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Racconti Erotici Etero

Il Maestro e l’allieva.

By 3 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano da poco passate le 15.
Una giornata uggiosa aveva accompagnato la mia attesa. Fermo lì alla stazione, un pò infreddolito, nella mia macchina, aspettavo. Alla radio una canzone popolare cercava di far breccia in quel gelido pomeriggio e di riscaldare un pò il mio stato d’animo. Passavano i minuti e il treno tardava ad arrivare e io mi lasciai andare ai miei pensieri.
La immaginavo elegante nei suoi vestitini che era solito indossare, calzare i suoi ormai famosi stivali, comparire sull’uscio della rampa che dal terzo binario portava nella piazzetta antistante alla stazione.
Cosa le avrei detto, cosa le avrei fatto, cosa avrei osato!
Erano queste le domande che si affollavano nella mia mente che affannosamente cercava di dare una risposta, ma senza risultato.
Ormai il tempo passava e i miei pensieri avevano creato in me uno stato di torpore, di estasi che soltanto il suo pensiero sapeva creare, eccitandomi.
Fui risvegliato di soprassalto dall’apertura della portiera della mia macchina.
‘Ma non vede che sono parcheggiato e aspetto una persona, su!!!’ – faccio all’ombra che ormai era quasi totalmente dentro la mia macchina.
Non vi fu risposta e la donna si accomodò sulla poltrona del mio fuoristrada.
Quasi svenni.
Era lei.
Avvolta da un cappotto color nocciola, pantaloni e scarpe comode era li seduta e guardandomi disse – ‘Beh il mio saggio e onorato maestro di libidine ha perso la parola?’ esclamò con fermezza.
Mi ci vollero un po di attimi per riprendermi.
La femmina che avevo conosciuto in chat tempo addietro e con la quale avevamo ormai un rapporto tenero di erotismo comparve e si materializzò li davanti a me.
Farfuglio qualcosa e nel mentre prendo le sue mani tra le mie. Calde, vellutate, lunghe, curate ma soprattutto ferme.
Lei non mostrava alcuna esitazione ne alcun imbarazzo.
Si mise comoda togliendosi il cappotto che la rendeva un po goffa. Notai subito che indossava una camicia bianca e il suo fisico mi apparve per quello che era. Alta sinuosa, statuaria. Un profumo che difficilmente dimenticherò, avvolse i miei sensi.
‘La camicia è di tuo gradimento?’ – mi disse avvicinandosi pericolosamente. Intanto, più di un bottone della camicetta, nell’entrare in macchina, si era aperto! E dall’aumentata apertura faceva capolino la curva del suo seno… dall’alto vedevo i suoi capezzoli,
‘Posso… posso abbracciarti?’ – chiesi riuscendo a dire finalmente qualcosa
Mi si butto tra le braccia quasi a farmi male e mi strinse a se.
Sentì il suo seno premere sul mio petto e la sua bocca sfiorare la mia.
‘Andiamo!’- mettendo all’improvviso in moto la macchina – le dissi
Camminammo per quasi venti minuti e la giornata uggiosa ormai era diventata improvvisamente luminosa, solare.
‘Allora i miracoli li fai per davvero’ – le dissi
Capì subito a cosa mi riferisse abbozzando un sorriso malizioso.
Mi fermai davanti ad un bar.
Ci accomodammo ad un tavolino in un angolo accuratamente preparato e ordinammo due caffè alla cameriera.
Una bella ragazza, la cameriera, sfacciatamente troia che sculettando all’improvviso scomparve dietro al banco.
Conversare con lei si rivelò incredibilmente piacevole. La punta di timidezza che non la abbandonava mai, poi, mi mandava letteralmente il sangue alla testa. Si vedeva, infatti, che le piacevo, anche realmente, ma il suo contegno non le permetteva di sbottonarsi nemmeno un pochino; e questo suo atteggiamento riservato, un po’ pudico, quasi all’antica, così raro, oggi, in un mondo dove tutte te la sbattono in faccia appena possono, mi faceva davvero andare fuori di senno.
La tentazione di baciarla di toccarla era forte ma avevo paura della sua reazioni.
Avevo sempre messo lei al centro di comando, sempre lei a dover decidere e sempre lei al primo posto per tutto.
Aveva deciso lei di incontrarmi. Mi aveva contattato la sera prima. Un corso di lavoro organizzato all’ultimo minuto.
Ora era li davanti a me più bella e femmina delle foto che mi aveva gentilmente mandato.
‘Sai Mimì sono stata fino all’ultimo indecisa a chiamarti. Conosci ormai come sono fatta e non vorrei trovarmi più di tanto coinvolta ma la curiosità è donna e tu lo sai vero?’
Quelle parole avevano avuto un effetto orgasmico in me.
Ora più che mai cercavo di restare fermo e ordinavo a tutte le membra del mio corpo di rimanere immobili. Non volevo per niente crearle reazioni che avrebbero potuto rompere quell’incantesimo.
Era già tutto meravigliosamente bello. Guardarla, sentire il suo respiro, odorare la sua presenza.
‘Ma che fai. Siamo oramai finalmente uno vicino all’altra e tu sei lì, in trance. Stai bene?’ mi chiese.
Il mago della seduzione che lei aveva conosciuto stava facendo una magra figura e tutto per il suo modo di essere non invadente. Di non osare.
I nostri occhi rimasero in costante contatto e sentimmo entrambi brividi scendere lungo la schiena.
Mi prese la mia mano…
‘Sai starò quattro giorni e tre notti fuori casa per questo corso di aggiornamento dalle nove alle diciotto, vorrei rilassarmi e godermi la donna …femmina che è in me, tu hai programmi?idee?impegni? Passeremo qualche serata insieme…? Entrambi siamo sposati, questo lo sappiamo… ma chissà…, ti dico prima di tutto di rilassarci, di stare a nostro agio, che ne dici? Come mi trovi nella realtà?’.
Tutte quelle domande a raffica mi ubriacarono ancora di più e nel mentre accennao a qualche risposta lei continuò
‘Sei un bell’uomo, dall’aria intelligente, dagli occhi vivaci e porcellini…, pensaci e domani me lo dirai, ora mi accompagni all’albergo, sono stanca.’
‘Sei una donna fortunata! Questa settimana sono libero!’ Risposi alla valchiria che era protesa davanti a me. Con uno stratagemma riuscì a farmi dare il nome dell’albergo dove avrebbe alloggiato.

Uscì con una scusa dal bar per rientrare subito dopo. ‘Bene Titti – ti accompagno!’ Dopo un breve tragitto trascorso quasi in silenzio arrivammo all’hotel. Presi la sua borsa e la accompagnai.
Stanza 123
‘Ti auguro di recuperare un po’ delle tue forze chissà domani potrebbero servire’ le dissi maliziosamente e baciandola sulla guancia la salutai. Restò sola nella stanza e dopo una mezz’ora sentì bussare alla porta.
‘Signora Tiziana? Ho qualcosa per lei’- disse una voce sconosciuta.
Aprì e la figura del fattorino era completamente sovrastata da un mazzo di rose e fiori di campo. ‘Per lei’- disse andando via. Stupita, accolse quell’omaggio notando che era accompagnato da un biglietto profumato.
‘Mai ti è dato un desiderio senza che ti sia dato anche il potere di realizzarlo. Mimì’
La donna contemplò la bellezza di quei fiori, il profumo ed i colori, guardò la stanza molto confortevole, poi la valigia le ricordò che dovevo sistemarsi, posò abiti ed abitini nell’armadio, la biancheria nel cassetto, prese poi l’occorrente per una doccia, e mentre si spogliava fissò il suo corpo nudo nello specchio, notando i capezzoli eretti e la peluria che a stento proteggevano la sua fessura, invitante ed accogliente fedele compagna dai tempi della scuola, dell’università e post-università, si toccò sentendola bagnaticcia, capì il motivo.
L’incontro con quell’uomo-amico dei suoi segreti virtuali, serio, affascinante, mentalmente sveglio, libidinoso e anche perverso, l’aveva adrenalizzata e il suo sesso apprezzava il coinvolgimento.
La voglia di toccarsi era tanta ma preferì andare a dormire mezza nuda.
Un ultimo pensiero all’uomo e si ritrovo a dire ad alta voce: ‘Buonanotte’.

‘Buonanotte! …nemmeno la buonanotte le ho dato’ – mugugnavo nello scendere con l’ascensore
Fuori dall’albergo mi aspettava la mia macchina ormai priva di quell’angelo che mi aveva procurato emozioni a non finire. Restai fermo un po con le mani al volante mentre il suo profumo che aveva avvolto l’abitacolo mi induceva pensieri peccaminosi. Il suo profumo forte intenso era sempre piu penetrante e avvertivo anche un leggero odore di donna…
Mi accorsi di un qualcosa sul sedile…
Toccai nella penombra il misterioso oggetto e con mio stupore mi accorsi che erano i suoi slip…
Li presi velocemente e senza pensarci su, li portai al cospetto del mio olfatto…
Odore di femmina misto ad un profumo agrumato alterò il mio equilibrio già precario.
‘Tiziana ci sei riuscita. Sei una degna alunna. Una capace femmina moderna…’- pensai
Intanto una pressione sempre più forte premeva i miei pantaloni ed esplosi restando bagnato immediatamente, venni solo annusando il suo minuscolo triangolo!
‘Chissà poteva funzionare – mi dissi – bastava solo aspettare poche ore… erano le 21 mancavano solo 3 ore’
La luce soffusa lasciava intravedere la donna seminuda che dormiva nel suo giaciglio…
La sua figura compariva per meta da sotto le lenzuola mostrando le lunghe e sinuose gambe mentre i suoi seni facevano capolino dalla camicia indossata.
Le ciocche dei suoi capelli, neri corvini, avvolgevano il suo viso, sembrava stessero proteggendolo.
23:59
tic tac
00:00
Partì all’improvviso, una musica soft che regalava alla già penombrosa stanza un’atmosfera ancora più gradevole accarezzevole.
Una voce maschile, ferma decisa ma profonda, distinta pronunciò :
‘Mai ti è dato un desiderio senza che ti sia dato anche il potere di realizzarlo.’
Un ripetere estenuante intervallato da silenzi, incessante, sempre più in crescendo.
La litania portò Tiziana a svegliarsi dal suo torpore, dapprima un pò impaurita poi pian piano riconoscendo la voce, infine rassicurata dalle parole che diventavano più lucide, delineate, dirette.
Si reso conto dopo un po’, che qualcuno aveva appoggiato un piccolo registratore dietro alla tv.
Si rigiro nel lettone e si accorse del pensiero perverso che l’aveva portata tra le braccia di morfeo ritrovandosi con la sua amica di sempre nuda e ancora semiumida.
Provò piacere a vedersi cosi nuda, a gambe aperte con la musica che ormai cominciava a cullarla…
Il pensiero di Mimì era ormai forte tant’è che la sua mano non esito a toccare il suo centro di gravita.
Mentre si stava lasciando andare, la musica mutò in una più ritmata e la voce incominciò a parlarle.
‘La tua mente razionale mi ha indotto a lasciare la stanza e a rispettare le tue volontà, la tua mente razionale mi ha portato a sacrificare le mie emozioni in rispetto delle tue’ recitava la voce con cadenza calma e parsimoniosa.
‘Posso avere rispetto dei tuoi propositi ma ho voglia di te. Adesso. Ora… Ora ti guiderò così come lo è stato finora. Tiziana seguimi e proverai magiche sensazioni…’
La donna sobbalzò a quelle parole ritrovandosi seduta nel letto. Davanti a se lo specchio della stanza rifletteva la sua figura con riflessi dorati dati dalla luce proveniente dalla strada. Riusciva a vedere nettamente un solo seno uscire dalla camicia semisbottonata mentre la sua micia era lì sorniona ma completamente aperta.
‘Se hai voglia e desiderio di me vorrei che stasera ti toccassi, altrimenti…’- continuò il nastro.
‘… altrimenti mi arrendo a te, te che sei la stella che brilla nel firmamento del mio profondo inconscio libidinoso, te che sei la scintilla che fa accendere il fuoco di passione, la tua bellezza illuminerà questa notte, in questa notte senza stelle, abbraccia il tuo cuscino e fa come se fossi io il mio petto villoso, almeno questo fallo. Mai ti è dato un desiderio senza che ti sia dato anche il potere di realizzarlo.
Buonanotte micia…’
Un idea selvaggia bussò nella mente della donna, si alzò in fretta e si rivestì lasciando di proposito il suo intimo nella valigia, lo telefonò. Una leggera introspezione rivelò un aumento di desiderio di lui con una tendenza a donarsi alle sue fantasie.
Ormai perso nei miei pensieri erotici, generati da questa fanciulla comparsa nella mia vita, che tra l’altro si era rivelata molto più bella, molto più femmina di quello che traspariva dalle foto, fui scosso all’improvviso dal trillo del mio cellulare. Era lei!
‘Portami a fare un giro in macchina non riesco a dormire’.
La conversazione si chiuse quasi immediatamente e mi ritrovai con la macchina in viaggio verso il suo albergo. ‘Quando sei giù non salire – mi aveva detto – fammi uno squillo e scendo’.
Avvolta dal suo soprabito salì in macchina e mi baci’. Un bacio fugace.
Labbra calde e con un buon sapore. Prese la mia mano e la portò sotto il suo vestito con mia grande meraviglia.
Il suo sesso era qualcosa di speciale. Caldo, quasi umido, non feci a tempo a pensare altro che la donna riporto la mia mano al di fuori di se.
‘Dai andiamo – mi disse – voglio visitare Roma di notte.’ IL TRABICCOLO

‘Mi dispiace averti svegliato, ma sono stata invasa da un fuoco. Qui vedi.’ disse Tiziana aprendo le gambe e alzando il vestitino. Accese la lucetta dello specchietto illuminando la sua ben curata peluria e allargando ancora di più le gambe.
‘Scusami, decidi tu, proiettami dove tu desideri. Per tre notti sarò romana…’, e come un automa toccò con la mano il cazzo dell’uomo.
Non riuscivo a credere nè ai miei occhi nè alle mie orecchie. La donna che avevo desiderato per mesi era lì davanti, eccitata per me.
Delicatamente la feci ricomporre dicendo lei ‘non ricordi Titti sempre a modo mio’ – e così dicendo misi in moto e andammo.
Tiziana fantasticava con la mente e pensò ‘Sono assorta nella mia libidine, in auto a Roma di notte, con uno sconosciuto, poco vestita, mi sembra tutto incredibile, l’orologio segna l’1.30 incredibile, fuori dai finestrini un misto di luce notturno e penombre, mi sembra tutto così incredibile, proprio io….?’
Eravamo diretti al centro e le strade erano quasi deserte. Roma di notte è molto bella affascinante. Arrivammo nei pressi del Colosseo, parcheggiai e la presi per mano. Andammo tra le rovine e trovato un posto un pò appartato l’appoggiai ad un rudere romano. Era li davanti a me seminuda. Le sussurrai all’orecchio di essere la mia schiava e nel mentre toccai il suo sesso. Le mie mani su di lei intanto le nostre labbra si mordevano voracemente.
La volevo stupire e la stupii.
Tiziana sussultò ‘Mimì ma che succede, che ci facciamo qui nella fossa dei leoni? Come sei possente, forte, virile, porco, che faremo ora…? Sono senza barriere, senza difese, senza intimo. Sono le due di notte… ti percepisco affamato, arrapato….ahhh, mi tremano le gambe e nella mente mi si appannano i pensieri…’

La tranquillizzai portando la mano all’interno delle sue cosce. Era già tutta bagnata e accogliente, e mettendo un dito al suo interno, che scivolò dentro senza difficoltà, la sentii vibrare. Inserii un altro dito e lei mi abbraccio. La strinsi a me sbattendo con violenza il suo seno sul mio corpo e lei mi bacio violentemente. Ormai avevo quasi tutta la mano al suo interno e lei era tesa come una corda.
Ormai era mia!!!
Sentivo che stava per godere e quando mancava poco a farla esplodere tolsi la mano, la baciai e la portai di nuovo in macchina.
Non volevo che la nostra prima volte fosse così.
Lei meritava altro. Meritava di meglio
Pensiero di Tiziana ‘Barcollavo seminuda e bagnata, ero stata appena penetrata da due dita sconosciute ma tanto amichevoli e complici, avevo la mente confusa, i capezzoli turgidi esposti all’amico sconosciuto,il mio amante virtuale. Sono proprio io…?
Si sono io, vogliosa, seminuda, direi in calore, in compagnia di lui. Porco, arrapato, mentalmente e fisicamente attraente, ma che succederà ora a Tiziana, lui cosa farà, la mia fica è esposta senza ritegno…’
In macchina lei mi guardo con aria maliziosa sapendo che qualcosa di bello, di lussurioso tra poco le sarebbe accaduto. Appoggiò la sua testa sul mio corpo e mentre guidavo mi disse
‘Non pensare male di me ti prego, non so cosa mi succede quando sono con te. è vero mi hai preso la mente in questi mesi, ora fammi tua, prendi il mio corpo’.
Arrivammo al mare e la guidai in un posto poco lontano.
Era un trabiccolo di quelli usati dai pescatori. Una palafitta costruita sul mare. Entrammo.
L’ambiente era abbastanza spartano. Oggetti marini sparsi un po’ dovunque e da un lato un’ammasso di reti usate per la pesca. La luce fioca era data da una lampada a petrolio che avevo acceso.
Mi appoggiai per terra e posando il mio cellulare su un tavolo.
Parti subito una musica.
Il bolero di Ravel.
Invitai Tiziana a spogliarsi seguendo il ritmo di quella musica. Lei mi assecondò con movimenti lenti e armoniosi trovandosi in armonia con la danza che il brano creava e restando nuda completamente.
Mi avvicinai e dissi prendendo le mani ‘togliamo anche i nostri anelli. Ti voglio mia ma solo per me. Io solo per te.’ Poi la baciai. Un lungo bacio accompagnato da adrenalina e scariche elettriche che ormai prendevano possesso dei nostri corpi.
Era bella davvero.
Una donna elegante superba. Un fisico che invogliava le fantasie più perverse. La feci distendere sulla rete. Diventò ancora più bella. Sembrava una Venere.
Mi ritrovai spogliato e notai la libidine di Tiziana aumentare vedendomi così nudo. Mi adagiai su di lei e la abbracciai. Presi con le sue braccia la schiena di lei che si lasciava trasportare. Aveva ormai fiducia in me. Ci baciammo a lungo con il calore dei nostri corpi che aumentava sempre di più tanto quasi da scioglierci in un abbraccio unico. Avevo il sesso gonfio turgido pronto a deflorarla. Appoggiai la cappella alle sue grandi labbra trovandole sciolte e fracide.

Tiziana stava per esser penetrata da quell’uomo sconosciuto che ormai di sconosciuto non aveva più niente. Sentì il sesso di lui premere ed ebbe un’esitazione.
Mimì si accorse di questo irrigidimento e si ritir’.
Prese i suoi capelli tra le mani la accarezzò – ‘Tiziana come sempre ho detto sei tu a decidere. Posso continuare o fermarmi, decidi te. A me già basta averti qui nuda davanti a me e respirarti’.
‘Scusa… no dai… sono qui con te e per te, nuda, vogliosa e bramosa… facciamo tutto… e di più sarò per te in questi giorni: amica, amante, troia, puttana senza ritegno… sfoga la tua libidine-perversione con me… sarò la tua discepola porca e ubbidiente, senza remore e senza ritegno, hai un corpo bellissimo virile, villoso, arrapante, maschio… sono la tua femmina ora, la tua femmina in calore… senza inibizioni e senza …anelli’
Allora dopo aver ottenuto il consenso, la feci di nuovo distendere sulla rete. Allargai le braccia e le gambe. Posai sui suoi occhi un foulard e legai le braccia a due punti di ancoraggio. Aveva le mani legate e le gambe sciolte. Questa cosa la incuriosì tantissimo. I suoi Sensi ormai erano in mio possesso. A poco a poco incominciai a inibirli.
La sua vista fu offuscata dal foulard.
Il suo tatto era bloccato dalle funi.
Restavano olfatto, udito e gusto.
La donna ormai vogliosa, desiderava ricevere il cazzo dentro di se, ma l’uomo continuava a condurre il gioco. Il suo udito ascoltava landirivieni delle onde del mare che si infrangevano sulla palafitta, mentre il suo olfatto annusava l’odore di pesce misto all’odore di maschio.
Portai le mie mani sul corpo della dea, sfiorandola solamente e toccai ogni centimetro della sua pelle vellutata. Scossa da fremiti e gemiti la donna sussultava sotto quelle carezze. All’improvviso toccai un capezzolo strizzandolo violentemente ma subito dopo mi fermai. Quindi passai di nuovo alla scoperta del corpo della donna.

Ad un tratto Tiziana sentì qualcosa sulle sue labbra. Pensò ‘le sue mani toccano tutta me, ora prenderanno anche la mia bocca’ quel tocco poi scomparve e si ritrovò toccata al ginocchio, subito dopo la parte del suo corpo che veniva accarezzata era la parte del seno che porta al ventre, subito dopo ancora era la volta dei piedini meravigliosi, poi tocco al collo…

Erano tutti tocchi sfiorati, immediati, inaspettati, e la donna tremava ad ogni singolo passaggio…

Ecco di nuovo, ora, sulle labbra…

Questa volta, Tiziana notò che non erano le mani, ma qualcosa di diverso che si relazionava con la sua pelle. Con la sua lingua protesa, la donna cercava di capire, di intuire. Toccò dei riccioli e subito dopo lo scroto dell’uomo…

Capì tutto quello che stava accadendo e inarcando i reni cercò di accaparrarsi l’organo umano con le mani, dimenticando però di essere legata.

Portai sul viso femminile il mio cazzo già turgido e come era stato con le mani per il corpo adesso toccava al viso essere sfiorato. Sfiorai il suo candido volto con il mio organo.

Tiziana cercava di afferrarlo con la bocca non riuscendovi e intanto lo strofinio era sempre più intenso.

Ormai la donna aveva voglia di cazzo. Questo era la certezza.

Mi sedetti sul corpo della giovine e con i miei testicoli all’altezza dell’ombelico femminile… lei sentì le palle affondare nella sua pancia e un calore intenso sprigionarsi sul suo ventre…

Poi dissi ‘ti ho inibito la vista, ti ho legata per eliminare il tatto, sei prigioniera dell’odore del mio cazzo, ora il tuo udito ascolterà e il tuo gusto…’

Tiziana sussultò. preda di quello sconosciuto di cui non aveva per niente paura ma con un solo desiderio in testa: il suo cazzo.

Passarono attimi lunghi senza che successe nulla e lei cercava di capire. Riusciva solo ad ascoltare il suono del mare…

Quando all’improvviso senti sul suo viso un qualcosa… caldo, denso.

Non capiva cosa le stesse succedendo ma sentiva il suo corpo fondersi con quello di Mimì.

Lo strano liquido continuò a coprire il suo viso e un fiotto denso colpì le sue labbra…

Pensò ‘forse è liquido seminale… è già venuto?’

Sempre bendata, continuava ad assaporare il buon sapore che l’uomo metteva in lei, nella sua bocca, nella sua gola.

Mimì si abbasso su di lei e la baciò.

Aveva lo stesso sapore, caldo, buono, intenso. Era la sua saliva.

La zona pubica ormai era un lago.

Mimì scivolò su di lei, prese i seni tra le mani e mentre li accarezzava stritolava, scese su di lei portando la sua bocca all’altezza della caverna.

La sua lunga lingua incominciò ad indagare l’anfratto penetrando per intero.

Tiziana voleva essere presa, posseduta da quel bastardo che la stava così martorizzando.

Supplicò l’uomo affinchè la deflorasse, affinchè avesse la verga dentro di se.

Noncurante di questa supplica Mimì continuò per lunghi minuti a succhiare dalla fonte e con grande sorpresa all’improvviso fu inondato da un getto caldo, intenso, violento di sborra femminile…

Era venuta. si contorceva, le mani legate la portavano a imprecare, voleva il cazzo ora lo voleva dentro mentre brividi attraversavano il suo corpo.

Il suo orgasmo durò a lungo e si ritrovò quasi allagata nelle sue parti intime.

Mimì alzò la testa ritrovandosi come se un secchio d’acqua avesse investito la sua faccia.

Si portò verso di lei e ordinò di leccarlo.

Tiziana assaporò, così, se stessa succhiando dalla faccia dell’uomo il suo brodo.

La benda fu tolta e gli occhi della donna erano allucinati, sconvolti e ora anche annebbiati dalla luce.

‘Ho tolto la benda perchè devi guardare cosa ti succederà’ – disse Mimì.

La donna fu fatta inarcare ancora di più, in modo che i suoi occhi vedessero il tutto.

Poi Mimì si portò verso di lei appoggiando la cappella alle grandi labbra.

‘Ecco’ pensò la donna ‘finalmente assaporo il suo cazzo’.

La punta del pene sfiorava soltanto le labbra della sua vagina di lei e per lungo tempo la situazione resto cosi.

Gli occhi di Mimì erano all’altezza dei suoi e messaggi inconsci si scambiavano.

‘Bastardo sfondami non ce la faccio più’ imprecò Tiziana.

La punta del pene spinse ancora di più le labbra della vulva con una pressione poco più presente, più costante.

‘Sei un bastardo, bastardo, bastardo, sfondami la fica dai dammelo lo voglio bastardo…’ continuò la femmina.

Bastavano pochi centimentri per essere sfondata.

‘Porco perverso amante mio, ti prego dammi il cazzo’ supplicava, accorgendosi che quasi lacrimava dalla voglia.

Dritto li davanti a se e non poterlo avere dentro.

‘Bastardooooooooooooooooooo’ urlò ancora.

Era quasi sfinita dalla voglia quando sentì un dolore forte dentro il suo utero, una fitta perversa. Un colpo netto

Lui era dentro la donna. Fermo ora, ma dentro di lei.

Si guardarono e gustarono questo momento tanto atteso. Un attimo tante volte sognato e ora realizzato.

Attimi lunghissimi passarono.

Sentiva il cazzo di lui pulsare in lei. Duro, eccitato, grosso, prendeva tutta la sua fica.

‘Bastardo ce l’hai fatta a farmi tua’ disse la donna.

Si baciarono e senza accorgesene incominciarono a prendere ritmo. Erano precisi, decisi, all’unisono. Sentiva in sé lo stantuffo che quasi sfondava la sua parete vaginale, quasi spostava l’utero.

Era bello.

Era contenta.

Mimì si accorse che Tiziana stava venendo. La portò quasi all’ultimo istante, poi si ritrasse immediatamente.

Subì la reazione della donna che ora incominciava a scalciare.

Aveva bloccato il suo orgasmo. Il suo primo orgasmo con lui, che lurido bastardo era quest’uomo.

Mimì ora fece accomodare Tiziana a cavalcioni sul suo arnese.

La donna questa volta avvolse in un attimo la mazza e incomincio da sola un ritmo forsennato che la stava di nuovo portando all’orgasmo.

Si accorse, mentre aveva ormai il cazzo nel suo ventre, di avere davanti a sè una finestra e riusciva a scorgere il mare illuminato dalla luna.

La vista di quel meraviglioso panorama, la inebriò ancora di più facendole aumentare il ritmo già sostenuto.

Sentiva il cazzo quasi nella pancia e gestiva da sola la penetrazione senza risparmiarsi.

Ancora una volta Mimì si accorse che stava per gemere e con una mossa all’improvviso la prese tra le braccia.

La distese sulle reti e lei ricambiò il gesto con un occhiataccia.

Lei seduta. Lui in piedi. Gli presentò davanti alla bocca il suo fallo duro e bagnato di lei.

Tiziana lo prese tutto in bocca, ingoiandolo e facendolo sparire in un attimo. Asciugò il suo liquido, ingoiandosi e prese la cappella tra i denti.

‘Ora quello che tu stai facendo a me lo farò a te’ disse.

Morse con i suoi denti la cappella di Mimì che strillo dal dolore. La leccò successivamente come si lecca una ferita.

‘Brutto bastardo voglio venire, lo vuoi capire, voglio venire con te’ esclamò la donna.

Sentiva il cazzo duro in gola, lo portò ad essere ancora più turgido, poi con fare deciso disse all’uomo.

‘Ora chiavami bastardo’

Lei sotto. Lui sopra.

Lui iniziò di nuovo il ritmo di prima alternato da fitte spinte che la facevano urlare di piacere.

Lei si stava liberando ormai dei suoi tabù con lo sconosciuto, gridava, urlava, gemeva disinibita davanti a lui e il suo corpo stava per esplodere.

Mimì si fermò ancora una volta e le disse

‘Tiziana voglio che la nostra prima volta sia per noi indimenticabile, voglio donarti la mia sborra, voglio allagare le tue viscere, voglio restare in te’.

Tiziana annuì, acconsentendo di farsi annaffiare la fica.

Il ritmo riprese ed dopo alcuni minuti nei quali i loro corpi erano ormai fusi uno nell’altro ebbero un estremo sussulto.

Mimì si svuotò in lei allagando la sua fica mentre Tiziana piangeva e urlava dal piacere che invadeva il suo corpo, la sua anima. Era libera di poterlo fare perché era li in mezzo al mare.

Lunghi fiotti di sperma si assestarono al suo interno mentre anche la sua micia cacciava nettare.

Durò a lungo l’estasi e poi infine si abbandonarono ad un abbraccio fortissimo.

Mimì ebbe la forza di dire

‘sei ancora più bella ora, sei molto più femmina ora, sei molto più mia. SONO DENTRO DI TE’

Lei si alzò e rivoli di liquido scesero lunghe le sue belle gambe.

Lui la fermò e con la lingua asciugò la valchiria gocciolante, poi con la bocca piena del suo liquido la baciò intensamente, procurando in lei ancora scariche elettriche.

Seduto la prese tra le braccia e la accarezzò a lungo.

Pensiero di Tiziana ‘Ero estasiata, appannata dal godimento, nuda, femmina, la sua femmina, posseduta con vigore, colavo sperma, aveva sborrata nella mia fica, che bello, ero stata presa da lui… ahhh che bello!’

Restammo lì ancora un po’, poi mi chiese di riaccompagnarla in albergo.

L’indomani alle otto iniziava il corso. Accettai l’invito di restare da lei in albergo e ci ritrovammo nudi e felici in giro per la camera.

Vado a farmi una doccia, puzzo di pesce – disse Tiziana ridendo.

Mimì entrò in bagno e vide quel corpo nudo, bagnato dall’acqua che rifletteva la poca luce che illuminava la piccola stanza.

Si insinuò nella doccia e senza farsi pregare incominciò a insaponare la sua compagna. La pelle olivastra era vellutata e morbida. Intanto che tastava ogni parte del corpo della donna notò che Tiziana aveva dei brevi ma intensi tremori.

Hai freddo? – Chiese lui.

No, sei tu che mi ecciti porco. – Detto questo la donna si abbassò e mise tutta la verga dell’uomo nella sua bocca.

Ora – disse – ti renderò felice!

Lo succhiò pian piano, gustandolo come un gelato prelibato, alternando le labbra alla lingua ai denti, leccava poco alla volta, contemplando il cazzo come un totem.
L’acqua della doccia bagnava il tutto,

Sto leccando piano, ogni centimetro li in zona, anche le palle, sotto le palle, bellissimo. Mi sto di nuovo eccitando. Che porca che sono ‘ pensò Tiziana continuando a ciucciare senza ritegno il fallo.

Che Troia che è questa donna. Perversa femmina ma pura d’animo – meditò Mimì.

All’improvviso senti il fuoco salire dal ventre e riversò nella bocca di lei quantità copiose di liquido succoso bianco. Lei con gli occhi guardava attentamente il viso dell’uomo ingoiando il suo nettare che riscaldava la sua gola.

Si ‘ disse Tiziana mentre in ginocchio sotto la doccia avevo infilato due sue dita nella fica ‘ vieni nella mia bocca, mi piaci, scaricati in me.

Ed un’altro orgasmo (il terzo della notte), s’impadronì del corpo e della mente di lei.

Ora diventava problematico. Il tempo passava e lei tra poco doveva andare al corso e la voglia di sesso ancora non passava.

Dopo essermi asciugata, disse di voler riposare un’oretta e nuda si infilò tra le coperte, mise la sveglia alle 07.30 e subito dopo crollò in un sonno profondo.

Era bella.

Era bella davvero ed era mia – pensai nel vederla avvolta dal lenzuolo. Le sue gambe fuoriuscivano lasciando intravedere parte del suo voluttuoso sesso. Mi avvicina ed esplorai ancora una volta quel magnifico mondo, ora gonfio e arrossato dalle scorribande passate poco prima.
Notai che ancora cacciava umori e una goccia di lei stava per colare sulle sue cosce. Lussuriosamente mi avvicinai e la leccai.

Dopo ore di corso, finalmente fu di nuovo libera di stare con lui. Una veloce doccia in albergo la rinfrescò e quando si presentò a lui nella stanza per poco Mimì non ci rimase.

Indossava un completino intimo che omaggiava ancora di più la sua bellezza. Le cosce lunghe si congiungevano nel suo ventre perfettamente e girandosi la donna mostro la parte del suo corpo ancora inviolata.

Sono quasi pronta – disse rientrando in bagno.

Raccontò all’uomo che non era mai stata presa come la notte prima e che aveva goduto come mai da vera lurida porca.

Mimì aspettò che lei finisse di prepararsi e mentre era in bagno apri l’armadio e scelse il vestito e scarpe che poi le fece indossare.

Tiziana prese gli slip e reggiseno ma lui glielo impedì.

Ti voglio calze autoreggenti, vestitino e …basta.

Lei lo guardò affermando – dai una cosa è il nostro modo di chattare e una cosa è la realtà.

Voglio che tu esca cosi – sentenziò l’uomo

Perversa dentro e comunque consapevole delle sorprese positive che poteva ritrovarsi Tiziana accettò.

Si diressero verso il centro di Roma, la parte più antica della capitale e si fermarono in un ristorante.

Un occhiata al menù per scegliere cosa mangiare e una conversazione che incominciava a diventare rovente intrigante.

Comparve all’improvviso il cameriere con una pizza e la servì alla donna.

Non ho ordinato una pizza io ‘ reclamò.

Il cameriere appoggiò la pizza sul tavolo e lei restò sorpresa.

Sulla pizza c’era scritto con la ricotta – SEI UNICA

Lei guardò il suo amante eccitata ancora di più. Mai nessuno aveva fatto questo per lei.

Mentre lei era ancora contenta di quella inaspettata sorpresa si ritrovò il piede del maschio tra le sue gambe.

Lo esortò a non andare oltre anche se il suo sesso accettava di buon grado quell’intruso.

Tiziana supplicò Mimì di eliminare quell’affare dalle gambe ma non ebbe successo.

Bastardo sono già pronta a venire, ti prego fermati, che figura ci faccio, ti prego ‘ mormorò.

In quel mentre arrivò il cameriere che sorrise alla donna servendo il suo piatto.

Il piede intanto continuava la sua esplorazione nella cavità della femmina senza fermarsi. Oramai la vulva calda e bagnata si apriva facilmente senza opporre pressione.

L’uomo notò i capezzoli della donna che si inturgidivano diventando duri e la camicetta lasciò intravedere il tutto.

Il cameriere ritornò notando l’eccitazione della donna. La fissò negli occhi compiaciuto.

Lei impallidì e cerco di ricomporsi.

Fermati, dai stronzo, fermo dai ‘ esclamò.

Ma come un automa il suo porco continuava la sua azione.

Tiziana apprezzava sempre di più quella atipica penetrazione e anche se cercava di rifiutare l’uomo lo accettava accompagnando la penetrazione.

Intorno a lei famiglie, uomini d’affari, amici, semplici persone che affollavano il locale e intente a fare quello che era consono li: mangiare.

Il cameriere ritornò per servire il secondo e notando Tiziana abbastanza distratta chiese – tutto bene signora?

Lei sobbalzò lanciando un’occhiataccia al suo amante. Lui continuò.

Per tutto il tempo non aveva profuso parola. Mangiava e agiva.

Un violento calore avvolse il bassoventre della donna, lei non seppe più gestirsi e la sua bocca si rigirò in una smorfia di dolore, la sua vagina svuotò il suo succo bagnando il piede di Mimì, il vestito e la sedia.

Poi tutto finì.

Lei restò immobile mentre il piede si ritraeva.

Soddisfatto l’uomo disse – ora frutta e caffè, giusto?

Bastardo, lo sapevo che ero con un bastardo. Stronzo – replicò la donna.

In macchina Tiziana gli disse di non osare tanto perchè comunque aveva un pò paura e comunque voleva conservare un proprio ritegno, una propria identità.

Lui rispose – sei tu che lo vuoi ricordi cara, io agisco, ma sei tu che devi fermarmi.

STRONZO – fu la risposta.

Arrivarono sulla sommità di un colle dal quale Roma appariva nella sua totale bellezza.

C’era un enorme fontanone, tanto caro ai romani, e poche macchine che circolavano e un po più in là poche coppiette di giovani amanti. Vi era un parapetto dove i due sedettero per parlare un po’, contemplando quella meravigliosa vista.

Lui fece da cicerone alla donna ma poi si fermò e disse ‘ Titta, ricordo benissimo l’eccitazione che tu hai avuto quando ti raccontai di quella volta in albergo, ricordi?

Lei di sobbalzo disse – che ti passa per la mente stronzo.

Wow – disse Mimì – stasera sei in vena di complimenti e prendendola per mano la porto via.

Poco dopo si ritrovarono in una piazza dove vi era in corso un mercatino notturno. Oggetti più disparati erano messi in vendita e tanta gente affollava l’agorà.
Salirono velocemente delle scale e venne ad aprire alla porta una vecchia signora quando Mimì bussò.
Ciao Marì – disse Mimì – ti presento Tiziana. Vorrebbe vedere la piazza e il mercato dall’alto. La vecchia salutò con simpatia l’uomo e mostrò ad entrambi la stanza che dava sulla piazza.
Ma sei pazzo, sei scemo, non vorrai mica… ohhhhhhh stronzo rispondi. No, no, no, no, e poi no. Non te lo permetterò mai e poi c’è la signora Maria – disse Tiziana con un impeto nuovo.
La risposta fu un lungo bacio.
Le loro lingue indugiavano nella conoscenza e un abbraccio totale mise ad entrambi in moto il fuoco della passione.
Lui aprì la finestra accostando poi la porta.
Invito quindi Tiziana alla finestra.
Spiegò lei che era una delle più belle piazze storiche di Roma, dove in secoli passati tante persone erano state anche giustiziate tra cui Giordano Bruno e Rugantino.
Incuriosita si affacciò tenendo sempre sott’occhio l’uomo.
Maria entrò nella stanza con delle tazze contenente del thè caldo.
Un profumo intenso invase i loro sensi e il caldo della bevanda riscaldò un pò le loro interiora.
Usci salutando e dicendo che usciva di casa e che ne aveva per un pò.
I due restarono vicini per un pò di tempo e la donna acquisì tante notizie storiche sulla capitale.
In basso, persone sconosciute passeggiavano e un brusio di voci si levava a contorno.
Si ritrovò, non seppe nemmeno lei a gambe divaricate, aperte.
Ricordò allora che era senza intimo e si accorse che Mimì era con la testa tra le sue cosce.
Bastardo – esclamò – che figlio di… , ormai sei in vantaggio su di me e te ne approfitti.
Detto questo non ostacolò la testa di lui bensì si accomodo meglio sul davanzale divaricando leggermente in più le sue cosce lunghe.
Sentiva il brusio delle persone ma la sua mente ascoltava solo la lingua dell’uomo che solcavano la sua fica.
Era gia bagnata. Era bagnata da quando lui le aveva ricordato che l’avrebbe presa come nel racconto, era contenta di questo e lo stava dimostrando dimenando anche il suo sedere.
La lingua saliva e riscendeva dal clitoride fino all’orifizio anale entrando a momenti in se, affondando colpi che la facevano trasalire.
Riusciva a distinguere distintamente anche la lingua dell’uomo che toccava le pareti anali.
Ormai era in estasi.
Notò che la sua camicia si sbottonò nel movimento che lei stava facendo per assecondare le sue voglie e parte del suo seno sinistro ora era in bella mostra.
La bancarella dell’antiquariato aveva parecchi clienti soprattutto donne che affollavano il percorso. Il vecchio rubivecchi era seduto sulla sedia di paglia controllando le persone dedite alle sue cose.
Alzando lo sguardo intravide la bella donna affacciata alla finestra e con un sorriso quasi la salutò.
Inforcò gli occhiali, incredulo su quello che stava avvenendo.
La vista diventò più nitida e la donna ora appariva completamente nella sua bellezza e il suo seno fuori non era più solo un miraggio.
Tiziana vide il tutto e provò a spiegarlo al suo perverso compagno.
Non ci fu risposta!
La donna ormai aveva la lingua tutta dentro e la sua bocca incominciava a tradire la sua compostezza.
Si ritrovò ora nella sua fica, non più la lingua ma un dito che si faceva largo dentro di lei riportando fuori tutto il suo liquido.
Le dita divennero poi due, poi tre, quattro.
Quando anche il pollice a fatica riuscì ad entrare nella caverna, Tiziana non potè credere a cosa aveva nella fica.
L’intera mano di Mimì era al caldo.
Dopo pochi istanti in cui restò ferma, la mano incominciò un massaggio interno alla vagina che incominciò a procurare notevole piacere alla donna.
Il vecchio aveva portato una mano ai pantaloni e senza nessuna esitazione trastullava il suo ormai antico oggetto di piacere.
Tiziana da questa visione ne trovò ancora più lussuria.
La porca che era in lei si stava manifestando in tutta la sua interezza in quelle notti romane.
Sorrise al vecchio e continuò a mettersi comoda per facilitare il compito della mano che aveva in lei.
Il suo ventre era ormai piatto, schiacciato sul davanzale freddo e anche questa pressione procurava a lei ulteriore piacere.
La mano completamente dentro con parte del polso e il sapere di se stessa cosi porca cosi peccaminosa la portava a godere come mai.
Stava per venire. Stava per implodere.
La visione del vecchio che tra la folla si sparava una sega, il suo ventre ormai freddo, la mano di lui tutta dentro, il suo seno oscenamente scoperto fecero perdere la sua consueta razionalita e si stava ormai abbandonando all’orgasmo quando Maria disse – sono rientrata, tutto bene ragazzi?
Si si, Maria tutto bene – rispose Mimì continuando la sua opera – come sta tuo marito?
Tiziana cercò di svincolarsi ma le poderose mani dell’uomo la bloccarono.
Quel vecchio porco – disse la signora – invece di vendere se ne sta li seduto a guardare le stelle. Che rimbambito. E ancora si tocca quel coso moscio.
Tiziana non osò credere alle sue orecchie.
Quell’uomo, il mercante, il vecchio con il cazzo in mano che sorrideva, era il marito di Maria.
Ormai non sapeva più controllarsi, sentiva tutto il suo corpo fremere. La sua fica stava per esplodere sotto i colpi di quella mano, la sua mente inebriata da quella situazione cosi irreale.
Il bastardo si fermò.
Delicatamente estrasse la mano da lei, si accomodò sotto di lei e ricominciò con la punta della lingua a stimolare la vagina.
Un solo tocco. Un unico tocco di lingua al clitoride e lei aprì il rubinetto del piacere, della sua passione.
Caldi getti seminali femminili invasero la faccia, la bocca e la lingua di lui mentre il suo corpo tremava ininterrottamente.
La vista dell’uomo in basso fu la ciliegina sulla torta e con fare da troia fece capire al vecchio il suo orgasmo.
Non fece nulla per nasconderlo.
Ora c’era solo lei e il suo orgasmo.
Roma ed il corso di aggiornamento si stavano trasformando nel girone della lussuria, quell’uomo ormai aveva in pugno la sua mente ed il suo corpo. Mai era stata penetrata da una mano intera, eppure la fica l’aveva accettata completamente e fatta scivolare in un lago di piacere. Aveva le gambe perennemente bagnate a Roma. La fica perennemente aperta e disponibile, e non contava più gli orgasmi e le penetrazioni.
Si ricompose, tirando giù il vestito e fece involontariamente il gesto di tirarsi su gli slip. Mancavano se ne era dimenticata.

La signora Maria si presentò con due caffè.

Si rivolse all’uomo e lo esortò a rimproverare il marito. Gli disse che ogni volta che lui faceva ammirare la piazza ad un amica il marito aveva perdite d’introito.

Salutarono e si ritrovarono in piazza a passare tra le bancarelle

All’improvviso Tiziana si irrigidì.

Davanti a se aveva il vecchio.

Un turbinio di stati d’animo la avvolse.

Il vecchio sorrise e prese un piccolo oggetto antico e lo porse alla donna.

Tenga, lo prenda. Sono stato bene, grazie davvero mia adorata, è stata fantastica.

Tiziana restò immobile a sentire quelle parole e ne restò stordita.

Il vecchio si avvicinò al suo orecchio e le chiese il permesso di toccare il suo seno.

Senza aver risposta, l’anziano compì il gesto facendo restare la donna tra l’esterefatto e un bramore di piacere inaudito. Sentì la mano ancora appiccicosa di sperma passare sul suo seno mentre gli occhi del vecchio erano brillanti. Anche il suo olfatto percepì l’odore di sborra e si meravigliò che tutto questo non l’aveva affatto disgustata.

Poi il vecchio andò via.

Lei restò immobile. Di nuovo bagnata.

Ma cosa mi sta succedendo – disse a lui – Mi stai facendo diventare una troia, una puttana; ma cosa vuoi da me?

Restarono poi in silenzio.

Dai ti accompagno in albergo, sei distrutta dai tuoi orgasmie dalle tue voglie. Hai dormito poco – disse Mimì – domani hai di nuovo il corso.

Dopo poco si ritrovarono nella stanza dell’albergo con lei ora abbastanza disinibita nei suoi confronti.

Si. Lurido bastardo e porco sono disposta a tutto. Mi fai sentire sempre in calore fisicamente e mentalmente. Sei il mio maestro, e io voglio essere la tua allieva preferita. – confessò Tiziana.

Lei si rifugio subito in bagno e lo scroscìo d’acqua risuono all’interno della piccola stanza. Un vapore acqueo occupò subito l’area e facendola scomparire come se fosse avvolta da una fitta nebbia.
Mimì entrò ritrovandosi cosparso da minuscole goccioline d’acqua.

– Facciamo la doccia? chiese lei maliziosamente.

Lo tocco in tutte le parti del corpo non ne tralascio alcuna. Massaggiò cosi come tanto piaceva a lui tanto da sentirlo vibrare come una corda di violino.

Alla fine entrambi esausti si tuffarono nel letto sprofondando sotto le coperte nudi.

Passarono lunghi minuti nei quali i due non smisero di guardarsi. Era un sogno.

Lo sai che tutto potrebbe finire vero? – esclamò la donna con aria triste – questi giorni saranno indelebili per me ma…

Lui la zittì posandole una mano sulla bocca.

Era bella. era bella davvero.

Il suo culo con le sue curve era mozzafiato e sprizzava sesso in ogni sua parte.

Lei sembrava stesse in trance come se stesse recuperando forze come un orsa in letargo.

Mimì era combattuto se destarla o lasciarla li nel suo limbo. Quella visione, però non lo lasciava indifferente.

Le carezze dapprima delicate ora affondavano nella carne di Tiziana.

Decise di mettersi a cavalcioni su di lei.

I suoi testicoli si persero lungo il tragitto che delimitava i due emisferi e con le mani iniziò un massaggio dolce, delicato, continuo.

Il massaggio duro a lungo dando gli effetti desiderati.

Si ritrovarono di nuovo avvinghiati uno dentro l’altra.

Il pene la penetrava dandole duri colpi di piacere estremo.

Lei venne quasi tre volte e i suoi occhi si riempirono di lacrime di felicità.

Si girò sul letto e sussurrando all’orecchio dell’uomo disse – prendilo è tuo, sei un fantastico stronzo che lo merita, che merita ogni parte di me, ti prego non farmi male.

Detto ciò si posizionò nella classica posizione di ricezione anale e attese di essere sventrata.

Mimì si inchinò su di lei, la rigirò abbracciandola e la bacio intensamente poi la fece riposizionare aggiustando i suoi capelli che coprivano il suo viso.

Voleva vederla mentre la oltrepassava, osservarla e lo specchio della camera dava un immagine di lei con il viso coperto.

Quando vide il suo viso nello specchio porto la sua lingua all’orifizio della donna e incominciò a baciarla e a leccare

Il buchino di un rosa acceso e tremante era serrato. Pulsava in attesa di essere deflorato.

La saliva dell’uomo ammorbidiva la parte anteriore della donna che sembrava gradire il procedimento. Per lunghi minuti l’uomo continuò ad assaporare il suo orifizio e solo quando sembro contento si alzò.

Si posizionò dietro di lei appoggiando la sua cappella al buco.

La donna sentì il sangue ribollire nel suo corpo, una ondata di calore l’attraverso tutta.

– Sono qui in una stanza d’albergo a Roma con questo stronzo che mi sta facendo scoprire una Tiziana nascosta e sono a culo all’aria pronta a essere sfondata dal suo cazzo ‘ ammise a se stessa.

Mentre si lasciava trasportare dai suoi pensieri sentì una piccola pressione anale.

Ecco sta scopando il mio culo – si disse.

Si accertò che lui stesse comodo posizionandosi alla giusta altezza e disse – ti prego non farmi male.

L’uomo appoggiò il suo cazzo allo sfintere e sembrò fermarsi. Anzi era totalmente fermo ma duro turgido.

Lei incredula disse – ma cosa fai non entri?

Sssssssssssssss – esclamò Mimì guardandola nello specchio – io sono qui, sono duro per te sarai tu ad accettarmi.

La invitò quindi a farsi violare.

Tiziana si ritrovò suo malgrado in una situazione di imbarazzo.

Aveva sempre concesso godimento ai suoi amanti regalando loro il suo mondo anale ma mai aveva pensato che potesse comandare lei la penetrazione.

Incominciò a spingere verso il cazzo notando che il membro era duro assai.

Lo vedeva nello specchio che era dietro di lei e notava che era perfettamente concentrato su quello che stava accadendo.

La visione di lei allo specchio che tra poco veniva squarciata da un membro sconosciuto la faceva godere come una troia.

Dopo poco la cappella fece breccia tra le sue carni incominciando a scivolare all’interno.

Questa volta non sentì alcun dolore ma solo piacere procurato dal suo agire.

Era bello farlo cosi emozionante, gestire la sua penetrazione e mentre rimunginava con i suoi pensieri il pistone era quasi arrivato alla fine del suo nuovo alloggio.

Stop. Fermata. Ora lei non sapeva più cosa fare.

Aveva l’intero cazzo di lui nel suo culo e sentiva le sue palle toccare la sua fica che incominciava già a grondare.

Dopo qualche attimo le mani di lui affondarono nei suoi fianchi. Una presa virile, possente, vigorosa. Le mani affondarono nella sua schiena e contemporaneamente sentì l’organo incominciare a movimentare in lei.

Era duro e il suo culo lo accettava di buon grado.

Ora incominciava a godere, sentiva la sua fica bagnarsi sempre più e quando si accorse che stava per esplodere lui si bloccò.

Estrasse delicatamente il pene e la girò.

Quindi portò di nuovo il cazzo duro in lei, nel suo culo.

Ora la donna vedeva la sua faccia, il suo corpo villoso, i suoi capezzoli, mentre lui serrava ora le sue caviglie.

Scivolò in lei quasi immediatamente e fermandosi immediatamente.

La incominciò a fissare. I suoi occhi erano penetrati dai suoi. Una libidine sempre crescente invadeva le loro menti.

Lo sentì all’improvviso. Un colpo secco, uno. Fermo. Poi eccolo di nuovo, un colpo ben assestato. Fermo. Gli occhi continuarono nella propria penetrazione e lei quasi piangeva.

Le sue caviglie quasi violacee strette nella morsa dell’uomo erano protese nell’aria e sentiva il sangue scorrere lunghe le sue gambe. Sentiva quei colpi secchi che la violavano, quel modo tutto suo di scoparla la portava ad un piacere estremo.

Poi lui si fermò e le disse – Titti voglio che porti la tua mano alla fica, no non toccare il clitoride ma voglio che la inserisci dentro e cerchi di raggiungere il mio cazzo –

La donna esegui quell’ordine.

– Eccolo, lo senti attraverso le parete vaginali, lo senti?

Tiziana esterrefatta da così tanta perversione, si rese conto di toccare il tronco posizionato nel suo culo.

– Bene, se ci riesci voglio che fai un massaggio al cazzo, come se fosse una sega ‘ proseguì Mimì.

La donna capì il messaggio e iniziò a fare quella strana cosa richiesta. Ben presto si rese conto che il tutto le stava procurando un piacere nuovo. Aveva il culo stimolato dal cazzo, la fica dalla mano e infine il suo polso che gentilmente si occupava del suo clitoride.

Questa prova era per lei nuova.

Mentre si occupava di svolgere bene i suoi compiti sentì un colpo sferrato dal cazzo in lei e quasi se ne venne.

– Bastardo! Bastardo! – guardandolo pronunciò.

La sua mano oramai tutta in lei toccava il cazzo e con le sue unghie graffiava le sue stesse pareti.

Spingeva lei stessa il suo fondoschiena verso il ventre dell’uomo per essere più disponibile alla penetrazione. Il clitoride ormai schiacciato dal polso era prossimo alla goduria.

L’uomo intuendo le sue voglie aumentò il ritmo.

Tiziana sentì un calore immenso partire dalle caviglie attraversare velocemente il suo ventre, arrivare al seno e infine raggiungere la testa.

Girava tutto, quasi stava svenendo, sentiva la sua fica quasi pisciare mentre l’uomo continuava in lei il martirio. Quando poi, non seppe più resistere, cacciò un urlo disumano dando un ulteriore spinta verso il cazzo.

In quel momento, Mimì sparò con forza per l’ultima volta il cazzo in lei allagandole le viscere con la sua sborra calda.

L’orgasmo contemporaneo sembrò non finire mai. La donna spasmodica sembrava in preda a crisi convulsive mentre in lei il cazzo duro ancora teneva. La fica non rinunciò a fare la sua parte inondando la mano di lei e la peluria del cazzo dell’uomo. Il fantastico bottone di carne di Tiziana, infine eruttò a sua volta.

Poi come la quiete dopo la tempesta, Mimì si accasciò su di lei, esausto, fradicio di sudore, svuotato del suo liquido, con la mente libera. Restò fermo su di lei mentre Tiziana ancora aveva accenni inoltrati di orgasmo.

Lei lo abbracciò dicendo – Porco mio, sei fantastico, non credevo esistesse il paradiso, resta cosi su di me ti prego. Poi lo baciò delicatamente sulla fronte e si lasciò andare rilassandosi. Sentiva il suo corpo in fremito, era stremata, esausta. Era venuta in quei giorni non ricordava quante volte.

Si sentiva ora una donna diversa, una donna vera.

per critiche e commenti dirkpittmilu@gmail.com

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