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Racconti Erotici Etero

Il molo

By 28 Gennaio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ stata una lunga giornata torrida; ma ormai è notte tardi, tira un piacevole venticello e fa quasi fresco. Sono appena uscita da una discoteca all’aperto insieme al mio compagno Roberto e ci dirigiamo lungo il molo per fare una passeggiatina romantica.

In realtà, ho bisogno di riprendermi da un paio di drink di troppo e da un sacco di musica assordante. Mi sento anche un po’ intorpidita; probabilmente sarà colpa del sonno. Faccio fatica a tenere gli occhi ben spalancati e temo che se mi metto a sbadigliare cadrei addormentata nel giro di due minuti. Non ho sottomano lo smartphone; ma deve essere tardi, almeno le tre o le quattro.

Lungo il molo c’è pochissima gente. Di solito è sempre affollato. E’ un luogo di ritrovo e bivacco, pieno di gente che beve e che passa da un locale all’altro. Apprezzo molto questa solitudine, ho voglia di rilassarmi e godermi la brezza marina. Per una volta tanto l’acqua stantia del canale non puzza più di tanto e c’è un odore di salsedine che non mi dispiace affatto.

Arrivati quasi in fondo le mie povere caviglie decidono di prendersi una pausa e quasi crollo su di una panchina lì vicino.
– Pausa. – Imploro mentre mi stravacco sulla panchina alla ricerca di una posizione comoda.
– Sei molto stanca? –
– Abbastanza; tu non ti siedi? –
– No, mi sento in formissima. – Afferma con orgoglio Roberto.

Sì certo, come no? Sorrido a questa sua affermazione. Scommetto che appena tornati a casa si getterà sul letto e si addormenterà prima di me. Io almeno farò una doccia rapida ‘ forse. In effetti sono esausta pure io. Mi sa che la doccia la salterò.
– Foto? –
– Cosa ‘ – mi guardo attorno per capire a cosa vuole fare una foto; poi capisco che la vuole fare a me.
– ‘ ma non c’è luce. – Lungo il molo ci sono solo pochi lampioni che gettano un illuminazione quasi spettrale su tutta quanta la camminata. Più vicino a riva c’è più luce; ma qui avranno avuto voglia di economizzare.
– Non preoccuparti che uso il flash. –

Non verrà certo un capolavoro penso; ma perché no? Un’ultima foto e poi a casa a nanna; o forse anche qual cosina di meglio spero. In fondo non sono poi così stanca per quello. Basta sdraiarsi sul letto e poi lascio fare tutto a lui; sempre che non si addormenti come ho ipotizzato poco fa.

Qui ci vuole un’idea che salvi la situazione. Qualcosa che lo costringa a rimanere sveglio ed eccitato fino ad allora. Mi guardo nuovamente attorno. A parte il rumore delle onde, tutto è silenzioso e calmo. In effetti gli unici che stanno rompendo quella quiete siamo io e il mio compagno.

Ci sono giusto una manciata di altre persone che si gustano la solitudine del molo. Sono quasi tutte lontane e si fanno i fatti propri tranne uno che è lì vicino a noi. Il tipo che ci da le spalle e sta guardando il mare, non ci sta cagando mezzo. Mi viene in mente una mezza idea per nulla malvagia; o forse un pizzichino sì.

– Certo, vai pure. – Rispondo a Roberto pronta a mettere in atto il mio piano escogitato lì al volo.
– Ok – Lui tira fuori dalla tasca il suo smartphone.
Nel frattempo faccio scendere veloce la spallina del top e del reggiseno mostrando una tetta; poi gli faccio cenno con il dito di fare silenzio.
Meno male che Roberto capisce le mie intenzioni e non si mette a fare domande fuori luogo. Fa qualche passo indietro per inquadrare meglio la scena.

Cavolo, penso, adesso sta a vedere che mi cade in acqua. C’è ancora un metro buono di sicurezza tra lui e il bordo del molo; ma meglio non rischiare. I maschi non sono capaci di fare troppe cose contemporaneamente in certe situazioni. Lui, addirittura, sta camminando all’indietro, prendendo l’inquadratura e prestando attenzione massima alla mia tetta. Tutti gli ingredienti necessari per un tuffo fuori programma.

– Attento al molo, che cadi in acqua. –
– Tranquilla. –
Sarà stato il mio avvertimento; ma il tipo che era lì vicino si volta a guardare il mio compagno e poi fissa sorpreso me, con la tetta di fuori mentre sorrido come una deficiente.
Cazzo. Sono stata zigata. Doveva essere una cosa rapida e veloce. Mi sento imbarazzata come non mai. Penso che dovrei rivestirmi ma poi sento il mio compagno dire:

– Ferma. – Non so il perché mi trattengo e rimango scoperta di fronte a loro due; poi scatta il flash.
La foto è stata fatta; ma repentina come la luce del flash mi pervade una strana sensazione da capo a piedi.
E’ stata una cosa eccitante; altro che imbarazzante. Ecco cosa. Quel tipo mi ha rubato un momento d’intimità e la cosa mi fa pure piacere. In fondo cosa vuoi che sia una tetta al vento sapendo che sono stata in grado di far eccitare qualcuno.

Quando Roberto abbassa lo smartphone il tipo si volta facendo finta di fissare il mare. Non so cosa darei per sapere cosa pensa in questo momento. Adesso mi posso ricoprire; però come cazzo mi batte velocemente il cuore adesso.
– E’ venuta benissimo. –
In tutti i sensi penso io e lui non sa quanto.
– Un’altra? – Gli chiedo prontamente. Persino io mi stupisco della mia audacia.
Roberto si guarda attorno. Mi fa un cenno con la testa in direzione del tipo; ma con un cenno della mano lo tranquillizzo sussurrandogli di fare veloce.

Roberto alza nuovamente lo smartphone. Io sono tutta presa a pensare cosa fare adesso. Se il tipo è sveglio si volterà nuovamente. Lo spero con tutto il cuore. Cosa mostro però questa volta?
Velocemente divarico le gambe sollevandomi il più possibile l’orlo della minigonna. Non so quanto si possa vedere visto che sono seduta. Ovviamente non m’importa più nulla della riuscita della foto.

Come speravo; mente Roberto fa la foto, il tipo si volta di nuovo. Questa volta, però, anziché sorridere in camera gli sorrido direttamente ed anche lui sorride di rimando. Bene sta anche al gioco. La cosa mi fa molto piacere in tutti i sensi.

Fatta anche quest’ultima foto mi ricompongo velocemente ed anche il tipo torna a far finta di nulla guardando il mare. Roberto lo fissa per un attimo poi viene da me. Che si sia accorto di qualcosa?
– Torniamo a casa? – Mi domanda. Io sospiro di sollievo.
– E per fare cosa? – Gli domando innocentemente.
– Sesso fino all’alba è ovvio. –
– Si può fare. – Sorrido.

– Vado a prendere la macchina; tu aspettami pure qui e riposati. –
– Ok. –

Mentre si allontana penso che gli ci vorranno almeno venti minuti. Come al solito trovare un posto vicino al lungo mare è un impresa epica qui in riviera. Avremmo quasi fatto prima con la bicicletta. Casa mia non dista poi così lontano e il tempo speso andando lentamente in bici lo avremmo guadagnato arrivando direttamente sul lungo mare senza il problema del parcheggio.

Comunque al bando questi problemi ‘logistici’. Ora rimaniamo ‘solo’ noi due. Vabbè c’è un’altra coppietta proprio in cima al molo; ma non penso che siano un problema. Ora devo solo vedere cosa succederà. Sono eccitata al punto che mi metto a sfregarmi le gambe tra loro. Ho quel brivido che mi pervade tutta quanta e che non riesco a scaricare; in effetti mi sento proprio elettrizzata.

Passa qualche istante e il tipo voltandosi viene proprio verso di me.
– Ciao. –
– Ciao. – Gli rispondo.
– Belle foto. –
– Grazie. – Cazzo sarò rossa in volto dalla vergogna; o forse sarà per l’eccitazione?

– Ne vuoi fare altre? – Beh, almeno non è uno che perde tempo.
– E poi che fine fanno? – Sono un po’ ubriaca; non sbronza.
– Se mi dai il tuo numero te le faccio avere. – Bella risposta penso; ma non ci casco. Le riceverei io e anche tutti i suoi amici.
Noto che se anche ha qualche annetto non mi dispiacerebbe; però, dargli il mio numero. Se alla fine risulta simpatico forse potrei anche farlo.

– Niente foto. – Rispondo.
– Ma il tuo amico le ha fatte. –
– Forse lui può. –
– A proposito dove è andato adesso? –
– A prendere la macchina; ma torna presto. –
– Che peccato. –
– E già; però adesso sono sola. – Mi alzo dalla panchina stiracchiandomi sorprendendomi della mia sfacciataggine.

– Lo vedo. Immagino che avrai bisogno di compagnia nel frattempo. –
– Può darsi. – Abbasso lo sguardo per terra. Sarà l’imbarazzo ma non riesco a guardarlo dritto fisso negli occhi.
Lui mi si avvicina.
– Posso? –
Rialzo la testa. Non so cosa intenda con quella domanda; ma il tempo è poco. Se voglio far qualcosa non devo pesarci su troppo a lungo. Inoltre mi sembra che ormai il vino sia uscito dalla botte.
– Si. –

Con estrema naturalezza mi palpa entrambi i seni. Io sento solo che le sue mani sono caldissime e che contrastano con il fresco della sera. Il mio cuore mi batte all’impazzata. Non riesco a credere che sia successa una cosa del genere.
Il suo tocco è gentile e delicato. Le sue dita si soffermano sui mie capezzoli. Anche attraverso il vestito mi sento lo stesso molto stimolata.
Inizio a sospirare mentre mi massaggia così eroticamente il seno. Lui sorride compiaciuto

– Sei fantastica. – Mi sussurra piano, poi ci baciamo. Per un attimo non ci capisco più nulla. Vado con il pilota automatico e mi lascio andare.

Terminato il bacio, il tipo appoggia le mani sulle mie spalle. Capisco subito cosa vuol fare e lo aiuto. Con le spalline abbassate il top mi ricade giù fino alla vita. Rimango, così, in reggiseno; ma presto anche quello si slaccia e il seno emerge scoperto.
Lui torna nuovamente a tastarmi le tette e nel frattempo mi tempesta di baci ovunque. Per un attimo penso che non gli ho chiesto come si chiama; ma in fondo non me ne frega proprio.

Mentre ci scambiamo fluidi ci avviciniamo all’altro bordo del molo protetto da un muretto. Io mi ci appoggio e lui mi ci spinge contro.
– Fammi vedere qualcos’altro. –
Rimango come ipnotizzata da questa sua richiesta. Non ci penso neppure due volte. Mi sollevo la minigonna e mi abbasso le mutandine. Probabilmente c’è una vocina nella mia testa che mi sta dicendo di trattenermi, che sto facendo una pazzia; ma io non la sento proprio.

Senza perdere tempo le sue mani avide mi si insinuano tra le gambe. Per un attimo si china di fronte a me. Io gli vedo la nuca, ha alcuni capelli bianchi che nella poca luce risplendono lo stesso. Nel frattempo lui mi esplora intimamente. Le sue dita mi discostano le labbra, sfiorandomi il clitoride, e poi il tipo m’infila dentro qualche falange senza tante cerimonie.

– Cazzo. – Inizio a gemere. Sotto sono già tutta bagnata. Le dita del tipo scivolano con fin troppa facilità nel mio sesso. Questo mi ricorda che ho perso il pudore come al solito e come al solito ormai la frittata e fatta e non me ne frega più niente.

Passato un minuto intero che il tipo trascorre a masturbarmi, si rialza. Il suo volto è paonazzo. Bene ora almeno siamo in due ad avere un’espressione strana.
– Dai facciamolo. – Si slaccia velocemente i pantaloni.
In pochi istanti scorgo la punta del suo uccello balenargli tra le gambe. Questa volta è il mio turno di guardarlo avidamente. Purtroppo è solo per un attimo. Il tipo mi afferra per i fianchi ed in un attimo sento il suo membro che mi sfiora proprio lì in basso mentre ci stringiamo vicini l’uno all’altra.

Emetto un urlo sommesso non appena sento la sua cappella appoggiarsi sulle mie labbra e spingere.
– Cazzo, non dentro. – Gli dico.
– Cosa? –
Lui continua a penetrarmi e man, mano che il suo cazzo sale io sento come sciogliermi. Sento ogni inibizione spegnersi. Sono quasi pronta a lasciarmi andare.
Ansimo forte, ma continuo a ripetergli:
– Non dentro, toglilo. –
Proprio in quel momento finisce di penetrarmi per intero. Io vorrei sparami per avergli detto quella cosa.
Dio solo sa come in quel momento lo vorrei tutto.
– Perché? – Mi fa infastidito.
– Non senza il preservativo. –
– Cazzo ‘ – Per un attimo rimaniamo impalati l’uno all’altra.
– ‘ non ce l’ho. –

E’ fastidioso, è seccante. Vorrei continuare quella galoppata insieme; ma per me, non è il momento migliore di farlo senza protezioni. Provo ad allontanarlo, mentre lo sento che continua a spingermelo dentro trattenendomi salda per i fianchi.

– Dai smettila. – Lo imploro.
– Ancora un attimo ti prego. –
Cazzo, questo non gli e lo posso permettere anche se lo desidero con tutta me stessa.
Con uno sforzo che mi pare quasi titanico lo spintono indietro.

Rimango quasi impietrita alla vista di quel membro eretto che fino a poco fa era dentro di me.
Una parte di me desidera che vi ritorni il prima possibile, così faccio l’unica cosa che mi viene in mente. M’inginocchio lì sul molo e gli e lo prendo in mano. E’ turgido e caldissimo al tatto. E’ tutto bagnato dei nostri liquidi corporei.
Senza esitazione lo lecco ed aiutandomi con le mani inizio a segarglielo. Dopo poco non resisto più e lo accolgo tutto in bocca. Sento le sua mani posarsi sulla mia testa scompigliandomi i capelli.

Dopo qualche minuto lo sento gemere in modo diverso.
– Ci sono. – Mi sussurra.
Me lo tolgo di bocca ritornando a respirare normalmente. Continuo a segarlo con una mano e gli metto l’altra davanti alla cappella. D’improvviso sento uno schizzo caldo colpirmi il palmo della mano, seguito a ruota da altri due o tre.

Finalmente è venuto. D’istinto mi guardo la mano tutta impiastricciata. Già diverse gocce di sperma sono colate per terra. Ansimo ancora per lo sforzo. Sono raggiante ma anche un po’ delusa per la scopata mancata. Vorrei tanto appartarmi con quel tipo ancora per una volta e fare le cose come si deve; ma ormai di tempo immagino non c’è ne sia più.

Velocemente mi rivesto senza cagare mezzo il tipo. Francamente vista la scopata mancata non ho il coraggio di guardarlo più in faccia. Mi sento quasi in colpa di non essermi fatta scopare come si deve.
Voglio fuggire via di lì per non dovermi inventare chissà quale scusa o per parlare con lui.

Sono ancora a seno scoperto che sto raccogliendo le mutandine che erano cadute per terra li vicino; quando noto un bagliore diffuso seguito dal suono secco dello scatto di una fotografia. Sul momento non riesco a crederci.

Lo guardo sorpresa in faccia; come se fossi stata colta in flagranza di un reato. Il tipo, con ancora il cazzo eretto che gli esce dai pantaloni, ha tirato fuori il suo cellulare e mi ha fotografata mentre mi stavo rivestendo.

– Che cazzo fai? – Sbiascico queste parole più incredula che incazzata. Ancora non riesco a credere che ha avuto la faccia tosta di fregarmi a quel modo. Sono talmente spiazzata che rimango ferma, mezza chinata in quella posizione, per chissà quanto con ancora le mutandine all’altezza del ginocchio.
– Dai solo un ricordino. –
– No. – Gli rispondo non risultando credibile nemmeno un po’. Se fossi veramente imbarazzata dovrei provare a coprirmi ma non lo faccio per chissà quale motivo.

– Dai fammi vedere quanto sei bella. – Mentre m’inquadra di nuovo con il cellulare.
– Devo andare via, il mio ragazzo mi aspetta qui vicino. –
– C’è tempo. –
– Ma può venire a cercarmi. – balbetto a mo di scusa.
– Solo un’ultima foto. Ti prego. –

Sono ancora indecisa ed anche forse un poco arrabbiata, anche se non so se esserlo con il tipo oppure con me stessa. Mi guardo nervosamente attorno. Per fortuna la coppietta in fondo al molo è ancora lì e del mio ragazzo non c’è traccia. In teoria dovrebbe aspettarmi in macchina lì vicino. Forse c’è ancora tempo.

Devo prendere una decisione. Questa situazione è a dir poco ancora più imbarazzante del mio pompino di poco fa. Non che sia estranea a certe cose; ma starsene mezza nuda di fronte ad uno sconosciuto con l’uccello al vento che mi fa le foto è decisamente un qualcosa che devo fronteggiare in un qualche modo.

– L’ultima! – Puntualizzo.
– Grazie, sei fantastica. –
Mi rialzo in piedi tentando di sfoggiare un sorriso che dire che è forzato è poco.
Il flash mi acceca; ma è meglio così, per qualche secondo non sono costretta a guardare il tipo in faccia.

– Dai girati. – M’incalza il tipo.
– Cosa? –
– Voglio vederti il culo. –
Ma senti che pretese.
– Avevamo detto che era l’ultima. – Protesto.
– Dai che so che ti piace. –
Cazzo se il tipo ha ragione.
Mi volto. Davanti a me, c’è il muretto di protezione del molo e poi la distesa nera del mare di notte. Respiro a pieni polmoni la brezza che monta pronta a lasciarmi andare del tutto alle sue richieste.
– La gonna tiratela su che copre.- In effetti era ricaduta un po’ con tutto quel movimento. Lo accontento subito.
– Fantastico. – Sento il suono di altri scatti.
Non so il perché ma ad ogni singola foto provo una piccola scarica di piacere. Sono proprio strana.

Finalmente mi sento un po’ più rilassata. Mi volto di nuovo verso di lui.
– Abbiamo finito? – Gli domando.
Un altro flash mi abbaglia. Sorrido, per fortuna ancora no. Decido di lasciarmi andare e di posare per qualche altro scatto. Dopotutto la serata è iniziata con una foto e mi sembra giusto che ne finisca con un’altra.

Purtroppo il tempo è tiranno e oramai temo che Roberto possa venire a cercarmi. Mi rivesto di fretta ed anche il tipo si rimette l’uccello tra i pantaloni. Che sia stato quello a farmi cambiare idea riguardo alle foto? Mi viene da ridere se penso che sia quel minuscolo pezzetto di carne a farmi fare tutte le volte queste pazzie.

Io e il tipo ci salutiamo nuovamente scambiandoci altri fluidi corporei con la bocca. Alla fine ci scambiamo pure i numeri di cellulare. Sapessi quante volte si premura che lo richiami domani tanto per tenerci in contatto. In effetti lo potrei anche fare.

Più tardi in Macchina mentre io e il mio ragazzo stiamo tornando al mio appartamento sento il cellulare vibrare più e più volte. Lo tiro fuori incuriosita notando che mi sono arrivate diverse notifiche.
– Chi è quest’ora? – Mi domanda incuriosito Roberto.
Non riconosco immediatamente il numero; ma appena apro il primo messaggio vuoto con solo un allegato lo apro d’istinto immaginandone il contenuto.
Non ho bisogno di sapere chi sia; ma quello è il mio culo. Mi dovrei incazzare questo è certo; ma la prima cosa che penso è quella di inclinare il cellulare in modo che Roberto che si trova alla guida non veda lo schermo.

– Una mia amica ‘ – Rispondo vaga; in realtà mi scorro anche tutti gli altri messaggi per vedere le altre foto. Ma quante ne ha fatte il tipo?
Sto per maledirlo; poi ci ripenso. Quelle foto sono decisamente imbarazzanti; ma provo un misto di eccitazione e rabbia a vederle lì. Tutt’ad un tratto mi rendo conto che mi secca davvero che siano così poche e venute così e così.

Ma non sono quelle foto che mi fanno arrabbiare anzi; quello che mi rode è che non sia riuscita a scoparmelo come si deve quel tipo. Cazzo non mi è bastato quel pompino e sono sicurissima che se anche torno a casa e mi getto addosso a Roberto e me lo scopo fino all’alba non sarà sufficiente.
Queste foto servono solo a gettare benzina sul fuoco del mia lussuria.

Non ci penso su due volte, quando rispondo al tipo, di cui ancora non conosco il nome, con questo testo:
‘Domani pome alle due stesso posto.’

Fatto, penso mentre lo spedisco; adesso vediamo cosa succede. Per fortuna dopo appena trenta secondi mi arriva la risposta.
‘Sicuro e porto un pacco di preservativi.’
Il cuore mi batte all’impazzata di gioia. Già non vedo l’ora che sia domani; poi con un certo rimorso guardo Roberto preso dalla guida.
Vabbè per farmi perdonare con il mio ragazzo; sesso con lui fino all’alba. Sono sicura che non gli dispiacerà.

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