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Racconti Erotici Etero

Il mio capo è una donna

By 10 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

per chi avesse piacere questa &egrave un’altra storia/avventura di Monica.
non mi addentro in particolari, per adesso, perch&egrave potrebbero risultare noiosi, ma con Marco la mia avventura matrimoniale era finita già dal 2001 mentre il lavoro con lui era proseguito fino a metà del 2002. per chi non lo sapesse Marco ed io avevamo un negozio di mobili che era andato discretamente fino ,appunto, al 2000 e parte del 2001: dopo &egrave stata una discesa fino quasi al fallimento: fallimento duplice in questo caso, sia nel lavoro che nel rapporto umano. avermi usata per dirimere i suoi problemi con fornitori e banche, se all’inizio la cosa sia era limitata a qualche scopata per trovare i soldi dopo , invece la situazione aveva preso la piega che non pensavo:ossia servivo solo per “parargli il culo” con banche e fornitori, per ritardare o evitare il fallemento del negozio. a quel punto trovai un’amica che mi aprì gli occhi …e non solo quelli.
capitò infatti che , frequentando la stessa parrucchiera, notai che tra le clienti c’era una signora sulla cinquantina che si prodigava in consigli legali con un’altra cliente: chiesi ,così per sfida , cosa ne pensasse o che consigli potesse elargire a una persona che si trovasse in una situazione come la mia: chiaramente non le dissi che ero io la protagonista della situazione ma una mia amica che , mi sembrava fosse in difficoltà .
Si presentò e disse di chiamarsi Mariella e mi consegnò un biglietto da visita che riportava il suo nome cognome e indirizzo: mi disse di andarla a trovare, in compagnia della mia amica, il lunedì successivo alle 19 e 30.
presi il biglietto e lo misi in borsa mentre lei salutò e andò via.
La parrucchiera che sembrava avesse il radar mi disse, mentre mi invitava a sedermi per lavarmi i capelli, che Mariella oltre a essere una brava avvocatessa, era anche una bella donna: dovresti vederla quando &egrave al mare , tutti la osservano con desiderio, sia uomini che donne.
tra me pensavo “ma a me che me ne frega” a me interessa uscire fuori dai miei casini e basta.
Il lunedì mi recai alle 19 e 30 nel suo studio : si trovava leggermente in periferia in una zona nuova ma già popolata e comunque servita di parcheggi .
Stranamente non aveva una segretaria e mi aprì lei stessa: vieni cara e accomodati pure disse mentre mi faceva strada e porgeva una sedia. Si accomodò nella sua poltrona e rivolgendosi a me disse:
so che sei tu che hai bisogno di consigli, le voci corrono sia in città che al palazzo di giustizia, e devo dirti che tu devi staccarti da tuo marito e dal suo lavoro prima che sia troppo tardi. potrei aiutarti a trovare un lavoro se vuoi , un lavoro che ti potrebbe dare e in breve tempo autonomia come &egrave giusto che sia per una donna che deve riiniziare. dimmi tu se vuoi che ti dia una mano oppure no e preferisci fare da sola.
la osservavo con interesse , ripensavo alle parole di Monia la parrucchiera, al fatto che quella donna aveva un fascino particolare, a come sarà in costume da bagno e…
non mi accorsi del tempo che impiegavano i miei pensieri fino a quando lei mi riportò alla realtà e mi disse: non devi decidere subito puoi chiamarmi in settimana ma devi fare presto. e aggiunse : se vuoi ti dico di cosa si tratta. vuoi?
Sì le dissi dimmi anche per sommi capi che cosa sarebbe.
No ti dico che cosa &egrave: recupero crediti. si tratta di contattare le persone o le aziende che non hanno pagato mezzi o prestazioni. vedi a me arrivano degli incarichi da parte di grosse aziende che hanno dei clienti che non hanno pagato una o più rate: tutto quì. Ti arrivano le pratiche e tu devi chiamare e chiedere quando puoi andare a prendere i soldi e stop. niente di più e niente di meno: se ti va fammi sapere. per tuo marito invece tu gli dirai che preferisci andartene e troncare il matrimonio e il rapporto di collaborazione con il negozio: ti dico che se &egrave intelligente sarà d’accordo.
D’improvviso scoppiai a piangere, vuoi per l’emozione vuoi perch&egrave mi sentii dire ciò che il mio cuore da tempo pensava e mi suggeriva: troncare …avere il coraggio di dire basta.
Lei si avvicinò e mi porse un fazzolettino di carta per asciugarmi le lacrime.
mi cinse con un braccio le spalle e mi tirò a s&egrave verso il suo seno generoso e cominciò ad accarezzarmi il viso, ormai quasi del tutto asciutto. mi disse a voce bassa, forse per farmi coraggio: se vuoi i primi tempi puoi venire a stare da me: vedi se non ti stacchi del tutto e di netto da lui e dal suo mondo non sarai mai libera.
so che siete stati legati e che gli hai voluto bene, se no non avresti fatto ciò che hai fatto per lui e per il negozio: però devi vivere per te stessa e ricominciare e senza rimorchi e fardelli. Gli uomini sono abili sai a circuire le donne e sopratutto le mogli e le ex mogli. quindi meno contatti hai e meglio &egrave.
c’&egrave anche un altra cosa: se vieni a stare da me potresti cominciare subito anche a lavorare perch&egrave l’agenzia di recupero crediti la devo creare e gestire io in prima persona: il tuo capo sarebbe una donna sarò io. &egrave a me che risponderai del tuo lavoro .
ora vai pure e pensaci e vieni quando vuoi tanto lo studio &egrave quì e l’abitazione &egrave al piano di sopra e comunicante.
Mi avviai verso l’ingresso e lei mi tenne un’attimo la mano e mi attirò verso di lei : mi baciò dolcemente sulle labbra ma senza insinuare la lingua nella bocca e mi disse “a presto Monica”.
Non risposi forse perch&egrave turbata dalle frasi che avevo udito ma che lei aveva risvegliato perch&egrave, il mio cuore, le aveva già dette a me tempo addietro. che fare? cosa dovevo fare?decisi di accettare e tornai indietro verso la casa/studio di Mariella.Vidi che la luce dello studio era già spenta e invece, al piano superiore , la luce della finestra piccola, quella del bagno , era illuminata: si stava facendo una doccia pensai o forse era impegnata in altri affari come tutti noi ogni giorni ( per fortuna).Decisi di ritornare da lei il giorno dopo e dopo aver affrontato Marco.
Mi stupii che Marco invece non fosse a casa dove, al suo posto , trovai una bella lettera di addio in cui spiegava che era un fallito, che aveva sbagliato tutto nella gestione del negozio e del matrimonio: e concludeva che io avevo già fatto tanto e che non meritavo di finire nei casini per colpa sua.Marco era dunque scappato via e restavo senza soldi e con chissà quali problemi.Telefonai a Mariella e dopo averle detto in breve ciò che era successo mi chiese di raggiungerla a casa e che avrei passato la notte da lei.
Mi presi l’indispensabile e uscii di casa e arrivai da Mariella che ancora piangevo: ero stata spiazzata da Marco e dalla proposta di Mariella.Forse non avevo il coraggio o non ero pronta ad affrontare la realtà da sola. Fui accolta da lei in vestaglia , un bel capo che lasciava intravedere le forme del seno che solo un’ora e mezzo prima avevo sentito su di me.Da come scendevano , vuoi per l’età vuoi per il volume, si capiva che erano delle “tette vere” , come le mie del resto, e non “restaurate o aggiustate dal chirurgo”.Vieni entra non stare sull’uscio e mettiti comoda.
Mi accomodai su una poltrona e restai ferma immobile per alcuni istanti. Mi dirai tutto domattina fece lei e mi chiese : vuoi mangiare? devo preparare qualcosa per cena se ti va preparo uno di quei risotti pronti …c’&egrave alla milanese o ai funghi porcini quale preferisci? Va bene alla milanese per me le dissi.
Posso andare in bagno e mettermi comoda ? Certo disse lei fai pure tanto io continuo quì; di là trovi tutto ciò che ti serve.
E infatti era così:asciugamani per ospiti, ciabatte con misura unica. solo che era tutto nella sua stanza, che poi era anche l’unica nel piano, e c’era solo un lettone in ferro battuto di disegno moderno: ciò mi fece capire che avremo dormito nella stessa stanza e nello stesso letto.
Non &egrave che la cosa mi creasse imbarazzo ma ..sì un pochino sì: mi spogliai e mi recai al bagno e assolvei ai bisogni corporali ma anche a quelli di piacere : mi feci infatti una bella doccia rapida.Passando la mano nella mia figa la ritrovai bella e depilata come usavo fare da qualche tempo e, forse condizionata
dalla visione del prosperoso seno di Mariella , constatai che anche il mio si difendeva bene quanto a consistenza e volume.
Si aprì la porta e sentii la sua voce che mi diceva :sbrigati che &egrave pronto. lasciò la porta aperta ,forse per far andare via il vapore o ,come pensai io ,malignamente, per sbirciarmi mentre mi asciugavo e rivestivo.Infatti mi raggiunse e mi disse, porgendomi un accappatoio: se vuoi ti aiuto ad asciugarti .
Ma non mi diede il tempo di rispondere che già si dava da fare aiutandomi a indossarlo e porgendomi un altro asciugamano per i capelli.Con le mani, non grandi a dir la verità, si dava da fare muovendole in alto e in basso , da una parte e dall’altra per far aderire il telo alla mia pelle ( o come pensavo io per sentire la consistenza della mia carne e potermi toccare). forse era l’una e l’altra cosa che voleva fare.
Andò via e tornò con un paio di ciabatte di gomma invitandomi a metterle e a seguirla in camera: la raggiunsi e mi si avvicinò, con le mani sciolse il nodo dell’accappatoio che scivolò per terra rivelando le forme che finora lei aveva solo intuito e sbirciato e solo da poco toccato :ora le vedeva e cominciava a toccarle. mi disse se la cosa mi dava fastidio. Non risposi e la lasciai fare , incuriosita ma anche turbata.
Avevo avuto solo un esperienza con due donne che mi avevano lasciato il segno per un po:lei era diversa da loro, o meglio lei era stata subito dolce e premurosa. mi piaceva il suo modo di fare e così lasciai che andasse avanti.ora infatti baciava il mio corpo ( abbiamo la stessa statura ) cominciava dal collo e scendeva sul petto: ebbi un brivido wuando iniziò a leccare i capezzoli, irrigiditi dallo sbalzo di temperatura ma frementi per via della sua abile lingua e dai denti che mordicchiavano con velocità ora l’uno ora l’altro .Mi feci coraggio e reagii scoprendole la vestaglia e ricambiandole il favore.
(fine prima parte) Mentre Mariella continuava a esplorare il mio corpo con baci delicati ma decisi , io reagivo con sospiri e movimenti che mostravano tutto il gradimento per questo trattamento: decise d’improvviso e perch&egrave i tempi erano maturi, di passare ad usare il letto che avevamo al nostro fianco , e mi fece sdraiare: mi divaricò le gambe e cominciò a leccare la mia figa con la sapienza e la edizione che meritava. la sua lingua era veloce e si insinuava nelle mie profondità che , pian piano, si rivelavano ai suoi occhi. dopo questo trattamento iniziale , il seguito prevedeva la ricerca del clitoride che non fu difficile: trovatolo lo mordicchiò e lo stuzzicò finch&egrave mi procurò un orgasmo lungo e continuo. allungò una mano e da sotto un cuscino prese prima un vibratore e me lo infilò pian piano nella figa che lo accolse quasi del tutto al suo interno; e poi ne prese anche un altro e mi disse: questo &egrave per me . era un po più grosso e anche + lungo. vieni mi disse e aiutami a infilarmelo. l’aiutai a completare l’opera e la feci sdraiare; nel fare questo il vibratore che avevo io scivolò fuori dalla figa e visto che era bello bagnato glielo infilai nella sua figa che, pareva, non aspettasse altro. mi tuffai con la testa alla ricerca dei suoi punti di piacere, e mi aiutai con le mani per tastare ben bene quel seno che avevo percepito nella serata e intravisto nella vestaglia: le torsi i capezzoli per cercare di procurarle piacere ,ma le sue grida non mi fecero capire se avevo fatto bene oppure no. lei intanto mentre gemeva con il vibratore che si muoveva nelle sue intimità pensò bene di utilizzare l’altro , il più grande, per me e lo affondò con decisione e rapidità nella mia figa ancora dilatata: lo accolsi quasi del tutto con un sospiro di meraviglia ma anche volentieri. lasciai una delle sue poppe per sistemare con una mano il vibratore ancor più nella mia intimità e ci riuscii: non so quanto fosse grande e grosso ma andava più che bene: feci tutto a memoria, del resto il mio corpo lo conoscevo, perch&egrave la mia intenzione era quella didare piacere a chi con dolcezza lo aveva appena prima procurato a me: i suoi gemiti , i suoi ah ah ah , mi avvertivano che eravamo quasi al traguardo:infatti poco dopo un ahh più lungo e forte dei precedenti e l’irrigidimento e la stretta dei suoi muscli mi confermò che ero riuscita ,o meglio , avevo contribuito , a procurarle piacere. ero contenta così. dopo alcuni minuti ci guardammo e pian piano ci levammo i vibratori dalle intimità : mi disse con un filo di voce e ancora provata andiamo a mangiare anche se il risotto si sarà tutto attaccato, poi torniamo a letto a dormire o meglio continuiamo dobbiamo ancora fare una conoscenza più approfondita dei nostri corpi. e aggiunse , toccandomi il posteriore, hai anche un bel fondo schiena Monica, sì hai un bel culone grosso quanot il mio o di più, e ci vedrei ben piazzato dentro quello che hai in mano (indicando il vibratore ) o anche il cazzone di un mio cliente , che non &egrave niente male. ma ora andiamo di là e poi vedremo. del resto domani dobbiamo anche lavorare. e ci avviammo in cucina , così come eravamo, nude e felici.
(per ora finisce quì)
nb.:questa volta per cercare di fare al meglio non scriverò in prima persona;se poi con i vostri giudizi e le vostre critiche mi date una mano vi ringrazio. iset

Mariella si era alzata di buon mattino, nonostante la piacevole nottata.svegliò verso le 7 del mattino Monica che ancora cercava,invano,di russare e…forse di sognare.
svegliati pigrona esclamò, mostrando un bel “davanzale” all’ancora addormentata Monica. che vuoi ?lasciami ancora dormire disse Monica .
no no cocca la mia Monique datti una mossa che devo spiegarti alcne cosette del tuo nuovo lavoro.
tra mezzora al piano di sotto ….anzi facciamo alle 8 minuto più minuto meno e…non rompermi i coglioni !!!non accetto ritardi ok??????????????????
e se ne andò a finire di lavarsi e mettersi a posto.
intanto Monica cercava di alzarsi e….con un guizzo degno di un salmone balzò giù dal letto e si fiondò sotto la doccia e cominciò i preparativi: toccò e …lavò il suo nido d’amore ben depilato, pulì con cura il suo…posteriore e quindi tutto il resto. le ascelle erano ben depilate come pure le gambe. uscì, si guardò o megliosfregò lo specchio per vedere se …ma sì il viso no aveva o mostrava barba e baffi: non le erano mai ,per sua fortuna cresciuti,e perch&egrave avrebbereo dovuto..ma non si sa mai la vita può riservare sorprese .finiti i preparativi scese al piano inferiore dove Mariella era già al lavoro,anzi al telefono, e le fece cenno di stare zitta e sedersi. terminata la conversazione disse rivolta a Monica:
ieri ci siamo conosciute: mi piaci sei un bel bocconcino ma il lavoro &egrave il lavoro e ci/ti dà da vivere quindi deve essere svolto con diligenza e dedizione massima. Tu Monica avrai un elenco di nominativi di persone o ditte che non hanno adempiuto ai pagamenti nei termini di contratto: avrai di queste persone un recapito telefonico e , chiaramente , riportata la cifra che dovranno pagare: in genere hai un mese di tempo in cui potrei:recuperare la cifra oppure dirci che il tizio o la ditta non esistono più a quell’indirizzo :tu dovrai cercarli,se non li trovi, a pietre levate.avrai da me e dall’agenzia che ci ha incaricati il massimo della collaborazione.per questo riceverai sul netto che devono pagare il dieci per cento :in questo dieci per cento c’&egrave il tuo disturbo per andare e fare.l’uso del telefono te lo concedo io e puoi usare il mio di telefono così risparmierai. &egrave chiaro che puoistare qui a dormire così ci faremo compagnia. ora vai questi sono le pratiche che devi incassare: muovi il culone! io devo uscire semmai ci vediamo a cena quì ,se hai bisogno il mio numero di cellulare lo hai.vado in tribunale e anche per le cose tue : si avvicinò e mi baciò sulle labbra.ciao!
e Mariella uscì di casa alle 8 e 30 in punto.
guardai le pratiche cercando di capirci qualcosa e trovai il nome di un tale, certo Enrico F. che aveva sede nella città dove mi trovavo:evviva!!! non dovevo neanche spostarmi tanto wow! guardai nome cognome e indirizzo; cercai sulla guida e ricevetti conferma.uscii e presi l’auto e andai nella zona industriale dove era l’azienda del debitore.
non pensai di telefonare così se c’era me la sarei sbrigata in fretta, se non lo avessi trovato gli avrei lasciato un messaggio pre poter ripassare:ebbi fortuna e il signo Enrico mi ricevette quasi subito.
Sono Enrico F. si presentò porgendomi la mano: era una persona tra i 40 e i 50 , con un bel fisico , muscoloso, occhi azzurri e capelli ,non molti, biondi. lei &egrave la signora ??? mi chiamo Monica R. e vengo per conto della xxxx credit: vede non avete pagato una fattura e , forse vi hanno già scritto che se…
aspetta Monica -fece lui dandomi del tu – vieni nel mio studio e vediamo di sistemare la cosa.
dai vieni cosa fai lì imbambolata!?! andiamo e cominciò a salire le scale.
arrivati al primo piano proseguimmo lungo un corridoio finch&egrave trovammo ,in fondo a sinistra, una porta che era quella del suo studio:per una che fino a poco prima vendeva mobili,lo studio era di quelli mega da megadirettore. accomodati che prendo la pratica:
perch&egrave sa già tutto? feci io
certo ma per chi mi hai preso? per uno che non paga? lo so che non ho pagato! ero a un viaggio premio e quel testa di cazzo di direttore della banca non mi ha pagato alcune cose tra cui questa ….cavolo di fattura di ……..3.500 euro.ok! eccola quì. dimmi di quanto &egrave la cifra che faccio preparare l’assegno .
ecco &egrave …4.150 compreso di tutto mora interessi e balle varie. va bene?
anche se non va bene &egrave così no?
certo fece Monica.
senti Monica ma tu non sarai mica la moglie di Marco?Marco P.?
Sì . cio&egrave fino a ieri sì.poi lui &egrave andato via ha chiuso il negozio e…
e da buon figlio di puttana &egrave sparito vero?
figlio di… sì se ne andato via e io ho fatto pratica per.. ma a lei Sig Enrico cosa le interessa?
mi interessa perch&egrave vedi questi ( e aprì un cassetto della scrivania ed estrasse dei fogli) questi sono due assegni di 5.000 euro ciascuno che il tuo marito non ha pagato!! scaduti nei termini c’&egrave scritto non si possono neanche protestare e …io a chi mi devo rivolgere? lui &egrave andato via non c’&egrave più. a casa non risponde nessuno e il negozio &egrave chiuso: tu che mi dici bella Monica?
non lo so ! abbiamo la separazione dei beni e io no ne so niente! piuttosto mi dia l’assegno di 4.150 euro che le compilo la ricevuta e me ne vado.
ok fece lui:aprì un cassetto e prese il carnet degli assegni e scrisse l’assegno dell’importo indicato.
terminata l’operazione girò intorno alla scrivania e si avvicinò a Monica che rimasta seduta sulla poltroncina.
sai che sei una bella donna? disse guardando la generosa scollatura della sua camicetta.
per avere superato i 40 sei una bella gnocca!
Monica non disse niente per evitare discussione o altro.
Ma lui aggiunse:vedi Marco ed io ci conosciamo da quando avevamo 8 o 9 anni:ti ha mai detto di noi?
non siamo finocchi gay o che puoi pensare tu! solo che siamo cresciuti insieme fino ai 16 anni o giù di lì.
lei fece di no con la testa. allora te lo dico io: sai giocavamo a chi sputa più lontano; a chi rompe più lampadine in strada e…(toccandosi la zona della lampo) a chi lo ha più grande.
e a me cosa importa ? fece Monica.
non lo hai ancora capito? allora te lo spiego! vedi io quei soldi non li rivedrò mai credo! perch&egrave Marco chissà se e quando tornerà dall’estero: però una picccola soddisfazione me la voglio prendere:quindi tu con le buone o con le cattive mi darai un po di soddisfazione: io poi ti ridarò quegli assegni così li darai tu a Marco ok?
rispose Monica:ma io non ne voglio sapere niente! mi dia l’assegno che mi deve e basta!
e fece per prendere il bloc notes per scrivere che Enrico con una manata le fermò il polso sul tavolo e disse: ora basta giocare o fare la scema!ma per chi mi hai preso? ora vieni di là e ti spogli e sarai mia per tutto il giorno chiaro????
e Monica lo precedette nella stanza attigua. spogliati! disse a voce alta.
lui stesso cominciò a slacciarsi i pantaloni e mostrò una virilità non indifferente allo sguardo di Monica che restò un poco a bocca aperta.
vedi,disse Enrico, con Marco si giocava a chi lo aveva + grande:chi lo aveva + grande fotteva gli altri.
Marco lo sapeva e infatti non giocava mai: ma chi voleva fare lo sbruffone ebbene io me lo inculavo e con piacere: a te farò lo stesso visto che non posso fottere Marco che mi &egrave sempre sfuggito e anche adesso mi ha fregato 10.000 euro, perch&egrave non ha onorato il mio prestito:prestito senza interessi!!
che coglione che sono stato!
Monica si era spogliata e pensava di cavarsela con una scopata o con un pompino: ma lui di sicuro avrebbe voluto usare tutti e tre i buchi e…sopratutto il posteriore non era usato da molto tempo e quello che si vedeva all’orizzonte era un bel cazzone di .. un bel po di centimetri di lunghezza e grossezza.
Enrico la riportò alla realtà e le disse:vedi io ti desidero aprire per bene la figa e il tuo culo: non sono malato e pervertito come potresti forse pensare, non uso fruste o clisteri o manette o altro : mi basta farti gridare quando ti chiaverò e ti inculerò: dovrai ricordartelo per un bel pezzo : ora vieni e succhiami per bene: dai non ti sei levata neanche il reggiseno e le muandine. forza vieni quì .
e presala per i capelli la trascinò davanti a quel cazzo enorme rispetto a quelli che aveva conosciuto ( quelli del politico e del consigliere della banca ad esempio) . prese a stringere le guance di Monica che si aprirono e ricevettero a forza il glande . Monica succhiò quel coso fino a che il cazzo da enorme divenne gigantesco (almeno per quello che una come lei, con tre o quattro esperienze alle spalle, poteva aver conosciuto). Enrico o meglio il suo arnese, eruttò un bel po’ di sperma nella bocca e nelle labbra di Monica che cercava di allontanarsi ma senza riuscirvi. Enrico si sedette e fece segno a MOnica di avvicinarsi e di coccolare sia lui che il cazzo per farlo tornare eretto l’uno ed eccitato l’altro.
Dopo un po di tentativi ( chissà perch&egrave nei racconti gli uomini sono sempre pronti e dopo due o tre minuti sono subito in tiro!!boh?) il cazzo riprese vigore ed Enrico disse che era ora che venissi presa nella figa: la frugoò per bene, meglio di quanto avesse fatto prima per eccitarsi, per cui si dedicò un po anche a me, affondando dentro le dita e girandole per benino all’interno del mio nido d’amore,e quando mi ritenne sufficientemente pronta e ricettiva arrivò dentro il suo cazzone come un siluro: un mio ahhh seguito da un ughh di dolore mi confermò che il suo glande aveva oltrepassato la figa ,per cui adesso un mio ahhh lungo almeno un 30 secondi segnò che per un quarto o poco più era dentro; un’altro ahhh ahh uhh e si fermò fino in fondo: era arrivato a destinazione: lo senti mi disse lui? e io sì sì .
ora viene il bello: lo tolse tutto per riaffondarlo a forza e in colpo solo. dei lughissimi ahhh ohi ahh
indicavamo le entrate e uscite che lui dava: erano accompagnate da insulti e improperi nei conronti di Marco e ..anche miei: vi siete fottuti i mie soldi tu brutta troia e lui figlio di puttana eh? tieni baldracca toh! toh! maledetta! tieni tieni ! prenditi tutto questo cazzo troia!
sembrava impazzito e Monica non vedeva l’ora che terminasse ma temeva per il suo culo che era più o meno vergine e quel pazzo di sicuro non lo avrebbe risparmiato.
dopo un bel po’ di stoccate che avevano messo a dura prova la figa di Monica, Enrico , finalemente si scaricò dentro di lei con diversi ah ah ahhhhhhhhhh liberatori.
per fortuna di Monica stette zitto e non continuò a insultarla come fatto durante l’amplesso; anzi la accarezzò nei capelli e prese a toccarle i lseno generoso , succhiandole i capezzoli, accarezzandole le grosse natiche e cercando il buco che frugò a lungo infilandoci un dito : si curvò all’interno delle cosce leccando il suo stesso sperma, prendendone un po di quello che ancora colava nelle gambe di Monica e posizionandolo all’esterno e all’interno del buco del culone di Monica:lei reagiva con degli scatti e rifiutava, o cercava di rifuitare, quelle attenzioni, ma sapeva che presto sarebbe stata presa con violenza da lui proprio lì dove lei non voleva o non avrebbe voluto.
disse lui mentre si teneva il grosso cazzo tra le mani: a me piace che tu soffra mentre ti prendo e ti faccio il culo: sarò malato di mente, ma non ti spegnerò cicche o candele sulla carne, non ti frusterò o prenderò a ceffoni o ti tirerò i capelli, n&egrave ti filmerò per ricattarti: voglio solo aprirti il culo e voglio che te ne ricordi. tutto quì: e ora mettiti carponi e con il culo bene in vista, e tienilo aperto per benino sù da brava: Monica fece così, sapeva che non poteva scappare o reagire: inginocchiata aspettava tremante il supplizio che arrivò con lui che prima inumidì la grossa cappella nella figa ancora slargata e dilatata dal precedente assalto (quasi a volerle rammentare ciò che presto avrebbe violato il suo buchino quasi vergine): quindi poggiato il glande nella piccola apertura lui tirò con forza verso di s&egrave le grosse natiche e ,nello stesso tempo,affondò con forza e violenza il grosso cazzo in quelle belle e bianche natiche: il suo grido ,ah aah ahhhhh noooooooo, non fece altro che dare impeto e incitazione ad Enrico, che con maggiore velocità affondò per intero il suo sesso dentro il culone di Monica: prendi prendi sembrava dire con i suoi assalti; assalti che vedevano emergere il sesso di lui dalle bianche natiche di lei per riaffondare velocemente all’interno: questo martirio durò per oltre venti minuti: stranamente lui non venne n&egrave dentro n&egrave fuori di lei. terminata la sodomia Enrico si rivestì velocemente e porse a Monica i tre assegni e la invitò a rivestirsi e ad andarsene.Lei non se lo fece ripetere due volte e dolorante prese il dovuto e se ne andò: era quasi ora di pranzo e si presentò in studio da Mariella. Vedendola così sconvolta le domandò il motivo e Monica le raccontò tutto l’accaduto: presi e messi al sicuro gli assegni si recarono al piano superiore e si fecero entrambe una doccia insieme: si lavarono e restarono sotto i getti dell’acqua come solo due donne che si vogliono bene possono stare; si dedicarono l’una all’altra con amore e dedizione.Dpo che uscirono si asciugarono con cura e passarano un bel po di tempo nel letto a cercare piacere Monica e a ispezionare i buchi violati Mariellla: sembrava cercasse con la lingua lo sperma lasciato da Enrico; la sua lingua sembrava,da come frugava, che lo trovasse ad ogni affondo: i gemiti di Monica ,invece,rivelavano che il piacere lei lo aveva raggiunto.
ora ,seppure stnaca e provata si sarebbe dedicata a Mariella, che con tanto amore mostrava tanta attenzione per lei:era giusto ripagarla per bene: infatti affondò per benino la sua lingua tra le pareti della vagina di lei, non dimenticandosi di toccare e palpare il grosso seno (pensava sempre chi delle due lo avesse + bello, pur sapendo che era un pensiero da adolescenti e non aveva senso, perch&egrave loro erano amiche o amanti e si volevano bene): cercò di aiutare la penetrazione della lingua con l’ausilio delle dita che affondò per intero una per volta fino a introdurre quasi la mano:un grido di dolore la fermò quando stava per compiere l’impresa. decise di far godere Mariella in maniera più tradizionale e così fece, mettendole comunque due dita nel posteriore e torcendole a turno anche i capezzoli (cosa che aveva imparato a lei piaceva).
oggi Monica aveva compiuto il suo primo lavoro e lo aveva portato a termine con successo. le era costato ma..forse le era anche piaciuto.sapeva che non sarebbe sempre andata così e doveva ricordarselo.
iset/monica

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