo tra le mie. Ci spogliamo a vicenda, i nostri corpi nudi si attaccano come ventose, sento il suo cazzo che punta sul mio ventre. Le sue mani corrono lungo la mia schiena giù sulle natiche, entrano tra di esse e poi sul davanti:
‘Ti sei depilata?’
La sera prima, non so perché, mi ero depilata tutta la figa e avevo lasciato solo un ciuffetto sul pube.
‘L’ho fatto per te, volevo farti trovare qualcosa di nuovo.’
Le sue mani accarezzavano la mia pelle liscia tra le gambe, sono bagnatissima, voglio il suo cazzo.
Mi inginocchio e lo prendo in bocca, le mie labbra scorrono su quell’asta dura che mi arriva in gola, sento i suoi sospiri di piacere, ma non voglio farlo venire così, lo voglio dentro di me.
Mi sdraio sul letto:
‘ Vieni, prendimi, ti prego scopami.’
Mi allarga le gambe e me le alza:
‘Che bella figa che hai.’
Mi penetra di colpo, comincia a muoversi lentamente e poi gradatamente aumenta il ritmo, non duriamo molto, ne io ne lui. Sto venendo e sento che anche lui s’irrigidisce, fa per uscire da me:
‘ Noo’.non toglierlo, continua, vienimi dentro.’
Ancora qualche colpo potente e poi sento il suo seme caldo che mi allaga.
Si stende su di me, appoggiandosi alle braccia, il suo cazzo ancora duro è sempre dentro di me.
Riprendiamo fiato poi rotola di fianco, portandomi sopra di lui, s’impossessa delle mie tette me le accarezza, mi chino in avanti per fargliele baciare, stuzzica i capezzoli con le labbra.
Accarezzo la sua asta rigida, umida dei nostri umori e la faccio scivolare di nuovo nella mia figa che, ancora vogliosa, è in attesa di essere riempita; ora sono io che mi muovo, che mi scopo, ma è Joe che con le mani sulle mie natiche mi da il ritmo. Le sue dita entrano nel solco tra di esse e mi stuzzicano l’ano. Sono sicura che vuole farmi la festa completa.
Muovermi sul suo cazzo mi da un piacere immenso, sentirlo scivolare sulle pareti della mia vagina mi fa impazzire:
‘ Mmm, che bello’.mi piace’ahi, fai piano.’
Mi ha messo un dito nel culo, non mi è mai piaciuto prenderlo lì, ma se volesse’..
Nella mezzora successiva mi porta in paradiso, probabilmente nelle università americane insegnano anche come far felice una donna, come farla godere fino allo sfinimento’ fino a farle dire:
‘Prendimi dietro’.ma fai piano.’
E lui con tutta la dolcezza del caso mi prende anche il culo’.e mi è piace , godo come’come mai in vita mia.
Dopo questa galoppata crollo distrutta e mi appisolo. Vengo risvegliata dall’acqua che scorre in bagno e dalla voce di Joe che mi chiama. Ho uno scatto di pudicizia e lo raggiungo coprendo le mie nudità. E’ sotto la doccia e mi invita a entrare, ci laviamo a vicenda le nostre mani scorrono sui nostri corpi, entrano negli anfratti più intimi. Accarezzato, massaggiato il suo amico da segni di risveglio’ho ancora voglia di lui, non sono sazia del suo cazzo. Mi inginocchio e con l’acqua che scorre sulla mia pelle gli faccio, con passione, con amore’ un pompino e, quando mi viene in bocca, ingoio tutto il suo seme. Mi asciuga e mi aiuta a rivestirmi, prima di lasciarlo lo bacio con passione e mi faccio promettere che al suo prossimo ritorno mi chiamerà.

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