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Io e mia nuora

By 23 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e mia nuora

Mi chiamo Enzo e vorrei raccontare un’esperienza che ho avuto qualche tempo fa

Sono un vedovo di 66 anni e, da quando sono in pensione, abito nella mia casa di campagna, mi occupo dell’orto e così passo le giornate.

Ho un figlio che ha sposato una bella ragazza. Ogni tanto vengono a visitarmi. Alle volte passano qualche giorno qui da me.

Mio figlio &egrave sempre impegnato con il suo lavoro, mi sembra che non presti troppa attenzione alla sua mogliettina. La quale, invece, mi sembra piuttosto ‘calda’ per non dire altro. Mi sa che, se continua così, quella gli mette le corna. Fra l’altro, sono sposati da alcuni anni e non hanno ancora messo in cantiere alcun figlio.

Tempo fa, durante un fine settimana, sono venuti in visita da me al venerdì sera con l’idea di fermarsi fino a lunedì. Qui il posto &egrave tranquillo, colline, tanto verde, una piccola piscinetta. Posto perfetto per rilassarsi.

Comunque, dopo una cenetta succulenta che mia nuora Clara ci ha preparato, ci siamo ritirati, ognuno nella propria stanza.

La loro &egrave proprio a fianco alla mia. Pensavo di sentire qualche rumorino, qualcosa. Ma nulla !

Al sabato mattina, nel recarmi in cucina trovo la bella Clara intenta a preparare la colazione. Indossava, a quel che si vedeva una corta canotta, senza reggiseno, con le sue tette che ballavano in tutto il loro splendore, i capezzoli turgidi che volevano forare la maglietta. Ad un certo punto, si voltò e si piegò a 90 gradi per cercare qualcosa nella madia, mostrandomi il suo meraviglioso culo al vento e la figa, ben curata : non indossava nulla. Feci cenno di alzarmi, quando sentii la voce di mio figlio in corridoio che la chiamava. Lei si raddrizzò immediatamente, ma l’effetto era stato notevole : avevo un’erezione notevole ! Meno male che ero con canottiera e boxer e stavo seduto a tavola, potendo così nascondere il cazzo duro sotto la tovaglia.

Insomma, facemmo colazione poi mio figlio ricevette una telefonata : ci annunciava che doveva ritornare in città per lavoro e che probabilmente sarebbe ritornato in serata. Al che Clara si offrì di accompagnarlo ma lui le disse di rimanere pure.

Nel frattempo, essendosi calmato il mio amichetto, andai a farmi una doccia e poi a lavorare nell’orto. Da lì sentii mio figlio che se ne andava in macchina, lasciandoci quindi soli.

Mentre stavo lavorando, sentii dei rumori dietro la casa, dove c’&egrave la piscinetta. Andai cautamente a vedere cosa sta succedendo e trovai mia nuora distesa su un telo, completamente nuda, sdraiata a pancia in giù. Restai come imbambolato a guardarla per un po’. Ad un certo punto, lei si accorse della mia presenza e si voltò, mettendo in mostra due belle tettone ed una bella figa, leggermente pelosa, ma ben curata, proprio come piace a me. Infatti, le fighette rasate proprio non mi vanno giù, sarà che sono alla vecchia, ma il mio motto e che ‘tira più un pelo di figa …’.

Si alzò e si avvicinò, facendo le moine.

-‘Ciao, Enzo, fa caldo, vero? Sei tutto sudato. Perch&egrave non ti togli la canottiera ?’ disse.

Nel frattempo, imbambolato com’ero, non riuscivo nemmeno a rispondere. Ma il mio cazzo s’impennò, creando un bel bulbo nei pantaloncini da ginnastica che indossavo.

Visto che non reagibo, prese la mia canottiera e la sollevò, avvicinandosi ed iniziando a strusciarsi contro il mio pacco.

-‘Ma cara, sono tuo suocero ‘ ribattei ‘e tuo marito ?’

-‘Oh, lui, cosa vuoi, sempre preso dal lavoro, poi a casa &egrave sempre stanco e le poche volte che facciamo qualcosa, una botarella e via, roba da 20 secondi’ fece lei, iniziando ad infilare la mano dentro i pantaloncini. ‘io ho bisogno di altro’

-‘Ma sono tuo suocero, lui &egrave mio figlio, non posso fargli un torto simile’

-‘Ma non lo saprà mai se non glielo dici’ ribatt&egrave, inginocchiandosi, così, nuda, davanti a me ed iniziando ad abbassarmi i pantaloni ed il boxer.

Appena libero, il mio uccello balzò su, con un’erezione come non ne avevo da anni. Allora lei dolcemente lo prese in mano e se lo mette in bocca, ingoiandolo fino alle palle. Iniziò così a farmi un pompino da favola. Se possibile, il cazzo mi divenne ancora più duro.

-‘oohhhh, siiii, daiiii, vai avanti, porcona’ feci io fra un mugolio e l’altro.

Insomma, dopo un bel po’ di questo lavoro, le venni in bocca e la troiona ingoiò tutto, leccandosi pure le labbra.

A quel punto la tirai su, la presi per un braccio e me la portai in camera da letto, facendola coricarsi supina, con le gambe aperte e mi tuffai su quella bellissima figona, iniziando a slinguarla, mordicchiandole il clitoride, infilando un dito dentro la figa ed uno in culo.

-‘Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii daiiiiiiiiii, continuaaaa oohhhhhhh mmmmmmmm non ti fermare’ fa.

Ed io, andando a vanto a leccarla, le infilai altre dita nella figa che oramai &egrave ridotta ad un lago e debordava umori dappertutto. Nel frattempo iniziai anche a pizzicarle i capezzoli, la leccavo tutta, risalii lungo il suo copro e le leccai i capezzoli, mentre le mettevo le dita nella figa allagata.

-‘oooooooohhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiii vengooooooooooooooooooo ahhhhhhhhhhhh’

E venne con un sussulto, restando esausta e senza fiato. Ma il mio cazzo nel frattempo aveva ripreso tutto il suo vigore ed io, immediatamente, glielo misi dentro, scivolando come una lama calda nel burro.

-‘Ohhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ancoraaaaaaaaaaaa’ mi fece appena si sentì riempire. Iniziai a pompare con tutte le mie forze mentre lei continuava a mugolare come un’invasata e venne tante di quelle volte che persi il conto.

Poi la misi a pecora e continuai a pompare. Infine stanco, ma con il cazzo ancora ben duro mi sdraiai e la feci venire sopra in uno smorzacandela da infarto, con le sue tette che mi ballavano davanti agli occhi.

Alla fine la riempii di sborra e lei si accasciò al mio fianco. Eravamo esausti e in un lago di sudore.

-‘Oh Enzo, non ho mai goduto tanto in vita mia. E’ stato meraviglioso. Non so quanto orgasmi ho avuto’

-‘Bene, allora continueremo più tardi. Ora mi hai distrutto’

-‘Io ho la figa in fiamme’

-‘Allora vorrà dire che dopo riprenderemo dal culo’

-‘Ma ce l’ho vergine !’

-‘Ma quel cretino di mio figlio cosa fa con una figa arrapata come te al fianco ?’

-‘Mah, comunque, caro Enzo, credo che verrò più spesso da queste parti …’

Alla fine, dopo esserci riposati un po’, faccemmo la doccia assieme. Le lavai la figa, il culo, le tette, mentre lei mi lavava il torace, il cazzo ‘

Infine, lei sempre nuda, mi preparò un buon pranzetto per fermi riprendere le forze, disse. Alla fine, ci coricammo per un meritato riposo.

Quando ci svegliammo, lei trovò sul suo cellulare un sms del marito che annunciava che non riusciva a rientrare e la pregava di farsi riaccompagnare da me il giorno seguente.

Be, vi lascio indovinare il seguito ma vi anticipo che le ho fatto anche il culo, ma questo nella prossima puntata.
Capitolo 2 ‘ Pomeriggio e sera

Mi risvegliai da sonnellino pomeridiano sentendo una carezza sulle mie parti intime. Ero coricato nel mio letto con mia nuora al fianco. Eravamo entrambi nudi come mamma ci ha fatto. Feci finta di dormire, per vedere fino a dove si sarebbe spinta la mia giovane nuora.

La carezza sul cazzo e sulle palle me lo fece rizzare un pò alla volta. Sempre facendo finta di dormire, mi mossi lentamente, aprendo un po le gambe per permetterle di lavorare meglio. Dopo qualche minuto, con il cazzo già bello duro, sentii una cosa calda che lo avvolgeva. Socchiusi gli occhi e vidi mia nuora che iniziava a farmi un pompino. Feci finta di svegliarmi in quel momento e mi spostai in modo tale da farla mettere a gambe larghe con la sua fighetta all’altezza della mia bocca.

Iniziammo così un bellissimo 69, con la sua boccuccia ad avvolgermi l’uccello a la sua dolce patatina umida sulla mia bocca. Quando siamo sul più bello, porca vacca, suona un cellulare sul comodino.

Senza smettere di leccarle la patatina, lo presi e vidi che era il suo e che chi chiamava era mio figlio. Lei si interruppe un attimo per rispondere. Io, invece, continuai a leccarla e ad infilarle un dito nel culo.

Della telefonata, ovviamente, sentii solo una parte :

-‘Ciao, amore, mi hai svegliata. Stavo facendo un riposino.’

-‘Oh, si qui tutto bene, grazie.’

-‘Sì, sì tuo padre &egrave stato gentilissimo, certo.’

-‘Si. ho preso un po’ di sole e poi ho preparato il pranzo per noi due.’

-‘No amore, non preoccuparti

Ogni tanto lei emetteva un sospiro. Ad un certo punto fece ‘mmmm’.

-‘No caro, &egrave che sto alzandomi ed &egrave stato un piccolo sforzo, no, va tutto bene’

-‘Si certo, ora usciamo per andare a fare la spesa per la cena’

‘Si, si, non preoccuparti, ciao, amore. Ci vediamo domani sera, si, papà mi accompagna, non preoccuparti.’

-‘A domani, amore ‘

E chiuse la telefonata. Io, nel frattempo avevo continuato con le mie attività e lei di punto in bianco esplose in un orgasmo

-‘Ohhhhhhhhhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, vengooooooooooooooooooooooo, sei un porcoooooooo, quasi quasi mi hai fatto venire durante la telefonata’

-‘Certo, mia piccola porcellina, e sentirti parlare con quel cornuto di mio figlio mi ha eccitato ancora di più.’

Mentre lei era ancora illanguidita dall’orgasmo appena avuto, la prensi e la sbattei giù, le aprii le gambe, mettendomele sulle spalle e la penetrai fino a sfondarle l’utero

-‘Siiiiiiiiiiiiiiiiiii, fottimi, siiiii ti pregoooooooooooooo, ancoraaaaaaaaa’

Lei ormai era partita ed io pompai ancora e ancora. Lei mugolava come una gattina in calore ed infine esplose in un altro orgasmo. Io, ben allenato a durare, ero ancora lontano. Allora la feci voltare, mettendola a pecorina e glielo reinfilai in figa. Pompai ancora per un po e poi lo estrassi e lo puntai sul buchino.

-‘Oh, ti prego, fai piano, &egrave vergine’, mi fece.

-‘Non preoccuparti, tu spingi come se stessi facendo la popò’, le dissi, mentre pian piano spingevo con la cappella.

-‘Mi fa male’

-‘Non pensarci, piccolina, ancora un po’ e poi sarà tutto dentro, le dico, spingendo piano piano.

Faceva un po male anche a me, tanto era stretto il buchino, ma dai e dai, alla fine inserii tutta la cappella in quello splendido culetto. Mi fermai per un po affinch&egrave si abituasse.

-‘Ti &egrave passato il dolore, porcellina ?’ Domandai

-‘Si, sta passando ed &egrave bello sentirmi così piena’

Spinsi allora per metterlo tutto dentro ed iniziai a pompare con vigore.

-‘Oh, papà, &egrave meraviglioso, non pensavo che prenderlo in culo fosse così bello’

‘Si piccina mia’, risposi, eccitato anche al sentirmi chiamare papà sempre più spesso da quella porcellina.

-‘Ohhhhh, siiiiiiii, che belloooooooo, omio Dio, che meraviglia’, si mise ad urlare nel venire.

Nel frattempo venni anch’io, riempiendole quel bel culetto di sborra e mi accasciai sopra di lei, con ancora il cazzo piantato nel suo culo.

Lei, un po insofferente del mio peso, iniziò ad agitarsi per cui mi spostai, giacendo supino. Al che lei, con la sborra che le usciva dal culetto dilatato, si chinò sul mio uccello ed iniziò a leccarlo per pulirlo per bene. Dopo, si coricò al mio fianco, stretta a me, con la testolina bionda posata sulla mia spalla, le sue belle tette schiacciate sul mio fianco mentre, esausto ma soddisfatto, la abbracciai e la accarezzai dolcemente.

-‘Oh, papà, che giornata meravigliosa, sei stato stupefacente. Non pensavo che il sesso fosse così bello.’

-‘Piccina mia, era da tanto tempo che non avevo vicino a me una donna così appassionata, così sensuale.’

Rimanemmo così ancora per un po e poi andammo a lavarci. La doccia in due &egrave una cosa piacevolissima, lavarsi a vicenda &egrave eccitante, ma oramai ero esausto e pure il mio amichetto non riusciva più a reagire. Mi venne da pensare che per proseguire avrei dovuto prendere una dose di viagra.

Poi, passammo la serata a coccolarci dolcemente come due quindicenni, nudi. Alla fine, dopo una cenetta veloce che lei mi preparò, ci coricammo fianco a fianco e ci addormentammo, esausti ma soddisfatti.

Era da anni che non passavo una giornata così intensa e piacevole.
Capitolo 3 ‘ Secondo Giorno

Nonostante le fatiche della sera precedente, mi svegliai presto, come al solito. Mia nuora, Claudia, dormiva ancora. Era deliziosa da vedere, così, su un fianco, completamente nuda.Non potei fare ameno di carezzarla. Lei fece ‘mmmmm’, si spostò un po ma continuò a dormire.

Andai in cucina, nudo come al solito ma con l’uccello in tiro, dopo aver visto quel ben di dio, a prepararmi la colazione, mi lavai, mi vestii e andai a bagnare le piante, prima che il sole iniziasse a scaldare troppo.

Quando rientrai in casa, mia nuora si era appena alzata. Era nuda in cucina a fare colazione. Mi avvicinai e la baciai. Lei rispose voluttuosamente.

-‘Vado a farmi una doccia’, dissi.

‘Devo lavarmi anch’io, replica, vengo con te.’

Aprii la doccia e nel frattempo mi spogliai. Lei mi raggiunse e da dietro mi abbracciò.

-‘Che giornata meravigliosa &egrave stata quella di ieri’, mi fa.

-‘Anch’io fatico a ricordare qualcosa di simile’ risposi.

-‘Vorrei che giornate come ieri si ripetessero all’infinito’, replicò.

-‘Sai che puoi venire quando vuoi.’

-‘Certo, ma non vorrei che tuo figlio si insospettisse per qualcosa.’

-‘Bene, studieremo qualcosa’, le dissi, infilandomi sotto la doccia.

Lei mi seguì, prese la spugna ed iniziò ad insaponarmi, piano piano, passandomela sul petto, le braccia, l’addome, e poi sul cazzo, sulle palle. Il mio amichetto reagì immediatamente, allora lei iniziò a strusciarsi su di me. Le presi la spugna di mano ed iniziai a passargliela sul seno e poi sulla fighetta. Piano, le infilai prima un dito poi un secondo, mentre con l’altra mano le alzai una gamba.

Era un lago, allora la spinsi contro il muro e la infilzai. Iniziai a pompare con lei che mugolava, l’acqua della doccia che scorreva sui nostri corpi. Lei ebbe un primo orgasmo. La voltai e la misi a pecora e glielo reinfilai nella fighetta fino ai coglioni, continuando a pomparla. Lei ebbe almeno altri due orgasmi ma io iniziavo ad essere stanco. Allora stesi un paio di asciugamani sul pavimento del bagno, mi mi stesi e la feci salire sopra di me.

Lei prese il mio cazzo duro, lo puntò all’entrata della passera e se lo infilò, calandosi sopra di me. Non era ancora sazia. Iniziò ad andare su e giù. Ebbe alcuni orgasmi ma non si fermò, fino a farmi venire. La riempii della mia sborra. Lei si accasciò si di me e restammo lì, l’acqua che scorreva nella doccia. Infine, ci alzammo e ci reinfilammo sotto la doccia, questa volte per lavarci !

Ci lavammo ed asciugammo vicendevolmente e poi ognuno ad occuparsi delle sue cose, lei preparò il pranzo, io andai al mio computer. Ovviamente, senza vestirci. E’ bello stare in casa, come mamma ci ha fatti, cercarci, sfiorarci, eccitarci a vicenda.

Io mi sentivo come se avessi avuto vent’anni, anche se ne avevo più del triplo. Ma era l’effetto che mi faceva quello che avevamo combinato con Clara.

Dopo pranzato e dopo un’ultima sessione amorosa, prendemmo la mia macchina e ci avviammo verso la città dove lei abitava con mio figlio, come da accordi.

Lei si presentò con un corto vestitino in maglina, senza reggiseno, i capezzoli ritti. Mi faceva impazzire. Quando poi si chinò per prendere la valigia ed infilarla nel bagagliaio, mi accorsi che era anche senza mutandine.

‘Sarà un viaggio lungo e difficile !’ pensai.

Insomma, durante il viaggio prese la mia mano e se la infilò ella figa, me lo tirò fuori ed iniziò a succhiarmelo. Dura guidare così.

Com’&egrave e come non &egrave, finalmente riuscimmo ad arrivare a destinazione, a pomeriggio inoltrato.

Mio figlio insist&egrave perch&egrave mi fermassi a cena. Accettai, tanto, dopo, sarei andato a dormire alla mia vecchia casa di città.

Clara preparò la cena e ce la servì, facendo sempre le moine a me di nascosto a suo marito, mi mostrava la figa, il culo, le tette quando lui non guardava, insomma, una sofferenza non poterle saltare addosso !

A fine cena, mio figlio ci annunciò che avrebbe dovuto andare in missione per 3 mesi nella filiale in estremo oriente della ditta dove lavorava. Non, non era previsto che potesse portare la moglie con sé. Ci comunicò pure che avrebbe potuto fare soltanto un rientro in quel periodo, pertanto chiese a me di aiutare la sua mogliettina durante la sua assenza.

-‘Amore, ma io non voglio stare sola’, disse Clara.

-‘Allora potresti chiedere a qualcuno della tua famiglia di venire a stare con te, amore.’

-‘Non so so se sarà possibile. Lo sai che lavorano tutti.’

-‘Be’, si rivolse a me, ‘papà, tu potresti trasferirti qui per farle compagnia.’

-‘Ma, sai, ho la casa in campagna, l’orto, se sto via troppo tempo va tutto in rovina’, ribattei.

‘Allora’, fece lui rivolto a Clara, ‘tu potresti trasferirti da lui in campagna.’

-‘Non lo so, magari lo disturbo. Non &egrave abituato ad avere compagnia’, ribatt&egrave lei, facendo finta di non essere interessata, mentre mi guardava di sottecchi.

-‘Papà, ti disturba se viene a stare da te in campagna ?’

-‘Ma no, figurati’, risposi, ‘in fin dei conti mi potrebbe persino aiutare. Sai, alla mia età le cose possono diventare pesanti.’

-‘Allora &egrave deciso, amore, potrai trasferirti da papà. La casa &egrave grande, ha varie stanze e potrai stare in compagnia ma anche in tranquillità.’

-‘Ma quando parti ?’ chiesi.

-‘Vorrebbero che partissi subito’, rispose, ‘ma penso che dovrò sistemare alcune cose prima di partire. Pensavo di partire il prossimo fine settimana.’

-‘Allora’, risposi, ‘oggi dormo in città, domani ritorno in campagna e ci rivediamo il prossimo venerdì, così passo a prendere Clara con le sue cose.’

Infine me ne andai.

Il venerdì seguente mi ripresentai a casa loro, cenammo in compagnia, poi, al mattino seguente lo accompagnammo in aeroporto e noi partimmo per la campagna.

In quei 3 mesi, abbiamo vissuto come marito e moglie, anzi come fidanzatini, abbiamo scopato giorno e notte.

Infine, lei &egrave rimasta incinta. Quando lui &egrave tornato per un breve periodo, gli ha fatto credere che il figlio fosse suo.

Da quella volta, e sono passati alcuni anni, lui ha fatto varie trasferte di lavoro, lei in quei periodi &egrave sempre venuta a stare da me. Ed ogni volta &egrave tornata a casa con un figlio nuovo !

Ora ne abbiamo 3, anche se credono, ovviamente, che il loro papà sia mio figlio.

Poi lei, con la scusa di mostrami i nipoti, viene qui sempre più spesso. Ed ogni volta, appena messi i bambini a letto, ci scateniamo !

Ah, che bella vita ! Che bel periodo la vecchiaia se qualcuno te la allieta !

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