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Racconti Erotici Etero

IL NANO

By 15 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

ROSA E IL NANO
Il campetto di calcio stava poco distante da casa mia, e quel giorno portai mio figlio di sei anni alla sua prima esperienza con il calcio, giacchè mostrava un interesse esagerato per quel gioco, lo accontentai. Parlai con il responsabile del centro che dopo un breve provino, lo prese e lo inserì in squadra, e subito lo fece giocare, una partitella con altri ragazzi più o meno della sua età. Fin dal primo momento avevo notato tra i tanti giovani, un ragazzo, un pò strano, pur avendo la stessa altezza degli altri, aveva corporatura robusta, come quella degli adulti! Baaa, chissà mai, decisi di osservarlo da vicino, haimè, si trattava di un nano, come avevo sospettato. Da informazioni assunte venni a sapere che era il figlio dell’allenatore, e che aveva ventotto anni, e spesso giocava tra i ragazzi per volere del padre, per non farlo rimanere sempre da solo, quindi farlo stare in mezzo agli altri per evitare di essere discriminato. Niente in contrario, da parte mia contro i nani, ma la differenza di età poteva essere determinante, infatti parlando con una signora, mi tranquillizzò, dicendomi che aveva la mentalità da bambino e che non era pericoloso per gli altri. Nei giorni seguenti, mio figlio si inserì bene con il gruppo e con il nanetto, per cui mi tranquillizzai definitivamente provando umana comprensione. Con il passare del tempo ci parlavo spesso con Bruno, così si chiamava il nano, e parlava davvero come un bambino, anche se, vedendolo da vicino, aveva la barba e i peli sul petto e sulle gambine corte corte! Maliziosa come sono, mi chiesi: chissà sotto come è messo? E se anche loro hanno una normale attività sessuale, pensieri, che penso tutti hanno, ma non ne facevo una questione, da verificare, tutt’altro solo semplice curiosità, null’altro. Ebbene, senza augurarmelo vengo un giorno a stretto contatto con il nano, per pura combinazione. Quella volta non vidi i ragazzi giocare nel campetto, mio figlio era uscito prima da casa, e mi impensierii, andai negli spogliatoi per vedere se stavano là, e vidi solo il nano, nudo che si stava masturbando! Lui stava seduto su una panca e si menava l’uccello duro, con gli occhi chiusi, senza accorgersene della mia presenza, rimasi sbigottita, ma per nulla intimorita, chiesi: e gli altri dove sono? Lui, sorpreso sul fatto, mi guardò, terrorizzato, si alzò la tuta, scese dalla panca e scappò via come un fulmine, andai nel piccolo ufficio, dove la segretaria, mi tranquillizzò, dicendomi che stavano facendo una corsetta nei campi con l’allenatore, compreso mio figlio. Quella notte, non feci altro che pensare al nanetto e al suo cazzo, che comunque c’è l’aveva come un adulto, bello grosso ma corto come il suo fisico. Nei giorni successivi, mi guardava a testa bassa, nonostante io facevo finta di nulla, parlandogli, lui reticente, rispondeva a singhiozzo, ero incuriosita, e non nascondo che un incontro molto ravvicinato col nano non l’avrei rifiutato. Visto che non dava soddisfazione, decisi di lasciar perdere con lui, fino a che un pomeriggio mentre vestivo mio figlio negli spogliatoi mi sentii, da dietro una manina sotto la gonna che mi tastò il sedere, mi girai ed era lui, mi sorrise e scappò via senza darmi il tempo di dargli una sberla…! Sembrava un bambino, ma la mentalità, sicuro era da adulto, tuttavia mi sfuggiva, e io non potevo, che so, industriarmi, per stuzzicarlo e vedere fino a che punto potevo spingermi con lui. Il caso volle che un mattino mentre andavo al supermercato con l’auto, lo vidi camminare sul marciapiede della strada, mi accostai e lo chiamai, si avvicinò mi salutò, gli chiesi dove andava, lui, rispose a zonzo, così…! Gli offrii un passaggio, e me lo ritrovai in macchina a tu per tu, lo guardavo, com’era piccolo, non riusciva neanche a poggiare i piedi sul tappetino, mi sorrideva come se fosse soddisfatto di stare lì con me. Mi decisi, di forzare la situazione e cominciai a stuzzicarlo, chiedendogli se aveva la fidanzata, mi disse che si vedeva con una nana, come lui, ma che non le piaceva! E chi ti piace? chiesi, non mi rispose, chiesi ancora, ti piace il mio culo ehh.., visto che me l’hai toccato furtivamente? Non rispose, ma mi guardava strano, come se fossi io la donna che desiderava! Vuoi venire con me, gli dissi a freddo, lui rispose di si, senza chiedermi dove? La frenesia erotica mi montava nella testa, e il pensiero di scoparmelo mi toglieva il respiro, non girai per il supermercato, ma presi la strada per la collina. Scodinzolava le gambine, sul sediolino come un cagnolino felice, prosegui con l’auto, fin sù, dove a un piccolo incrocio sterzai in una stradina sterrata e proseguii fino ad un casale abbandonato e diroccato, mi fermai, guardai in giro che fossimo soli, e parcheggiai a fianco di una siepe alta, in modo che se veniva qualcuno lo potevo vedere. Fermi in auto gli chiesi se avesse fatto l’amore con la sua fidanzatina, la nana, nò, ci siamo solo toccati, fù la risposta, e, ti piac….., piacerebbe farlo con me, dissi da svergognata incallita…! Guardandomi le gambe sorrise e fece cenno col capo di si! Mi alzai la gonna e gli mostrai la mutandina nera, e le cosce, aspettandomi che mi toccasse, lo misi una mano sulla testa, poi presi la sua mano e la guidai tra le mie cosce. Quella mano piccolina si soffermò sulla fica, e la palpava delicatamente da sopra l’indumento, poi con l’altra mi toccò il seno, lo agevolai, sbottonandomi la camicetta, mostrando il reggiseno, anch’esso nero, lui insinuò la mano dentro e trafficò con la mammella e il capezzolo, che mi si era indurito. Tirai tutte e due le poppe fuori dal reggipetto e gliele offrii, lui tentò di baciarmele ma non ci arrivava, si alzò in piedi sul sediolino e così potè incollare la sua bocca al mio seno, la posizione non era buona, lo fermai, scesi dall’auto, scese anche lui, mi sedetti al suo posto, con le gambe fuori dall’auto, lo presi e lo feci sedere sulle mie cosce, così stava alla giusta altezza con la bocca sul mio petto. Mi prese il capezzolo in bocca e cominciò a succhiare, lo strinsi con le mani, la testa al mio seno, e cominciai a surriscaldarmi, scesi con una mano sulla sua tutina, ficcandola all’interno dell’indumento, palpandogli il cazzo che già s’era indurito. Sazia della bava che mi appiccicava alle tette, gli dissi: ora ti mostro una, bella cosa…, lo feci scendere coi piedi per terra, mi sfilai la mutandina, lo rimisi tra le mie cosce, e la mia pelosa fica stava, vogliosa e invitante davanti alla sua faccia, me la osservò un pochino, poi me la toccò, piano piano come se si pungesse…, infine lo accompagnai, con la mano dietro la nuca, e gli sparai la passera pulsante sulla bocca…! Finalmente me la baciava, insinuando la linguetta fin dentro la vagina, che goduria, le pulsazioni della vagina e delle labbra ben si accompagnavano con il ritmo delle sue leccate, che subito mi venne un’orgasmo, copioso e invasivo, lui assaporò il mio nettare, mi si staccò dalla fica e mi fece una smorfia, di disappunto, come fanno i bambini quando assaporano qualcosa di amaro! Non ti piace…? lui, è aspro, dissi: è come lo spumante, non l’hai mai assaggiato…? Me lo fai vedere…? Dovetti aiutarlo a calare la tuta e le mutande, per vedere il suo cazzo da vicino, già in posizione eretta e bello, sostanzioso! Glielo presi in mano, e lo masturbavo dolcemente, cogliendo segni di soddisfazione sul suo viso. Poi mi accostai con il bacino vicino al suo ventre, per farmelo mettere dentro, l’altezza non era quella giusta, pensai di farlo mettere seduto sul sediolino e io fuori dall’auto chinata tra le sue cosce, ma prima, volli prenderlo in bocca! Haa…, che bella sensazione, il cazzo del nano mi riempiva tutta, lo sentivo un pò morbido, non proprio duro, come il ferro, ma gradevole e arrapante…! Lo sbocchinai per bene, dato la breve lunghezza, riuscii a prendergli in bocca parte di un coglione, lui godeva e muoveva il bacino come se volesse chiavarmi in bocca….! Appagata dal sostanzioso pompino, mi preparai per farmi fottere, sempre col cazzo in bocca, reclinai per intero lo schienale dell’auto, lui si distese, ed io entrai in macchina e mi adagiai sopra di lui facendomelo entrare tutto nella fica! Lo scopavo con gusto senza accorgermene, che lo stavo schiacciando, sotto il peso del mio corpo, quindi per non fargli male, mi spostai di nuovo, e mi misi alla pecorina sul sedile, lui in piedi dietro di me, riuscì, a ficcarmelo dentro, e cominciò a pomparmi secondo il suo ritmo. Mi allargai le natiche per farmi entrare dentro più cazzo possibile, fino a che, il poveretto esausto mi sborrò, nella vagina….! Una bella e copiosa colata di sborra, mi riempì tutta fino a uscire fuori insozzandomi le cosce, il nano si scostò da me, palpandosi il cazzo che gli andava ammosciandosi, io con la mano mi spalmavo lo sperma nel solco delle natiche introducendone un pò col dito, nel buchetto del culo…! Uscii fuori dall’auto, e mi pulii le cosce e la fica, con un falzoletto di carta, mi rimisi la mutandina, mentre lui col il culetto di fuori faceva la pipì sulla siepe, poi mi disse che voleva baciarmi sulla bocca, perchè non l’aveva mai fatto, la presi per buona e lo accontentai…! lo sollevai letteralmente da terra tenendolo in braccio, come un bambino, con le mani sotto il suo culetto, lui mi sbaciucchiò sulla bocca, introducendo la lingua dentro, passandomi saliva e umori strani! Poi mi fece un’altra richiesta, mi fai vedere il tuo culo? chiese timidamente, Hee, porcellino, lo immaginato che ti piace il mio culetto! Ma che vuoi farmi? Mi girai e gli offrii le terga, fù lui stesso a calarmi di nuovo la mutandina, mi ero appoggiata con le mani sul sedile, aprendomi e offrendomi tutta me stessa. Andò subito sul buco del culo, me lo osservò un pò e poi me lo leccò, sentivo la linguetta insinuarsi dentro l’orifizio, che al contatto si dilatava, mi ci ficcò dentro il dito facendomi eccitare di nuovo. Posso mettertelo nel culo? mi sentii dire a freddo! Amore parli troppo, ficcamelo dentro e non ti preoccupare gli dissi! Lui, non ci arrivo, ti devi calare! E già, dimenticavo, sorridendo mi rannicchiai sull’erba come una docile cagnolina, accentuai il sedere portandolo alla giusta altezza, e lui si mise dietro aprendomi con le manine le chiappe. Si accostò col cazzo sul buchetto e cominciò a premere, lo avvertivo davvero duro stavolta, proprio come ci vuole, mi attraeva a se, finchè non riuscì a penetrarmi. Il solito bruciorino all’ano, sancì la completa introduzione nel mio culetto. Mi percuotè l’ano freneticamente finchè non venne per la seconda volta, stavolta nel secondo canale. Dopo aver sfogato, mi rialzai e presa dalla necessità di fare la pipì, gli pisciai sull’uccello, lui si rigirò facendosi lordare del mio piscio anche il culetto, sorridendo, mi disse che era bello caldo e che gli piaceva, pensai beato lui..! Lo riportai giù, lasciandolo sul marciapiede dove l’avevo preso. In seguito il nano cercò di chiavarmi ancora, facendomi avances eloquenti davanti ad altre persone, dovetti astenermi dal frequentare con mio figlio il complesso sportivo, per porre termine definitivamente alla scabrosa situazione, per evitare di essere additata dalle altre mamme come una adescatrice di bambini. Intanto mi avevo tolto lo sfizio, e potevo vantarmi di essere stata anche con un nano. Fiordinorma@virgilio.it

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