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Racconti Erotici Etero

Incontro con la vedova bianca

By 16 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Posso farvi questa confidenza? Ci provo. Se la gradite, ok. Altrimenti ditemelo, e terrò per me le mie esperienze.
Abbandonate tutte le vostre prevenzioni, ed i vostri pregiudizi. Pur essendo un uomo di sessant’anni suonati, adoro come un pazzo fare l’amore con delle donne a cui piace il sesso, e che non hanno né complessi né frustrazioni, anzi sono di mentalità aperta e moderna, e non si fanno scrupoli ad incontrare ance un uomo più adulto, o magari lo preferiscono ad uno di questi giovinastri di oggi che fanno solo scopatine veloci e quasi mai appaganti per una donna con la “D” maiuscola. Io invece adoro “l’altra metà del cielo”, e desidero ogni giorno di più donare tutta la mia lunga esperienza: c’è più gioia nel dare che nel ricevere per me: e non intendo minimamente giocare sul doppio senso di questa locuzione. Per cui, care le mie donne che amate il sesso pieno e soddisfacente, non restate sull’Aventino: calate a valle e venitemi a trovare sulla mia e.mail personale – issfa@tiscali.it – provare per credere, soddisfatte o rimborsate. Sono un uomo molto generoso, sotto tutti gli aspetti. Sono qui per dedicarmi interamente a voi, belle fanciulle di tutte le età, di ogni stato sociale, di ogni razza, religione o mentalità. Provate a scrivermi e sono sicuro che non ve ne pentirete… Mde la cavo bene anche con il “sesso virtuale” da sperimentare attraverso internet, via e.mail, o anche via Msn.
Ma ora passiamo alla mia confidenza: ma mi raccomando, tenetela per voi…. non si sa mai, potreste essere anticipate da qualcun altra!
Abitava vicino a casa mia, sull’Appia. L’ho conosciuta per caso che faceva l’autostop in zona Capannelle, mentre io tornavo dai Castelli. Ero sull’Appia all’altezza dell’incrocio con via di Capannelle, e le ho dato un passaggio, più che volentieri, perché mi era parsa una donna molto libera ed attraente.
E’ salita in macchina, aveva un paio di tette di 24° misura (esagero ovviamente), ma insomma un paio di quelle tette da mozzafiato, che portava in trionfo con un vestito scollato quel tanto che le metteva in mostra come si deve, con una certa malizia tipica femminile, e con una scollatura piuttosto generosa e profonda. Portaca una specie di tubino nero che le fasciava tutto il corpo, una cosa veramente super eccitante.
Non appena salita mi ha detto che lei doveva tornare a casa sulla via Tuscolana, all’altezza di Piazza Ragusa. Io ho risposto che abitavo nei pressi, in zona Alberone, per cui non avevo nulla in contrario ad accompagnarla a casa, data la vicinanza. Lei mi sorrise e mi ringraziò.
Poi mi ha detto che era piuttosto triste e sconsolata perché il marito la trascurava troppo, e che era costretta a passare quasi tutta la settimana da sola a casa, o con una amica che la aiutava nelle faccende domestiche. Il tutto con degli sguardi quasi supplichevoli. Mi ha detto che non lavorava e cercava una qualsiasi sistemazione.
Io ovviamente, le ho detto che mi dispiaceva e se potevo fare qualcosa per aiutarla. E le ho proposto di passare – prima di accompagnarla – per il mio ufficio (sono consulente commerciale) per farglelo conoscere, anche perché entro la fine del mese una mia collaboratrice dovrebbe sospendere il lavoro perché è rimasta incinta. Quindi le ho chiesto che cosa sapesse fare, e se aveva mai lavorato in un ufficio.
Lei mi ha risposto che era ragioniera, e che aveva lavorato in uno studio di architettura per cinque anni, curando una parte della contabilità (fatturazione, corrispondenza ecc.) per cui le risposi che come impostazione generale poteva andare bene, sempre senza mai staccare gli occhi da quelle due straordinarie sise eccitantissime.
Lei se ne accorse, e – intuendo la situazione – si era messa in modo che le sue tettone fossero evidenziate al massimo, con il chiaro scopo di provocare…
Io la portai in ufficio, e le mostrai il lavoro, chiedendole di mettersi al computer per vedere che cosa sapesse fare. Lei acconsentì, e si sedette alla scrivania, con gli occhi rivolti sulla macchina, e con le mani appoggiate sulla tastiera.
Con una scusa le dissi di aprire un “file” nuovo, e di scrivere una lettera che le dettavo. Lei lo fece diligentemente, dimostrando di avere una discreta competenza. Quindi io mi posizionai alle sue spalle, dietro la sua sedia, per dettare e per verificare come scriveva e come se la cavava.
Iniziai a leggere una lettera commerciale (di cui avevo una copia già scritta a mano) mentre mi attaccavo con il corpo alla sedia, facendole sentire il mio calore, senza che lei dicesse nulla.
Poi, siccome mentre scriveva faceva qualche sbaglio, io approfittavo ogni volta per circondare le sue braccia e per avvicinarmi a lei, con la scusa di correggere alcune sue imperfezioni, cingendole dalle spalle, e ponendo le mie mani e le mie braccia sopra le sue, come per guidarla mentre scriveva.
Lei sentiva il mio corpo sulle sue spalle, e le mie braccia addosso, che la stringevano, ma non diceva nulla: anzi sembrva sempre più interessata a quello che dicevo, ed a quello che facevo. In quella posizione, era inevitabile sfiorarle le tette, con le braccia, come si può capire….  E lei lasciava fare. Io approfittavo per strusciarla con mani e braccia sempre più intensamente, e lei mi sorrideva e mi incoraggiava.
A quel punto cominciai a risalire con le mani le sue braccia, fino ad arrivare alle sue spalle, dove appoggiai le mie due palme, per un istante, facendole poi scendere lentamente verso la parte esterna delle sue belle tette. Lentamente, senza che lei dicesse nulla, sono arrivato ad “acchiapparle a piene mani” tutte e due le sue splendide sise, e ad accarezzarle, e massaggiarle roteandole delicatamente.
In quel momento lei sospese di scrivere sulla tastiera, emise una specie di mugolio di piacere e chiuse gli occhi: io non aspettavo altro! Capii subito che si stava eccitando, ed allora infilai con decisione tutte e due le mie mani dentro il suo reggiseno arrivando a stringerle i capezzoli con due dita, per massaggiarli.
Non ci dicemmo neppure una parola, il tutto avvenne in silenzio, rotto soltanto da mugolii di piacere e da qualche sospiro e respiro affannoso, sempre più convulso.  Lei a questo punto cominciò ad emettetre dei gridolini di apprezzamento, e sembrava quasi in estasi per quel mio delicato massaggio.
Non le ho lasciato il tempo di pensare: ho stretto le mie mani intorno al suo seno e l’ho tirata su di peso, costringendola ad alzarsi dalla sedia, che con un piede ho proveduto immediatamente a scostare più in là, per appiccicare il mio corpo sopra al suo, spingendola contro la scrivania… NON VI DICO CHE SENSAZIONE DI ECCITAZIONE ESTREMA, nel vedere che lei si strofinava sul mio corpo sempre più infoiata, e sempre di spalle rispetto a me, mettendosi a strusciare, con il suo bel sederino ritondo e morbido, sopra al mio bastone che nel frattempo si era bello che inturgidito, e parecchio!
Lei a quel punto si piegò in avanti sulla scrivania, sentendo che il mio batacchio spingeva a più non posso, offrendomi la sua parte posteriore. E VI PARE CHE IO MI FACEVO PREGARE? No di certo.
Tirai subito fuori l’attrezzo con la mano destra, mentre con la sinistra continuavo a strizzarle come si deve il capezzolo sinistro (cosa che a lei piaceva tantissimo:anzi più lo strizzavo e più gemeva dal godimento, stava entrando in estasi. Ed io altrettanto).
Le sollevai quindi il tubino facilmente, da dietro. E le lasciai scoperto il bel sedere polposo, che si afflosciava sotto la pressisone del mio bastone. Aveva un paio di mutande nere che le lasciavano scoperte tutte e due le chiappe, con una sorta di “filo interdentale” in mezzo. Non ci misi nulla a spostarglielo, e ad appoggiare il mio diavolone in mezzo alle sue cosce, appena sotto la vulva.
VI LASCIO IMMAGINARE CHE COSA E’ SUCCESSO: LEI ERA GIA’ TUTTA BAGNATA, ED A SENTIRE IL MIO CONTATTO A PELLE COMINCIO’ QUASI A MIAGOLARE, A CONTORCERSI, A PIEGARSI IN MODO TALE DA AGEVOLARE AL MASSIMO LA MIA PENETRAZIONE, ALLARGANDO LE GAMBE, E LASCIANDO ALLA LUCE TUTTA LA SUA VAGINA, CHE ERA GIA’ ROSSO FUOCO.
Che volete che vi dica? Ho preso con la mano destra il mio batacchio, e l’ho appoggiato sopra a quella spacca di carne, infilando solo la punta del mio pisello sulle piccole labbra: non appena fatto questo lei iniziò ad urlare dal piacere, e mi urlò: “Dai, dai, infilamelo tutto, sbattimelo dentro e non fermarti!”
Secondo voi che dovevo fare? Lasciai il capezzolo sinistro, e la presi con forza – stringendoli – tutte e due i fianchi. Lo infilai d’un colpo in quella bella caverna, che era già bella oliata a dovere: infatti “Lui” entrò senza alcun problema fino in fondo: lei sembrava fuori di testa, straparlava, diceva parolacce, mi mandava a fare in culo, mi offendeva dicendomi che ero uno dannato violentatore di donne, uno schifoso stupratore, un manico sessuale …mentre io imperterrito continuavo a pomparmela. Anzi, addirittura mentre lei stessa aveva cominciato ad andare avanti e dietro con il suo posteriore!
Ad un certo punto mi sono fermato, perché vedevo che lei come una furia spingeva avanti e dietro facendo entrare ed uscire il mio pisellone, senza che io mi muovessi neppure di un centimetro. Era lei che stava possedendo il mio torciorecchio, avete capito? E se lo stava godendo tutto in lungo ed in largo, con dei movimenti oscillanti e roteanti, facendomi godere come un matto. Una vera e propria eccitazione scatenata, si era impossessata di lei, tanto che io stesso mi trovavo a disagio… Pur non pompando affatto, fermo e dritto, stavo godendo come non mi era capitato quasi mai…
Insomma , per capirci: come se mi stesse facendo un bel pompino, solo che lo stava facendo la sua bella fichetta.
Sempre più infoiato, la piegai sopra la scrivania, acchiappandole di nuovo tutte e due le sisone, e stringendole come spugne. Lei lo apprezzava evidentemente, e continuava a strillare ordinandomi decisamente di continuare a sbatterla e stringere più forte le mie mani. E vi pare che io me lo facevo ripetere due volte?
Ricominciai a stantuffarla con ancora più foga, piegato in due sopra di lei, e sentento che le mie mani, appiccicate alle sue tettone, sbattevano le nocche sulla scrivania. Lei era già venuta 4 – 5 volte, ed ogni volta che arrivava all’orgasmo mi diceva a voce roca “Sto venendo, sto venendo!!!”.
Una pompata che durò per almeno un quarto d’ora, venti minuti, fino a quando non riuscendo più a trattenermi, le inondai di sperma la sua bella fichetta: proprio mentre lei veniva un’altra volta, contemporaneamente a me, continuando a gemere dal piacere. Mentre sborravo lei si contorceva in tutti i modi, e mi diceva che stava sentendo la mia sborra bollente che le entrava dentro fino in fondo, e che era una cosa meravigliosa.
Mi sentivo le palle come svuotate, e lei appena introitata tutta la sborra, subito si inginocchiò ed afferrò il mio batacchio ancora eretto, prendendo a succhiarmi e risucchiarmelo con forza, come se volesse tirar fuori un altro po’ di liquido dalla punta della mia fava, poi continuava a leccarmelo tutto sotto e sopra, fino alle palle, e ancora, e ancora, e ancora… .
Ma oramai non ce n’era più, e nonostante questo lei continuava ad aspirare quella punta come se volesse farne uscire anche l’anima. E’ UNA COSA CHE ADORO, QUANDO – dopo essere venuto – UNA DONNA CONTINUA A SUCCHIARMELO perché anche se non vengo più, mi da però ancora per qualche minuto un piacere immenso, una sensazione di godimento esattamente come se continuassi a sborrare…
Solo allora, quando il mio batacchio si arrese, la presi per le spalle, e la tirai con forza addosso a me, baciandola intensamente, scavandole con la lingua tutta la bocca fino alla gola: e lei ricambiò con il massimo della eccitazione ancora addosso. Rimanemmo in quella posizione slappandoci la bocca entrambi per almeno due – tre minuti, vi assicuro veramente in estasi.
Tanto che questo mi eccitò di nuovo, e mi fece tornare dritto in tiro l’uccello. Una eccitazione stratosferica…. Non potendone più le acchiappai la testa con tutte e due le mani, e la costrinsi ad inghinocchiarsi mentre mi sedevo sulla sedia. Lei rimase meravigliata per un istante, ma poi ingoiò tutto il mio manico d’ombello, e cominciò a succhiarlo lentamente, partendo dalla radice e risalendo verso al punta più volte: ingoio e risucchio lento con sapienti movimenti della bocca; ingoio e risucchio lento … in poche parole dopo una quindicina di minuti ebbi la mia seconda eiaculazione: e lei ne fu contentissima, perché succhiava e leccava come una furia tutto lo sperma, ingoiandolo tutto fino all’ultima goccia. Qui ci siamo fermati, con un piccolo bacio tenero e dolcissimo.
SOLO ALLLORA MI ACCORSI CHE NON SAPEVO NEPPURE COME SI CHIAMAVA.
Glielo chiesi: e lei mi disse che il suo nome era Jessica, che era Colombiana, e che raramente si era arrapata e divertita tanto, come in questa occasione. Ovviamente anche io ricambiai, dicendo che per me era stata una delle più belle avventure mai vissute. Ci rivestimmo in fretta, e la accompagnai a casa, proprio dietro Piazza Ragusa. Durante il viaggio in macchina mi raccontò della sua solitudine, e del fatto che il marito si limitava agli stretti doveri coniugali, una sola volta alla settimana, sempre costringendola quasi semrpe con la forza, e venendo in soli due minuti, lasciandola quasi sempre bollente, eccitata, emozionata, ma assolutamente insoddisfatta: e che non riusciva mai ad arrivare all’orgasmo. Invece con me, mi disse, c’era arrivata più volte e mi era riconoscente, ed aveva apprezzato il mio regalo: disse proprio così.
Io le risposi che anche io ero pienamente soddisfatto, che l’adoravo per quello che lei mi aveva regalato, e che volevo rivederla prima possibile. La lasciai sotto il suo portone, scrivendo il mio numero di cellulare sulla memoria del suo, e lei mi dettò il suo numero, che memorizzai all’istante. Ci siamo promessi di rivederci, ma le disse che avremmo dovuto aspettare una settimana almeno, perché il giorno dopo tornava il marito, per una settimana di ferie.
Le dissi che avrei aspettato con ansia, ed infatti dopo un po’ di giorni lei mi ha chiamato, e ci siamo già rivisti altri due volte.
E’ inutile che vi dica come si sono svolti i nostri incontri, vero? Potete certo immaginarlo. E sono stato fortunato anche sul lavoro, perché probabilmente a breve termine avrò un’altra ottima collaboratrice nel mio studio… Un bacio a tutte: vi aspetto!

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