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Incubo ricatto per Alice

By 19 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Con sguardo triste, Alice fissò il voto segnato in penna rossa sul compito in classe di latino.

5

Un’altra insufficienza.
Alice odiava il latino. Odiava un po’ tutte le materie, visto che non ce ne era una in cui andava veramente bene!
I suoi voti erano tra il 5 ed il 6 in tutte le materie.
In alcune, ormai era troppo tardi per recuperare,poich&egrave la fine dell’anno scolastico si avvicinava.
Latino poteva essere la materia decisiva per la promozione o la bocciatura!
Faceva il liceo scientifico. In prima era riuscita ad esser promossa per un pelo, ma adesso sentiva di esser ad un passo dal baratro.
Mancava solo un compito in classe e le serviva un voto superiore al 7 per avere la media del 6.
La professoressa di latino, la signora Verdelli, una vecchia zitella acida era stata chiara: o faceva un ultimo compito davvero convincente oppure la sufficienza se la poteva sognare.
Di certo, Alice non era l’unica ad andar male nella sua classe.
Era una classe strana, composta da 13 ragazze ed un solo ragazzo, Alfonso…
Tutte le ragazze si aggiravano intorno al 6 in tutte le materie, mentre Alfonso era davvero un secchione! Tutti 9 o 10 in tutte le materie.
Infatti in questo compito di latino mostrava fiero l’ennesimo 10.
Oltre ad esser secchione era brutto, antipatico, un vero stronzo che trattava malissimo tutte le sue compagne.
Alto 1.75, magrissimo, quasi scheletrico, con delle sopracciglie foltissime, capelli scuri tenuti malissimo, sempre sporchi e una pelle bianco latte.
Sembrava un cadavere…
La pulizia poi non era il suo forte. Raramente si lavava e Alice, che era sua compagna di banco, se ne rendeva conto.
Emanava un odore acre fortissimo.
Come se non bastasse, aveva addosso sempre i soliti vestiti, dei bruttissimi jeans vecchi e una felpa blu.
Anche nelle rare volte che alfonso si lavava, erano i suoi vestiti a puzzare.
Era tanto brutto quanto antipatico. Visto che nessuna ragazza lo degnava di attenzioni, lui le considerava tutte puttane e spesso faceva battutine o frecciatine di bruttissimo gusto:
“sembri una puttana così truccata”
“bella scollatura, ci sborrerei su quelle bocce”
“per fortuna ci sono io in questa classe di ignoranti a elevare il livello di istruzione”.

Tutte le odiavano ma dovevano conviverci.
In quella situazione però, Alice vedeva in Alfonso una ancora di salvezza.
Da sola non sarebbe mai riuscita a prendere un bel voto nell’ultimo compito di latino, ma se Alfonso le avesse permesso di copiare, poteva prendere quel bel voto che l’avrebbe portata alla promozione!
E aveva davvero bisogno di esser promossa!
La sua famiglia non era ricca e lei voleva al più presto andare a lavorare per poterli aiutare economicamente.
Pure il ragazzo di Alice, Marco, non era in una bella situazione.
Marco, ventenne, aveva da piccolo perso il padre.
La madre era casalinga e si era ritrovata vedova, senza lavoro e con un figlio da mantenere.
Era riuscita a trovare un posto come addetta alle pulizie in un palazzo di uffici, ma sopravvivere era difficile.
Per questo, Marco, appena finite le scuole medie, aveva deciso di andare a lavorare in una officina come meccanico.
Così, lui e la madre riuscivano a vivere decentemente.
Marco era davvero un bravo ragazzo e anche molto bello. Alice si considerava fortunata, erano davvero una bella coppia!
Alice era alta 1,65 , bionda, capelli lunghi e lisci, occhi color nocciola, viso dolcissimo, una terza abbondante di seno e un bellissimo fisico.
L’unico piccolo difetto erano i fianchi un poco larghi e un culo leggermente più grande del normale, ma a molti ragazzi eran proprio quei fianchi morbidi e il culo abbondante a piacere!
Molti sbavavano a vederla passare, visto che le piaceva vestirsi in modo provocante, sempre con maglie e reggiseni che mettessero in risalto le sue bellissime tette, ma era fedele!
Le piaceva essere ammirata da tutti ma si era concessa solo al suo fidanzato e mai aveva pensato di
poterlo tradire!
Il giorno seguente, Alice si vestì ancor più provocante, col reggiseno nero coi ricami di pizzo bianco che era un po’ piccolo per lei, e le strizzava le tette facendole sembrare ancora più grandi.
In più aveva messo la maglia scollata che di solito metteva solo quando era col fidanzato a casa.
Aveva un piano.
Sapeva che Alfonso era probabilmente il suo ammiratore numero uno e quindi sperava che, chiedendo gentilmente, facendolo magari confondere con la vista del suo bellissimo seno, poteva convincerlo a farsi copiare il compito la settimana successiva.
In effetti il piano sembrava funzionare, mentre lei parlava, lui le fissava le tette e sembrava non capire più nulla.
Però, a fine discorso, Alfonso rispose in modo chiaro e conciso:
“Si può fare, ma dovremmo parlare dei dettagli, su come agire e tutto il resto… vieni questa sera a casa mia e ne parliamo”.
Alice non era entusiasta di questa cosa, ma dovette accettare la condizione.
In fondo dovevano esser bravi a non farsi beccare dalla professoressa. Se durante il compito fosse stata beccata a copiare, la prof le avrebbe rifilato un 2 e sarebbe stata bocciatura sicura.
La sera, quindi, si presentò a casa di Alfonso.
Lì, ebbe la sfortuna di conoscere la sua famiglia.
Il padre (Alvaro) era brutto tanto quanto il figlio, anzi, di più!
Stesso brutto viso con identiche sopracciglie folte, capelli sporchi e neri allo stesso modo, ma più
diradati, causa inizio di una calvizie.
La differenza dal figlio, però, era evidente. Mentre Alfonso aveva un fisico scheletrico, Alvaro aveva una panzona lardosa esagerata.
La madre era una piccola donnina, carina, ma con uno sguardo triste, perso. Probabilmente non era felice in quella famiglia.
Alice pensò che il padre avesse lo stesso carattere di merda del figlio e che quindi la madre dovesse convivere con quei due stronzi misogeni che la insultavano e trattavano male da mattina a sera.
Il suo pensierò fu subito confermato dalle parole del padre:
“e bravo il mio figliolo, guarda che bella zoccolina si porta qua a casa!”
Dicendo queste parole, si avvicina alla ragazza e per salutarla, le da uno schiaffetto sul culo, approfittando per una veloce palpatina.
Incazzata per quel gesto, Alice voleva risponder male e andarsene. Ma doveva per forza parlare con Alfonso, quindi non disse nulla e i due andarono in cameretta del ragazzo.
Alfonso chiuse la porta, la fece sedere sul letto e iniziò il suo discorso, che probabilmente si era studiato tutto il pomeriggio:
“Alice, sò che per te il compito di latino &egrave fondamentale. Devi farlo bene per sperare di esser promossa.
Io ti posso aiutare, posso fare qualsiasi compito di qualsiasi materia ad occhi chiusi.
Ma, ovviamente, perch&egrave aiutarti senza avere qualcosa in cambio?”

Alice cominciò a sudare nervosamente

Alfonsò continuò:

“Io ci ho provato con tutte le tue compagne di classe, ma quelle puttane non ci sono state! Secondo me quelle troie vogliono esser pagate per farsi scopare, &egrave solo quello il motivo per cui non me la danno.
Ma io non ho voglia di pagare e quindi fino ad adesso ho dovuto rimediare facendomi un sacco di seghe!
Per lo meno, una utilità l’avete, vi ho spesso fotograte di nascosto, in classe, nei giorni in cui eravate vestite scollate, con le bocce in bella vista, così mi siete servite da ispirazione mentre mi segavo.
Ma adesso tu sei qua che chiedi il mio aiuto. Un aiuto fondamentale, che solo io posso darti.
Sono quindi in condizione di poterti chiedere qualsiasi cosa.

Voglio che mi prendi il cazzo in mano, mi fai una bella sega e ti fai sborrare addosso.

Questo &egrave quello che voglio in cambio del mio aiuto, voglio che fai la brava puttanella aiutandomi a svuotare le palle.
Sò che sei fidanzata, chissà quante seghe avrai fatto nella vita, adesso ne voglio una anche io.”

Alice rimase senza fiato, sconcertata, voleva tiragli uno schiaffo e andare via.
Ma rimase lì, ferma immobile.
Non poteva permettersi di farsi bocciare. Aveva bisogno dell’aiuto del lurido porco che si trovava di fronte a lei.
Rimase ferma per un interminabile minuto, che a lei sembrò un ora.
Non sapeva cosa fare, cosa dire…
Provò a farfugliare qualcosa, ma nello stesso momento, Alfonso si era slacciato i jeans e abbassato le mutande.
Era in piedi di fronte alla sua preda col cazzo di fuori, già in tiro.
Alice non pot&egrave fare a meno di osservarlo.
Non era un cazzo grosso, ne lungo. Come diametro, anzi, era davvero sottile.
Come lunghezza, poteva arrivare a fatica a 13/14 centimentri.
In più era pure storto, ricurvo verso l’alto e che puntava un po’ da una parte.
E, ovviamente, puzzava… Un misto tra piscio e pesce marcio.
Prevedibile che puzzasse così… Chissà se Alfonso aveva mai provato a farsi un bid&egrave.
Niente a che vedere col bel cazzone corposo, lungo 20 centimetri, profumato al sapore di vaniglia, grazie
ad un buonissimo bagnoschiuma, del suo fidanzato.
Alice non aveva idea di che fare.
Allora Alfonso prese l’iniziativa, si avvicinò a lei, le prese la mano e la mise sul cazzo, sbraitando:
“muoviti a smanettare, puttanella!”
E nel parlare, alcuni schizzi di bava gli partirono centrando Alice in un occhio.
Era sul punto di piangere la giovane ragazza, ma si sforzò di non far scendere nemmeno una goccia.

Iniziò le sega.

La sua speranza era che il lavoretto di mano durasse 2 o 3 minuti al massimo.
Alfonso non era mai stato con una ragazza, chissà come doveva essere arrapato.
Lei poi era bellissima, un vero splendore ed era brava a far le seghe.
La sua mano si muoveva veloce.
Passarono 5 minuti e Alice era ancora lì a smanettare, Alfonso non dava segni di star per venire.
Il ragazzo probabilmente intuì i pensieri della bella bionda e senza che gli venisse chiesto nulla disse:
“Non sperare che sarà una cosa veloce, mi sono già fatto 2 seghe questo pomeriggio, apposta per durare tanto stasera con te!
Posso resistere fino a domattina senza sborrare, quindi niente trucchetti, fai quello che ti dico e vedrai che entro un ora circa sarà tutto finito”
Un ora?????
Alice era disperata.
Alfonso iniziò a ficcare le sue luride mani nella scollatura della ragazza, per la prima volta aveva a disposizione delle bellissime tette e si gustava il momento palpandole e strizzandole.
Con un gesto veloce e deciso le tolse il reggiseno e tirò fuori le bocce dalla maglia, avvicinandosi in modo che la punta del suo cazzo strusciasse sul morbido seno.

“Alice, hai delle tette da spagnola. Mi eccitano. E penso che tu non voglia passare tutta la notte a segarmi, vero?
Scommetto che vuoi andartene al più presto e quindi devi fare di tutto per eccitarmi e farmi sborrare!”

Alfonso aveva studiato tutto nei particolari, ormai la manovrava come un burattinaio.
Alice doveva obbedire.

La ragazza si ficcò il cazzo in mezzo alle tette per iniziare la spagnola, ma venne interrotta:
“Che cazzo stai facendo?!?! Te lo metti tra le bocce a secco? Così &egrave chiaro che mi da fastidio!
Sei proprio una stupida troia! Prima devi lubrificarlo! Succhialo per bene!”

“No, ti prego! Non farmelo mettere in bocca! Mi fa schifo, puzza… Ho già i conati solo sentendo l’odore da qua!
Rischio di vomitare se lo prendo in bocca! Potevi lavarti prima… Potresti lavarti anche adesso…”

Non era però una critica decisa, era più un piccola lagna, detta sottovoce, ormai sottomessa agli eventi, disperata.

“Non hai capito un cazzo, zoccola! Tu non puoi tirarti indietro! Se ti dico di fare una cosa, la fai!
Se non obbedisci, col cazzo che ti suggerirò al compito e verrai bocciata!
Adesso ti ho ordinato di succhiarmi l’uccello e quindi succhiami l’uccello!”

Appena finita la frase, spostò il cazzo dalle tette di alice alla sua bocca, le prese la nuca e glielo ficcò tutto dentro!
Una mano su un seno, una dietro la nuca e Alfonso iniziò a muoversi avanti in dietro provando sensazioni celestiali.
Alice non stava facendo un pompino, si stava passivamente facendo scopare la bocca!
Era più brutto che nei suoi peggiori incubi
Al suo fidanzato Marco faceva spesso pompini, ma era una cosa dolce, fatta con amore, rispetto, dolcezza.
Adesso, invece, la sua bocca era sfondata con la forza e l’odore era forte, terribile!
Sembrava di star leccando piscio di gatto.
A darle poi fastidio, erano le strizzate al seno ad ogni affondo di cazzo e i grugniti animaleschi di Alfonso.
Il porco andò avanti oltre 10 minuti a scoparle la bocca.
Ormai lei non sentiva più nulla, come se fosse anestetizzata e le faceva male la mandibola.
Ad ogni affondo sperava con tutto il cuore che fosse l’ultimo, sperava che arrivasse una scarica di sborra in bocca solo per poter dire che il suo compito era finito e andarsene a casa!

Ma si era dimenticata che il motivo del pompino era solo lubrificare il cazzo per la spagnola.
Infatti Alfonso sentenziò:
“Bene, bravissima Alice, lo succhi da dio, adesso occupiamoci di quelle tettone! Sembrano fatte apposta per ficcarci in mezzo cazzi!
Fino ad ora ti ho scopato io la bocca, ma adesso io sto fermo e sarai te a dover muovere sul mio cazzo le tue soffici mammelle!”

Alice non disse nulla e obbedì. Prese il cazzo, se lo accomodò in mezzo ai seni, stringendoli ai lati con le sue mani e iniziò a muoversi sù e giù col busto.
Ad ogni movimento di spagnola con cui scappellava il cazzo, saliva verso il naso di Alice un odore ancora più forte di prima!
Il movimento in mezzo alle tette aveva fatto uscire qualche goccia di liquido dal cazzo di Alfonso.
Non era sborra purtroppo per lei che voleva la fine di tutto al più presto.
Il bastardo era entusiasta di come il tutto si stava svolgendo! Prima la sega, poi la scopata della bocca, adesso una sontuosa spagnola.
Che altro poteva desiderare da una così stupenda ragazzina?
Beh, una cosa c’era…

“Alice, devo esser sincero con te… Sei stupenda, ma a causa delle due seghe di questo pomeriggio proprio non mi viene da sborrare, anche se mi sta piacendo un casino tutto ciò che sto facendo.
Purtroppo ci sono solo due possibilità per farmi sborrare. O riprendi a succhiarlo e magari tra un ora ti sborro in bocca, altrimenti ti fai scopare in figa e ti prometto che in 5 o 10 minuti vengo e te ne puoi andare!”

Alice non sapeva che dire, non sapeva che fare… Non erano questi i patti, il bastardo stava pretendendo sempre di più, non voleva farsi scopare!
Già stava tradendo il fidanzato con mano, bocca e tette, non voleva che anche la sua figa fosse violata da un altro che non fosse il suo Marco.
Ma un’altra ora con quel cazzo fetido in bocca non voleva passarla. E non voleva farsi sborrare in bocca, chissà che sapore orrido avrebbe avuto!
E lui le avrebbe tenuto la testa, obbligandola ad ingoiare, cosa che detestava!

Sapeva che lui voleva a tutti i costi scoparla in figa e quindi pensò di essere in condizione di poter metter per lo meno qualche regola:

“Mi stai chiedendo sempre di più e fino ad adesso ho fatto quello che volevi! Ti ho concesso tutto!
Nei patti all’inizio mi avevi chiesto soltanto una sega! Hai già avuto anche tette e bocca!
Se proprio vuoi scoparmi, devi promettermi un po’ di cose! Prima di tutto devi usare il preservativo, io non uso metodi anticoncezionali e non voglio rimanere incinta!
Per di più potresti avere chissà quali malattie!
Poi, ti concedo al massimo 10 minuti di scopata! Dopo 10 minuti devi venire, così finalmente potrò andarmene da qua!”

Alfonso si lamentò un po’ per l’obbligo di usare il preservativo, ma Alice era irremovibile! O col preserativo oppure niente scopata!

L’accordo era sancito.
I due si spogliarono completamente.
Alice nuda era fantastica, ancora più bella delle ragazze che Alfonso ammirava nei porno mentre si sparava le seghe.
Invece, il ragazzo nudo faceva ancora più senso…
Messo il preservativo, la fece sdraiare sul letto a pancia in sù e si adagio sopra di lei, insinuandosi tra sue cosce con le gambe, per fargliere aprire.
Puntò il cazzo verso la figa e con colpo secco entrò violentemente!
Non era abituata a tanta brutalità.
Il suo ragazzo le concedeva preliminari di ogni genere:
massaggi alla schiena, baci sul collo, carezze nelle parti intime e poco prima della penetrazione, usava dita e lingua per lubrificarla e agevolare l’ingresso.
In questa situazione, invece, non era per nulla bagnata e sentiva dolore ogni volta che il cazzo entrava, anche se alla fine era un cazzo piccolo.
Alfonso la baciava e leccava in viso, cercando di infilare la lingua nella sua bocca.
Ma Alice almeno questo riusciva ad evitarlo ivincolandosi.
Allora lui passò ad occuparsi delle tette! Le baciava, le leccava, mordeva e succhiava i capezzoli.
Erano davvero due tette perfette!
Andarono avanti 5 minuti in questo modo, Alice controllava l’orologio.
Il movimento del ragazzo non era affatto il massimo.
Sembrava un cagnolino in calore che si attacca ad un gamba del tavolo!
Frenetico, violento, meccanico.
Lei non provava il minimo piacere.
Alfonso chiese un cambio di posizione, la voleva scopare a pecora. Disse che avrebbe preferito dominarla da dietro e che il bel culone era arrapante
Alice si girò mettendosi a quattro zampe.
Mentre lei era girata, il bastardo, senza farsi notare, si tolse il preservativo, buttandolo a terra e subito rientrò nella figa calda!
Lei purtroppo non si accorse di nulla.
Era anzi felice di non doverlo guardare in faccia e sapeva che quella posizione avrebbe favorito la sua eiaculazione. Appoggiò la testa sul letto, chiudendo gli occhi, sapendo che tra pochi minuti tutto sarebbe finito.
Doveva resistere ancora per poco.
In effetti mancava poco, scopare senza preservativo era tutta un’altra cosa, Alfonso grugniva di piacere e il suo movimento era diventato più veloce.
Con entrambe le mani la teneva per i morbidi fianchi mentre la scopava!
Dopo qualche minuto, una terza mano andò a strizzare un seno di Alice!
Lei notò subito che qualcosa non quadrava!
Due mani la tenevano stretta per i fianchi… Di che era la terza che stava avidamente palpando il suo seno destro?
Alzò la testa e si girò di scatto verso destra
C’era un altro cazzo a pochi centimetri dal suo viso che subito schizzò una enorme quantità di sborra accecandola e qualche goccia le finì pure in bocca!
Alice sputò, tossì, si asciugò gli occhi dalla sborra per vedere che di fianco al letto c’era Alvaro, il padre di Alfonso, nudo, con un enorme cazzo mezzo flaccido in mano!
Il vecchio, forse d’accordo col figlio, aveva sbirciato probabilmente il tutto dal buco della serratura e nel momento in cui Alice aveva poggiato il viso sul letto chiudendo gli occhi, era entrato, si era spogliato e smanettato grazie alla celestiale visione della biondina per poi sborrare sull’angelico faccino della giovane ragazza strizzandole un seno!
Nel frattempo, anche Alfonso stava godendo:
“Siiiiii, vengooooooo!!! Ti sborro dentro, puttanellaaaa!! Aaaaaah siiiiii..!!!!”

Alice guardò per terra e vide il preservativo.

Le crollò il mondo addosso…
Si era appena fatta sborrar dentro da quello schifoso.
Le lacrime iniziarono a scendere mischiandosi alle gocce di sborra del vecchio Alvaro.
Scattò in piedi e si fiondò fuori dalla stanza alla ricerca di un bagno. Per fortuna lo trovò subito e si chiuse dentro.
Si mise a fare un bid&egrave, voleva togliere da dentro di lei ogni goccia di sperma…
Dopo una accurata sciacquata, si sedette per terra e pianse qualche minuto.
Poi si accasciò, svenendo a causa sia dello shock che dalla fatica per la prestazione sessuale svolta contro voglia.
Si risvegliò senza sapere quanto era stata in quella condizione di incoscenza.
Si lavò al meglio che pot&egrave, tornò alla cameretta deserta e si rivestì.
Andando verso l’uscita, passò dal salotto, c’erano padre e figlio che si stavano vantando di quanto fatto, con la madre seduta in mezzo a loro, dicendo che di puttane così belle e giovani mica se ne trovano!
Avevano fatto il colpaccio!
Non voleva sentire altro, corse verso la porta e uscì in direzione di casa sua!
Si faceva schifo, perch&egrave aveva accettato tutto questo?
Dopo alcuni giorni, riuscì a procurarsi la pillola del giorno dopo.
La settimana dopo, Alfonso, per lo meno, rispettò i patti e fece copiare Alice.
Prese 8. Niente bocciatura, ma a che prezzo?

Passarono tre settimane, Alice aveva comprato un test di gravidanza.

Due liniette rosa.

Era incinta.
Dopo aver scoperto di esser incinta, Alice aveva passato delle bruttissime giornate.
Era arrabbiata per aver permesso ad un porco di approfittarsi di lei. Era stata costretta a tradire il suo fidanzato, il suo grande Amore, Marco.
Con un inganno, era pure stata ingravidata.
Se il suo fidanzato l’avesse saputo, avrebbe capito che lei era stata con un altro.
Probabilmente Marco l’avrebbe lasciata.
Sarebbe rimasta da sola, senza un ragazzo a fianco.
Non poteva abortire, era sempre stata contraria. Per farlo, inoltre, ne avrebbe dovuto parlare con la sua famiglia.
Non era una bella situazione…

Alla fine arrivò a prendere una decisione. Non era una bella decisione, ma era l’unica che le venne in mente.
Avrebbe dovuto ingannare Marco.
La sera incontrò il fidanzato.
Il programma era di vedere un film a casa tranquilli, nel lettino in camera di Alice e poi passare del tempo in intimità approfittando del fatto di aver i genitori fuori casa per una cena con amici.
Tutto andò secondo i piani. Finito il film, lei andò sotto le coperte, gli slacciò i pantoloni e gli tirò fuori il cazzo dalle mutande.
Era ancora “addormentato”, ma bastarono alcuni innocui bacini per svegliarlo.
Iniziò a leccare l’asta partendo dalla base e salendo pian piano. Arrivata alla cappella, iniziò a leccarla dolcemente, facendo roteare la lingua.
Poi un’ultima leccata dal basso fino alla cima e poi tutto in bocca!
Marco fece un piccolo balzo. Adorava i pompini di Alice.
Lei inizio a succhiare, prima lentamente, poi sempre più veloce, accompagnando ogni succhiata con un deciso movimento di mano.
Marco aveva una voglia pazzesca, era un settimana che non scopavano!
La fece risalire da sotto le coperte e inizio a spogliarla. prima le tolse i pantaloni, lasciandole addosso le mutandine a righe bianche e azzurre, poi le tolse la maglietta, le osservò il seno sorridendo e iniziò a baciarla in bocca.
Intanto, armeggiava con il reggiseno. Finalmente riuscì a sganciarlo.
Subito le mani finirono sulle tette.
Era un piacere sentire quelle poppe grosse e soffici tra le mani!
Marco si spogliò completamente. Anche Alice si tolse le mutandine.
Lui riprese a baciarla in bocca. Scese sul collo, poi più giù in mezzo ai seni. Diede una succhiata a ciascun capezzolo e scese verso l’ombelico.
Due bacini sui fianchi e poi l’interno coscia.
Intanto lei aveva chiuso gli occhi e si godeva le attenzioni di lui ad ogni sua parte del corpo che potesse esser stimolata.
Iniziò a leccargliela.
Prima delle grosse leccate con un movimento lento, poi concentrandosi sul clitoride e aumentando la velocità.
Intanto le aveva messo due dita in bocca. Lei succhiava e leccava avidamente sapendo dove sarebbero finite quelle dita.
Dopo qualche minuto di stimolazione, la passerina di Alice era ben lubrificata e pronta per accogliere il “dolce randello” del suo fidanzato.
La ragazza passò il preservativo al fidanzato.

(Ore prima, aveva bucato con uno spillo il centro del preservativo.)

Marco non ci fece caso, strappò l’involucro del preservativo e se lo mise.
Iniziarono a far l’amore. Lui aveva una voglia pazzesca, ansimava e si godeva ogni spinta!
Lei provava piacere, ma si sentiva in colpa per quello che stava facendo.
Cambiarono posizione e Marco la fece salire sopra di lui.
Aveva lei le redini, iniziò a muoversi velocemente. Prese le mano di Marco e se le mise sulle poppe.
Lui adorava quella posizione! Aveva tra le mani le stupende bocce della sua ragazza che nel frattempo si muoveva divinamente.

“Alice, rallenta… Così vengo… Vorrei far venire prima te!”

Ma a lei non interessava godere questa sera.
Aumentò il ritmo!

“Voglio che vieni Marco, voglio sentirti sborrare! Non preoccuparti di me, voglio che stasera sia solo te a godere!”

Nell’udire quelle parole, Marco si eccitò tantissimo, strizzò le tette della ragazza, diede 2 affondi decisi e fece uscire una bella vagonata di sborra calda!

Adesso Alice doveva recitare la sua parte.

“Cazzo, il preservativo era rotto! Mi sei venuto dentro… Cosa cazzo facciamo adesso!”

Cosa potevano fare? Marco le disse di non preoccuparsi, che avrebbe preso la pillola del giorno dopo, che non sarebbe rimasta incinta.
Ma alice era già gravida.
Avrebbe dovuto ancora fingere stupore nel comunicargli, tempo dopo, di essere incinta.
Il piano era riuscito.
Marco non avrebbe mai saputo che lei lo aveva tradito e non avrebbe mai scoperto che quello che sarebbe nato non era figlio suo.
Il piano era riuscito ma Alice si sentiva male lo stesso.
Era un piano malefico, da vera stronza.
Non solo aveva tradito il fidanzato, ma adesso lo stava pure ingannando.
Si sentiva una merda.
Ma doveva agire in questo modo, non aveva scelta.

Alice, però, non sapeva che il suo incubo non era nemmeno iniziato… Alice sapeva che il suo comportamento nei confronti del fidanzato era stato pessimo, da vera stronza, ma si era convinta che non era tutta colpa sua, che si era trovata in una situazione in cui non aveva alcuna scelta, che era anche stata ingannata.
Aveva deciso che avrebbe dimenticato il tradimento, doveva riprendere la sua vita con naturalezza, guardando il lato buono delle cose.
Aveva una fidanzato fantastico, che la amava e che probabilmente l’avrebbe sposata non appena le condizioni economiche per i due sarebbero state stabili.

Ma pochi giorni dopo, durante un caldo pomeriggio, l’incubo si ripresentò sotto forma di messaggio sul cellulare della ragazza.
Il numero del mittente era a lei sconosciuto.
Aprì il messaggio e vide che era una foto.
Una foto in cui lei era a pecora, con Alfonso che la scopava da dietro e Alvaro che si stava segando di fianco a lei!
Alice immaginò che il mittente fosse quindi il suo compagno Alfonso e subito rispose al messaggio:
“Alfonso, sei un coglione! Come cazzo hai fatto a fare questa foto? Non provare a farla vedere in giro, cancellala!

Non dovette aspettare molto per la risposta:

“Dolcissima Alice, Faresti meglio ad usare un tono più tranquillo e cortese con me.
Non ho solo quella foto… Ho tante foto e video di quella giornata, avevo piazzato della microcamere spia.
Potrei benissimo fare avere tutto il materiale a tutti i tuoi amici, conoscenti e sopratutto al tuo caro fidanzato.
Potrei anche mettere tutto in internet, così faresti una bella figura da puttanona col resto del mondo.
Ma non voglio rovinarti la vita in questo modo… Che cosa ci guadagnerei?
Facciamo così, vieni a casa mia domani pomeriggio e ci mettiamo d’accordo…
Ti devi presentare con una bella magliettina sexy, una gonnellina e, mi raccomando, niente reggiseno e mutandine”

Alice non era stupida, era chiaro cosa volesse in cambio di video e foto.
Era arrabbiata per dover subire un ulteriore ricatto, ma se proprio doveva trovare il lato positivo, si trattava
di dover fare le stesse cose dell’altra volta.
Ormai si era concessa ad Alfonso e, anche se gli faceva ancora schifo, peggio dell’altra volta non poteva andare.
Si sarebbe concessa ancora una volta e poi tutto sarebbe finito. Per sempre.

Obbedì alle indicazioni.
Il pomeriggio seguente si mise un toppettino rosa senza spalline che le lasciava scoperto l’ombelico e una gonnellina a balze bianca.
Ai piedi dei stivaletti bassi bianchi.
Niente reggiseno, niente mutandine…

Si guardò allo specchio; stava veramente benissimo.
Peccato che tutto questo non era per il suo Amore, ma per un bastardo ricattatore.

Si recò a casa di Alfonso, suonò al citofono, gli venne aperta la porta ed entrò in casa.
Ad accoglierla trovò Alvaro ad accoglierla.
Alice, l’altra volta, non aveva fatto a caso a quanto fosse brutto il padre del compagno di classe.
Era basso circa come lei, poco più di un metro e sessanta, aveva pochi ciuffetti di capelli neri in testa, sopracciglia foltissime, denti gialli e storti con delle labbrone violacee.
Il fisico era vergognoso… Probabilmente pesava ben oltre gli 85 kg che, per la sua altezza, voleva dire netta obesità!
Era grasso ovunque! Pancia, braccia, gambe, mento, era un ammasso di lardo.
Inoltre, era veramente un uomo peloso, anche le mani erano ricoperte di peli nerissimi!
Era difficile stabilirne l’età. Probabilmente si poteva azzardare che fosse sulla cinquantina senza sbagliare di molto.
Il vecchio porco la squadrò da testa a piedi, ammirandola in tutto il suo splendore e ripensando all’ultima volta che l’aveva vista, quando le aveva inondato il viso di sborra.
Alice si trovò subito a disagio e disse:
“Buongiorno signor Alvaro, suo figlio mi ha dato appuntamento qua oggi… Dobbiamo… ehm, sì… dobbiamo parlare di questioni di scuola… sa, ricerche, verifiche… Ah già, dobbiamo scambiarci alcuni appunti…”

Il vecchio non smetteva di fissare le tettone della giovane ragazza. Dopo qualche secondo replico:

“Non &egrave stato Alfonso a invitarti oggi.
Sono stato io a mandarti quel messaggio e quella foto!
Sono stato io a piazzare le microcamere e quindi sono io quello in possesso dei vari video e foto! Mio figlio non
c’entra nulla, &egrave con me che devi trattare se vuoi che quel materiale venga distrutto”

Alice fu pietrificata…
A malincuore aveva accettato di doversi nuovamente concedere al suo schifoso compagno di classe.
Per quanto lo odiasse, era pur sempre un ragazzo della sua età.
Ma adesso le cose erano diverse.
Si trovava davanti un porco cinquantenne che non vedeva l’ora di gustarsi una bella biondina…

La ragazza non riuscì a tirar fuori alcuna parola dalla sua bocca e Alvaro, approfittando del momento di smarrimento, la prese per una mano portandola in salotto e facendola sedere sul divano.
Lui si sedette di fianco a lei e con una mano l’abbracciò prendendole il fianco.
Con l’altra mano si era tirato fuori il grosso cazzo delle mutante e aveva iniziato a menarselo.
Il cazzo di Alvaro era davvero enorme come diametro. Come lunghezza era nella media, ma come larghezza era più del doppio rispetto ad un cazzo normale.
Adesso la mano libera era passata a massaggiare un seno da sopra la maglietta.

La ragazza era pietrificata, come se fosse una bambolina subiva passivamente qualsiasi cosa.

Alvaro le chiarì la situazione:

“Brava, vedo che mi stai facendo fare! &egrave così che ti voglio… Devi stare tranquilla e farmi fare tutto ciò che mi passa per la testa!
Se continui così, quando sarò soddisfatto cancellerò tutte le foto dell’altra volta.
Sì, hai capito bene, le foto, ma NON i video.
Se vorrai la cancellazione anche di quelli, dovremo vederci un’altra volta…
Ma non pensarci, pensa a oggi, che adesso ci divertiamo!”

Finita la frase, abbassò il toppettino della ragazza lasciando fuoriuscire di scatto le grosse tettone.
Con una mano continuava la sega e con l’altra strizzava le bocce.

Alice invece era ferma, immobile, impassibile. Nella sua testa c’era il vuoto, una sorta di shock, un black out,
non riusciva a reagire mentre un vecchio si stava masturbando palpando il suo giovane e soffice seno.
Il cazzone intanto era diventato duro come il marmo.
Il porco si alzò in piedi lasciando la ragazza seduta e ficcò il membro tra le tettone, stringendole con la mani
e iniziando una lussuriosa spagnola.
Mentre si godeva il momento, grugniva come un animale e lanciavi insulti come:
“Sei nata per spremer cazzi con le tue mammelle!”
“Sei una puttanella, una lurida puttanella e oggi ti prenderai il mio cazzone! Ah se te lo farò sentire, questa spagnola &egrave solo l’inizio! Oggi sei la mia troia personale, il mio giocattolino, la mia bambolina! E ti userò come nessuno mai ti ha usata!”

Le tette iniziavano a dolerle, fortunatamente Alvaro smise di ficcarglielo tra le poppe.
Ma il sollievo durò una frazione di secondo.

“Adesso ci vuole una bella pompata per il vecchio cazzo!”

In modo deciso glielo ficcò tutto in bocca!
Alice aveva una piccola e dolce boccuccia mentre il cazzone di Alvaro era grossissimo!
Non era affatto una bella combinazione. Doveva tenere la bocca spalancata per farlo entrare ed era doloroso, senza contare che ciò le provocava continui conati di vomito!
Inoltre il cazzone era sudato e aveva un odoro acre, acido, sembrava di avere in bocca una carcassa di un animale, un lurido pezzo di carne ormai in putrefazione!

“La tua boccuccia &egrave un paradiso per me! &egrave così stretta che sembra una fighetta di una vergine!”
Per la biondina sembrò un pompino interminabile, anche se in realtà durò una decina di minuti.

Finalmente Alvaro le liberò la bocca.
La giovane ne approfittò per cercare di negoziare col pervertito.

“Signor Alvaro, l’altra volta si &egrave masturbato venendomi in faccia. Se vuole questa volta sarò io a masturbarla, potrà venire ancora sul mio viso, oppure sul mio seno, che ne dice?”

Come immediata risposta, una risata fragorosa

“MUAHAHAHAHA HAHAHAH MUAHAHAHAHA”

“Cosa credi, di scamparla con una sega? Non hai capito nulla! Ti ho in pungo, io comando, tu esegui!
Quante volte mi ricapiterà di avere a completa disposizione una graziosa puttanella come te?? Dovrei limitarmi a una sega? Hai davvero un visino fantastico, da vera cucciolina tutta da sborrare ma, purtroppo per te, voglio un servizio completo…”

La spinse facendola sdraiare sul divano a pancia in sù e si lanciò sopra di lei!
Alice era immobilizzata sotto l’enorme peso del ciccione che inizialmente si dedicò a leccare i capelloli
per poi spostarsi a leccare il collo e il viso della ragazza, arrivando a ficcargli tutta la lingua in bocca!

La ragazza non sapeva se esser più schifata per aver preso in bocca il cazzo del vecchio o la sua fetida lingua viscida.

Intanto alvaro aveva alzato la gonnellina, prese la mira col cazzone e con un colpo deciso entrò dentro di lei, che strinse i denti e chiuse gli occhi, cercando di
immaginarsi altrove e in un altra situazione.
Intanto le venivano strizzate le tette! La giovane provò ad urlare ma aveva la lingua del porco in bocca e quindi uscì un soffuso mugolio.
Il mugolio eccitò ancor più Alvaro che tirò fuori in cazzo e diede una secondo affondo deciso, iniziando una turbinosa scopata.
La biondina quasi non riusciva a respirare sotto il peso di quel cinghiale peloso e sentiva la sua vagina allargarsi dolorosamente ad ogni colpo deciso di cazzo.
Il porco non aveva mai fatto una scopata così fantastica! Il suo cazzone nella fighetta stretta moltiplicava il piacere! E poi il fatto di scoparsi una giovane
biondina, che non poteva opporsi al suo volere era fantastico.
Voleva provare la bambolina in tutte le posizioni e cominciò a muoverla…
Iniziò a scoparsela su un fianco, usando entrambi le mani per massaggiare gli invitanti seni.
Poi la mise sdraiata a pancia in giù, tenendole fermi i fianchi mentre la perforava.
La obbligò anche a salire sopra di lui, ma durò poco in quanto Alice non aveva per nulla voglia di muoversi troppo…
La rimise sdraiata a pancia in sù e si masturbò un po’ mentre leccava tutto il corpo della ragazza.
Poi entrò nuovamente dentro di lei, ancora più eccitato! Continuava a spingere, continuava a perforarla, mentre lei era impassibile, con lo sguardo perso,
ormai rassegnata, in attesa della fine.

Quando finì di provare tutte le posizioni che conosceva, si alzò, la fece alzare e le disse di mettersi in piedi di fronte al bracciolo del divano.
Poi la fece abbassare facendo poggiare il ventre sullo stesso bracciolo.
In questo modo il culo della poveretta era in bella mostra.
Ricevette qualche schiaffetto sulle chiappe e il cazzone le venne rificcato nella sua passerina.
Lui stava dietro di lei in piedi e riusciva a dare grandi affondi di cazzo, con decisione, facendola urlare ad ogni botta!

Alvaro ammirava lo splendito culetto rotondo della sua preda e con un dito iniziò a sfiorare l’ano!

Le parole uscirono dalla bocca di Alice senza che lei ci pensasse:

“Cosa fai?!?!?! Ti prego, lì lasciami stare! Sono vergine nel mio culetto!Il tuo cazzo già mi fa male davanti,
ti prego, dietro no! Dietro nooo!!

Quelle parole servirono solo ad eccitare ancor di più il vecchio, che sputò nel buchino e ci ficcò un dito senza esser troppo gentile.
Alice inarcò la schiena e strinse i denti!
Ma il peggio doveva venire…
Alvaro sfilò il cazzo dalla figa e lo poggiò sull’ano.
Con tutto il suo peso si riversò verso di lei finch&egrave non iniziò a penetrarla analmente.
Il cazzo arrivò fino in fondo.
Per Alice era un tortura!
Il culo non era lubrificato bene e la sensazione era quella di un viscido strumento che stava scavando dentro di lei.
Sentiva dolore, come se un viscido serpente volesse entrargli da dietro per risalire e uscirle dalla bocca!
Se opponeva resistenza cercando di stringere il buco, sentiva di più lo sfregamento sulle pareti del retto, se invece provava a rilassarsi, il cazzone si insinuava sempre più dentro di lei, allargando il buco dolorosamente.
Il grosso cazzo arrivò fino in fondo, tutto dentro il culetto di Alice.
Rimasero qualche secondo fermi..
Poi Alvaro sussurrò nell’orecchio di lei:
“Mi dispiace, farà male”
Fece un ghigno diabolico e iniziò una selvaggia inculata!
Lui ci metteva tutta il suo peso per spingere il carnoso randello fino in fondo, gustandosi quella sensazione accogliente, calorosa che il culetto stretto della ragazza gli forniva.
Alice cercava di dimenarsi, di liberarsi dalla presa, ma lui con una mano era riuscito a prenderla per entrambi i polsi e con l’altra le teneva giù la testa mentre si divertiva a sfondarla.
Alvaro non aveva mai provato sensazioni così!
La moglie non aveva per nulla un bel culo e in generale l’uomo non era poi così attratto da lei…
Si limitava a scoparla ogni tanto… Per lo più però, si sfogava con delle puttane.
Alcune le aveva anche inculate, ma le prostitute ormai avevano il culo sfondato ed era obbligato ad usare il preservativo,
Quindi non era stato un gran che.
Invece Alice dietro era vergine e se la stava scopando senza preservativo.
Sentiva il cazzo ben stretto nell’ano della giovane bionda e assaporava ogni spinta godendo come non mai!
Inoltre la posizione permetteva una penetrazione talmente profonda che Alice sentiva il cazzo spingere fin dentro al suo ventre!
E ad ogni colpo si sentiva morire, restando senza fiato.
Anche lei non aveva mai provato sensazioni simili, ma ovviamente non erano positive.

Il depravato spesso arrivava al punto di sborrare, ma non voleva che l’inculata finisse presto, quindi
rallentava o si fermava, per poi riprendere a spingere ancora più forte.
Andò avanti così per una buona mezz’ora…
Alice ormai non riusciva neppure più a opporre resistenza… Era tornata ad essere una bambolina senza vita, buttata su quel divano mentre l’orco le spaccava il culo cercando quasi di aprirla in due.
Alvaro era soddisfatto! Era il momento di sborrare…
Usci dal culetto ammirando quanto si fosse allargato il buco. Mentre prima era un buchetto chiuso, adesso poteva quasi farci entrare tutto il suo pugno.
Si sedette sul divano e ordinò alla fanciulla si mettersi in ginocchio per terra davanti a lui, in mezzo alle sue gambe, la prese per la nuca e ficcò nuovamente la lingua nella sua bocca, mentre con l’altra mano tornava a godersi le grosse poppe

Poi arrivò l’ordine;

“Leccami le palle! Succhiale e mettile in bocca!”

Sposto la faccia di Alice vicino alle palle.
Lei dovette obbdire.
Iniziò a leccarle, a succhiarle…
Lui intanto con una mano si masturbava e con l’altra strizzava le superbe tette.

Riprese ad insultarla:

“Mi sono trovato una splendida succhiapalle! Sei una zoccolina da 10 e lode! Alla tua età &egrave difficle trovarne che
oltre i cazzi si fanno mettere pure le palle in bocca!”

La stimolazione era superba, non mancava tanto a sborrare.
Era pronto per l’atto finale.
Con entrambi le mani prese le testa della ragazza ormai sfinita e ficcò il cazzo in bocca.
Alvaro stava fermo con il cazzo e faceva muovere la testa! Era come se si stesse facendo una sega usando la bocca della sventurata.
Bastarono pochi minuti…
Accellerò il movimento della testa per poi spingerla giù!
Il cazzone arrivò fino in fondo e iniziò a scaricare una copiosa sborrata direttamente nella gola di Alice, che per riuscire a respirare dovette ingoiare in un unico amaro boccone!
Il membro rimase in bocca e una seconda scarica venne depositata sulla lingua della giovane che così dovette assaggiare l’amaro sapore del vecchio sperma.
Infine uscì dalla bocca andando ad adagiarsi sulle poppe che vennero macchiate con ultime piccole goccioline di nettare.

Alice si accasciò a terra.
Mai aveva pensato di poter subire una situazione così sgradevole, così degradante.
Si sentiva annullata, svuotata.
Alvaro si avvicinò a lei per l’ultima volta per palpare ancora quei soffici seni spalmando per bene le ultime gocce di sborra.
Poi le gettò addosso i suoi vestiti.
“Rivestiti troietta, puoi tornare a casa. Per oggi abbiamo finito, vado a cancellare le foto…
Se però vuoi i video, ci vediamo circa tra una settimana. Ti contatterò con un messaggio.”

Alice si rivestì e uscì da quella maledetta casa…
Ma anche lei sapeva che l’incubo non era finito

“1 messaggio non letto da Alvaro”

Questo recitava la schermo del cellulare di Alice

La ragazza aveva paura ad aprire il messaggio. Di certo non era bastata una settimana per dimenticare lo schifo che aveva dovuto subire dal vecchio padre del suo compagno di classe.

Finalmente prese coraggio. Per fortuna per adesso non c’erano oscenità, anche se purtroppo sapeva che qualcosa di osceno ci sarebbe stato.

“Ti passo a prendere alle 18, non preoccuparti, oggi non dovrai fare nulla di brutto. Ovviamente il mio invito non
ammette rifiuto”

Alice sospirò…

Alle 18 Alvaro arrivò sotto casa di Alice e la ragazza lo raggiunse in macchina.

Al porco si illuminarono gli occhi a rivederla e la salutò calorosamente. Nel senso che approfittò per dare una
bella palpatina ai morbidi seni della ragazza.

“Non preoccuparti, tra una mezz’oretta al massimo ti riporto a casa”

Beh, qualsiasi cosa ci sarà, per lo meno sarà veloce, penso Alice.
Dopo qualche minuto arrivarono davanti ad un alto palazzo, scesero dalla macchina e salirono fino all’ultimo piano.
Entrarono nell’appartamento di questo brutto ceffo, che a quanto pare si chiamava Olmo. Un uomo sulla sessantina, molto magro, alto, con una leggera gobba e una sguardo da malvivente.

“Buonasera Olmo! Come stai? Spero tutto bene!” disse Alvaro

“Alvaro, taglia corto, &egrave lei la ragazza di cui mi hai parlato? Ottimo, meglio di quanto pensassi! &egrave perfetta!
Andiamo in salotto e facciamo quattro foto al volo”

Alice non capiva… Foto? Che foto? Perch&egrave?
Ma tanto sapeva di non poter rifiutare nulla e quindi andò in salotto.
Fortunatamente non si dovette spogliare.
Un primo piano del viso, una foto a figura intera in piedi e solo l’ultima foto era un po’ più spinta, con alice seduta sul divano, col busto proteso in avanti che lasciava intravedere un po’ di tette dalla scollatura.

La ragazza rimase alcuni minuti seduta sul divano mentre i due uomini parlavamo sottovoce tra di loro.
Poi se ne andarono.
Nel viaggio di ritorno Alice era indecisa se chiedere o meno spiegazioni su quanto successo, poich&egrave aveva paura della risposta.
Decise che forse era meglio non sapere.
Alvaro la salutò dicendo che si sarebbe fatto vivo presto.

Infatti passò meno di una settimana e arrivo un nuovo messaggio.

“Ti passo a prendere a mezzanotte. Mi raccomando, maglietta larga, con un po’ di scollatura e sotto niente reggiseno!
Ti riporterò a casa nel giro di due ore”

Ancora non capiva il perch&egrave delle foto, aveva brutti pensieri ma cercava di non fare previsioni…
Oltretutto dovette sgattaiolare dalla finestra per non farsi beccare dai suoi genitori a cui non avrebbe potuto spiegare il perch&egrave usciva nel cuore della notte.

Anche stavolta il viaggio non fu lungo, ma andarono in tutt’altra direzione, in una zona che Alice non conosceva molto bene.
Era una zona di periferia.
Alvaro parcheggiò la macchina e di fronte Alice vide una insegna rossa lampeggiante “Cinema”.
Sul muro un manifesto dal titolo “La liceale e l’esame orale”
Si intuiva benissimo che era un film porno… Era un cinema porno.
Appena entrati videro Olmo, e alice scoprì che era il proprietario del cinema. A quanto pare Alvaro aveva un
grosso debito lui.
Stasera lo avrebbe ripagato.

Accompagnarono la ragazza al suo posto in sala, Olmo le disse solo una cosa:
“Usa SOLO le mani, niente altro. Noi torniamo a film finito, fai la brava e goditi il film”

Dopo pochi minuti si spensero le luci, il film stava per iniziare. Arrivarono altri spettatori. Alice non riusciva a
contarli al buio, ma probabilmente dovevano essere una trentina che si sparsero per tutta la sala, nessuno
particolarmente vicino ad Alice, che tirò un sospiro di sollievo.
Non aveva ancora capito cosa sarebbe successo…
Iniziò il film.
La trama non era complicata, la protagonista concedeva la sua bocca a chiunque nel film…

Dopo alcuni minuti Alice senti una mano che le sfiorava una spalla. Si girò di scatto e vide che un uomo aveva cambiato posto e si era seduto dietro di lei.
Tornò subito con lo sguardo fisso sul film e si irrigidì, come se immobilizzarsi fosse la soluzione.
La mano intanto continuava ad accarezzarle la pelle del braccio. Sentì una zip dei pantaloni aprirsi.
Fino ad adesso non aveva voluto pensarci, ma probabilmente già da prima aveva capito tutto.
La star non era sul grande schermo, ma era lei in carne ed ossa!
Quegli uomini aveva pagato sì per la proiezione, ma sopratutto per lei. Ecco il perch&egrave delle foto, Olmo aveva
probabilmente pubblicizzato la vera star a questo gruppo di pervertiti!

La mano dell’uomo dietro di lei intanto era passata dal braccio al collo ed era poi finita per insinuarsi dentro
la maglietta, aveva trovato il soffice tesoro e cominciava ad esplorarlo per bene!

Alice sentiva che l’uomo intanto si stava masturbando.
Vide avvicinarsi altri due uomini che si sedettero ai suoi lati.
Sembravano degli squali che si avvicinavano alla preda indifesa, accerchiata, senza via di fuga.
Prima la mangiarono con gli occhi, poi iniziarono ad allungare le mani. Quello a destra partì dalle cosce.
Quello a sinistra dal collo per poi passare il dito ripetutamente in mezzo alle tette.
Non ci volle molto e anche questi due tirarono fuori il cazzo dai pantaloni.
Intanto quello seduto dietro aveva accelerato i palpeggiamenti e Alice lo sentiva ansimare molto, finch&egrave arrivò un urletto acuto e una strizzata più decisa! Probabilmente aveva sborrato. Lo sentì andar via, ma altri presero il suo posto,
Il tizio a sinistra aveva intanto preso la mano della biondina e cercava di avvicinarla.
Alice fece resistenza e lo guardò male.
L’uomo disse “non fare la difficile, ci hanno detto cosa possiamo fare e cosa no. Questo lo devi fare”
In effetti Olmo le aveva detto che doveva usare le mani.
Smise di fare resistenza.
L’uomo portò la dolce manina al cazzo duro e le fece capire che movimento voleva.
Alice dovette assecondarlo e iniziò a fargli una sega.
Anche l’uomo a destra volle ovviamente lo stesso trattamento.
Stava masturbando due sconosciuti in un vecchio cinema porno mentre aveva le mani di 5 uomini che la palpavano.
Nemmeno sapeva chi si era seduto dietro di lei, non voleva saperlo…
Sentì qualcosa arrivarle sui capelli.
Non ci voleva molto a capire cosa fosse e si girò urlando incazzata “ma sei scemo? sui capelli? ma che cazzo fai?”
Quasi in coro gli uomimi replicarono “Zitta, ti abbiamo già detto che sappiamo cosa possiamo fare e cosa no, non rompere i coglioni”
E nel mentre l’uomo alla sinistra si era alzato in piedi, gli aveva appoggiato il cazzo alla maglietta e aveva iniziato a sborrare!
Alice ormai non sapeva dove girarsi, tutto intorno c’erano cazzi pronti a sborrarle addosso.
Anche il cazzo che aveva nella mano destra aveva iniziato a sborrare.
Alice ritrasse la mano adesso tutta appicicaticcia.
Arrivarono altri due, con un fazzoletto le asciugarono la mano e in men che non si dica altri due cazzi erano nelle mani della ragazza
Altri dietro avevano sborrato, c’era stato un nuovo cambio della guardia.
Per comodità, i nuovi spettatori avevano alzato la maglietta ad Alice, lasciandola con le bocce al vento.
Da dietro arrivarono altri schizzi sulle spalle e sui capelli.
Quelli a fianco si alzavano in piedi e innaffiavano le generose tette.
Si sentiva una sborratoio, c’era la fila per coprirla di sperma.

Alcuni ci mettevano pochi minuti, altri anche un quarto d’ora o più.
Alcuni le sborravano in mano mentre venivano segati, altri preferivano le tette. Molti preferivano le tette, e ci credo,
con quel ben di dio! Una terza abbondante, belle bocce morbide, vicine tra loro, rotonde.
Uno spettacolo!
Uno degli uomini gli tolse scarpa e calza e le sborrò anche sul piede.
Ormai aveva sborra dappertutto.

Il film praticamente finito, c’erano i titoli di coda…
Era rimasto solo uno spettatore. Forse il più vecchio in sala, Alice penso avesse sui settantanni.
Il cazzo non era più quello di una volta, a metà strada tra l’eretto e il moscio.
Il vecchietto faceva fatica a sborrare.
Diede istruzioni precise alla ragazza.
Doveva masturbarlo puntando il cazzo in mezzo alla tette mentre lei lo guardava fisso negli occhi tirando fuori la lingua.
Alice obbediva. Sapeva di doverlo fare.
Finalmente anche il vecchio le inondò per bene le tette con una copiosa sborrata e se ne andò.
Rimase la sola in sala.

Passarono pochi minuti, ma a lei sembrò una eternità, in cui si sentiva una schifezza.
Venne raggiunta in sala da Olmo, che da in piedi la ammirò per bene, poi si sedetto vicino a lei.

A quanto vedo sei stata bravissima! Ho visto gli spettatori uscire stra-soddisfatti!
Credo sia stata una delle proiezioni migliori! Ho anche alzato molto il prezzo del biglietto ma sono venuti lo stesso in molti!
Intanto fece una risatina, probabilmente pensando al doppio senso delle parole “sono venuti”
Alice non rise

“Devi ringraziarmi, avrei potuto guadagnare moltissimo se avessi concesso anche la tua boccuccia.
Ma ho deciso di risparmiarti questa fatica, anche perch&egrave volevo fare questo”
Si avvicino e le ficcò la lingua in bocca, iniziando a limonarla con vigore.
Alice ovviamente doveva lasciar fare, come al solito, anche se le sembrava di baciare un posacenere…

“E inoltre per fare questo!” aggiunse!
Si alzo in piedi, calò di botto i pantaloni e le ficcò il cazzo in bocca!
Teneva ferma la testa e intanto glielo ficcava mentre diceva
“Col cazzo che permettevo a tutti di riempirti la bocca di sborra! Volevo una bocca pulita e riposata!
Così finisci di ripagare il debito di Alvaro, brava ragazzina! Ahahahaha!”

Alice aveva passato la serata a fare seghe… Di certo farsi scopare la bocca non era proprio un bel finale.
Fortunamentente non durò tanto…
Olmo era sul punto di venire.
Alice non la voleva in bocca, cercò di piagnucolare per evitare quella sorte
“La prego, almeno in bocca no, mi fa schifo”
Olmo non era uno che si ascoltava i piagnistei, ma fortunatamente per lei era un amante degli schizzi in faccia, e questa supplica della ragazza lo arrapò molto.
Partirono tre grossi schizzi di sborra, il primo sui capelli, il secondo sulla guancia, il terzo sul mento.

Alice ovviamente sperava che venisse schizzata sulle tette che già erano sporche, non aveva pensato che poteva imbrattarle il viso.
Se l’era andata a cercare… Stupida!

Olmo intanto era soddisfatto. Le lanciò un pacco di fazzolettini.
“Dai, ripulisciti in fretta che devo chiudere il cinema”

Cercò di pulirsi come meglio poteva… La maglia era umida con grosse chiazze. I capelli in alcuni punti incollati tra loro.
Le tette appiccicaticce…

Si alzò e vide in fondo alla sala Alvaro che disse “Brava la mia zoccolina, hai fatto un ottimo lavoro!”
Alice non rispose e con passo deciso andò verso l’uscita per farsi riaccompagnare a casa.

Nel tragitto lui continuò a dire
“Sono stato la dietro tutto il tempo! Era davvero arrapante vedere come ti palpavano e come ti riempivano di sborra!
Era troppo forte vedere da dietro come poi ti schizzavano nei capelli, uno spettacolo!”

Alice voleva solo tornare a casa, lavarsi al volo, buttare la maglietta e cercare di dormire un poco sperando di non avere incubi.

Lui continuò “Pensa che ero così arrapato che ho iniziato pure io a segarmelo guardando il tuo bel spettacolino!
Volevo quasi quasi mettermi in fila, ma era eccitante segarmi la dietro”
E dicendo queste parole, girò in una viettina sterrata, spense la macchina, e spinse giù la testa di alice in mezzo alle sue gambe, dove lei purtroppo trovò già il cazzo fuori dai pantaloni!

Dovette iniziare a spompinare, con la mano di Alvaro che dava il ritmo spingendole la nuca.

“Alice, stavo per sborrare quando Olmo ti scopava la bocca! Aspettavo solo che lui ti riempisse la boccuccia per venire anche io! Ma purtroppo ti &egrave venuto il faccia! Lo sai che io adoro le sborrate in bocca!
Mi avete rovinato il momento! Per fortuna che ci sei te a rimediare!”

Grugnendo le riempì la bocca di sborra e la fece ingoiare mentre le dava della troia

Poi la portò a casa e la salutò “Buonanotte cara, fai sogni d’oro, per un po’ ti lascio tranquilla!”
Alice entrò in casa si buttò sul suo letto e passò la notte a piangere.
Dopo ore riuscì a chiudere gli occhi, ma dopo poco suonò la sveglia, era ora di andare a scuola.

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