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Racconti Erotici Etero

Il tradimento di Valeria

By 16 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il tradimento di Valeria

La storia tra di noi era finita in modo davvero burrascoso, arrivando addirittura a lambire le stanze degli avvocati. Ma non mi erano proprio piaciute le montagne di calunnie piovute su di me a causa del suo nuovo ragazzo. Purtroppo non avevo prove in mano per dimostrare l’esatto susseguirsi degli avvenimenti, pur sapendo molto bene che avendole lo avrei potuto far apparire per quel viscido che realmente era. Volevo una vendetta ma non sapevo proprio cosa inventarmi e dopo alcuni mesi avevo deciso di metterci una pietra sopra, di dimenticare il tutto e di ricominciare da zero con un’altra persona.
Io e Valeria non avevamo mai smesso di sapere qualcosa dell’altro, in un modo o nell’altro le informazioni giravano sempre e arrivavano a destinazione. Ma in sei mesi ci eravamo visti giusto tre volte, e tutte e tre per litigare. Fisicamente doveva esserci ancora un po’ di attrazione, ma l’odio sembrava essere davvero troppo per provare ad avvicinarci. E poi lei si diceva perdutamente innamorata del suo ragazzo e incapace di tradirlo, anche solo di pensarlo. Eppure le nostre lunghe scopate rivivevano spesso nei miei sogni. Sapevo di averla sempre soddisfatta e sapevo che in fondo il sesso con me le mancava ma il volgere degli eventi ci consigliava di stare il più lontano possibile l’uno dall’altro.

Ai primi di Aprile era il suo compleanno e avevo deciso, nonostante tutto, di chiamarla per farle quantomeno gli auguri. Non ero felice di doverlo fare ma volevo risentirla, volevo sapere come le andavano le cose e se un po’ le mancava il nostro rapporto. La conversazione si era svolta in modo molto tranquillo e formale, evidentemente li con lei doveva esserci qualcuno. Alla fine però mi aveva chiesto, quasi sotto voce, se poteva richiamarmi più tardi, verso le undici di sera poiché doveva parlarmi. Inutile dire che ero in ansia per quella telefonata notturna. Speravo di ricevere delle buone notizie che aiutassero il mio morale a risollevarsi dal livello al quale era piombato negli ultimi tempi. Finalmente le undici.
Puntuale, stranamente, squilla il telefono. La conversazione andava avanti da circa un quarto d’ora parlando del più e del meno, dell’università, delle nostre famiglie. Ma sapevo che quella telefonata non era casuale, sotto doveva esserci qualcosa.

‘Vale adesso dimmi la verità, per quale motivo mi hai richiamato? Non ci siamo sentiti molto negli ultimi mesi e ora tutta questa fretta?!’

‘Perché ora non possiamo nemmeno sentirci?’

‘Non ho detto questo, &egrave solo che oggi eri molto fredda, mi sembrava quasi di darti fastidio, mentre ora mi chiedi di tutto e non hai voglia di mettere giù il telefono’

‘No Giò, la realtà &egrave che mi manca un po’ la tranquillità che c’era prima tra di noi, ecco tutto’

‘Tutto? Secondo me c’&egrave altro’

‘Si, &egrave che per il mio compleanno vorrei chiederti un regalo particolare. Vorrei rifare l’amore con te’.

‘E l’amore per il tuo ragazzo? Non ne eri stracotta?’

‘Si, ma vorrei rifarlo con te almeno una volta’

‘Va bene, appena torno a casa, tra un paio di giorni, vieni da me e vediamo’.

La telefonata era andata al di là delle mie aspettative e ora non sapevo nemmeno più come comportarmi. L’idea era allettante, avevo anche una gran voglia di fare del sesso ma purtroppo sarei tornato a casa solo dopo due giorni, e precisamente il giorno dopo il suo compleanno. Non mi facevo problemi di coscienza, il suo nuovo ragazzo me l’aveva portata via con l’inganno e le bugie, e quale miglior vendetta se non cornificarlo?
Avevo deciso di affrettare i tempi del mio ritorno a casa in modo da potermi prendere il prima possibile quella bella soddisfazione. Sapevo bene che Valeria avrebbe voluto un servizio ben più che completo, per cui iniziai a ripassare mentalmente tutte le sue abitudini e le preferenze. Avevo preparato un bel piano, anche se non sapevo come da chi sarebbe partita l’azione. Non volevo sembrare io il debole ma non volevo neppure perdere l’occasione. Valeria sarebbe giunta da me verso le cinque del pomeriggio, in modo da avere circa tre ‘ quattro ore libere per prendercela con calma.

Era tanto che non la vedevo e ora mi sembrava anche un po’ diversa. In particolare aveva sul viso un’espressione decisamente incuriosita. Non era facile rompere il ghiaccio anche perché entrambi sapevamo a cosa dovevamo arrivare ma nessuno di noi due voleva fare la prima mossa. Dopo un po’ si erano anche esauriti gli argomenti di conversazione e soprattutto volevo vedere fino a che punto lei aveva deciso di spingersi.

‘Ok Vale, ci siamo fatti una bella chiacchierata, ma se non sbaglio tu sei venuta qui per altro’.

‘Allora ci hai pensato?!’

‘Si, io si. Tu hai ancora quella voglia di fare sesso?’

‘Bhe’ non lo so’.’

Vedevo nei suoi occhi un po’ di titubanza. Era quello il momento di agire. Cominciai a baciarla sulla bocca ed a slacciarle contemporaneamente i jeans. Sopra aveva il solito mini top che non nascondeva minimamente la sua magnifica terza. Aveva recepito il messaggio, cominciava a scaldarsi e a prendere l’iniziativa. Intanto che ci spogliavamo l’un l’altro, ci toccavamo e ci baciavamo. Eravamo nuovamente nudi uno davanti all’altro, con il suo magnifico culo a sfiorare la mia cappella rossa e già umida.

‘Giò sdraiati, voglio dei preliminari lunghi. Inizia a leccarmi dai piedi e non tralasciare nulla’

‘Va bene, e tu poi cosa farai per me?’

‘Sai, ho scoperto che adoro fare i pompini’

Mi bastavano queste parole per partire a tutta velocità, iniziare a leccarle i piedi e a risalire verso la sua figa quasi completamente rasata. Aveva una voglia incredibile. Mentre le leccavo le parti intorno alle grandi labbra, Valeria con due dita si aprì la figa e con una mano, prendendomi per la testa, condusse la mia lingua sul suo clitoride. La mano continuava a spingere la testa e le lingua ad andare sempre più in profondità. Vista la quantità, non potevo fare a meno di bere i suoi umori e di farli ricadere in parte lungo il mio viso.
Staccandomi da questa morsa presi a risalire verso le sue tette. Quelle vere e proprie montagne mi aspettavano, erano li, tanto desiderate che ora mi sembrava quasi impossibile potermi riavvicinare. Io forse avevo ancora più voglia di lei di fare l’amore, di vederla godere per buttarsi poi stremata sul mio petto. Già, infatti era quasi sempre lei a stare sopra di me, in modo da poter decidere meglio il ritmo e la profondità degli affondi. Il suo seno non riusciva proprio a lasciarmi indifferente, iniziai così a leccarlo e a mordicchiarle i capezzoli sentendo i suoi gemiti di piacere. Era una delle zone maggiormente erogene del suo corpo e lo sapevo bene. Risalendo verso il suo viso, il mio cazzo era arrivato dalle parti della sua figa e il contatto tra i nostri sessi ci aveva come fulminato, aumentando ancora di più la voglia l’uno dell’altro. Guardando di sfuggita un orologio mi ero reso conto che i nostri preliminari andavano avanti da quasi tre quarti d’ora, e che nonostante la felicità, qualcuno la sotto aveva voglia di entrare attivamente in funzione.

Valeria per fortuna prendeva la pillola ed aveva appena terminato il suo ciclo, il che mi tranquillizzava dal punto di vista igienico. Anche se non era mia intenzione quella di sprecare il mio nettare laggiù. Avevo già per la testa idee migliori. Intanto che le allargavo le gambe per penetrarla il più a fondo possibile, Valeria iniziava un lento ma costante lavoro di mano sulla mia asta, in modo da renderlo il più duro e più grande possibile. L’ingresso fu devastante, quasi come se l’avessi nuovamente sverginata, tanto che rimase senza fiato per un paio di secondi. Questa volta ero io a stare sopra e data l’abbondanza dei suoi umori iniziai subito a spingere fino in fondo, fino a farle arrivare le palle a stretto contatto con il culo.

‘Giò &egrave magnifico sentire le tue palle che sbattono sul mio culo. Le sento pesanti, piene!’

‘Si sono piene e tu le svuoterai fino alla fine. Ora ti piacciono i pompini? Bene, dimostramelo appena vieni!’

‘Ok, ma ora passo io sopra, lo voglio sentire fino in fondo!’

Con un rapido movimento era passata lei sopra. Si era messa a smorza candela, le sue mani sulle mie gambe e le mie mani sul suo seno. Quando stava in questa posizione socchiudeva gli occhi, stava a bocca aperta, felice, capace di dire e di farsi dire qualunque cosa. In quei momenti le davo sempre della zoccola, della puttanella desiderosa di prendere più cazzi contemporaneamente. Tutto questo l’eccitava tantissimo al punto da farla venire in poco tempo. E anche questa volta aveva funzionato. La sua venuta era stata tanto abbondante che i suoi umori sgocciolavano lungo la mia asta, mentre io avevo tenuto il mio sperma in caldo per la sua pompa.

Ogni promessa &egrave debito. E così sfilandolo dalla sua figa aperta, rossa e caldissima, cambiammo posizione per facilitare il suo servizietto. Ero ancora io a stare sotto ma lei ora era inginocchiata tra le mie gambe. Si, ci sapeva proprio fare con la lingua. La passava lentamente lungo l’asta e poi su velocemente fino alla cappella che poi spariva nella sua bocca fino ad arrivarle in bocca. La succhiava, la leccava, se la passava sulle labbra e sulle guance. Sembrava essere il suo gioco preferito. Anche io iniziai a prenderle la testa con le mani in modo da spingerle il cazzo il più a fondo possibile dentro la gola.
Stavo quasi per venire quando decise di spostarsi, di abbassarsi e di iniziare un nuovo lavoro che non avevamo mai provato assieme. Intanto che con tre dita mi alzava le palle, con la lingua iniziava a leccarle e a scendere giù verso il mio culo. Non avevo mai provato una sensazione simile. Lasciò cadere delle gocce di saliva tra le mie natiche, mentre con la lingua continuava un meticoloso lavoro sulle palle. Visto che mi piaceva aprì la bocca e le inghiottì senza il minimo problema. Solo nei film porno avevo visto cose simili, ma qui ero io a viverle. Non mi ci volle molto per sentire lo sperma correre veloce dalle palle verso la cappella. Giusto il tempo di avvisarla e di metterle la punta del cazzo dritta in bocca. Non credevo di poter produrre tanto sperma. Valeria lo beveva senza il minimo problema ma a causa della quantità una parte le usciva dagli angoli della bocca formando due rivoli che arrivavano a bagnarle il seno.

Il suo tradimento, la mia vendetta, andavano avanti da ormai più di un’ora e mezza ed entrambi sembravamo decisamente felici. Purtroppo per lei si era fatta ora di tornare dal suo ragazzo ma salutandomi sulla porta di casa mi disse di restare in casa il pomeriggio seguente. Sarebbe tornata. Ero stanco, avevo bisogno di una doccia, di mangiare e di dormire, l’indomani si presentava già molto faticoso. Ma la vendetta non &egrave mai una passeggiata e in fondo ne valeva le pena.

Puntuale alle tre del pomeriggio, Valeria si presentò a casa mia. Questa volta quei pochi dubbi con i quali si era accompagnata il giorno prima erano rimasti a casa, le sue intenzioni erano ovvie. Aveva dei sandali con il tacco a spillo molto alto, non meno di una dozzina di centimetri, una minigonna cortissima e un top bianco, quasi trasparente, senza reggiseno. Magnifica. Mi sembrava di vederla la rabbia del suo nuovo ragazzo nell’assistere ad una scena del genere.
Volevo portarla verso il letto per sbatterla tutto il pomeriggio, ma evidentemente i suoi piani erano diversi. Arrivati al letto mi fece sedere e si allontanò di un paio di passi. Intanto che appoggiava una gamba sul tavolino, in modo da divaricarle, con una mano iniziava a sollevare quei pochi centimetri di mini gonna che aveva indosso. Sotto non aveva nulla, solo un sottile ciuffo di pelo sopra le grandi labbra. Con entrambi le mani iniziò a massaggiarla e di tanto in tanto a penetrarsi con le dita. Prima una, poi due, poi tre infine quattro dita che sparivano nella sua figa già ben rossa. Io ero uno spettatore incredulo davanti a tanta sfacciataggine ma onorato per un simile spettacolo riservato. Le dita uscivano bagnate e i suoi umori iniziavano a colarle lungo le cosce e le natiche.

Non connettevo più granché, mi lasciavo trasportare da ciò che vedevo. Valeria ad un tratto si avvicinò verso di me e mi invitò ad alzarmi per seguirla. Le sue idee erano chiare. Con la mano ormai sotto i miei pantaloni mi eccitava per renderlo il più duro possibile. Il cazzo era già di marmo e la cappella bella rossa. A gambe unite si mise a novanta lasciando al vento il culo bello nudo. Non servivano parole, il messaggio era arrivato. Voleva essere inculata, una pratica che le avevo insegnato io qualche anno prima e che adorava. Grazie ai suoi abbondanti umori il mio cazzo entrava senza troppi problemi e in pochi colpi mi trovavo già con tutta la mia asta dentro il suo morbido culo. Era una scena incredibile. Lei era li, a novanta gradi, con la testa e le braccia in avanti cercando un difficile equilibrio a causa dei miei colpi e dei suoi tacchi. Ma entrambi godevamo come mai. Tanto che l’orgasmo di Valeria arrivò dopo appena pochi minuti.

Immaginavo che quella sarebbe stata l’ultima scopata tra di noi e volevo gustarmela fino alla fine. Tolsi il cazzo dal suo culo e la feci sdraiare sul letto. Tolto il top appoggiai il cazzo tra le sue belle tette spiegandole che volevo una spagnola. Valeria lo massaggiava utilizzando il suo seno e il contatto tra i suoi capezzoli duri e la mia cappella mi provocava una lunga serie di spasmi. Ero anche io ormai pronto a venire. Ma questa volta le sarei venuto sul viso, in piena faccia. Lo puntai verso la bocca, gli occhi, il naso, ma i fiotti che uscivano dalle mie palle erano talmente lunghi e intensi che arrivavano a bagnarle per bene anche i capelli. Valeria aveva il volto quasi completamente ricoperto della mia sborra, i capelli bagnati e la punta del mio cazzo in bocca per gustarne le ultime gocce. Come al solito si era comportata da vera zoccola.

Quella fu l’ultima volta.

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