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Il mio padrone

By 24 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

L’unica cosa che desideravo quella notte era dolore. Dolore fisico per scacciare la vergogna di esserci cascata ancora.
L’ascensore si apre, il viaggio &egrave stato breve.
Quello che mi aveva convinto ad andare a casa sua era stata la frase: ‘Quando arrivi voglio le tue mutande in mano’. Non l’avevo fatto e meritavo una punizione.
Sulla porta di casa trovo questo ragazzo, alto, adombrato, lineamenti morbidi e viso sconvolto dalla serata.
Dal braccio gli spuntano dei grossi pezzi d’acciaio, me l’aveva detto ma mi scopro a fissarli; mi eccitano. Lui mi fissa senza dire una parola, mi tende una mano e varco la soglia. Indosso solo reggicalze, una culotte di pizzo e una giacca. Mi aveva ordinato di vestirmi così e io l’avevo fatto.
Sulla porta mi sbottona la giacca e mi guarda, quello che vede gli piace. Mi passa una mano intorno al collo, sul seno, mi afferra per i capelli e mi gira.
Sento le sue labbra che scivolano sul mio collo, una mano che dalla pancia sale verso il seno mentre l’altra si fa strada sotto il pizzo. Senza delicatezza mi infila un dito nella fica bagnata, mi &egrave bastato pochissimo, lo sento sogghignare e mi strizza i capezzoli; finalmente dolore.
Mi spinge verso lo stipite e mi sussurra: ‘Voglio scoparti qui sulla porta, dove chiunque potrebbe passare’. L’idea non mi piace, così mi giro e chiudo la porta alle mie spalle.
Mi protendo verso di lui e lo bacio. Ha le labbra carnose, morbide, calde, ma non vuole essere baciato.
Mi spinge in ginocchio, tira fuori il suo uccello e me lo ficca in bocca. Mi piace succhiarglielo.
Comincio dalla punta, ci giro intorno con la lingua, aspetto che la mia bocca si riempia di saliva per succhiarglielo più forte. Voglio sentirlo urlare e così me lo spingo fino in gola ma non riesco ad andare fino in fondo, &egrave troppo grosso.
All’improvviso si tira indietro e mi fa cenno di seguirlo in camera da letto. Io sono nuda, a parte le autoreggenti e i tacchi alti.
Mi spinge sul letto con il culo all’aria e mi ficca la lingua fra le gambe. La sento completamente, calda, umida, che spinge contro la mia fica e la cosa mi piace.
Dopo poco sento che si china su di me, mi monta e mi chiede: ‘Sei un po’ troia vero?’.
Credo mi stia chiedendo se deve mettere il preservativo ma io non voglio; non lo faccio mai ma lui lo voglio sentire completamente, pelle contro pelle, non mi interessa delle conseguenze.
Gli dico che di me si può fidare e lui lo fa.
Mi afferra per i capelli e mi spinge il suo uccello duro fino in fondo. Il suo uccello &egrave meraviglioso. Mi riempie tutta, mi piace, non provavo una sensazione simile da tanto tempo.
Comincia a scoparmi. Entra ed esce con forza ma lentamente. Percepisco ogni centimetro del suo uccello scivolare dentro di me, riempirmi, bagnarmi. Sento la sua mano sulla schiena che scende verso il mio sedere. Sbam, uno schiaffo fortissimo mi fa sobbalzare in avanti, lui mi tira verso di sé. Sbam, un altro colpo più forte di prima, sento la pelle che pulsa. Sbam, questo lo sento direttamente nella fica. Sono completamente esposta, con il sedere all’insù e lui continua a sculacciarmi sempre più forte. Comincio ad ansimare forte, il suo uccello caldo mi scivola dentro e le sberle fanno vibrare ogni centimetro della mia fica.
All’improvviso si stacca da me e mi gira a pancia all’aria, mi fissa, voglio che continui ma lui no. Mi allarga le gambe in modo da avermi tutta aperta e mi schiaffeggia la fica, le vibrazioni sono fortissime. Mentre lo fa mi fissa con aria soddisfatta, gli piace schiaffeggiarmi e più lo fa più la mia fica si gonfia; e più si gonfia e più lui colpisce forte.
Mi sente ansimare e infila un dito, poi un altro, e un altro ancora. Sono turgida, il sangue mi pulsa fra le gambe, voglio solo che mi penetri ancora con quel grosso uccello e mi scopi. Lui sembra aver capito cosa voglio ma continua a giocare con le dita, vuole vedermi implorare.
Fa scivolare il pollice verso il basso e lentamente m’infila un dito nel culo, anche lì sono morbida e succosa.
Mi guarda con un sorriso sardonico e chiede: ‘Come mai una bella fica come te stasera non ha trovato nessuno che la scopasse?’. Io non gli rispondo ma dentro di me penso che solitamente non faccio queste cose, non permetto a chiunque di scoparmi.
Sfila via le mani da me e mi fa inginocchiare sul letto; mi ordina di reclinarmi in avanti, faccia sul materasso. Lo sento sputare e poi passa la sua mano umida fra le mie chiappe, spingendo con due dita forte sull’ano. Capisco che cosa vuole fare e faccio per tirarmi su ma lui mi accarezza la schiena e mi ordina di stare giù.
Gli chiedo di fare piano e lui mi mette una mano sulla gola, porta la mia testa vicino alle sue labbra e sussurra: ‘shhhh, stai zitta’ e mi spinge il suo grosso uccello nel culo.
Con due spinte &egrave dentro e io mi sciolgo come burro intorno al suo uccello. Una fortissima sensazione di piacere m’invade nel basso ventre. Non appena si muove, ondate di piacere si diffondono nelle mie viscere. Sento il suo uccello che sbatte contro una grossa palla proprio sotto l’ombelico.
A ogni colpo sento questa palla diventare sempre più grossa, sempre più grossa; non riesco più a stare ferma, mi piace da impazzire. Mi tiro su e poggio la faccia sul muro per offrirgli interamente il mio culo. Lui mi scopa più forte, io lo sento, mi piace, non capisco più dove sono, chi sono io e chi &egrave lui. E poi sbam, uno schiaffo forte sul culo. Una vibrazione fortissima mi attraversa tutto il corpo. Ansimo forte e lui me ne da un altro. Non sento dolore, solo una fortissima ondata di piacere che sale, sale, sale, diventa più grossa e sbam, per me &egrave l’ultimo schiaffo. Vengo come non mi era mai successo, un’esplosione che mi fa vibrare tutto il corpo. Tanto forte che non mi accorgo che anche lui &egrave venuto.
Lo sento uscire da mio corpo e andare via mentre io resto lì appoggiata a quel muro.
Un unico pensiero attraversa la mia mente: voglio che sia il mio padrone.

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