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Racconti Erotici Etero

il tuo sapore (l’incontro )

By 20 Aprile 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano giorni che non riuscivo a vederla.
Sempre impegnata: lavoro, figli, palestra.
L’ultima volta che ero stato con Paola era stato fantastico, una scopata magnifica, ma troppo veloce.
L’avevo incontrata dopo anni che non ci vedevamo.
Il lavoro ci aveva allontanato da giovani.
Lei era sempre stata una bella ragazza e adesso a 37 anni era splendente.
Rivederla nel mio ambulatorio dentistico era stato come ricevere una scarica di andrenalina gratuita.
Dopo i saluti rituali, avevo cominciato a fare domende più confidenziali, avevo scoperto che era divorziata da poco, in quel periodo era sola e buttò una frase che mi face eccitare subito: “con tanta voglia di divertirsi e recuperare il tempo perduto”
Io avevo sempre desiderato quella donna, in un lampo di coraggio, le dissi che se fosse stato per me l’avrei scopata anche in quel momento.
La sua risposta fu di allargare leggermente le gambe sinuose, (nascoste da una gonna nera a frappe) e dire;
“Non sarebbe una brutta idea, mi farebbe bene una bella scopata sana”
Passato l’attimo di stupore legato alla sua risposta, chiamai la mia segretaria, le dissi di annullare tutti gli impegni nelle 2 ore a seguire e mi buttai su di lei.
Non la spogliai neanche, era troppo la voglia repressa di Paola, la baciai con passione, le sue labbra accolsero la mia lingua, quel gesto di apertura mi fece quasi venire, le alzai il maglioncino e spostai subito il reggiseno.
Stesa sul lettino con le gambe aperte, il seno prorompente era uno spettacolo.
Slacciai i calzoni, mi tolsi tutto e con l’uccello in mano cercai subito la sua figa.
Il fatto era che io non ne potevo più, non cercavo preliminari, volevo solo possederla e così feci.
La spinsi sul bordo del lettino, le spostai lo slip alzandolo, feci passare il mio cazzo tra le sue grandi labbra e cominciai a spingermi dentro.
Era eccitata quanto me, l’imprevisto di quell’incontro rendeva tutto elettrizzante.
Il mio cazzo scivolò senza difficoltà fino a sentire le mie palle toccare la sua pelle, era sesso puro, solo sesso, ma fu gran sesso.
Venni dopo 30 secondi che ero dentro di lei, ma questo non era un problema, io non mi ammoscio, anzi, cominciai a scoparla seriamente solo dopo.
I suoi gemiti di piacere venivano coperti dai miei baci, le sue gambe appoggiate sulle mie spalle seguivano i miei ritmi, la tenevo per il sedere, per fare in modo che mi prendesse tutto.
Quando mi spingevo in fondo, mi fermavo, la guardavo,assaporavo il suo viso contratto dal desiderio e poi ripartivo.
Andammo avanti per una buona ora.
Fu fantastico e fu anche la scopata più lunga che ricordavo.
Ci lasciammo con mille promesse, poi per un motivo o un altro non ci eravamo più reincontrati.
Nei miei ricordi mi veniva in mente tutto di quella scopata, ma non ricordavo niente della sua figa, solo dopo con calma, mi ero reso conto che non l’avevo neanche vista, ero talmente preso a scoparla che non l’avevo spogliata e questo mi mancava.
Volevo assaporare tutto di lei e volevo farle sentire quanto fossi bravo con la lingua e poi volevo anche il resto.
Insomma, la grande scopata che avevo fatto, era stata molto limitata.
A pensarci bene, mi ero comportato come un ragazzino, l’odore della sua figa, il suo sguardo, mi avevano fatto pensare solo a scoparla, bella scopata ma limitata.
Adesso volevo farle vedere di cosa ero capace nei momenti dell’amore.
La sua telefonata fù la manna caduta dal cielo, la invitai a casa mia, ma lei voleva rifarlo sul lettino, quella situazione l’aveva stimolata molto e così fu.
Il giorno dopo alle 16 me la trovai in sala d’attesa, bella più che mai.
Avevo disdetto tutto per stare con lei, appena la vidi la tirai verso di me e le misi una mano tra le coscie.
La cinsi a me per farle sentire che ero già eccitato e pronto per lei, poi deciso la sbattei sul lettino e le dissi :
“spogliati”
Lei cominciò uno spogliarello sensuale, si dimenava, muoveva il culo in un modo indescrivibile mentre si slacciava la gonna, sotto si era messo il meglio del meglio, autoreggenti nere con perizoma nero.
Era splendida, sexi, passionale mentre si slacciava il reggiseno per mostrarmi ancora una volta i suoi seni, i capezzoli, durissimi, tesi, facevano capire quanto fosse eccitata.
Si tolse piano le autoreggenti e infine fece scivolare anche lo slip.
La guardavo estasiato, aveva una figa curatissima, i peli formavano un triangolo piccolo ma perfetto, adesso che la vedevo per la prima volta potevo notare che era abbastanza stretta, sembrava quasi di primo pelo.
Se non fosse stato per la facilità con cui l’avevo posseduta, avrei pensato che era quasi vergine.
Era nuda, la feci mettere con le gambe aperte sul bordo, senza spogliarmi, mi inginocchiai e cominciai a cercare il sapore della sua figa.
Avevo voglia di scoparla con la lingua, volevo conoscere tutto di lei, il suo clitoride sproporzionato per quel corpo subì l’entrat della mia lingua e i suoi gemiti ,sotto quell’attacco, divennero urla.
Era completamente partita.
La stavo scopando come lei voleva, sentivo che cercava di scapparmi via, perch&egrave il godimento che le creavo con la mia lingua era troppo forte, la tenevo ferma per le anche e le bloccavo la fuga, mi diceva;
“fermati,ti prego fermati ”
Ma io volevo che si ricordasse di quel giorno per sempre, continuavo a tenerla ferma, la lingua succhiava quel pezzo di carne come fosse l’ultimo pasto del condannato, non pensavo a altro, non mi interessava scoparla ne sodomizzzarla, volevo la sua figa in quel modo, la sua splendida figa completamente alla mia merc&egrave.
Ormai era solo un gemito continuo, bloccato solo dalle convulsioni del godimento.
Non la facevo riposare, continuavo a leccarla, succhiavo tutto di lei, entravo col quel piccolo cazzo in lei e le roteavo dentro, poi ritornavo sul suo clitoridee, lei lì impazziva.
E’ stata una scopata di lingua dedicata solo a lei, 30 minuti solo di lingua, alla fine ho sentito che veramente non aveva più niente da dare,allora ho smesso, sono uscito e ho cominciato a guardare tutto il resto del suo splendido corpo, ho guardato il mio uccello teso nell’attesa e i miei pensieri sono volati a cercare il loro sfogo—

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