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Racconti Erotici Etero

IL MIO MURATORE

By 27 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Ero seduta sul mio letto, sorridevo ma avevo un aspetto da ebete. Ero imbambolata lì con lo sguardo perso nel vuoto ancora incredula di ciò che era appena successo. Non capivo se fosse accaduto davvero o se stessi fantasticando in modo eccessivo’..

Ma facciamo un passo indietro’.

A metà del mese di luglio sono iniziati i lavori di ristrutturazione del bagno di casa. Un lavoro lungo che ci avrebbe snervato e messo in condizioni di disagio x un po’, vista la mancanza diurna di wc e diurna e notturna di doccia’.in piena estate. Per fortuna che questa &egrave stata un’estate non particolarmente calda, soprattutto nel mese di luglio. Mia madre si era fissata con questa stanza e aveva deciso che avrebbe voluto rifarla di sana pianta cambiandoci anche le tubature, così da poter beneficiare degli sgravi fiscali. Praticamente dovevamo riportare la stanza a mattoni e poi ricominciare con tracce, intonaco e tutto il resto. Non vedevo l’ora che i lavori finissero ancora prima che iniziassero.

Il nostro contatto iniziale fu un idraulico, un vecchio amico di mamma, un ex compagno di classe delle elementari con il quale erano rimasti in contatto. Tramite lui trovammo i muratori. Due ragazzi, uno più giovane dell’altro ed entrambe più giovani di me. In particolare mi colpì il titolare. Un trentenne di nome Claudio’.non bello, ma carino. Lo inquadrai subito come un giocherellone e col passare dei giorni mi fu confermata questa mia impressione. Di altezza media, moro, con occhi marroni, abbronzato e con un tatuaggio che si intravede dalla manica della maglia. Non muscoloso, ma neanche flaccido. Solo con un po’ di pancetta. Diciamo che fisicamente non mi sarei girata a guardarlo se lo avessi incontrato per strada, ma col passare dei giorni fu il suo modo di fare che mi stuzzicò sempre di più.

Subito il primo giorno, quando tornai da lavoro nel pomeriggio, scherzando gli chiesi a che punto fossero perché avevo voglia di farmi una doccia e lui con la sua massima tranquillità mi rispose

‘se vuoi fare la doccia, usiamo l’acqua dello sciacquone’a insaponarti ci penso io’

E con questa sua affermazione capì subito che il ragazzo doveva essere sveglio’… Non gli detti peso, neanche lo conoscevo. Forse era solo un parolaio che alla fine tanto predica e nulla stringe. Ma nonostante tutto, la cosa non finì lì.

In quel periodo di lavori ebbi la fortuna immensa di iniziare a poter lavorare da casa. Questo mi permetteva di poter seguire un po’ l’evoluzione dei lavori, ma soprattutto di fare amicizia con questi due ragazzi e in particolare con Claudio. Di lui venni a sapere tante cose fra cui che era sposato da una settimana con la sua fidanzata storica, con la quale stava da 14 anni e che aveva già un bimbo di 7 anni. Quando me lo disse rimasi un po’ delusa ma non abbastanza da smettere di flirtarci ogni qualvolta fosse possibile. in fondo’.io non sono gelosa  lei invece lo &egrave e molto anche: ogni due per tre lo chiama ma lui non risponde, lui ha face book ma non può accettare una richiesta d’amicizia perché lei poi lo vede e gli fa storie. Mi apparsero tutti segnali di un rapporto che non doveva proprio essere idilliaco, ma in fondo io che ne sapevo?

Col passare dei giorni aumentò la confidenza. Mentre lavorava, con anche presente l’altro ragazzo e mia mamma, ci mandavamo occhiate strane’.di quelle che nascondono qualcosa’.di quelle complici, che parlano senza usare parole. Cosa dicevano? Forse la mia immaginazione e il mio desiderio avrebbe voluto attribuire parole specifiche che magari sarebbero state quelle sbagliate’.oioia questo muratore mi mandava sempre più in tilt. Soprattutto perché le nostre occhiate spesso sfociavano in sorrisi e devo dire che il suo di sorriso era particolarmente attraente. Dopo un sorriso seguiva sempre l’occhiolino’.me lo faceva ogni volta. Era un gesto strano: mi chiedevo se lo avesse di vizio o se me lo facesse x un motivo preciso, fatto sta che mi piaceva quel gesto, mi faceva sentire speciale x lui. Ma si sa, noi donne siamo delle romanticone.

Il primo sabato da quando erano iniziati i lavori, lui venne a lavorare tutto il giorno come fosse stato un giorno feriale, ma la particolarità fu che venne da solo. Questo mi permise di stare con lui con più tranquillità. Nonostante la presenza costante di mia madre in casa, avemmo modo di avvicinarci, senza che succedesse nulla di strano. Parlammo e a momenti lo aiutai nel lavoro, magari passandogli qualche arnese del mestiere. Si fermò anche per pranzo e io gli preparai un panino che lui apprezzò per il fatto che glielo avessi preparato io.

La confidenza ormai era aumentata e ogni scusa era buona per una battuta o un occhiata’..il pomeriggio che grattarono il muro per renderlo liscio, lui era completamente ricoperto di polvere, da cima a fondo’..Quando fu il loro momento di andare via, rimanemmo soli davanti alla porta di casa’.fu un caso, neanche ce ne rendemmo conto. Continuavamo a scherzare sul suo stato allucinante, quando io allungai una mano sulla sua bocca

‘aspetta che ti tolgo un po’ di polvere da qui’.altrimenti te la mangi’ ‘ e dicendo ciò gli sfiorai le labbra con la mia mano.

Ci fu un attimo di titubanza, ci guardammo dritti negli occhi e lui mi sfiorò la mano con la sua. Me la prese e la strinse’.ci avvicinammo l’un l’altra’..ma alla fine fummo interrotti dal suo collega e repentinamente ci staccammo tornando alla realtà.

I giorni passavano e non ci fu più occasione di rimanere soli o di poter riprovare un contatto, ma ormai era chiaro che c’era qualcosa. Forse le parole che immaginavo dietro ai nostri sguardi non erano proprio del tutto errate.

Un pomeriggio a fine giornata Claudio dimenticò il suo cellulare a casa mia, ma io dovevo uscire, non potevo rimanere lìm ad aspettare che tornassero indietro a prenderlo. Così scrissi su face book al suo collega, lasciandogli il mio numero dicendogli che mi chiamassero x accordarci per vederci nel caso in cui claudio avesse voluto il suo telefono prima di sera. Altrimenti lo avrebbero preso l’indomani. Poco prima di cena mi squilla il cellulare’.numero sconosciuto’.

‘amore mio dimmi che hai tu il mio cellulare!’

‘certo che ce l’ho io’.lo rivuoi stasera o lo prendi domani?’

‘se mi dici dove sei vengo a prenderlo’

Io ero fuori con le mie amiche, ma ormai ci stavamo salutando per tornarcene a casa, vista l’imminente ora di cena. Così raggiunsi il luogo stabilito per poter restituire il cellulare al legittimo proprietario. Speravo fosse solo e invece erano tutti e due. Peccato’.fu un incontro veloce che però mi fece meritare un bacio’.sarebbe dovuto essere sulla guancia, visto il luogo e la compagnia, ma in realtà fu più audace e schioccò molto vicino alla mia bocca, facendomi percorrere da un brivido.

I lavori proseguirono e giunsero alla fine’.l’ultima cosa che fu montata fu la vasca idromassaggio

‘adesso puoi farti un bel bagno caldo pensando a me’.’

‘e perché dovrei pensare a te?’

‘d&egrave perché sì’.ti ho fatto io questo bellissimo bagno’

Mentre lui mi parlava riuscivo solo a pensare che in realtà non volevo pensare a lui, ma farlo direttamente con lui un bel bagno caldo. Ma come al solito la mia fantasia &egrave galoppante. Quando lui uscì di casa quel giorno, mi sentì persa’.alla fine non era successo nulla fra noi, anche se ero convinta che entrambe ne avremmo avuto voglia’..mi sentì di aver perso un’occasione. E adesso?……
I giorni passavano e ormai il bagno era finito e noi ce lo godevamo facendo docce e vasche a volontà. Ormai anche il pensiero del mio amico muratore stava sparendo. Erano passate settimane dall’ultima volta che ci eravamo visti, e come ogni cosa, col tempo, si cancella e si supera.

Mai avrei pensato che sarebbe accaduto davvero quello che invece era appena successo. Lo avevo sognato, più volte. Lo sognavo ad occhi aperti mentre lui era davanti ai miei occhi che lavorava. Fra un sorriso e uno sguardo. Fra una battuta e un’altra. Me lo immaginavo esattamente così. Per questo ora mi trovavo seduta sul mio letto, con lo sguardo perso nel vuoto, con un sorrisino stampato in faccia.

Per mettere la parola fine alla questione bagno, sapevo che mamma doveva ancora finire di fare il pagamento a causa della mancanza ancora di una fattura. Una questione di dicitura e numerazione aveva allungato i tempi costringendo la ditta a doverla rifare. Non so per quale motivo dall’ufficio contabilità della ditta ancora non avessero mandato il documento giusto, rivisto e corretto. Adesso che mamma era partita per una settimana tutto era stato messo in stand by fino al suo ritorno. Al massimo avrebbero potuto inviarla per mail al suo indirizzo di posta elettronica. Io non ne avevo più sentito parlare e anche mamma non mi aveva più detto nulla a riguardo. Ieri mattina poi mi squilla il cellulare’.numero sconosciuto

‘ciao giada, sono claudio’.il muratore’

Rimasi di sasso, non riuscì a spiccicare parola per qualche secondo, non avrei mai pensato che dall’altra parte del telefono ci potesse essere lui.

‘ciao claudio’scusa ma non ti avevo riconosciuto’.dimmi’

‘senti c’&egrave mamma, perché non ho il suo numero e so che ha detto all’idraulico che c’&egrave un problema per il quale non ha fatto ancora il pagamento’.volevo sapere di cosa si trattava, se riguardava il lavoro da noi fatto’..’

‘senti mamma non c’&egrave, &egrave fuori città per una settimana, ma se vuoi ti do il numero. comunque credo che sia più un problema di fattura più che di lavoro. Il bagno va bene, non ha niente che non va, ma sinceramente non ti sono d’aiuto perché non ne so nulla.’

Così gli detti il numero di mia madre e con tutta la mia solita ingenuità riattaccai. Lui aveva chiesto il mio numero al collega, ma non aveva chiesto il numero di mia madre all’idraulico’beh, strano. Ma questa fu una riflessione che feci solo dopo aver buttato giù il telefono. Inoltre mamma non mi aveva raccontato davvero nulla a riguardo. Comunque sia la mia giornata proseguì senza più pensare a quella telefonata così improvvisa e così strana. Fui tentata poi di mandargli un messaggio visto che finalmente avevo il numero, per sentire se aveva chiarito la situazione ma alla fine non lo feci. Non so come mai. Forse perché impegnai la mia mente con altre cose o forse perché il destino volle così. Non volevo illudermi su qualcosa che poi mi avrebbe potuto lasciare delusa’.questa forse era la verità. Così ripresi a lavorare e andai oltre.

Poi verso le 16 del pomeriggio mi suonano alla porta di casa. Non avevano suonato da giù, ma da su. Dalla porta di casa direttamente. Spesso nel nostro palazzo il portone viene lasciato aperto. &egrave buio, non aspetto nessuno e così prima di aprire chiedo chi &egrave.

‘sono claudio, il muratore’

‘aspetta 2 secondi’.ti apro subito’

In realtà ero vestita ma dovevo riprendere fiato. Non ci credevo. Era lì, solo, davanti alla porta di casa mia in un pomeriggio in cui ero sola. Audace il bimbo.

‘ciao claudio’.che sorpresa’.come mai sei qui?….entra pure’

‘ti ho portato la fattura da dare a mamma’..tieni guardala pure’

‘grazie, ma non importa che la guardi, non ci capirei nulla’

Nel frattempo era entrato in casa e ormai per abitudine si era diretto verso il bagno

‘posso entrare? Sono curioso di vederlo finito e pulito’

‘entra pure, vai vai’

Entrammo in bagno, lui si guardò intorno e apprezzò la stanza ormai finita, pulita e curata. Dopo due convenevoli si rivolse a me e mi guardò con aria maliziosa e mi chiese

‘allora’.te la sei fatta la vasca?….e mi hai pensato?’

‘ahahahahah certo che ho fatto la vasca’..e certo che non ti ho pensato, perché avrei dovuto?’

‘peccato’io ti avrei pensata’.comunque &egrave proprio venuto bene, verrebbe voglia anche a me di fare una vasca’

E dicendo ciò mi guardò ancora più intensamente, uscendo però dal bagno. Io mi misi a ridere per cercare di mascherare l’imbarazzo nel quale versavo. Volevo sembrare spavalda ma in realtà mi tremavano le mani. Non mi metteva a disagio lui, ma la situazione. Mi stavo rendendo conto che la situazione poteva surriscaldarsi e questa improvvisata che non mi aspettavo minimamente mi stava destabilizzando. Uscendo dal bagno, tornò verso la porta di casa

‘certo però non mi offri neanche un caff&egrave’. non sei molto ospitale’

Era il momento di sbloccarmi, era il momento di passare all’attacco. In fondo io adoro le improvvisate.

‘sai che non posso offrirti il caff&egrave, la macchinetta &egrave sempre a riparare dall’ultima volta. Al massimo ti posso offrire una doccia o una vasca. Sai un muratore tanto carino mi ha appena finito di fare i lavori di ristrutturazione’

E dicendo ciò lo guardai, lo vidi quando sgranò gli occhi sorpresi. Ormai ero lanciata e avevo capito dove sarebbe andata a parare la situazione. Ancora non ci credevo, ma sapevo che a breve mi sarei divertita.

‘occhio, non lo dire due volte perché potrei accettare’

‘se vuoi’.sai dove si trova il bagno’

‘ma tua madre?’

‘&egrave fuori città’.tornerà domenica’.mi sembrava di avertelo già detto per telefono’

Mi morsi il labbro mentre lo guardavo e gli parlavo. I nostri sguardi erano languidi, pieni di desiderio. Eravamo uno davanti a quell’altro, neanche troppo vicini ma vogliosi di starci.

‘e allora andiamo a farci una doccia insieme’

‘ma scusa’.non sei impegnato?’

‘cosa vuoi che sia?’

E dopo quelle parole ci fu il contatto. E che contatto. Appoggiò il suo borsello sul tavolo e mi prese fra le braccia. In pochi secondi le nostre lingue danzavano felici. Ci fu impeto, ci fu voglia e si percepiva da come stavamo abbracciati. Le mani reciprocamente stavano fra i capelli dell’altro. I nostri volti si girarono prima da un lato, poi dall’altro, senza mai staccarsi. Poi le sue mani scesero, le sentivo percorrere il mio corpo da sopra il vestitino che indossavo per casa. Quando arrivarono a stringermi il culo emisi un suono. Avevo ancora la bocca attaccata alla sua. Ci staccammo solo per far passare l’abito. Rimasi nuda davanti a lui che subito andò a cercare il mio sesso, mentre con l’altra mano mi teneva ancora stretta. Sentì le sue dita che si inserivano in me. Non potei non gemere. Di rimando gli sbottonai i pantaloni, volevo lui, volevo il suo corpo nudo e lo volevo subito. Velocemente si staccò da me e si spogliò interamente. Via maglia, via pantaloni e mutande, via scarpe. Nudo, lì davanti ai miei occhi famelici. Era carino. Non molto muscoloso, ma molto abbronzato con un bello stacco bianco a forma di slip. Ci stringemmo e ci toccammo ancora. Le mani reciprocamente toccavano il sesso dell’altro. Le nostre bocche sulle spalle dell’altro. Baci, morsi o semplicemente lì appoggiate a godersi il momento. Il suo cazzo nella mia mano’.non lo guardai, ma mi parve un normalissimo organo maschile, non lungo e non grosso, ma molto piacevole.

‘e ora andiamoci a fare questa doccia’ ‘ mi sorrise e mi prese per mano, dirigendosi verso la cabina doccia

Quando vi entrammo aprì l’acqua che scendeva dal soffione. Era gelata’.

‘ma c’&egrave l’acqua calda? Ma chi te l’ha fatto l’impianto?’ ‘ e mi sorrise e mi tirò a se.

Ci baciammo ancora, mentre iniziavamo ad essere tutti bagnati e non solo di acqua, almeno nel mio caso. Le nostre mani erano scivolate nuovamente sul sesso dell’altro. Avevo già due dita sue infilate dentro mentre la mia mano lo stava già segando ben bene. Ci baciammo, ci siamo baciati per un po’. Stava succedendo davvero? Lo avevo sognato così non so quante volte. La sua pelle era liscia, morbida e anche le sue mani, nonostante il suo mestiere, erano curate e docili sul mio corpo. L’odore di quel corpo mi inebriò. Il suo odore naturale mischiato sicuramente ad un po’ di sudore dovuto al lavoro. Ad un certo punto mi mise le sue mani sulle spalle

‘vai giù’

Mi inginocchiai davanti a lui, con l’acqua che mi scendeva addosso, e presi in bocca il suo arnese. Buono, aveva un buon sapore. Era di dimensioni medie, non fu un problema metterselo tutto dentro la bocca. Mentre mi adoperavo per fargli un pompino al meglio delle possibilità, lo guardavo e lui ricambiava lo sguardo. Me lo infilavo in bocca e andavo su e giù lungo la sua asta. Poi tenendolo con una mano me lo sbattevo contro il viso e poi di nuovo dentro. Gli toccavo le palle, le strizzavo con le mie mani. Fui molto sorpresa e felice di ciò, quando mi resi conto che lui era tutto depilato. Non solo nel resto del corpo. Adoro l’uomo che si cura in quel senso. Aumenta la percezione, aumenta la sensibilità. Tutto si sente di più. Sì mi piace proprio quando trovo una situazione simile. Le sue mani, invece, a volte mi si avvicinavano alla testa, ma devo dire sinceramente che non si &egrave mai fatto prendere troppo dalla frenesia del momento. Non mi ha mai davvero preso per i capelli e spinta verso di lui, come invece ci si aspetta che succeda in questi casi. Dopo un po’ che ero inginocchiata davanti a lui risalì, non smossi mai i miei occhi dai suoi. Salendo inarcai il corpo così da fargli passare il cazzo nel mezzo al mio piccolo seno. Mi baciò, mi baciò ancora prima di girarmi. Adesso ero girata verso il muro, lo stesso che lui aveva piastrellato. Le mie mani vi poggiavano sopra mentre le sue le sentivo tenermi i fianchi. Il suo cazzo era in posizione. Puntava dritto lì e inarcandomi un pochino lo sentì entrare piano. Chiusi gli occhi e buttai la testa indietro.

Mi sentivo stretta per lui, mi sentivo non pronta, ma non dissi una parola. Volevo lui, volevo il suo cazzo e volevo vivere questo momento sognato che adesso si stava concretizzando con mia grandissima sorpresa. E se anche avessi sentito un briciolo di dolore non lo avrei fatto trapelare. Ma un problema si stava presentando. Avevo giurato che non avrei più fatto sesso senza usare le giuste precauzioni e invece eccomi qui, ancora una volta recidiva e testarda. Non dissi nulla a riguardo, né dissi a lui di stare attento. Non so cosa mi passò per la testa, forse il problema vero &egrave che non pensai a niente. La verità &egrave che mi piace troppo non avere il problema di dover interrompere il tutto per il profilattico e poi &egrave così bello sentire il contatto pelle a pelle anche nelle zone intime.

Cominciò a penetrarmi da dietro. Era tanto tempo che non mi capitava di fare sesso e il fatto di trovarmi sotto la doccia in dolce compagnia, nel modo in cui lo avevo immaginato, mi eccitò moltissimo. Alzai anche una gamba per agevolargli l’impresa. Mi bastò poco per iniziare a godere, a gemere, ma non durammo tanto in quella posizione. Mi rigirai, ci baciammo ancora e lui me lo infilò da davanti e poi mi prese in braccio. Ero staccata da terra, con i nostri corpi incastrati l’uno dentro l’altro, le sue mani che mi tenevano sotto il culo e le mie agganciate dietro al suo collo. Andavo in su e in giù, mi sentivo rimbalzare su di lui. Non mi ero mai fatta prendere così. Odio quando qualcuno mi prende in collo e di solito mi divincolo così tanto da impedirlo. Ho sempre paura di essere pesante e per questo motivo cerco di evitare. Ma non questa volta, ero in completa balia sua. Sentivo le mie gambe avvolgerlo e sentivo i muscoli delle sue braccia che mi tenevano ben salda su di lui. Fu bello provare a farlo in quel modo ma credo che la doccia non sia il posto migliore per attuarlo, troppo scivoloso. Poco dopo scesi dalla sua presa aerea, lui chiuse l’acqua e uscì dalla doccia. Prese il mio asciugamano che regolarmente era appeso fuori dalla cabina. Si asciugò e poi asciugò me. Mi avvolse nell’asciugamano, mi baciò e mi spinse verso il soggiorno, verso il divano. Quando arrivammo lì mi buttai sul divano, rimanendo seduta mentre lui salì sopra e mi mise il suo cazzo in bocca. Mmmmmm’..mi piacciono questi modi un po’ autoritari in cui il lui della situazione si impone in un certo modo, e lui fin’ora li usava alla perfezione. Glielo sentì spingere dentro di me. Glielo presi in bocca tutto, fino in fondo, mi sentì piena di lui e mi piacque. Fu lui poi a staccarsi da me. Lo guardai interrogativa ma mi fece segno di alzarmi e girarmi’.siiiiii voleva ancora mettermelo dentro. Me lo sentì nuovamente dentro, che mi pompava da dietro e le sue mani mi tenevano i fianchi. Non durammo tanto, poco dopo lui uscì da me e girandomi lo vidi che se lo teneva mentre veniva. Avevamo fatto sesso, lo avevamo fatto in modo abbastanza silenzioso, o meglio lui era stato particolarmente silenzioso. Non lo conosco per riuscire a capire se lo &egrave d’abitudine o se lo &egrave stato in questo caso. Ma non mi posi troppi quesiti. Era successo e questo mi bastava.

Ci sorridemmo ancora mentre tornavamo in bagno. Si voleva sciacquare per poi poter tornare al lavoro.

‘certo che se questi sono i servizi extra compresi nel prezzo, ti trovo tante belle cose da fare’

‘ahahahaha’

Ci rivestimmo con la calma massima, facendo anche due parole. Poi piano piano ci incamminammo verso la porta di casa’.

‘io sono fatto così, mi piace improvvisare’

‘io adoro le improvvisate, sono sempre le migliori’

‘perfetto’ ‘ e mi sorrise e mi baciò

Poi sulla porta di casa mi disse

‘fino a quando sei sola?’

‘fino a domenica’

‘me ne ricorderò’.e mi raccomando non fare coriandoli con la fattura sennò’.’

‘sennò dovrò chiamarti e dirti che me ne devi portare una copia nuova’ – e con aria maliziosa gli feci l’occhiolino.

Se ne andò e io richiusi la porta di casa. Mi sentivo bene, mi ero divertita. Sapevo che non si trattava di niente di più che di una scopata, ma questo era ciò che anche io volevo. Nulla di più. Avevamo provato la doccia e mancava ancora da provare la vasca anche se non so se succederà davvero.
Erano passate meno di 48 ore dal nostro primo incontro. Non posso negare di averci pensato in continuazione. Non posso negare di essermi domandata se ci sarebbe stato un bis, magari per testare la vasca. E non posso negare di essermi frenata tantissimo da mandargli un messaggio per sentirlo’.ma ero riuscita a fare l’indifferente e ne andavo fiera. Era stata dura ma sapevo che sarebbe stata la cosa migliore da fare’.o da non fare

Fui ripagata poi da un suo messaggino il giovedì mattina, cio&egrave meno di 48 ore dopo la nostra doccia calda

‘signora, se lei fosse in casa oggi, verso le 17e30, passerei a controllare il buon funzionamento della sua vasca. Mi faccia sapere’

‘ok confermo la mia presenza in casa per quell’ora. L’attendo’..non vedo l’ora’

Sono certa che lui cancellasse tutti i messaggi equivoci e credo cancellasse anche le telefonate, per paura che la moglie lo controllasse. A quanto avevo capito lei era una tipa gelosa e un briciolo invadente’.ma a me poco interessava. Per quello gli aggiunsi quel ‘non vedo l’ora’ a fine sms. Era vero’.avrei contato i minuti’e mi faceva piacere farglielo sapere. Io sono fatta così: spontanea e istintiva.

Il giorno prima per fortuna avevo svolto un’azione scrupolosa’ossia mi ero depilata. Non si trattava più di un’improvvisata in cui si può giustificare tutto. E così volevo essere al meglio. Lo volevo per lui ma soprattutto per me. Il giorno prima quando lo avevo fatto, mi chiedevo se fosse stato ripagato. Ero dubbiosa e non avevo certezza che ci saremmo rivisti, anche se ci speravo. Ma oggi ne avevo la certezza’.si trattava solo di attendere che il tempo passasse e arrivasse all’ora fatidica. Dovevo solo attendere le 17e30.

La giornata trascorse come tutte le altre, fra impegni di lavoro e altre cose da fare. Riuscì anche a non pensarci in continuazione. Iniziai a farlo solo all’avvicinarsi dell’orario. Quando però alle 17e30 non suonò nessun campanello iniziai a pensare che mi avrebbe dato buca. Prima pensai ad un contrattempo che lo avrebbe fatto ritardare, poi pensai che a casa mia non si trova parcheggio molto facilmente, poi pensai che si sarebbe fatto vivo nel caso in cui fosse stato trattenuto’..ma né il campanello né il cellulare squillavano. Alla fine cedetti e alle 18 gli mandai un messaggino.

‘che fai mi dai buca?’

‘no no’.sto arrivando’

Tempo 5 minuti suonò il campanello di casa e questa volta suonò quello del portone di giù. Nel frattempo io avevo già aperto l’acqua della vasca visto che per riempirla ci vuole sempre un sacco di tempo. Inoltre l’idromassaggio non può essere messo in funzione se l’acqua non &egrave abbastanza alta da aver superato le bocchette del getto dell’idro. Quando tornai alla porta di casa’.lui stava arrivando al pianerottolo. Ci veniva già da ridere. Non so come mai. Mi sentivo divertita e vogliosa e credo che per lui fosse lo stesso. Quando entrò ci salutammo con un semplice ciao, lui si scusò dicendo che il lavoro gli aveva fatto fare tardi e che era distrutto’.una bella vasca adesso sarebbe stata proprio una mano santa.

‘non sapendo quando tu fossi arrivato qui, ho aperto l’acqua da poco per cui ci sarà da aspettare un pochino’

‘vabb&egrave nel frattempo mi spoglio e mi ci infilo ugualmente’.te che fai?’

‘intanto ti guardo mentre ti spogli” ‘ e gli sorrisi

Prima entrò in bagno per accertarsi che questa volta venisse l’acqua calda. Non sarebbe stato piacevole infilarsi in una vasca tiepida o fredda. Poi, tranquillizzatosi del calore dell’acqua, iniziò a spogliarsi con la massima scioltezza. Come se spogliarsi davanti a me fosse una cosa da tutti i giorni. L’osservai nei suoi gesti: il suo corpo abbronzato, depilato, senza segni particolari mi apparse davanti agli occhi in pochi secondi; aveva due tatuaggi, uno su un braccio e uno su una gamba’.numero pari’.il segno degli slip mostrava che lui stesse sempre e solo con gli slip al mare’.proprio come piace a me, mi fanno ridere quelli con i pantaloncini; la maglietta fu la prima cosa a sparire di dosso, poi nell’ordine scarpe, pantaloni, calzini e slip.

‘te che fai non ti spogli?…..dai non farmi fare proprio tutto’

E nel parlarmi mi si avvicinò’..io non feci gesto di volermi spogliare’.ma alla fine lo fece lui. Indossavo un paio di pantaloncini corti di jeans e una fruit larga alla quale avevo tagliato il collo per cui mi cadeva da una spalla. Sotto ovviamente nulla, né reggiseno né slip.

‘ma tu sei sempre così poco vestita?’

‘sì’.a volte sono molto poco vestita anche fuori’ ‘ e gli feci l’occhiolino

Eravamo nudi, nuovamente uno davanti all’altra. L’acqua stava ancora scendendo nella vasca che era solo all’inizio del suo percorso di riempimento. Noi eravamo in piedi sotto l’arco della porta del bagno’ci guardammo e poco dopo, allungando reciprocamente le mani sul corpo dell’altro, ci avvicinammo e ci baciammo. Il suo corpo era caldo, o forse così lo percepivo io. Il suo petto, l’addome morbido e poco scolpito, il suo culo e il suo membro, già abbastanza ritto nella mia mano. Mi piace toccare il corpo del mio amante. Scoprirlo piano con la mia mano, familiarizzarci. &egrave un po’ come entrarci in confidenza. Una sua mano mi stava sul collo, lateralmente, mentre l’altra era già fra le mie gambe. Senza accorgermene ero con la schiena allo stipite della porta e lui davanti a me. Quando me ne resi conto gli strinsi il sedere con entrambe le mani tirandolo a me, mentre le nostre lingue continuavano la loro reciproca esplorazione e danza. Poi ad un certo punto le lingue si staccarono, ma non le fronti. Non so se lui aprì gli occhi, perché io rimasi lì ad occhi chiusi. Avevamo ancora le mani sul corpo dell’altro, ma la sua voce parlò

‘a che punto sarà la vasca?’

‘non lo so’.guardiamo’

Alla vasca mancava ancora un po’. L’unico vero grande neo della vasca &egrave che per riempirla ci vuole una vita. Ma io in questo caso non avevo nessuna fretta. Ci mettemmo a sedere sul bordo vasca con i piedi nell’acqua che pian piano saliva di livello. Ci mettemmo a chiacchierare del suo lavoro, di mia madre e del suo rapporto di coppia. Ma sull’ultimo argomento io cercai di tagliare corto e di non farlo troppo parlare. A me non interessava il suo rapporto di coppia, a me interessava che ora fosse qui con me. Non volevo sapere né come né perché lui si comportasse così. Non ero io quella a cui lui avrebbe dovuto dare spiegazioni. Così provai a non dargli spago sull’argomento e per fortuna le chiacchiere terminarono. Eravamo ancora seduti accanto quando lui si alzò, mi venne davanti e mi disse

‘adesso ho voglia che tu me lo succhi’

Io non ribattei parola, rimasi seduta davanti a lui, senza staccare il mio sguardo dal suo mentre con la mano gli presi il membro. Iniziai a leccare la sua asta dal sotto, dal fondo per risalire piano fino alla sua cappella. Girai intorno ad essa con la mia lingua e poi ci battei sopra dei piccoli colpetti. Alla fine me lo misi in bocca. Lo succhiai ben bene cercando di renderlo umido di saliva, per scivolarci meglio. Andai avanti e indietro per alcune volte ma poi lo tirai fuori. Continuai un lento movimento con la mano per portare invece la mia bocca alle sue palle. Allungai la mia lingua fino a sfiorarle

‘ci sai proprio fare devo dire’.e poi questo specchio’.mi eccita’

Dietro a me e davanti a lui c’era appeso al muro lo specchio del lavabo. Un grosso specchio nel quale potersi specchiare. Lui si vedeva in piedi nella vasca e all’altezza del suo cazzo vedeva invece la mia testa muoversi. Io continuai il mio lavoro di bocca succhiandogli le palle e sentendo lui fremere. Ammetto che quando faccio sesso mi piace essere un po’ rumorosa e mi piace quando il mio lui lo &egrave, così da sentirlo godere e da capire quando gode. Lui non rientrava in questa tipologia di uomini. Era silenzioso ma nonostante ciò capì che quello che gli stavo facendo gli piaceva. Sentivo i suoi muscoli muoversi. Quando mi rimisi il suo cazzo in bocca sentì le sue mani. Questa volta finirono sulla mia testa a tirarmi a lui. Glielo lasciai fare. Era una dimostrazione di apprezzamento.

‘credo che il livello dell’acqua adesso vada bene’ ‘ dissi staccandomi da lui

Ci infilammo dentro l’acqua, ciascuno ad un’estremità della vasca. Ricominciammo un po’ a parlare

‘dove hai imparato a farlo così?’

‘cosa?’

‘beh dove hai imparato a saperci fare così’.’

Mi misi a ridere per la domanda’..e poi gli accennai molto brevemente della mia parentesi con l’uomo più grande e più esperto. Ma fu un racconto molto breve. Non amo parlare dei miei amanti con altri amanti.

‘se ti &egrave piaciuto così da renderti curioso’..ora sdebitati’

Si allungò subito verso di me. Le sue mani si divisero: una a stringermi il seno, l’altra direttamente sul mio sesso e poi dentro. Allargai le mie gambe per lui, appoggiandole sui due bordi della vasca. Lui mi si mise nel mezzo mentre io mi rilassai sdraiandomi. Sentivo le sue mani su e dentro di me. Mi piaceva come si davano da fare. Le sue mani cominciarono a farmi godere e diversamente da lui, glielo feci capire gemendo piano.

‘sei una a cui piace fare sesso vero?’

‘certo’e a chi non piace?…..ora cosa fai, mi giudichi male per questo?’

‘no anzi’.non &egrave da tutte affermarlo così liberamente’..anche se concordo che piaccia a tutti’

‘e questo ti piace?’ ‘ intendendo il lavoro di mano che mi stava facendo e il fatto di farlo con lui

‘te lo dico prima che tu te ne vada, ma adesso datti da fare’ ‘ e gli feci l’occhiolino

Senza togliere la mano dal mio sesso, con l’altra mi tirò a lui, mettendomi a sedere davanti. Mi baciò e portò la mia mano al suo cazzo.

‘aspetta che mi metto il profilattico’oggi sono venuto attrezzato, non &egrave un’improvvisata’

Allora non ero stata l’unica ad averci pensato. Un po’ infatti mi aveva stupito, conoscendo la sua situazione. Io neanche mi ero accorta che sul bordo vasca, dalla sua parte, c’era l’involucro colorato che attendeva solo il momento giusto. L’atmosfera fu interrotta, cosa che io odio, ma il fatto che lui me lo avesse fatto notare, che avesse precisato il fatto dell’improvvisata, la velocità con la quale se lo mise’.mi fece rendere meno odioso l’attimo. Una volta indossato mi baciò nuovamente e poi mi fece stendere, tenendo le mie gambe sempre spalancate sui due bordi vasca. Mi si mise sopra. Sentì il suo cazzo puntare al mio buco, vi entrò pianino anche se non ci furono grossi problemi. Non potei non gemere forte quando mi entrò dentro tutto. Cominciò un lento movimento dentro di me, che creava onde anomale dovute all’azione dell’idromassaggio sempre in funzione.

‘forse potremmo spengere l’idro’.che dici? Altrimenti allaghiamo il bagno’ ‘ e con un piede lo spense.

Adesso l’unico movimento dell’acqua era dovuto al suo più veloce movimento dentro e fuori di me. Con le mie mani gli stringevo il culo, gli toccavo la schiena e a volte mi allungavo a baciargli e mordergli il petto che mi rimaneva davanti agli occhi. Gemevo e godevo, come pure godeva lui che continuava a sbattermi contro le sue palle per infilarmelo ben bene tutto dentro.

‘usciamo da qui’vieni’ ‘ e dicendo così si alzò, uscì dalla vasca e mi porse una mano per seguirlo.

‘girati e abbassati’

Rivolta verso la vasca e piegata a novanta, sentì il suo cazzo rientrarmi dentro con ancora più vigore. Sentivo le sue mani sul mio corpo, mi tenevano ben stretta mentre rimbalzavo contro di lui ad ogni colpo.

‘ma nel culo l’hai mai preso?’

‘te metticelo e poi vediamo’

‘e quante volte?’

‘mi sembri troppo curioso sulle mie precedenti esperienze’..non pensarci, scopami’

Lo sentì staccarsi da me. Mi girai a guardarlo. Stava prendendo dal mobile del lavabo un po’ di sapone per metterlo sul profilattico e sul mio buchetto posteriore. Mentre ancora ero girata a guardarlo mi infilò un dito dentro. Questo sparì senza problemi facendomi emettere un suono di apprezzamento. Mi era già capitato di prenderlo dietro, anche se non così spesso. Anzi poche volte, detta sinceramente. Non so ancora se mi piace più o meno che prenderlo davanti. Ma non mi tiro mai indietro. Le cose le voglio provare tutte, anche per capire meglio i miei gusti. Così mi rimisi piegata come prima e mi godetti il momento. Il dito era ormai inutile e poco dopo sentì il suo cazzo entrare dentro. Non nego di aver avuto un piccolo pensiero al fatto di poter sentire dolore, ma non ne sentì. Mi entrò dentro senza problemi, facendomi assaporare l’attimo. Mi piacque e molto. Inizialmente rimasi piegata per agevolare il suo movimento. Dopo mi tirai su. Ero praticamente in piedi davanti a lui, con le mie mani lo stringevo a me. Le sue mani sul mio seno e sul mio sesso. Mi piaceva e mi piaceva molto. Tenevo la mia schiena inarcata per agevolare l’inculata. Godevo e gemevo’lui invece era sempre assorto nel suo silenzio che però parlava per lui. I suoi colpi parlavano per lui. Le sue mani che mi stringevano parlavano per lui. Ognuno ha un proprio modo di esternare le emozioni. Io gemevo.

‘aspetta’..andiamo di là’

Uscì da me, mi prese per mano e mi condusse in soggiorno, su quel divano che ormai ne avrebbe potute raccontare tante. Si mise seduto e mi fece sedere su di lui, dandogli le spalle, col suo cazzo nella mia fica. Non era la mia posizione preferita, ma a volte bisogna assecondare l’amante. L’importante era godere. Cominciai a muovermi su e giù sul suo cazzo mentre sentivo le sue mani strette sui miei fianchi. Ad un certo punto mi aiutò nei movimenti e raggiungemmo un ritmo sostenuto. Stavamo giungendo al culmine. Io lo sentivo dentro di me fino in fondo. Con le mani gli toccavo le palle che sentivo sbattermi contro. Andammo avanti qualche minuto con questo ritmo forsennato finch&egrave lui prendendomi per il seno mi tirò a sé. Con una mano uscì da me e con l’altra entrò in me. Non voleva venirmi dentro nonostante il profilattico. Vidi il condom riempirsi di sborra bianca, mentre le mie urla orgasmiche riempivano la stanza grazie alla sua mano dentro al mio sesso.

Dopo qualche minuto ci alzammo.

‘ero già stanco’.ora poi’.andiamo a farci una bella doccia’ ‘ e con la solita tenerezza di porgermi la mano andammo in doccia per riprenderci.

Facemmo seriamente la doccia, con tanto di shampoo e bagnoschiuma. Lui uscì prima per asciugarsi e quando finì mi passò l’asciugamano, lo stesso con cui si era asciugato lui. Rimasi avvolta nel telo mentre lui invece si rivestiva. Ricominciammo a parlare. Di me e di lui, di cose che avevamo entrambe vissuto. La cosa che apprezzai &egrave che non agiva da classico amante che una volta goduto si riveste e scappa via. L’atto di rivestirsi era sempre seguito da chiacchiere spontanee e mai la fretta ne faceva parte. Quando poi fu il momento di salutarci mi guardò e si mise a ridere

‘che ridi?’

‘non mi hai più risposto alla domanda’

‘a quale domanda?’

‘aaaaaaaaaaaaaa”ok’.beh sì’.ma non credo ci sia bisogno di dirlo. Credo si sia capito’.e a te?’

‘idem’

Ci salutammo sulla porta di casa. Le nostre volte erano passate, il bagno era stato collaudato tutto. La fattura da pagare adesso era corretta ed ancora tutta intera sul tavolo. Sapevamo che ci saremmo rivisti poiché mia madre avrebbe voluto fargli fare altri lavori in casa, in autunno. Ma chissà se ci saranno anche altri servizi extra?….per ora ci siamo detti ciao. Col tempo vedremo se ci sarà modo di divertirsi ancora un po’ insieme.

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