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Racconti Erotici Etero

In cascina

By 2 Novembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel pomeriggio, come accadeva ormai da qualche tempo, ci incontrammo alla vecchia cascina, abbandonata da anni, che apparteneva alla mia famiglia da diverse generazioni, nella quale, all’insaputa di tutti, avevo fatto risistemare alcune camere, trasformandole in un accogliente alcova dove poter consumare i miei tradimenti lontano dagli sguardi indiscreti della gente e soprattutto da mia moglie.

Arrivo nello spiazzo posto di fronte alla casa e ti osservo per qualche minuto. Sei sotto il porticato, languidamente seduta sul dondolo e stai ingannando l’attesa fumando una sigaretta. Scendo dalla macchina e solo allora rivolgi lo sguardo verso di me. Un rapido cenno di saluto e i nostri sguardi si incontrano, i miei occhi scendono sulla tua carnagione chiara e sul tuo seno abbondante, messo in risalto dalla scollatura, ti alzi e mi vieni incontro, posizionandoti di fronte a me, sento il tuo respiro farsi sempre più vicino e le nostre bocche che si toccano.

Entriamo in casa in silenzio e nella penombra incominci a spogliarti lentamente, mettendo in mostra il tuo corpo e ti abbandoni sul divano.
Mi siedo accanto a te, mi guardi e inclini la testa cercando le mia bocca, un lungo bacio tra noi, la tua lingua si fa spazio tra le mie labbra, le mie dita percorrono l’incavo del tuo seno, risalgono, sfiorano la morbidezza delle tue rotonde lune, lentamente raggiungo l’aureola intorno ai capezzoli che si inturgidiscono, li stuzzico con le dita, gioco con loro fino a quando non sono eretti e duri. Le bocche si staccano, scendo a succhiare le tue mammelle, le morsico delicatamente e sento il tuo respiro crescere di intensità, accarezzo ogni centimetro della tua pelle, gioco con l’ombelico, infilo le dita in ogni piega della pelle, mi soffermo sui tuoi glutei, risalgo verso il tuo seno, ne prendo possesso, l’impasto ma senza staccare la bocca dalle mammelle. Le tue mani mi sbottonano la camicia, corrono lungo la spina dorsale, regalandomi brividi lungo la schiena. Mi spogli meccanicamente senza neanche aprire gli occhi lasciandomi con addosso solo i boxer.

Improvvisamente mi fai alzare, mi piace vederti vogliosa, mi prendi per mano e mi porti in camera, ti abbandoni sul letto, testimone di tutti i nostri incontri e allarghi oscenamente le gambe, mostrando il tuo sesso pregno di umori che luccicano sotto la luce delle lampade.
Mi corico al tuo fianco, con un gesto rapido mi denudi dell’ultimo indumento che mi hai lasciato addosso e liberi la mia virilità.
I nostri corpi fremono in un abbraccio sensuale, ti piace sentirlo duro sulla pelle, i tuoi respiri si trasformano in gemiti e quando percorro il tragitto che mi porta alla tua passera con la lingua, tremi di voglia. Sei un fiume in piena, mi diverto a farti soffrire, soffermandomi intorno al fulcro del tuo piacere, mi vorresti subito sul bottoncino, ma indugio, esplorando per l’ennesima volta tutti gli angoli del tuo sesso, gli giro intorno, scendo fino al buchino posteriore e poi risalgo, stai impazzendo, continuo a girarci intorno, fino a quando non ti schiudi del tutto, comincio a succhiarti il clitoride, un gemito liberatorio mi fa capire che apprezzi il mio lavoro, stai grondando di piacere mischiato alla mia saliva, ma non voglio farti godere così, non &egrave ancora il momento.

Ora tocca a te, non hai più il controllo su te stessa, sei come una fiera che si abbatte sulla preda, mi sei sopra, scendi lentamente lo guardi, ti avvicini, posso percepire il calore del tuo respiro sulla cappella. Chiudo gli occhi e la tua bocca avvolge il glande in un umido abbraccio.
Fai scorrere la lingua sull’asta tesa, le labbra succhiano la cappella imperlata di umori, lo ingoi fino alla base, mentre ti fai scopare in bocca improvvisamente appoggi un dito contro il mio ano, fai colare un po’ di saliva e cominci lentamente a spingerlo dentro. Sto impazzendo, non so quanto resisterò, ma non ho il coraggio di fermarti, il piacere che mi stai dando &egrave troppo grande per chiederti di smettere. Il dito &egrave entrato tutto, mi trattengo, voglio godere cosi ancora. So quanto ti piace farmi godere nella tua bocca, appena senti i primi spasmi dell’orgasmo aumenti il ritmo da entrambe le parti, non riesco più a trattenere il mio piacere, esplodo, con ingordigia bevi tutto il mio succo, non ne perdi nemmeno una goccia, sorridi mentre riverso fiotti di seme caldo nella tua bocca. Gusti tutto il mio orgasmo fino alla fine, mi strizzi le palle per essere sicura di aver munto come si deve il mio uccello, ti stacchi e mi baci, il mio sapore nella tua bocca mi eccita da morire.
Continuo a baciarti, mentre le mie mani riprendono a torturarti il seno, scendo sul tuo sesso, ancora umido ed inappagato che accoglie le mie dita, una, due, tre si insinuano dentro di te ma non ti basta, vuoi tutta la mano. Sei una cagna in calore, la mia mano sparisce in te, la muovo alternando lenti movimenti, il tuo viso &egrave una maschera di piacere, finalmente esplodi in un lungo orgasmo, le contrazioni avvolgono la mia mano, stai grondando. Tolgo la mano, lucida dei tuoi succhi e mentre stai ancora venendo e appoggio il mio pene, tornato eretto, sul buchino posteriore e spingo dolcemente entrando con la punta della cappella. Ti guardo, indugio nell’affondo, i tuoi occhi mi implorano, spingo leggermente, la tua bocca si socchiude in una smorfia mista di piacere e dolore, ora la spinta &egrave più decisa, sono entrato in te completamente. Il ritmo dei miei affondi coincide con quello del tuoi gemiti, e più quello aumenta, più aumenta il mio.
Sei meravigliosa, adoro prenderti così, mentre mi muovo dentro di te mi piace guardare quanto ti faccio godere, osservare come con le dita ti torturi il clitoride, sei sull’orlo di un altro orgasmo, porti anche l’altra mano sul sesso, stai godendo da vera troia, sento i muscoli del tuo fiore contrarsi, l’orgasmo &egrave vicino e godere insieme &egrave la cosa più ci appaga, un ultimo affondo e inondo il tuo intestino con la sborra che non mi hai succhiato prima. Ti crollo sopra, rimanendo ancora dentro di te. Un abbraccio unisce i nostri corpi nudi e rimaniamo così fino a quando lo squillo del mio cellulare non ci riporta alla realtà..

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