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Insieme, nonostante gli altri

By 17 Febbraio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Aprì gli occhi a fatica, era così stanco, ma era come se gli fosse suonata la sveglia in testa ed ora non poteva far altro che alzarsi. Dalle feritoie delle persiane entrava una luce giallognola, si sentì solleticare il petto nudo
‘Buon giorno’ Stavi sognando qualcosa di bello?’
Il suo sorriso di prima mattina era davvero un toccasana, soprattutto a quella distanza estremamente ravvicinata. Si sentì afferrare il membro, dalla forza della stretta capì quanto era duro ed a cosa alludeva Luana, le sorrise
‘Sognavo te’ naturalmente.’
‘Bravo!’
e dopo essergli salita sopra a cavalcioni si piegò fino a baciarlo. Un lungo bacio appassionato e voglioso che gli permise di accarezzarle tutta la schiena nuda fino a fermarsi sul culetto tondo, unica parte davvero carnosa di quel corpo tonico, ed afferrarlo con forza
‘Dopo stanotte hai ancora voglia?’
‘Ho sempre voglia di te ‘ ruotando il bacino strusciò il suo sesso caldo contro quello di Emilio ‘ e da quello che sento qui hai voglia anche tu”
Risero entrambi e coordinandosi nei movimenti fecero scivolare il pene duro nella fessura carnosa. Era tutto così naturale e facile che sembrava fosse l’unica chiave per quella serratura e che loro avessero trovato l’incastro perfetto
‘&egrave tardi? Che ore sono?’
‘Shh’ Facciamo in fretta”
lo zittì con un altro bacio ed iniziò a muovere ritmicamente i fianchi. Emilio smise di cercare la sveglia con lo sguardo che invece portò su di lei e rimanendo steso, rilassato ed appagato contemplò le sue abilità di cavallerizza.
Senza farsi distogliere dal continuo movimento lento ed esteso del bacino, continuava a fissarlo negli occhi dall’alto in basso, più passava il tempo e più la loro connessione aumentava riuscendo a percepire i pensieri dell’altro. Dischiusero le labbra quasi all’unisono per far uscire i primi mugolii di piacere. Quella distanza non era più accettabile, si tirò su ed afferrandola dalla nuca, baciò quel bocciolo rosato appena aperto. I movimenti pelvici si fermarono per concentrarsi unicamente su quell’atto molto più intimo e passionale. Quando separarono le labbra i loro respiri bollenti si fusero. Era il momento di fare il cavaliere e prendere l’iniziativa.
Aiutandosi con le mani sostenne quel corpo esile e poi dettò il proprio ritmo col bacino. La penetrazione profonda ad ogni affondo vigoroso faceva risuonare le carni con il loro schiocco distintivo di sesso frenetico. Con i loro visi distanti pochi centimetri continuavano a respirare il respiro dell’altro e spesso le loro labbra erano costrette ad incontrarsi nuovamente per affievolire la nostalgia per la loro separazione.
I mugolii diventarono lamenti di piacere cadenzati dai colpi dei loro bacini che cercavano di raggiungere un punto profondo nel corpo di Luana.
Dal portoncino d’ingresso arrivarono dei rumori
‘Sono a casa!’
‘Cazzo! Mamma!’
Saltò giù dal letto e da lui come fosse una molla carica e corse fuori dalla stanza finché sapeva che la curva del corridoio le avrebbe concesso riparo dagli occhi dell’intrusa.
Dopo il primo istante d’allerta Emilio si tranquillizzò immediatamente vedendo Luana uscire dalla porta, si sedette sul letto e poggiò i piedi a terra, il pavimento freddo lo aiutò ad abbassare l’erezione. Senza preoccuparsi di cercare i boxer prese dal bracciolo della poltrona i pantaloni del pigiama e se li infilò, con passo lento e ciondolante si avviò verso la cucina.
‘Buon giorno”
‘Ah, sei sveglio! Dai che la giornata &egrave cominciata da parecchio!’
‘Ma &egrave sabato mattina’ hai fatto il turno di notte’ dove le trovi tutte queste energie?’
‘Ormai ci sono abituata. Dov’&egrave tua sorella? Dorme ancora?’
Fai l’indifferente, fai l’assonnato, questo gli passò per la testa prima di rispondere
‘Non lo so’ probabilmente in bagno”
Rimasero un attimo in silenzio, temé di non aver recitato per bene la parte, poi la madre riprese a muoversi
‘Sì, sento l’acqua della doccia’ Volevo andare io”

Dopo qualche minuto, quando ormai il caff&egrave aveva finito di uscire dalla moka si sentì canticchiare in corridoio, insieme al profumo di mandorla e fiori d’arancio arrivò anche Luana in accappatoio ed infradito con un asciugamano in testa a mo’ di turbante. Tutta raggiante si avvicinò alla donna
‘Buon giorno mamma!’
e le stampò un grosso bacio sulla guancia
‘Come &egrave andata al lavoro?’
‘Al solito’ Ecco come si da il buon giorno”
Rivolgendosi al figlio che fingendo di essere offeso arricciò il naso
‘Buon giorno fratellone!’
e piegandosi anche su di lui che stava seduto a tavola lo baciò sulla guancia.
” ‘giorno’
‘Ok, ora &egrave il mio turno per il bagno’
si alzò ed uscì dalla cucina. La ragazza, che era rimasta appoggiata contro il bordo del tavolino di fronte ad Emilio, aspettò di sentire allontanarsi i rumori e poi sparire al di là della porta del bagno e, riacquistando l’atteggiamento che aveva solo quando erano sicuri di essere soli, gli si avvicinò al viso fino quasi a sfiorargli le labbra, ma non lo baciò bensì gli accarezzò da sopra la stoffa l’asta del pene
‘Stai attento’ il nostro piccolo amico non &egrave ancora tornato a dormire.’
la spinse indietro per farla stare dritta e poi con estrema sicurezza le infilò una mano tra le cosce e l’afferrò dalla figa
‘Pensa piuttosto a controllare le voglie di questa ‘ contraendo le dita le fece scivolare dentro medio ed anulare ‘ per poco non ci siamo fatti beccare!’
Era una lotta di sguardi per capire chi dei due dominava l’altro. Dopo qualche lungo istante di completa immobilità e silenzio Luana non resistette
” ma non &egrave successo’ quindi siamo apposto!’
Aveva perso, lo sapeva, ma quelle dita dentro che non si muovevano la stavano torturando mentalmente. Soddisfatto la liberò da quella presa ferma e si portò le dita alla bocca per ripulirle dagli umori femminili. Finalmente era arrivato il suo turno per il bagno. Diede una mandata alla serratura per evitare pericolose irruzioni, si sfilò i pantaloni del pigiama che aveva messo solo poco prima e rimase nudo. Il pene era ancora gonfio, come se dopo la notte di sesso si fosse ormai abituato a stare sempre pronto. Aprì l’acqua pensando gli servisse una doccia fredda per calmarsi, poi ci ripensò e girò il miscelatore sul caldo, avrebbe usato il metodo opposto per sopire certi istinti. Si infilò sotto il getto e prese il cazzo in mano, un lieve massaggio ed era già dritto, fece colare della saliva sulla mano, chiuse gli occhi e fece andare i ricordi.

Lui e sua sorella erano sempre stati uniti, fin da bambini, probabilmente anche per necessità. Erano piccoli quando i genitori iniziarono a litigare sempre più spesso, era terribile quando accadeva, ma invece di piangere, Luana andava da lui, si portava una bambola e stava lì per ore a giocare in silenzio, facendo finta di non sentire le urla. Lui che era più grande e capiva meglio la situazione cercava di distarla giocandoci insieme.
I genitori si separarono e rimasero solo loro tre, ma spesso erano in due, la mamma era un’infermiera all’ospedale ed aveva i turni, ma a loro non importava, stavano bene insieme, non litigavano quasi mai.
Crescendo, però, i corpi cambiano e lui non poté non notare i cambiamenti nella sinuosità del corpo della sorellina. Poi il menarca, ricordava ancora la paura con cui Luana andò da lui dicendo di voler chiamare la mamma perché stava male. Lui ‘sapeva’ e la tranquillizzò, sapendo che la mamma le aveva già fatto un discorso su quello che sarebbe accaduto.
Erano uniti e spensierati, non si facevano problemi a parlare di tutto quello che gli veniva in mente, fu così che la sorellina curiosa chiese al fratello, che sembrava sapere ogni cosa, più informazioni sui maschi e sulle femmine, dell’amore e dei bambini. Ricordava benissimo l’imbarazzo di quando qualche anno prima la mamma lo aveva preso da parte per fargli un discorso da adulti e parte di quell’imbarazzo si leggeva ancora sulle guance rosse quando Luana gli faceva certe domande, però lui cercava di rispondere comunque a tutto, sapendo che era meglio dire la verità piuttosto che lasciarla in un mondo fatato. Ok le parole, ok i disegni (fatti a pezzi subito dopo e gettati nel cestino), ma quando un giorno, con tutta la sua parlantina gli propinò un discorso lunghissimo che si poteva sintetizzare con:
‘Fai schifo a disegnare, non ho capito niente, fammi vedere, tanto siamo fratelli, che problema c’&egrave?’
lì si trovò davvero in imbarazzo, ma essendo diventata molto sveglia per la sua età, per convincerlo aggiunse:
‘So che hai avuto delle fidanzate, ma sono anche sicura che tu non hai mai visto davvero una donna nuda. Facciamo uno scambio alla pari, tu mi fai vedere il tuo, io ti faccio vedere la mia.’
Cavolo! Era vero, non aveva mai visto una donna nuda e ne aveva una voglia matta
‘Va bene, ma se dici anche una singola parola a qualcuno, anche alla mamma, ti riempio di botte!’
Non l’aveva mai picchiata, naturalmente, ma gli sembrava doverosa una minaccia per suggellare il patto.
Si abbassò i pantaloni, lei lo guardava con attenzione, prendendo un profondo respiro abbassò anche le mutande. La sorella si avvicinò
‘Non mi puoi toccare!’
‘Va bene’ guardo solo più da vicino”
Attimi lunghissimi in cui lo squadrava per bene come per imprimersi nella mente quelle forme, poi la cosa gli sembrò eccessiva e si rivestì in fretta.
‘Basta così! Ora tocca a te”
Non sapeva se Luana avrebbe mantenuto il patto o lo aveva solo preso in giro per arrivare a quello che voleva, ma era eccitato al solo pensiero, così rimase un po’ sorpreso quando con una semplicità disarmante si abbassò pantaloni e mutandine insieme rimanendo mezzo nuda davanti a lui
‘Ma non mi puoi toccare”
lo avvertì. La peluria scura e riccioluta non gli faceva vedere molto
‘Ma così non vedo nulla’ Tu invece hai visto tutto”
‘Non &egrave colpa mia se siamo diversi”
non aveva tutti i torti, però’
‘Se io non ti posso toccare, fammi vedere tu”
La convinse, portò entrambi le mani sul pube e con le punte delle dita aprì una fessura rosa tra la peluria. Un istante dopo riafferrò pantaloni e mutandine e si ricoprì.
Quella volta finì lì, anche se quell’immagine lo accompagnò per molto.

Un giorno di un paio d’anni dopo, per caso, passò davanti la stanza di Luana proprio nel momento in cui si stava sfilando la maglietta. Involontariamente si fermò a guardarla, quando si accorse di lui non gridò, non lo scacciò, non fece nulla. A ripensarci non sapeva proprio perché fosse rimasto lì imbambolato, probabilmente era per guardare quel reggiseno celeste ricamato che le circondava il torace.
‘Guarda che lo spettacolo non &egrave gratis, se vuoi rimanere serve uno scambio equo.’
‘Cosa?’
Quelle parole sembravano non aver senso, come tutta la situazione
‘La maglietta. Toglitela.’
Così era più specifica’ ma significava che se si toglieva la maglietta poteva continuare a guardarla, oppure era soltanto psicologia inversa per farlo andare via? Come si supera l’impasse di qualcuno che ti vuole far fare qualcosa dicendoti di fare l’opposto? Semplice, si sta al suo gioco e si cerca di farlo desistere. Prese la maglia e se la sfilò, poggiandola a terra.
‘Fatto!’
le sorrise, lasciando così a lei la palla. Luana rimase ferma a guardarlo a petto nudo in corridoio davanti la sua camera.
‘Prima parlavi di uno scambio equo, ma io sono a petto nudo e tu no!’
continuava a sorriderle sicuro di averla messa in scacco. Quello che successe dopo fu del tutto inaspettato e gli sfuggì dal controllo. A colpo sicuro si portò le mani dietro la schiena ed un attimo dopo il reggiseno era slacciato e stava già cadendo a terra. I seni, piccoli, sodi, bianchi con il segno dell’abbronzatura, erano coronati da due bei capezzoli scuri. Rimase immobile, non sapeva se continuare a guardale il petto o il viso. Luana non disse nulla ma rilanciò la puntata abbassandosi i pantaloni e poi sfilandoseli dalle caviglie, rimanendo con indosso soltanto le mutandine celesti. Lo guardava con uno sguardo di sfida, più intenso di quello di prima. Una volta accettato il gioco si va fino in fondo, così anche lui si sfilò i jeans e li calciò verso la maglia a terra.
Gli sorrideva beffarda e lui le sorrideva in un misto di nervosismo e voglia di spuntarla. L’espressione di Luana si ammorbidì, per questo non si aspettò che si sfilasse anche le mutandine, rimanendo completamente nuda. Non poteva essere da meno e non voleva dargliela vinta, così anche lui si sfilò gli slip un istante dopo.
Erano nudi, uno di fronte all’altra, a due metri di distanza, fratello e sorella. Si guardavano, si lasciavano guardare, correvano lo sguardo lungo tutto il corpo e poi tornavano al viso per capire cosa pensava l’altro. Emilio guardava quel corpo magro e sinuoso, soprattutto sui fianchi e quel triangolino di peli scuri e curati che aveva tra le gambe. Era cresciuta da come se la ricordava lui, molto più simile ad una donna ora. Anche i seni, di cui ne notava le forme sotto le magliette, anche se piccoli, erano quelli di un’adulta. Tornò a guardarla in viso e la trovò con gli occhi spalancati che gli guardava tra le gambe, abbassò anche lui lo sguardo e vide la sua erezione. Non pensando ad altro, raccattò i suoi vestiti e corse in camera sua, chiudendosi dentro.
Che figura di merda! Eccitarsi davanti alla propria sorella! Ma l’erezione non accennava a diminuire, anzi, più pensava a cosa era successo e più sentiva il pene fargli male per quanto era duro. Del resto quella era la prima volta che vedeva una donna nuda dal vivo, anche se era sua sorella’ Con le fidanzatine che aveva avuto oltre ai baci e qualche palpatina non era mai andato oltre, così, vedere quel corpo di donna a due passi da lui non lo aveva lasciato per niente indifferente. Senza pensarci, portò la mano sul cazzo e cominciò a segarsi, chiudendo gli occhi poteva ancora vedere quel corpo davanti a lui, esattamente quello che stava facendo in doccia adesso. Il giorno dopo, quando erano di nuovo soli in casa, Luana, che era comunque stata sempre affettuosa con lui, sembrava che gli stesse più vicina del solito e che lo scrutava in viso come per cercare il momento giusto per dire qualcosa che infine trovò quando erano entrambi sul divano a guardare la televisione. Gli si accostò e lo abbracciò, come per tenerlo fermo ed evitare che scappasse, guardandolo in viso senza essere intimidita ma bisbigliando gli disse:
‘Tanto lo so cosa hai fatto ieri’ Ti sei fatto una sega!’
Rimase allibito per la sicurezza con cui aveva pronunciato quelle frasi e per il fatto che aveva colto nel segno, fece per alzarsi, ma glielo impedì, forse anche lei un po’ imbarazzata distolse lo sguardo e gli poggiò la testa sulla spalla
‘Non mi importa’ i ragazzi in classe ne parlano tra di loro e dicono che &egrave normale”
Non sapeva cosa dire o cosa fare, così rimase immobile ed in silenzio aspettando che la sorellina la smettesse con quell’argomento
‘Me lo ricordavo diverso’ Ti ricordi quando”
‘Sì, mi ricordo’ ‘ la interruppe lui ‘ Sono passati anni”
‘Io a volte ci ripenso’ Mi mancano le nostre chiacchierate su tutto’ senza problemi”
Silenzio. Sembrava che entrambi stessero ripercorrendo mentalmente gli anni passati in cui il loro rapporto si era cementato, il che gli fece distendere gli animi. Anche lui la abbracciò
‘Anche tu sei cambiata”
e stringendole la vita fece intendere cambiata nel corpo. Luana, con il sorriso, fece uscire un sospiro.
Stavano tranquilli, sul divano, abbracciati in silenzio. Stavano bene.
‘Quello che non ho mai capito’ &egrave perché si chiamano seghe”
Emilio torse il collo per guardarla in viso e quell’espressione serena gli ricordò la bambina curiosa che era stata.
‘Per il movimento”
spiegò. Dalla faccia dubbiosa percepì di non essere stato abbastanza chiaro, così, continuando a circondarla con il braccio, e per questo stringendola ancora di più a sé, avvicinò le mani e con due dita stese rappresentò il membro e con l’altra fece il gesto per spiegarlo meglio
‘&egrave lo stesso movimento di quando si usa una sega a mano”
‘Oh’ ora ho capito’ ma perché farlo?’
stavolta si girò verso di lui con quegli occhi accesi di desiderio di conoscenza
‘Perché &egrave piacevole.’
sintetizzò al massimo
‘Sì, ma’ perché?’
non accontentandosi. Gli sembrava di essere tornato al momento in cui doveva spiegare il mondo alla sorellina, con un po’ di pazienza cercò di esporre meglio
‘Perché &egrave una zona sensibile’ soprattutto la punta’ e quando ci si masturba si mimano i movimenti sessuali, il che aumenta l’eccitazione fino a quando non si raggiunge l’orgasmo”
Altra sintesi, ma più argomentata. Luana sembrò accettare la spiegazione.
‘&egrave con l’orgasmo che si schizza?’
‘Ma chi ti dice certe cose?’
Gli scattò l’istinto di protezione, Luana gli sorrise
‘Quando i maschi non pensano di essere ascoltati parlano di tante cose’ io semplicemente ascolto!’
‘E va bene’ Sì, durante l’orgasmo si eiacula ‘ cercò di usare i termini appropriati ‘ Che poi sarebbe il liquido seminale per andare a fecondare l’ovulo.’
lo ascoltava con attenzione e si vedeva dagli occhi che stava ricomponendo un puzzle di tutte le informazioni che aveva a disposizione. Dall’espressione sembrava soddisfatta, poi però
‘Mi fai vedere?’
‘Cosa?’
‘Come eiaculi!’
Facendogli il verso per il parolone usato
‘No! Ma sei impazzita?’
Fece per alzarsi ma lei gli si poggiò di peso sopra per trattenerlo
‘E dai’ poco poco”
‘Niente poco poco!’
‘&egrave perché non sei eccitato?’
e con le mani cercò di raggiungergli il cavallo ma lui la bloccò appena in tempo
‘Smettila!’
‘Però ieri ti sei fatto una sega dopo che mi hai vista nuda! Me lo devi!’
Cavolo! Oltre ad essere uscito sconfitto dall’incontro del giorno prima ora era anche diventato ricattabile, non sapeva come controbattere, Luana gli andò incontro alleggerendo i toni
‘Vale sempre il nostro patto’ Lo sapremo solo noi due, nessun altro!’
Aveva funzionato allora che erano più giovani, avendo ora più autocontrollo non ci sarebbero stati problemi’ Continuava a fissarlo con quegli occhi accesi e vispi, il sorriso continuava a perorare la causa, fin quando non cedette
‘E va bene! Vai in cucina a prendere un paio di fazzoletti”
Non se lo fece ripetere ed in un attimo andò e tornò sperando di aver fatto abbastanza in fretta da non avergli dato il tempo per cambiare idea. Gli diede i fazzoletti e rimase in attesa a fissarlo
‘Se mi fissi così non ci riesco però!’
‘Scusa, scusa”
e si girò di spalle. In che cazzata si stava impelagando? Maledetti ormoni che gli tenevano la voglia sempre alta! Luana, che non lo sentiva muoversi, sbirciò da sopra la spalla
‘Ti serve un incoraggiamento?’
e con un sorriso malizioso si piegò in avanti cercando di spingere all’infuori il sedere
‘Scema!’
‘Ieri ha funzionato”
in effetti’ quel sedere tondo, probabilmente morbido’ Qualcosa cominciò a smuoversi. Slacciò i jeans e si accarezzò gli slip. Cercava di focalizzarsi solo sul sedere che aveva davanti, ne vedeva i segni delle mutandine che solcavano le natiche puntando verso l’interno coscia. La stoffa era troppo spessa per riuscire ad intravedere le forme del sesso, ma sapeva che si trovava lì. Senza pensare, spinse fino a metà coscia pantaloni e slip rimanendo seduto sul divano con il membro retto. Non l’aveva mai fatto altrove rispetto alla sua camera o in bagno, ma non era male’
‘Decisamente più grosso di come me lo ricordavo”
il commento, leggermente estasiato della sorella lo risvegliò dal suo mondo di eccitazione. Era impensabile, solo ieri si malediceva di essersi eccitato davanti alla sorellina ed ora era proprio lei a chiedergli di farlo. Raggiunse la massima durezza ed il prepuzio si fece indietro per scoprire il glande umido e gonfio.
‘Wow”
ormai sembrava non servisse più stare di spalle e si girò lentamente per guardare meglio. Il commento lo rincuorò per l’effetto che poteva avere il suo corpo nudo di fronte ad una donna e quindi cominciò a muovere la mano chiusa a pugno lungo tutta l’asta. Cercava di concentrarsi su tutte le immagini eccitanti che gli tornavano in mente, i porno visti, l’ansimare delle attrici. Luana gli si era seduta affianco ma rivolta verso di lui e lo guardava mentre si masturbava
‘Non sembra affatto il movimento di una sega”
fu il suo commento da ‘esperta’
” un po’ lo ricorda”
commentò lui cercando di concentrarsi sul suo obbiettivo.
Sarà stata la situazione insolita, il posto, o che qualcuno lo stesse guardando ma andò avanti molto di più rispetto ai suoi standard. Che gli mancasse lo stimolo giusto? Guardò in viso Luana che percependo di essere scrutata alzò gli occhi stupefatti dal fallo e ricambiò lo sguardo. Sorrisero.
‘Posso provare io?’
‘Eh?’
‘Dai’ ho capito come si fa”
‘Non &egrave questo il punto! Sei mia sorella!’
Finalmente lo aveva detto ad alta voce, cosa che gli fece perdere parte dell’eccitazione. Ma lei non si accontentò
‘Proprio perché sono tua sorella non c’&egrave problema’ ‘ si bloccò un attimo per pensare a come districare la situazione ‘ Siamo arrivati fino a questo punto’ tutto &egrave tranquillo’ ci siamo fatti la promessa di mantenere il segreto. Alla fine non &egrave niente di male, semplicemente ti aiuto a farmi vedere una cosa’ Tutto qui!’
Felice di essere riuscita a chiudere il discorso lo guardò ammiccando per convincerlo che andava tutto bene.
‘Dammi la mano”
cedette. Eccitata gliela porse, sembrava gelida una volta poggiata sull’asta del pene che aveva ricevuto così tante attenzioni, ma ben presto fu piacevole e riprese il turgore
‘Stringi un po’ di più’ Ok, così’ ‘ la guidava e lei sembrava recepire subito ‘ adesso muovi la mano su e giù’ delicata”
Prima andò verso il basso, tirando ancora la pelle e facendo sembrare che la punta si gonfiasse ancora di più e poi risalì. L’asta ormai era tutta bagnata dai suoi umori ma a lei non importava sporcarsi la mano. Arrivata sul glande si fermò
‘Qui &egrave morbido”
Gli sfuggì un mugolio, poi le rispose
‘Sì’ &egrave normale che sia così”
Forse si ricordò quando le aveva detto che la punta era la parte più sensibile, oppure si era semplicemente accorta dal cambio del tono che era riuscita a suscitare qualcosa
‘Così ti piace?’
e come se avesse tenuto la mano su un pomello cominciò a ruotarla massaggiando la punta carnosa del pene. Chiuse gli occhi dal piacere e mugolò per approvazione. Un conto era farsi le seghe, un altro era farsele fare’ lasciare il controllo del proprio cazzo a qualcun altro era da capogiro, il semplice tocco che non era controllato dalla sua mente lo eccitava nella sua imprevedibilità. Teneva gli occhi chiusi e si godeva al massimo quella mano, decisamente più piccola della sua che si divertiva ad andare su e giù ed a toccargli tutto il sesso. Quando all’improvviso non la sentì più aprì gli occhi per capire cosa fosse successo e vide Luana che si guardava la mano luccicante dal bagnato
‘Più che uno schizzo sembra uscire lentamente”
commentò dubbiosa, le sorrise
‘Ma quella non &egrave eiaculazione’ &egrave solo una specie di lubrificante che esce prima”
‘Quindi non sei arrivato all’orgasmo? Non sei eccitato? Ho sbagliato qualcosa?’
chiese preoccupata, cercò di rincuorarla
‘No no, non &egrave colpa tua’ &egrave che a volte ci vuole tempo”
‘Va bene’ ma io volevo vedere”
‘Lo so, ho capito’ Ora faccio io e cerco di fare in fretta’
Si afferrò l’asta poco sotto il glande e velocemente si stimolò come un ossesso. Lo guardava incuriosita, trovando un punto libero proprio in punta, poggiò la manina lì, non strinse, lasciò che i veloci movimenti del fratello portassero il glande a sbatterle ripetutamente sul palmo. Ansimava di piacere ed era sempre più bagnato. Prendendo uno dei fazzoletti le si scostò appena ed un attimo dopo, tenendo il cazzo ben fermo davanti a lui, rilasciò tutto il seme che si andò a posare in una grande macchia al centro della carta assorbente.
Era finito. Alla fine era esploso con una grande quantità di sborra. Era stremato e gli girava la testa. Luana continuava a guardare il fazzoletto in silenzio mentre lui riprendeva fiato.
‘Sa di pesce’ ‘ fece notare ‘ non mi aspettavo fosse così tanto”
Le sorrise non sapendo cosa dire, si sentiva troppo spossato. Prese l’altro fazzoletto e glielo diede per farla pulire
‘Poi gettalo nel water e lavati le mani”
Lei si alzò e fece un passo, poi ci ripensò e tornò indietro, si chinò e gli diede un bacio sulla guancia
‘Grazie fratellone!’
e poi trotterellò felice verso il bagno. Il dado era stato tratto. Con il patto rinverdito ed una rinnovata complicità nella scoperta, in poco tempo passarono dal guardare l’altro, a toccare l’altro. Esploravano le zone sensibili del sesso opposto e si lasciavano eccitare dalle mani di un’altra persona. Dalle mani si passò ad utilizzare la bocca e la lingua, per assaporare i profumi nuovi che sentivano nell’aria e da lì il passo fu breve per sfiorarsi le labbra e poi finire per baciarsi. Le labbra dell’altro erano così morbide e calde, le lingue si incontravano appena e poi sgusciavano via. Per quanto saranno stati in quel modo? Un minuto? Due? Dieci? O magari solo pochi attimi, ma quando si separarono e si fissarono negli occhi sapevano di aver sbloccato qualcosa dentro di loro. Un altro bacio rapido e poi si abbracciarono, restarono fermi nel tepore delle braccia dell’altro per interi minuti.
‘Non capirebbero”
” già”
” però se ci comportiamo come sempre’ quando siamo da soli”
” sì’ non ci rinuncio a te”
‘Pensi di riuscire di comportarti come sempre quando ci sono gli altri?’
” sì’ se &egrave l’unico modo”
‘Oramai lo stiamo facendo da un mese, siamo stati bravi fino ad adesso’ continuiamo allo stesso modo’ solo in casa e solo quando siamo da soli.’
‘Sì”
‘Il nostro mondo, solo noi due”
e l’abbracciò forte.
Nei giorni seguenti sembrava che si svegliassero solo nel momento in cui restavano soli, aspettavano quel momento senza farsi scoprire impazienti, ma non appena sapevano che avrebbero avuto la casa tutta per loro per ore intere si buttavano subito nelle braccia dell’altro per rimediare a tutto il tempo che erano stati costretti a vivere a distanza.
Si conoscevano bene, fin nel profondo, avevano imparato a cogliere tutti i segnali dell’altro e fu così, che con estrema naturalezza e senza la minima tensione fecero l’ultimo passo.
Era pomeriggio, erano nella stanza di Emilio, abbracciati mentre si baciavano
‘Ti voglio”
gli disse bisbigliando
‘Ti voglio anche io”
le rispose eccitato e le sfilò la maglia e lei fece lo stesso con lui. Gli piaceva spogliarsi a vicenda, lo trovavano più intimo del semplice denudarsi. Le sfilò pantaloni e slip insieme e le accarezzò la pelle morbida dei fianchi, gli si inginocchiò davanti e finì di spogliarlo. Il pene, turgido, bello e gonfio era proprio di fronte alla bocca ed iniziò a baciarlo delicatamente alternandosi di tanto in tanto nel leccarlo con la punta della lingua.
Si cercavano spesso con gli occhi, lo trovavano molto più eccitante. La aiutò ad alzarsi, la fece girare e le slacciò il reggiseno arrivando ad essere due corpi nudi. L’abbracciò da dietro e Luana si abbandonò in quelle braccia protettive porgendo la bocca verso l’alto che lui prontamente baciò. Si cercarono con le mani e finivano spesso sul sesso dell’altro. Lei cominciava a bagnarsi. La portò a letto e la fece stendere e le andò sopra baciandola ancora mentre i loro corpi si accarezzavano l’un l’altro. Pian piano scivolò verso il basso continuando a leccarla e baciarla, soprattutto i capezzoli duri ed eretti, lo teneva dai capelli ma non lo guidava affatto, gli lasciava la completa autonomia nell’aumentare ancora di più la sua eccitazione. Infine arrivò tra le gambe, piegando le ginocchia gli lasciò il pieno accesso al sesso pulsante di desiderio. Accettò l’offerta ed iniziò a raccogliere gli umori che cominciavano a colare dalle pieghe della carne e poi con la lingua percorse lo spacco caldo ed umido della figa che si contrasse per l’eccitazione. Quel sapore e quel calore, fin dalla prima volta, gli rimanevano impressi per giornate intere. Con le dita si aiutò ad esporre meglio la pelle più sensibile e continuò la sua opera con la lingua e la bocca andando a stimolare alternativamente il clitoride e l’apertura della vulva. Fece scivolare un dito dentro con facilità, lei ansimava sommessamente mentre lo guardava dargli così tanto piacere. La guardo e le ammiccò, con un cenno della testa acconsentì.
Dal cassetto del comodino prese un profilattico che era avanzato da uno dei loro esperimenti precedenti. Ne avevano già parlato, si sentivano più sicuri con delle protezioni per non dover trattenere l’orgasmo. Luana si sedé sul letto e glielo calzò lei, le piaceva farlo, toccare il cazzo del fratello e prepararlo con cura.
Si diedero un altro bacio e poi si stese di nuovo sulla schiena, allungò le braccia e mentre le si avvicinava gli accarezzava i lombi e le natiche. Sorridevano entrambi, nessun ripensamento, nessuna esitazione, stavano per donare la loro prima volta alla persona più speciale nei loro cuori. Il glande si fece strada tra le piccole labbra, lei fremette un attimo ma poi tirandolo a sé lo fece avanzare. Lui non forzava e lasciava che la sorellina dettasse il ritmo che sentiva più giusto. Si fissavano negli occhi e ad ogni centimetro di carne che entrava dentro si sentivano sempre più legati, se fosse stato possibile. Arrivato in fondo, le si stese sopra e la baciò dolcemente, lo abbracciò e lo cinse anche con le gambe, quel momento era magico e non voleva che si interrompesse. Continuarono a coccolarsi così, come avevano già fatto centinaia di volte, in più c’era soltanto quella penetrazione dolce ma consistente. I bacini cominciarono a muoversi andando a cercare il modo per avere piacere entrambi, si strusciavano lentamente sul corpo dell’altro cercando il maggiore contatto possibile.
Già sapevano che il sesso era fantastico, ma l’amore era travolgente, sentire la persona più vicina al cuore così vicina anche nella carne, tanto da diventare una cosa sola era una sensazione totalizzante che li inebriava ogni istante di più. Non controllavano più i loro corpi, percepivano le sensazioni dell’altro come proprie, si eccitavano nel dare piacere. I respiri si trasformarono in suoni gutturali sempre più rapidi. Luana urlò, Emilio si fermò pensando di averle fatto male
‘Tutto bene?’
accarezzandole dolcemente il viso. Lo fissò un attimo senza dire nulla e poi lo baciò.
‘Sì, sto bene.’
‘Vuoi continuare?’
‘Sì’ ma fammi stare sopra’ Sei arrivato troppo in fondo”
Si sfilò delicatamente da dentro la sorellina e si mise seduto sul letto ma i loro corpi non si separarono mai del tutto, c’era sempre almeno una mano a toccare la pelle dell’altro. Gli montò sopra a cavalcioni, le accarezzava la pelle liscia del sedere e della schiena mentre lei gli presentava alternativamente prima un capezzolo e poi l’altro davanti la bocca per farseli leccare e succhiare forte.
Aiutandosi con le mani fecero entrare di nuovo il cazzo nella figa calda e bagnata sentendosi di nuovo completi solo dopo aver unito anche le labbra. Il tempo sembrava fermo e che di fronte a loro ci fosse solo l’eternità.
‘Voglio farti venire”
e cominciò a ruotare il bacino. Ben presto non riuscirono più a baciarsi dovendo cedere al bisogno di gemere sempre più forte dal piacere. Erano accaldati, stavano sudando, si assaporavano la pelle e continuavano a darsi piacere, i movimenti erano sempre più rapidi ed esasperati
‘Vengo!’
urlò e subito dopo cominciarono le contrazioni del pene per schizzare fuori tutto il seme.
Avevano entrambi il fiatone, erano stanchi ma estremamente appagati.

Il ricordo di quella sensazione lo portò al culmine dell’eccitazione anche sotto la doccia e si lasciò andare raccogliendo però lo sperma sulla mano. Mentre il cazzo perdeva turgore poté cominciare a lavarsi. ‘Ho fatto una cazzata”
‘Hai fatto la ceretta brasiliana?’
non rideva alla battuta stupida, era qualcosa di serio, smise quello che stava facendo e le prestò la massima attenzione.
‘Cosa hai fatto?’
‘Io non volevo’ davvero’ mi &egrave scappato”
‘Che cosa?’
odiava quando girava intorno a quello che doveva dire direttamente
‘Non l’ho fatto apposta’ giuro! &egrave che lei continuava a chiedere e chiedere”
‘Lei chi?’
‘Melania”
‘Cosa hai detto a Melania?’
sospettandolo già, nonostante fosse impaurita dalla reazione di Emilio non poteva tacere
” di noi due”
‘Ma sei impazzita?’
‘Non volevo’ ma lei continuava a pressarmi’ ha capito che sto con qualcuno e voleva a tutti i costi sapere chi fosse’ Ma quando le ho detto che eri tu non mi ha creduta e mi ha lasciata in pace”
‘Almeno non ti ha creduto”
‘Sì, ma lo sai com’&egrave fatta, non molla mai’ se poi si tratta di te, figuriamoci se lascia stare”
‘Perché ha ancora una cotta per me?’
‘Non le &egrave mai passata”
Silenzio. Per anni avevano fatto tutto per bene, erano rimasti nascosti, dimostravano e praticavano il loro amore nella solitudine della loro casa, nessuno aveva mai sospettato di nulla. Ora però tutto stava per crollare.
‘Ho un’idea ‘ le rivelò accendendo un briciolo di speranza ‘ Ma da qui in avanti si fa come dico io.’
Sembrava sicuro e determinato, quella poteva davvero essere la loro unica via d’uscita. Annuì.
‘Falla venire domani pomeriggio che mamma &egrave al lavoro e poi reggimi il gioco.’

Anche se sembrava tutto come sempre, sapevano benissimo che non era così, ma nessuno tentava di rompere quella stasi per evitare di rendere reale ciò che stava accadendo. Erano in cucina a chiacchierare del più e del meno, come avevano fatto innumerevoli volte, Melania era più taciturna del solito e sembrava scrutare con attenzione prima uno e poi l’altra senza però riuscire a dipanare ciò che le era stato detto di sfuggita il giorno prima.
Emilio si aggiustò sulla sedia e prese un’espressione seria, d’istinto si acquietarono ed aspettarono che parlasse
‘Immagino che tu abbia capito che ti abbiamo fatto venire oggi per parlare di quello che ti ha detto Luana ieri”
‘Sì”
l’atmosfera si fece pesante e cupa, le labbra le si tirarono in un sorriso nervoso
‘Ci conosciamo da una vita, praticamente da sempre e ti consideriamo parte della famiglia. ‘ pausa, quasi a cercare l’assenso a quelle parole ‘ Ci fidiamo di te.’
Melania continuava a non crederci, guardava i due e li vedeva come sempre, niente di strano, si ripeteva in testa che era tutto assurdo. Quando incontrò lo sguardo di Emilio le sue parole la colpirono più forte di un cazzotto
‘&egrave tutto vero”
‘Non &egrave vero!’
scattò involontaria la sua risposta accorgendosi solo dopo di averlo interrotto. Rimase bloccata, di ghiaccio, quasi tremava per la tensione, c’era un silenzio opprimente ed i due la stavano guardando, poi Emilio continuò calmo
‘Sei la prima a cui lo diciamo’ ci fidiamo davvero di te e sappiamo che non ci tradirai mai”
Non era quello il punto! Diavolo!
‘Non &egrave vero”
Non le rispondevano, non le dicevano che si stava sbagliando o le davano ragione, se ne stavano lì come se niente fosse.
” &egrave uno scherzo”
provò a dargli una via d’uscita per quella cosa assurda
‘No”
le disse calmo Emilio
‘Ma siete fratello e sorella! &egrave impossibile!’
Li guardava al limite della furia non riuscendo più a riconoscerli
‘Nessuno ci può capire”
lo disse rivolto a Luana e prendendola per mano
‘Non &egrave possibile! &egrave uno scherzo idiota!’
scattando in piedi nevrotica per la follia che le si stava dipingendo davanti agli occhi
‘Ci fidiamo di te”
e tirando a sé la sorellina avvicinò il viso al suo, lei gli prese il viso tra le mani e continuarono ad avvicinarsi con le labbra
‘No, no’ no”
fu l’unica cosa che riuscì a dire mentre li vide sempre più vicini, poi il tocco delle labbra ed infine il bacio tutt’altro che innocente. Quando tornarono a prestarle attenzione la trovarono attonita, spiazzata, basita fino alla pazzia.
‘Che schifo! ‘ le parole le scapparono dalla bocca ‘ Come &egrave potuto accadere”
Emilio calmo la guardava, era irritante tutta quella compostezza
‘Ci conosciamo da tanto tempo”
‘Non abbastanza a quanto pare!’
lo interruppe. Aspettò che si calmasse un minimo e poi ricominciò
‘Ci conosciamo da tanto tempo ‘ pausa per squadrarla per bene ed assicurarsi di non essere interrotto nuovamente ‘ sai che i nostri genitori si sono separati quando eravamo piccoli. Quello che però non sai &egrave che eravamo abbastanza grandi per capire e ricordare tutti i loro litigi e le loro urla. Erano dei momenti terribili ma abbiamo capito che affrontarli insieme era meno spaventoso.’
Melania lo guardava mentre tirava fuori quell’unico argomento che nessuno di tutti loro aveva mai toccato, sapendo che poteva essere stato doloroso e che quindi meritava rispetto.
‘Quando si separarono finalmente le urla terminarono, ma al loro posto subentrò un silenzio assordante. Sembrava che mamma lavorasse tutto il giorno e che in casa non ci fosse mai. Eravamo noi due tutti soli, però sapevamo di poter contare sull’altro per qualunque cosa e non ci sentivamo poi così soli”
Anche se non ci aveva mai pensato in effetti poteva davvero essere vero
‘Ok ma’ questo non spiega”
le sorrise
‘Quando capisci di amare qualcuno?’
Cosa significava? Cosa le stava chiedendo? Era una domanda retorica? Cosa le stava cercando di dire allora? Non continuava, era una vera domanda’ Amare qualcuno’
‘Quando ci tieni’ Quando ci vuoi passare più tempo possibile”
‘Esatto! Quando non desideri altro che il bene per quella persona e che vorresti essere tu a darglielo ‘ annuì ‘ questo &egrave quello che &egrave successo a noi.’
Come rinvenendo da tutto quel discorso logico le salirono dal profondo delle parole ma non riuscì a farle uscire guardandolo, così si girò verso Luana
‘Ma &egrave tuo fratello!’
‘Dici così perché sei cotta di lui da sempre!’
‘Zitta!’
Cos’era? Cosa aveva detto? Lo guardò ma non riuscì a sostenere lo sguardo. Stava ridendo? Di lei? Avrebbe dovuto negare, in quel modo invece la cosa era palese, ormai lui sapeva. Aveva confessato quei sentimenti all’amica con la promessa di non rivelarli mai ed ora invece lo aveva fatto, proprio di fronte a lei.
Si sentì toccare la guancia, Emilio le era vicinissimo, le alzò il viso, si sentì avvampare dalla vergogna e dall’estrema vicinanza. Non sembrava arrabbiato o altro, la guardava solo attentamente negli occhi. Sapeva di non essere una bellezza con i suoi capelli biondo cenere ed il suo viso da coniglio paffuto. Le sorrise caldamente
‘&egrave vero?’
‘Sì”
bisbigliò ed annuendo tenne lo sguardo basso. La mano sulla guancia era così calda e rassicurante che quando la invitò ad alzare la testa si lasciò guidare. Prima ancora di incontrare il suo sguardo se lo ritrovò contro, sentì il contatto sulle labbra che inconsciamente aprì per accogliere quel bacio.
Era surreale, il mondo era sparito, sentiva soltanto le labbra di Emilio che morbide si schiacciavano contro le sue, sembrava le stesse usando per afferrare qualcosa di impalpabile nella sua bocca e lei con lui. Da adolescente lo aveva fantasticato in continuazione mentre si esercitava baciandosi il dorso della mano.
La lasciò spiazzata quando si scostò, era accaldata, aveva il fiatone
‘Ti squilla il cellulare”
‘Cosa? ‘ era spaesata ‘ Ah sì’ il cellulare. Pronto mamma’ dimmi’ Sì, sì, mi ricordo’ sto arrivando’ cinque minuti’ arrivo”
Chiuse la chiamata, non sapeva cosa dire, si sentiva ancora il viso acceso. Emilio le accarezzò di nuovo la guancia
‘Devi proprio andare?’
aveva gli occhioni dolci, proprio non voleva andare via, però dovette tornare sul mondo reale
‘Avevo promesso a mamma che l’avrei aiutata”
la baciò dolcemente
‘Mi piace il tuo senso del dovere”
e la baciò ancora senza darle modo di rispondere. Ormai si era abbandonata tra le sue braccia e lo abbracciava mentre continuavano le effusioni.
‘Ti accompagno alla porta”
‘&egrave meglio’ altrimenti faccio tardi”
Si fermarono di nuovo sulla soglia
‘Ceniamo insieme stasera o sarai ancora impegnata con la mamma?’
‘No no, sono libera!’
felicissima di quell’invito. La tirò di nuovo a sé per baciarla un’ultima volta.
‘Passo a prenderti alle otto.’
Felice, felicissima, non sapeva cosa fare, se restare per un altro bacio oppure andare ad aiutare in fretta la madre per poi prepararsi per l’appuntamento, poi si decise di tornare a casa ed appena si girò di spalle Emilio le assestò un sonoro ma per niente doloroso schiaffo sul sedere. Si voltò di nuovo tutta sorridente per quel gesto così ardito, tutta sghignazzante prese le scale.
‘A dopo!’

‘Finalmente se n’&egrave andata!’
fu il commento di Luana prima che con un piccola rincorsa gli saltò sopra e gli cinse la vita con le gambe. D’istinto la sorresse dalle natiche, come aveva fatto così tante volte quando erano soli. Si piegò per baciarlo, la lasciò fare, ma rimase freddo, fece finta di non accorgersene e continuò
‘Sai del suo lucida labbra fruttato’ come fa a mettere ancora quella roba? ‘ nessuna reazione ‘ Se non le fosse squillato il cellulare vi avrei diviso io”
‘Dai scendi che mi devo preparare.’
e la lasciò facendole poggiare di nuovo i piedi a terra ma continuava a cingergli il collo
‘Te lo avevo detto che aveva ancora una cotta per te’ se l’&egrave bevuta alla grande! Per un attimo ci stavo credendo anche io”
lo tirò a sé cercando di baciarlo ma si divincolò
‘Non &egrave ancora finita’ anche se sta andando tutto a dovere.’
Lasciandola lì imbambolata se ne andò in camera.

Era stata una giornata pazzesca, non riusciva proprio a credere a quello che le avevano detto, poi tutto &egrave cambiato di nuovo, un fulmine a ciel sereno. L’aveva baciata, con passione, sentiva ancora la testa ronzare al solo pensiero. Ma cosa significava tutto quello? Avevano davvero quel rapporto aberrante? Lei che centrava allora? Perché baciarla? Perché baciarla ora e non anni fa? Perché Luana non ha detto nulla? Perché, perché, perché. La testa le stava scoppiando di mille domande mentre aspettava sotto casa.
Arrivò Emilio in macchina, scese e le andò in contro. Non sapeva bene come comportarsi, era nervosa, ma era da solo? Non sapeva perché si aspettasse che ci fosse anche la sorella. Le si avvicinò, le cinse la vita, la baciò sulle labbra una prima volta e poi con più ardore quando anche lei si sciolse tra le sue braccia.

Non riusciva a starle lontano, ogni pausa, in qualunque momento, le si avvicinava e la baciava. Le stava facendo esplodere la testa.

‘Ma questo &egrave un ristorante”
‘Sì.’
‘Pensavo saremmo andati in pizzeria’ ho messo solo jeans e maglietta”
‘Sei bellissima così.’
Rimase a guardarlo, non ci credeva, stava davvero succedendo? Arrivò l’ennesimo bacio a rispondere a quella domanda.
Non riusciva a mantenere il filo di un pensiero, bastava un suo gesto, un sorriso accennato od anche che la sfiorasse per svuotarle completamente la testa, si sentiva così stupida ma anche per questo felice, felice di essere istupidita da sola davanti a lui senza che nessuno la giudicasse, felice delle sue attenzioni continue, felice che la spiazzasse ogni volta che le sfiorava la mano e soprattutto felice di quel contatto. Si immaginava di come potesse apparire all’esterno ma non le importava più, ora non aveva più senso, conosceva i suoi sentimenti e non c’era più il bisogno di nasconderli.
A cena parlarono di tutto, tranne quello che li aveva spinti nella situazione attuale. Si confidarono e si aprirono come mai prima, sembrava tutto così naturale ed emozionante al tempo stesso.
Dopo il ristorante presero una strada che li portò fuori città, Emilio fermò la macchina su una stradina secondaria senza illuminazione e poi scese. Lei lo seguì.
‘Che ci facciamo qui?’
‘Guarda in alto.’
‘Quante stelle”
‘Già’ a volte bisogna fare un passo indietro rispetto a quello che ci acceca tutti i giorni per riuscire a vedere la bellezza che era sempre presente ma che non avevamo mai notato.’
Lo guardò fisso negli occhi, capì di cosa stesse parlando e per la prima volta fu lei a protendersi verso di lui per baciarlo. Era dolce, quasi non se lo aspettava, ma le piaceva questo lato nascosto che finalmente le rivelava stando da soli loro due. Stando così stretti lo sentiva che si stava eccitando ma era bello anche quello, dato che anche lei sentiva un calore al basso ventre. Adorava come le accarezzava la schiena ed i fianchi poi la afferrò forte dalle natiche
‘Ma che fai?’
cinguettò maliziosa con un gran sorriso, pendendo dalle sue labbra e continuando ad appoggiarsi a lui
‘Era tutta la sera che lo volevo fare.’
le rispose sornione
‘Davvero?!’
deliziandosi nel sentirlo eccitato a causa sua, stavano per baciarsi quando le si fermò ad un passo dalle labbra
‘No, non &egrave vero’ era questo che volevo fare!’
e rapido le afferrò il seno con tutta la mano e come se fosse andato a colpo sicuro le strinse il capezzolo tra indice e pollice. Lasciò andare un grido di stupore ed eccitazione, ci sapeva fare con le mani. Stavolta sì che si baciarono con passione con le mani che correvano ovunque per tastare ed afferrare tutto quello che fino al giorno prima sembrava proibito.
Pian piano la portò sul lato della macchina, staccandosi per un attimo da lei e recitando la parte dell’autista, aprì lo sportello posteriore e con un inchino la invitò ad entrare. Tutta sorridente accettò, con un inchino a sua volta e sedendosi sul sedile aspettò che tornasse da lei. Non dovette attendere molto perché quasi le si buttò sopra facendola stendere per lungo.
Anche se precipitoso non era irruento, non la schiacciava, non le faceva male ma di sicuro le trasmetteva tutta la sua voglia. Si sfilò la maglietta per farle ammirare i muscoli e glieli fece accarezzare con molto gusto. Le sfilò la maglietta ed iniziò subito a succhiarle i capezzoli rosa che le aveva fatto uscire prima dalle coppe del reggiseno mentre la palpava.
Era un turbinio di emozioni: la dolcezza, la voglia, la gentilezza e la foga dell’eccitazione. Non era passata neanche mezza giornata dal loro primo bacio e già era mezzo nudo sopra di lei. I suoi sospiri erano ormai diventati gemiti, le girava la testa, si sentì sbottonare i jeans
‘Aspetta”
ma prima che finisse la parola già glieli aveva abbassati. Non si era preparata a tutto quello, la prima volta con lui l’aveva sempre fantasticata perfetta e di certo le sarebbe stata necessaria una ritoccatina’ Aveva già cominciato a baciarle il boschetto biondo scuro, alzò gli occhi per guardarla
‘Mi devo fermare?’
dandole un altro bacio mentre aspettava la risposta. Cavolo, quando le sarebbe ricapitato?
‘No”
e concentrandosi solo sulla parte bassa del ventre ricominciò a baciarla e leccarla. Lo afferrò dai capelli e lo spinse con forza contro il sesso come a volerlo spingere dentro ed allora lui la accontentò infilandole un dito dentro che con movimenti rapidi utilizzò per far uscire tutti gli umori.
Non capiva più nulla, voleva soltanto che continuasse fino all’infinito, non si accorse neanche di come le avesse sfilato del tutto jeans e mutandine ma riuscire a spalancare le gambe era di sicuro una grande conquista. Quando si fermò lo guardò con quanta soddisfazione si stesse tirando fuori il cazzo duro. Era bello gonfio e pulsante di desiderio, lo voleva dentro.
Lesto si infilò il preservativo e subito dopo lo puntava già all’entrata carnosa della figa, ruotò i fianchi per farlo entrare più facilmente e finalmente lo sentiva che le scivolava dentro con tutta la sua virilità. Si abbassò fino a baciarla, era così dolce ma aveva ancora il gusto salato sulle labbra. Con movimenti sinuosi a contrarre alternativamente tutti i muscoli entrava e usciva da lei, lo tirava a sé per quanto poteva, gli accarezzava la pelle nuda e lo baciava tra un gemito e l’altro.
Arrivarono in fretta all’apice del piacere contraendo tutti i muscoli nell’orgasmo congiunto.
La baciò delicatamente mentre l’erezione si sgonfiava e poi uscì da lei e dalla macchina per rivestirsi. Le girava la testa ma lo guardava ancora con stupore non credendo cosa era appena successo, lo voleva raggiungere, lo voleva tenere ancora stretto a sé ma si rivestì prima di uscire dalla macchina anche lei.
Guardava lontano nel vuoto, poggiato al cofano
‘A cosa pensi?’
Si girò per guardarla, ne studiò i lineamenti e l’espressione di sempre che aveva in viso poi, giudicandola meritevole dei suoi pensieri
” che vorrei tanto una sigaretta’ ma ho smesso”
quella tensione che provava mentre la scrutava si dissolse di colpo e non poté far altro che baciarlo.
‘Questo sarebbe stato un ottimo modo per smettere di fumare.’
Risero entrambi.

Rientrando a casa andò dritto in bagno, appena entrato Luana gli fu subito alle spalle richiudendo la porta dietro di lei
‘Ti stavo aspettando’ come &egrave andata?’
Senza guardarla e senza rispondere alla domanda
‘Dov’&egrave mamma?’
‘Dorme già da un po”’
Soppesando la cosa decise che poteva togliersi la maglietta
‘Cosa le hai detto?’
‘Che eri uscito con una ragazza, non le ho detto che era Melania, ha detto che ti serviva proprio, che non potevi continuare a ciondolare per casa’ come &egrave andata?’
Continuando a non guardarla si denudò completamente ed aprì l’acqua della doccia, poi si girò come per far capire alla sorellina che se ne doveva andare, nonostante avesse capito si ostinava a rimanere ferma lì davanti a lui, gli occhi le si accesero di rabbia e dovette faticare per non urlare
‘Te la sei fatta, non &egrave vero?! ‘ e tentando di schiaffeggiarlo si ritrovò il braccio bloccato nella sua presa ‘ Sei uno stronzo!’
Con l’altra mano le afferrò le guance premendole con forza contro i denti, gli si avvicinò col viso minaccioso
‘Eh no! Non mi puoi fare una scenata di gelosia mentre sto rimediando alle cazzate che combini tu! Non sei capace neanche di stare zitta! Credi che mi piaccia strusciarmi a quella lì?! Ma non sarò il solo a perderci in questa storia perché finché non si risolve non mi potrai neanche sfiorare ‘ ed era serio mentre lo diceva ‘ Ora esci che mi devo lavare.’
abbattuta e sconfitta uscì dal bagno in silenzio. Erano stesi sul letto nudi, coperti appena dal lenzuolo quando sentirono bussare lievemente alla porta
‘Posso entrare?’
si guardarono per decidere cosa rispondere poi stringendosi per bene ad Emilio e tirando più su il lenzuolo per coprirsi il petto Melania diede un bacio al suo ragazzo come per dire di essere pronta
‘Entra pure’ ‘ e mentre appariva la sorellina nello spiraglio della porta ‘ Ti serve qualcosa?’
‘Di là mi sento sola’ posso stare un po’ con voi?’
I due ragazzi sul letto si guardarono ma prima ancora che si decidessero Luana si era già seduta vicino al fratello bloccandolo tra le due donne. Melania trovandosela così vicina strinse involontariamente di più il lenzuolo sul seno
‘Non c’&egrave bisogno che ti copri’ non c’&egrave niente che non abbia già visto”
sorridendole maliziosa
‘Non &egrave vero’ quando ci avresti visto?’
chiese timorosa che la sua privacy con il ragazzo fosse stata violata, ma Luana non si scompose e rispose tranquillamente
‘L’estate scorsa in piscina, mentre ti cambiavi.’
la risposta era plausibile e non allarmante ma nello scambio si unì anche Emilio
‘Aspettate un attimo, non vi siete mai viste nude?’
‘Certo che no! Cosa pensi facciano le ragazze?’
scattò su Melania preoccupata per il giudizio del suo uomo
‘Non saprei’ pigiama party in sexy lingerie con battaglia di cuscini che finisce con dei baci appassionati?’
le rispose tutto sorridente mentre vedeva come la sconvolgevano certe parole
‘Sei proprio un pervertito, quella roba succede solo nei filmetti che guardi tu.’
gli replicò la sorella. Non dandole peso e continuando con un sorriso ancora più grande mentre stringeva Melania
‘Quindi non vi siete mai baciate?’
‘No!’
risposero in coro e la sua ragazza fece come per volersi allontanare da lui che però continuava ad accarezzarla e stringerla dalla schiena riuscendo a calmare quell’istinto
‘Ma allora come fate a sapere che non vi piace?’
chiese sornione come se stesse parlando dei gusti del gelato e si rivolse prima ad una e poi all’altra che si guardarono a loro volta non sapendo cosa rispondere
‘Perché tu hai baciato un uomo per sapere se ti piace?’
chiese infine Luana sperando di averlo messo in scacco ma sempre sorridente rispose subito come se si fosse già preparato una risposta a quella domanda
‘Non ce n’&egrave bisogno, qui ho un testimone che può dirti quanto mi piacciono le donne ‘ e rivolgendosi a Melania ‘ Quante volte ti ho già fatta venire? Tre, quattro?’
e la baciò. Lei tutta contenta e ringalluzzita nel ricordare quegli attimi appena trascorsi, rispose sommessamente
” quattro’
e la baciò di nuovo, tutto fiero del numero. Quando le effusioni aumentarono di intensità se ne uscì con una proposta che pensava fosse brillante
‘Perché non ci provate adesso?’
‘Cosa?’
gli chiese la ragazza facendo finta di non aver capito ma che sembrava divertita per la situazione di complicità
‘A baciarvi.’
specificò lui con quel tono diabolico ed ammaliatore, lei rise in un misto di ironia e nervosismo, Luana invece rimase zitta ma non protestò
‘Provate ‘ continuò lui che toccandole entrambe faceva da tramite ‘ siete migliori amiche’ se poi non vi piace non succede nulla”
continuava a sorridere sentendo che stavano cedendo e che pian piano riusciva ad avvicinarle. Le ragazze si guardavano con un sorriso tirato cercando di capire se l’altra era d’accordo non volendo essere le prime ad accettare per poi finire di essere rifiutate. Guidandola con il braccio Emilio fece mettere seduta Melania che cercando di rimanere coperta dal lenzuolo se lo teneva sempre stretto al corpo. Ridevano isteriche ma si avvicinavano a ponte con lui sotto che le guardava e le dirigeva con le sue carezze divise esattamente a metà.
Non sapevano bene come fare, nel momento in cui si sfioravano le labbra una delle due scoppiava a ridere, poi Luana afferrò il viso paffuto di Melania per tenerla ferma ed andò dritta alle sue labbra
‘Brave’ così… ‘ le incitava Emilio ‘ metteteci un po’ più di calore”
ed aprirono entrambi la bocca per un bacio alla francese da manuale. Quando però si stavano scaldando troppo Melania si scostò e si ributtò stesa sul letto al fianco del suo uomo e lo strinse mentre lo guardava desiderosa di essere lodata. La baciò e strisciando su di lei si protese verso il comodino da dove prese un preservativo e senza preoccuparsi più della privacy di nessuno si mise in ginocchio facendo scivolare il lenzuolo lungo la schiena e mostrando che mentre era a cavalcioni sulla sua ragazza nuda e morbida nelle forme, il suo cazzo era al pieno dell’erezione che andò ad imbrigliare con il lattice. Girandosi verso Luana che era rimasta paralizzata dalla scena
‘Scusami sorellina ma qui dobbiamo arrivare almeno a sei orgasmi.’
e non preoccupandosi più di lei dedicò tutte le sue attenzioni alla sua ragazza che squittiva e rideva divertita per dove la stava toccando e per quello che stava per accadere.
La terza incomoda semplicemente se ne andò senza che la notassero.

Melania entrò in cucina e rimase un attimo spiazzata nel trovare Luana seduta al tavolo apparentemente a non fare nulla, ricordandosi di indossare soltanto le culottes ed una maglietta di Emilio si vergognò un poco ma resistette all’istinto di coprirsi con le mani, ormai era lì
‘Sono venuta a prendere un bicchiere d’acqua”
si giustificò andando verso il frigorifero
‘Ok ‘ le rispose senza troppa cura ma la seguì con lo sguardo tutto il tempo ‘ Sei dimagrita’ stai bene’ stai seguendo qualche dieta?’
il complimento la rincuorò da quello sguardo indagatore, sorrise
‘No’ niente di particolare”
bevve dal bicchiere sforzandosi di sentirsi a suo agio con così poco indosso. Con un sorriso ammiccante l’amica proseguì
‘Ho capito, &egrave grazie a tutto il movimento fisico che fai con mio fratello!’
per un attimo rimasero immobili soppesando l’espressione dell’altra poi scoppiarono in una risata fragorosa, come se avessero ritrovato la complicità di un tempo che pensavano di aver perso da quando si era messa con Emilio o forse da quando le avevano detto del rapporto incestuoso? Il pensiero le attraversò rapido la mente ma vedendo Luana ancora sorridente lo ricacciò nel profondo pensando che fosse tutto apposto e che del resto la sua storia con Emilio era più naturale.
Le si sedette difronte, la guardava negli occhi gioiosi, aveva ritrovato la sua amica, la sua confidente, avrebbe voluto raccontarle tante cose poi si bloccò pensierosa del fatto che in fondo si stava parlando del fratello, ma sembrava anche lei eccitata per il loro feeling ritrovato così si aprì
‘&egrave vero! Sembra inarrestabile’ ma come fa? Mi ha già fatta venire ‘ guardandosi intorno come per capire se c’erano orecchie indiscrete e tenendo la voce bassa ma scandendo bene ‘ OTTO volte”
‘E ti lamenti?’
e sghignazzando si davano colpetti d’intesa. Che leggerezza sul cuore aver ripristinato il loro rapporto, sembrava che era mancato ad entrambi e che era stato eterno ma ormai lontanissimo, erano bastate poche parole per sistemare tutto
‘Non mi posso distrarre un attimo che già vi alleate alle mie spalle?!’
la voce di Emilio le prese di sorpresa. Era sulla porta della cucina con solo i boxer attillati, non poterono far altro che squadrarlo da testa a piedi piacevolmente deliziate e lui lo capiva dai loro sguardi cosa pensassero e se ne compiaceva
‘No no, tutt’altro”
gli rispose Melania mentre sghignazzava cercando il consenso di Luana
‘Sicure? A me non sembra’ ‘ ed unendosi all’ilarità nell’aria ma unendoci un pizzico di lussuria aggiunse ‘ Fatemi rivedere quella cosa”
‘Cosa?’
chiese civettuola la sua ragazza decisamente più a suo agio ma che fingeva ancora di farsi pregare e lui l’accontentò di buon grado vedendola ben disposta
‘Come vi baciate!’
‘Sei proprio un pervertito!’
tuonò la sorellina, provocando una fragorosa risata all’amica, quella parola era appropriata a lui per tutte le cose nuove ma estremamente appaganti che le aveva fatto scoprire negli ultimi giorni
‘Tanto lo so che vi &egrave piaciuto’ Se mi parlate alla spalle almeno datemi qualcosa in cambio”
Delle due Melania era quella più convinta e con lo sguardo ammiccante ed insistente convinse l’amica
‘E va bene”
‘Però stavolta fatelo per bene, venite qui davanti così vi vedo bene.’
Si alzarono e gli si misero davanti, erano quasi alte uguali ma con corporature profondamente diverse: alle forme morbide ed abbondanti di Melania si contrapponevano quelle più toniche e snelle di Luana, una bionda con gli occhi azzurri l’altra mora con occhi marroni, paffuta ed ordinaria contro affusolata e ricercata.
Melania prese l’iniziativa e voltandosi verso l’amica le tirò dietro i capelli con una carezza, sembrava che quel gioco la eccitasse più del dovuto o forse aveva solo trovato un nuovo modo per dimostrarle quanto le voleva bene e la sentiva vicina. Luana la prese dai fianchi e l’avvicinò a sé con tutte le risatine che suscitò e che condivise
‘Questo &egrave lo spirito giusto ‘ incitò Emilio ‘ Siete due belle ragazze che si vogliono bene e che se lo vogliono dimostrare”
mentre lo diceva le loro labbra si toccarono e poi si aprirono per permettere alle lingue di unirsi. Senza poter resistere il ragazzo si portò dietro la sua ragazza e stringendola a sandwich tra lui e la sorella le strusciava sulle natiche la nuova erezione
‘Così’ con più passione”
le incitava e quando con le mani raggiunse i fianchi della sorellina vide proprio quanta più voglia ci mettesse.
Melania scoppiò in una breve risata isterica e voltandosi al suo uomo
‘Mi gira la testa”
sapendo da cosa fosse provocato e non perdendo l’attimo, afferrandola dalle natiche la tirò su e lei prontamente gli si aggrappò divertita
‘Scusa sorellina ma dobbiamo continuare una cosa!’
mentre la portava di peso fuori dalla porta. Giuliva ma con un braccio proteso verso Luana a fingere di essere portata via contro la sua volontà
‘Aiuto!’
‘Zitta che dobbiamo arrivare a dieci! Dobbiamo fare il record”
‘Già due era un record per me”
sempre più sghignazzante per essere portata di peso verso il letto
‘Mi piace superarmi’ ormai lo dovresti sapere!’
ed arrivati in stanza la buttò sul letto tutto disfatto.

‘Vengo”
lo informò
‘Aspetta’ ‘ e si fermò ‘ siamo a dieci?’
‘Sì’ non fermarti!’
ed afferrandolo dai fianchi provò a muoverlo ed a strusciarsi contro di lui ma era troppo stanca
‘Chiamiamo Luana”
‘Cosa?’
tutta stralunata non capiva cosa le dicesse, sorridente le spiegò
‘Facciamole vedere come vieni per la decima volta! Dai!’
e le diede un colpo col bacino provocandole un gemito
‘Chiamala o mi fermo!’
‘Lu! Luana!’
ogni volta che diceva quel nome le affondava il cazzo dentro
‘Vieni Luana! Sbrigati!’
cominciarono a chiamarla insieme infervorati uno dall’altra. La porta si aprì
‘Che c’&egrave?’
Li trovò di traverso sul letto, con lui sopra tutto piegato e teso a toccarla solo col basso ventre, lei a gambe aperte aveva quasi la testa che ciondolava fuori dalla sponda del materasso, rossa in viso e con un’espressione inebetita. Erano entrambi sudati ed ansimanti, come del resto li aveva sentiti per tutto il pomeriggio.
‘&egrave arrivata”
lo informò sommessa
‘Guarda sorellina come la faccio venire per la decima volta!’
e cominciò ad ondeggiare il bacino avanti ed indietro provocando gemiti intensi a Melania. Luana non sapeva cosa fare, stava lì sulla porta bloccata a vedere suo fratello che si scopava un’altra, una che non fosse lei! Quanto ancora doveva sopportare quella cosa? Si sarebbe davvero risolto tutto a continuare in quel modo o la stava soltanto punendo per aver rivelato il loro più intimo segreto? Stava ferma a guardare come quell’asta dura e lucida entrava ed usciva dallo spacco nella carne morbida ricoperta da una peluria biondo scura. Senza volerlo cominciò a piangere sommessamente ma non riusciva a staccare gli occhi da quello spettacolo di corpi nudi, sudati ed avvinghiati che si stimolavano a vicenda.
I colpi forti e ritmati provocavano un’onda nel corpo dell’amica fino a farle ballare avanti ed indietro quelle grosse tette dai capezzoli rosa. Era lì a guardarli ma loro non si curavano di lei, avrebbe potuto andarsene a piangere in cucina come ogni volta che erano in casa a scopare ma voleva farsi male, voleva guardarli, punirsi di aver sbagliato.
Melania ormai urlava continuamente, la sua voce era interrotta solo dai colpi profondi che Emilio le infliggeva con conseguente schiocco dello scroto che le sbatteva contro. La velocità era forsennata, sembrava che non respirassero neanche per riuscire ad arrivare prima al loro scopo. Inarcando la schiena e contraendosi tutta fece un urlo gutturale profondissimo poi ricadde esanime sul letto.
Per la prima volta da quando era entrata in stanza il fratello si girò verso di lei ammiccandole e facendole i gesti con la testa per farle notare in che condizioni aveva ridotto la sua ragazza mentre lui aveva soltanto un po’ di fiatone. Non sopportava più quell’ostentazione e sarebbe andata via se non avesse smesso di guardarla per girarsi di nuovo verso Melania
‘Continuiamo?’
Non riusciva a parlare, aveva il fiato corto e dei tremiti la scuotevano ancora tutta, lo guardava fisso negli occhi cercando di calmarsi abbastanza per riuscire a dire un’unica piccola parola
” basta”
la guardò con compassione e rise di gusto
‘Va bene’ basta così per oggi”
Sfilandosi da lei le si stese affianco riposandosi anche lui.
Quante volte anche lei era rimasta in quel modo a guardare il soffitto inebriata dal sesso con il fratello? Ora invece era costretta a stare lì in disparte a guardare come stavano compiaciuti, nudi e stanchi. Emilio però sembrava ancora in piena forma, il cazzo ancora duro puntava in alto, gonfio di desiderio ma velato dal profilattico’ che spreco!
Gli si avvicinò ma continuavano a non notarla tanto erano presi da sé stessi. Era in astinenza da troppo tempo e nonostante la situazione dolorosa aveva una voglia pazzesca, si inginocchio tra le gambe del fratello che finalmente si accorse di lei ma non le disse niente, quindi continuò nei suoi intenti mentre la teneva sott’occhio.
Con cura ma velocemente riarrotolò il profilattico fino al glande e poi glielo sfilò facilmente, era così gonfio e duro, davvero bello
‘Ma che fa?’
la voce squillante e leggermente preoccupata di Melania la bloccò, alzò gli occhi cercando di pensare ad una giustificazione, ma prima ancora che la raggiungessero Emilio si intromise
‘Chi se ne frega”
e tirandola a sé la baciò con passione. Con quella distrazione accennò una sega per capire se poteva continuare, loro intanto continuavano a baciarsi ed accarezzarsi dandole la possibilità di circondare la punta del pene con le labbra. Così saporito’ ne voleva ancora! Iniziò a muovere la mano su e giù, velocemente, come se volesse mungere quella fonte di latte salato che amava tanto. Dopo anni di esperienza e scambi di impressioni sapeva dove e come toccare con la lingua, quanta forza mettere e dove invece usare più delicatezza.
In mente aveva soltanto la voglia di fare il pompino migliore di sempre, quello che suo fratello non avrebbe mai dimenticato e quello che nessun altra potrebbe mai fargli. Nella sua mente c’era soltanto il cazzo e la bocca che lo stimolava, tutto il resto non le importava.
Sentiva che stava raggiungendo il suo scopo ogni volta che un sussulto di quell’asta sembrava gonfiare ancora di più la punta carnosa ed allora giocava con lui prolungando quella sensazione con solo piccoli colpi della lingua cercando di lasciarlo sulla soglia dell’orgasmo il più a lungo possibile.
Sentendosi osservata guardò in alto ed effettivamente erano lì a scrutare ogni sua mossa stando stretti abbracciati l’uno all’altra. Melania la guardava stupita, sembrava che l’ebrezza del sesso stesse passando facendole tornare un po’ di buon senso ma non diceva nulla, Emilio invece la guardava ammiccante, conosceva quello sguardo, era quello di quando ha voglia di venire così, concentrando tutte le sue attenzioni su di lui, con mano e bocca sapiente, lo stimolò ben oltre la soglia di sopportazione e controllo e per questo, quando cominciò a schizzarle in bocca tutto quello sperma caldo, non ne fu stupita.
Ogni contrazione era annunciata da quel suo ansimare così erogeno e poi finiva con un gustoso fiotto di latte sapido. Con le labbra ben strette intorno al glande non ne lasciava uscire neanche una goccia, inghiottiva e poi tornava a leccare sotto la punta per riceverne ancora un’altra dose.
Il cazzo cominciava a perdere turgore ma continuava a far uscire quel nettare, così non lo lasciava e continuava a succhiarlo. Melania aveva gli occhi spalancati, non l’aveva mai vista con quell’espressione, non sapeva proprio cosa stesse pensando, né gliene importava. Quando sembrò che stesse per parlare Emilio la zittì con un altro bacio, sembrava il modo migliore per andarsene senza dover dire nulla. Si alzò ed uscì dalla stanza, chiudendosi la porta dietro. Uscì dalla macchina e facendo il giro aprì la portiera a Melania che però rimase rigida e pensierosa a guardare fisso davanti a sé. Non capendo il motivo per quello stato le chiese
‘Che c’&egrave?’
Silenzio. Le si inumidirono gli occhi e riflessero le luci artificiali tutt’intorno
‘Niente’ ora mi passa”
‘Almeno guardami’ Dimmi che &egrave successo’ sei stata silenziosa per tutto il viaggio.’
Si voltò arrabbiata ma non disse nulla, lo rimproverava silenziosamente di non accorgersi del motivo del suo stato d’animo. Si vedeva la furia negli occhi ma Emilio non aveva proprio voglia di fargliela uscire e quindi senza provocarla con altre domande rimase calmo in attesa a scrutarla mentre sperava che sbollisse un po’.
Un singhiozzo e poi una lacrima nera di mascara a rigarle il viso, tirò fuori un fazzolettino di carta dalla tasca e glielo porse ma gli allontanò la mano
‘Sei uno stronzo’ siete degli”
un forte singhiozzo la fece annaspare e la bloccò del tutto mentre si vergognava di piangere davanti a lui. Si chinò per avere gli occhi sullo stesso livello
‘Ne vuoi parlare?’
chiese accondiscendente. Bloccò il pianto solo per fulminarlo con lo sguardo
‘Tanto lo so che non mi ami’ non ami”
ed un altro singhiozzo le bloccò l’ultima parola. Innervosita da questa sua debolezza gli strappò di mano il fazzolettino e ci si nascose dietro mentre faceva finta di ripulirsi, come se in quel momento le importasse il modo in cui appariva
‘Ma che dici, non &egrave vero”
cercò di rassicurarla riuscendo a stabilire un contatto fisico sulla spalla senza che lo respingesse
‘Guarda dove ti ho portato”
e come se fosse scattato l’innesco di un esplosivo Melania scattò in piedi costringendolo a fare un passo indietro
‘Dove mi hai portato? ‘ chiese furiosa ‘ Nel bel mezzo del nulla, a più di un ora da casa’ Lo so che ti vergogni di me, di farti vedere insieme a me”
‘Ma non &egrave vero’ siamo usciti con i miei amici la settimana scorsa”
‘Stiamo insieme da un mese e li avrò visti un paio di volte’ Stiamo sempre chiusi in casa”
‘Pensavo non ti dispiacesse stare in camera mia.’
‘C’&egrave sempre Luana”
si bloccò non sapendo come continuare
” &egrave la tua migliore amica, non sapevo fosse un problema”
sentendosi un pochino in colpa provò a replicare
‘Ma sei sempre lì a parlottare con tua sorella”
‘Ma ci sei anche tu’ e poi preferiresti che non parlassi con la tua migliore amica?’
le sorrise avendo messo di nuovo lei al centro della loro relazione
” e poi &egrave parlottando con lei che mi ha detto che hai sempre voluto fare una cena romantica in un ristorante in riva al mare. Ho fatto un’ora e mezzo di macchina solo per farti questa sorpresa per l’anniversario di un mese insieme”
‘Davvero?’
Guardandosi intorno provò ad orientarsi poi indicò una direzione
‘Da quella parte dovrebbe esserci il mare ed il ristorante che ho prenotato.’
la guardava sorridendo mentre lei si sentiva sciocca per quella scenata che ora sembrava completamente senza senso. Prese un altro fazzolettino dalla tasca e le si avvicinò ora che era decisamente più docile e tamponandole delicatamente il viso cercava di toglierle quei segni scuri dalla pelle
‘Sono davvero una stupida”
e strizzando gli occhi per sorridere fece cadere altre lacrime
‘Ma se non smetti di piangere non riuscirò mai a pulirti”
rise e lo abbracciò non preoccupandosi di sporcargli la giacca, voleva soltanto sentirlo stretto a sé, tra le sue braccia.
‘&egrave vero, sei un po’ stupidina, ma a me piaci così!’
e la strinse forte per evitare che si muovesse e magari vedesse la sua espressione sollevata per aver scongiurato una discussione peggiore così distanti da casa e con la possibilità che il viaggio di ritorno si trasformasse in qualcosa di penoso, lei però non sembrava avesse avuto intenzione di alzare il viso dal suo petto anzi, lo strinse ancora di più sentendo le vibrazioni della voce provenire dalla gabbia toracica così profonde, così rassicuranti.
Per comodità Emilio si poggiò contro la macchina e Melania a sua volta si poggiò su di lui, lo stringeva forte,cercava di spingerlo forte dentro di sé, come se non volesse lasciarlo uscire mai più. Ci volle molto tempo prima che si calmasse del tutto ma alla fine sembrava stesse dormendo tanto era tranquilla. Respirava appena, non si muoveva, anche se continuava a circondarlo con le braccia non lo stringeva più
‘Da quanto tempo avevi una cotta per me?’
gli sembrava una domanda giusta ed abbastanza delicata per uscire da quella stasi, alzò il viso e lo guardò, non aveva più gli occhi gonfi di lacrime
‘Se te lo dico però non ridere ‘ lo avvertì e vedendolo annuire continuò ‘ Una volta, in terza media, ero venuta a casa vostra per fare i compiti insieme a Luana. C’era un problema di matematica che non riuscivo a fare, non sono mai stata brava con i numeri, però tu ti sei messo vicino a me e con calma e molta, ma molta pazienza, mi hai aiutata. Quando alla fine l’ho risolto mi sentivo così felice e fiera che non stavo nella pelle. Era stato tutto merito tuo, in quel momento ti ho visto con occhi diversi’ da allora”
Finito il racconto lo guardava con un po’ di vergogna, non sapeva come lo avrebbe preso che si era innamorata di lui per una scemenza come quella, le sorrise e sospirò
‘Sono passati dieci anni da allora’ sono cambiate un sacco di cose ‘ sembravano capirsi con il solo sguardo, poi lui fece scivolare le mani in basso sulla schiena ‘ Soprattutto qui sono cambiate!’
e palpandole le natiche le provocò una risata
‘Ah sì?’
‘Sì!’
e si baciarono. Finalmente dopo quel litigio si erano riappacificati. Quando separarono le labbra la prese dalle spalle e l’allontanò da se con aria interrogativa
‘&egrave tutta la sera che mi chiedo una cosa”
‘Cosa?’
chiese preoccupata
‘Ma ti sono cresciute le tette?’
le sorrise sornione e lei squittì gioiosa per il complimento
‘No’ ho solo messo il push-up”
‘Ah’ dicevo io’ &egrave impossibile che le diventino ancora più grandi!’
‘Scemo!’
ed afferrandogli la mano gliela mise tra i seni
‘Anche questa parte &egrave cambiata molto negli ultimi dieci anni”
‘Ti piace?’
‘Secondo te?’
e strusciandosi con il basso ventre le fece sentire la sua erezione, rise compiaciuta e lo baciò di nuovo.
D’improvviso scattò in piedi come se fosse uscita da un brutto sogno
‘Il ristorante!’
la prese per mano, calmo e rassegnato
‘Ormai &egrave tardi, ci avranno tolto la prenotazione.’
era dispiaciuta
‘Che peccato’ era il tuo regalo’ Che facciamo, torniamo a casa?’
‘Dato che siamo qui, che ne dici di una passeggiata sulla spiaggia?’
‘Ma che romanticone’ Con molto piacere!’
e mettendosi sotto braccio andarono verso il mare.
Camminarono per un po’ scalzi sul bagnasciuga, si fermarono dove non c’erano più luci ad illuminarli
‘Mi dispiace aver rovinato il tuo regalo, ora però &egrave arrivato il momento di darti il mio”
ed inginocchiandoglisi davanti armeggiò con la chiusura dei pantaloni fino a quando non gli tirò fuori il cazzo ancora piacevolmente duro, sorridendo glielo baciò e poi leccò portandolo alla durezza massima. Ne assaporò la punta, la mise in bocca e la succhiò con gusto, le mani frenetiche lo accarezzavano ovunque arrivassero, al massaggio delle palle sincronizzò il succhiare della bocca. Si stava impegnando in quel pompino, non mancava nulla, lo guardava anche con quegli occhi da cerbiatta vogliosa come gli piaceva tanto
‘Vengo”
la avvertì e lei si mise buona ad aspettare con la bocca aperta e la lingua all’infuori per continuare a solleticargli il frenulo. Il primo schizzo, abbondante, sembrò andare dritto in gola ma non accontentandosi continuò a segarlo per riceverne degli altri fino a prosciugarlo del tutto.
Aveva la bocca piena, con tutto il seme raccolto in fondo, rimase ferma un attimo per assicurarsi che la stesse guardando, chiuse la bocca, inghiottì e poi la riaprì facendogli vedere che era vuota. Le accarezzò il viso e le sorrise, aiutandola la fece tornare in piedi per poterla baciare
‘Hai visto? ‘ chiese tutta gioiosa ‘ Ho ingoiato tutto!’
‘Sei stata brava’ Non era male?!’
” no ‘ rispose vergognandosi un po’ ‘ mi &egrave piaciuto”
‘Oppure &egrave solo perché hai fame!’
la prese in giro. Fingendo di essere offesa gli mise il broncio che sparì subito quando la baciò
‘In effetti io ho un po’ di fame’ Ci sarà un fast food ancora aperto?’
‘Vuoi andare ad un fast food vestito così elegante?’
‘Perché no, del resto continuiamo la tradizione di andare vestiti male ai nostri appuntamenti, ti ricordi come eri vestita la prima volta?’
‘Sì’ che vergogna’ però mi importava soltanto che eravamo noi due”
‘Dai, andiamo a trovare qualcosa da mangiare.’

‘Come &egrave andata?’
‘Comincia a lamentarsi che siamo sempre in casa, mi ha anche fatto capire che patisce la tua presenza. Come da piano ‘ il sorriso gli si allarga sulle labbra ‘ tocca a te decidere ora, continuiamo così oppure finiamo in questo modo quello che c’&egrave tra di noi?’
‘E me lo chiedi? ‘ rispose senza esitazione ‘ Non riesco neanche più a masturbarmi indossando solo una tua maglietta senza sentire ovunque il suo profumo!’
Si scambiarono un’occhiata d’intesa, avrebbero voluto avvinghiarsi l’un l’altra ma resistettero
‘Tieni duro ancora un po’ e continuiamo a farla sentire a disagio tra noi, senza esagerare troppo, presto cederà.’
‘Baciami”
‘C’&egrave mamma di là’ e poi lo sai che sei in punizione per aver combinato tutto questo casino.’
Luana prese una maglietta usata da sopra la sedia e se la portò via con sé. Erano tutti e tre sul divano con Melania tra i due fratelli, ma sia lei che Emilio sembravano poco presi dal film e continuavano a baciarsi e stuzzicarsi a vicenda, lo facevano in silenzio per non disturbare Luana ma più andavano avanti e più le effusioni diventavano esplicite. Afferrandola dalle natiche, fece salire la sua ragazza a cavalcioni su di lui, lei rise appena e poi riprese a baciarlo, cominciavano a comportarsi come se fossero stati da soli con lui che le infilava le mani sotto la maglia e lei che si strusciava con il bacino. Le sfilò la maglietta
‘Andiamo di là”
gli suggerì. Continuando ad accarezzarla
‘Restiamo”
Senza che ci fosse bisogno di dire nulla, Melania indicò con un cenno del capo l’amica
‘Che c’&egrave? Ti vergogni di Luana?’
che sentendo il suo nome si girò a guardarli. La ragazza si strinse ad Emilio come per nascondere il fatto di essere mezzo nuda. Sorrise alla sorella e continuò
‘Secondo me invece &egrave Luana che &egrave gelosa delle tue grosse tette!’
e facendo scivolare le mani tra i loro corpi le andò ad afferrare il seno attraverso il reggiseno. Sentendosi stringere con tanto ardore per un attimo perse la lucidità mentale e semplicemente avrebbe voluto baciarlo poi però si controllò e provò a ribattere
‘Scherzi vero?! A volte sono io gelosa di lei che può andare per casa senza reggiseno”
Facendo il finto tonto si girò verso Luana
‘Perché, sorellina, vai in giro senza reggiseno?’
‘Sì. &egrave scomodo”
‘Anche ora?’
chiese ammiccandole
‘Sì”
‘Visto? Che ti dicevo?’
si intromise Melania
‘Non ci credo’ fa’ vedere”
Senza farselo chiedere due volte e rimanendo con la stessa espressione di sempre, si voltò verso di loro e si alzò la maglietta fino a scoprire quelle tette modeste con dei capezzoli scuri. Stava ferma a farsi guardare come se fosse una cosa normale. Dopo averla scrutata più a lungo del necessario, Melania si voltò verso Emilio per capire cosa ne pensasse lui, che però, avendola sentita muoversi già era pronto ad intercettare il suo sguardo. Le sorrideva, in quel modo provocatorio che aveva a volte
‘Anche tu puoi stare senza!’
e con un movimento veloce e preciso delle dita le slacciò il reggiseno, sentendo la tensione venire meno istintivamente afferrò le coppe per rimanere coperta
‘Non credo ci sia più bisogno di sentirsi in imbarazzo e poi &egrave scortese da parte tua’ lei te le ha fatte vedere le sue”
ed accarezzandole la schiena nuda la incitava a lasciare andare l’ultimo indumento che le copriva la parte superiore del corpo. Luana si era rivestita ma era rimasta voltata verso di loro, in attesa, sembrava tutto normale, come se dovessero soltanto giudicare come le stava un vestito. Alla fine le lusinghe di Emilio ebbero la meglio ed abbassò le braccia liberando tutta la morbida pesantezza delle tette. Si sentiva un po’ troppo al centro dell’attenzione e guardava il suo ragazzo con un’espressione implorante, ma le sorrise e le prese delicatamente un seno iniziando a massaggiarle tra le dita il capezzolo che maledettamente si stava indurendo per il piacere che le provocava. Anche lui si stava eccitando, standogli seduta sopra poteva sentire il cazzo che si gonfiava
‘E tu non vorresti tutto questo ben di dio?’
avvicinandole la bocca al petto le succhiò il capezzolo ormai duro, la testa le girava per la lussuria di quel tocco
‘Fantastica’ ‘ afferrando la mano della sorella ‘ Vieni a provare anche tu”
Le due ragazze si guardarono interrogativamente poi anche Melania stese un braccio per far avvicinare l’amica a sé. Emilio rideva con un gran ghigno, afferrando l’altra tetta la porse a Luana che ancora leggermente titubante si avvicinava lentamente, tirò fuori la lingua e toccò con la punta il capezzolo, un brivido percorse la schiena di Melania che però tranquillizzò gli altri lasciando il suo corpo a loro disposizione. Era una cosa perversa e forse per questo motivo eccitante. La ragazza giocava con il capezzolo che stava acquistando turgore, le labbra si poggiavano sull’areola rosata e succhiavano in modo deciso, ritmato, voglioso. Chiuse gli occhi per concentrarsi su quella sensazione, per questo venne presa alla sprovvista dal suo ragazzo che la baciò con passione sulle labbra appena dischiuse. Si lasciò prendere dalla foga e rispose con un bacio ardente, non capiva più niente, sentiva la testa leggera.
Avrebbe voluto che continuassero all’infinito ma si fermarono di punto in bianco
‘Ti &egrave piaciuto, vero? Te lo si legge in faccia”
Emilio la prendeva in giro e la provocava mentre con le mani continuava ad accarezzarla non permettendo all’eccitazione di diminuire, con un gran sorriso continuò
‘Secondo me dovresti ricambiare’ ‘ e girandosi verso la sorellina ‘ togli la maglia.’
Luana si alzò e con nonchalance si tolse la maglietta rimanendo a petto nudo, ad una certa distanza dai due che li costrinse a girarsi verso di lei, Emilio diedi una piccola spinta per spronare la sua ragazza che con ancora l’ebbrezza del piacere non si fece pregare ed andò verso la sua amica. Le accarezzò un seno e poi il capezzolo già duro, era strano, in vita sua aveva toccato solo le proprie tette, queste sembravano più toniche, più ferme, la piccola areola scura le sarebbe stata tutta in bocca con facilità. A quel pensiero seguì subito l’azione, si piegò ed iniziò a succhiare quel capezzolo e con una mano pizzicava e tirava uno dei suoi.
Luana prese a gemere e con una mano dietro la nuca le teneva sul suo petto, concentrata com’era ci mise qualche attimo per accorgersi che anche il suo ragazzo aveva iniziato a succhiare l’altro capezzolo della sorellina. Nessun giudizio le passò nella mente in quel momento, era solo presa dall’atto, si sorrisero con complicità ed avvicinando le labbra si baciarono di nuovo. Quando si separarono Melania neanche si accorse di essersi voltata verso Luana e di aver baciato anche lei. Quelle labbra erano diverse da quelle del suo uomo e baciavano con meno passione, quando notò la differenza scoppiò in una breve risata.
Emilio le teneva strette entrambi, premute contro di sé e con una mano a testa palpava il culo di tutte e due che di risposta lo guardavano lascivamente. Baciò brevemente la sua ragazza, poi guardò la sorellina in un istante di indecisione ed i due si sorrisero.
‘Dobbiamo pareggiare le cose qui!’
ed afferrando la maglietta la sfilò dal suo ragazzo con l’aiuto di Luana euforica. Le due si erano alleate contro di lui e gli riempirono il petto di baci andando anche a succhiargli i capezzoli. C’era complicità tra loro, sapevano come dividersi quel giocattolo e praticamente di comune accordo gli slacciarono i pantaloni e glieli abbassarono rivelando quanto quella situazione era eccitante per lui.
Il cazzo appena liberato puntò dritto al soffitto, già umido e pronto. Luana lasciò la prima mossa all’amica che afferrando il membro andò a scoprirgli subito la punta che avidamente portò alla bocca. Succhiava, leccava, ripuliva a fondo tutti quegli umori gustosi, in un atto di generosità porse quell’asta dura di fronte alla bocca dell’amica che prima leccò con gusto e poi cercò di spingerlo fino in fondo alla gola arrivando a toccare con le labbra la mano di Melania che lo teneva dalla base. Era impressionabilmente vorace per essere così mingherlina ma era eccitante vederla sotto quella luce.
Con entrambe le ragazze inginocchiate davanti a lui a contendersi il suo cazzo, Emilio non poteva far altro che controllarsi e lasciare che le due si sbizzarrissero ed entrassero in competizione per chi gli dava più piacere. Era meraviglioso vedere quella brama di sesso nei loro occhi, il sogno di qualunque maschio. Andarono avanti con tanta foga che ad un certo punto si dovettero fermare per riprendere fiato, lui ne approfittò per togliersi i pantaloni dalle caviglie e rimanere completamente nudo
‘Perché siete ancora vestite?’
effettivamente se lo stavano chiedendo anche loro, così si sfilarono in fretta il resto degli abiti, Luana in piedi e Melania stando seduta sul divano. A vederla seduta davanti a sé in quel modo non poté che fiondarsi tra le gambe della sua ragazza per leccarle la figa, lo accolse ben volentieri allargando il più possibile le cosce e lasciandogli sfogare quella voglia animalesca del suo sesso.
Luana le si sedé affianco e mentre si toccava da sola tra le gambe riprese a succhiarle lo stesso capezzolo di prima. Era tutto così assurdamente eccitante che i loro pensieri sembravano volatilizzati lasciandoli in balia dell’istinto primordiale di cercare solo il piacere. L’aria si stava riempiendo dell’odore di sesso ed anche i rumori cominciavano ad essere inequivocabili con le parti intime che si andavano bagnando sempre più ed i mugolii di piacere che a turno tutti emettevano.
Emilio, in ginocchio davanti a lei le propose il cazzo all’entrata della figa e senza aspettare oltre glielo piantò dentro con un movimento secco del bacino. Urlò, era arrivato dritto al fondo. Poi prese a scoparla con ritmo cadenzato aggiungendo ai rumori precedenti anche quello delle palle che le sbattevano contro. Anche Luana cambiò posizione, quasi mettendolesi sopra le prese il viso tra le mani e cominciarono a baciarsi, più andavano avanti e meno risultava strano e più passione ci mettevano.
Emilio vedendo il culetto della sorella a portata di mano le infilò una mano tra le fessure della carne fino a farle scivolare dentro due dita. Era bagnata, eccitata al massimo, una vera goduria sentire come quel buchino caldo si contraeva intorno alle sue dita quando le andava a stuzzicare il clitoride con le altre dita. Le due ragazze ansimavano forsennatamente e non riuscivano più a baciarsi. Luana fu la prima ad arrendersi sotto i suoi stimoli e cadendo da una parte sul divano cercò un attimo di calma. Con un gran sorriso Emilio presentò le dita bagnate del piacere della sorella davanti alle labbra della sua ragazza
‘Assaggia”
aprì la bocca e tirando fuori la lingua cominciò a leccare con gusto, le piacque così tanto che prese anche a succhiare quelle dita imbevute di nettare femminile.
‘Se ti piace così tanto, leccale direttamente la figa!’
Non aveva più inibizioni, la mente offuscata dal sesso la faceva obbedire alle richieste più assurde, le sembrava tutto così eccitante. Sfilandosi dal ragazzo si mise in ginocchio davanti all’amica che nel frattempo aveva aperto le gambe per lei. Accarezzò la pelle accuratamente rasata tra le gambe e poi quella striscia di peluria scura che proseguiva idealmente dallo spacco carnoso del sesso. Il profumo era buono, il sapore già lo conosceva ma valeva proprio la pena gustarne ancora. Aiutandosi con le mani, aprì le grandi labbra e poi delicatamente iniziò a leccarla, era bagnata, calda, salmastra, invitante. Emilio le si mise dietro e la penetrò, provocandole altro piacere. Quasi non le serviva più muoversi, le bastava tenere la lingua di fuori e lasciare che le spinte del suo ragazzo la portassero avanti ed indietro a leccare quella figa. Ci infilò un dito dentro e, come quando lo faceva a sé stessa, cominciò a muoverlo come se stesse cercando qualcosa lì dentro.
I colpi di Emilio la facevano urlare di piacere mentre lei cercava di concentrasi sul suo lavoro di trasferire quel piacere a Luana ma era tutto troppo eccitante che alla fine si abbandonò soltanto nel ricevere e assumendo la posizione della pecorina lasciò che quel cazzo duro entrasse ed uscisse dalla sua figa aumentando ad ogni colpo il piacere.
Davanti a sé vedeva che Luana, a gambe aperte, si stava toccando la figa guardando in alto sopra la sua testa, per vedere Emilio? Si girò e lo trovò con un sorriso enorme che mentre fotteva lei stava fissando la sorella in viso. Le diede uno schiaffo sulla natica, più che dolore le sembrò l’ultimo stadio del piacere
‘Ancora”
e gliene diede un altro ed un altro intervallati dai continui colpi del bacino. Tornò a guardare davanti a sé, dritta alla figa di Luana. Stava per venire, lo sentiva, allo stesso modo lo sentì anche il ragazzo che aumentando i colpi la portò in fretta all’orgasmo. Un lungo urlo decretò la sua sconfitta, ma portò con sé anche un nemico: Emilio era venuto dentro di lei, liberandole in grembo tutto quel seme che già sentiva colarle via tra le cosce. Emilio, rientrando in casa dopo il lavoro, trovò Melania e Luana a chiacchierare mentre lo aspettavano dato che aveva promesso di portarle a fare un giro per negozi.
‘Ben tornato!’
‘Vado a farmi una doccia e sono pronto”
e salutando la ragazza con un bacio si divincolò dalla sua presa ed andò dritto in bagno. Qualche minuto dopo, quando uscì col solo accappatoio indosso, si erano spostate in corridoio per continuare la loro chiacchierata. Portandosi dietro Melania e cingendola con un braccio le baciò il collo
‘Dai che sei ancora tutto bagnato!’
‘Sempre a parlare male di me”
e spingendola col bacino le fece sentire che la doccia gli aveva messo qualche appetito, lei rise e per non cadere in avanti fu costretta a fare un passo, avvicinandosi all’amica. Emilio andò subito a cercare i punti più sensibili di quel corpo morbido, sapeva come piegare la sua volontà con le giuste mosse ed in effetti ci riuscì, non gli opponeva più resistenza anzi, si era voltata per riuscire a baciarlo. A piccoli passi la fece arrivare di fronte a Luana, che poggiata contro il muro era bloccata da quei due corpi avvinghiati. Sentendo di stare addosso all’amica si staccò dal bacio
‘Scusami”
e rise come per dire che non era colpa sua
‘Non scusarti’ secondo me le fa piacere sentire tutta la morbidezza del tuo corpo!’
e facendole scivolare le mani lungo i fianchi la tenne in posizione mentre si strusciava col cazzo contro le natiche. Anche Luana iniziò ad accarezzarla, prima le braccia, poi le tette, grosse e morbide, le palpava con voglia.
Emilio le infilò una mano nei pantaloni e poi nelle mutandine andando dritto verso il clitoride. Lasciò uscire un sospiro caldo di frenesia erotica ed afferrando il viso di Luana la baciò con passione mentre continuava a sentire quelle quattro mani su tutto il corpo che inarrestabili la stavano spogliando. Come dire di no quando si &egrave accerchiati in quel modo? Ed allora, pezzo dopo pezzo, restò nuda ed ansimante non riuscendo a dividere la sua gratitudine tra chi le stava facendo girare la testa per la troppa eccitazione. Un’altra volta messa in mezzo ed un’altra volta che il piacere si moltiplicava.
Luana scappò dai suoi baci per inginocchiarsi e cominciare a baciare le altre sue labbra, quelle in basso, quelle già umide, quelle calde, quelle che le dita di Emilio stavano violando già da parecchio. Si voltò verso il ragazzo per baciare lui mentre sentiva che le ginocchia volevano cedere ad ogni tremolio che le percorreva il corpo. Il sangue le pompava forte nelle tempie, qualche altro istante e sarebbe venuta ma l’amica smise di leccarla e invece dedicò le sue attenzioni al cazzo duro che spuntava da sotto l’accappatoio del ragazzo. Si vedeva che le piaceva, ne era ingorda, lo affondava fino in gola e tirandolo fuori ne succhiava tutti gli umori.
Emilio si tolse l’accappatoio rimanendo completamente nudo davanti alle due ragazze, mentre la sorellina continuava a leccargli il cazzo la fidanzata si strusciava su di lui e lo baciava con ardore
‘Andiamo in camera.’
gli suggerì. Afferrandola da una natica accettò la proposta. Si erano già voltati quando si fermò ed indicando Luana
‘E lei?’
I due fratelli rimasero in attesa, sospesi per un attimo, aspettando che Melania si pronunciasse, ma decise in fretta, stendendole una mano
‘Vieni con noi!’
e tutta sorridente la aiutò ad alzarsi.
Andarono in camera di Emilio, Melania si sedette sul letto mentre Luana le rimase in piedi di fronte con il fratello subito dietro che afferrandole la maglia esclamò
‘Ora tocca a te!’
e gliela sfilò. Il corpo tonico e minuto era nudo
‘Ma che maialina che sei’ anche quando devi uscire sei senza reggiseno!’
e con le dita andò subito a pizzicarle i capezzoli provocandole dei brividi. Annuendo a Melania le diede l’assenso ad aprirle anche i pantaloni, quello che era successo prima a lei ora lo stava subendo Luana, nuda e sotto le attenzioni incessanti degli altri due. Con un tocco delicato le accarezzò il sesso e poi, lentamente, ci entrò dentro. Anche lei era bagnata, molto, e subito le inzuppò la mano, era uno spreco lasciar andare tutto quel nettare, così si piegò per leccarlo tutto. Era una goduria sentire quel sapore di donna che le inondava la lingua, ad ogni goccia ne avrebbe volute altre cento. Luana le si sedette sopra, a cavalcioni e le piantò la lingua in bocca come per voler riprendere tutto ciò che le aveva fatto uscire dalla figa.
Due donne nude, una sopra all’altra, che si baciavano e si strusciavano con i corpi già madidi di sudore. Emilio si sedette di fianco a Melania e si gustava la scena mentre con la mano continuava a menarsi il cazzo mantenendo quella durezza estrema, quasi dolorosa. Quando si ridestarono da quel sogno saffico e si accorsero di lui la fidanzata si girò per baciarlo mentre la sorellina accarezzandogli il corpo arrivò all’asta del pene.
‘Vieni qua!’
ed alzandola di peso se la mise a cavalcioni sopra. Le ragazze risero a quello sfoggio di mascolinità, mentre lui si teneva il cazzo fermo Luana si accovacciava delicatamente sopra facendolo entrare nella fessura della figa, Melania li guardava ed accarezzava entrambi, baciandoli alternatamente.
Il cazzo arrivò in fondo facendo gemere la ragazza, era da tanto che aspettava quel momento, il castigo l’aveva fatta impazzire, si sentiva stretta come se fosse tornata di nuovo vergine e che stava di nuovo concedendo la sua purezza al fratello tanto amato. I loro bacini cominciarono a muoversi cercando di strusciarsi il più possibile, l’intrusa in quel quadretto incestuoso cercava di mettersi in mezzo, di provare a baciarli, di accarezzarli, di aiutarli nella stimolazione ma sembravano su un mondo a parte, tutto loro, dove lei poteva soltanto guardarli ma non interagire. Ci davano dentro, si stringevano e si baciavano, ansimavano e urlavano di piacere, li guardava mentre i loro occhi diventavano sempre lievemente più vacui per la febbre dell’orgasmo in arrivo. Era raccapricciante vedere quanto affondo se la intendevano, non era solo un gioco per loro, non stavano soltanto usando i corpi per il piacere, si stavano fondendo. Le tornarono in mente le parole rivelatrici dell’amica quando le confessò di sfuggita la sua relazione con il fratello e tutta l’aberrazione che ci aveva trovato dentro, poi quella cosa le era scomparsa dalla mente non trovando nessun segnale preoccupante. Ora invece era tangibile, davanti ai suoi occhi, così vicino che li poteva toccare ma il ribrezzo glielo impediva. Li guardava allibita, disgustata.
Non si curarono di lei minimamente, i loro affanni sempre più accentuati sfociarono in un orgasmo congiunto lasciandoli stremati ed ancora scossi dai brividi di piacere. Si accasciarono sul letto, con Luana ancora sopra il fratello, con il cazzo ancora dentro ad aspettare che perdesse il turgore. Erano felici.

‘Mi fate schifo!’
Urlando scattò in piedi e guardandosi intorno cercava i vestiti, ricordandosi che erano in corridoio uscì dalla stanza. Emilio la seguì di malavoglia.
‘Che c’&egrave?’
si girò furiosa con indosso le mutandine ed i pantaloni a metà. Lo guardava con sdegno ed orrore, aveva lo stomaco sottosopra, proprio non riusciva a parlare, voleva soltanto andarsene da quella casa. Afferrando la maglietta se la infilò direttamente senza rimettersi il reggiseno che buttò nella borsa e corse verso l’uscio.
‘Dai’ parliamone’ aspetta un attimo”
si girò di nuovo, un ultima volta, per guardarlo e squadrarlo nudo com’era, non provava più attrazione per lui, solo disgusto. Andandosene si sbatté la porta alle spalle.

‘Se ne &egrave andata? &egrave finita?’
‘Sì, ma non l’ho vista abbastanza convinta’ probabilmente me la dovrò sbattere un altro paio di volte”
Nel frattempo gli aveva preso di nuovo il cazzo e stimolandolo lentamente cercava di farlo diventare duro un altra volta.
‘Tanto lo so’ che ti piacciono’ quelle tette grosse’ Ho visto come le guardi”
mentre parlava lo segava e ad ogni pausa lo succhiava
‘Sei stata tu a fare questo casino’ A chi lo dirai la prossima volta?! Alla signora del primo piano oppure alla cassiera del cinema, quella con le tette talmente grosse che le deve poggiare sul bancone?’
‘Sicuro che non lo andrà a raccontare in giro?’
‘Non credo ne abbia il coraggio’ e poi chi le crederebbe? Basterà dire che si &egrave inventata tutto per gelosia che siamo sempre affiatati”
Il cazzo era tornato al massimo della durezza sotto le attenzioni premurose di quelle mani e soprattutto della lingua. Luana si girò a pecorina sul letto
‘Zitto e scopami. Nei prossimi giorni mi devi venire così tante volte dentro che devo grondare sperma in continuazione!’

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