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Racconti Erotici Etero

Il rientro (corretto)

By 19 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sera. Piovosa. Non fredda, solo piovosa, di fine estate.
E’ tardi, quasi mezzanotte. Una macchina buca la pioggia avvicinandosi a una casa isolata nel buio della campagna. Alla guida Gianni, al suo fianco Laura. Una storia insieme lunghissima la loro, troppo lunga da raccontare. Gianni 36 anni, di bell’aspetto, quel tipo di uomo verso cui qualunque donna non può non provare ammirazione e attrazione: curato nel vestire e nei modi senza sfociare nella vanità e nell’eccessiva galanteria, un viso solare in cui spiccano dei grandi occhi castani brillanti sempre accompagnati da un sorriso sincero, aperto, sottolineato dalle labbra leggermente carnose. Sul metro e ottanta o forse qualcosina in più si muove con disinvoltura in ogni situazione, sia che sia di lavoro che di puro piacere. Di Laura la sua compagna (ma forse è riduttivo definirli solo compagni) tutti gli uomini (ma credo non solo loro) rimangono estasiati. 35 anni e un fisico statuario: proporzionato in ogni sua forma, nulla risulta essere fuori posto o sgradevole agli occhi di chiunque la guardi. Alta 1.70 cm, con un caschetto castano fino alle spalle, queste sottili e non larghe, anzi quasi strette. Il seno, tra una seconda e una terza, non ha bisogno di aiuti, sembra appena sbocciato sul suo corpo. Il sedere perfettamente proporzionato alle lunghe e lisce gambe. Lisce perché Laura ha una piccola mania: la depilazione. Lei è molto fortunata, Madre Natura le ha dato un corpo da favola, dunque poco ha da fare per migliorarsi, per cui le sue attenzioni sono dedicate a questo rito della depilazione a cui lei tiene molto. Per questo motivo la sua pelle è sempre molto liscia, vellutata.

Questa sera Gianni e Laura stanno tornando da una festa, per questo motivo sono entrambi molto eleganti: lui con un vestito scuro, camicia bianca, senza cravatta, la sera di fine estate avrebbe reso insopportabile questo accessorio; lei un lungo vestito, sempre scuro, ma con due lunghe scollature una sul davanti, una dietro: la scollatura davanti, molto profonda (oltre il seno, quasi a metà tra l’ombelico e il seno stesso) è leggermente chiusa con un piccolo nastro dello stesso colore del vestito all’altezza del seno, dietro completamente aperta. Uno spacco fino a metà coscia destra conclude questo magnifico vestito.

La pioggia è battente, Gianni è costretto a procedere molto lentamente, inoltre Laura seduta al suo fianco è molto provocante: la stanchezza della serata sta affiorando e lei si lascia un po’ andare sul sedile dell’auto, non bada più al vestito e a come questo si accomoda sul suo corpo. è un po’ scivolata sul sedile, allargando leggermente le gambe, la gamba destra è quasi completamente scoperta per questo motivo; inoltre la cintura, che taglia obliquamente il suo petto fa raccogliere in modo strano il vestito, lasciando quasi scoperto parte del seno destro. Nel buio, rotto solo dalle luci del cruscotto e dell’autoradio, poco della splendida Laura si può notare, ma alla luce degli scarsi lampioni la vista che si presenta, anche se di sfuggita, a Gianni è delle più belle. La sua donna, completamente rilassata sul sedile, leggermente scoperta dal suo abito. Per questo motivo, causa di parecchia distrazione per Gianni, rallenta ulteriormente: la pioggia e l’angelo seduto al suo fianco non permettono distrazioni.
La pioggia comunque occupa poco i suoi pensieri, Laura, o meglio i suo corpo, attirano molto più i suoi pensieri. Ciò si riflette automaticamente sul suo basso ventre, dove inizia a mostrarsi un timido rigonfiamento.
Il viaggio procede tranquillo fino alla loro villetta, mentre la pioggia batte incessantemente contro il parabrezza dell’auto e Laura sonnecchia sul sedile: solo l’arresto dell’auto di fronte al cancello la risveglia. Slaccia la cintura e si stiracchia un po’, facendo aderire il seno libero a tessuto del vestito, mostrandone così la sua forma. Gianni la guarda, innesta la marcia e lentamente oltrepassa il limite del cancello.

‘Scendo con te in box, piove e non ho voglia di bagnarmi’, dice Laura.

Così Gianni prosegue lentamente verso il posto auto coperto dal quale è possibile entrare in casa da una porta sul retro. Sistemandosi il vestito, nel breve tragitto cancello-box Laura si rende conto dello spettacolo che ha offerto al suo fortunato compagno e butta un’occhiata sui pantaloni di lui, notando il rigonfiamento che lei gli ha provocato involontariamente.

‘Mmm’, pensa lei, ‘quasi quasi”

Nel mentre Gianni parcheggia la macchina sotto la tettoia adibita a posto macchina della loro villetta ed estrae la chiave, tenta di togliere la cintura ma trova la mano di Laura a bloccargliela, dicendo:

‘No, no, mio caro. Mi sono accorta dell’effetto che ti ho fatto, e non voglio assolutamente che entri in casa così!’

Porta le mani sotto al suo vestito e fa scorrere le sue mutandine sulle sue gambe lisce, infilandole nella leva del cambio. Fa tutti questi movimenti con calma, senza alcuna fretta, con una sensualità estrema. In tutto ciò nulla della sua intimità si vede, l’unica cosa che Gianni vede di più intimo della sua compagna sono le sue mutandine infilate nel cambio. Con la stessa naturalezza con cui prima si era tolta le mutandine Laura si avvicina a Gianni, avvicina le labbra al suo orecchio e inizia a leccarglielo, mentre una mano prima allenta la cintura poi slaccia i pantaloni lasciando solo il sottile tessuto dei boxer neri a dividerla dall’asta del suo uomo. Con la mano sinistra rimane appoggiata al bordo del sedile di guida, in modo da poter continuare a leccare l’orecchio di Gianni, mentre la destra, l’unica mano libera, abbassa l’elastico dei boxer liberando il pene semi eretto del suo compagno; per facilitare l’operazione si stacca dall’orecchio e si china, inginocchiandosi sul suo sedile, in modo da poter far scendere con entrambe le mani i boxer e i pantaloni. Per fare ciò, e molto probabilmente per eccitare ancora di più il suo uomo, in questo momento anche suo prigioniero (la cintura è ancora allacciata), si avvicina quanto più possibile con il viso all’asta respirando quanto più forte possibile su questa. Il pene, sentendo il caldo respiro della donna, si irrigidisce ulteriormente: la cappella è ancora coperta, ma la pelle è tesa, dalla punta fuoriesce una piccola goccia di seme. Lei la vede, socchiude le labbra e la porta via. Gianni non vede nulla per la posizione, ma sente, si eccita ancora di più: il pene si tende ancora di più e la pelle inizia a scorrere di qualche millimetro sulla cappella, si scopre la punta e il piccolo taglio da cui fuoriescono piccole gocce di seme. Laura ne approfitta e seguendo la linea tracciata dalla pelle inizia a leccare la punta seguendo questa linea di confine: più lecca più lui si eccita, più lui si eccita più il pene si indurisce e la pelle scorre verso il basso. Ancora Laura non ha toccato con le sue mani la virilità di Gianni. Con pazienza, continuando solo a leccare la punta, la cappella si scopre completamente, bagnata da un misto di saliva e di sperma: risulta lucida alla fioca luce del neon del garage, si forma un gioco di luci ed ombre che mettono in risalto le nervature del pene, la lingua di Laura le segue tutte, ma in particolare si ferma su quel filetto di pelle appena sotto la cappella: le piace leccargliela, così come le piace seguire lo scalino della cappella. Assapora ogni angolo del pene del suo prigioniero: le piace quel gusto. Le piace sentire la sua eccitazione sulle labbra e sulla lingua. Gianni non è in grado di opporre resistenza, adora essere leccato in quel modo, quelle particolari attenzioni alla sua cappella lo fanno impazzire. Lei lo sa e continua, lentamente e con attenzione, tutto il pene è bagnato dalla sua saliva, dalla base alla punta. Con una mano soppesa i testicoli di Gianni, lo scroto è morbido, fa passare le palle tra le dita, lo accarezza fino quasi ad arrivare al suo ano. La lingua che instancabilmente lo assapora, la mano che accarezza i testicoli fanno irrigidire ulteriormente l’asta già tesa per l’eccitazione, la cappella si gonfia, diventa più rossa.
Per lunghi minuti Laura continua questo lavoro, finchè non si mette a sedere sul suo sedile e fa scendere le spalline del vestito liberando il seno e lasciandolo libero alla vista del suo prigioniero: ciò che Gianni prima aveva fugacemente spiato ora è lì libero davanti ai suoi occhi. Un seno roseo, con un’areola poco più scura della sua pelle, sodo, di una seconda abbondante; il capezzolo è tremendamente duro, non molto grande, ma duro, quasi a esprimere lo stato di eccitazione di Laura. Fatto questo gesto, si passa la lingua sulle labbra, lentamente: nuovamente si china sul ventre di Gianni e aprendo la bocca accoglie tra le sue labbra il suo pene. Completamente. Le sue labbra lo cingono e inesorabilmente lo percorrono tutto, dalla punta fino alla base, togliendo il respiro al suo compagno. Solo quando il suo naso tocca il corpo di Gianni, si ferma. Ora lo tiene stretto tra le labbra, sembra quasi voglia staccarlo con le labbra, né i denti né le lingua fanno alcun movimento. Con la stessa pressione delle labbra torna verso l’altro, facendo uscire l’asta dalla sua bocca, nel fare questo succhia piano ma costantemente, strappando un gemito al suo uomo. Giunta alla cappella si ferma e inizia a roteare vorticosamente la lingua sulla sua punta.

Gianni respira ormai affannosamente, sono 10 minuti e più che Laura lo sta facendo sempre più eccitare. Il suo pene ha raggiunto una tensione estrema, la cappella è sempre più gonfia.
Laura sa perfettamente quello che vuole, vuole sfinirlo nel piacere, nel godere.
Ma anche lei è eccitata da tutto ciò: la macchina, per quanto lussuosa sia è un piccolo ambiente, tutti gli odori rimangono li. Per primo l’odore del sesso del suo uomo: a tratti aspro, forte, ma che lei adora, la macchina ne è ormai pregna. Poi il suo profumo che si mischia a quello del suo prigioniero. E per ultimo l’odore della sua eccitazione: è sul sedile, a petto nudo, senza mutandine (infilate alla leva del cambio) e per poter godere a pieno del sesso di Gianni costretta a piegarsi aprendo le gambe; in questo modo l’odore della sua rosa eccitata si mischia a quello del pene. La voglia di toccarsi è forte, si sente bagnata, i suoi umori colano copiosi, ormai raggiungendo il suo ano e impregnando l’elegante abito da sera. Ma questo non la preoccupa, le interessa solo il piacere, e per primo quello del suo uomo.

Sulla tettoia si sente ancora battere la pioggia, la macchina è ancora bagnata e i vetri iniziano ad appannarsi sempre più, ormai gocce di condensa scendono anche lungo il vetro internamente alla macchina.

La voglia di masturbarsi di Laura sale sempre più: Gianni non la tocca, sa che quando lei prende l’iniziativa ed è così decisa non le piace essere fermata o toccata se non è lei a chiederlo. Allora, ricordando ciò che Gianni le aveva confessato qualche tempo prima, lascia la durissima asta e si appoggia con la schiena allo sportello, alza la lunga gonna e appoggia il piede destro al cruscotto dell’auto e il piede sinistro allo schienale del sedile di guida.
La vista che si presenta a Gianni è favolosa: il vestito della sua torturatrice praticamente tutto raccolto sulla pancia lasciando scoperta quasi interamente la sua pelle candida, il suo seno da cui spiccano due ciliegine dure e le gambe aperte. Il suo sguardo è rapito dalla rosa di Laura: è liscia, non un pelo compare sulle sue labbra esterne, è lucida per gli umori che colano ed è aperta, si vede chiaramente il rosso più acceso della profondità della sua rosa. Solo una piccola e curata riga di peli parte appena poco sopra il clitoride per pochi centimetri verso l’alto. Tiene le mani a metà coscia, quasi volesse aprire oltre le sue gambe per offrire ancora di più alla vista del suo uomo: ma già per la posizione assunta la vista che Gianni ha è delle più complete; infatti appena sotto la sottile striscia di peli si intravede spiccare il clitoride, poi seguendo la fessura del suo sesso aperto si vedono piccole gocce dei suoi umori colare fino al suo ano, anch’esso offerto alla vista del suo amante.

‘Ti ricordi cosa mi dicesti qualche tempo fa?’ ‘ domanda Laura al suo prigioniero, avvicinando sempre più le mani alla sua rosa ‘ ‘Ricordi che mi dicesti che ti piacerebbe guardarmi masturbarmi..?’ ‘ con voce sempre più calda ‘ ‘ecco, guardami”.

E fissandolo negli occhi avvicina le mani ai lati della sua rosa allargandola leggermente, per poi lasciarla richiudere. Gli occhi di Gianni seguono attentamente tutte le operazioni che Laura si accinge a compiere. La guarda mentre con i due indici delle due mani inizia a saggiare la consistenza del suo clitoride, mentre chiude gli occhi per assaporare questa carezza che si fa. Ora una sua mano sta scendendo lungo la bagnata apertura del suo sesso, mentre con l’indice e i pollice dell’altra mano continua il massaggio sul clitoride. Intanto, senza incontrare alcuna resistenza, due dita della mano sinistra entrano dentro di lei, i suoi occhi sono chiusi, ma ben immagina il suo uomo, i suoi occhi fissi sulle sue mani e il pene sempre più duro. A questo pensiero spinge le sue dita il più possibile dentro di lei. Ora è lei a gemere, delle sue stesse dita. Molte volte si è masturbata, ma nel suo intimo, questa è la prima volta che lo fa davanti a qualcuno, forse per questo, per la novità della situazione, le dita dentro di lei sembrano mille, non le solite due, si sente piena. Ora inizia un lento movimento circolare dentro di lei, toccando tutti i lati della sua vagina, ogni tanto apre gli occhi, vede il suo uomo rapito dai movimenti delle sue dita e il pene sempre più teso, osservando meglio vede anche un piccolo filo che dalla punta si perde tra i peli pubici del suo prigioniero. La sua eccitazione sale sempre di più: ora guarda fissa la cappella da cui questo filo si stacca, lo guarda con occhi vogliosi, lussuriosi. Il suo ritmo accelera, le dita ora, leggermente piegate, entrano ed entrano dentro di lei con più forza, mentre con solo l’indice si massaggia il clitoride, vuole godere da sola di fronte al suo uomo, sa quanto questo lo ecciterebbe.
Richiude gli occhi, si lascia andare: Gianni capisce ciò che sta per accadere, piccole scosse fanno muovere il bacino di Laura, le dita aumentano sempre più la velocità, i suoi occhi chiusi, il respiro sempre più affannoso.

‘Siiiiiii”’- urla lei. 2, 3, 4 volte. Finchè non si calma.

Gianni non ha staccato gli occhi da lei, o meglio dalle sue dita. Lei le estrae, sono lucide, bagnate. La rosa è ancora aperta, una grande quantità di umori colano sul sedile. Ora è lei a guardare il pene di lui: la cappella sembra ancora più gonfia e lucida di umori di quando una decina di minuti prima lo aveva abbandonato. Sa di averlo eccitato all’inverosimile.
Si libera del vestito raccolto alla pancia e si inginocchia sul sedile per chinarsi nuovamente sulla dura asta del suo uomo. Come prima appoggia le labbra chiuse sulla punta del pene, con una leggera pressione sull’asta le labbra si schiudono e , aderendo perfettamente alla superficie, scendono fino alla sua base. Mentre scende sente che il respiro di Gianni è corto, rotto, ansima e geme, sa che non resisterà a lungo. Scende fino alla base, risale, sempre senza allentare la morsa delle sue labbra, scende di nuovo, stavolta succhiando un po’. Ogni volta che risale fino alla punta succhia un po’ di più; lo fa due volte, poi, quando il suo naso raggiunge nuovamente la pancia di Gianni, lui esplode,

‘Aaaahhhhh’.’

Riesce solo a dire.
Lo sperma invade la bocca di Laura, un primo fiotto arriva fino in gola, ma riesce ad ingoiare senza problemi, non si ferma e mentre altri fiotti invadono la sua bocca risale sempre succhiando e ingoiando il seme di Gianni. L’eccitazione aveva raggiunto un tale livello che i primi tre fiotti inondarono letteralmente la bocca della donna, che nonostante tutto non si fermava.
Successivamente la potenza e la quantità dello sperma diminuiscono e con essi anche il ritmo con cui Laura si muove sulla dura asta. Solo quando Gianni finisce il suo orgasmo anche lei si ferma, tenendo per qualche secondo ancora il pene tra le labbra che piano piano sta perdendo di consistenza.

Gianni è stupefatto dal piacere che gli ha fatto provare e dal grado di eccitazione che gli ha fatto raggiungere. Ancora un po’ stordito dal piacere provato Laura gli slaccia la cintura di sicurezza ‘liberandolo’ dalla prigionia, lei reinfila le mutandine e raccoglie il vestito, apre la portiera e solo con le mutandine e con le scarpe dal tacco alto si avvia alla porta sul retro dicendo al suo compagno:

‘Sbrigati, ho voglia di abbracciarti a letto”
Gianni sembra ancora stordito, è rimasto seduto in macchina mentre Laura, ancheggiando sensualmente attraversa la porta sul retro per entrare in casa. Indossa un paio di brasiliane nere, decisamente sexy. Gianni la guarda allontanarsi con ancora il pene, ormai morbido e appoggiato da un lato, fuori dai boxer. Quando scompare nella penombra della casa sembra riaversi e si ricompone sistemandosi alla meglio i pantaloni e entrando anche lui in casa.

Se avete commenti, domande, suggerimenti.. principeleo@hotmail.it
In casa
La porta d’ingresso dal box da in uno sgabuzzino, molto ampio, dal qual poi si accede all’ingresso della villetta. Quando Gianni entra in questo sgabuzzino Laura, con la sua camminata sensuale e il vestito sotto braccio, sta attraversando la seconda porta. Accende la luce dell’ingresso e la sua figura in controluce si presenta, con tutta la sua carica erotica, per pochi istanti a Gianni. Poi svolta e si sentono i suoi passi salire le scale. Infatti le camere da letto e i bagni sono al piano superiore. La figura in controluce della sua donna non lascia assolutamente indifferente l’uomo che sente risvegliare anche il proprio pene.
Intanto Laura, che è giunta in cima alle scale, è entrata nel proprio bagno: hanno infatti 2 bagni separati, ognuno con le proprie cose. Sono molto simili nella disposizione e nelle dimensioni, il bagno di Laura, forse leggermente più grande, di forma quadrata, ha i sanitari disposti su 2 lati opposti, sulla terza parete, quella dove c’è anche la porta d’ingresso c’è un grande armadio-scarpiera (le scarpe, altro suo piccolo vizio), sulla parete opposta invece una grande finestra coi vetri leggermente opachi e nessuna tenda. In centro il pezzo preferito: una vasca da bagno quadrata, dotata di idromassaggio.
Entrata nel bagno, Laura toglie le scarpe e le ripone nell’armadio alla sua sinistra (non mette ciabatte, non le sopporta) e si dirige verso il bidè. Sfila le mutandine e le mette a lavare, sono pregne dei suoi umori. Si siede e apre il getto di acqua tiepida che dirige in modo da colpire la sua rosa. Sente il bisogno di lavarsi dopo l’orgasmo, dopo che i suoi succhi l’hanno bagnata completamente.
E’ seduta di fronte al muro, quindi non può vedere il suo uomo appoggiato allo stipite della porta che la osserva.
Ha gli occhi chiusi, le mani sulle cosce nude e, mentre il getto caldo l’accarezza tra le gambe ripensa allo spettacolo che ha offerto a Gianni. Non era assolutamente la prima volta che leccava e succhiava il suo amante, né che beveva il suo succo (che tra l’altro le piace molto) ma era la prima volta che si masturbava di fronte a un uomo. Continuava a ripensare a come la novità della situazione (non aveva mai agito e deciso così in fretta) l’aveva fatta eccitare: il bloccare con la cintura di sicurezza il suo uomo, non farsi toccare ed estrarre solo il pene di Gianni, mentre lei piano piano era sempre più nuda l’aveva fatta eccitare all’inverosimile. Altre volte aveva guidato lei il gioco, ma mai come questa volta si era eccitata. Ripensa a tutto questo, ripensa agli occhi di Gianni che la guardavano mentre le sue due dita entravano dentro di lei e al suo pene che secondo dopo secondo si irrigidiva sempre più. Nel frattempo ha preso del sapone liquido e ha iniziato a insaponarsi, dal piccolo ciuffo di peli al piccolo buchino posteriore, lentamente quasi eccitandosi nuovamente. Solo massaggiandosi esternamente, non masturbandosi come prima aveva fatto. Mantiene gli occhi chiusi, si sta rilassando. Quando finisce di insaponarsi, che sta per sciacquarsi, sente un respiro sul suo collo, e due mano che le afferrano i seni.

‘Posso finire io?’ ‘ Domanda Gianni

Laura per la sorpresa non risponde, annuisce solo con la testa: le labbra dell’uomo aderiscono al collo di lei per darle piccoli e sensuali baci, mentre le mani che prima massaggiavano e stuzzicavano i capezzoli stanno scendendo lungo la pancia della donna fino a raggiungere la striscia di castani peli. Una mano si stacca e va ad aprire l’acqua, mentre la seconda finisce di insaponare ed esplorare il pube di Laura. Nuovamente il getto di acqua tiepida raggiunge la rosa della donna, risvegliandola un po’ dal torpore che aveva raggiunto, ma torna nuovamente a rilassarsi quando le mani di Gianni iniziano, con dolcezza a togliere il sapone. Continua per vari minuti, anche quando di sapone non ce n’è più traccia. Lei se ne accorge, ma lo lascia continuare, la dolcezza e la calma con cui la accarezza l’hanno rapita. Infatti, mentre le mani continuano il massaggio, Gianni dà piccoli baci sulle spalle, sul collo, sulle orecchie di Laura, contribuendo enormemente al rilassamento della donna.
Ora la rosa e il sederino della donna sono puliti e freschi, emanano un profumo di erbe orientali dovuto al sapone che ha usato, ma è completamente bagnata. Allora Gianni si alza, prende un morbido asciugamano e lo appoggia sul bordo della vasca da bagno: lei non si chiede nulla, lo stato di relax è massimo, e in più crede di aver capito le intenzioni del suo uomo. La fa alzare e la fa appoggiare su questo asciugamano, senza asciugarla però: le divarica le gambe, si inginocchia e con la sua lingua inizia a raccogliere tutta l’acqua che Laura ha addosso. Non la penetra né con la lingua né con le dita: si limita solo a far passare la lingua sulla sua pelle. Laura ho steso ora le gambe, la testa reclinata all’indietro e incavata tra le spalle, le mani strette al bordo della vasca; si sta nuovamente eccitando, ma in modo lento, delicato. Sente quella sensazione di piacere che lenta sale dalla sua vagina verso lo stomaco, il cuore che accelera e la testa che si inebria di queste sensazioni. Sempre con calma, senza accelerare o mostrare impazienza nel ricercare il piacere di lei, Gianni, continua a leccare con la giusta delicatezza il fiore che ha di fronte al viso; passa la lingua da una coscia all’altra, senza fermarsi, lecca le grandi labbra che sotto i suo tocchi si stanno schiudendo, lasciando intravedere sempre di più il rossore della sua intimità, lecca anche la piccola rosa che forma il piccolo buchino del suo sederino, ma sempre tutto con la delicatezza di una coccola, non con frenesia. Le gambe lisce della donna sono sempre più tese, a testimoniare l’aumentare dell’eccitazione, i suoi piedi sono tesi, quasi a formare un’unica linea con la silouette della gamba. La lingua continua solo ad accarezzarla, non fa forza, solo la sfiora: e questo la fa impazzire. Scorrono i minuti e scorre anche la lingua: la sente praticamente ovunque tra le sue gambe, si muove leggera e questo amplifica la sensazione di averla ovunque, prima in prossimità del piccolo ciuffetto di peli, poi, un secondo dopo, sulla sua coscia, e l’istante successivo si sente sfiorare l’ano. Non capisce più dove la lingua la stia esplorando, vuole solo che continui a farlo, anzi, vuole di più: vuole essere penetrata, vuole che dentro di lei entri il pene del suo uomo, quello che non più di mezz’ora prima aveva leccato e succhiato, quel pene di cui ha assaporato lo sperma. Ma per ora sente solo la sua lingua sul suo sesso, le sue mani appoggiate all’altezza delle ginocchia, nient’altro.
Ora la delicatezza i Gianni è estrema, con le mani accarezza delicatamente le cosce, la lingua sfiora appena la fessura di Laura, che rimossa l’acqua, è nuovamente bagnata dei suoi umori. Lui osserva la fessura umida e aperta, assapora ancora quel succo che sgorga piano, poi si alza, e si allontana.

‘Dove vai’- chiede la donna.

‘Ssssttt’- risponde lui.

Toglie la giacca, toglie la camicia. Si avvicina e bacia la compagna ancora immobile, con le gambe aperte e le mani appoggiate al bordo della vasca. Le due lingue si incontrano, si scontrano, si allontanano, si cercano, le labbra sono unite. Lui si stacca, lei rimane con la bocca aperta ancora cercando la sua lingua. Si allontana, slaccia e toglie le scarpe, i calzini e i pantaloni. E’ solo in boxer, dal quale si intravede la forma del pene, ingrossato dall’eccitazione: li abbassa, liberando il pene, lasciandolo libero di svettare verso l’alto. La pelle copre ancora quasi interamente la cappella, ma una piccola goccia di sperma si vede far capolino sulla punta. Nuovamente si avvicina alla donna (che nel frattempo non si è mossa di un millimetro) e si ferma in piedi davanti a lei: il pene dritto è duro è vicino al seno della donna, sembra quasi che lui voglia chiederle di farlo accomodare tra il suo seno, infatti lei stacca le mani dal bordo della vasca e, tenendo i seni con le mani come a farne una piccola conca nel centro, fa per avvicinarsi con il petto al pene. Ma lui la blocca, la fa alzare e nuovamente la bacia con passione stringendola a se. IN questo modo sente il pene premere all’altezza della sua pancia, bagnandola un po’ con le piccole gocce di sperma che l’asta lascia andare.
Le mani di Gianni sono all’altezza dei fianchi della donna, e piano la fa girare in modo che lei gli dia le spalle: sono ancora di fronte alla vasca, lui si stringe a lei, facendole sentire la sua eccitazione questa volta sulla schiena, stringendo i seni tra le sue mani e dandole baci sensuali sul collo, appena sopra le spalle. Poi con le mani, facendo una piccola pressione sulla schiena fa capire a Laura che vuole che si pieghi in avanti, facendole leggermente divaricare le gambe; si allontana e davanti a lui c’è uno dei più bei spettacoli a cui abbia mai assistito: segue le gambe della sua donna fino al sederino, li si sofferma ad osservare le chiappe, chiare e lisce, il buchino che è bagnato un po’ dalla sua saliva e un po’ dagli umori che sono scesi dalla vagina, poco sotto il suo fiore completamente liscio e umido, poi la sua schiena chiara e arcuata per la posizione assunta, che mette in risalto il culetto.
Laura si è girata, gli occhi fanno trasparire tutta la voglia di sesso che ha: il trattamento che le ha riservato il suo compagno le hanno fatto dimenticare (almeno temporaneamente) la voglia di un tenero abbraccio che aveva espresso precedentemente.
Di nuovo Gianni si avvicina, quando è a poca distanza dalla donna si inginocchia e la lecca di nuovo, questa volta con forza, la lingua quasi la penetra: parte dal punto più vicino al clitoride (per la posizione non riesce a raggiungerlo) e la lecca fino alla fine della riga del sedere; poi si alza, prende il pene in mano e lo punta alla fessura della donna, lo appoggia, fa scorrere la punta lungo tutta la fessura facendola ben inumidire con i suoi umori, e dopo 2 o 3 passaggi lo spinge di colpo dentro di lei.
Per la sorpresa le manca il fiato, non si aspettava che lui la penetrasse tanto rapidamente. Ora per è fermo dentro di lei, per questo motivo lei inizia un po’ a roteare il bacino, vuole sentire muoverlo dentro di lei. Lui allora mette le due mani sulle chiappe, in modo da aprirle un po’ di più e in modo da tenerla ferma: piano allora esce, adesso vuole farle assaporare tutto il suo pene, ogni centimetro. Arriva fino al punto in cui il gradino della cappella sta per uscire, allora si ferma e inizia un lento avanti e indietro di qualche millimetro, in modo da farle ben sentire quel piccolo gradino. Quando crede sia sufficiente lo porta tutto fuori, per rientrare dentro di lei con questo stesso ritmo.
Laura finalmente si sente piena, lo voleva sentire dentro di lei, piano piano la sua vagina si allarga, accoglie sempre meglio il pene del suo uomo, le sue secrezioni aiutano la penetrazione. Ormai scorre senza alcun problema dentro di lei. Vorrebbe che Gianni aumentasse il ritmo, è una tortura questo movimento lento che fa, una tortura eccitante però. Ogni volta che rientra completamente dentro di lei, Gianni, spinge un po’ di più fino a quando le sue palle non aderiscono a lei, finchè i suoi umori con bagnano anche i suoi testicoli. Gode di tutto ciò. Godono di tutto ciò. Ansimano, sempre più forte. E più forte ansimano, più il ritmo della penetrazione aumenta.
Con una mano Laura ha raggiunto il suo clitoride, si sta massaggiando, sentendo anche le palle del suo uomo sbattere su di lei, ogni tanto riesce ad afferrarle (quando Gianni si ferma di più dentro di lei per spingere il pene in profondità) e le massaggia un po’: le sente bagnate di lei e ciò le piace.
Intanto un pollice di Gianni ha iniziato a giocare con la rosellina del sedere di Laura: gira intorno e piano spinge, quasi un po’ entrando dentro di lei, anche aiutato dal fatto che parte degli umori erano colati nel sedere prima. Piano riesce ad inserire una falange del pollice dentro di lei; da questa posizione, con il pollice, riesce a sentire il pene che entra ed esce, distinguendo chiaramente la cappella; piano lo muove dentro e fuori, ma molto lentamente, avendo paura di farle male, però Laura sembra gradire il trattamento, infatti inizia a muoversi più velocemente e a girarsi più volte con i suoi occhi lussuriosi a guardare ciò che Gianni sta facendo.
In realtà Laura non capisce e non vede ciò che l’uomo le sta facendo: le sensazioni che le arrivano dalla zona pubica sono molteplici e forti, sente un gran piacere che aumenta, sa per certo (e questa sensazione la riesce a distinguere chiaramente dalle altre) che la dura asta del suo uomo la sta penetrando con una calma, per lei quasi esasperante. Ansima e pensa:

‘Ti prego, più forte”

Ma rimane solo un pensiero nella sua testa, vorrebbe sentire il rumore del corpo di Gianni che sbatte contro il suo sedere, sentirsi spostata dalla forza del suo uomo, ma lui continua, torturandola, con il suo ritmo che però le permette, stringendo un po’ i muscoli vaginali, si percepire ogni venatura del pene dell’uomo. Tutte le altre sensazioni che prova non è in grado di distinguerle: sa che sta torturandosi il clitoride con due dita, ma il piacere che prova è molto più esteso che a solo quella zona, sente che le mani di Gianni tengono le sue chiappe divaricate, ma non riesce a capire cosa in realtà il suo compagno sta facendo, sa solo che da qualche minuto si sente più piena, prova più piacere. Si volta e con la coda dell’occhio cerca di guardare cosa stia facendo, ma non riesce a vedere molto, vede l’uomo che le osserva il sedere, che si muove avanti e indietro lentamente. Ma ciò non l’aiuta a capire ciò che sta facendo.

‘Cosa’. Cosa’. Stai facendo’?’ domanda lei ansimante

‘Voglio farti sentire tutta piena di me” ‘ risponde lui

‘Come’ dimmelo” ‘ ribatte lei

‘La senti la mia asta dentro di te’ non è l’unica ad essere dentro di te’ il mio pollice sta entrando nel tuo sedere” ‘ le risponde, e continua ‘ ‘ora ho solo una falange dentro il tuo sedere, sento il pene che si muove dentro di te, sai? Sento la cappella, lo sento scorrere”

E mentre dice ciò sente che la vagina si stringe intorno al suo pene, ma gli umori della donna aumentano, gode immensamente di questa stretta.
Lei si immagina la scena che il suo uomo vede: il pene lucido che scorre dentro lei, il sedere aperto e il pollice che lentamente la sta violando dietro, un calore fortissimo la invade, diventa tutta rossa, le guance si infuocano e il respiro si accorcia terribilmente. Quel solo pensiero, unito a tutti gli stimoli che sta provando la portano vicinissima all’orgasmo. Pensa anche al fatto che invece del pollice, a entrare nel suo sedere, potrebbe essere il pene di Gianni: un brivido caldo la coglie, le braccia non la sorreggono più, le piega e si appoggia con anche il viso alla vasca, in questo modo, la dura virilità del suo amante solletica e stimola la parete posteriore della suo caldo sesso. Improvvisamente spalanca gli occhi e come una scossa gode.
Come se avesse schiacciato un interruttore gode anche Gianni.

‘Aaaaaaahhhhhhh’ ‘ parte quasi contemporaneamente dai due amanti.

Le gambe di lei tremano, lui si muove come automaticamente, ad ogni fiotto di sperma che riversa dentro la sua amata corrisponde una spinta. Lei sente le contrazioni del pene, amplificate dalla posizione assunta e gode immensamente di più. Quando le ultime contrazioni si esauriscono Gianni estrae il pene ancora teso, fa alzare Laura e teneramente l’abbraccia, nudi, di fronte alla vasca. Entrambi sono bagnati, lui dei suoi umori, lei del seme dell’uomo che piano inizia a colare lungo le gambe.
Ma non importa, ora hanno solo voglia di dormire, teneramente abbracciati.

Per commenti, dubbi, richieste principeleo@hotmail.it
Ecco i due amanti a letto. Un letto grande in una grande stanza da letto, arredata con semplicità e buon gusto. L’ampio spazio della camera è stato diviso in due: una parte più grande adibita a camera da letto e un piccolo angolo adibito a cabina armadio. L’ampia metratura della stanza ha permesso di ricavare un discreto spazio per questa cabina.
Entrando si vede sulla destra un grande letto, con leggere lenzuola di seta grigio-azzurro, i due comodini, con le letture preferite dei due e le abat-jours, dalla parte opposta, quindi sulla sinistra si trova un grande comò con un specchiera. Su questo trovano spazio tutti i gioielli e i profumi della donna. Alla destra del comò, occupando un intero angolo si trova la cabina armadio, in cui le porte sono formate da specchi che arrivano al soffitto.
I due sono a letto, nudi, non hanno avuto voglia e volontà di vestirsi per la notte, in fondo è ancora estate e il contatto della pelle nuda mentre dormono piace molto a entrambi. Lui dorme a pancia in su, le braccia lungo il corpo, la gamba sinistra tesa, la gamba destra leggermente piegata, il pene giace morbidamente sulla destra. Lei invece dorme sul fianco destro, molto vicina al suo uomo, la mano destra sotto il suo viso, la sinistra sul petto di Gianni, mentre la gamba destra è tesa, a contatto con la gamba sinistra del suo amante, mentre la gamba sinistra, leggermente piegata giace sulla gamba sinistra dell’uomo.
Entrambi si sono addormentati quasi immediatamente, appagati dalle emozioni che l’un l’altra si sono regalati. Solo un pensiero vagava ancora per la mente di Laura:

‘E se invece del pollice, a violare il mio sedere, fosse stata la virilità del mio uomo..’ ‘ pensava, mentre il sonno piano la conquistava.

Prima di addormentarsi però, Laura, getta un’occhiata allo specchio, dove, nella penombra, vede riflesse le forme del suo sedere.

Quasi senza accorgersene si fa mattina: ora è girata a pancia in giù, il viso girato verso destra e le mani sotto al cuscino; gira la testa verso il posto del suo uomo, ma non lo vede. Non se ne preoccupa, pensa sia andato in bagno, e ritorna nella posizione originale. Quando sente a un certo punto una mano sulle sue natiche e una voce che intima:

‘Ferma, non muoverti e non girarti’

La voce è nota, è quella del suo uomo, è ciò, dopo un momento di iniziale sorpresa/spavento, la tranquillizza. Le due mani, che prima accarezzavano solo le natiche ora le stringono, le divaricano, lasciando libera alla vista dell’uomo la piccola rosellina rosea del suo ano. Le fa divaricare le gambe, in modo da poter giocare anche con le sue lisce labbra. Le mani, massaggiano ora con forza il sedere e la parte alta delle cosce e quando da qua passano al sedere i due pollici stuzzicano la fessura della donna, che sempre più velocemente inizia a bagnarsi. Le piace il massaggio, le piacciono le attenzioni che l’uomo dedica al suo sedere: le piace sentire le mani che con forza le stringono le natiche, le dita che solleticano il suo buchino posteriore e che ogni tanto spingono, come a voler entrare. Questa volta l’unico stimolo che la donna riceve sono le dita dell’uomo, per cui riesce ancora a distinguere chiaramente ciò che lui le sta facendo. La fessura è sempre più umida, la luce del giorno che passa dalle tapparelle la fa sembrare lucente.
Ora Laura sente il suo amante che apre le sue natiche, il suo buchino è completamente indifeso: sente che l’uomo si muove alle sue spalle, ma non capisce cosa stia facendo, finché non sente prima dei piccoli baci lungo la riga formata dalla chiappe, e poi la calda lingua dell’uomo che le leccano il sedere. Da dove finisce la schiena al sottile strato di pelle che divide l’ano dal sesso della donna, la lingua dell’uomo fa innumerevoli volte avanti e indietro. Prima senza soffermarsi da nessuna parte in particolare, poi soffermandosi sempre più sul suo buchino: con la lingua gli gira intorno, sempre tenendole aperto il sedere con le mani, poi passa su e giù velocemente, poi lentamente, poi tenta di penetrarla con la lingua. La sta bagnando molto con la sua saliva, lei la sente quando il respiro del suo amante va sulle parti bagnate. Questo trattamento la sta facendo molto eccitare, la passerina è sempre più bagnata ed aperta, ormai gli umori colano fino al letto formando una piccola macchia di colore scuro. Lui se ne accorge ma continua: è questo l’effetto che vuole, che la sua donna, la sua amante, sia completamente e profondamente eccitata.
Lei vorrebbe che questo trattamento non finisse mai. Però la lingua dell’uomo smette improvvisamente di leccare il sederino della donna: un sospiro di delusione della donna riempie la stanza, quando sente che un dito la sta penetrando nella sua intimità, un nuovo sospiro, questa volta di piacere parte dalle labbra della donna. Entra ed esce un paio di volte, poi basta: lo tira fuori (non completamente) e lo fa scorrere lungo la fessura fino a raggiungere l’ano della donna. Ha capito cosa vuole fare: Gianni le ha leccato il buchino e ora l’ha masturbata per lubrificare sia il suo dito che il suo ano. Vuole masturbarla da dietro. Un brivido caldo l’attraversa: questa volta però non parte dal suo sesso, ma da suo sedere: quasi sorprendendosi si ritrova a pensare che vuole quel dito nel suo sedere, che lo vuole tutto. Questo pensiero contribuisce a fare rilassare tutti i suoi muscoli ed a eccitarla ulteriormente, ora il miele sgorga copioso dalla sua vagina.
Dopo interminabili (per lei) istanti finalmente il dito si appoggia al buchino e inizia a spingere: sorprendendo anche Gianni inizia entrare con una facilità estrema, sia la lubrificazione attuata dalla sua saliva che quella dovuta ai succhi della donna, hanno dato buoni risultati: il dito è praticamente entrato tutto. Le pareti del condotto sono bagnate e lisce, spinge il dito finché le sue nocche non incontrano la pelle della donna che muove verso l’alto il bacino per far entrare ulteriormente il dito dentro di lei. Lui lo muove piano dentro e fuori, facendogli compiere piccoli movimenti, che piano piano si amplificano, così come le sensazioni che la donna prova. Infatti, mentre il dito la penetrava, il suo amante ha iniziato a fare dei piccoli massaggi circolari intorno al suo clitoride aumentando a dismisura il piacere che già la donna provava per la penetrazione posteriore. Dopo le iniziali difficoltà nella penetrazione, per le quali il movimento del dito era ridotto, ora, grazie al sempre più diffuso stato di rilassamento della donna, il dito riesce a muoversi con facilità dentro di lei: lasciando sempre una piccola porzione dell’indice all’interno del sedere riesce a muoverlo abbastanza liberamente. Naturalmente, man mano che il dito si muove, la lubrificazione dovuta sia alla saliva dell’uomo che agli umori della donna tende a svanire, per cui ogni tanto, Gianni, si avvicina con la bocca al sedere per bagnare il dito che si muove con la sua saliva. La sua compagna apprezza parecchio il trattamento, ora ha leggermente arcuato la schiena in modo da alzare leggermente il sedere e permettere una più profonda penetrazione e un più agevole massaggio del clitoride. Gli chiede però:

‘Anche davanti, metti un dito anche davanti”

Così, l’uomo, ascoltando i desideri della donna inizia una lenta masturbazione anche davanti: spinge il pollice nell’intimità della donna, mentre l’indice della stessa mano (con un po’ di difficoltà dovuta alla posizione della mano) continua a massaggiare il clitoride. Dal sottile strato di pelle che divide l’ano dalla vagina l’uomo sente chiaramente le due dita che si muovono dentro la sua compagna, lei invece geme e sospira più forte. A un certo punto l’uomo ritrae entrambe le mani dalla zona pubica della donna: la fa alzare e mettere a gattoni, sempre con le gambe leggermente divaricate. Si mette sotto il petto della donna e inizia a succhiarle il seno, mentre una mano inizia una nuova esplorazione delle sue zone intime. Con questa mano infila dentro la sua fessura un dito, il medio, il più in profondità possibile. Lei non capisce cosa voglia fare il suo amante. Non si muove, lo spinge in profondità una sola volta, mentre con la lingua continua a giocare col capezzolo. Poi lo tira fuori, e nello stesso momento si alza e si riporta dietro la donna, appoggiando questo stesso dito al buchino posteriore e spingendo. Come prima entra dentro di lei il più in profondità possibile, senza più muoversi, per poi nuovamente tirarlo fuori e riportarlo di nuovo all’ingresso della sua fessura e fare lo stesso movimento di prima. Lei ha capito cosa l’uomo vuole fare: masturbarla contemporaneamente sia davanti che dietro. L’operazione risulta essere molto facile: ogni volta che il dito penetra nell’intimità della sua amata si bagna coi suoi succhi che poi aiutano l’uomo a penetrarla nuovamente da dietro. Le piace questo gioco, la sua eccitazione sale così come sempre maggiormente si rilassa. Dopo vari minuti di questo trattamento il dito entra con facilità sia nel sesso della donna che nel sedere, Gianni se ne accorge. Crede che sia arrivato il momento: ferma il gioco nel momento in cui il dito è appena penetrato interamente nella vagina e piano inizia a rotearlo, e le chiede:

‘Ti andrebbe di fare questo gioco con la mia asta?’ ‘ e dicendo questo il dito dentro la donna si piega leggermente.

‘Sì”- risponde lei, ansimando.

Gianni allora si avvicina nuovamente al buchino posteriore della sua amante e mentre ancora il dito si muove nel suo sesso le lecca l’ano. Poi si allontana si inginocchia dietro di lei e punta il suo pene duro verso l’ingresso della fessura, aperta e bagnata coi suoi umori.
Lei sente che la punta ormai è a contatto con il suo sesso e ne assapora il tocco, quando, quasi improvvisamente, con una spinta la penetra completamente: l’asta è interamente dentro la donna e i testicoli dell’uomo quasi accarezzano il clitoride. Laura rimane senza fiato.
Poi con calma, ma massaggiando sempre le natiche della sua amata si allontana estraendo il pene dalla sua intimità intriso dei suoi umori. Alla luce del sole che entra nella stanza il pene risulta essere lucidissimo per la quantità di succo che la donna ha depositato sul sesso del suo uomo.
Non appena la punta si trova fuori l’uomo la fa scorrere lungo la fessura raggiungendo così il piccolo buchino posteriore della donna appoggiandosi con la punta ad esso. Mai il sedere della donna era stato violato, quella sarebbe stata la prima volta, per questo quando la punta bagnata accarezzò per la prima volta Laura in quella zona un brivido di paura la attraversò. Era eccitata, lo voleva dentro di lei, ma aveva timore, timore di un dolore lancinante. Gianni se ne accorse, per questo fu ancor più delicato di quel che già pensava. Piano prese la sua dura asta in mano e con la punta iniziò a disegnare piccoli cerchi intorno alla piccola rosa posteriore della sua compagna, bagnandola anche così con gli abbondanti succhi che erano su di lui. Ogni tanto puntava il pene come se volesse entrare dentro di lei, spingeva un poco e poi si ritraeva: voleva che lei si rilassasse il più possibile. Ogni tanto, la penetrava nuovamente nella sua rosa, in modo da farle distogliere l’attenzione da quello che era il reale scopo del gioco e per lubrificare il pene con gli abbondanti umori che Laura continuava a secernere. Infatti, nonostante la paura e i timori, l’eccitazione della donna non diminuiva, anzi, quel gioco con li pene che stava facendo il suo amante la faceva eccitare ancor di più. Man mano che sentiva spingere Gianni sul suo buchino si rilassava sempre più, infatti, a un certo punto la punta dell’uomo iniziò ad entrare nel sedere della donna: Gianni si stava fermando, voleva tornare indietro per far abituare con calma l’ano della donna alla sua presenza ma, quando Laura se ne accorse lo bloccò:

‘Fermati’-gli disse-‘ continua, lo voglio dentro tutto, ora!’

Allora Gianni sempre molto lentamente continua questa penetrazione. Il compito gli è facilitato dalla lubrificazione preventiva che aveva fatto su di lui e sulla donna e inoltre lo stato di rilassamento che aveva raggiunto la donna è tale da non fargli incontrare grosse difficoltà nell’avanzare dentro di lei. Intorno al suo sesso Gianni sente la stretta presa dell’ano della donna: man mano che avanza sente le pareti lisce che scorrono sul suo pene. Lo guarda sparire dentro il sedere della donna e si eccita ancor di più. Lentamente avanza, la cappella è totalmente dentro, ora è oltre la metà della sua asta.
Si sta eccitando sempre più: ha una vista fantastica. La sua donna intanto ha preso a masturbarsi, si sorregge con una mano, mentre con l’altra si massaggia il clito e si penetra: con due dita riesce a sentire il sesso dell’uomo che la sta violando. Per entrambi sono sensazioni nuove e tremendamente stimolanti. L’orgasmo è a un passo per entrambi. In Giannil fa scattare una frase della sua donna:

‘Lo sento, lo sento da dentro me, con le mie dita” ‘ ansimando, ma quasi urlandolo.

A queste parole, mentre ancora per paura di farle male, si muoveva piano, lui esplode il suo orgasmo e fiotti di sperma invadono l’ano della donna. Le contrazioni del pene e la masturbazione portano anche la donna all’orgasmo. Forte. Spossante. Per entrambi.
Quando il piacere si esaurisce in tutti e due, si accasciano sul letto e si addormentano.

Per commenti e critiche: principeleo@hotmail.it
Il risveglio

Ora è davvero giorno, la luce filtrata dalle tapparelle e dalle tende entra impertinente nella stanza svegliando Laura. La mente è ancora invasa dal sogno, o da quello che lei crede sia stata la realtà, il suo uomo che la invade là dove non avrebbe mai pensato, che le scarica tutto il suo orgasmo nelle viscere e lei che gode di questo. Con un dito si accarezza l’ano, ne segue la forma e lo accarezza completamente, prova piano a spingerlo dentro per vedere se ci sono tracce del passaggio del suo amante, ma, con un pizzico di delusione non trova nulla, anzi come le altre volte in cui con un dito veniva masturbata da dietro incontra la solita resistenza, se non maggiore. Capisce così che l’orgasmo suo e del suo uomo nel suo sedere è stato solo un eccitante sogno. La mano comunque continua il suo viaggio, si accarezza ora le natiche tonde e sode, ritorna nel cavo tra loro e nuovamente ne esce. Le piace la sensazione della sua pelle lisca sotto le sue dita, così come le piace violare il suo buchino rosa, appena appena, giusto con l’unghia, da sola non ha il coraggio di fare di più. Gianni invece, quando decide di giocare con la sua intimità posteriore va ben oltre l’unghia: prima lubrifica abbondantemente il suo dito indice con gli umori che dalla vagina colano sempre generosamente, mentre con la lingua onora il suo sedere, per poi piano spingere il dito dentro di lei fino alla nocca della mano. Lei da sola non lo fa, non sa se per paura o timidezza verso se stessa o semplicemente perché vuole lasciare questo compito al suo patner.
Mentre si accarezza, lo sguardo cade sul suo uomo, o meglio sulla sua virilità. Dritta, dura con la pelle liscia che ancora copre la cappella: abbandona la pelle del suo culo per afferrare quella pelle. Chiude intorno la mano, sulla cappella ancora coperta e pianissimo inizia a scoprirla. è asciutta ancora, le piccole goccioline trasparenti che ne lubrificano lo scorrimento non hanno ancora fatto la comparsa dalla punta del duro pene. Lo fa piano, sa che potrebbe fargli male, non vuole che il suo sia un risveglio brusco, ma eccitante. Asseconda i movimenti della pelle, si succhia un dito bagnandolo con la sua saliva per poi passarlo sulla pelle che lascia scoperta la cappella gonfia, finchè non arriva al gradino. Ora la pelle della cappella è completamente scoperta: con le labbra ci si avvicina, fa cadere un po’ di saliva e con un dito la sparge sopra di lei, mentre le prime gocce di sperma iniziano a bagnare la punta e l’odore del suo uomo eccitato inizia a spargersi nella stanza. Ora la pelle non incontra più resistenza, scorre liberamente sulla cappella quando Laura la porta su e giù con lenti movimenti: talvolta non fa scorrere la pelle ma la sua mano direttamente sulla cappella bagnata dal misto di sperma e saliva, e quando scende giù tira ancora di più la pelle. Ormai Gianni è sveglio, gode, lei se ne accorge ma continua comunque quasi disinteressandosene. E’ appoggiata alla spalla dell’uomo e guarda fisso quel cazzo gonfio e duro, vuole vederne l’orgasmo, vuole vedere i fiotti bianchi che dl taglio in cima al pene schizzano fuori, bagnando la pancia del suo uomo.
Gli accarezza le palle, sa che gli piace, ma lo fa poco, ormai brama per vedere il suo uomo godere, per vedere la cappella che si gonfia e sputa letteralmente fuori lo sperma.
Ed ecco che il suo respiro aumenta, le contrazioni del pene aumentano, la cappella è sempre più rossa: esplode. Due, tre, quattro potenti schizzi quasi superano l’ombelico, poi sempre meno potenti ma altrettanto copiosi schizzi raggiungono la pelle dell’uomo.

per commenti, critiche e suggerimenti principeleo@hotmail.it

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