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Impensabile trasformazione

By 11 Novembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci sono comportamenti nostri o di chi si ama che a volte ci sembrano inspiegabili e che mai ci saremmo neanche sognati di poter avere. Penso che a molti sia capitato di pensare con fastidio alla propria donna alle prese con il cazzo di un altro.
A me, in coscienza era capitato parecchie volte e col tempo la scena, inizialmente fastidiosa, aveva cominciato a procurarmi eccitazione. Erano ormai più di vent’anni che ero sposato con Marina,una donna bella, ma non appariscente, alta 1,60, una terza di seno che, nonostante i suoi quarantadue anni, sfidava ancora la forza di gravità e puntava ancora in alto i due grossi capezzoli senza alcun sotterfugio ‘chirurgico’, un bel culo a “mandolino”e, su tutto, due bellissime gambe.
Eravamo coetanei e, nonostante la ‘giovane’ età, avevamo due figli , Cinzia di 20 e Marco di 18. In pratica a ventidue anni eravamo già genitori. E come avremmo potuto evitarlo? Marina mi coinvolgeva tanto, chiavavamo a più non posso appena si presentava l’occasione anche cinque, sei volte al giorno, una volta bloccai un ascensore e me la chiavai in piedi, lì dentro!
Un giorno per il troppo ardore si sfondò il preservativo, una sola volta su tantissime, e rimase incinta. Decidemmo di comune accordo di far nascere il figlio, o meglio la figlia.
Ci sposammo in municipio con il proficuo aiuto della sua famiglia, visto i rapporti tesissimi che avevo con mio padre e che mi avevano costretto a lasciare la casa paterna a soli diciotto anni.
Dicevo di Marina, negli anni era diventata ancora più bella e adesso era al culmine del suo splendore eppure, nonostante ciò, non era affatto appariscente, merito anche del suo vestire sobrio, senza eccedere nel trucco, di cui non aveva di certo bisogno. Anzi negli ultimi anni aveva iniziato anche con l’intimo ad usare dei castigatissimi slip e reggiseni ; con mio grande disappunto erano pochissime le occasioni di vederla con un intimo più sexy. Con i due figli che avevano da poco iniziata l’università, la vita trascorreva tranquilla, non avevamo assolutamente alcun problema economico, nessun problema di salute. A letto devo riconoscere che continuava a non negarmi nulla, continuava a farmi pompini ingoiando la mia sborra e, quando glielo chiedevo, continuava a farsi inculare, eppure col tempo i nostri rapporti erano diventati abitudinari, di routine, niente a che vedere con l’ardore dei primi anni.

Forse per spezzare questa routine cominciai a fantasticare durante i nostri rapporti. Spesso la facevo mettere carponi sul letto e le infilavo il cazzo in fica da dietro (alla pecorina) ed immaginavo che lei prendesse contemporaneamente un cazzo in bocca da un altro maschio. La cosa mi eccitava parecchio, avrei voluto farla partecipe di questa mia fantasia, ma non ne avevo il coraggio.
Un giorno seppi di un film di un famoso regista che proponeva sempre film porno, ma non hard. Erano vari episodi ed in uno di questi il marito permetteva alla moglie un rapporto anale con un cameriere mentre lui si faceva spompinare. La moglie aveva acconsentito, ma per superare l’imbarazzo e la vergogna per la situazione, lui le aveva detto di bere dello champagne e fingersi brilla. Insomma le dava la scusa per il suo comportamento da troia. Insomma quasi la mia fantasia e, ironia della sorte, Marina, mia moglie, aveva sempre asserito che non reggeva bene l’alcool, le bastavano un paio di bicchieri di vino per farla ‘sciogliere’.
Veramente avevo qualche dubbio al proposito, qualche volta avevo notato durante qualche pranzo ‘affollato’ con parenti e amici che ne aveva bevuti parecchi in più dei suoi dichiarati due, e le avevo visto tenere un comportamento normale.

Decisi comunque di tentare di approfittare di quel che diceva e,appena si verificarono le circostanze adatte, cioè quando eravamo lontano dai figli, con una scusa stappai una bottiglia per farle bere qualche bicchiere di buon vino. In effetti poi a letto riuscii a godere parecchio per la sua ‘allegria’; ripetei la cosa altre volte e, sempre non me ne pentii. Lei a letto sembrava un’altra, si sfrenava in mille modi e si faceva fare e dire qualsiasi cosa, mi sembrava tornare d’un colpo a vent’anni prima, spesso si era fatta chiavare finanche mentre, completamente nuda, era affacciata alla finestra; è vero che era notte fonda, ma poteva essere comunque vista da qualcuno del fabbricato di fronte!

Sono la tua troia, dai sbattimi tutta col tuo bel cazzone e dopo rompimi pure il culo’, portami in metro e fottimi anche in mezzo alla folla!

E questa era solo una delle tante frasi che le uscivano spontanee appena le sfilavo il cazzo dalla bocca, anzi come lei lo chiamava il ‘cazzone’, ossia un discreto affare di circa 22 cm e grosso di diametro, un attrezzo che, assieme al mio bel fisico, 1 metro e ottanta per 75 kg di peso, non mi aveva mai fatto mancare la compagnia femminile. A dire il vero da quando mi ero sposato non avevo mai tradito mia moglie, pur non mancandomi l’occasione. Del resto non c’era ragione per farlo, Marina a letto sapeva farsi valere, e poi, come ho detto prima, c’erano ‘le varianti del vino’. Inoltre il riferimento alla metro non era causale, da giovani fidanzatini un giorno eravamo in metro in una calca indescrivibile, io con le spalle contro la parete in fondo alla carrozza riuscii ad infilarle il cazzo tra le cosce, ma poi mi ricomposi in fretta per farla girare e mettere al posto mio: uno stronzo si era piazzato dietro di lei e le strusciava il cazzo sul culo!

Visto il successo della variante ‘vino’, un giorno decisi di comprare il dvd del film e un sabato sera, liberi dalla presenza dei figli, vedemmo il film.

Beh, certamente io non avrei bisogno della ‘scusa’, visto che veramente perdo il controllo con un paio di bicchieri!

Allora saresti disposta ad un rapporto a tre?

Ma sei matto? Dicevo solo che se bevessi due coppe di spumante, come quella nel film, perderei veramente il controllo, e tu lo sai benissimo, visto che qualche volta te ne sei anche approfittato!

Perché adesso a far l’amore con la propria donna si ‘approfitta’.

Di nuovo fraintendi, volevo solo dire che, come poi mi hai raccontato, ti è piaciuto molto far l’amore quando ero particolarmente ‘allegra’. Del resto anche a me piace concederti un extra, altrimenti non avrei accettato di ‘brindare’.

Va bene, però adesso approfittiamo che siamo soli e non perdiamo altro tempo.


In braccio la portai in camera da letto, il film ci aveva messo una gran voglia addosso. La depositai delicatamente sul letto e cominciai a spogliarla tutta, lasciandole addosso solo gli slip. Mi spogliai completamente e subito le infilai il cazzo in bocca, poi mi ricordai di una scena del film, andai in bagno e presi lo spazzolino da denti elettrico e, dopo averle tolto gli slip, glielo passai sulle fica, massaggiandole le piccole labbra e il clitoride.

Ti sto facendo il trattamento riservato alla protagonista del film, perciò adesso, come lei, mettiti in posizione solo che io ti chiavo in fica e non in culo!

Le infilai tutto il cazzo in una fica inzuppata dei suoi abbondanti umori, il trattamento doveva esserle stato di particolare gradimento, e cominciai a chiavarla.

Mamma mia Marina, stanotte ti stai superando, sento la tua fica che si contrae sul mio cazzo come non mai, dai così, che fuoco, ma ti stai anche tu immaginando di avere un cazzo in bocca, il cazzone di quel cameriere!

Sì, ma sempre il tuo bel cazzo, a me piace il tuo e solo il tuo. Continua così, dai, dai , haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh, haahh, Haahh, aahh.

Raggiungemmo l’orgasmo, aveva ammesso che mentre la chiavavo aveva fantasticato di prendere in bocca contemporaneamente un cazzo, ma aveva detto che era il mio, mentre io sì, avevo fantasticato che lei spompinava il giovane cameriere, mentre me la chiavavo. Fu una serata di ‘fuoco’ e senza neanche bere un goccio di vino!

Era solo l’inizio, avevo ormai deciso che dovevo trovare il modo per osare di più e neanche avrei potuto immaginare quello che in seguito sarebbe accaduto!
Un paio di giorni dopo ero al telefono con mia moglie, quando avvertii un forte rumore provenire dal corridoio. Interruppi la telefonata posando la cornetta e mi precipitai fuori per rendermi conto dell’accaduto. Quando mi accorsi che si trattava solo della caduta di alcuni contenitori d’acqua per i beverini, tornai in ufficio. Stranamente sentivo una specie di sommesso chiacchiericcio. Istintivamente diedi un’occhiata al telefono: la cornetta non era in posizione di riposo, era da lì che provenivano i suoni. Probabilmente non avevo chiuso la telefonata, mentre Marina doveva averne avviata una a tre senza accorgersene. Era lei infatti che parlava con un’amica che risiedeva in un’altra città. Stavo per posare la cornetta quando un’affermazione dell’amica accese la mia curiosità:

Assolutamente evita di incontrare con tuo marito quella cretina.

Ma ha detto di essere di passaggio col marito e partirà domani stesso.

E tu inventati una scusa qualsiasi ed evita di incontrarli.

Ma perché?

Perché è una cretina e il marito un deficiente. Pensa che per tenerli lontano mio marito fu costretto finanche a cambiare la filiale dove lavorava.

Ma insomma cosa ti ha combinato!

Era quasi tre anni fa e, per puro caso ci incontrammo. Figurati che i nostri mariti lavoravano assieme da anni e mai ci eravamo incontrate. Fu così che iniziammo a frequentarci, a passare qualche sabato sera assieme. Una sera lei prese a parlare dei tempi del liceo, di quando ci confidammo dei nostri sogni erotici, ricordi?

Cavolo se ricordo. Scrivemmo su un foglietto ognuna i propri sogni in ordine di importanza, poi mischiammo i foglietti e leggemmo quello che avevamo scritto.

Già, che cretine, come se poi dalla scrittura non ci saremmo riconosciute!

Beh, alla fine ricordo che erano ricorrenti tre sogni.

Già, fare sesso con due uomini contemporaneamente.

E questo lo indicammo tutte e tre per primo.

Poi c’era il fare sesso con uno sconosciuto al buio e infine farsi sbattere con forza da un maschione.


Insomma lei cominciò a rimarcare il fatto che per tutte e tre di noi il primo sogno era quello di stare con due uomini. Poi improvvisamente mi chiese se avevo poi attuato qualcuno di questi sogni. Le risposi di no ed anche lei mi disse che erano rimasti sogni che al massimo le ripassavano in mente mentre faceva sesso col marito. Comunque non si parlò più della cosa, la serata finì come sempre. Ci vedemmo un altro paio di sabati senza più accennare a nulla. Poi una sera, mentre eravamo in pizzeria, il marito cominciò a portare il discorso sulle fantasie sessuali. Cominciavo a chiedermi se quella cretina non gli avesse parlato delle nostre. Per fortuna mio marito, vedendo il mio fastidio per il discorso, riuscì a deviarlo su tutt’altro argomento. Fu quando i due uomini uscirono per fumare che capii che doveva essere stata proprio lei a chiedere al marito di intavolare il discorso, infatti una volta sole lei disse:

Ma lo sai che appena Stefano ha saputo delle nostre fantasie adolescenziali invece di arrabbiarsi mi ha proposto di farmi sbattere da un amico assieme a lui? Ha detto che vorrebbe vedermi prenderlo in culo o in fica mentre io gli faccio un pompino.


Le risposi che era meglio che ci pensasse bene, che alla fine era meglio un sogno idealizzato al massimo che la realtà, ma quella mi rispose:

Senti, sono anni che ci penso. Tutte le volte che Stefano mi fa mettere a pecora, e lo fa quasi sempre, io immagino che dietro di me ci sia un altro mentre lui me lo infila in bocca. Poi l’altra sera aveva voglia, mi ha fatto mettere in posizione e mentre mi chiavava mi ha detto di immaginare che fosse presente anche tuo marito.

Ma che vi viene in mente a voi due?

Ma dai Clara, le fantasie erano anche le tue. Possiamo metterci assieme. Visto che stiamo con una sola auto, stasera mi riaccompagnate a casa, mio marito viene con voi e resta per la notte. La settimana prossima sarà il mio turno di farmi sbattere dai due. Siamo tra amici, sesso pulito e sicuro.

Scusa, ma non se ne parla neanche! Assolutamente no!

Aspetta a parlare, capisco che forse sono stata precipitosa. Parlane pure con tuo marito con calma. Poi mi farai sapere, tanto i nostri uomini si vedono tutti i giorni.


Tornai a casa turbata. Mio marito si accorse che ero distratta, pensierosa. Volle conoscere il mio cruccio ed io alla fine gli riferii tutto.

L’avevo immaginato, Stefano mi ha fatto tanti strani discorsi, ci girava attorno ma alla fine avevo capito dove voleva andare a parare. Figurati se possiamo fare una cosa del genere. E poi con gente che si conosce e si vede pure tutti i giorni. Pensa che quelli che praticano queste robe lo fanno in completo anonimato, semmai vanno anche in altre città, mentre io vedrei quel cretino tutti i giorni. Non ti preoccupare, risolviamo subito tutto. Eviteremo semplicemente futuri incontri con loro due.


E così cominciammo ad evitarli. Per me era semplice. Avevo la doppia scheda telefonica e lei aveva solo un numero che cercai di non usare. Invece per mio marito era dura, Stefano praticamente gli stava addosso tutti i santi giorni per cercare di convincerlo. Alla fine fu costretto a cambiare filiale, anche se era più lontana da casa.

Allora da allora non l’hai più vista?

Solo qualche volta, di strada, giusto un saluto e poi via. Certo che però devo riconoscere che alla fine un tarlo in testa ce lo avevano messo e con buoni risultati. Iniziammo a fare sesso più spesso e con più foga del solito. E, mentre prima lo facevamo nella classica posizione del missionario, dopo iniziammo a farlo alla pecorina.

Praticamente entrambi avevate la stessa fantasia.

Non solo. Avendo saputo delle altre, a volte al rientro a casa, appena chiude la porta mi afferra e mi scaraventa ancora vestita sul letto, mi strappa letteralmente la camicetta e gli slip e mi chiava con forza, quasi mi violentasse.

Caspita, quasi, quasi mi confesso anch’io con mio marito.

Te lo consiglio. Lo sai che un paio di volte è rientrato prima da una trasferta, senza dirmi nulla? In piena notte mi sono risvegliata con uno sconosciuto addosso che mi aveva già penetrata. La prima volta veramente pensavo che fosse uno sconosciuto e mi sono letteralmente scatenata, godevo come una porcella, gli ho dato la fica e il culo, sono venuta almeno quattro volte. Solo quando me lo ha infilato in bocca l’ho riconosciuto dal sapore e dall’odore. A lui poi ho detto che l’avevo riconosciuto subito.

Cavolo Clara, stai proprio diventando una bella porcella. Adesso ti manca solo la fantasia principale e poi sei a posto.

Veramente Marina ormai non mi manca proprio nulla!

Non mi dire. Hai attuata anche quella?

E’ già! Sai com’è, era passato ormai più di un anno da quando avevamo iniziato a fantasticare. Eravamo al mare. I nostri vicini avevano fittato il loro chalet ad una coppia che veniva dal Belgio. Erano due bei giovani disinibiti, lei, una sventola bionda di circa venticinque anni, 1,70 di pura bontà con due cosce lunghissime, il primo giorno venne in spiaggia in topless e perizoma, mandò subito in erezione Piero che dovette coprirsi con un asciugamani, ma anche la maggior parte dei maschietti che erano in spiaggia avevano occhi solo per lei. Un po’ arrabbiata per la cosa mi tolsi anch’io il top.

Caspita Clara, con la quinta che porti!


Appunto, infatti anche al giovane si drizzò subito l’arnese e non fece nulla per nasconderlo, con mio grande piacere visto pure che sembrava anche più ‘attrezzato’ di mio marito. Insomma quel giorno saltammo il pranzo, appena a casa Piero mi sbatté sul letto come mai aveva fatto prima, mi mise a pancia sotto e cominciò a darmi dei tremendi colpi col cazzo in fica. Mi diceva di pensare al giovane sulla spiaggia, ma non c’era certo bisogno che me lo suggerisse lui! Il pomeriggio ritornammo in spiaggia, ma i due non c’erano. A sera tornavamo dalla pizzeria quando vedemmo lui sotto casa. Si avvicinò e disse a Piero:

Scusa, io Jean. Potresti venire casa e dare me una mano. Luce spenta. Rotta? Poi tu e io chiavare assieme Nathalie, dopo chiavare assieme anche tua bella donna.


Cazzo, più chiaro di così. Ci guardammo negli occhi, ma sapevamo benissimo entrambi cosa fare.

Vai pure Piero, io vado a farmi una doccia e vi aspetto nuda. Fate presto, lascio la porta aperta!


Mi feci la doccia. Sentii tutti i mugolii che provenivano dallo chalet dei belgi. A pochi metri c’era la loro finestra aperta e la luce accesa. Si vedeva la vacca che si beccava i due cazzi. Finalmente venne il mio turno. Entrò prima Jean, volle che gli lavassi il cazzo, un affare veramente più grosso di quello che ero abituata a prendere. Poi lo lavai anche a Piero. Andammo in camera da letto e Piero accese la luce.

Tua moglie bella, molto bella. Come Nathalie grande vacca e noi adesso montare. Poi io restare notte da lei e tu andare da Nathalie, va bene? Così io e Nathalie fare vacanza in Italia con italiani nel letto!

Bravi fate tutto voi. Ma adesso montatemi pure, sono una vacca e voglio i tori.


La notte Jean restò con me e fece sesso altre due volte. Piero andò da Nathalie. Per tutta la settimana al mare ci ignoravamo completamente, ma a sera prima i due tori si scatenavano con entrambe e poi ognuno con la compagna dell’altro. Il sabato sera era l’ultimo giorno, era praticamente l’ultima notte di trasgressione, prima che partissero. Notai che spesso entrambi guardavano l’orologio e si lanciavano occhiate. Passammo la solita serata senza freni poi, a differenza delle altre volte, Jean mi prese per mano e mi portò a casa sua, mentre Piero restava con Nathalie a casa nostra. Quando entrammo in casa cominciai a capire perché quell’inversione In casa avevano ospiti, due ragazzi, uno fotocopia dell’altro. Jean mi disse che erano gemelli e suoi fratelli. Mi chiese se non mi dispiacesse passare la notte anche con loro. Ero indecisa, Piero non sapeva nulla e per questo mi sembrava di tradirlo. Jean mi ripeté che potevamo annullare tutto, ma in tal caso Piero sarebbe dovuto tornare indietro perché Nathalie avrebbe avuto lei l’onere!

Non mi dire, faceva sesso anche con i fratelli del suo uomo!

Già, ma questo era niente. Qualche anno prima era morta la madre e Jean le aveva imposto di soddisfare il padre fino a quando questi non avesse trovato una nuova compagna. La donna, già dal giorno successivo al funerale,per quasi un anno dovette soddisfare il padre del compagno. Fu in parte per ripicca che decise di concedersi anche ai gemelli.

Comunque i due erano lì, due bellissimi e aitanti ragazzi, con i pantaloncini gonfi all’inverosimile. Piero era meno dotato di Jean, ma quei due promettevano ancora di più. Era il mio momento, potevo avere l’attenzione di tre maschiacci e alla fine dissi di sì. Marina, passai una notte di fuoco, i due gemelli erano letteralmente scatenati. Per la prima volta feci l’indimenticabile esperienza di soddisfare tre maschioni, per la prima volta ebbi contemporaneamente un cazzo in fica, uno nel culo e uno in bocca, per la prima volta due cazzi entrarono assieme nella mia fica. Non ricordo quante volte raggiunsi l’orgasmo, né quante sborrate mi beccai, so solo che al mattino tornai a casa con fica e culo che mi dolevano e lo stomaco che protestava per la sborra che avevo ingoiata. Fino ad allora con Piero lo avevo avuto non più di tre volte e invece quelli sembravano non volessero smettere mai. Avevo il cuore che mi batteva forte, temevo che Piero si accorgesse che qualcosa non fosse andata come previsto, semmai vedeva i gemelli a casa dei vicini o sulla spiaggia. Ma Piero già dormiva. Andai in bagno e dalla finestra vidi Nathalie che si prendeva contemporaneamente i cazzi di quei tre infoiati. Nella stessa mattinata i quattro ripartirono, senza neanche passare a salutare.

Caspita Clara vi siete spinti parecchio in avanti.

Già, e abbiamo goduto come non mai. Però da allora godiamo ancora tanto, ma da soli! Semmai ripensiamo a quei momenti mentre facciamo sesso!
Pensaci pure tu, di certo comunque troveresti giovamento già solo a far conoscere a tuo marito le tue fantasie.

Già, ti immagini se gli parlo del nero!

A Piero ho raccontato genericamente di un maschione che ci prendeva con forza, e non di un nero con un cazzo più grande di 20cm! Lui non lo sa, eppure a volte mi dice che una di queste volte mi porta su in casa un paio di neri.
Comunque ne abbiamo parlato e siamo arrivati alla conclusione che se dovessimo rifarlo dovrebbe essere in condizioni simili a quelle della prima esperienza, ossia in assoluto anonimato, assicurato con stranieri che a stento parlano la nostra lingua e tutto estremamente limitato nel tempo. Infatti stiamo adesso pensando a fare un viaggio in qualche paese caraibico, lì si dice che ci siano maschi molto ben dotati!

Beh, almeno in questo io sono andata bene. Senza dovermi sobbarcare alcun viaggio, sono anni che ho a disposizione quello di mio marito, che è proprio ben dotato!

Cooosa, e adesso me lo dici? Quasi, quasi convinco Piero a venirvi a trovare. Certo mio marito non avrà certo l’attrezzatura del tuo, ma in fondo lo mena abbastanza bene, sicuramente non avresti da lamentarti. E poi ogni tanto bisogna pur cambiare. Tu ci ospiteresti?

E me lo chiedi pure? E’ naturale che sareste nostri graditi ospiti, la casa è grande ed abbiamo una camera apposta per ospitare. Solo che mio marito non è, al momento, ancora aperto per certe esperienze e a me manca il coraggio di esplicitargli i miei desideri. Comunque a volte fingo di essere ‘brilla’ e cerco di spingerlo verso rapporti più spinti!


Dopo i soliti convenevoli la telefonata terminò. Ne avevo saputo di cose su mia moglie, e ancora mi chiedevo cosa significasse l’esclamazione ‘Eh già, non me ne parlare!’ fatta da Marina al commento dell’amica sul padre di Nathalie. Che avesse anche lei subito molestie dal padre?
Intanto avevo il cazzo a mille, durissimo da farmi male. E mancavano ancora parecchie ore prima che potessi avere la possibilità di scoparmi la bella moglie. Cominciai a riflettere sulle fantasie che erano state anche di Marina, che non me le aveva mai confessate. E pensare che io spesso la facevo mettere a pecora! Sicuramente anche lei si vedeva nel prendere un bel cazzo in bocca mentre me la sbattevo! Alla fine ero io il ‘fesso’ che non capiva le sue esigenze, quelle che lei, finta ubriaca, mi sbatteva in faccia. Io mi facevo mille scrupoli, mentre lei, come l’amica, ragionava da vera ‘porca’ non aspettando altro che una scusa per portarmi su sentieri inesplorati.
Questi pensieri, pur se erotici, mi fecero allentare la tensione tra le gambe, poco alla volta il cazzo si afflosciava. Ormai pensavo alla ragazza belga che andava a letto con i fratelli del suo uomo ed era stata anche col padre. Mi immaginai se al contrario Marina mi avesse chiesto di scoparmi le sorelle e la madre. A dir la verità me le sarei scopate volentieri. Le sorelle erano molto simili a Marina, due belle strafighe e con compagni che ho sempre ritenute non troppo all’altezza! Spesso avevo visto entrambe strabuzzare gli occhi sul mio ‘pacco’. E neanche mia suocera era certo da meno. Nonostante l’età conservava un fisico di tutto rispetto, aveva pochissime rughe e, cosa da me molto apprezzata, portava almeno una sesta di reggiseno! Insomma spesso ci avevo fatto un pensiero ad affondare il mio cazzo tra quelle enormi tette!

Il giorno dopo, sabato la giornata volò via come spesso accadeva, presi da impegni rinviati al primo giorno libero. Non ci fu neanche la solita uscita con gli amici e in testa mi frullavano mille pensieri. A letto poi mi feci un’anonima scopata e nulla di più.

Verso le tre mi accorsi del ritorno di Marco, che andò subito a dormire e un’ora più tardi udii rientrare Cinzia. Dopo un po’, visto che ero sveglio, mi alzai per controllare che dormissero tranquilli e rimboccare loro le coperte, come a volte facevo. Marco era sprofondato in un sonno profondo, richiusi la porta e andai da Cinzia. La stanza era quasi completamente buia, la luce di due pallidi led permettevano comunque di muoversi senza inciampare. Anche lei dormiva, ma aveva buttato le coperte a terra ed era scoperta. Mi avvicinai cercando di non far rumore per coprirla; con gli occhi ormai abituati al buio quando le fui abbastanza vicino me ne accorsi:

ERA COMPLETAMENTE NUDA!

Cielo, era bellissima, aveva lo stesso corpo della madre, ma col seno più grosso di almeno due misure, con due capezzoli pure grandi circondati da una grossa areola scura e che sembravano fatti solo per essere leccati, mordicchiati e succhiati!. Rispetto a Marina aveva un po’ di carne in più distribuita su tutto il corpo, qualcosa in più sulle cosce, ma non era grassa ma.. bona, bona, bona!

Una strafica da chiavare e poi chiavare e poi chiavare!

Era molto più bella della madre alla sua età, e come la madre non si depilava la fica e a me era sempre piaciuto tanto vedere, toccare e leccare una fica piena di peluria! E il suo ciuffo era proprio molto folto, si alzava di parecchi centimetri rispetto alla pancia!
Chiaramente avvertii l’odore dell’alcool, aveva bevuto e parecchio.

Il cazzo si indurì all’istante, non mi era mai accaduto per mia figlia, mai avevo desiderato il suo corpo, mai l’avevo visto come una qualsiasi femmina da chiavare

Era mia figlia!

In quegli ultimi mesi stavano cambiando i rapporti con mia moglie, si stavano avviando oltre confini che sembravano invalicabili fino a poco tempo prima, altri confini mi apprestavo a superare, ma quello con mia figlia sembrava proprio invalicabile. Mai lo avrei superato, mai avrei iniziato un rapporto incestuoso.
Trovai a terra gli slip e la canotta e glieli infilai.
Ma la voglia di quella fica era troppa, il cazzo era durissimo, di nuovo le spostai con delicatezza la stoffa degli slip, avrei voluto annusarle la fica, sentire il suo odore e leccarla, ma mi trattenni

Cazzo era mia figlia!

Ma anche una bellissima femmina. Le alzai di nuovo la canotta per ammirare il bellissimo seno. Il cazzo mi doleva tanto era duro, lo tirai fuori e, non ricordo nemmeno come, ma in niente mi ritrovai su di lei, con la cappella appoggiata alla fica.
Ormai era fatta, un colpetto e sarei entrato in quel paradiso.

Che femmina!

Ma non potevo approfittarmi di lei, era ubriaca ed incosciente ed era MIA FIGLIA! Perciò proprio quando sarebbe bastato un nulla per penetrarla mi staccai da lei, non potevo continuare! La ricoprii con le lenzuola e la coperta e, dopo un casto bacio sulla fronte, uscii e rientrai in camera.

I ragazzi sono tornati?

Sì, e dormono tranquilli.

Mi infilai nel letto col cazzo ancora duro, abbracciai di nuovo Marina e me la chiavai di nuovo, ma questa volta io sopra e lei sotto, lo feci come non lo facevo da anni, la chiavai con uno spirito che veramente avevo quasi dimenticato di avere. Non immaginai di chiavarla insieme a qualcun altro, non ne avevo bisogno, ero solo io a possederla, non vedevo Marina sotto di me

ma la strafiga di mia figlia!

Trascorremmo la solita mattina domenicale tra abluzioni e faccende domestiche rinviate alla domenica. Verso l’ora di pranzo Marina, indaffaratissima in cucina, mi chiese di andare a svegliare Cinzia che dormiva ancora. Già al solo avvicinarmi alla sua camera il cazzo si drizzò, nonostante i miei propositi fossero diametralmente all’opposto. Entrai in camera, aprii solo un po’ le tapparelle per far filtrare un filo di luce, mi sedetti sul letto e dolcemente la svegliai.

Ciao papino, è già pronto il pranzo?

No, ma se non ti svegliavo non avresti fatto in tempo a farti la doccia.

Ma ieri a che ora sono rientrata?

Verso le quattro, e penso anche che avessi bevuto un po’.

Ah, te ne sei accorto!


Si accoccolò vicino abbracciandomi, come faceva da bambina, con la non trascurabile differenza che la mia erezione continuò da farmi quasi male, dovetti sperare che la penombra nascondesse il notevole gonfiore dei pantaloni, anche se aveva appoggiata la sua testa alla mia coscia. Cercai perciò, appena ne ebbi l’opportunità, di farla mettere almeno seduta a letto.

Per favore papino, puoi evitare di dirlo a mamma? Sai non fa altro che avvisarmi di non bere quando esco, va a finire che le do una preoccupazione in più.

Già, ma intanto la preoccupazione l’hai data a me, lo sai che eri a letto completamente nuda?


Era a letto seduta, aveva la sola canotta e i seni sembravano volessero esplodere fuori. Mi abbracciò di nuovo, sentivo i suoi seni premere sul mio fianco.

Oh, ma allora sei tu che mi hai rivestita e ricoperta! Beh vedi non ti devi preoccupare, non lo faccio quasi mai e poi esco sempre con Dario che, se sono brilla, mi accompagna fino in camera da letto e certamente non può ‘abusare’ di me, visto che in genere l’amore lo facciamo prima di uscire!

E ti ha messo nuda a letto?

Oh no, il fatto è che quando sono brilla resto completamente cosciente, anche se agli altri non lo dico, così posso sapere cosa dicono o se tentano di farmi qualcosa. Unici effetti dell’alcol sono quelli di darmi una grossa difficoltà a camminare, per questo Dario mi accompagna, e il fastidio che dopo qualche oretta comincio a sentire molto caldo. Per questo spesso per riaddormentarmi mi spoglio e butto via lenzuola e coperte cadendo in un sonno molto profondo, poi dopo qualche ora mi sveglio infreddolita ma sobria e rimetto tutto a posto. Stanotte invece ho fatto un solo lungo sonno perché l’amore del mio papino ha provveduto lui a darmi una bella ‘sistemata’.


Certo, pensai, che la sistemata c’era mancata poco che gliela avessi data completa di penetrazione e sborrata.

Va bene Cinzia, però tu cerca di evitare di metterti in queste situazioni.


Si strinse ancora più a me e mi diede un bacio sulla guancia.

Grazie papino, sei sempre il miglior padre che mi potesse capitare.


Lo disse mentre si era alzata e si era spogliata avviandosi verso la doccia. Ero letteralmente stupito, alla luce normale era ancora più arrapante, si allontanava mostrandomi le perfette cosce sormontate da un culo fantastico. Il cazzo mi faceva male. Ad un tratto si girò, offrendomi la sua notevole vista frontale si riavvicinò e mi stampò un bacio con schiocco sulle labbra, era una cosa che non faceva da anni, poi si girò e andò a farsi la doccia, mentre io mi allontanai pensoso e ‘incazzato’.

Se in casa non ci fossero stati mia moglie e mio figlio le sarei saltato addosso, l’avrei certamente chiavata e l’idea mi faceva male, non avrei neanche voluto pensarci. Dovevo cercare di risolvere la cosa, dovevo concentrarmi su Marina, sui suoi sogni da vera troia e scacciare così tutti i miei pensieri su mia figlia.
Avrei potuto dirle della telefonata che avevo ascoltata. Sarebbe stato tutto più semplice, ma avrei dovuto ammettere di averla ‘spiata’ anche se per puro caso . Ma in questo caso avrei dovuto chiederle scusa e in futuro, per tutto quello che ne sarebbe scaturito lei si sarebbe trovata in una posizione predominante, ed io invece preferivo tenerla sottomessa o, al più, alla pari, così da potermi sottrarre in tempo da situazioni o richieste che non mi convincessero abbastanza.
Le avrei procurate le esperienze che desiderava, le avrei anche concesso di avere rapporti a tre, ma sarei stato io, il ‘bacchettone’ a decidere quando, come e con chi! Avrei così anche tenute la mente e la sessualità impegnate altrove e comunque lontane da mia figlia.
Il caso mi venne incontro. Neanche pochi giorni e si presentò un’occasione per vederne il comportamento durante la messa in pratica di uno dei suoi sogni: fare l’amore con uno sconosciuto, meglio se nero. Potevo fare come il marito dell’amica, per il grosso cazzo poi non avevo certo problemi vista la dimensione del mio.
Dovevamo recarci al comune dove era ubicata la nostra casa al mare per consegnare dei documenti e dovevamo farlo di persona. Perciò il giorno precedente partimmo nel primo pomeriggio. A sera andammo a cenare in un localino del posto. A servirci era un giovanotto di colore. Dopo la telefonata tenevo ormai sotto osservazione Marina, perciò non mi sfuggì come guardasse il giovanotto, come si scoprisse le gambe apposta per attizzarlo e come poi ne apprezzasse la reazione visibile nei pantaloni. Feci in modo da non prolungare troppo quella cena, preferivo non ‘familiarizzare’ con il giovanotto.
Abbastanza delusa Marina dovette venirsene a casa con in mano un pugno di mosche. Verso le 22, mentre eravamo a vederci un insulso film in tv le chiesi:


Dove hai messo la cartellina dei documenti, vorrei darci un’ultima occhiata.

Quale cartellina?

Come quella che era sul tavolo del soggiorno!

Ma io non ho preso nulla, non l’avevi presa tu?

Oh no, l’abbiamo lasciata a casa!

Ed ora?

Cazzo, devo sobbarcarmi un altro viaggio, senza è inutile andare domani in comune.


Era tutto preparato ad arte, finsi la scocciatura per il viaggio e le dissi che sarei tornato in tempo per rispettare l’appuntamento che avevamo l’indomani col funzionario municipale.

Mi raccomando, chiudi bene prima di andare a letto. Siamo fuori stagione e il posto è abbastanza solitario.


In effetti del centinaio di villette che componevano quel complesso residenziale, si contavano sulle dita della mano quelle con segni di vita all’interno. Misi in moto e partii, ma solo per finta. Rimasi ad osservare che lei non uscisse ne incontrasse nessuno. Non volevo fare la fine del terzo incomodo.
Quando vidi che anche l’ultima luce in casa fu spenta rimisi in moto e andai presso un motel lungo la strada e presi una camera. Avevo per l’occasione acquistato degli abiti e dell’intimo da quattro soldi che indossai. Usai parimenti del profumo e un dopobarba molto intensi, molto differenti da quelli che abitualmente usavo.
Prima di partire avevo registrato sul cellulare alcune frasi e con un apposito programma avevo alterato la voce. Ritornai a casa.br>
Marina aveva proprio seguito il mio consiglio, la porta di casa era aperta! Girai attorno casa, le finestre erano tutte chiuse, solo quella della camera da letto aveva la tapparella non completamente abbassata. Non si vedeva praticamente nulla, del resto era una notte senza luna. Entrai.
Lei dormiva profondamente e subito mi accorsi che contrariamente al suo solito non aveva neanche la camicia da notte. La troia aveva fatto bene i suoi conti, io non sarei arrivato prima delle dieci, verso le otto arrivava il giardiniere e quasi certamente l’avrebbe vista, alla luce del sole, nuda a letto, la porta era poi aperta!
L’avrei strozzata in quel preciso istante, ma il cazzo era comunque in tiro e non voleva sentire ragioni, dovevo fottermela subito. Mi spogliai e mi stesi dietro di lei, a cucchiaio. Infilandole il cazzo tra le cosce e stringendola a me con una mano sul seno. Sapevo che si sarebbe svegliata e me ne accorsi dal cambio di respiro e da una specie di sobbalzo che ebbe. Avviai la registrazione:


Non ti muovere troia, non gridare e stai calma. Voglio solo fotterti con la mia grossa mazza, quella che senti tra le cosce. Non ti voltare e stanotte ti divertirai come mai ti è accaduto!


E così fece, si lasciò carezzare il corpo, sbaciucchiare le orecchie e penetrare in fica. Iniziai a chiavarla in quella posizione, inusuale per noi, anzi sicuramente non l’avevo mia presa in quel modo. Cominciò a contorcersi dal piacere, ad ansimare mentre le davo tremendi colpi di cazzo e la stringevo forte a me, quasi strizzandole le tette.


Mamma mia che maschio, che cazzo grosso, dopo lo voglio anche in culo!


Schhhhhhhh!


Non potevo far altro per zittirla. Che troia, godeva come una porcella e mi offriva il culo che mai mi aveva offerto come marito. Si faceva fottere senza preservativo, le riempii di sborra la vagina due volte e una volta il culo. Aveva raggiunto anche lei minimo tre orgasmi quando uscii richiudendomi la porta alle spalle.

Al mattino feci in modo da arrivare per le otto. Il giardiniere era appena arrivato e notai subito che stazionava nei pressi della finestra. Entrai in casa e mi diressi in camera da letto. Mi spogliai e, con suo grande delusione si svegliò col mio cazzo in fica e non quella del giardiniere che restò a bocca asciutta a guardarci mentre me la fottevo per l’ennesima volta.


Allora il viaggio è andato bene?

Certo. E tu che mi dici? Tutto tranquillo?

Fin troppo. Una noia mortale. Sono andata a letto presto e ho fatto un unico lungo sonno!

Ormai era la conferma che il suo non era stato l’atteggiamento spavaldo di chi faceva finta con l’amica di essere pronta a rapporti sessuali ‘spinti’.

Era proprio una TROIA!

Si era fatta fottere con gran goduria pensando che fossi uno sconosciuto entrato in casa per la porta che lei aveva intenzionalmente lasciata aperta!

Il sabato successivo organizzai un’uscita per acquisti ad un centro commerciale che si trovava al lato opposto della città rispetto a dove abitavamo. Stranamente Marina non mi chiese il perché avessi scelto quel centro commerciale.
Indossò una gonna nera aderente ma naturalmente, vista la sua notoria sobrietà, la gonna le arrivava poco sopra al ginocchio; completava il tutto una camicetta bianca sotto una giacca corta nera, chiusa da un solo bottone, uniche cose strane che notai mentre si vestiva erano la mancanza del reggiseno, le calze autoreggenti ed un paio di slip di pizzo neri modello brasiliana, erano anni che non indossava biancheria sexy!

Nemmeno mi chiese perché parcheggiassi l’auto in un angolo del parcheggio sotterraneo, con muri dal lato del parabrezza e del passeggero pur essendoci liberi alcuni posti nei pressi degli ascensori. Avevamo finito la spesa al supermercato e stavamo tornando al parcheggio quando passammo davanti ad una boutique che aveva esposto in vetrina un completino nero di pelle. Vidi che Marina sembrava interessata.

Andiamo a posare la spesa in auto, così ci liberiamo anche del carrello. Dopo torniamo qui e, se ti piace, lo prendiamo. Poi, se ti va, possiamo anche fermarci a cenare qua.

Certo che mi va, son quasi le venti ed ancora non ho preparato nulla.


Andammo al parcheggio, Marina era contenta per come si stava evolvendo la serata.
Si avvicinò un giovane, certamente di origine nordafricana che si offrì di portare il carrello. Lo lasciammo fare. Marina era al mio fianco, camminavamo avanti per indicare la strada. Avvertii subito come iniziasse a sculettare più del solito, a quanto pare il giovane doveva piacerle. Sistemai la spesa in auto, aiutati dal giovanotto, a suo dire un ventiduenne.
Quando alla fine richiusi il cofano notai come la gonna di Marina sembrava più corta e la camicetta più scollata! Il giovanotto non si allontanò subito, fingendo di sistemare il ripiano del carrello, diede un’ultima occhiata a Marina e si sistemò anche, platealmente, il ‘pacco’, poi si allontanò col carrello appena svuotato per recuperarne la monetina, unica paga per la sua ‘assistenza’.
Anch’io avevo in pacco gonfio. E non tanto per le grazie di Marina, a cui ero abituato, ma per averla vista osservata e desiderata da un altro. Il gioco in fondo cominciava a piacermi ed anche molto.
Finimmo di sistemare le cose nel cofano, Marina lo faceva lentamente, sapeva che inchinata com’era si vedevano le belle gambe esaltate dalle autoreggenti fin quasi agli slip. Sott’occhi vedevo che il giovane non faceva altro che voltarsi a guardarla. Il cazzo mi doleva tanto era duro. Alla fine ci incamminammo di nuovo verso gli ascensori e ripassando davanti al giovane che, riposto il carrello e recuperata la moneta, era tornato alla sua ‘bancarella di cineserie.

Caspita, hai visto quello come ti teneva gli occhi addosso?

Eccome, sembrava volesse saltarmi addosso da un momento all’altro. Sicuramente lo avrebbe fatto se non ci fossi stato tu. E poi sai da quanto tempo sarà in astinenza, aveva il ‘pacco’ proprio molto gonfio.
Comunque poveraccio, ma hai visto che vita fanno?

Già, ma sempre meglio che al loro paese di origine!


Andammo alla boutique. La commessa si mise subito a disposizione, pochi minuti dopo l’ingresso Marina era già nel camerino di prova. Mi chiamò per avere anche il mio parere. Entrai e rimasi senza parole: Era un autentico schianto!
La gonna, almeno quattro dita sopra al ginocchio, le aderiva perfettamente ed aveva un piccolo spacco anteriore che poteva essere regolato tramite una zip fino a metà gonna. Sopra il giacchino, sempre in pelle, era scollato avanti e leggermente conformato per non schiacciarle il seno, e comunque ne permetteva di vederne una parte consistente. Tra l’altro era chiuso da cinque bottoncini automatici che potevano essere sempre aperti!
La commessa era appena uscita per permetterci di decidere in libertà.

Che ne dici?

Dico che sei uno schianto! Ti sbatterei subito, qua dentro. Hai proprio un corpo fantastico e guarda un po’ che effetto!


Alle parole feci seguire i fatti. Le aprii due bottoni della giacca e alzai la zip al massimo.

Ma che fai, lo vedi che così si vede la balza delle autoreggenti e manca poco che si vedano anche gli slip. E poi il seno è troppo scoperto, mi fai sembrare una prostituta.


Effettivamente sembrava proprio una prostituta da marciapiede ed era l’effetto che volevo. Ma naturalmente non glielo dissi, le indorai semplicemente la pillola:


Veramente sei proprio una vera strafiga da fottere!


Richiuse i bottoni e rialzò, in parte, la zip della gonna, compiaciuta comunque del risultato e del complimento!

Ma non è troppo sexy?

Certo, ma ti sta benissimo. Per me puoi prenderlo e penso che ti convenga anche indossarlo da subito!

Grazie, allora non mi cambio?

No, no, ti sta troppo bene addosso.

Allora va bene. Siamo lontani da casa, se dovessi accorgermi che è troppo osé faccio sempre in tempo a cambiarmi.
Ma poi quando torniamo al parcheggio non sarò troppo provocante? Il giovanotto sicuramente sarà ancora là.

E qual è il problema? Non lo ha fatto già duro poco fa?

Già, ma mica ero così provocante!

Non direi, certamente non ti eri accorta di avere la camicetta abbastanza sbottonata, le tette quasi fuoriuscivano. E comunque ci sono io. E poi cosa vuoi che succeda. Al massimo potrai fare come la protagonista di quel film che si ritrovò col cazzo del marito in fica e quello del cameriere in bocca!

E tu lo permetteresti!

Perché, tu lo faresti?


Certamente no! Non farei mai coscientemente una cosa simile!


Coscientemente aveva detto! Un paio di bicchieri di vino e sarebbe stata ufficialmente incosciente! Che troia! Mi stava suggerendo di darle una scusa ed io ero pronto a fornirgliela! Poco alla volta mi stava portando a farle raggiungere il suo obiettivo: farsi scopare contemporaneamente da due uomini!
Uscimmo per recarci a cena. Marina camminava impettita al mio fianco, consapevole delle occhiate di desiderio che provocava nei maschietti che la incrociavano. Era sabato ed il locale era affollato, dovemmo aspettare un po’ per completare la cena e l’attesa fu ingannata sorseggiando il vino, ed io mi assicurai che ne bevesse almeno tre di bicchieri, giusto per darle la ‘scusa’.
Marina teneva bene la parte come se avesse ben assorbito la bevuta, ma non appena ci avvicinammo agli ascensori iniziò la sua scenetta. Cominciò a ridere senza ragione apparente; eravamo soli ed appena entrammo nell’ascensore ne approfittai per ‘prepararla’: Le portai la gonna un po’ più su in vita, le aprii al massimo lo spacco aprendole tutta la lampo, le slacciai un altro paio di bottoni della giacca. L’effetto fu devastante, la gonna era diventata una mini a mezza coscia con uno spacco che arrivava quasi agli slip, scoprendole tutta la coscia; dalla scollatura si vedevano le due tette con i capezzoli quasi sul bordo dell’indumento che sembravano voler uscire da un momento all’altro.

Eh, eh, eh,rideva mentre si guardava nello specchio dell’ascensore, eh, eh, eh hai visto come sono bella, eh, eh, eh sembro proprio una puttana di strada, eh, eh, eh, mi porti a battere stasera? Chissà quanti cazzi mi becco! E chissà se c’è ancora quel giovanotto nel parcheggio eh, eh, eh, potresti chiedergli di darti una mano ad accompagnarmi alla macchina, eh, eh, eh, così lui la mano la darebbe anche a me eh, eh, eh, chissà dove eh, eh forse mi darebbe anche il cazzo eh, eh!

Era stata esplicita, voleva il cazzo del giovane! Dietro la finta ubriacatura si nascondeva la sua vera natura di ‘puttana’. Sì, proprio così. La brava mogliettina altri non era che una femmina vogliosa di cazzo a cui non bastava più quello del marito!
Le porte dell’ascensore si aprirono e dovetti faticare non poco per farla uscire, visto che aveva accentuato il suo stato di malessere. Mi guardai attorno e vidi che il giovane era sempre al suo posto, gli feci un cenno al e lui si avvicinò.

Per cortesia, mi aiuti a portarla in auto?

Certo.


La prendemmo in mezzo a noi mettendole entrambi un braccio sotto le ascelle quasi sollevandola da terra. Mentre ci avvicinavamo all’auto cominciai ad avanzare più del giovane, in questo modo Marina era girata un po’ verso di lui, poi, muovendo il braccio riuscii a tendere la stoffa della giacca fino a farle uscire i due capezzoli allo scoperto.


Eh, eh, si è aperta la giacca, eh, eh, le gemelline sono uscite fuori a prendere aria, eh, eh avete visto come sono belle eh, eh?


Subito mi fermai fingendo di ricoprirla, ma in effetti feci in modo che si girasse di più verso il giovane, che nel frattempo aveva letteralmente sgranato gli occhi!


Non riesco ad abbottonarla con una sola mano, mettiti dietro di lei e tienila con entrambe le mani così che possa abbottonarla.


Il giovane fece quello che gli avevo chiesto, ma teneva volutamente le braccia un po’ strette,in modo da toccarle entrambe le ‘gemelline’. Nel frattempo mi accingevo a chiuderle dalla camicetta, quando notai che Marina si era completamente appoggiata al giovane.


Eh, eh, ma cosa mi state facendo, eh, , eh, Paolo se mi vuoi chiavare eh, , eh non c’è mica bisogno che mi fai tenere ferma dal giovanotto, eh, , eh, eh, mamma mia sento un grosso affare che preme sul mio culo, eh, eh, eh.

Dicendo l’ultima frase cominciò a muoversi e strusciarsi col culo sul giovane, rendendo vano il mio svogliato tentativo di ricomporla.


Scusala, purtroppo non connette per l’alcol, prendila in braccio e portala all’auto, che io intanto prendo il telecomando ed apro le portiere.

Non si fece certo pregare e la sollevò, lei gli misi le braccia al collo e lui le passò un braccio sotto le gambe mentre pose l’altro sulla schiena, in una posizione innaturale, ma che gli consentiva di poggiare la mano sul culo. La gonna era risalita completamente, scoprendole completamente le cosce. Lo slip era a piena vista, davanti era una piccola velina trasparente, che non nascondeva nulla alla vista.
Il giovane era nel ‘pallone’ chissà da quanto era in astinenza e il ritrovarsi tra le braccia quel po’ po’ di femmina gli procurò un notevole rigonfiamento nei pantaloni. Si infilò tra il muro e l’auto ed io gli aprii la portiera. La pose delicatamente sul sedile ma molto lentamente. Compresi subito il perché, la mano che stava sul culo di Marina si era spinta in avanti ed ormai arrivava a toccarle la fica. Completò il tutto allacciandole la cintura e, passando più volte la mano sulla stessa per tenderla, ne approfittò per carezzarle il seno.
L’intraprendenza del giovane mi diede molto fastidio, dovevo io condurre il gioco e non lui! Perciò, anche se il vederla ‘maneggiata’ da un altro mi aveva fatto indurire ancor di più il cazzo, decisi di rimandare i miei propositi e congedai il giovane dandogli dieci euro di mancia. Evidentemente deluso si allontanò, tornando alla sua bancarella.


Mamma mia Paolo, eh, eh, il giovanotto, mi ha toccata tutta, eh, eh, anche con il suo attrezzo eh, eh eh, lo sai che ha un cazzo grosso come il tuo, eh, eh, perché non mi chiavi subito, così io nel frattempo eh, eh, eh gli ciuccio il cazzo, eh, eh, dai su ti prego, ho bisogno dei vostri cazzi, desidero essere sbattuta da tutti e due, su e dai, richiamalo subito, se vuoi mi faccio anche inculare, pensa un cazzo in culo e l’altro in fica eh, eh, eh.

Zitta stronza, non ho il preservativo per lui, perciò l’ho mandato via, non vorrai rischiare di farti attaccare qualche malattia? Adesso ti fai chiavare da me qui, in macchina come si fanno chiavare tutte le puttane di strada, a prenderlo in bocca o in culo da un altro dovrai aspettare un’altra occasione!

Le sfilai la cintura di sicurezza, abbassai il sedile e, dopo aver tirato fuori il cazzo, mi posi sopra di lei per chiavarla. Con la mano spostai la stoffa delle mutandine.


Cazzo Marina, ma sei già tutta bagnata!
Eh, eh, eh, il giovanotto mi ha palpata tutta, eh, eh mi ha anche infilato un dito in culo eh, eh e poi in fica eh, eh ed io gli ho toccato il cazzo eh, , era grosso e duro eh, eh, , eh, eh, eh.


Le infilai il cazzo in fica e iniziai ad affondarglielo con violenza dentro, volevo che avvertisse bene che ero io a comandare il gioco, ero io che la sovrastavo e le menavo dentro la mia mazza, ero io che la FOTTEVO!

Haahh, aahh, come è bello, dai così sbattimi con forza, aahh, haahh, è vero mi sento la tua puttana, aahh, haahh, haahh, dai sfondami aahh, haahh, ma la prossima volta voglio anche il cazzo del giovane, aahh, haahh, voglio che mi sfondi il culo, aahh, haahh, haahh, haahh, aahh, haahh,..


Raggiungemmo l’orgasmo assieme, molto prima del solito. L’eccitazione era stata tanta per entrambi, mentre la chiavavo mi ero pentito di aver allontanato il giovane, l’avrei con piacere vista anche alle prese col suo cazzo e non solo in bocca. Compresi allora che mi avrebbe fatto piacere vederla anche chiavata da un altro e mi ripromisi di farlo alla prima occasione! Tornammo a casa, lei sembrava addormentata. Una volta nel garage del condominio parcheggiai, la feci scendere e lei subito si riabbottonò la giacca e tirò giù completamente la lampo della gonna, tornando ad essere vestita ‘quasi’ normalmente. Ci incamminammo verso l’ascensore. Lei si appoggiava a me, ma camminava bene ed autonomamente. Una volta a casa ci spogliammo subito e di nuovo il cazzo si indurì a vederle il bel culo evidenziato dal perizoma. Presi il lubrificante e. spostato di lato lo stretto lembo di stoffa dello slip, ne infilai parecchio nel buco del culo.
Che fai, mi inculi?
Certo, per ora comincio io a sfondarlo!
Non disse nulla, avevo chiaramente fatto riferimento alla sua richiesta di essere sfondata dal giovane, fece finta di nulla e si mise in posizione. L’inculai con colpi secchi e violenti, le palle andavano a sbatterle contro la fica, il mio ventre contro il suo culo; si sentiva forte il chiac, chiac, chiac prodotto dall’incontro dei nostri corpi. E Marina di nuovo raggiunse l’orgasmo, anche se a differenza di altre volte non le avevo carezzato la fica, ma le avevo tenuto le mani sui fianchi per tenerle ben ferme le chiappe. Finalmente anch’io venni sborrando nel suo intestino.
Rimasi a lungo sveglio a meditare. Ero io che mi stavo trasformando in un cuckold spingendo mia moglia nelle braccia di altri uomini? O forse era lei che si strava trasformando in una femmina vogliosa di cazzi? O forse lo era sempre stata?> Insomma ero io a condurre il gioco oppure era lei che per gradi mi stava portando a diventare un cuckold, ossia un CORNUTO CONTENTO?
Verso le tre, con Marina addormentata profondamente,udii Marco che rientrava. Ripensai a quello che era da poco accaduto, a quanto fosse bella, ipocrita e porca mia moglie. Intanto si avvicinava il momento del rientro di mia figlia. Nonostante i buoni propositi speravo di poterla rivedere nuda e nell’attesa il cazzo si indurì di nuovo da farmi male! Poi finalmente la udii rientrare””

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