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Racconti Erotici Etero

Il nuovo sub “compromesso”

By 7 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Durante la mia “carriera” di Dominatore, ho avuto alcuni sub di sesso maschile.

Non ho mai avuto il desiderio di fare sesso con un uomo, ma provo piacere nel averne uno al mio servizio, per qualche saltuaria sessione.

Saranno stati 5 o 6, ma di uno di loro mi ricorderò per sempre, soprattutto per la pochissima auto-stima e per la facilità con cui eseguiva gli ordini.

Ma partiamo dall’inizio.

Una amica Mistress, che conosco da molto e con la quale avevo scambiato alcune sub, mi scrisse un giorno un sms per incontrarci. L’incontro avvenne alcuni giorni dopo, al solito bar dove ci incontriamo sempre per discutere di “affari”.

Lei era vestita di tutto punto, con un vestito corto, calze nere e stivali, molto bella e eccitante. Assieme a lei c’era un uomo sulla quarantina, vestito anche lui discretamente, con giacca e cravatta molto sobrie, e un paio di pantaloni un po troppo larghi …

Dopo esserci incontrati fuori dal bar, e eseguito i saluti di rito (l’uomo, che poi scoprii chiamarsi Marco, fece un lieve inchino con il capo piegando leggermente le ginocchia, proprio un sub ben educato) decidemmo di andare a sederci all’interno.

Trovammo un tavolo un po appartato, io mi sedetti dopo che Marco aveva aiutato la sua Mistress scostandole la sedia, e cominciammo a parlare tranquillamente del più e del meno, mentre Marco se ne stava un passetto indietro in piedi, e ascoltava impassibile fissando un punto imprecisato qualche metro davanti ai suoi piedi.

Dopo aver bevuto un caff&egrave e parlato un altro po, decisi di chiederle il motivo di quel incontro.

“Il mio problema &egrave lui – indicando Marco con un pollice – &egrave uno schiavetto che vendevano all’asta ad una festa. Probabilmente quelli che partecipavano all’asta lo conoscevano già … fatto sta che l’ho pagato pochissimo, &egrave bravo ed educato, fa le faccende domestiche meglio di tutti gli altri che io abbia mai avuto, e quando ne ho voglia mi fa venire in modo celestiale!”

“E allora – faccio io stupito – qual’&egrave il problema?!?”

“Eh … vedi … &egrave un po imbarazzante, soprattutto per lui, ma anche per me quando siamo in giro ….”

“Avanti – le dico con veemenza – dimmi qual’&egrave questo problema!”

“Beh .. vedi … ti do una dimostrazione pratica!” E si alza in piedi di scatto, tanto che Marco &egrave costretto a prendere al volo la sedia prima che cada.
Si dirige con passo spedito verso il parcheggio, dopo aver detto a Marco di aspettarla li.

Dopo alcuni minuti torna, e si siede. Apre la borsetta color cipria che porta sulla spalla sinistra, e tira fuori una campanella, di quelle che si usavano un tempo nelle case dei ricchi per chiamare la servitù. La porge a me, tenendo la mano in modo che non suoni.

La prendo, e vedo che Marco ha un lievissimo sussulto, si sposta su un piede con nervosismo.

“Suona! – mi fa lei – dai su!”

Io la guardo e le chiedo :” Cosa mai potra succedere se….”

“Suona! – mi interrompe lei – che poi ridiamo”

“Ok – faccio io – suoniamo”

Prendo la campanella per lo stelo, e alzo gli occhi verso Marco. Una goccia di sudore gli cola sul collo, fin dentro al colletto della camicia.

Din din din …

Nello stesso attimo in cui suono la campanella, vedo Marco portarsi le mani sul inguine, e comincia a piagnucolare mentre non riesce a tenere ferme le gambe, sembra che stia male, io faccio per alzarmi per dargli una mano, ma lei mi ferma mettendo una mano sulla mia, la guardo e lei sta ridacchiando :”non preoccuparti … &egrave quasi finito …”

Continuo a guardare Marco mentre torna nella posizione di attesa di pochi secondi prima. Mi guarda solo per un secondo, ma poi torna a fissare il pavimento.

Guardo Marika con uno sguardo interrogativo/stupito …

Lei continua a ridere per alcuni secondi, allora indurisco il viso per farle capire che non scherzo.

“Ok ok – mi fa lei ancora divertita – non &egrave successo niente di grave…”

“Lo vedo – la interrompo – Marco sembra stare bene…”

“Sì, però lui ha appena avuto un orgasmo …”

Io resto a bocca aperta, mentre lei ricomincia a ridere, ma non riesce a coinvolgermi nella sua allegria.

“Pensa a quando sei in mezzo alla gente, magari per andare a prendere la metro … o qualcosa del genere … e qualcuno ha un campanello che fa din din ad ogni notifica, e riceve notifiche continue ….” E continua a ridacchiare ….

continua

Ho ancora la faccia stupita, mentre Marika ridacchia ancora…

“Ma … ma … come hai fatto … -balbetto un po – co..cosa gli hai fatto?”

“Ah, io niente – risponde con la faccia angelica – proprio niente! &egrave sempre stato così, da quando l’ho acquistato.
Ho cercato di fargli raccontare del suo addestramento, ma lui mi ha detto che la sua precedente padrona gli ha fatto giurare di non raccontare niente di quando era suo schiavo. L’ho minacciato e punito, anche duramente,ma non sono venuta a capo di niente.
A me piace molto, &egrave uno schiavo perfetto, sa fare tutto, ha tutti i pregi, ma ha questo difetto … e io … mi toccherà … rivenderlo .. ”

Rimango in silenzio un paio di minuti, mentre penso a cosa dire.

“Allora? – fa lei impaziente – mi aiuti?”

Di nuovo appare sul mio viso l’espressione sorpresa

“In… in che senso? Cosa posso fare io per aiutarti? Non so, Marika, non sono molto esperto di sub maschi … ne ho avuti alcuni … ma più che altro erano in punizione e le loro mistress li hanno affidati a me … certo … &egrave interessante … mi piacerebbe sapere come ha fatto questa fantomatica mistress per conciarlo in quel modo”

“Infatti – mi dice lei seria – io vorrei più che altro, capire come ha fatto, e tu potresti aiutarmi”

“Possiamo provare … magari … uno di questi giorni…”

“No no! – mi dice con tono grave – adesso! Andiamo a casa mia, o a casa tua, e risolviamo la … la … la cosa … ”

All’improvviso l’idea mi attrae, scoprire i “segreti” di una mistress tanto brava, e a suo modo crudele, potrebbe essere istruttivo, e interessante, e magari si può risolvere la … cosa.

“Ok – dico all’improvviso, tanto che lei sembra scossa – andiamo a casa mia e vediamo se riusciamo a far parlare Marco – punto lo sguardo dritto su di lui, mentre fissa ancora il pavimento – che da adesso in poi chiameremo … Sguattera”

Lei si gira divertita verso Marco “Hai capito, Sguattera?”

“Sì padrona Marika, il mio nome sarà Sguattera, signora”

Ok

Andiamo

Continua… Salimmo tutti e tre sulla mia macchina, e in meno di mezz’ora eravamo a casa mia. Andavo un po più forte del normale, inconsciamente spinto dalla curiosità

Quando fummo saliti, Marika fece mettere Sguattera inginocchiato nel ingresso.

Io e lei ci sedemmo in salotto, e potevamo vederlo senza che lui sentisse i nostri discorsi.

“Allora? – fece lei, impaziente, appena seduta – cosa facciamo?”

“Io penso che dovremmo andare per gradi – dissi con tono da sapiente – partiamo con calma e man mano spostiamo il limite fino a raggiungere il Suo limite. A quel punto dovrebbe essere facile farlo parlare”

“Capisco – disse lei pensierosa – e … da dove cominciamo?”

“Ci penso io – dissi – Sguattera! Togliti tutti i vestiti e vieni ad inginocchiarti qua davanti a noi! Fai presto!”

“Sissignore! Arrivo subito!”

E in pochi minuti era già in ginocchio, sul marmo del pavimento, con niente addosso, a parte una piccola cintura di castità in silicone, ben chiusa da un lucchetto, e, appoggiata vcino a lui, una piccola busta di plastica nera chiusa con una cerniera.

Mi avvicinai e la raccolsi, osservandola attentamente.

“Ah – disse Marika – sono assorbenti. Gli servono in caso lui … perdesse della sborra inavvertitamente”

“Capisco – risposi io gelido – beh, al momento non ti serviranno, hai capito Sguattera?”

“Sissignore – fu la risposta perentoria – ne farò a meno finché voi lo desiderate, signore”

“Brava Sguattera – gli dissi – cos’&egrave che ti piace, Sguattera? Le frustate? L’umiliazione? I calci nei coglioni?”

“Signore, quello che piace a voi, signore”

“No! Ho chiesto cosa piace a te – dissi alzanfo un po il tono – ti avverto che se non mi darai le risposte che voglio sarai punito, hai capito?”

“Signore, Sissignore!”

“Eh – dissi alzando un altro po – la risposta qual’&egrave?”

“Signore, ripeto, quello che piace a voi, Signore!”

“Non fare il furbo – riabbassai di nuovo il tono, ma feci una voce più cupa – io ESIGO di sapere quali sono le cose che ti fanno GODERE! Cosa vorresti come premio per esserti comportato bene? Ci sarà qualcosa che vuoi, non so … ti piace bere la sborra? Mangiare merda? Bere piscio? Cosa ti piace? Ti piacciono le mutande usate? I cazzi in culo?”

“Signore, a me piace servire signore”

“Certamente! – quasi urlando – ma non ti piace sborrare? O farti scopare il culo? ”

“Solo se lo volete voi, Signore”

“Beh – dissi quasi scherzando – sappi che non sono soddisfatto delle tue risposte, per cui ti punir'”

“Signore, grazie signore”

Guardai Marika, la quale seguiva il tutto molto attentamente. Stava seduta sul divano, senza stivali, con le gambe raccolte sotto al sedere.

Mi recai nello sgabuzzino, dove tenevo i ‘giocattoli’ , e presi tutta la valigia e la borsa con le fruste.

Cominciai con una verga sottile in legno flessibile. Una delle mie preferite, che fischia quando taglia l’aria prima di colpire.

Lo feci mettere a quattro zampe e mi posizionai dietro a lui.

“Adesso conterai al indietro da 10 a 0, se non ti comporterai bene, ricominciamo, hai capito, Sguattera sudicia?”

“Signorsi signore”

Gli diedi le dieci vergate sulle natiche. Lui neanche si scompose, conto 10 volte, dicendo :”Sigore 10 signore! Signore 9 signore!” E così via

Marika mi guardava con uno sguardo già sconfitto. Io le risposi con uno sguardo fiero, tipo:”Non preoccuparti, siamo solo all’inizio”

“Sguattera – gli dissi brutalmente – sei pronto adesso a rispondere alla domanda?”

“Signore, la mia risposta &egrave la stessa, mi piace quello che piace a voi”

“Bene – gli dissi gelido – questo ti costerà un altra punizione. Aggiungo un altra domanda: cosa non ti piace assolutamente durante una sessione?”

“Signore, non mi piace avere a che fare con le feci, ma lo farò se me lo ordinate, e non mi piace l’elettricità, signore”

“Ah, quindi ti piace tutto ah? Sguattera da quattro soldi, cominci già a smentirti da sola!
Beh, ricominciamo, ricomincia da 10!”

“Signor….sì signore, d…dieci si…signore”

La sua voce sussultava perché mi ero abbassato e avevo colpito sui testicoli.

“Siiiiiignore no..ve signore”

“Si…gno…re o…tto signore”

Continua Il conto alla rovescia stava finendo. Eravamo arrivati a tre, quando Sguattera aveva cominciato a singhiozzare e lacrimare, mentre continuava a contare senza sbagliare.

“Siiiiii…gnore due, signore!”

Si..gno…re..u….no…si..gno…re”.

Le lacrime scendevano sulle guance, e avevano formato una piccola pozza sul pavimento, mentre Sguattera continuava a sussultare e singhiozzare.

“Ti &egrave piaciuto, Sguattera? – gli dissi con tono caldo – dimmi la verità altrimenti ricomincio!”

“No… nnnnno signore…. &egrave stato molto doloroso .. spe…spero che sia piaciuto a Lei, signore”

“Non molto – risposi – non mi piace non conoscere i limiti di chi mi serve … Comunque, adesso vorrei delle risposte, e se saranno soddisfacenti, avrai un premio, altrimenti ripeteremo l’esperienza appena svolta, ma partendo da venti”

Il terrore attravers’ il corpo di Sguattera, nel momento in cui il suo momentaneo dominatore aveva pronunciato quell’ultima parola.

“Vuoi sapere quale sarà il premio, Sguattera?”

“Signore, sì signore”

“Beh – feci io beffardo – la sceglierai tu… Se non sceglierai, la punizione sarà … la stessa, va bene Sguattera?”

Il terrore puro si leggeva, negli occhi di Sguattera.

Gli misi davanti agli occhi quattro sex toy dicendo :”Scegli uno di questi, poi Marika sceglierà come utilizzare l’oggetto scelto per premiarti.”

Davanti a Sguattera erano posati i quattro oggetti. Un “Magic Wand”; uno stimolatore della prostata color ghiaccio, un fallo artificiale abbastanza grande e nero e, in fine, un “Fleshlight”.

Sguattera li osservò per qualche minuto, visibilmente a disagio. Li guardava, tenendo la testa bassa, ancora in posizione per essere frustato.

“Hai scelto- gli dissi all’improvviso – o hai bisogno di un incentivo” E nel mentre facevo fischiare il frustino a vuoto nell’aria.

“Ehm … signore … io …”

Un altro fischio nell’aria

“Si … ecco … signore …”

Queata volta il fischio fu seguito da un urlo di Sguattera, perché lo avevo colpito senza preavviso, sulle natiche

“Muoviti Sguattera, altrimenti il prossimo sarà indirizzato di nuovo ai tuoi inutili coglionetti”

“Ecco … vede signore … io non…. non dovrei ….”

Questa volta, senza pietà, lo colpii sui testicoli

Lui , probabilmente , se lo aspettava, perché non urlò, ma disse “Aaah, scusi signore, grazie signore”

“Prego, stronza di una sguattera! Adesso vuoi scegliere? O no?”

“Ecco…. signore… non…” e abbassò la testa chiudendo gli occhi, perché avevo fatto fischiare di nuovo la frusta

“Adesso mi devi dire qual’&egrave il problema!” Gli urlai

“Sissignore! Il problema &egrave che, ognuno di questi oggetti &egrave stato usato su di me come … punizione, signore”

Mi voltai verso Marika, e dissi :” Può darsi, ma io ti ho detto che sarà un premio, quindi … tu sceglierai l’oggetto, e la tua padrona deciderà come usarlo per premiarti”

“Va bene signore, scelgo lo strap-on … signore”

“Marika … accordati con lo schiavo, mentre io mi assento un attimo”

Lei gli si avvicinò, mentre io uscivo e mi mettevo ad origliare appena fuori dalla stanza

Gli parlava con calma :”Allora Sgua …. Mario. Come vuoi che lo usiamo? Una bella inculata? Per quanto? 10 minuti?”

“Sì signora, sarebbe molto piacevole, signora. Se …. se posso chiedere …”

“Avanti, sentiamo – fece lei sempre calma e conciliante – che altro vorresti?:

“Vorrei … vorrei stare senza questa ” disse indicando la cintura di castità

In quel momento rientrai nel salotto :” Allora? Questa Sguattera lo vuole un po di piacere o no?”

…….

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