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Racconti Erotici Etero

Il persecutore.

By 31 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Io chattavo spesso su quel canale: chi piu’ e chi meno mi stimavano in qualche modo, nel bene e nel male. Tutti cercavano di starmi a debita distanza visto il caratteraccio ma a tutti allo stesso modo ispiravo sempre quel qualcosa in piu’ di indecifrabile che li faceva infervorare ma anche eccitare’ Lasciavo trapelare un mistero senza tempo, e a loro piaceva.
Ne avevo avute di storielle sul web: scopate di un certo spessore ma anche una bottarella e via. Ad esempio ricordo un signore, con il doppio della mia età, che amava scoparmi il culo per un paio di volte di seguito, poi mi godeva in bocca e infine restava estasiato sul letto a sfregarmi le dita nella figa. Un altro, ragazzino invece, me lo scopavo perché mi faceva tenerezza: prendergli il cazzo in bocca e vederlo febbricitare era per me un capriccio irrinunciabile: ogni volta sborrava senza nemmeno riuscire a penetrarmi’ E a me questa cosa faceva sentire vittoriosa: e nonostante lui si lamentasse per la voglia matta che aveva di sfondarmi, io lo ignoravo e persistevo sul mio itinerario edonistico: io volevo il suo cazzo per umiliarlo. Alla fine, forse, non mi interessava neanche scoparci.
MA FU UNA SERA” quando capitò qualcosa di inaspettato.
‘Ehi, pupa’ Sei una meraviglia con quel vestitino addosso’ ma perché non te lo togli e vediamo se stai meglio senza?’ Lì per lì rimasi indifferente: in chat se ne beccava tanta gente strana, tutti ci provavano e tutti cercavano di racimolare qualcosa, anche solo un breve orgasmo’ A primo impatto non diedi la giusta considerazione, ma intanto il tipo incalzava e lo faceva in modo incessante. Mi chiesi se si riferisse a un’ipotetica sborrata tramite cam: che vuole questo? Spogliarmi? Vedermi masturbare? Che vuole?
‘Senti’ ti ho visto un’ora fa mentre rientravi a casa: sono mesi che ti vengo dietro’ ti osservo, ti guardo, ti ammiro’ Avrei voluto tante volte fermarti sull’androne di quel palazzo e, senza neanche chiederti chi sei, intrufolarmi sotto le tue gonne’ Con la lingua ben posizionata sul tuo clitoride, senza preavviso, senza perché’ Subito! Sentirti febbricitare di piacere prima ancora di fartene rendere conto’ Ora non puoi tirarti indietro gran troiona che non sei altro! Ti ho visto pure l’altra notte quando sei scesa dalla macchina di quei due signorotti, col tanga incastrato nella figa: in quell’istante avrei voluto darti il resto, ma qualcuno &egrave stato più veloce di me: ti ho vista pure mentre spompinavi il barista dietro il bancone’ Ma questo &egrave un altro discorso: io so, me lo sento che non vorrai evitarmi’ Il cazzo sta a te come la tua finta timidezza sta alla mia voglia di sfondarti”
‘ Bene. E io che dovrei fare adesso, a parte leggerti mezza intontita? E’ delirante la tua mania di persecuzione’ Come posso fidarmi di uno che ha appena detto queste cose?’
‘Senti’ Non fare la perbenista ora… Facciamo un giochino così sostituiamo subito i tuoi dubbi con tanto piacere
svergognato, come piace a te’ Su, bimba’ accendi la cam e non mostrarmi il viso’ Spalancami la tua figa sul monitor. Non aspetto altro, e nemmeno tu”
Mi si raggelò il sangue: avevo paura ma la curiosità, la voglia, l’inconscienza erano piu’ forti di qualsiasi timore. Perché avrei dovuto rinunciare? In fondo che mi costava? Era solo un’apparizione erotica in cam’ Ed io erotismo ne avevo da vendere’ E voglia, accidenti quanta voglia mi faceva venire quel tizio con quel suo modo di fare così perverso! Ero assolutamente stuzzicata da quello sconosciuto che spiava i miei movimenti, le mie tresche erotiche, le mie cose… E percepivo che mi desiderava, sentivo che avrei potuto chiedergli di tutto e lui mi avrebbe accontentata pur di darmi una botta. Mi faceva sentire potente tutta la situazione’ e da donna arguta non aspettai un istante in più: puntai la cam sulla fighetta e avviai l’immagine’ ON!
‘Oddio che spettacolo! Te lo strapperei a via di slinguazzate quel tanga che stai indossando’ Sei umida solo al pensiero di essere trivellata, come le vere puttane’ Sempre pronte, senza mai bisogno di essere lubrificate’ Uh, me l’hai fatto diventare duro!’
‘Senta’ Io non la conosco’ &egrave uno sforzo per me offrirle questa visione’ e spero tanto che lei ricompenserà questa mia fatica’ ‘
‘Spostati il tanga e spalancatela’ Da brava pupa quale sei” Spalancare le labbra della figa mi eccitava di più che essere penetrata: mi inondavo come una maiala quando curiosavano tra le mie labbra e le goccioline del mio nettare cominciavano a scolare spudoratamente. Così eseguii le sue indicazioni con tutta la naturalezza possibile come una che brama dalla voglia di godere senza sosta.
Scostai il filo, già inzuppato di umori. Non lo tolsi perché così mi sentivo piu’ rubata, piu’ troia’ Misi due dita alle estremità della figa. Temporeggiai un attimo prima di schiudere le labbra’ Me le massaggiai con una certa disinvoltura e poi finalmente gli diedi l’accesso al paradiso’ Avevo la figa rosea, lucida, inzuppata’ Era oscena e bella da vedere… Veniva voglia di metterci dentro la prima cosa a portata di mano’ Ma resistetti e aspettai con il cuore trepidante le istruzioni del tizio.
‘Sei uno spettacolo di figa! Te la maltretterei sino a farti urlare, sino a non poterne piu” Ma resta immobile così per un attimo: non fare la birichina’ Fammela annusare, fammela inculcare con lo sguardo per un po” ‘
Gli diedi retta nonostante il forte desiderio mi annebbiasse la vista’ Mi sentivo tremare. Lo desideravo pur non sapendo chi fosse. ‘Adesso ti faccio vedere una cosa” ON pure lui ed ecco che sul monitor apparse un cazzo enorme da fare invidia ai senegalesi piu’ dotati: aveva la cappella sporgente, possente’ Non era solo un cazzo lungo ma era grosso, pieno, delizioso’ Su un cazzo così c’era da rimanerci seduti a lungo, in attesa del nirvana magari’ ma che dico seduti? C’era proprio da sbatterci su sino allo sfinimento!
‘Allora bambola’ Preferisci fare la troia così sborrandoti soltanto le dita’ o vuoi che venga a traforarti?’
Non avevo molta scelta. E le opzioni che mi stava proponendo erano solo una provocazione. Come avrei potuto rimanere inebetita davanti a un monitor quando un cazzone come quello poteva penetrarmi sul serio?
Non ebbi dubbi. ‘Senta’ ma il tempo che lei arriva da me non posso restarmene vuota così’ Sa io ho delle esigenze ben definite’ Rischierei le convulsioni dal forte desiderio. In fondo’ sono una donna! Capisce, no?’
‘Eh si troiona, ti capisco sin troppo bene’ Facciamo una cosa: lascia la porta di casa socchiusa, recati in frigo e prendi la banana più grossa che trovi” Seguii pure queste direttive e, quando mi riaccomodai, lui proseguì: ‘Fai un bel pompino’ Fammi vedere come pompi’ Bagnala bene’ Così, brava’ Brava la mia puttanona!’
Uh, come mi piaceva’ pregustavo già il suo bastone mentre pompavo quella banana massiccia pronta a riempirmi il vuoto in figa, almeno per un paio di minuti’ A lui piacque molto come la ciucciavo ma ad un tratto mi ammonì: ‘Adesso penetrati: mettila in figa e non la togliere finch&egrave non sarò lì’ Non dimenarti troppo: ci penserò io a sbatterti bene’ Ti trivellerò ogni buco che hai come &egrave vero il mio cazzo!’
Spensi tutto e rimasi in attesa. Ogni tanto oscillavo perché ero troppo fradicia’ Ma resistetti: ero sicura che quell’attesa non mi avrebbe delusa affatto.
Ero ancora alla scrivania. In quegli istanti non furono molti i pensieri che riuscii a formulare: vedevo solo la porta socchiusa, e poteva entrare chiunque’ La luce era soffusa e le mie gambe non sapevo se stringerle o divaricarle, talmente era intensa la voglia.
Intanto la banana che avevo messo in figa era ormai intrisa del mio nettare: la toccavo ed immaginavo fosse quel cazzone enorme che stava per raggiungermi. Mi muovevo lentamente per percepirla meglio: la sentivo ormai affossata dentro la mia vagina, e non resistevo più: così sfregavo il mio clitoride con tutto il furore che mi ritrovavo in corpo. Dio mio, come volevo essere scopata!
Proprio mentre lo desideravo sentii un rumore provenire dall’ingresso. ‘E’ lei?’ dissi con un tono formale che non centrava niente con la mia mise. Non rispose nessuno ed io rimasi immobile’ ma ad un tratto da dietro le mie spalle sentii le sue mani sfiorarmi il viso… Non diceva nulla ed io non mi giravo. Mi venne un sussulto alle viscere quando mi accorsi che stava per bendarmi: cosa diavolo stavo per fare? Ma poi pure’ come potevo tirarmi indietro conciata in quel modo: eccitata come una cagna, una banana infilata nella figa, completamente in preda al primo cazzo disponibile? No che non potevo: la mia voglia era troppo spasmodica ed io troppo troia per poterci rinunciare.
Non appena mi bendò si mise di fronte a me, continuava a restare zitto ma stavolta si muoveva ed infatti non ci volle molto per ritrovarmi la bocca riempita di cazzo: me la sfondò in un lampo! Aveva un sapore divino e poi era grosso e sentirmelo scappellare direttamente in bocca contribuiva a fare impazzire i miei ormoni! Lo usciva fuori per brevi istanti, me lo stropicciava sul viso e poi continuava a chiavarmi meccanicamente. Io adoravo fare pompini e lui sembrava che lo sapesse sin troppo bene. Intanto però notavo che sembrava non fare caso alla banana conficcata tra le mie labbra, e questo mi stupì: non doveva sostituirla lui? Non era stata sua l’idea? Perché non aveva fatto neanche un minimo accenno invece? Non capivo… Ma quando sentii un’altra volta la porta d’ingresso aprirsi, continuai a succhiarglielo ma prefigurai anche cosa stava succedendo’
Il cazzo che avevo in bocca non era dello sconosciuto della chat ma di un’altra persona ‘ piu’ sconosciuta della prima. Fu così che persi la ragione e non capii piu’ nulla: cominciai ad aprire del tutto le labbra della mia figa, a muovere incessantemente la banana che mi riempiva e spompavo quel cazzo come una puttana. Volevo farmi trovare così da quel signore che tanto gentilmente aveva voluto offrirmi la sua sborra a domicilio.
Lui se ne accorse e quando mi trovò in quella condizione non esitò un attimo: ‘Brava la mia troiona! Lo sapevo che non ti si può lasciare un attimo che già te la fai inculcare! Ma io non sono geloso, sai, e poi quella banana lasciata lì a mò di tappo per assecondarmi &egrave il gesto più maniaco che potevi fare. Ringrazia il signore di starti fottendo la bocca intanto’ da brava su!’
‘Chiunque lei sia, ha un cazzo strepitoso’ Graz” Non mi diede il tempo di finire perché me lo stantuffò di nuovo in bocca: stavolta però mi tirava dal collo e ci volle un attimo per sentirmi riempire della sua sborra calda’ Era buonissima, mi scolava dagli angoli della bocca ma io badavo a non farne perdere nemmeno una goccia: con le mie sapienti manine la raccoglievo e me la infilavo in bocca’ Mi sentivo troppo porca: glielo ciucciavo e mi leccavo le dita’ Glielo leccavo e mi spalmavo la sua crema in viso’ Ci volle il signore della chat per tirarmi fuori da quell’eclissi di piacere: ‘Lo so pupa che sei viziosa’ Ma lascia il signore prendere un po’ di fiato’. Mi staccarono quel cazzo dalla bocca con forza’ Io mugolavo, ero troppo bagnata, non sopportavo minimamente l’idea che mi avessero svuotato la bocca senza nemmeno riempirmi il culo! Non ce la facevo più’ ed entrambi lo avevano notato. Ma c’era ancora tanto da fare’ e di sicuro le cose non potevano che mettersi di bene in meglio’ ed io non potevo che essere messa in tutte le posizioni indecenti che mi avrebbero permesso di ricevere cazzi come più preferivo. Lo sapevo dentro di me’ ma quei secondi mi sembrarono secoli’
Ero lì impalata e svuotata, davanti ai loro occhi sconosciuti e attendevo che accadesse qualcosa.
Non riuscivo nemmeno a presagire cosa potesse accadermi ma sapevo che li avrei assecondati ad ogni modo.Lo sapevo perch&egrave lo volevo: era semplice. Il signore della chat mentre io soccombevo di voglia spalancata sulla poltroncina
mi avvisò: “Adesso ti faccio fare la pornodiretta… Sai quanti desiderebbero vederti almeno scopare? E noi li accontenteremo”. Accese di nuovo il pc e posizionò la cam sulla camera. Sentivo il rumore dei tasti e presupposi che stesse contattando qualcuno. Poi ad un tratto si avvicinò finalmente a me… Io ero ancora bendata e questo mi rafforzava l’olfatto: sentivo l’odore del
suo cazzo e mi piaceva. Avrei voluto nasconderlo in un solo boccone… ma lui non me lo permetteva anzi: me lo strofinava in viso come
a voler scuotere ulteriormente la mia voglia.E devo dire che ci riusciva benissimo.L’altro signore nel mentre spalancava la finestra della camera… Sentivo una leggera brezza posarsi tra le mie labbra che ancora si ostinavano a inzuppare la banana… Sembrava quasi che stesse per sciogliersi dentro. Avevo aspettato troppo: non ne potevo più. Ormai ogni timore era svanito, la situazione era diventata grottesca ma a me non poteva importare di meno: reclamavo cazzo, cazzo solamente, sino alla nausea, sino alla pace.
Il signore attivò l’audio sul pc e ad un tratto si sentirono 2-3 voci ingrifate da morire… Suppongo mi stessero vedendo: inutile dire che la cosa
contribuiva ad eccitarmi di piu’. “Mettila a pecorina: faccela vedere bene questa gran troia”. Davano suggerimenti del genere… ma il signore badava a gestire lui la situazione: faceva da regista e invitava gli altri a limitarsi a fare gli spettatori. Amen, e così fu. Mi mise il cazzo in bocca avvicinandomi al monitor… Cominciai a ciucciarglielo come una dannata: ci sputai prima su e poi lo pompavo, mi soffermavo con la lingua,
scendevo sino alle palle… mi leccavo le labbra… e gli toccavo le palle… Nel mentre l’altro signore stava provvedendo a sfilarmi gli ultimi indumenti che mi restavano addosso: mi tastava le tette, mi stringeva i capezzoli… e il suo cazzo lo sentivo strofinare su ogni parte del mio corpo. Oddio: che spettacolo! E potevano ben dirlo gli spettatori: sentivo ansimare pure loro… e ormai non distinguevo più i miei gemiti e quelli loro…
Mi sentivo pulsare: avevo due cazzi che mi stavano circumnavigando il corpo… E a breve si sarebbero fiondati ovunque… Il signore della chat mi sfilò il suo cazzo dalla bocca e con un colpo secco sfilò pure la banana che avevo in figa… Prima di appoggiarla sulla scrivania fece attenzione a farmela ripulire tutta, con la lingua “Così… Vedi come sei brava a leccare persino la tua sborra… Sei una puttana professionista: vedi come ti si &egrave allargata e allagata?” “Si, sono una puttana e va bene… Ma una puttana vuole cazzo… Voi state temporeggiando troppo e io rischio di venire senza sfiorarvi!” risposi. “Signorina… il suo orgasmo non le compete: &egrave affar nostro. E noi ce ne occuperemo!” Rispose così senza esitazione e continuò a lavorarmi per bene. Spostò la cam, mi allargò le labbra della figa… Ci passava su un dito… come a volerla disegnare e nel mentre esibire in tutto il suo… bagnato! L’altro signore si accucciò tra le mie gambe e con fare strafottente mi ci sputò su: “Che buco largo che c’hai… Ti ci infilerei l’impensabile!” Uno mi teneva la figa allargata, l’altro mi ci sputava su. Altri ancora stavano a guardare magari masturbandosi pure.
Io… Io non resistevo assolutamente più. Così decisi che era arrivata l’ora di essere sfrontata e pretenziosa: “Infilatemi i vostri cazzi in figa: tutti e due, subito, ve ne scongiuro… ma più di tutto: ve lo ordino!” Non se l’aspettavano questa mia reazione ma fu evidente che contribuì ad eccitarli ancora di più. Mi fecero alzare, sempre bendata. Uno si sedette sulla poltrona e l’altro
mi infilzò sul suo cazzo con uno strattone potente che mi spalancò la figa ma stavolta riempiendomela. Io buttai fuori un urlo incontenibile di piacere… Ma non dimenticai la mia richiesta:mentre facevo su e giù su quel cazzo invitai il signore della chat a farsi avanti: “Su, faccia entrare anche il suo di cazzo… Guardi che ho una figa accogliente: starete benissimo lì dentro tutti e due…” E così dicendo cominciai a succhiarmi un dito… Il signore non ci pensò più di due volte: si avvicinò all’imboccatura della mia figa, fece una leggera pressione… Si intrufolò, si fece spazio e…finalmente entrò pure lui: con una mano mi strofinava il clitoride e poi si muoveva incessantemente sbattendomi insieme al suo collega. Oddio: due cazzi in figa! Non ci credevo, ero frastornata di piacere… I miei umori si disperdevano lungo quei corpi e si confondevano con i loro…”Puttana! Troiona…!” sentivo urlare dal monitor. Me ne compiacevo e leccavo, assaporavo… toccavo quei due cazzi che sembravano ormai uno: li sentivo trapanarmi la figa ad unisono… E ad unisono me li sentii sborrare dentro… Non appena uscirono mi colava tutto dappertutto: ero ormai asfissiata di piacere. Non riuscii nemmeno a contare quanti
orgasmi avevo avuto in quel lasso di tempo. Mi accasciai a terra… Sentii chiudere la porta… E pensai che fosse ora di togliermi la benda… Lo feci ed ebbi l’ultima sorpresa in quel giorno
che era stato uno dei più lussuriosi della mia vita: l’uomo che era entrato per prima era il portinaio del palazzo. Si era abbandonato sulla poltrona e si palpava debolmente il cazzo… Non appena si accorse della benda ormai tolta, mi rivolse un sorriso soddisfatto dicendo: “Ti sei fottuta mezzo condominio… Era ora che venisse pure il mio turno. Senti troiona: io torno da mia moglie adesso…ma senz’altro avremo modo di rivederci… E… una cortesia ancora: domattina appena scendi, non mettere le mutande e passa dalla guardiola.” La porta si chiuse alle sue spalle… Io rimasi sola senza nemmeno un dubbio
sulle scopate che mi sarei fatta nei giorni a venire.

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