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Racconti Erotici Etero

il ritorno (prima parte)

By 16 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

non la vedevo oramai da mesi ma la sua mancanza si faceva sentire. tuti i miei sforzi per contattarla si erano rivelati vani e stavo cominciando a pensare che non volesse avere piu nulla a che fare con me. nonostante tutto mi decisi ad inviarle l’ennesimo sms “per tutta la settimana saro’ in ferie, che dici, riusciremo a vederci?”.
la risposta mi arrivo’ in pochissimi minuti: “mica male come idea”, per chiunque questa risposta sarebbe servita a pensare che fosse fatta ma io conosco bene il mio pollo e non mi feci illusioni in merito.
quando trovai un biglietto sulla mia macchina la musica cambio’ immediatamente nelle mie orecchie.”ti aspetto oggi pomeriggio alle 15,30″
guardai l’orologio e mi accorsi di non avere cosi tanto tempo.
tornai a casa, posai la borsa della palestra e mi recai in bagno. una rapida occhiata mi convinse a dare una ritoccata alla barba ed alla peluria varia, doccia, camicia bianca che spiccava con la mia abbronzatura, jeans e mocassino. un gran bel fico direi.
arrivai davanti casa sua in perfetto orario, suonai ma nessuno rispose. “la solita buca” pensai. alle 15,32 squillo il cellulare “sei arrivato? bravo! adesso prendi la strada che trovi davanti a te, seguila per 2 km, svolta a destra, vai sempre dritto ed arriverai ad un casolare. parcheggia sul retro”. la voce femminile non era quella di alice e sembrava piu che altro un messaggio da rapimento di persona.
ma non avevo scelte.
seguii le indicazioni e giunsi al casolare. nessuna macchina e nessun segno di vita.
parcheggiai e feci un giro dell’edificio. le imposte erano chiuse al piano terra e solo il portoncino d’acesso risultava semichiuso.
entrai e salii le scale seguendo delle flebili luci di candele.
entrai in un grande open space, grande quasi quanto tutto l’edificio, illuminato da grandi candele. sullo sfondo una sorta di altare con una figura incappucciata di spalle ed un altra sdraiata sul talamo. avvicinandomi riconobbi subito i capelli rossi e ricci di alice, era lei quella sdraiata. “bene arrivato”, la voce era la stessa del telefono, “io e alice ti stavamo aspettando”. la ragazza giro’ su se stessa ed io intravidi il corpo di alice nudo. non dava segni di vita. “tu sai perche sei qui, vero?” mi chiese la ragazza con il cappuccio calato sugli occhi. “veramente no, pensavo di vedermi con alice e mi ritrovo in un film del terrore. che succede?” risposi io.
“alice &egrave stata molto cattiva, non ha rispettato le regole che le erano state imposte dalla comunita’. tra queste la prima era la castita'”, a questo punto capii perche era sparita, in preda ad una simile crisi mistica si era inserita in qualche strana setta. “ha confessato di fronte all’adunanza di essersi ripetutamente masturbata pensando a te” continuo’ la donna, “ci ha raccontato tutto di voi e mentre ci raccontava il suo corpo fremeva di desiderio”.”non ti sembra di esagerare?” provai ad obiettare. due occhi azzurri mi guardarono lampeggianti. “dici?” nel pormi questa domanda si slaccio’ il cordone che le stringeva il saio lasciando trasparire il suo corpo tonico. mi si avvicino’ cominciando ad odorare il mio corpo e lasciandomi intravedere il suo sempre di piu’. giovane, ben fatta, una seconda abbondante di seno, sodo e con i capezzoli turgidi. io rimanevo fermo in mezzo alla sala, in attesa degli eventi. “vieni con me” mi ordino senza mezzi termini. ci spostammo su un lato, la visione del corpo di alice sdraiata su questa specie di altare adesso era diversa, la prospettiva partiva dai piedi, le braccia a croce. la tipa schiaccio un pulsante nella parete e il tavolo si mosse. un martinetto idraulico lo pose quasi i verticale. adesso vidi alice per intero, sembrava quasi un cristo in croce, nuda, legata mani e piedi, sveglia ma con un singolare bavaglio che le impediva di girare la testa e di parlare. “deve essere punita” nel dire questo il saio cadde al suolo lasciando a nudo un corpo di donna molto ben fatto, tette sode, culo notevole e fica perfettamente rasata. alice cominciava a smaniare mentre la bionda cominciava a spogliarmi.in breve mi ritrovai nudo ed eccitato. la situazione era surreale ma mi eccitava da morire. la donna che mi ero scopato tante volte era costretta a guardare mentre facevo sesso con una perfetta sconosciuta. mentre pensavo questo il mio cazzo era gia sparito nella bocca della sacerdotessa. un pompino memorabile, sentivo le sue labbra scorrere sulla mia verga sino ad ingoiarlo tutto per poi tornare a leccare la turgida cappela. il corpo di alice mi diceva chiaramente che avrebbe voluto essere li con noi. la schiena si inarcava al punto di farmi capire che la sua fica era vogliosa di accogliere il mio membro dentro di se. la bocca della donna si avvicino alle mie labbra, sentivo l’odore del mio cazzo. la sua lingua si insinuo’ in un lungo bacio. le mie mani cominciarono a frugare nelle sue parti intime e mi accorsi che la ragazza era particolarmente infoiata. la sdraiai sul tappeto e mi dedicai a contraccambiare le delicatezze ricevute. la mia lingua comincio’ a sollecitare il clitoride mentre le sue mani strizzavano i capezzoli sempre piu duri. mugolii di piacere cominciavano a risuonare nella sala. alice mi guardava piangendo..

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