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Racconti Erotici Etero

IL REGISTA

By 10 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

IL REGISTA

Capitolo I – L’amore della fidanzata

La nostra era una storia bellissima. Lei era una ragazza straordinaria, e penso che all’inizio si sia messa con me un po’ per pena, visto che le andavo dietro da molto molto tempo. Così potrà sembrare un po’ squallido, ma invece il nostro amore era cresciuto esponenzialmente. Ci amavamo da più di un anno, ma le cose presero improvvisamente una piega inaspettata. Questo è il racconto della nostra prima vacanza al mare’

Finalmente erano arrivati i giorni della vacanza tanto attesa, e la meta scelta era una famosa località della riviera Adriatica. Passeggiavamo tutte le sere lungo le vie piene di gente, e durante il giorno alternavamo i bagni in mare alla tintarella sulla spiaggia. Facevamo tutto con molta calma perché il tempo non ci era tiranno, infatti soggiornavamo nella casa lasciata libera dallo zio di lei, e ci saremmo rimasti per ben tre settimane.
Tutto procedeva per il meglio, ma forse la lunghezza delle vacanze causò un po’ di noia e irrequietezza, che però nascondevamo bene continuando a fare le solite cose, come coccolarci e fare l’amore. Proprio il sesso aveva reso il nostro rapporto ancora più solido. Quando ci siamo innamorati eravamo entrambi inesperti, vergini, e insieme abbiamo compiuto il grande passo, per poi sempre più migliorare e ottenere dal sesso il più grande piacere possibile.
Un giorno c’eravamo separati, lei per rimanere sulla spiaggia, io per girare in città, visto che mi ero ormai stufato. La città era piena di eventi, alcuni dei quali perfino inaspettati. Così, mentre giravo da ore notai una sorta di set cinematografico. Si trovavano lungo una vecchia via, e la copertura di scenografia installata faceva apparire la zona come un vecchio capannone industriale. I riflettori erano puntati, il tumulto era però contenuto, venni a sapere da qualche operatore che si stava registrando uno spot. Improvvisamente dalla scena vedo corrermi incontro una ragazza: era lei, la mia ragazza!
‘Amore, questa troupe deve girare uno spot, e mi hanno scelta! Cercavano una ragazza sulla spiaggia, e io devo averli colpiti! Non sei felice?’
Avrei dovuto essere contento? Forse si, ma vederla con un mini-bikini a cui non ero abituato (visto anche il suo perenne rifiuto, ‘sembrano tutte delle vacchette’ mi diceva) e forse perché aveva fatto tutto di testa sua, fece scattare in me un sentimento di delusione.
Decisi di nasconderlo come meglio potevo, ma con un’espressione non troppo convinta le dissi ‘Complimenti amore mio. Vai e fai del tuo meglio’. Dopo che se ne fu andata per tornare sul set mi girai e me ne andai. Girovagavo in preda a due forti sentimenti: oltre alla rabbia, o per meglio dire scazzatura, dentro di me c’era anche frustrazione. Sapevo che si era accorta della mia delusione, e sapevo anche che questo l’avrebbe fatta stare male, non essendo una ragazza con un carattere propriamente forte.
Continuai a passeggiare nervosamente per molte ore, così tante che tornai a casa molto tardi. Entrai nella stanza da letto e lei era già tornata. Era girata in modo che vedessi solo la schiena, ma sapevo che era sveglia. Non feci neanche in tempo a sedermi sul letto che lei si girò.
‘Dove sei stato? Cazzo amore! Se faccio qualcosa che non ti va devi dirmelo, non reagire sempre così, perché ci sto molto male!’
‘Scusa amore, non so che mi è preso. Però dimmi tutto sullo spot, così ci calmiamo”
‘Dopo che te ne sei andato il regista ha deciso di sospendere le riprese, perché ha visto il mio umore. Ha anche affermato che non ce la fa più a sopportare tutte queste ingerenze dei fidanzati’.

Ora mi sentivo proprio di merda. Le donne sono molto brave a farti sentire così, ponendoti di fronte a due sentimenti contrastanti. Essere felice perché non aveva fatto lo spot? Sentirmi in colpa per aver mandato a monte un progetto che la rendeva felice? Non dormii tutta la notte’

La mattina arrivò dopo interminabili ore notturne, ma era una mattinata diversa. Ci sentivamo più distanti, e dopo colazione lei mi disse che se ne andava sulla spiaggia, uscendo poi senza aspettarmi o dirmi niente. Ma non era questo che la giornata appariva diversa, ma per il suo comportamento: da quando era così dura e indipendente?
Decisi di uscire a cercare il regista per rimediare al mio errore. Non fu un’impresa facile, ma dopo aver chiesto a molti baristi, turisti e albergatori lo trovai in un bungalow in periferia. Bussai, e all’avanti entrai. Non gli diedi nemmeno la possibilità di aprire bocca.
‘Senta, non so perché si è offeso tanto, ma la sua decisone è stata davvero stupida! Ora, le porgo le mie scuse, e le chiedo di tornare sui suoi passi. Glielo chiedo solo perché la mia ragazza ci teneva tanto, e io l’ho delusa’.
Questa mia ultima ammissione di colpa mi fu fatale. Se dapprima la mia ‘aggressione’ lo aveva intimorito, successivamente riacquistò sicurezza, fino a soverchiarmi con la sua sicurezza.
‘Ritornerò sui miei passi ad una condizione. La sua ragazza diventerà MIA! Lo dico perché mi ha colpito subito e voglio portarla ad alti livelli. Starà con me tutto il tempo necessario, per prove, registrazioni e quant’altro. Accetta o se ne può andare!’
Se avessi accettato avrei rinunciato a lei per molto tempo, forse per sempre, perché si sa che le donne del mondo dello spettacolo non stanno con i comuni mortali. Ma lei non era forse diversa? Siamo anime gemelle,ma il nostro amore avrebbe resistito?
Dovevo dire di no, il mio cuore lo stava urlando, ma il suo comportamento della mattina mi diceva che dovevo fare qualcosa per farle ottenere la parte! Alla fine, a capo chino, annuì.
‘Allora siamo d’accordo. Dica alla sua ragazza di venire da me domani mattina. Ah, inoltre, non voglio più vederla!’
Uscii, e mi chiesi se avessi fatto la scelta giusta…

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Capitolo II ‘ Il sesso dell’amante

Andai da lei e le dissi che domani avrebbe potuto fare il tanto agognato spot, fu molto felice e per ringraziarmi mi promise una serata con i fiocchi. Appena scesero le tenebre ci richiudemmo in camera, dove lei nuovamente mi stupii. Negli affari di letto avevamo da sempre avuto una grande intesa, ma questa volta io non potei fare niente. L’iniziativa fu tutta sua e quello che dovevo fare mi veniva ordinato!
‘Spogliati!’ Lo feci. Quando fui tutto nudo mi sdraiai sul letto, dove mi legò i polsi alla testiera del letto. Ero nervoso, perché uno degli aspetti che mi avevano fatto innamorare di lei era la dolcezza. Non che a letto non scatenasse tutta la sua passione e femminilità, ma mai era stata così scatenata!
Iniziò a spogliarsi con dei movimenti degni di una cubista e lanciando la sua biancheria intima sul letto, intorno a me. L’asta della mia virilità iniziò ad agitarsi per bene, issandosi verso l’alto. Intanto lei aveva finito tutti i capi del suo vestiario, facendosi ammirare in tutta la sua nuda bellezza. Si avvicinò al letto, e con degli ancheggiamenti felini si avvicino al mio pene eretto. Inizio a baciarlo tutto, soffermandosi sulla punta. Quando poi lo prese con tutta la bocca, salendo e scendendo, il godimento fu sublime. Continuò così, a volte accelerando e a volte soffermandosi a stuzzicare il glande con la lingua. La mia mente era annebbiata dal piacere quando improvvisamente si fermò. Si stacco dal mio sesso e salì fino a posizionare il suo sopra il mio viso. Era già molto bagnata e implorava sollievo. ‘Prendila e fammi godere’. Iniziai a leccare le grandi labbra, e poi più all’interno, passai poi a stuzzicare il clitoride, facendola così gemere. ‘Amore, slegami e fammi usare le mani, non te ne pentirai’. Invece di ascoltarmi decise di zittirmi, lasciandosi andare e premendo la sua vulva contro la mia bocca. ‘Zitto e spingi dentro quella lingua! Sai fare meglio di così!’. Dopo un iniziale momento di sorpresa feci come mi aveva ordinato, spingendo e muovendo la mia lingua quanto più potevo dentro la sua vagina. Gemeva, godeva, urlava, ma velocemente si stacco per cercare il mio pene: voleva godere di più, voleva essere penetrata. Era davvero molto bagnata, perché il mio pene scivolò dentro di lei in un baleno, scomparendo nella sua vagina. Si muoveva come indemoniata. ‘Puledrino ti piace? Ti sto cavalcando’ Dai dai daiii!’. Ero troppo travolto per dire qualcosa e controbattere alla sua inaspettata volgarità, e unii i miei sospiri alle sue grida di piacere. Continuammo così finché non scaricai il mio seme nel suo corpo, nello stesso momento in cui lei gridava e contraeva tutti i muscoli in preda ad un orgasmo fortissimo.
Dopo essere passati per il bagno tornammo a letto e lei si addormentò quasi subito. Nonostante la piacevole serata non riuscii a riacquistare la mia normale serenità, e la notte si presentò tormentata come quella precedente. Sarei mai riuscito ad uscire da questa situazione intricata? Lei non sapeva del compromesso accettato con il regista, e questo rendeva il problema ancora più complicato. Alla fine, sfinito, mi addormentai.

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Capitolo III ‘ La scopata della troia

I lavori si allungarono, e dopo lo spot lei venne scelta anche per una piccola soap. Così decidemmo di fermarci più a lungo nella cittadina di mare.
Da quando gli impegni si erano rivolti sulla soap, notai in lei un cambiamento. Non enorme, ma era più disinibita, indipendente, non più tenera e vogliosa di coccole come prima. Ogni giorno le chiedevo il perché di questo cambiamento, e lei puntualmente mi rispondeva che il mondo dello spettacolo non ammetteva donne deboli. Non mi convinceva’
Decisi di indagare. La seguii fino al bungalow del regista e dovetti sfoderare tutte le mie arti investigative per avvicinarmi fino alla finestra. Quando guardai dentro l’unica cosa che riuscii a vedere fu il regista in mutande, sdraiato sul divano sul lato più lontano dalla mia posizione. Non riuscivo a vedere la ma ragazza perché fuori visuale, ma sapevo dov’era più o meno, ipotizzando che il regista stesse guardando proprio lei.
Mi spostai fino a raggiungere la finestra dietro al divano. Ora la mia ragazza era di fronte a me, ma non come mi aspettavo. Si stava spogliando, ed ormai era arrivata alla biancheria intima. Pensavo la tenesse, invece senza dire niente tolse tutto, rimanendo nuda. Nuda! Mostrava al meglio le sue grazie: due seni sodi e pieni con dei capezzoli ben turgidi e una peluria scura a coprirle l’intimità più pregiata.
La rabbia iniziò a salire, ma cercai di contenermi per osservare meglio la situazione che sinceramente iniziava ad eccitarmi. Lei stava leggendo il copione, ma la voce le tremava e le guance tradivano un certo imbarazzo. Improvvisamente il regista si alzo irritato. ‘Cos’è quell’espressione? Se sei un’attrice devi superare l’imbarazzo. Questo tipo di prova è fatta apposta per questo!’ Lei era mortificata per aver fatto stizzire il suo ‘maestro’, si riprese e ora la sua espressione era più decisa e convinta. Che razza di prova era? Riflettendo un attimo compresi le parole del regista e dovetti dargli ragione: se un’attrice riusciva a recitare anche in una tale situazione di imbarazzo allora era davvero brava e degna del più grande palcoscenico. Nonostante la rabbia la cosa iniziava ad eccitarmi sempre di più, e sentivo il mio pene che iniziava a premere contro i pantaloni.
‘Inginocchiati. Ora aumentiamo l’imbarazzo.’ Lei non era molto convinta. ‘Vuoi diventare una brava attrice? Allora non discutere e fai come ti dico!’ Lei si inginocchiò, trovandosi di fronte il regista che nel frattempo si era tolto le mutande. ‘Ora basta con il copione. Concentrati su di me e datti da fare. Devi essermi riconoscente e quindi inizia a sdebitarti.’ Titubò per pochi secondi, e poi indirizzò le sue attenzioni all’asta che aveva di fronte. La mia ragazza stava facendo un pompino a quell’uomo, ma la mia rabbia era superata dall’eccitazione che sentivo potente nei miei boxer. Però l’ira si scatenò quando il regista esagerò con le parole. ‘Succhia con più vigore, sgualdrina!’ Sgualdrina? Ti eri osato a ficcare il tuo sporco membro nella dolce bocca della mia amata, ma definirla una donnaccia era davvero troppo!
Irruppi nel bungalow come una bestia, interrompendo quell’odioso spettacolo. Il regista si staccò prima che lo aggredì verbalmente. ‘Cosa le è saltato in mente?! Questo non era nei patti!’ Mi voltai per prendere la mia ragazza per le spalle e alzarla in piedi. ‘Amore, non devi fare tutto questo. La tua voglia di diventare attrice è così forte da convincerti a scendere a questi compromessi?’ La sua espressione mi gelò. ‘Come ti permetti di interrompere le mie prove!!! E di che patti parli?? Vattene subito, non capisci niente del mondo dello spettacolo!!’ Sconvolto le lasciai le spalle e indietreggiai fino a sbattere contro la porta aperta. Avevo la bocca aperta in un fare esterrefatto, mi voltai a guardare il regista che aveva invece un sorrisetto soddisfatto. ‘Esca da qui. Però la devo ringraziare, mi ha facilitato il lavoro.’ Uscii sconvolto e la porta si richiuse dietro di me. L’ira era forte, ma invece di correre via tornai a nascondermi per sbirciare dalla finestra, forse perché l’eccitazione che sentivo tra le gambe era ancora molto forte.
Poche lacrime solcavano le sue gote rosate, e invece di disperarsi la sua espressione era dura e sicura. Il regista intanto era tornato verso il divano e con una mano si stava masturbando per mantenere l’erezione che il sesso orale aveva provocato.
‘Hai fatto la cosa giusta, ora la tua scalata verso successo non avrà alcun ostacolo. Smettila di piangere e vieni qui. Ti meriti un ‘grosso’ regalo.’ Si asciugò le lacrime e sulle sue labbra si disegnò lo stesso sorriso irritante del regista. ‘Ora sono tutta sua maestro. Faccia di me la sua allieva.’ E così dicendo si piazzò di fronte a lui, e dopo essersi nuovamente inginocchiata ricominciò a succhiare il grosso membro, questa volta con più foga e desiderio.
La stavo ormai perdendo definitivamente, ma l’eccitazione era così forte anche in me che mi scoprii con i pantaloni abbassati e il pene in mano che mi chiedeva di un po’ di sollievo.
Dopo poco lei si alzò e si sedette sul bracciolo del divano con due occhi imploranti di godimento. Lui le divaricò le gambe e la porta del piacere si presentò in tutta la sua umida magnificenza.
Quella strada l’avevo aperta io, quel dolce e caldo fodero aveva conosciuto solo la spada tra le mie gambe, ma ora che stava per essere violata da un altro uomo provavo un’euforia che non ritenevo possibile. Forse era davvero una sgualdrina, ma questa cosa continuava ad eccitarmi.
La penetrazione però non arrivò subito, e il regista si abbassò per usare la sua lingua come strumento del piacere. Con un naso immerso nella sua peluria e una lingua che le stimolava per bene il clitoride, la mia ex ragazza si fece cadere la testa all’indietro lanciando dei grossi sospiri che indicavano quanto forte fosse il piacere provato.
‘Vedrai, diventerai una grande attrice!’ L’uomo si era rialzato più che mai deciso a possedere totalmente la giovane ragazza. La prese e la avvicinò a se in modo che l’entrata del suo corpo fosse più vicina al bordo del divano, in una posizione più agevole per l’ingresso.
Ecco fatto, pensavo io mentre continuavo a torturare il mio attrezzo eccitato.
Lei fremeva nell’attesa, voleva sentirlo dentro di se, e si mordeva il labbro inferiore come una pornostar consumata a dimostrazione di quanto desiderasse essere scopata. La via era così aperta e lubrificata che il grosso arnese entrò senza problemi per tutta la sua lunghezza. Ma lo fece con una forte spinta e lei non riuscì a trattenere un grido. Continuò così, facendolo scorrere fuori quasi del tutto e reinserendolo con intensi colpi di reni. Dopo le iniziali smorfie di dolore la sua faccia tradiva le scosse di godimento. Arpionò con le gambe il bacino dell’uomo che era dentro di lei, e lo abbracciò conficcandogli le unghie nella schiena. Ora che tutto il suo peso era appoggiato al corpo di lui, il pene arrivava più a fondo, per il maggior piacere di lei.
‘Ah’ah’.aaaahhh’aaaaahhhhh!!!!! Più veloce, più veloceee!’ Le sue grida erano forti, e dovevano essersi sentite in tutto il complesso di bungalow. Le spinte della penetrazione erano sempre più veloci, e sapevo che ormai mancava poco perché lui si svuotasse del suo seme. Anch’io stavo per scoppiare, ed ero sollevato. Per l’ultima volta stavo venendo per lei: se non dentro di lei almeno con lei. Eiaculammo entrambi, lui dentro il dolce ventre della ragazza, io lasciando una bianca colata sul muro del locale.
Quando mi calmai e mi sistemai in me era rimasta solo la rabbia. Prima di andarmene e lasciarla definitivamente diedi l’ultima occhiata all’interno. Lui se ne era andato, probabilmente in bagno, e lei era ancora lì con le gambe aperte che mostrava la sua intimità sporca e colante del liquido maschile. Ora che l’eccitazione era svanita, anche per lei arrivò il momento di capire lo sbaglio fatto, ed infatti iniziò a piangere e a singhiozzare. ‘Cara mia, ormai è troppo tardi. Comunque buona fortuna’. Questo stavo pensando, mentre mi allontanavo per sempre.

è passato un anno da questi fatti. Non so se lei abbia intrapreso davvero la strada della recitazione, fatto sta che non l’ho mai vista né al cinema né in televisione. Ma spero che le vada tutto bene.
In quanto a me ho trovato un nuovo amore. Spero sia più fedele di quello precedente, e ne avrò una dimostrazione nelle vacanze di quest’anno’ in montagna naturalmente!!!

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