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Racconti Erotici Etero

Invito imprevisto

By 9 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un tardo pomeriggio e stavo lavorando al mio pc, quando mi squilla il cellulare. Guardo il piccolo schermo del telefono ed appare il nome di un carissimo amico. Rispondo molto sorpresa, perché quella non era la consueta ora in cui ci sentivamo, ma comunque felicissima di sentirlo.

Dopo qualche minuto delle nostre solite battute, lui mi dice: ‘Vieni a cena con me stasera? Ed io rispondo sorridendo: ‘Certo, mi passi a prendere?’ sapendo benissimo che era impossibile dato che vivevamo a circa 300 Km di distanza. A questo punto lui seriamente mi dice: ‘Allora preparati tra un’ ora sono lì’. Non potevo credere alle mie orecchie, parlava seriamente, era venuto a trovarmi.

Lo avevo conosciuto qualche mese fa girando per una chat. Da i primi scambi di parole subito si creò intesa e da quel giorno ci frequentammo assiduamente per mezzo di questo strumento. Pian piano diventammo sempre più intimi, era diventato facile condividere i nostri pensieri e spesso ci confidavamo le nostre fantasie erotiche. Ci divertiva stuzzicarci, provocarci; cercavamo sempre un modo nuovo per farlo.

Ed ora pensare che fra un’ora lo avrei avuto di fronte a me, mi innervosiva ma allo stesso tempo mi eccitava immaginare di provocarlo come sempre guardandolo negli occhi.

Mi preparai con cura, facendo attenzione ai più piccoli particolari, dall’abito, al trucco, al profumo.

Andammo in un ristorante sul mare, un locale tranquillo e mangiammo ottimi piatti a base di pesce. Immediatamente a tavola si creò la stessa confidenza che c’era al telefono e naturalmente non mancarono le provocazioni.

Mangiavo i miei scampi in modo sensuale, succhiandoli e poi passandomi la lingua sulle labbra senza mai togliere il mio sguardo da lui dicendogli: ‘Gli scampi sono ottimi ma preferirei altro’. E lui: ‘Mi hai fatto venire il cazzo duro!’. Tutta la serata continuò così. Gli proposi di rimanere a dormire a casa mia vista l’ora tarda e lui accettò. Arrivati a casa gli mostrai la camera degli ospiti (visto che io abitavo con i miei genitori) ed io andai nella mia.

Dopo circa mezz’ora distesa nel mio letto, sento aprire la porta della sua camera e lui passando di fronte alla mia si ferma a guardarmi. Io faccio finta di dormire, mi illumina solo la luce che proviene dalla radiosveglia. A quel punto sollevo una gamba facendo in modo che il lenzuolo scopra una gamba e che la camicia da notte salga, mettendo in mostra leggermente i miei slip. Lui entra nella mia stanza, si avvicina al mio letto, prende il lenzuolo e lo fa scivolare ai miei piedi scoprendomi completamente. Continuo a tenere gli occhi chiusi facendo finta di dormire. A quel punto sento la sua mano sfiorarmi la caviglia, salire verso la coscia e sfiorare l’elastico degli slip per poi ritornare in basso sull’altra gamba. Questo tocco mi provoca un piccolo gemito che gli fa capire che sono sveglissima. La sua mano si porta sul mio bacino facendo salire la camicia fino a sfilarla. Si sofferma ad accarezzare i seni, pizzicando i capezzoli, mentre chinandosi avvicina la bocca alla mia cercando avidamente la lingua. Lascia le mie labbra e scende a solleticare con la lingua i capezzoli, mordicchiandoli, succhiandoli tanto da farli diventare turgidi. Scende ancora, si ferma all’ombellico, ci insinua la lingua mentre il mio respiro si fa sempre più affannoso. Fa scendere i miei slip fino a sfilarli. Riporta la sua lingua al mio inguine, pian piano si insinua sempre di più fino a quando non la sento entrare nella mia figa. La muove lentamente, tocca il mio clitoride ormai duro, lo succhia. Sono tutta bagnata e vicinissima all’orgasmo. Lui se ne accorge e toglie la sua lingua dalla mia figa. Risale il mio corpo baciandolo; &egrave sopra di me, sento la pressione del suo cazzo tra le mie cosce. Allungo una mano per prenderlo, voglio toccarlo, accarezzarlo. A quel punto si gira in modo che possa prenderlo in bocca. Lo faccio immediatamente, dapprima leccandolo sulla punta e poi socchiudendo le labbra per accoglierlo nella mia bocca; la lingua lo accarezza passandola avanti e indietro, succhiandolo. Lo sento crescere tra le mie labbra, pulsare, mentre lui imitando il mio ritmo lecca la mia figa, mi penetra con essa. Siamo ormai entrambi al culmine del piacere, quando lui si gira ancora e porta il suo enorme e durissimo cazzo all’altezza della mia figa. Lo prendo con una mano e faccio appoggiare la punta e in un sol colpo entra tutto dentro di me. Inizia a muoversi, baciandomi e cercando avidamente la mia lingua. Il ritmo accelera, i nostri respiri sono affrettati, i nostri gemiti soffusi per non farci sentire. Ecco arrivare i nostri orgasmi contemporaneamente e la sua sborra scendere sul mio corpo.

Restiamo così per un po’, poi lui ritorna nella sua camera ed io rimango nella mia, entrambi appagati.

Poteva forse finire diversamente quella serata? Non credo proprio.

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