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Racconti Erotici Etero

Il ragazzo di mia figlia

By 16 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Sono Stefania, la mamma di Martina, ho 48 anni e mia figlia ne ha 24.
Tra di noi, a parte l’età, esteticamente non c’è tanta differenza, siamo entrambe more, occhi castani, bel seno e sedere prosperoso, due donne mediterranee. E’ chiaro che mia figlia è fresca come una rosa, mentre io ho il peso degli anni che spingono le mie forme un po’ verso il basso.
Ho un marito, Mario, tre anni più grande di me, con lui ho una vita sessuale ancora abbastanza attiva anche se ultimamente mio marito non riesce a soddisfare tutte le mie voglie.

Martina aveva cominciato presto a fare girare per casa  i suoi ragazzi, ed a noi è sempre andata bene così, almeno sapevamo con chi usciva. In casa nostra ne sono passati almeno tre o quattro, tutti grandi amori che finivano quando cambiava la stagione, l’ultimo Luca è un mesetto che esce con Martina è a differenza degli altri, pur avendo solo due anni più di lei ha già un aspetto da uomo fatto, posato cosa che ai nostri occhi di genitori l’ha reso più “interessante” visto che si era già laureato e lavorava nell’attività del padre.

Per dirla tutta, a me quel ragazzo mi aveva subito colpito anche fisicamente, era molto affascinante, fisico atletico, alto, dallo sguardo  sicuro e penetrante. Mia figlia, pensavo, aveva scelto proprio bene.
Qualche volta avevo notato gli occhi di Luca su di me, soprattutto quando mi piombava in casa all’improvviso e magari io non ero in abbigliamento, diciamo, consono alla situazione.  In quei frangenti, oltre ad essere lusingata da quegli sguardi, rimpiangevo di avere vent’anni di troppo ma, orgogliosamente, pensavo di fare una buona pubblicità a mia figlia, visto che abbiamo lo stesso fisico ed io con il doppio dei suoi anni faccio ancora la mia bella figura. Il mio metro e 65 tutto curve, un viso particolare con un’espressione aperta, incorniciato da un caschetto di capelli biondi quasi naturali e con due splendidi occhi grigio azzurri, grandi e luminosi. Un bel seno, tondo con l’attaccatura molto larga, grosso; un bel sedere tondo e grosso anche se proporzionato , due cosce certo non chilometriche, ma molto ben tornite. Un’insieme notevole al punto che tutt’ora mi capita che qualche scemo cerca ancora di broccolare con me.

Il sabato, quando non ha impegni, mio marito si prende una giornata di relax e parte presto con le sue amate canne da pesca, a me fa piacere, molto piacere, perché quella giornata rilassante lo pone spesso vispo e ben disposto la sera nei miei confronti e la giornata si chiude di solito con una serata di sesso.

Era uno di quei sabati, mio marito a caccia di trote ed io, sola in casa, avevo appena finito di riorganizzare gli armadi dopo il cambio di stagione, una doccia veloce e per pranzo un panino, visto che Martina che era uscita per uno dei suoi innumerevoli impegni mi aveva avvisata che non sarebbe rientrata, stavo decidendo cosa mettermi per uscire anch’io, quando suonano alla porta. E’ il suono classico di Martina, lei ha un modo tutto particolare di suonare il campanello, mi irrito pensando che non fa neanche la fatica di cercare le chiavi in borsa, e mi avvio verso la porta; mentre sto aprendo la porta suona anche il telefono, impugno il cordless e sicura che, ad aspettare fosse mia figlia, apro la porta e attivo la comunicazione. Al telefono è Martina che mi avvisa che sarebbe passato Luca e di avvisarlo che lei non rientrava ed in effetti lui è sulla porta tutto intento a rimirare le mie abbondanti curve che nella fretta avevo lasciato scoperte. Credendo fosse mia figlia ero rimasta in reggiseno, mutandine entrambi molto velati e collant. Infatti Luca fissava molto interessato il mio, vedo non vedo,che esibivo.
“Salve” mi disse; gli risposi “Credevo fosse Martina” con un sorriso forzato.

In quei pochi secondi che rimanemmo sulla porta, notai come gli occhi di Luca si posarono intensamente sul mio seno, per poi scendere per una panoramica totale del mio corpo. Facendo finta di nulla, lo feci accomodare e gli dissi:

     –   Torno subito, mi metto qualcosa.-

Lui non togliendomi gli occhi di dosso:

     –   Stupende, hai due gambe stupende. Puoi restare anche così, a me va benissimo.-

 

Era la prima volta da quando frequentava la nostra casa che mi dava del tu, non gli diedi retta e mi diressi in camera. Cercai velocemente qualcosa da mettermi, le mani mi tremavano, non era la vergogna di essermi fatta trovare così ma, bensì l’eccitazione che mi avevano dato i suoi occhi penetranti sul mio corpo, i suoi sguardi che tentavano di frugare le mie intimità. Il vestito che avevo tolto dall’armadio, nella fretta scivolò a terra e quando mi chinai per raccoglierlo, nello specchio, vidi Luca che in piedi sulla porta osservava il mio sedere nascosto solo dai collant. Fu un attimo. L’idea di avere addosso gli occhi di quel ragazzo mi faceva vibrare il cuore e la figa facendomi sentire un po’ troia.
Mi voltai e gli occhi mi caddero sui jeans stretti che portava, e precisamente sul suo pacco, che il pantalone non riusciva a nascondere la forma del suo cazzo, grosso e compresso .
Sapevo di essere la responsabile della sua eccitazione, e tra le gambe sentivo montare il richiamo delle sirene del desiderio di provare quel giovane cazzo.
Gli attimi successivi furono un avvicendarsi veloce di azioni, Luca si accorse che i miei occhi guardavano interessati il suo pacco, sorrise leggermente, e con  la mano strinse la stoffa mettendo ben in mostra la sua considerevole dotazione. Continuò a massaggiarselo, mentre si avvicinò a me mi prese per il braccio e mi attirò verso di lui, cercando la mia bocca con la sua.
Non resistetti e cominciammo a baciarci, mentre le sue mani scesero ad impossessarsi del mio culo.
Fulmineamente, mi spinse ad inginocchiarmi per terra e aprendo la cerniera del suo jeans fece venire fuori un cazzo grosso e venato. Il suo uccello emanava un odore di maschio in calore e quando le sue mani spinsero la mia testa verso di lui , aprì la bocca e cominciai a succhiarglielo.
Mi teneva la testa e mi scopava la bocca con violenza, faceva uscire completamente il cazzo dalla bocca e subito dopo me lo infilava completamente, fino a farlo scivolare giù fino in gola.

Lo spingeva in fondo facendomi avere dei conati, lui se ne accorse e rallentò le spinte fino quasi a fermarsi, allora fui io a prendere in mano la situazione e a fare un signor pompino al ragazzo di mia figlia, lo stavo facendo con tanta passione che non mi accorsi che le vene del suo cazzo si stavano gonfiando e, quando me ne resi conto, ormai era tardi e quel cazzo comincio a riempirmi la bocca.

Mi teneva la testa ferma e non potei fare a meno di berla tutta, aveva un sapore diverso da quella di mio marito, un che di più giovane, di più fresco.

Mi fece alzare, mi slacciò il reggiseno, avevo i capezzoli induriti; talmente induriti e grossi che mi facevano quasi male e Luca prese a stringermeli leggermente fra indice e pollice. E’ una cosa che mi fa eccitare moltissimo questa ed abbandonai la mia testa sulla sua spalla e sentii le sue mani che, dopo aver superato collant e slip zuppi di umori, entravano tra i miei glutei, mi carezzavano il forellino e poi passavano tra le cosce, era esperto e sicuro ed ad un certo punto riuscì ad entrarmi dentro con un dito, sospirai per l’emozione e il piacere.

Quando mi sospinse verso il letto ero in sua balia e disposta a tutto pur di essere posseduta da quel giovane. Mi fece distendere sul talamo coniugale e d’un sol colpo mi denudò completamente, allargai le gambe offrendoli il mio tesoro e lui da vero esperto mi allargò le grandi labbra scoprendo completamente il mio bottoncino che cominciò a leccare e succhiare. Le sue passate di lingua diventavano sempre più stimolanti e penetranti ed io ero diventata un lago di secrezioni. La sua lingua non mi dava tregua, risaliva dal buchino del sedere, aperto e rilassato, all’imbocco della fica che di lì a poco avrebbe conosciuto la potenza del suo cazzo, percorreva il solco fra le grandi e le piccole labbra , martellava il clitoride. Venni. Venni urlando come la più sguaiata delle puttane, come una vacca.

Lui scivolò sopra di me, si soffermò a baciarmi i capezzoli  e a mordicchiarmeli, poi il suo viso fu sopra il mio, potevo sentire l’odore dei miei umori, l’odore della mia figa. La punta del suo uccello, strusciava sull’apertura della mia vagina, Gemevo, sospiravo, volevo essere presa, volevo essere scopata e glielo chiesi:

     –   Prendimi….ti prego mettimelo dentro! –

Lui si sdraiò sul letto con il suo uccello svettante e

     –   Vienimi sopra, infilatelo e scopati. –

Lo scavalcai con una gamba, gli impugnai saldamente il cazzo e lo guidai dentro di me. . Mi ci sedetti sopra e lo sentii fino in fondo all’utero ; ormai non capivo più niente, avevo il clitoride duro come una nocciolina, le labbra della figa gonfie di godimento, i capezzoli duri, la lingua secca. Lo cavalcai con calma, godendomelo tutto, abbassandomi con il busto per offrirgli il mio seno da baciare. Le sue dita scorrevano tra i miei glutei, umettando con i miei umori il buchino, poi di colpo ci infilò un dito. Lanciai un gridolino, non ero vergine dietro e la cosa mi piaceva. Continuavo a scorrere sul suo cazzo e il suo dito dietro aumentava il mio piacere. Lui pareva essere inesauribile, mentre io sentivo montarmi dentro un orgasmo grandioso, lo cavalcai ancora brevemente ed esplosi schizzando sul suo pube anche alcune gocce di pipì che non ero riuscita a trattenere per il godimento. Sfinita ma soddisfatta, e sempre col suo palo di carne dentro, mi accasciai su di lui . Ora era venuto il suo momento; mi sfilai da sopra il suo cazzo e mi sdraiai sul letto, mi presi le gambe reggendo con le mani le caviglie e gli sussurrai:

       –   Ora vienimi addosso…….schizzami addosso. –

 Il ragazzo si sistemò nuovamente in mezzo alle mie cosce, entrò agevolmente nella mia fica ormai aperta e cominciò a scoparmi. Dopo un paio di minuti sentii, dal cazzo che si era fatto più duro e dall’aumentata frequenza dei colpi che stava ormai per venire e per svuotare le sue palle addosso a me. Fulmineo, uscì da me si mise in ginocchio al mio fianco e si masturbo fino a quando non  mi schizzò tre lunghi getti di sperma addosso, colpendomi i seni ed inondandomi la pancia.  Anche lui, ormai stanco, si sdraiò accanto a me e mi baciò dolcemente, mentre io giocherellavo col suo sperma spalmandomelo sui seni. Ci riposammo un attimo, poi si alzò e raccolse i suoi vestiti, mentre io andai in bagno e mi pulii velocemente. Uscita dal bagno, ancora completamente nuda, lo trovai vestito in corridoio ad aspettarmi. Ora passata la foia mi rendevo conto di cosa avevo fatto e me ne vergognavo; cos’è una madre che va a letto con il ragazzo della figlia, una donnaccia.

Lui si accorse del mio stato d’animo, mi posò le mani sulle spalle e mi consolò dicendomi:

–       Lo so è stata una pazzia, una bellissima pazzia. Ho scoperto che non sei solo una bella donna ma, che sei anche una gran femmina. –

–        Mi hai fatto impazzire ma, ora provo vergogna. Pensa a quello che abbiamo fatto a Martina….e a suo padre? –

–       Stefania, abbiamo fatto sesso solo sesso. Con Martina è un’altra storia, non è solo sesso. –

Mi era piaciuto troppo e poi li nuda di fronte a lui,  con ancora gocce del suo seme seccate sul mio seno, non è che ora potessi mettermi a fare tanto la santarellina.  

Lui se ne accorse e non mi dette tregua:

–       Sono sicuro che non ho conosciuto tutte le tue doti e mi piacerebbe conoscerle…..se vuoi? –

Non gli risposi ma, ci salutammo con un lungo e dolce bacio che valeva di più di qualsiasi promessa.

 

La sera, mio marito era di fronte alla televisione ed io facevo finta di sistemare in cucina ma, non potevo fare a meno di pensare a Luca, forse ora lui e Martina stavano facendo l’amore.

Era il giorno delle pazzie. Andai in bagno, mi denudai e presi rasoio e sapone da barba, mi sedetti sul bidet e mi rasai completamente la figa.

Ritornai in soggiorno nuda con autoreggenti e scarpe con tacco altissimo e mi misi davanti alla televisione con le mani sui fianchi, una gamba leggermente alzata mettendo in mostra la mia figa liscia e morbida, con le labbra che spuntavano grosse e sfacciate, senza ormai un pelo.

Mio marito rimase a bocca spalancata, mi prese e mi baciò in bocca, poi mi fece stendere sul tavolo, mi allargò le gambe, si slacciò i pantaloni e mi scopò con violenza. Mi venne dentro, eccitatissimo, dopo pochi colpi dicendomi che ero una gran figa e una gran puttana ed ora così tutta depilata, gli sarebbe piaciuto vedermi scopare con un bel giovane con un cazzo grosso e duro. Io gli sussurrai: ” Veramente ti piacerebbe?”.

 

Luca continuò a frequentare casa nostra come se niente fosse successo, veniva a prendere o a riaccompagnare Martina, si fermava a fare due chiacchiere con mio marito senza nessun problema, tranquillamente Come se non gli avesse scopato la moglie. Ero io che invece che di problemi ne avevo, il ricordo di quel pomeriggio mi dava un misto di vergogna e di eccitazione. Mio marito, inconsapevole, era contento che i ragazzi si frequentassero ed una sera dopo che erano usciti sbottò: “speriamo che Luca duri” riferendosi al fatto che Martina ne aveva cambiati di ragazzi. Io invece non potei fare a meno di pensare a quel pomeriggio e a quanto era durato Luca. Comunque era passato molto tempo è la cosa non aveva avuto nessun seguito. Ora poi da quando Martina era partita per uno stage all’estero le visite di Luca si erano interrotte. Solito sabato, mio marito a pescare ed io dopo aver finito in casa, vado a fare due vasche in centro, sono li che bighellono in corso adocchiando vetrine quando mi sento chiamare, è Luca. Calmo e sicuro di se si avvicina per salutarmi ed io sono già in agitazione, la pancia mi brontola e una strana eccitazione s’impossessa di me. Dopo i soliti convenevoli, come se nulla fosse, m’invita a visitare il suo appartamentino da single. Pazza, sono stata pazza, tutto doveva concludersi con “devo andare, mi dispiace, sarà per un’altra volta”. Invece lo seguo come una cagnolina in calore lungo i portici fino a casa sua ed incurante che qualcuno, che mi conoscesse, potesse vedermi entrare in casa sua. Appena varcata la soglia di casa sua mi ritrovo le sue mani sui fianchi che mi stringono forte, dovrei divincolarmi ma… mi piacciono, mi scaldano e mi eccitano. Sono pazza, dovrei fuggire ma lo lascio fare. Mi bacia sul collo da dietro senza dire una parola mentre con una mano mi preme il bacino per costringermi a reggere la spinta del suo contro il sedere. Per un attimo vedo con la mente gli occhi mio marito e mia figlia che mi rimproverano, ma scaccio subito quella immagine mentre mi volto verso Luca e lo bacio con passione. Quando stacco le labbra dalle sue, sento uno strano formicolio lungo la schiena che scende verso i glutei e mi fa rabbrividire e so già come finirà. Mi accarezzò il seno per qualche attimo, poi le sue mani scesero e mi toccarono dappertutto. Mi guardò negli occhi, mi stavo eccitando e si vedeva. Si abbassò, la sua faccia davanti al mio pube. con le mani lentamente, accarezzandomi le gambe, mi tirò su la gonna, fino a scoprire il mio monte di venere depilato e rimase a 10 cm dalle mie mutandine a fissarlo. Mi slacciò la gonna e la lasciò scivolare ai miei piedi, poi si alzò e finì di spogliarmi. Si distanziò di circa 1 metro, ero in piedi davanti a lui, indossando solo i sandali col tacco, mutandine e reggiseno trasparenti abbinati. Mi guardava ed annuiva soddisfatto. Io intanto notavo il suo gonfiore nei pantaloni. Luca si spoglia, appena lui cala i calzoni mi lascio sfuggire un gemito d’approvazione per ciò che vedo: la sua erezione è davvero gratificante, è chiaro che gli piaccio. Mi spinse verso il divano, costringendomi a sedermi. Gli prendo il pene e lo prendo in bocca, lo ingoio tutto e gemo di un piacere che ancora non provo, so quanto sia eccitante questo per un uomo. Mi dedico completamente a lui, voglio farlo godere, magari venire subito. Ha un buon sapore e non lo ricordavo così… così imponente. Immagino quel “coso” dentro di me mentre lo succhio con sempre maggiore bravura. Luca non regge mi spinge via, cerca di allontanare la mia bocca, ma non lo mollo, non lascio il suo cazzo e continuo a scorrerlo avanti ed indietro senza disdegnare di leccarlo. Inizio a percepire il sapore dolciastro del suo seme, il glande si è ingrossato ed è caldissimo tra le mie labbra. Sta per venire! Voglio il suo seme in gola e non mi fermo. Ingoiai i primi due schizzi, poi tolse il pene e gli altri raggiunsero le mie labbra e colarono giù lungo il mio viso, lungo il collo, “ti piace che ti vengo addosso…vero?”, io annuivo soddisfatta. Si chinò verso i miei piedi e cominciò a slacciarmi i lacci dei sandali che tolse del tutto. Cominciò a baciarmi le caviglie,la sua lingua calda risalì dietro il polpaccio, poi sul davanti, superò le ginocchia continuando a leccare avidamente, leccò le mie cosce e continuando a leccare mi sfilò gli slip. Mi fece girare per leccarmi le natiche e per quello che poteva anche tra le natiche. Mi stavo sciogliendo. “bella, liscia, profumata” disse quando mi girai e gli offrii la mia figa con le labbra già gonfie. Mi divaricò delicatamente le gambe e iniziò a leccare anche li, andò avanti per alcuni minuti, tra la sua saliva e i miei umori tra le gambe avevo un lago e mi accorsi che stavo respirando molto forte, il cuore mi martellava dentro il petto, lui continuava a leccare e succhiare la mia vagina. Anche questa volta dovetti implorare di prendermi, mi guardò con aria soddisfatta, mi prese per i piedi e allargando completamente le braccia mi divaricò più che poteva le gambe. avvicinò il suo meraviglioso cazzo ritto, il glande si appoggiò sulla mia figa e con molta calma entrò, lui cambiò espressione, sembrava già godere ed io non fui da meno. Spingeva, sempre più forte, la sua cappella si faceva strada dentro di me, mi sembrava più grosso dell’altra volta. Con il bacino cercavo di assecondare i suoi movimenti ondulatori, di farlo scorrere meglio, mi martellava sempre più forte, stava entrando sempre di più, lo sentivo battere sul collo del’utero e lui continuava a stantuffare violentemente. Lasciò la mie gambe e con una mano mi prese il reggiseno e lo abbassò facendo esplodere le mie floride tette, che prese a stringere, pizzicandomi i capezzoli. Il suo sguardo era fisso sui miei seni che ballavano al ritmo dei suoi colpi. Mi sbatteva con sempre maggiore violenza ed il mio cervello abbandonò ogni forma di pensiero razionale, riuscivo solo a dire: “Fammi godere…..voglio godere!”. Quando sentii l’orgasmo arrivare strinsi il suo viso tra le mani e gli dissi solo: “Vengo”! Ebbi un violentissimo orgasmo, che poi si trasformò in urlo. Afferrai le sue natiche con le mani e me lo spinsi dentro di più, se era possibile, stringendolo anche con le caviglie. Fermo dentro me mi fece riprendere poi, lentamente, come era entrato si sfilò. Quando il suo glande usci completamente, la mia figa cominciò ad emettere aria facendo sconci rumori. Ripresi una respirazione normale, Luca era di fronte a me con il cazzo ancora in tiro, glielo presi tra le mani ma , lui si scostò mi fece alzare abbracciandomi e baciandomi, quindi mi sussurrò ad un orecchio: “Voglio prenderti dietro, voglio venire nel tuo culo.” Lo guardai e gli sorrisi, lui capii che poteva farlo anche se io un po’ di timore l’avevo, era decisamente grosso il suo coso e mio marito era da un po’ che aveva rinunciato a quella pratica. Però glielo dovevo e anch’io avevo voglia di farlo. Andò in bagno e tornò con qualcosa per lubrificare il mio ano, mi fece mettere carponi e si mise dietro me. Cominciò ad accarezzarmi le natiche: “Hai un culo fantastico” mi diceva “Delle gambe fantastiche, delle tette fantastiche….sei tutta fantastica.” Lo faceva sicuramente per adularmi ma, io mi sentivo desiderata. Non mi importava se le sue mani accarezzavano anche la cellulite che butterava un poco i mie fianchi e le mie natiche. Era stato lui ad invitarmi, era stato lui che aveva voluto fare sesso con me. Mi aveva fatto godere come non mai ed ora volevo ricambiare e gli offrivo il mio culo per godere. Le sue dita cominciavano lubrificare e a dilatare il mio buchino, a cercare di vincere la resistenza dello sfintere, tra leccate, piccole penetrazioni di dito e le carezze era arrivato il momento. Luca è dietro me, il suo scazzone era già appoggiato al mio sfintere, spingeva molto piano, io tremavo tutta e non ero affatto rilassata, per cui Luca ha desistito per un attimo prima di spingere di nuovo, la cappella era entrata accompagnata da un mio gridolino, lui si fermò per farmi tranquillizzare, quindi ha continuato la penetrazione. Al sentire il contatto delle sue palle dietro di me intuisco che era tutto dentro. Luca si fermò di nuovo, io respiravo a fatica, ansimavo moltissimo ed ero sudatissima. Dopo qualche lungo secondo comincia a muoversi, piano, sento dolore ma, il piacere vince, è talmente forte da farmi muovere il sedere attorno al suo cazzo. Mi sento molto puttana e perdo ogni ritegno e comincio a muovere il culo con foga, fregandomene del dolore. Era la prima volta che mi sentivo davvero montata. Luca capisce che è il momento per essere meno dolce e mi stantuffa con più decisione, quasi infischiandosene delle mie grida, mi fa mettere sopra di lui ma, in quella posizione non và , per cui mi fa sdraiare di pancia e mi penetra con decisione. Questo per un po’ di tempo, poi sento le sue mani infilarsi sotto di me e prendendomi per le tette, mi ha sollevato un poco, sbattendomi con foga. L’ho sentito rantolare sopra di me, ed una sensazione caldissima arrivò nel mio intestino. Mi aveva riempita di sperma. Io ero distrutta ma, anche lui ci aveva dato dentro ed ora se ne stava sdraiato al mio fianco a riprendersi. Tutti quegli stimoli avevano fatto si che la mia vescica gridasse aiuto e mi diressi in bagno. Ero ancora seduta sulla tazza che lui mi raggiunse, avrei dovuto vergognarmi di farmi trovare in una posa così indecorosa ma, visto come mi ero concessa a lui come mi ero fatta prendere, sarebbe stato ridicolo se ora avessi provato vergogna. Lui attese che il mio scroscio terminasse e quindi m’invitò ad entrare nella vasca da bagno. Aveva già regolato l’acqua e prese a lavarmi con dolcezza, le sue mani accarezzavano ogni angolo del mio corpo. Com’era dolce e rilassante e mi lasciai andare e mi venne da pensare che l’ultima che mi avevano lavato era stata mia madre. Finito mi avvolse nel suo accappatoio e mi strinse a se baciandomi con trasporto, le sue mani sui miei seni a torturarmi i capezzoli che s’inturgidirono di nuovo: “Oggi basta ti prego….un’altra volta.” lo pregai, convinta che fosse di nuovo in pista. Lui mi sorrise e mi lasciò rivestire e ci salutammo con un ultimo bacio. Arrivai a casa in tempo per cambiarmi e cominciare a padellare, la sera mio marito avrebbe voluto fare l’amore e dovetti inventarmi un mal di testa diplomatico. Passarono le settimane e la nostra relazione continuò. Avevo riflettuto sulla opportunità di quel rapporto, nel quale il partner aveva la metà dei miei anni e per giunta era anche il ragazzo di mia figlia. Questi dubbi e queste esitazioni, però, si smaterializzavano quando era in sua compagnia, quando cioè non mi sentivo altro che una femmina ancora desiderata ed attraente impegnata e dare e a ricevere piacere. Lui si dimostrò un amante gentile e discreto : non mi cercava insistentemente, non mi metteva mai a disagio. Mi piaceva prepararmi per andare da lui, depilarmi con cura, e indossare la biancheria sexy che mi ero comprata apposta per l’occasione. E poi truccarmi: fondotinta, ombretto, una cigolino di matita nera sulle palpebre e il mascara. Il rossetto no, non mi piaceva. Ad essere sincera mi sentivo un po’ troia, però il pensiero di godere di un pomeriggio di sesso allo stato puro vinceva ogni remora morale. Quindi ero disposta a rifarlo ancora pur di provare quei brividi e quel piacere che fa battere il cuore all’impazzata fino a farti rincretinire. Spesso le persone confondono il sesso con l’amore… Io distinguevo bene ciò che sentiva la mia figa da ciò che sentiva il mio cuore e Luca era uno stallone da monta incredibile ma, solo quello e non riuscivo a dirgli di no. Anche quel pomeriggio ero andata da lui, avevamo fatto sesso e lui era stato se possibile ancora più……più stallone. Mi aveva preso con foga, con furia. Era come insaziabile, al terzo orgasmo avevo alzato bandiera bianca. Come di solito mi aveva accompagnato in bagno, assistendo alla mia liberazione di vescica mentre preparava l’acqua per lavarmi da tutti i nostri umori, mi aveva asciugato ed ero tornata in camera per rivestirmi; le mutandine non c’erano più, mi giro verso di lui con aria interrogativa e le vedo nelle sue mani: “Le tengo io per ricordo. Sabato torna Martina, questa è stata l’ultima volta” Ci abbracciammo con passione, lo baciai a lungo e me ne tornai a casa senza slip, sicura che era giusto così. Una madre deve saper fare delle rinunce se vanno a vantaggio della figlia.

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