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Racconti Erotici Etero

il padre di mia moglie

By 10 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Una forte crisi interiore condusse mia moglie ad un percorso mistico che la riavvicinò alla fede, questo cammino le fece abbracciare l’esperienza del volontariato presso una radio parrocchiale, il direttore era Don Bruno il quale era anche parroco della nostra piccola comunità.
Don Bruno era un leader, un vero animatore della vita religiosa; essendo giovane era impegnato in mille iniziative che coinvolgevano i giovani ed anche le intere famiglie del quartiere che ogni domenica a turno lo invitavano a pranzo. Mia moglie ben presto si trovò insieme ad altre tre mamme ad essere motore di quasi tutte queste iniziative che le vedevano coinvolte in riunioni redazionali,catechesi,gite,iniziative benefiche.
Paola per la sua vivace intelligenza e per il suo elevato livello culturale anche se di carattere riservato riuscì a farsi apprezzare dalla comunità e soprattutto dal parroco che la considerava la sua più stretta collaboratrice; tale preferenza che era manifesta fu causa di piccoli contrasti tra le signore della parrocchia ed anche di qualche piccola maldicenza.
Io dedicavo il poco tempo a disposizione svolgendo le funzioni di economo e mi limitavo a frequentare la parrocchia per partecipare alle funzioni religiose.
Il tempo scorreva tranquillo e questo impegno anche se gravoso ci appagava.
Una delle organizzatrici della vita parrocchiale era Cinzia che abitava nel nostro condominio al piano superiore, con questa coppia non eravamo molto in confidenza ma si percepiva dai loro continui litigi che eravamo costretti ad ascoltare dalle comunicanti camere da letto che qualcosa tra loro non andava. In particolare l’uomo rimproverava tra le urla alla moglie di non assolvere a pieno gli obblighi coniugali. Lei subiva l’ira del marito e spesso piangeva.
In particolare una notte che i chiassi del marito risultarono incontenibili mia moglie mi spiegò che l’oggetto del contendere erano le dimensioni sproporzionate del pene del marito che causarono in Cinzia un rifiuto dei rapporti sessuali anche perché la donna non sopportando le insistenze del marito non si prestava ad altre pratiche amatorie compresa la masturbazione. Mi fu spontaneo chiedere a mia moglie come facesse a conoscere nei dettagli quei particolari intimi. La mia curiosità era dettata dal fatto che Cinzia non era affatto male, era un po’ trascurata ma una bella donna che quando prendevamo insieme l’ascensore trasudava tanta femminilità quanto evidente imbarazzo che la portava a chinare il capo e non guardarti mai negli occhi (i suoi erano azzurri). Paola quella sera mi disse in modo enigmatico ‘sono sicura di quello che ti dico ma non posso svelarti le mie fonti’. Notte tempo lasciai cadere la cosa pensando ai soliti pettegolezzi di donne e visto che il signore di sopra ci aveva privato della nostra quiete notturna approfittammo di assolvere ai nostri reciproci ‘doveri coniugali’ regalandoci un bel 69 che mia moglie mi invitò a godermi senza eccessivi fremiti perché ‘da sopra ci sentono’.Sapeva anche questo!!!!
Qualche tempo dopo, una domenica Don Bruno fu invitato a pranzo da Cinzia e il marito e nel secondo pomeriggio noi approfittammo della presenza del parroco per stare tutti insieme e gli facemmo una visita unitamente ad altri condomini. Paola e Cinzia erano reciprocamente acide e non smisero di punzecchiarsi e a parlare a mezze parole incomprensibili agli astanti. Il nostro parroco invece, come si confaceva alla guida del gruppo, era al centro delle attenzioni di tutti noi e da buon sornione si beava di tale privilegio. Quella sera non ci trattenemmo a lungo perché il marito di Cinzia, un ferroviere ,doveva iniziare il servizio e quindi era d’obbligo lasciarli nella loro tranquillità.
Dopo la domenica sportiva andai a letto e mia moglie,contrariamente alle sue abitudini, era ancora sveglia e manifestava irrequietezza. Neanche le preghiere e la lettura erano riuscite a conciliarle il sonno e si dimenava nel letto con mio grande fastidio.
Al piano superiore,intanto, qualche altro si dimenava a letto sostituendo le tradizionali urla con sussulti e mormorii che prima d’ora non si erano mai uditi. Dissi a mia moglie che finalmente i nostri vicini stavano riuscendo a risolvere i loro problemi e a raggiungere un’intesa sessuale. Mia moglie di getto mi rispose ‘l’intesa sessuale è evidente, bisogna vedere se riguarda i tuoi vicini o solamente la tua vicina’ e soggiunse’ il marito in questo momento guida il treno e lei fa il trenino e certo non da sola’. Effettivamente feci mente locale al fatto che il marito doveva andare in servizio, intanto sopra il trenino sferragliava come un inarrestabile locomotiva a vapore e ci volle del tempo prima che la stessa concludesse la sua corsa. Mia moglie non si dava pace dell’accaduto e dopo che sentimmo i passi di qualcuno che lasciava l’appartamento superiore mi obbligò ad appostarmi dietro la finestra per verificare chi fosse la persona che lasciava il treno, intanto lei controllava dallo spioncino.
Dopo qualche secondo mi iniziarono a tremare le gambe non riuscivo neanche a parlare: l’uomo che aveva lasciato l’appartamento era Don Bruno, non credevo ai miei occhi. Paola che era riuscita a distinguere l’uomo dalla spioncino si avvicinò a me con un sorriso beffardo dicendomi ‘non mi dire che non l’avevi capito che era lui!’. E seguirono una scarica di contumelie nei confronti di Cinzia che aveva ‘ a suo dire – insidiato il prete con le sue confessioni peccaminose. Feci notare a mia moglie che gli addebiti, in primo luogo, andavano mossi a Don Bruno che per il ruolo che esercitava doveva allontanare e non alimentare il peccato. Poi si fece scappare ‘ lo avevo detto a Bruno di non fidarsi di quella’. Non capisco dissi e lei mi spiego: ‘Bruno mi ha restituito la vita, mi ha aiutata a riscoprire la mia identità e mi ha fatta sentire sin dal primo momento importante ed è stato impossibile non innamorarmene prima platonicamente e poi giorno dopo giorno come un solo corpo, una sola anima’.
Erano riusciti ad entrare in una peccaminosa confidenza che permetteva a lei di conoscere le confessioni delle parrocchiane, dalle più giovani alle donne mature. Quelle confidenze erano diventate il loro gioco sessuale e l’oggetto della loro complicità. Durante le trasmissioni in radio approfittando di essere soli lui le raccontava i pruriti, i tradimenti,le gelosie di tutto il quartiere e lei mi raccontò impertinente che gli faceva i pompini a microfoni aperti, giocavano a godere soffocando e comprimendo il loro piacere.
Quando Cinzia inconsapevole confessò le difficoltà nei rapporti sessuali dovuti alle dimensioni eccessive del marito, lui lo riferì immediatamente a mia moglie e fecero il gioco del collant,ossia lei si fece penetrare indossando dei robusti collant a cui praticarono una piccolissima apertura. In questo modo simularono gli stessi dolori le stesse sofferenze dei vicini. Per provare le stesse sensazioni nella sodomia si fece penetrare senza lubrificargli l’uccello anzi lui vanitoso se lo fece cospargere di cipria.
Si soggiogarono a vicenda per circa tre anni tanto da poter produrre oltre a tanta vergogna anche molta letteratura erotica. Quasi ogni sera prima di andare a letto,e ancora oggi dopo tanti anni, mi racconta le storie del padre.
Che evidentemente continueranno ad essere riportate a voi, amici di iomilù, seconda del successo che riscuoteranno.

Ale

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