Ciao a tutti,
è da un po’ che bazzico questo sito…e voglio raccontarvi la mia esperienza. In giro si sente molto parlare di donne dell’ex Urss…di come siano belle e brave a letto…ma, in alcuni casi, manipolatrici e “interessate”. Purtroppo, secondo me, si parla molto delle donne dell’ex Urss…e poco, fin troppo poco, dei loro uomini.
Essendo io laureata in lingua e letteratura russa, nell’ex Urss ci ho vissuto (da cittadina occidentale…) per 7 anni e vi posso dire che, se i loro uomini si tengono bene, non bevono troppo, non fumano troppo, devo dire che non sono PER NIENTE MALE…
Vabbè…bando alle ciance e iniziamo con il racconto. Mi presento: ho 44 anni, vivo da circa 12 nel mio Stato di adozione (di cui ho acquisito la nazionalità) e, visti i miei trascorsi nell’ex Urss e la “concorrenza” feroce laggiù, posso dire che la dieta durissima (niente latticini, niente alcool, niente caffè, niente farine bianche, niente zucchero, niente lieviti) ha fatto in modo che io mantenessi lo stesso peso che avevo al liceo…lo stesso, sei ore alla settimana di sport, 3 di esercizio cardio e 3 di allenamento di forza, più la beauty routine coreana per il viso 2 volte al giorno e i trattamenti estetici fanno in modo che io me la giochi tranquillamente tuttora con le 25 enni.
Aggiungiamo il fatto che in questa nazione del Medio Oriente siamo in maglietta e pantaloncini, visto il clima, da aprile a novembre, beh, posso tranquillamente dire che sono abbronzata tutto l’anno, anche perchè qui, per una volta, essere bruna con gli occhi neri non l’ho visto come un handicap, ma come una fortuna… infatti, le turiste nordeuropee, qui, variano dal color mozzarella al color gambero scottato…mentre io, appena posso, (sempre con la mia protezione 50 ogni due ore…) faccio la “lucertola” in spiaggia.
Una tiepida sera di novembre, la mia amica Pauline (nata come me in Alto Adige, sposata a un cittadino del mio Stato adottivo, come lo ero io…ma ora, sono divorziata…) mi telefona e dice:-Jess, il tuo Romeo ha scovato da qualche parte un rifugiato ucraino. Il baldo giovane in questione non parla una parola di tedesco, parla pochissimo inglese…verresti da noi giovedì sera, che è il “giorno dello sgarro” della tua dieta e ci aiuti a intervistarlo? Sai, Robert sta facendo quell’inchiesta sui rifugiati ucraini, qui…- Io le dico:-Certo, Paulie (diminutivo di Pauline…) sarò ben contenta di aiutarvi…dove ci troviamo? A che ora?- Paulie rispose:-Da me alle 6 di sera…basteranno due ore…poi, ce ne andiamo tutti a cena. Ti va bene il ristorante quel ristorante di carne al porto, che ti piace tanto?- Io risposi:-Certamente, figuriamoci se non mi piace! Almeno, posso mangiare quello che mi pare e non devo correre al bagno a vomitare.- Pauline disse:-Ok cara, allora, prenoto per le 8?- Io risposi:-Certamente!-
Apro una parentesi sul mio “Romeo”… l’ho soprannominato così perchè nonostante siano ben tre anni che mi sbavi dietro, io gli ho fatto capire che “non era cosa”. Vabbè, un po’ di sesso, tre anni fa, ci scappò, ma posso ricordare che la volevo finire la cosa al più presto possibile. Ma Robert, niente…continua e continua. Devo dire che la perseveranza non gli manca. Appunto, pur di bazzicarmi attorno, ora, grazie al suo lavoro di reporter per la TV nazionale tedesca, si è inventato un altro pretesto.- Eh sì, cari lettori e lettrici…se qualcuno è interessato a voi, muove mare e terra, pur di incontrarvi.
Arriva il giovedì…dopo essermi andata a fare una mangiata da “Greco”, sul lungomare e dopo, alla cioccolateria “Max Brenner”, vado a casa e mi preparo…mi arriccio i capelli col ferro, fascetta “à la Bardot”, jeans Diesel a zampa, canottiera bianca, maglietta a scollo a V a maniche lunghe, espadrillas con zeppa. La sera, a novembre, inizia a fare freschino pure qui. Trucco molto semplice, che però mi mette in evidenza gli occhi…e rossetto color carne. Orecchini a cerchio con perle grandi e sono pronta.
Arrivo da Pauline alle sei, come convenuto…è già buio. Da brava sudtirolese, Pauline ha creato una bella atmosfera “hygge”, con bevande calde, candele accese e tutto l’ambaradam.
Con lei c’è pure suo marito, Naor, avvocato specializzato in immigrazione, Robert (il mio “Romeo”…ve lo ricordate ? :) … e una specie di dio greco in jeans scuri attillati infilati in un paio di stivali da biker neri e camicia bianca attillata e sbottonata, che fa intravedere una catenina d’oro, e la pelle glabra e abbronzata.
Il dio greco “de’ noantri” se ne sta stravaccato sul divano (Pauline non approverebbe questo comportamento, per come la conosco…) ed è visibilmente nervoso…i suoi occhi sono due schegge azzurro ghiaccio. Noto anche i suoi capelli…biondo caldo, pettinati alla moda e “ingellati” come si deve. Mi sento addosso subito un caldo tropicale…Devo respirare per calmarmi e dico in russo:-Piacere, sono Jessica, sono qui per tradurre la tua intervista.- Scopro che il dio greco in questione ha un nome (Ivan), mi stringe la mano…e sembra voglia spogliarmi con gli occhi. Lo capisco subito…e mi dico:-Evvai! Almeno, non mi sembra gay… Speriamo in bene per dopo…-
Pauline e Naor servono le bevande calde e degli stuzzichini “healthy”, visto che Pauline è ancora più maniaca di me dell’alimentazione sana…e Ivan inizia ad essere ancora più nervoso, dicendomi, in russo:-Ma proprio in casa di gente che non beve e non fuma dovevo capitare?! Ho bisogno di fumare e di bere come si deve, se devo proprio raccontare i fatti miei!- Io rispondo:-Quando finiamo l’intervista, andiamo al ristorante e lì potrai ordinare alcool.- E Ivan:-Speriamo ‘sta cosa finisca al più presto.-
Robert porta il registratore, inizia con le domande…e Ivan inizia a raccontare della sua fuga dall’Ucraina, il fatto che ha dovuto corrompere questo mondo e quell’altro per non finire al fronte, spendendo un cifrone in bustarelle (e disse: “Ho amici da una parte e dall’altra, non prendo un fucile per ammazzarli…”), dei suoi genitori ancora in Ucraina, di suo fratello a Mosca, del fatto di sentirsi russo e del fatto di essere di madrelingua russa, di come l’Ucraina discrimini i Russi (una gragnuola di accidenti a Zelensky e a tutta la banda…) del suo peregrinare attraverso l’Europa (Irlanda, Belgio, Lussemburgo) e di come, “dopo un viaggio lungo e difficile” fosse capitato proprio nel mio Stato adottivo, un anno fa, grazie al suo passaporto ucraino che gli dava la possibilità, appunto, di avere qui lo status di rifugiato e di come lavori nell’edilizia, anche perchè, a Kiev, quello aveva studiato, all’università.
Ivan è un fiume in piena, parla, parla, parla…io traduco, traduco, traduco e Robert registra, registra, registra; gli occhi di Ivan non si staccano dalla mia scollatura; probabilmente, sta valutando la mia taglia di reggiseno.
Alla fine, abbiamo la gola secca…beviamo un po’ di tisana alla cannella e Ivan è ancora più scuro in volto. Mi chiede, in russo, “se in questa casa di ricconi non ci fosse lo zucchero.”- Io risposi:-No, qui lo zucchero non si usa. Nemmeno io lo uso.- Per la prima volta, Ivan sorride…e inizia a chiedermi dove ho studiato il russo e complimentandosi con me per la conoscenza di questa lingua e continuiamo a parlare del mio periodo di vita in Russia…naturalmente, sento gli occhiacci di Robert su di me e se ne accorge pure Pauline. Quando Ivan si alza per andare in bagno, gli occhi di Robert minacciano temporale…e Pauline cerca di sdrammatizzare la situazione, dicendo:-Hai fatto colpo…e, povero Robert, non riesce proprio a darsi pace.- Robert, con un ghigno sardonico, aggiunge:-Che differenza c’è tra Jessica e la mia patria, la vecchia Germania Est? Nessuna, entrambe sono state occupate dai Russi. Di’ un po’ Jess, non è che ti ci vorranno 45 anni, per liberarti di tutta ‘sta marmaglia di “russki”? Difficile, in questo Stato ce ne sono a bizzeffe…- In quel mentre, Ivan torna…e Naor, vedendo che la situazione sta precipitando, dice:-Allora, andiamo da “White Pergola”? E’ tempo.- Tutti annuiamo e ci prepariamo…e Ivan a girarmi sempre attorno, finchè, apposta, non si piazza davanti, di spalle…quasi volesse fare apposta, affinchè notassi il suo fondoschiena…in effetti, i jeans glielo fasciano proprio bene.
Arrivano i taxi e Ivan, molto gentilmente, mi apre la porta…e mi spinge dentro, sedendosi di fianco a me…così, Robert deve andare davanti… potete immaginare il suo cattivo umore. Ivan mi passa un braccio attorno alle spalle, mi stringe a lui, sento il suo profumo.., anche io mi stringo a lui, ho una voglia tremenda di dire al guidatore di portarci o a casa mia o a casa sua, ma, d’altra parte, non posso lasciare i miei amici così…Ivan mi stringe sempre di più, attorciglia una gamba contro la mia…e, dato che ha paura che pure il taxista sia di origine russa, scrive sul cellulare:-Dopocena da te o da me?- Io rispondo, dal mio cellulare:-Per me è uguale. Tu dove abiti?- Glielo dico…e lui risponde:-E’ più vicino al ristorante. Bene, dopocena da te, allora..- e, nell’orecchio, leccandolo e mordicchiandolo gentilmente mi sussurra:-Non vedo l’ora.- Mi prende la mano, me la mette sul pacco (di tutto rispetto…) e dice, sempre nell’orecchio:-E’ abbastanza, per te? Ti ho incuriosito? Vedrai stanotte.- Io rispondo, nell’orecchio, mordicchiandoglielo anch’io:-Calmo, calmo…the night is young!-
Arriviamo al porto, al nostro ristorante… il tavolo è all’interno, dato che, pure a novembre, qui inizia a fare frescolino, specie in riva al mare. Mentre andiamo al tavolo, noto un sacco di gente spogliare Ivan con gli occhi.
Prendiamo posto…e Ivan, letteralmente, caccia via Robert, che, se avrebbe potuto uccidere Ivan sul posto, l’avrebbe fatto tranquillamente. Ivan mi sposta la sedia e mi dice, con voce bassa e calda:-Prego.- Ci sediamo e le gambe di Ivan si intrecciano subito alle mie…
Non ricordo molto della cena…solo che Ivan, finalmente, si rilassò un po’…e continuava a riempirmi il piatto e il bicchiere, sempre continuando a spogliarmi con gli occhi, proponendo sempre nuovi brindisi, tra cui, uno, per me:-A te, Jessica…- e, l’ultimo, dritto negli occhi:-All’amore.-e nel suo “broken English”, bello chiaro, in modo che sentano tutti.
All’arrivo del conto, Ivan mi fa cenno che, davvero, non ne può più… Alla fine, saluto i miei amici…e Robert ha un sorriso più falso di una monetina da due euro.
Ivan ferma un taxi, mi spinge dentro…e mi caccia la lingua in bocca, lentamente, dolcemente, stringendomi a lui, guidando la mia mano sul suo addome d’acciaio…e non la smette più. Arriviamo finalmente a casa, da me…e saliamo le scale continuando a baciarci con tutta la frenesia del mondo, come se non volessimo perdere neanche un secondo; le nostre mani si cercano ossessivamente.
Arriviamo nel mio appartamento, metto luci basse…e, finalmente, riesco a spogliarlo, ricevendo conferma della prima impressione che ho avuto di lui: quella pelle abbronzata morbida e profumata come la seta, i muscoli non eccessivamente gonfi, ma ben disegnati, la sottile peluria bionda sugli avambracci e sulle gambe, la barba appena accennata e il suo cazzo duro come la pietra, bello grosso, che preme contro lo slip, che implora di uscire. Ivan intanto mi attira a lui, continuando a baciarmi con tutta la passione del mondo, mordendomi le labbra e togliendomi i vestiti quasi strappandomeli di dosso…non può fare a meno di notare la mia biancheria di pizzo bianco, che, secondo lui, mi modella il seno e il culo molto bene…anche quella, sparisce e, finalmente Ivan può guardarmi, prendendomi in mano le tette e tuffandoci la faccia, baciando, smanacciando tutto per bene e succhiando come se stesse mangiando il gelato; intanto, sento il suo cazzo contro la mia figa rasata e fradicia e la sua barba che pizzica leggermente…gli accarezzo la nuca (zona supererogena, secondo i Giapponesi…), gli dico di continuare, che la sua lingua calda e il suo profumo mi fanno impazzire, che lo voglio con me tutta la notte…Per tutta risposta, inizia a tirarmi i capelli verso il basso e mi dice:-Hai delle tette fantastiche, non troppo grandi, nè troppo piccole, mi piacciono i tuoi capezzoli color fragola e la tua fica rasata e bagnata…lo vedo che mi stai aspettando, questa notte non te la scordi più.-
Inizia col farmi sedere sulla sua faccia, leccando tutto bene, girando intorno al clitoride con la lingua e colpendolo a piccoli tocchi…poi, esplora per bene le labbra piccole e grandi, succhiando e mordendo, agitando la testa; intanto, ha le mani sul mio culo che stringono forte. La sua lingua forte e calda accoglie come si deve i miei umori, continuo a gemere, gli stringo la testa tra le cosce, vorrei che non smettesse mai. Ad un tratto, con le mani mi solleva, iniziamo un 69, io lo succhio tutto bene, fin sulle palle, sull’asta, sulla cappella, arrivando fino al suo buco del culo, che apro con le mani…Sento che Ivan inizia a gemere, succhia ancora più forte, è arrivato al limite. Mi blocca le mani dietro la schiena, non mi posso più muovere, mi scivola dentro, inizia la penetrazione vera e propria.
Ivan geme, urla:-Finalmente, sono dentro di te…la tua figa, puro velluto caldo, voglio godermela fin quando fa male, fin quando ce n’è, finchè non mi implorerai di smetterla. Pure bella stretta…- Ivan sprofonda letteralmente dentro di me, prima lentamente e poi, sempre più veloce; intanto partono le sculacciate, i graffi sulla schiena e le tirate di capelli. Io intanto, gli urlo:-Continua così, ti prego, sfondami tutta, dappertutto…- Ivan, grugnendo e ansimando forte, mi risponde:-Dappertutto? Dappertutto dappertutto? Anche nel culo?- Io rispondo:-Sì, sì, ti do anche il culo e vienimi bene dentro.- Ivan risponde:-Prima fammi fare una cosa…-Col cazzo ancora dritto, inizia a baciarmi per tutta la schiena, dicendo:-Sei meravigliosa, dolce e calda come il miele e la tua pelle ha lo stesso colore e lo stesso profumo…è ancora più bella coi miei segni rossi sul tuo culo e i miei graffi sulla schiena.-
Davvero, la sua lingua mi fa impazzire, la sento nel solco del culo…e, poi, proprio lì, sul buco. Continuo a gemere, dicendogli di continuare; intanto, la sua lingua mi entra bene dentro, mentre con l’altra mano, mi infila le dita nella figa, prima due, poi tre, poi quattro, sempre spingendo forte…intanto, mi bagno sempre di più e la penetrazione riprende…questa volta, Ivan mi mette una mano sulla gola, mi spinge verso di lui e stringe, fino a quasi soffocarmi; quando, secondo lui, sono bagnata come si deve, mi incula lentamente…una volta trovata la strada, sempre più veloce…grazie alla sua saliva e ai miei umori, non sento granchè male…anzi, gli dico di continuare, intanto che mi stimola il clitoride, anche schiaffeggiandolo…Quando lo sento che sta per venire, si infila di nuovo nella figa, ormai pronta per accogliere il suo latte caldo…quando viene, sento un grido rauco, che pare provenire dalla profondità delle sue viscere. Cade su di me, lo abbraccio, lo accarezzo, vorrei che restasse per sempre dentro di me…mi sussurra, dopo le urla di prima:-Tienimi vicino a te, baciami dappertutto, fammi diventare il tuo lecca-lecca…ecco, sì, così, sul mio cuore. Inizio a baciarlo dappertutto, leccandogli i capezzoli bruni ed eretti con la lingua; Ivan mi stringe a sè, mi tiene la testa contro il suo petto, non esce da me, mi circonda con le gambe.-
Ci addormentiamo così, persi l’uno nell’altra, col mio viso nell’incavo del suo collo morbido e caldo; le sue braccia mi circondano, la sua bocca è sulla mia fronte. Respiro il suo odore.. il suo respiro regolare, il profumo meraviglioso della sua pelle e il suo calore sono quanto di meglio c’è per addormentarmi.



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...