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Racconti Erotici Etero

Il ricatto della vicina

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo lasciato tutto in sospeso più di un mese fa, quando ancora Sara riempiva le mie serate (vedi il mio racconto “Sara”). Tutto è filato molto bene per un paio di settimane; gli incontri serali e talvolta notturni si intensificavano fino ad arrivare ad una frequenza giornaliera. Un’intesa sessuale incredibile che faceva raggiungere, a me e a Sara, vette fino a quel momento insperate.

Come vi dicevo, dopo un mesetto, la notte scorsa rincaso verso le 3, proprio dopo un “divertente” incontro avuto con Sara. Come da copione passo a fianco alla finestra della mia vicina di casa. Natalia (questo è il suo nome) è una donna sposata di una quarantina d’anni. Non è molto avvenente ma non nasconde un’evidente carica sessuale. Il marito di Nata (come si fa chiamare dai suoi amici) svolge un’attività fuori città e molte volte rientra tardi causa attività extra di tipo organizzativo e manageriale; come ormai ha già capito tutto il circondario e probabilmente anche suo figlio, Natalia non se ne sta certo con le mani in mano e sempre più spesso la si vede portare a casa, la sera o il pomeriggio, ragazzotti di varie età per scaricare la sua carica erotica.

Appunto mentre passo sotto la sua finestra, vedo la luce ancora accesa. Un po’ per curiosità, un po’ per perversione, forse nella speranza di vederla nuda, mi scosto all’indietro e nascondendomi dietro un alberello, guardo all’interno. La vedo ogni tanto passare in accappatoio mentre fuma una sigaretta. Appurato che il marito non è in casa data l’assenza della macchina nel posto auto, mi rendo subito conto del fatto, visto il colorito rosso e il sudore, che la signora viene da un recente incontro ad alta carica con qualcuno (che però non è più in casa sua vista l’assenza di autovetture nelle vicinanze). Resto ancora lì per qualche minuto, fantasticando sulle sue tette e sul suo culetto e poi mi arrendo all’orario vista l’imminente sveglia per il lavoro.

Apro il portone d’ingresso per salire le scale e nel contempo sento girare la chiave della porta di casa di Natalia che, nel momento in cui passo a fianco la porta si affaccia e mi dice perentoria senza nemmeno salutarmi: “Rossana sa che ti vedo tutte le sere con Sara?”. Mi viene praticamente un colpo.

Come ho già detto voglio molto bene a Rossana (la mia ragazza) e non potrei accettare che tutto finisse per una storia di solo sesso destinata a durare molto poco. Detto questo la guardo senza dire nulla. Lei mi fa cenno di entrare.

Dentro casa sua tutto mi conferma quello che avevo visto da fuori. Lei è sudata e accaldata.

Appena dentro si accende l’ennesima sigaretta e mi dice all’incirca la seguente frase che ricordo molto bene e che forse non scorderò più:

“Mi dispiace ricattarti ma non posso fare altro. Di una cosa ho bisogno tutti i giorni: di sesso! Io devo godere, avere qualcuno dentro ogni giorno, ne ho bisogno come il pane. Alle volte mi arrangio ma mi serve una persona fidata che mi faccia scopare ogni giorno in cui non ho nessuno. Dev’essere fidata però. Adesso tu hai un segreto da nascondere e fra un po’ io ne avrò uno in comune con te. Se non accetterai la mia proposta andrò a dire tutto a Rossana”.

Pensai subito che se me lo avesse chiesto senza ricattarmi avrei senz’altro accettato ma adesso c’era il ricatto di mezzo e io non avrei comunque potuto rifiutare. Mentre stavo zitto pensando a come venirne fuori intervenne:

“Non voglio niente di incredibilmente complicato. Ci metto poco a venire, probabilmente perché sono diventata ninfomane. Basta che mi infilzi per un quarto d’ora e poi sei libero. Se stasera non scopo sto male”

Mentre lo diceva, nonostante le parole forti, non sembrava esaltata. Anzi, era quasi abbattuta, non riuscendo quasi a guardarmi in faccia. Sembrava che dovesse farlo non che volesse.

Detto questo si appoggia alla poltrona con i gomiti e si mette e novanta gradi con il culo sporgente. Si apre un attimo l’accappatoio e lo scosta mettendo in mostra un meraviglioso di dietro abbronzato senza mutandine. La peluria è poca e si vede chiaramente la fichetta usurata ed arrossata.

“Forza ‘ mi soggiunge ‘ è da un’ora che mi masturbo. Sono già bagnatissima, ci metti un attimo”

Non avendo più via d’uscita mi calo i pantaloni ed estraggo l’uccello, ancora moscio causa il recente incontro con Sara. Nata lo vede e, non dicendo nemmeno una parola, ci si avventa sopra con la bocca nel chiaro intento di farmelo ridiventare duro, senza preoccuparsi del mio piacere.

Mi fa quasi male, ma dopo qualche minuto il cazzo s’inturgidisce di nuovo, probabilmente a causa dell’esperienza nuova che mi accingevo a fare.

Appena è duro, lei smette e si mette nella posizione di prima. Io non mi faccio pregare e la penetro con un colpo solo senza incontrare nessuna resistenza. Al primo affondo lei emette quasi come un sospiro di sollievo nel mentre rilassa tutti i muscoli del suo corpo spingendo il ventre contro di me.

Il cazzo va dentro del tutto. Penso di godermi un po’ quella meravigliosa vista quando lei mi soggiunge:

“Datti da fare, spingi! Non voglio perdere tempo”

La cosa mi sconcerta un po’ ma decido di accontentarla. Inizio la scopata con un forte ritmo notando la sua espressione rilassata sul viso. La monto normalmente per una buona decina di minuti quando le sento sospirare per un paio di volte. Dopo un buon minutino che continuo a spingere, mi dice:

“Scusa per prima ma dovevo avere un orgasmo. Adesso sono più tranquilla. Che ne dici di godercela un po’ di più?”

Io, contentissimo di poter finalmente scopare con qualcuno di “vivo” accetto volentieri. Lei, accendendosi una sigaretta, si stende sul tavolo in soggiorno con le gambe sporgenti dal bordo. Mi fa cenno e in men che non si dica il mio cazzo le scompare dentro la vulva.

Ricomincio la danza imperterrito. Lei sembra apprezzare molto di più, sorridendo tra un tiro e un altro. Iniziano anche i gemiti e le sue belle tettone, sicuramente rifatte, iniziano una danza che m’ipnotizza. Io alterno spinte poderose a lunghe penetrazioni fino in fondo che la costringono a trattenere il respiro, come se le arrivasse in bocca.

Il suo secondo orgasmo arriva dopo poco, questa volta accompagnato da gemiti e chiari inviti a non fermarmi. Mentre le sollevo le gambe per l’affondo finale, lei inarca il busto per accogliere meglio l’uccello che la stava aprendo a metà.

Io però non voglio sapere di venire così lei si rimette in piedi e mi offre di nuovo le terga invitandomi a finirmi in questo modo. Io, un po’ in dispiaciuto perché desideroso di svuotarle in bocca la mia poca sborra residua, mi appresto a penetrarla nuovamente. Lei interviene:

“Ma dai su. Non vedi il mio buchetto li su? Datti da fare va'”

Effettivamente aveva un buchetto del culo che non era propriamente un buchetto ma più una voragine. Senza farmelo ripetere glielo sbatto dentro, notando persino poca differenza con la fica.

Le afferro le tettone e inizio a spingere forte mentre lei si massaggia violentemente il clito con la mano.

Forse l’idea che quel culo abbia ospitato moltissimi cazzi, forse la forte eccitazione che avevo ascoltando i suoi gemiti, fatto sta che anche per me arriva il momento di venire.

Mi preparo a riempirle la pancia avvisandola del mio imminente orgasmo quando lei, con scatto felino si siede davanti a me davanti a me con le gambe aperte, sempre intenta a massacrarsi la fica. Me lo prende in bocca mugolando, probabilmente perché anche lei sta venendo. Inizialmente lo mena un po’ con la mano e poi la stacca per portarla anch’essa dentro la sua fica.

Così, inginocchiata e mugolante davanti a me, con due mani nella e sulla fica e con il mio uccello (o meglio con la mia cappella) in bocca, lo succhia fino quasi ed estrarre il seme con la forza.

La sensazione e forte e quasi m’inginocchio mentre lei continua a mugolare intenta a domare il suo orgasmo. Non ne lascia uscire dalla bocca nemmeno una goccia ingoiando tutto per bene.

Dopo qualche minuto, ormai ricomposti, lei mi ribadisce l’accordo.

“Se ricevi uno squillo anonimo sul cellulare vuol dire che ti sto cercando. Se sei pronto per me basta che mi rispondi con un’ulteriore squillo anonimo. Se ne riceverai un altro allora vuol dire che sono proprio io e che sono pronta. In ogni caso ci vediamo domani sera alle 21 davanti al supermercato con la macchina, dato che non ho la casa libera”

Questa lettera la sto scrivendo alle ore 18 di lunedì. Stasera mi aspetta credo una seratina molto divertente, ma questa storia del ricatto non mi piace per niente. Forse mi porterà alla rovina. In ogni caso stasera ci devo andare.

Vi saprò dire. A presto’

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