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Racconti Erotici Etero

il vizio del gioco 1

By 13 Settembre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Era la prima volta che andavo al casinò,mi ero fatta coinvolgere dai racconti della mia amica Luisa, sapevo che mi sarebbe piaciuto giocare, lo sentivo dentro.
L’ andrenalina che mi dava puntare su quei numeri di quella roulette francese era inebriante.
Quello che non sapevo era come sarei diventata, pur di potere giocare in quel casinò.
Ciao a tutti,sono Giada,27 anni, felicemente fidanzata sino a qualche mese prima.
Sono a detta di tutti gli amici e conoscenti, una ragazza appariscente e sensuale e questo ha ulteriormente accelerato il mio passaggio alla umiliazione fisica che adesso vado a raccontare.
Paolo era stato il mio amore per 7 anni,unico fidanzato e unico uomo che era stato dentro di me, credevo che fosse l’uomo della mia vita e con lui ho assaporato il piacere dell’amore e del sesso; nella mia testa lo vedevo padre dei miei figli e così sarebbe stato se quel giorno,non avessi seguito Luisa.
Ricordo come fosse adesso il piacere nel vestirmi pensando a quell’ambiente tanto desiderato e letto, tutto sembrava perfetto, quando sono entrata e per la prima volta ho visto tutti quei tavoli e quelle fisches, ho sentito i brividi percorrermi la pelle.
Ho cominciato a giocare e a divertirmi e come spesso accade la fortuna dei principianti mi aveva portatato a vincere;ma era solo una illusione temporale, mi accorgevo di come il mio corpo attirasse lo sguardo di molti uomini, ero talmente inebriata dal mio successo,mi sentivo una Dea sopra a tutti,non avevo tempo per nessuno e l’unica cosa che mi interessava era giocare.
Era stata una giornata fantastica, tutto era stato perfetto e come avevo immaginatotutto era sublime.
Avevo mangiato direttamente al casinò per paura di perdere l’attimo fuggente e anche dopo cena ,avevo continuato a vincere.
Ero uscita con una cifra più che raddoppiata e mi stupivo del tempo perso nel mio lavoro visto che era così facile vincere; a nulla servivano le parole della mia amica sulla mia fortuna e sul fatto che alla fine si perdeva: non era possibile io ero Giada la super fortunata .
Cominciai così a andare tutti i giorni al casinò, trascuravo il mio lavoro e miei amici e soprattutto il mio ragazzo, il quale quando capì che ormai ero persa e irrecuperabile, mi lasciò al mio destino.
E così cominciò a girare il vento e venne il periodo della sfortuna.
E cominciai a scoprire cosa vuole dire essere malati del gioco.
Dopo poche settimane ero sotto di migliaia di euro e sotto in banca; pur di giocare mi davo malata, ma i soldi erano agli sgoccioli e così quel giorno, divenni quello che non avrei mai creduto possibile:una puttana per giocare.
Avevo sempre continuato a essere ben vestita, anzi, con le prime vincite ero andata a farmi un guardaroba ancora più sensuale, mi piaceva essere guardata da sempre.
Quel giorno avevo messo un vestito nero che mi cadeva a pennello, i miei capelli biondi erano l’apice di una stupenda visione; anche io guardandomi allo specchio, mi sarei fischiata dietro per quanto ero eccitante.
Senza reggiseno i miei capezzoli,forgiavano la loro tensione al contatto della seta, le mie natiche spingevano su quel vestito e il perizoma sembrava inesistente facendo pensare a molti che ero completamente nuda .
Le mie mosse e i miei sorrisi su quel tavolo da gioco erano rimaste aggraziate, solo dentro cresceva il vuoto, così quando la mia ultima fisces veniva persa, ,la mia disperazione mi portò a cercare il direttore di sala per avere un prestito.
Era un uomo sui 45 discreto e professionale,mi ricevette con gentilezza nel suo ufficio e mi ascoltò con calma, io cercavo di convincerlo con mille scuse,volevo fisces niente altro che fisces per giocare e gli dissi che lo avrei ripagato con gli interessi, che ero una ragazza con un onore e che avrei rispettato i miei impegni e aspettatati la sua risposta.
Lui mi guardava negli occhi intensamente e mi disse;
‘la conosco, molti miei clienti mi hanno parlato di una splendida ragazza bionda che svolazzava sui nostri tavoli e molti hanno anche espresso il desiderio di conoscerla; ovviamente io ho sempre protetto la sua privacy sino ad oggi.’
Quella frase lasciata cadere e il tempo che passava avevano acceso le mie speranze di avere un prestito, così la mia delusione fu ancora più forte quando mi disse che la mia situazione finanziaria non gli permetteva di aiutarmi.
Ero senza parole, disperata, vedevo i suoi occhi sulle mie gambe e giocai la mia ultima carta, spostai le cosce ,facendo alzare un poco il vestito,sapevo che in quella posizione, lui poteva quasi vedere il perizoma, ma in quel momento pensavo solo a raggiungere il mio scopo’GIOCARE’.
‘certo che se lei si dimostrasse un poco compiacente con alcuni nostri ospiti,il discorso sarebbe tutto diverso’
Analizzavo le sue parole ,avevo capito cosa voleva dire, non ero stupida, qualche secondo e gli dissi che ero disposta a molto pur di stare nell’ambiente e quella risposta fu la mia fine di ragazza per bene.
Mi guardava, vedevo nei suoi occhi il desiderio, ero inbarazzatissima ma decisa a rimediare le mie fisces; poi avrei vinto e pagato i miei debiti e avrei smesso di giocare.
Aprì un cassetto e tirò fuori alcune centinaia di euro,poi si mise a sedere si slacciò i calzoni e abbassandoli,tirò fuori un cazzo mediocre e prendendolo in mano mi disse;
‘Vieni qui,fammi un bocchino come si deve, fammi vedere cosa vali, poi decido se farti conoscere alcuni miei clienti’
Sapevo che sarebbe successo ma una cosa era saperlo e una cosa farlo davvero;per la prima volta vedevo un cazzo che non era quello del mio ragazzo e io non ero certo una troia a letto e adesso dovevo passare l’esame di puttana per avere soldi.
Dovevo decidere in fretta e la mia decisione fu di alzarmi e mettermi in ginocchio tra le sue gambe .
Chiusi gli occhi e pensai al mio ragazzo mentre con le labbra cominciavo a farlo entrare in me, la mia lingua automaticamente cominciava a roteare sulla sua cappella e le mie mani erano sulle sue palle, lo stringevo forte, sentivo le sue vene pulsare mentre cominciavo a succhiarglielo tutto e a andare avanti e indietro.
Non mi interessava sapere cosa pensava di me, mi interessava solo farlo godere e in fretta perché volevo tornare di là ai tavoli per giocare e così ci misi più impegno di quanto facevo con il mio fidanzato.
Sentivo le sue parole che mi facevano complimenti e poi sentii anche il suo sperma che violentemente mi riempiva la bocca, La sua mano sulla nuca unita alla sua richiesta ,mi obbligarono a berlo tutto, non l’avevo mai fatto prima e fu molto difficile quella prima volta;un senso di vomito mi accompagnava mentre ingurgitavo quello sperma,ma tutto fu ben presto dimenticato.
Le sue mani mi avevano stretto i seni nel momento del suo orgasmo e mi aveva fatto anche male ma anche quello fu dimenticato mentre tornavo a puntare i miei numeri.
Alla fine della sera ero di nuovo senza un euro.
Raccogliendo il poco orgoglio rimasto, decisi di uscire e tornare a casa.
Lì nel mio letto, mi odiavo per quello che avevo fatto al direttore, per come ero caduta in basso e mi ripromisi di smettere tutto.
Facile a dirsi a quell’ora della notte, quando era tutto chiuso, molto più difficile quando all’apertura delle sale come una drogata, cominciai a sentire il richiamo di quel maledetto casinò.
La mia resistenza effimera cedette dopo circa un ora di tentennamenti, sapevo cosa dovevo fare per rimediare soldi e così mi vestii con gli abiti più provocanti e tornai al casinò.
Giravo per i tavoli aspettando che succedesse qualcosa e infatti dopo una decina di minuti,venni chiamata dal direttore.
‘sei ancora più bella oggi, ti posso offrire da bere o vuoi qualche cosa di altro’
Le sue parole dette a mezza voce erano chiaramente una provocazione, il bastardo sapeva che avevo perso la sera prima e sperava di potere avere ancora la mia bocca,.
Almeno così credevo..
‘Voglio giocare’
Mi guardava desideroso, sapevo che vestita con quella mini e poco altro, sui miei tacchi a spillo, facevo un figurone.
Il cassetto si aprì di nuovo e altri soldi caddero sul tavolo.
‘Sali sul tavolo ‘
Non lo feci attendere,mi trovai sul bordo di quel legno duromentre lo vedevo spogliarsi,e quando il suo cazzo si fece strada facendomi sentire tutto il suo desiderio, chiusi di nuovo gli occhi e cominciai a sculettare per farlo venire in fretta.
Ancora una volta mentre lo sentivo venire nella mia figa, ero stupita di come non mi fregasse di altro che avere le mie fisces.
Il passaggio da brava ragazza a puttana era iniziato e io accettavo quel fatto come una realtà inevitabile..
Dopo due ore ero di nuovo davanti a lui a chiedere un altro poco di soldi e lui che sorridente chiamava un cellulare e mi diceva di aspettare.
Apparve un vecchio sui sessanta anni,questo aveva davvero una barca di soldi e una faccia da vero porco:appena entrato il direttore mi dice che ha spiegato al suo cliente quanto sono disponibile e calda in certi momenti e subito dopo esce lasciandomi solo con il vecchio bavoso; il quale, come se tutto fosse dovuto,tira fuori il cazzo ( questa volte di misure notevole)i e mi dice;
‘Vediamo se i miei soldi sono spesi bene’
Mi prende i capelli e tirandoli forte, mi obbliga a fargli un bocchino, io appoggio le mani sui suoi fianchi e mentre comincio a succhiargli il tutto, sento le sue tasche ricolme di fisches e allora mi lascio andare a un pompino da 10 e lo faccio morire sotto le mie leccate.
Lo sento gemere e dirmi parole volgari poi mentre aspetto che mi venga in bocca, lui mi ferma e mi fa alzare e mi fa girare facendomi mettere le mani appoggiate al tavolo, mi sfila il perizoma e mi dice che ho un culo da sballo,poi senza dire altro mi allarga le cosce e me lo mette nella figa e comincia a pomparmi come un ossesso.
Anche non volendo, sono bagnata e così facilito la sua entrata e subisco le sue spinte.
Il vecchio &egrave uno che la sa lunga, si ferma sempre al momento giusto e le sue carezze cominciano a scaldarmi mio malgrado.
Sento quel cazzo che mi sta allargando per bene e quando sento le sue parole dirmi;
‘ho voglia di mettertelo nel culo,se ci stai ti faccio ricca,’io gli dico di no, che non l’ho mai fatto e che non sono una troia.
Lui sorride a quella mia frase e dandomi un colpo violento, mi riempie del suo sperma e mi lascia senza fiato attaccata a quel tavolo,con le gambe appiccicate dal suo sperma che scende .
Mi mette in mano una fisches da 500 euro e mi dice;
‘la mia proposta rimane valida, hai un culo che parla tanto &egrave bello, se cambi idea io sono al trente-quarante sino alle due di stanotte:.pensaci’
Lo vedo uscire mentre dolorosamente torno con i piedi per terra e mi ricompongo per andare a giocare i miei 500 euro.
&egrave proprio una giornata storta, alle 11 di sera sono di nuovo in bolletta e mi guardo attorno per cercare un aiuto.
Vedo il vecchio ma non voglio stare con lui, vado dal direttore,il quale non mi riceve e mi dice che per quel giorno basta così.
Mi guardo attorno, spero che qualche cavaliere bianco venga a salvare il mio culo ma i cavalieri bianchi esistono solo nelle favole;esco frustrata dal casinò,percorro qualche metro e poi accetto la mia sconfitta; torno dentro e vado dal vecchio.
Gli sussurro all’orecchio che devo parlargli, lui senza neanche girarsi mi appoggia una mano sul sedere e sfacciatamente scende sotto la mini e poi risale e comincia a accarezzarmi le natiche sotto il perizoma.
Sono imbarazzata, so che molti stanno guardando quella mano furtiva che si muove sul mio sedere, ma so anche che non ho alternativa e sorridendo;appoggio le mie mani sulle spalle del vecchio accettando le sue avance.
Mentre mi sento accarezzare nelle mie parti più intime, spero che qualcuno vedendo la scena, venga a dirmi che mi desidera e mi salvi dal mio destino ma invece l’unica frase che sento &egrave quella del vecchio che dice;
‘&egrave proprio vero, donne e gioco non vanno d’accordo,’ sbuffando ,mi stringe il sedere e si alza dicendomi;
‘andiamo ‘
Lo seguo senza fiatare, so cosa vuole e non ho più niente per evitare la mia prima volta sodomia;mentre cammino penso a quel suo cazzo nel mio sedere e solo questo mi fa stare male;lui mi porta in una camera adiacente al casinò e mi fa entrare, io vado sul letto e lui mi dice;
‘non mi piace farlo nel letto,apri la finestra e guarda fuori’
E io eseguo,apro quella finestra che da verso i monti e mi appoggio con le braccia e aspetto.
Sento il suo fiato vicino al mio collo e lo sento abbassarmi il perizoma poi vedo che armeggia con un liquido, mi dice che &egrave olio di vaselina che con quello sarà tutto molto più facile e io tremante allargo le gambe e gli permetto di spalmarmene un poco sul mio sedereo vergine; lo vedo che olia il suo cazo e poi che si appoggia ai miei fianchi con le mani e sento il peso del suo corpo mentre comincia a spingersi nel mio orifizio, il mio gemito alla sua prima pressione &egrave niente al confronto dell’urlo che emetto quando decide che &egrave ora di deflorarmi:mi tiene ferma per i fianchi e comincia a penetrare per tutta la sua lunghezza e io mi sento morire.
Quando capisco che &egrave tutto dentro, spero di avere finito di soffrire ,ma lui comincia a scoparmi il culo come se lo avesse messo davanti e lo fa con tanto ardore che io perdo l’equilibrio e scivolo sulla finestra, lui mi prende per i capelli e mi chiede se mi sono fatta male,alla mia risposta negativa mi dice;
!allora spingi quel culo indietro e guadagnati i tuoi soldi.’
Quelle parole ,sono peggio di un cazzotto allo stomaco, per la prima volta mi sento davvero una puttana,comincio a muovermi come mi ha chiesto e sento che ormai il mio dolore &egrave nella testa,non più nel culo,così faccio il meglio per accontentarlo e finalmente poco dopo lui erutta il suo sperma nel mio intestino.
Lo accolgo tutto e vedo la mia fisces tanto desiderata uscire dalle sue tasche.
Mi da una pacca sul sedere e mi dice che sono una bella figa,calda e stretta, proprio come piace a lui; mi accarezza la pelle, i seni, il collo,evito il suo tentativo di baciarmi e allora mi dice;
‘scontrosa—,non vuoi la mia lingua,ma accetti il mio cazzo nel culo’
e per la seconda volta in quel giorno mi lascia li a gambe aperte lanciando una frase;
‘Ho un amico a cui piace scopare in tre,se sei proprio messa male, sai come guadagnarti due soldi’
Lo dice con senso ironico, ma deciso, non sta scherzando, &egrave veramente una nuova proposta sessuale,ancora più spinta.
Lo vedo uscire mentre il mio sedere comincia a tornare normale e il mio cuore diventa sempre più arido.
Torno al mio tavolo e ricomincio a giocare con la mia vita sapendo che male che vada, qualche spicciolo riesco sempre a rimediarlo—

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