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Racconti Erotici Etero

Incontro in aula studio

By 22 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ho conosciuta qualche giorno fa in aula studio. Era uno di quei pomeriggi in cui non hai proprio voglia di studiare ma lo fai per inerzia, apri il libro e vedi cosa succede. Quella volta era più difficile del solito, la vicinanza all’entrata si era rivelata deleteria e ogni persona che entrava o usciva attirava la mia attenzione.
è in uno di quegli attimi di distrazione che l’ho notata, un paio di banchi più in là, nella fila a destra; capelli mossi castani corti, espressione un po’ annoiata un po’ imbronciata e poco più in basso una quinta magnetica per i miei occhi.
Non ci ha messo molto ad accorgersi del mio insistere su di lei. Ho continuato e così è iniziato un gioco di sguardi prima sfuggevoli poi più prolungati; solo quando ero certo di aver catturato la sua attenzione ho gettato l’amo e sono uscito in pausa fissandola negli occhi fino alla porta. Ha abboccato.
Così ora è davanti a me, si chiama Martina e studia scienze dell’educazione; l’approccio ravvicinato è meno facile rispetto al gioco di prima, sarà che sono sempre stato un po’ imbranato.
Ora che è vicina noto che la differenza di altezza è evidente, colpa del mio metro e novanta forse; comunque dall’alto lo spettacolo è ancora più attraente e una lieve scollatura fa sì che i miei occhi incrocino con difficoltà i suoi. Nonostante tutto si crea una certa intesa che mi rende più spavaldo del solito, le chiedo se le va un aperitivo dopo l’aula studio. “Dove facciamo?”, la sua risposta. Io sopra tu sotto, no? Penso…

Ci ritroviamo di fronte a uno spritz.
“Sei spesso in quell’aula studio? Non ti avevo mai vista”.
“In realtà è la prima volta, di solito studio a casa o al massimo in biblioteca in facoltà. Tu?”
“Sono lì quasi tutti i pomeriggi, anche se non sempre sono concentrato sui libri, tipo oggi…”
Coglie la frecciatina e ride; la conversazione prosegue e anche lei non perde occasione per stuzzicarmi, ci siamo trovati.
Al secondo spritz la situazione si fa più sciolta, iniziamo ad avvicinarci e ogni pretesto è buono per sfiorarsi. Siamo seduti su un muretto in piazza e comincia a fare freschetto, ogni tanto ha dei brividi e si stringe nelle spalle, non riesco a fare a meno di pensare a quelle tette coi capezzoli duri e contratti, voglio toccarle; vederla così infreddolita, quasi indifesa, un po’ mi eccita. Le metto un braccio attorno alla vita, “Hai freddo?”, mi lascia fare, credo che apprezzi, “Un pochino, dovevo portare una felpa…”.
La stringo a me, la sua testa sulla mia spalla; passa qualche secondo e alza lo sguardo. Qualche indecisione, un paio di finte e ci ritroviamo abbracciati a baciarci.
è vorace, mi viene contro e schiaccia le tette contro il mio petto; infilo una mano sotto la maglietta e le sfioro un fianco coi polpastrelli, ho già il cazzo duro. La situazione si fa più caotica, le sue mani mi esplorano passando freneticamente dai capelli al torace, mentre le mie indagano circospette sotto la sua maglietta.
Non faccio in tempo a raggiungere l’obiettivo reggiseno che tutto si ferma, la sua lingua che fino a poco prima giocava con la mia ora si allontana, il suo sguardo è malizioso e dritto sui miei occhi. Una mano parte dalle mie labbra e “camminando” scende sul petto, sono in apnea, continua lentamente sull’addome e dopo qualche zig zag si appoggia un po’ pesante sul mio cazzo già duro da qualche minuto. Saggia la sua consistenza e si morde il labbro inferiore.
Non capisco più nulla, ora la voglio scopare selvaggiamente.
“Abito qui vicino…”, le faccio.
“Io ho tanto freddo…”.

Continua…
Entriamo in camera richiudendoci la porta alle spalle. Mi avvicino alla scrivania per mettere un po’ di musica dal computer, mentre cerco la musica adatta lei mi abbraccia da dietro. Piano piano le sue mani scendono come prima aderenti al mio corpo, prolungo la ricerca delle canzoni, mi voglio godere il momento e vedere fin dove arriva.
Scrollo su e giù col touchpad la lista degli artisti e la sua mano s’infila nei miei pantaloni, mi stringe il cazzo attraverso il cotone dei boxer, soppesandolo e massaggiandolo lentamente; si avvicina all’orecchio, “Che bel cazzo grosso che hai, ti dispiace se ci gioco un po’?”. Non aspetta la risposta e supera con la mano l’ultimo strato di vestiti, con l’altra mi slaccia la cintura e abbassa i pantaloni. Ora mi sta segando per bene, ci sa fare e sto godendo; non sento più l’altra sua mano, mi giro a rallentatore tra un sospiro e l’altro e scopro che si sta masturbando con gli occhi socchiusi. La sua sensualità mi gonfia il cazzo di eccitazione.
Dimentico la scelta della musica, mi giro e quasi la aggredisco baciandola mentre come una furia le strappo i vestiti di dosso; resta in perizoma e reggiseno e mi fermo un attimo per godermi lo spettacolino prima di toglierle anche quelli. Nota il mio interesse per il suo corpo e fa un giro su se stessa, ha dei bei fianchi un po’ larghi, molto femminili, e un culo pieno e sodo che con mio immenso piacere appoggia al mio cazzo piegandosi a novanta. Va su e giù col bacino mentre il mio cazzo duro come il marmo è avvolto dai suoi glutei da morsicare e schiaffeggiare, approfitto del momento e le slaccio il reggiseno; si sfila, cade per terra e le mie mani avvolgono le tette che sognavo da ore. Le accarezzo e stringo dolcemente, ogni tanto le pizzico i capezzoli grossi ed eretti, continua a masturbarsi ed emettere inconfondibili versi di piacere. Arrapata e vogliosa si sfila anche il perizoma e, ora che siamo entrambi nudi ed eccitati, approfitto della sua posizione per impalarla da dietro tenendola per le spalle; il mio cazzo arriva fino in fondo, toccando la parete della cervice e sento che non sazia spinge il suo bel culo ancora di più contro il mio bacino. Inizio a pomparla con spinte profonde che la fanno ansimare di piacere come un animale in calore, le stringo forte i glutei, aprendoli un pochino per vedere l’altro suo buchetto; la cosa mi eccita ancora di più. Mi abbasso leggermente su di lei e mentre le afferro le tette che sobbalzano sotto i miei colpi di reni, le morsico lievemente il collo. Passa qualche minuto e appena prima di decidere di cambiare posizione una stretta al cazzo e un gridolino sordo di gola mi avvisa che sta venendo. Il tempo di riprendersi e ancora impalata si gira verso di me, “Ora me lo metti in bocca e te lo fai succhiare come dico io!”, non me lo faccio ripetere e sfilato il cazzo dalla sua figa calda e bagnata glielo sbatto in bocca. Mi spinge sulla sedia fino a farmi sedere e inizia a leccarlo lungo l’asta su e giù, succhiandomi vogliosa la cappella di tanto in tanto. Sono in paradiso, la sua bocca è come una seconda figa, lo prende in tutta la sua lunghezza, sento la sua gola calda e stretta sfregare sulla mia cappella gonfia di eccitazione. Con una mano mi massaggia lo scroto e con l’altra gioca con le sue grandi tette arrossate, questo mi basta per sentire le prime scosse lungo la schiena e scaricarle in bocca una vagonata di sperma caldo che beve avida fino all’ultimo schizzo.

Il più bel pompino di sempre.

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