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Racconti Erotici Etero

Il mio calciatore

By 1 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

-Passa, Mattia, passa…a destra-
-crossa che tiro in rete-
Guardavo il mio ragazzo giocare a calcio e non potevo fare a meno di pensare a quanto fosse bello: alto, spalle larghe, fisico scolpito, capelli biondo scuro tagliati corti.
Era un mercoledì qualunque e, come altre volte, ero andata al suo allenamento di calcio. Giocava in una squadra di serie c e dopo l’allenamento, spesso mangiavamo assieme o stavamo a casa sua.
Il fischio dell’allenatore sancì la fine della partita e Mattia mi corse incontro scoccandomi un bacio sulla fronte.
-quanto sei eccitante stasera- mi sussurrò all’orecchio, schiudendo la bocca in quell’attraente sorriso a cui non avrei mai saputo dire di no -ho una voglia di scoparti- aggiunse.
Sorrisi civettuola, e come sempre le sue parole mi provocarono un piacevole formicolio nella vagina.
-Mi faccio una doccia e andiamo a casa mia- disse, incamminandosi verso gli spogliatoi.
Dieci minuti dopo era di ritorno, vestito con una tuta che lasciava ben intravedere la forma del suo cazzo, una t-shirt che evidenziava i suoi pettorali e le scarpe da ginnastica. Mi baciò nuovamente e sentii il suo odore di bagnoschiuma e testosterone che mi mandò in estasi. Avrei potuto scoparmelo li davanti a tutti per quanto ero eccitata, ma forse era il caso di raggiungere prima casa sua. Abitava da solo, pagandosi affitto e studi con quello che guadagnava giocando a calcio. Ci eravamo conosciuti sei mesi prima, ad una festa. Per me era stato amore a prima vista.
Salutammo alcuni dei suoi compagni di squadra e ci avviammo verso la sua macchina. Io camminavo accanto a lui muovendomi sinuosamente nella minigonna che mi ero messa per l’occasione.
-sei uno schianto- mi disse
Sorrisi e gli presi la mano, tirandolo verso la macchina.
Vederlo guidare era un’altra cosa che mi eccitava. Le sue mani forti, sicure sul volante, il piede sull’acceleratore e lo sguardo fisso sulla strada. Gli posai una mano sui pantaloni della tuta e in meno di due secondi sentii il cazzo venirgli duro sotto la mano.
-Smettila- disse lui -altrimenti fermo la macchina e ti scopo qui-
Allontanai la mano. Non volevo sprecare quella serata con una sveltina in auto. Immaginai tutto il testosterone che doveva avere in circolo dopo quell’ allenamento e a quanto dovevano pesargli i coglioni, pregustando, nel tragitto verso casa, una scopata favolosa.
Finalmente raggiungemmo il suo palazzo, parcheggiammo la macchina e salimmo le scale. Non ebbi neanche il tempo di chiudere la porta che le sue braccia poderose mi sollevarono da terra, e mi baciò con la passione di cui solo lui era capace.
Lo spinsi verso il letto, sfilandogli la maglia e scoprendo il suo favoloso torace. Gli passai una mano sul petto liscio, e gli sfiorai con un dito il capezzolo. Anche i suoi capezzoli mi facevano impazzire, grandi e un po’ scuri, in apparente contrasto con la sua pelle chiara, e che diventavano turgidi al minimo tocco. Ci baciammo ancora e lo spinsi sul letto, sfilandomi la minigonna e la maglia rimanendo in lingerie.
-Cazzo che voglia- disse facendomi eccitare ancora di più.
-Anche io, mi fai impazzire- risposi.
Mi abbassai sfilandogli scarpe e calzini lasciando nudi i suoi bellissimi piedi, dopo di che gli montai a cavalcioni sul petto, e cominciai a leccargli gli addominali, salendo sempre più’ fino ad arrivare ai capezzoli, che succhiai con foga. Sentivo il suo cazzo di pietra dai pantaloni della tuta, e i suoi occhi rivolti all’indietro mi davano piena idea del suo godimento. Gli passai una mano tra i corti capelli biondi e lo baciai ancora. Gli annusai la pelle, odorava di maschio in un modo che non saprei descrivere. Ridiscesi piano con la lingua verso i suoi addominali e lentamente me mie mani si fecero largo nell’elastico della tuta. Gli abbassai i pantaloni, sfilando anche i boxer, e lui con un rapido movimento di gambe li fece scivolare sul pavimento. Guardai per qualche secondo il suo cazzo stupendo in erezione. Lungo circa 20 centimetri, leggermente curvo verso l’alto, con la cappella violacea per l’eccitazione. I suoi testicoli, grandi come due noci, perfettamente depilati facevano da contorno a quella verga cosi virile. Mi avvicinai con la bocca alla sua cappella e un forte odore di testosterone si insinuò nelle mie narici facendomi quasi perdere i sensi e facendomi bagnare dal godimento. Cominciai a succhiargli il pene con movimenti regolari dall’alto verso il basso.
-ah cazzo, si- mugugno.
I suoi sospiri di piacere mi inebriavano e aumentai leggermente il ritmo. Passai poi a lavorare i testicoli, prendendone in bocca prima l’uno poi l’altro, poi insieme, succhiando avidamente. Leccare le sue grosse palle era una goduria e per giunta sembrava mandarlo in estasi in quanto inarcò leggermente la schiena e buttò indietro gli occhi, completamente soggiogato. Immaginai il suo sperma, contenuto in quelle palle e a quanto quel prezioso succo fosse la cosa che lo rendeva uomo. Il mio uomo. Gli presi in bocca, a fatica, entrambi i testicoli facendomi inebriare dal loro odore, dopodiché ritornai a succhiargli il cazzo, che ormai quasi scoppiava per quanto era duro. Andavo su e giù’, sempre più velocemente, massaggiandogli le palle con la mano. Non dovettero passare che pochi minuti e lui mi afferrò per i capelli, guidando i movimenti e la velocità del mio pompino.
-si, cazzo, succhia- esclamò ormai fuori controllo.
D’un tratto la sua presa divenne più serrata, e con dei sonori gemiti mi venne in bocca, uno, due, tre fiotti di sperma mi inondarono il palato. Riuscii a fatica a tenere in bocca quella sborrata abbondante, ma cercai di ingoiare tutto, nutrendomi del suo seme virile, dal sapore leggermente salato ed amarognolo. Mi era venuto in bocca senza chiedermelo, ed era proprio questo che mi piaceva di lui. Non aveva bisogno di chiedermi nulla. Conduceva i giochi come solo un uomo sa fare. Leccai via le ultime gocce di sperma dalla cappella, e mi accasciai sul suo petto ansimante. Presto sarebbe iniziato il secondo tempo di quella partita. A lui piaceva così. Svuotarsi i coglioni con un bel pompino e poi scoparmi per durare di più’. Gli carezzai il petto e i capezzoli, e il suo pene, che nel frattempo era tornato a riposo, cominciò a riprendere quota. Mattia mi girò, posizionandomi supina sul letto, mi tolse le mutande e cominciò a leccarmi la figa bagnata.
-aaaaahhhh- urlai.
Continuò con quel lavoro di bocca per alcuni minuti, facendomi andare in visibilio, dopodiché avvertii la punta del suo cazzo, nuovamente duro, che si faceva strada nella mia apertura. Entrò con un colpo secco, facendomelo sentire fino in gola, e iniziò a pompare con foga. Gli tenevo i pettorali muscolosi con le mani, mentre lui mi stantuffava a ritmo serrato. Dopo alcuni minuti cambiammo posizione, mi misi a cavalcioni su di lui, con la schiena rivolta verso il suo viso e me lo scopai saltando su e giù come un’indemoniata. Le dita dei suoi piedi si contorcevano per la goduria, ed io guardavo il suo godimento propagarsi fino a quelle estremità così virili. I suoi piedi mi eccitavano, così emblematicamente maschili, di derivazione greca con il secondo dito leggermente più’ lungo dell’alluce. Portava il 44 ed erano lunghi e affusolati. Cambiammo nuovamente posizione, e questa volta mi mise a pecorina scopandomi violentemente da dietro. Mi afferrò i fianchi con le mani e riprese a scoparmi, prima dolcemente, poi sempre più duro, afferrandomi con una delle mani la testa e tenendomela premuta verso il basso, in segno di assoluta sottomissione.
-scopami, scopami- urlai, mentre sentivo le sue palle sbattermi contro la figa a ritmo costante.
-si cazzo dimmelo ancora- esclamò lui con una voce roca che mi fece impazzire-
-scopami Mattia, sei il mio stallone ‘ esclamai ‘ fammi sentire il tuo cazzo-
Sentivo il suo petto sudato premermi contro la schiena e il suo odore maschile inebriarmi. Gli afferrai le natiche con le mani spingendo il suo corpo ancora più’ in profondità dentro di me, urlando di piacere ad ogni colpo che mi infliggeva. Mattia ansimava sonoramente mentre mi scopava. La strategia di svuotargli i coglioni prima di farmi scopare era vincente perché già da venti minuti mi stantuffava a ritmo serrato senza accennare a venire. Amavo le lunghe scopate, e il fatto che lui riuscisse a durare così tanto mi permetteva di raggiungere sensazioni idilliache. Cambiammo nuovamente posizione e questa volta ci mettemmo di lato. I suoi colpi si fecero più’ dolci, e mentre mi scopava mi scostò i capelli dal viso baciandomi con passione. Ricambiai il suo bacio, e i nostri corpi si unirono ancora più’ intimamente in quell’amplesso di passione. Sentivo la mia vagina completamente riempita dal suo arnese che andava avanti e indietro con molta dolcezza percorrendo le mie pareti interne. Il suo corpo, possente, mi avvolgeva da dietro, e i suoi muscoli pettorali premevano contro la mia schiena. Mi sembrava addirittura di sentire le punte dei suoi capezzoli turgidi strusciare leggermente sulla mia pelle mentre mi penetrava. Con le sue gambe mi strinse ancora di più’ a se e i suoi piedi avvolsero i miei, stringendomi come una preda o come una creatura da proteggere, non saprei dirlo. Era arrivato il momento di farlo godere, e quella volta decisi di farlo a modo mio. Gli chiesi di cambiare posizione e lo feci stendere supino sul letto. Quel corpo magnifico e sudato era completamente a mia disposizione. L’uccello, duro e bagnato dei miei umori svettava verso l’alto, la grossa cappella quasi pulsante dal piacere. Mi sedetti con cautela su quel meraviglioso palo di carne e cominciai a cavalcarlo, con passione, prima lentamente, poi con sempre maggiore velocità. Appoggiai le mie mani sui suoi pettorali, e strinsi fra le mie mani quei muscoli così forti e maschili, mentre il suo cazzo faceva su e giu’ all’interno della mia vagina.
-Cazzo Mattia, voglio la tua sborra dentro di me- urlai -Voglio svuotarti completamente i coglioni-
Mattia ansimò più’ forte. -Mi fai impazzire cazzo!- disse ad alta voce, con quella voce da uomo che da sola sapeva farmi perdere i sensi- svuotami le palle dai, svuotami le palle-.
Aumentai il ritmo. Mattia rovesciò la testa all’indietro e allargò le braccia e le gambe sul letto, ormai completamente vittima della mia cavalcata. Mi resi conto che era molto vicino all’orgasmo così gli presi i capezzoli fra le mani e cominciai a stuzzicarli. Improvvisamente rovesciò gli occhi al cielo ed esclamò ‘ vengo, sto per sborrare- Un colpo di reni che quasi mi disarcionò e sentii i caldi fiotti del suo sperma percorrermi le pareti della vagina. Mi sedetti completamente su di lui cercando di assorbire quel prezioso seme e gli appoggiai le mani sul petto, dove il suo cuore batteva come un tamburo impazzito. Restai in quella posizione per alcuni secondi, sentendo che pian piano il suo cuore e il suo respiro tornavano ad avere un battito più’ regolare. -E’ stato stupendo- mi sussurrò dolcemente -e tu sei stata fantastica-. Sorrisi, accasciandomi dolcemente sul suo petto, mentre il suo pene, ancora nella mia vagina, pian piano tornava a riposo. Sentivo la vagina grondante del suo sperma e questa sensazione mi faceva sentire totalmente sua, come se con la sua eiaculazione dentro di me avesse marcato il suo territorio. Non correvo, del resto, alcun rischi di rimanere incinta, in quanto facevo uso regolare della pillola. Mi sfilai con delicatezza dalla sua morsa e corsi in bagno a darmi una ripulita. Quando tornai Mattia era ancora steso sul letto, cazzo e palle ancora sporchi di sperma ed un’espressione soddisfatta sul volto. Si alzò lentamente, mi passò accanto e mi baciò con passione, dopodiché si diresse anche lui verso il bagno e sentii il rumore della doccia che veniva accesa. Mi stesi su quel letto, che era stato oggetto di tanto godimento, e aspettai che finisse. Tornò dopo una decina di minuti, profumato ed estremamente sexy come sempre. Mangiammo qualcosa e ci sedemmo sul divano a guardare un film. Seguii poco lo spettacolo perché non riuscivo a fare altro che pensare a lui. Terminata quella pellicola mi prese in braccio e mi portò a letto. Ci addormentammo dopo pochi minuti, la mia testa sul suo petto, aggrovigliati tra le lenzuola. Il mio ultimo pensiero rivolto alla prossima, splendida scopata che mi sarei fatta con lui.

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