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Io – Iracconti di un giovane mister

By 11 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Beh, si può ben capire dalle mie prime avventure giovanili che mi sono ben inserito nel mondo del sesso. E molto presto negli anni successivi ho subito mostrato le mie tendenze che la mia bella prima morosa e la sua fantastica mammina mi avevano per prime fatte scoprire e apprezzare. In particolare quelle più scabrose ed intriganti.
Al mio puro esibizionismo e narcisismo si era infatti aggiunto per la prima volta l’irrefrenabile passione di immortalarle e conservare con foto e filmini le belle donne che avevo avuto la fortuna di scoprire, vedere ed apprezzare. Come delle bellissime modelle! Nude e non solo!
Alice e Federica furono infatti le prime ad essere da me immortalate senza nulla addosso in certe posizioni. Ma mi ero spinto anche più in là, superando le loro iniziali titubanze. Ed anche le mie, perché anch’io mi ero mostrato per la prima volta nudo e mi ero puro fatto riprendere da Federica nel momento dell’estasi e dell’orgasmo. Come lei aveva voluto! Federica, da brava fotografa professionista quale era, si era dilettata a catturare le immagini del mio giovane corpo nudo ed a carpire tutte le espressioni del mio volto che dimostravano tutto il mio imbarazzo e disagio nel mostrarmi così nudo e con il pene bello duro e ritto per la prima volta davanti ad una bella donna come lei!
Ma erano state anche le prime ad essere riprese con il mio uccello nella loro bocca e successivamente mentre erano state costrette a degustare tutto quello che ero riuscito a produrre grazie alla loro capacità nel rapporto orale. Tutte e due le donne, la mamma e la sua bimba, erano state infatti due fantastiche femmine, bravissime ad accarezzare e baciare il mio uccello pieno di voglia. E alla fine liberarlo e farlo scaricare per bene.
Questo tipo di foto e riprese che riservai a loro per prime divennero successivamente d’obbligo anche per tutte le altre donne che entrarono anche casualmente e per una sola volta nella mia vita! Per poter accedere nella mia raccolta privata! Tutte ne erano state informate! Alcune inizialmente un po’ infastidite ed imbarazzate si erano mostrate insofferenti e rifiutarono. Poi, per mia fortuna, cambiarono idea… Altre per esibizionismo, altre per farmi felice ed altre ancora per voglia di trasgredire si erano invece dimostrate disponibili da subito e parteciparono attivamente e volentieri alla soddisfazione del mio vizietto. A tutte le donne, soprattutto quelle belle e più mature, è piaciuto mostrarsi e farsi apprezzare. Sì, anche così, nude… e non solo! Impegnate a fare le cosine che tanto piacevano al loro marito ed ai loro amanti!
A questa mia voglia di emozioni forti si è aggiunta la mia consapevolezza di uomo cuckold che mi ha spalancato ancor di più un mondo che mi era stato fino ad allora sconosciuto.
Tutte queste passioni si intrecciarono e furono accettate da Alessandra, la mia moglie di allora, e da Cristina, la mia attuale compagna.
La mia ex moglie faticò inizialmente. Poi un po’ alla volta accettò tutto e non riuscì talvolta a nascondere anche il suo piacere nel mostrasi e fare certe cose ad altri uomini in mia presenza. Ciò per una mia gioiosa estasi e per un mio potente orgasmo del quale lei si riteneva provocatrice.
Cristina, invece, si lasciò fare di tutto da subito. Era più giovane, totalmente disinibita, non aveva pudori e non conosceva imbarazzi. Nel sesso odiava, come me, solamente la violenza e la pedofilia.
Ad entrambe sono grato. Soprattutto perché si sono superate e si sono mostrate tanto, tanto disponibili. Fuori di ceri canoni loro imposti da falsi limiti educativi. Appartenendo al meraviglioso ma complicato mondo delle donne.
Per esperienze personali mi permetto infatti di aggiungere che ogni donna ha in ogni caso i suoi particolari tabù. Diverse sono innanzitutto la sua tolleranza e la sua disponibilità a prestarsi a cose che l’uomo pretende. Soprattutto se viene invasa la sua più profonda intimità sessuale. Ogni donna ha le sue fobie ed i suoi rifiuti che tende a nascondere. Bellissimo per me è stato scoprire le prime e far superare i secondi.
Alcune donne che ho conosciuto avrebbero voluto mantenere vergine il loro culetto. Una si faceva sodomizzare solo al buio perché non voleva vedersi così umiliata. Un’altra detestava fare pompini. Ma lei pretendeva di farsi baciare e leccare dappertutto. Anche là, naturalmente. E schizzava, copiosamente. Io naturalmente la accontentavo e bevevo, facendola impazzire dal piacere. Ad un’altra piaceva spompinarmi furiosamente ma non voleva bere alla fine il mio sperma. Non voleva nemmeno vederlo. Quando schizzavo si scansava e chiudeva gli occhi! E cosi via…
Io all’inizio mi sono sempre adeguato. Ma alla fine ho sempre ottenuto quello che volevo. E memorizzato con la fotocamera o la telecamera le loro reazioni, le loro espressioni… Tutte diverse, particolari ed indimenticabili. Tante donne, tante femmine e tante meravigliose amanti!
Tutto ciò si era rivelato nel giovane Fabio ed aveva conosciuto una continua evoluzione. Fino alla vita sessuale dell’uomo adulto. Diversa, intensa e fuori da ogni regola e tabù!
Fin da giovanissimo e dai tempi dell’università la mia vita sessuale si era intrecciata con una mia particolare attività sportiva. Sono stato allora e continuai ad esserlo a lungo un allenatore di calcio.
La mia posizione prima di allenatore di ragazzini e poi di maschietti più cresciutelli mi ha facilitato enormemente nel conoscere ed entrare in confidenza con i genitori ed in particolare le mamme dei giovani atleti e poi, quando ho iniziato ad allenare quelli più adulti, nell’avere l’occasione di conoscere le loro fidanzate e mogli.
Soprattutto le giovani mamme avevano però sempre mostrato una certa simpatia nei mie confronti. Le mamme sono così disponibili con il mister dei loro figli… Così giovane, carino e… tanto disponibile ad ascoltarle e sopportare le loro confessioni di giovani mogli insoddisfatte a causa di mariti assenti e disattenti!
Ho insomma vissuto delle intriganti avventure con giovani mamme di giovani calciatori in erba. Poi pure con una morosa di un giovane calciatore che non giocava mai… E tante altre come quella vissuta da giovane uomo cukold con la mia fidanzata di allora diventata poi mia moglie con la giovane morosa del mio aiuto-allenatore. Vicende tutte da raccontare! Vissute però sempre con una certa discrezione e soprattutto perché incoraggiato.
Mi appaiono tutte, ora, queste giovani donne! E le ricordo tanto volentieri!
Erica, la prima protagonista, voleva solamente levarsi uno sfizio. Voleva molto divertirsi con il giovanissimi allenatore del figlioletto. E voleva coinvolgere nel giochino anche la sua amica Ketty. Ottenne indubbiamente ciò che voleva. Ma io di più… Anche se molto giovane ero già molto smaliziato e riuscii a trascinarla in una avventura che lei non avrebbe mai immaginato di poter vivere. All’inizio, sorpresa, non avrebbe forse voluto subirla. Poi si adeguò e fu meravigliosa. Io dopo la ricompensai accettando tutto quello che aveva programmato anche con la sua amica del cuore. Per trascorrere, in totale libertà, una serata indimenticabile con la sua amica e soprattutto con il giovane uomo quale io ero allora!
Cinzia aveva invece il figlio centravanti ed era una gran bella giovane donna. Era anche una brava massaggiatrice e fisioterapista. La squadra del suo figliolo che io allenavo doveva partecipare ad un torneo all’estero e il vecchio massaggiatore non poteva partecipare alla lunga ed impegnativa trasferta. Lei si offrì molto abilmente. In tutti i sensi e, lasciato a casa il marito, fece parte della comitiva!
E poi l’adorabile Tiziana. Morosa di un maschietto già fatto, era un po’ puttanella. Fece di tutto per convincere il mister a far giocare il suo amorino… Lui era scarso, non giocava mai ed era sempre tanto triste. Era naturalmente depresso e non la scopava! Lei voleva tanto bene al suo moroso tanto triste. E lei era tanto carina, giovane e… vogliosa. Aveva proprio una gran voglia di scopare! Pensò bene di unire l’utile al dilettevole! Non le fu difficile convincere il mister… Non disdegnò di sollazzare amche il mio secondo. Nel dubbio della riuscita dell’opera di convincimento del mister!
Non posso dimenticare infine Ingrid. Io, il mister, allora ero già cuckold. Avevo coinvolto, a sua insaputa, anche il suo aitante moroso nella storia molto, molto intrigante e scabrosa avuta con la bella Tiziana. Pur di convincermi e far felice il suo moroso che da me volutamente istigato si era fatto delle fantasie erotiche sulla mia fidanzata, lei si prestò a diventare la protagonista di una vicenda che la fece entrare di diritto nella mia collezione fotografica personale! E il suo moroso non lo seppe mai…
E adesso queste storie le voglio proprio tanto raccontare.
Ero agli esordi come allenatore. Allora allenavo ragazzini ed io ero ancora universitario. Ero giovane. Scopavo poco la mia morosa di allora e talvolta mi consolavo con fantastiche seghe. Anche se lo avevo sognato non avrei potuto immaginare quello che mi sarebbe fra poco accaduto. Le mamme dei miei ragazzini erano tutte tra i 35 e i 40 anni. La disciplina societaria mi imponeva la massima serietà.
Ma fecero tutto loro! Anzi lei, Erica, la mamma del portierino. Coinvolse Ketty, mammina dell’ala sinistra. Era la sua amica del cuore, bellissima quanto lei, forse più di lei sposata e, soprattutto, molto meno puttanella e vogliosa di un giovane sesso del quale io ero allora disponibile.
Io, infatti, ero stato prescelto da Erica come la giovane preda. Il ragazzino, carino, da svezzare. Se qualche morosetta scioccamente gelosa e magari imbranata o qualche puttanella all’università non lo avesse già fatto…
Le due donne erano veramente belle. Bionda con i capelli lunghi, Erica si differenziava molto da Ketty, leggermente più piccola di lei e con i capelli nerissimi tagliati alla maschietto. Gli occhi azzurrissimi di Ketty erano due gemme come lo erano quelli verdi di Erica. La quale era più magrolina della sua amica. Un fisichetto più nervoso il suo, con un culetto piccolo e rotondo sempre fasciato da jeans strettissimi e griffati. Ketty invece indossava spesso strettissimi e corti tubini. Indubbiamente un po’ più rotonda e femminea di Erica. Sempre scarpe con i tacchi altissimi a differenza della sua amica che spesso preferiva scarpe da ginnastica. Rigorosamente rosa o bianche.
Mi ero accorto che Erica non portava mai il reggiseno. Il maritino evidentemente glielo permetteva oppure, colpevolmente, non se ne era mai accorto o preoccupato. Così i due piccoli seni spesso ballonzolavano liberi sotto le magliette variopinte estive o i pesanti maglioncini invernali. Era facile per la mia fantasia, intuire ed immaginare il tipo particolare dell’altro indumento intimo della giovane donna. Perizoma o tanga, probabilmente coloratissimo.
Ben diverso immaginavo l’abbigliamento intimo di Ketty purtroppo appena un po’ intravisto talvolta quando era venuta nello spogliatoio dei ragazzini per aiutare il suo figlioletto nella svestizione degli indumenti sportivi. Levatosi il cappotto si piegava sulle ginocchia ed involontariamente offriva un gran bello spettacolo. Il pizzo nero del reggiseno ricco di trasparenza appena visibile faceva prevedere una piccola mutandina altrettanto nera con tante trasparenze e pizzi.
Tutto ciò e gli altri segreti più intimi erano purtroppo rimasti a lungo nelle mie fantasie. Confesso che, quando la mia morosa aveva fatto qualche sera la preziosa e non facendomi sborrare mi aveva mandato in bianco, il ricordo del pizzo del reggiseno di Ketty e del culetto stratosferico di Erica mi aveva spinto a farmi delle poderose seghe con tanto di potenti sborroni. Se le due donne l’avessero allora saputo!
Era stata Erica a rompere il ghiaccio ed ad iniziare il bel giochino con il giovane allenatore del figlioletto.
‘Mi piace il ragazzino… – confidò un giorno a Ketty – . Mi piacerebbe scoprirlo e vederlo un po’ meglio senza quella tutaccia addosso! Deve essere ben fatto l’ometto… Insomma vederlo nudo e, perché no, scoprire anche cosa propone… E, se lui se lo meriterebbe, assaggiarlo, un pochino… Vedere cosa è capace di fare, insomma!’
‘Ma dài ‘ le rispose Ketty fintamente turbata ‘ . Beh, se proprio lo vuioi sapere, per la verità anche a me piace il ragazzino. E’ molto carino ed ha anche un bel fisichetto… Ma è così giovane… Forse è addirittura vergine… Potremmo fargli male! Abbiamo tutte e due quasi il doppio dei suoi anni e ti ricordo che siamo due donne sposate…’ ‘Mi sembra che abbia la morosetta ‘ la interruppe Erica – . L’ho vista un paio di volte al campo sportivo. E’ molto graziosa e giovanissima. Non la immagino mentre si prende cura dello stalloncino che ha per moroso! E quando ciuccia quel ben di Dio che il suo moroso si ritrova tra le gambe così muscolose! Il mio bambino l’ha intravisto una volta sotto la doccia ed ha candidamente confessato con tanta ingenuità alla sua mamma che il suo mister ha tanti muscoli e un gran… pisello! Tanto più grande di quello del suo papà!’
‘Ma dài Erika! Non dire queste cose! Non so quanto ce l’abbia lungo il mister! Anche se sono così giovani qualcosa la ragazzina gli avrà fatto! – rispose sospirando la bella signora Ketty ‘ A quella età i maschietti ce l’hanno sempre duro ed hanno sempre una gran voglia di… esibirsi e mostrare alla loro morosa quanto sono bravi a fare la loro cosina… Ed a stupirle, mandandole pure anche in confusione… Povere piccole, non sono ancora abituate a certi spettacoli che i maschietti porcelloni offrono loro così volentieri…’
‘Infatti! – la interruppe stizzosa Erica ‘ A differenza dei nostri maritini…’ ‘Effettivamente ‘ sbuffò Ketty ‘ anche Piercarlo tra il lavoro, lo stress e il calcetto… E noi, di uccelli in tiro, ne abbiamo visti parecchi, Erica! E non solo in tiro, ma anche… in azione!’
‘Insomma! ‘ concluse Erica eccitatissima anche da quelle parole disincantate di Ketty ‘ Io ho una ideuzza! E coinvolgerò anche te, signora Ketty!’ Ketty la guardò nascondendo a fatica una certa curiosità. ‘Mmm… però. mi raccomando, Erica! ‘ le sospirò Ketty ‘ Non combinarmi disastri… Piercarlo è così geloso… Da quando mi scopa poco e male…’
Io iniziai con gran piacere a notare che molto spesso la signora Erica mi veniva a fare compagnia al bar della società. Al termine dell’allenamento mentre il suo ragazzino si rifocillava e giocava con i suoi compagni di squadra. Soprattutto quando non c’era nei dintorni Roberta, la mia morosa. Scherzava e rideva tanto, parlando di tutto. Anche del marito spesso assente per lavoro. E se non c’era il lavoro, c’erano gli amici e il pokerino, sua autentica passione che lo dissanguava e metteva in pericolo il suo patrimonio ereditato. ‘Strano che non abbia giocato anche la sua mogliettina in qualche partita dagli esiti disastrosi! ‘ si lamentò lei una volta – . I suoi amici sono dei gran birbanti e lo hanno avvisato che Erica è una gran bella mogliettina che potrebbe valere una bella cifra persa! Cosa ti sembra, mister?’ Io non risposi ma le offrii come consolazione un gran sorriso di comprensione.
Un po’ alla volta, ma sempre di più, Erica quindi iniziò a confidarsi. La giovane donna mi piaceva e le confidenze che mi faceva sempre più spesso mi turbavano. Lei se ne era accorta e le piaceva un mondo vedere il mio imbarazzo che talvolta non riusciva a nascondere purtroppo anche la mia contemporanea e ben evidente eccitazione.
Lei allora sorrideva divertita. Le piaceva soprattutto il mio impaccio ed ancor più il mio evidentissimi turbamento. Non immaginava proprio alcune cose.
In seguito indagò con noncuranza nella mia intimità, in particolare nella mia sfera sessuale. Lo fece con molta dolcezza e naturalezza. Ed io abboccai. Fingendosi curiosissima della sessualità di un giovane uomo quale io ero per lei giovane donna sposata, non mi risparmiò alcuna domanda sulla mia attività sessuale e soprattutto su quella tra me e la mia morosa.
No, non ero vergine. Glielo confessai subito. Non riuscii a capire se lei rimase delusa per questo o se si sentì sollevata… Le sarebbe piaciuto probabilmente sverginato. Mostrò stupore invece nel sentire che Roberta, la mia morosa, certe cose non le faceva volentieri e che altre cose non le voleva proprio fare! E che a me, invece, piacevano tanto.
‘Sei un piccolo mascalzone ‘ mi disse una volta fingendo di rimproverarmi – . Sei un maschietto molto, molto pericoloso, tu! E quante cose pretendi sicuramente dalla tua morosa! Devi capire che lei è così giovane… Certe cose può non saperle fare… o anche non volerle fare… Non è ancora tua moglie! E certe cose solo le mogli sono costrette a fare! – confessò facendo un lungo sospiro abbozzando alla fine ad un malizioso sorrisetto ‘ O meglio, sai, certe cose le donne dovrebbero farle solo ai loro mariti…’
Quelle parole mi surriscaldarono. Scappai poco dopo nella mia stanza nella casa dello studente. Non c’era nessuno e ce l’avevo duro. Mi buttai sul letto e mi tirai fuori il cazzo duro e urlante. Robertta non c’era! Ed io avevo voglia e tanto bisogno. Di sborrare! Vidi però Erica che faceva un pompino a suo marito. Sì, di quello aveva parlato prima lei… Ne ero certo. E lei lo faceva, da brava moglie! Stavo per venire e mi sarei sborrai tutto addosso! Volli dedicare la mia sborra che stavo per spruzzare alla signora Erica! La signora Erica che fa tanti bei pompini! Ma, come mi aveva fatto capire, le mogli non fanno i pompini solo ai loro mariti. E proprio mentre schizzavo ed inondavo tutto sognai di sborrarle in bocca e di vedere subito la sua bocca piena del mio seme. Mi ripromisi di farmi fare il prossimo pompino da lei! Prima possibile!
‘Buonasera, mister! ‘ la sentii arrivare alle mie spalle ‘ Pensavo di non trovarla a quest’ora. Sono venuta per avvisarla che il mio bambino non è venuto ad allenamento perché è influenzato. E’ dai nonni e ci rimane…. Io vengo direttamente dal tennis…’. La vidi. Indossava magliettina e gonnellino da tennis di un tenue color rosa. Come le scarpette. Non avevo dubbi sul colore delle mutandine e del reggiseno che eccezionalmente porta. ‘Piove ‘ brontolai io – . Sono bloccato qui con la moto e non voglio bagnarmi troppo!’ Lei mi guardò per un attimo in silenzio e poi mi sorrise.
‘Se accetti un passaggio… Sono con il Land di mio marito. Lui è via per lavoro…’ ‘Volentieri signora Erica. Temo che altrimenti dovrei passare la notte qui. La casa dello studente all’università è molto lontana…’
Salimmo in macchina, l’enorme Land Rover del marito di lei. Appena seduta la minigonna salì sù scoprendo abbondantemente le sue cosce. La donna mi esibì le sue gambe lunghe ed affusolate. L’ammirai e lei sorridendo mi rimproverò con tono bonario e divertito. ‘Ma mister… non mi guardi così le gambe! E’ solo una minigonna da tennis! Non sono mica nuda!’ Già quella parola detta da lei mi accese e sentii una scarica di eccitazione percorrermi tutto.
Accese il motore e avviò la macchina. Pioveva a dirotto. Attraversammo il centro. Prima di imboccare la strada che ci avrebbe portati all’università lei appoggiò per un secondo la sua mano sulla mia gamba. Rimasi sorpreso ma feci finta di non essermene accorto.
‘Sai, ho voglia di guidare… e conosco un posticino in riva al mare raggiungibile anche con la macchina. Ti va?’ ‘All’università non mi aspetta nessuno. Per il resto stacco il cellulare…’ Lei mi sorrise visibilmente soddisfatta dalla mia risposta. Capì immediatamente che io ci stavo e pensò che molto presto avrebbe forse finalmente soddisfatto la sua curiosità. Avrebbe pure apprezzato la virilità di un giovane uomo… Dipendeva dalla mia voglia di farmi spogliare da lei. Non era sicura che io mi sarei fatto vedere nudo così presto, in macchina! E che le avrei offerto per la prima volta la visione del mio giovane cazzo che tanto bramava di vedere!
Percorremmo la strada costiera e quindi la donna imboccò un sentiero che scese al mare. Attraversammo un bosco e arrivammo in riva al mare. Era già buio e diluviava. Erica inserì la chiusura centralizzata ed accese le piccole luci di cortesia all’interno del Land. ‘Non si sa mai… – si tranquillizzò – Non si può mai sapere… Perfetto! ‘ aggiunse sospirando ed aprendo il lettore cd facendo uscire una musica soft e sensuale ‘ Proprio come volevo… E tu? Sei sufficientemente rilassato, ora? La mia presenza non ti agita? Lo so, sai, che ti piaccio… Ed adesso sono qui, vicino a te… Comportati bene, mi raccomando… Non chiedermi troppo! Ho un marito e siamo nella sua macchina…’
Io ero sorpreso. Non capivo…. E capì ancor meno quando la donna senza dire neanche una parola di più mi prese il volto tra le mani e mi catturò la bocca. Con la lingua cercò e riuscì immediatamente di entrare nella mia bocca. Mi spalancò e mi catturò. Avvolse la mia lingua con la sua. Cigirò attorno con la sua un’infinità di volte. Mi perlustrò tutta la bocca e me la riempì della sua saliva. Poi mi mordicchiò le labbra. Quindi iniziò a leccarmi tutto, il volto, gli orecchi, le labbra, il collo…
‘Ti piace tanto, così, vero? Lo vedo, lo vedo ‘ mi disse sospirando ‘ . Sei tutto eccitato…’ Io ero già al settimo cielo. I baci della donna mi avevano fatto impazzire ed ero decollato. Sentivo il mio cazzo duro spingere negli slip e nei jeans. Il gonfiore che anche Erica aveva visto era la dimostrazione di tutta la mia voglia repressa. Erica mi fissò allora per un attimo la patta dei calzoni.
‘Ehi, giovane uomo, non te lo aspettavi, vero? Sei già tutto ingolfato. Sei abituato alle bambine, tu… Io, invece, sono una donna… E so bene come si fanno certe cose per dare il piacere molto presto ad un maschietto. Mmm… ma tu, accidenti, devi avere proprio un uccellaccio! Da giovane maschio! E da uomo fatto e pronto! Lo vedo, lo vedo… E ingabbiato e soffre proprio tanto, poverino… Vedo che lui sta già urlando e protesta… Sei proprio un ragazzaccio ed hai tanta fretta! Chissà poi di fare cosa! Ti prego, stai calmino! Non eccitarti troppo. Saresti capace di spruzzarti addosso, nelle mutandine. Sprecheresti chissà quanto… ben di Dio! Un vero peccato, così! Aspetta, se proprio lo vuoi, ti aiuto io… A metterti comodo, a tuo agio… n po’ alla volta, però… Non ti vergognerai mica, se ti accarezzo un po’ e soprattutto se ti guardo un pochino… Sono tanta curiosa di vedere come sei fatto… Di scoprirti… Mi sembra che tu sia fatto molto, molto bene! Aspetta, faccio io, qualcosa… Ti va, tesoro?’
Io non fui in rado di risponderle. Così decise di fare da sola, senza il mio permesso. Mi levò il maglioncino e mi sfilò la maglietta. ‘Mmm, che bei pettorali hai ‘ mi sussurrò, accarezzandomeli e facendomi sentire le unghie – . Sei proprio un bel maschietto. Immagino che tutto, proprio tutto, sia a posto! Ti confesso che sono proprio molto curiosa…’ Continuò a dirmi queste cose perseverando ad accarezzarmi. Con la lingua iniziò a succhiarmi i capezzoli e poi me li mordicchiava. Io iniziai ad emettere sospiri sempre più lunghi e rumorosi. ‘Oh Erica con quella lingua mi fai impazzire… Non ne posso più!’
‘Ma va’ là ‘ mi rispose lei ridendo – . Per così poco! Ho appena iniziato a sbucciarti ed ad accarezzarti…’ E continuando a fissarmi negli occhi fece scendere le sue dita verso il mio ventre. Dopo appoggiò là le sue labbra e sentii il suo fiato caldo sul filetto di leggera peluria che dall’ombelico raggiungeva il mio pube. Ciucciò con delicatezza i miei piccoli peli che bagnati dalla sua saliva si arricciarono. ‘Sei profumato, tesoro! ‘ mi sospirò lei ‘ Profumi di maschio! Giovane maschio in calore!’
I mie sospiri si trasformarono allora in lamenti. Soprattutto quando la sentii armeggiare con la cintura dei jeans. L’aprì e con maestria mi sbottonò l’unico bottoncino che anticipava la cerniera. La abbassò senza esitazioni. Infilò subito la mano dentro e con le dita andò alla ricerca dell’asta del mio cazzo ancora protetto e fasciato dagli slip.
Sentii distintamente le sue dita accarezzarmi l’uccello sopra il leggerissimo tessuto del mio slip. Lo toccava, lo misurava e lo soppesava. Poi commentò. ‘Lo sapevo. Ne ero certa. Hai proprio un bellissimo uccello. Grosso, lungo e… duro, tanto duro! Come solo un maschiaccio della tua età può averlo così…’
Emise un sospiro di soddisfazione quando staccò le sue dita dalla mia asta appena palpeggiata con estrema cura. Mi sfilò i calzoni completamente e li buttò sul sedile posteriore. Rimasi così senza respirare, con il solo slippino a coprire il mio cazzo già pulsante. Il glande premeva sull’elastichino della mutandina. Socchiusi gli occhi e sollevai il bacino per incoraggiarla a continuare. A levarmi tutto. Rimasi in attesa dell’ultimo tocco delle abili dita di Erica. Bruciavo dal desiderio di sentire lei abbassarmi le mutandine e, finalmente, eccolo, il momento che tanto aspettavo. Le avrei esibito il mio cazzo, finalmente libero e pieno della voglia di lei. E l’avrei vista mentre avrebbe spalancato i suoi occhioni ed avrebbe emesso un sospiro! Oh sì, le sarebbe piaciuto tanto vedere il mio cazzo! Le sarebbe piaciuto l’uccello del giovane mister! Era da tanto tempo che voleva vederlo! Ed eccolo, ora! Finalmente!
Lei naturalmente capì il mio folle desiderio di mostrarglielo. Ma lei invece improvvisamente si fermò. Brontolai e mi lascia scappare un sospiro di delusione e fastidio. ‘Sei bello, uomo! Hai tutte le cosine a posto! Proprio tutte! Lo vedo…. Ma io, adesso, mi fermerei qui… Non posso, qui, fare di più. Almeno io.. Nella macchina di mio marito! Non me la sento… Ma se tu vuoi’ ‘ continuò abbassando la voce e quasi sussurrando per scusarsi ‘ Puoi continuare… Tu, da solo… Sai, a me piace tanto guardare, molto… E questo forse anche ti aiuterebbe… Ti vergogneresti così tanto a mostrarti nudo? E masturbarti? Insomma, farti da solo una sega. Sì, davanti a me, mentre ti guardo! Non l’hai mai fatto, così, davanti a una donna che ti guarda? Che ti ammirerebbe, perché sei bello! Tanto bello…’
Io inizialmente feci finta di non capire. Ma lei insistette. Mi accarezzò prima, poi riprese a leccarmi e infine a succhiarmi. Nell’orecchio mi parlò tra un sospiro e un gemito. ‘Sai… ‘ mi svelò sempre sussurrandomi nell’orecchio ‘ Avrei una ideuzza… Ma ho la necessità di vederti, di soppesarti e di capire cosa sei capace di fare…’ ‘Non capisco ‘ la interruppi ansimando ‘ Cosa vuoi da me?’ ‘Ti piace la mia amica Ketty, la mamma del ragazzino che alleni… Quella bella donna dai capelli neri e con tutto il resto a posto. Te lo assicuro!’ ‘Certo che la conosco ed è una gran bella’ donna!’ ‘Appunto!’ – mi bloccò Erica – . Se la tira tanto però. Ma è tanto, tanto annoiata. Con il suo maritino, come me, scopa poco e male. E lei è una femmina molto calda e vogliosa, oltre che un po’ puttanella. Anche se non lo ammette…’
‘Hai detto anche tu che se la tira… – le ricordai con un po’ di rassegnazione ‘ Non capisco cosa vorresti combinare…’ ‘Semplice. Voglio giocare con te. E convincere anche lei a partecipare. Trovato un giovane stalloncino come te, due potrebbero essere le cavalline disposte a sperimentarlo. Ketty ed io per l’appunto. Unico limite per lo stalloncino, naturalmente, è quello di non ingravidare le cavalline in calore. Ma ci sono tante maniere per evitarlo, vero?’
Io a quelle parole trasalii. Erica se ne accorse e continuò nel suo discorso sempre più provocante. ‘Ti ho messo in imbarazzo, cuoricino? Non ti sei mai prestato alle voglie ed ai desideri di due donne? Insieme, naturalmente… Mi sembra che sei ben dotato per soddisfare due femmine. Con calma, giocando… E faremmo a gara per chi ti fa godere di più! Quando vuoi, con calma, e soprattutto dove vuoi… Saremmo le tue due puttane che si divertono a giocare con te. A farti venire, più volte, aspettandoti, con pazienza. Perché tu sei giovane, forte e pieno di energia! Spruzzi tanto vero? E tante volte! Dimmelo, tesoro, quante volte saresti capace di… di regalarci il tuo seme? Nel mio letto, in una lunga notte con due femmine…’ ‘Ho capito, ho capito ‘ risposi sempre più ansimando ‘ Le due signore vogliono divertirsi con il bel ragazzino… Soprattutto se questo è uno stalloncino ben dotato, forte e capace di dare il suo sperma anche più di una volta!’ ‘Ehm, esatto! Vedo che hai già capito tutto! – rispose ridendo Erica ‘ Penso che tu sei capace di offrire delle grandi prestazioni alle due signore stufe dei rispettivi mariti, dei soliti cazzi e delle solite… schizzatine! Tanto misere, ormai!’
‘Va bene, va bene… Ma io, adesso, cosa dovrei fare? – la interrogai con ansia ‘ Sono in difficoltà, così, davanti a te… Te lo immagini se mi vedesse la mia morosa…’ ‘Ma figurati! Non lo saprà mai, come il mio marito e quello di Ketty quando giocheremo insieme con te… Sù, coraggio, mostrami qualcosa di più e, soprattutto, quello che sei capace di fate!’
Mi sorrise e, mentre con le dita di una mano mi accarezzava le labbra, con l’altra mano andò alla ricerca di qualcosa dentro il cassettino portaoggetti della macchina. Alla fine ne uscì con in mano un pacchettino di fazzolettini di carta… ‘Ma Erica! ‘ brontolai ‘ Uffa! Cosa mi fai! Mi vergogno così!’ ‘Non si sa mai cosa tu mi combini… – mi rispose con un sospiro di circostanza – Te l’ho detto, è la macchina di mio marito! Non vorrei…’ ‘Non vorresti cosa… ‘ la ripresi ancora una volta – Non sono mica un produttore automatico di…’ ‘Di sperma, vuoi dire? ‘ mi apostrofò ‘ Non si sa mai, con voi giovani maschietti! Meglio premunirsi! E poi, dài, levati quelle mutandine. Sono così inutili, ora! Ed io sono anche tanta curiosa…’
Mi guardai là ed effettivamente il glande già violaceo cercava di sfondare la barriera dell’elastichino degli slip. Erica mi scrutò con attenzione, mi sorrise e riprese a baciarmi con passione. Mi lasciò senza fiato. Mi sentii scoppiare la testa. Avvertii forte il desiderio di levarmi lo slip e di rimanere nudo davanti alla donna. Come anche lei voleva…
E lo feci. Da solo. Me lo sfilai tutto infatti io da solo e spettacolarmente lo lanciai dietro sul sedile posteriore. Quando Erica capì che allora io ero finalmente tutto nudo per lei proseguì a baciarmi con bramosia da donna eccitata. Anche se non lo vedeva ancora sentiva il mio cazzo vicino a lei! Il mio uccello, finalmente non più prigioniero nello slip, era scattato fuori come una molla. Finalmente libero aveva sbattuto sul ventre. Era un bastone di carne. Erica aveva intravisto con attenzione tutte le operazioni e terminò il suo furioso bacio quando sentì il mio affanno diminuire. Ero finalmente libero, completamente nudo davanti a lei, come lei voleva e con il cazzo duro e pieno di voglia di spruzzare, di sborrare. Finalmente. Lo avrei fatto anche subito davanti a lei, se lo avesse voluto e se lei me l’avesse chiesto.
‘Eccolo, Erica. Eccolo il mio uccello! ‘ le mormorai con un filo di voce ‘ Guardalo, ti piace tanto il mio cazzo, vero?’ ‘Uaou! ‘ esclamò lei ‘ Eccome! Ed è proprio come l’avevo previsto. Hai veramente un gran bell’uccello, uomo! E’ proprio come lo immaginavo! Ce ne hai messo del tempo a mostrarmelo! Ti sei quasi fatto pregare per esibirmelo. E adesso…’
‘E adesso? – le chiesi nascondendo a stento il mio orgoglio per la esibizione che avevo fatto ‘ E adesso cosa dovrei fare? – insistetti fingendo di non capire ‘ Non ti basta avermi visto nudo e, insomma, in queste condizioni. Con il cazzo duro’ e pieno, pieno di… voglia! E’ tutta colpa tua Erica se sono così ridotto! Se me l’hai fatto diventare duro così!’
‘Colpa mia? O no cuoricino ‘ mi rimproverò lei fingendo fastidio – . Sei tu lo stalloncino in calore, già pronto, accidenti a te, a combinare disastri. Lo so bene cosa combineresti adesso ad una cavallina come me!’
‘Insomma ‘ chiesi con impazienza – . Cosa dovrei fare ora per la signora?’ ‘Te l’ho detto! ‘ mi sussurrò fingendo imbarazzo ‘ Volevo vederti così, senza nulla addosso. E vedere il tuo uccello, come è. E se corrisponde alle mie fantasie…’ ‘E come sono le tue fantasie? – la incalzai per farla parlare e metterla ancor più in imbarazzo ‘ Mi piacerebbe conoscerle le tue fantasie. E sapere se sono eguali alla realtà…’ ‘Mi imbarazzi un po’… Comunque, sì, sei fatto proprio bene, come immaginavo. E ora vorrei… anche il resto!’ ‘Il resto? ‘ insistetti ‘ C’è anche un resto?’ ‘Te l’ho detto ‘ mi confessò di nuovo a voce bassa, sommessamente e tutta rossa in volto ‘ . Mi piace guardare, da vicino, l’uomo quando tutto nudo si accarezza, si tocca il suo corpo… Insomma mentre si masturba, facendosi da solo quella roba lì, una bella sega. Vederlo eccitarsi sempre di più, vedere il suo cazzo iniziare a gonfiarsi, indurirsi ancora, pulsare… E il maschio poi iniziare ad ansimare, gemere e, alla fine… sussultare e schizzare! Sì, dappertutto. I suoi spruzzi di sperma. La sua bella cremina bianca, bianca! Ecco, questo voglio da te! Fallo, tesoro, fallo! Per me…’
Erica era diventata ancora più rossa in volto. Si era vergognata a rivelarmi la sua voglia più intima, segreta. L’aveva fatto tutto d’un fiato. Per confessarsi e dirlo velocemente. Tutto d’un fiato. Fece allora un sorriso e si sentì finalmente rilassata per aver detto tutto. Si girò verso di me. Appoggiò i gomiti sulle mie ginocchia e le braccia sulle mie cosce ben divaricate. In entrambe le mani teneva due fazzolettini di carta già ben aperti. Lei mi sorrise sempre imbarazzatissima per quella operazione che molto mal volentieri si sarebbe prestata a fare.
‘Sono sicura che quando finirai di farti la sega sborrerai tantissimo. Sei così giovane e forte… A differenza di mio marito, che ne fa pochina, pochina’. Lei mi confermò ciò che avevo già intuito: i due fazzolettini avrebbero dovuto raccogliere tutti i miei schizzi di sborra che avrei fatto!
‘E’ questo il resto? ‘ le chiesi sfrontatamente con insistenza e fingendo di non capire il suo armeggiare con i due fazzolettini di carta ‘ E il mio gran finale…’ Erica con l’indice di una mano fece un segno facilissimo da interpretare. ‘No, carino… Adesso, qui, proprio no! Quella cosa che tutti voi maschietti fate non mi piace. Proprio no e… insomma, l’hai già capito, no?’
‘No ‘ insistetti, eccitatissimo dalle sue parole, quando le sue labbra furono vicine, molto vicine alla mia cappella violacea e già umida – . Non ho capito. Dimmelo…’ ‘Sei un maialino. Ti piace proprio tanto mettermi in difficoltà, vero? Ti eccita farmi dire certe cose… Ma io ho qualche anno più di te. Sono una donna e anche sposata, ometto… Insomma, la vostra cremina, il vostro sperma, non mi piace’ E ancor meno, lo puoi immaginare, assaggiarlo o, peggio, berlo. Proprio quello che a voi uomini invece piace tanto. Da impazzire!
‘Ho provato ad assaggiare solo una volta quello di mio marito. E solo un uomo, invece, approfittando della sua posizione e della mia debolezza a causa di un vile ricatto ha potuto stuprarmi la bocca e riempirmela tutta del suo tantissimo, caldissimo e schifosissimo sperma. Ad ogni sussulto del suo uccello prepotentemente spinto da lui nella mia bocca sentivo subito dopo lil fiotto del suo sperma che poi mi colava giù, in gola. Io non volevo ed ad ogni spruzzo della sua sborra emettevo un lungo gemito e un sospiro. Quanti robaccia ne fece! Mi costrinse ad ingoiare tutto! Proprio tutto. E alla fine, come ultima umiliazione, davanti a lui in piedi con il suo coso ancora gocciolante, io in ginocchio e completamente nuda, tra i conati di vomito e il ballonzolare dei miei seni non ressi e vomitai tanto, tanto sperma. Il suo.
‘Capito, giovane uomo molto curioso? Ed hai capito che mi piace vedere l’uomo nudo, con il suo cazzone duro, gonfio e pieno… E poi anche quando sussulta e schizza, tutto il suo seme… Ma non nella mia bocca! Mai più! Anche tu, tesorino! Deve essere bello vederti mentre ansimando spruzzi la tua cremina. E per non sporcare la macchina di mio marito la tua robina te la faccio fare nei fazzolettini. Questi… Ti aiuterò io. A metterla qui dentro… Come fossero dei preservativi…’
Mi sorrise e mi guardò il cazzo. Me lo prese in mano, me lo accarezzò un po’ e me lo scappellò. Spalancò gli occhioni. ‘Non sei circonciso? ‘ mi chiese ‘ Mio marito lo è. Non ti fai male quando ti accarezzi? Non ho mai masturbato uomini non circoncisi… E la tua fidanzata sa farti le seghe?’
Non le risposi ed iniziai a segarmi con veemenza. ‘Ti piace guardare, così? – le chiesi – Io… io non sono abituato a farlo così…’ ‘Oh sì ‘ rispose Erica ‘ Mi piace tantissimo vedere un uomo che si masturba davanti a me e cerca il piacere’. Cercai il suo contatto. Infilai le mie dita dell’altra mano fra i suoi capelli.
Cominciai a far fatica. No, non ero proprio abituato a farmi una sega così, davanti a una donna che mi guarda. Facevo fatica perché ero troppo eccitato. Lei se ne accorse. Mi sorrise e per aiutarmi a rilassarmi iniziò a sussurrare. ‘Oh Fabio, hai proprio un gran bel cazzo. Sei giovane, forte ed ce l’hai già bello duro e grosso. E devi essere bravo ad usarlo. E lo userai, molto presto, con due donne. Ti piacerà tanto e ti divertirai… Ketty sa essere anche un po’ puttana. Bisogna stimolarla un po’, però, all’inizio…
‘Mi sembra che anche tu, tesoro, hai bisogno di essere adesso un po’ aiutato… Potrei raccontarti un giochino che ho fatto ai tempi del liceo. Anzi me lo hanno fatto fare… Te lo racconto se vuoi. Per eccitarti…’
Erica iniziò a raccontare. ‘Era iniziato come fosse il solito gioco a pegni in casa di un amico. Noi femminucce avevamo accettato pensando che si finisse tutti al massimo a limonare. Invece presto si era trasformato per noi ragazzine in un pericolosissimo gioco a luci rosse. Era finito in una certa maniera con noi femminucce che eravamo state molto, molto penalizzate e che eravamo state costrette tutte alla fine del gioco a far godere i partecipanti maschi. Come volevano loro, naturalmente. E il regolamento del giochino da loro preparato prevedeva che nessuna di noi ragazze avrebbe fatto godere il proprio moroso. Anzi… Ogni femminuccia fu costretta a far venire, a far schizzare tutto lo sperma che aveva dentro di sè il moroso di un’altra e del quale si era dovuta lei controvoglia occupare. Mentre i rispetti morosi guardavano e commentavano con salaci battute la capacità della proprio morosa nel tenere in mano o in bocca l’uccello di un altro. E di farlo alla fine anche venire tra il delirio del pubblico maschile!
‘Mmm, vedo che ti piace che ti racconti queste cose! – si interruppe improvvisamente Erica nel racconto – E scommetto che ti ecciti soprattutto se mi soffermo sui particolari… Se ti aiuta a venire e a liberarti, te li racconto… C’era anche Ketty, sai, quella volta…’ ‘Raccontami… ‘ la invitai, già evidentemente su di giri ‘ Raccontami tutto, Erica,…’.
‘Va bene ‘ sorrise complice Erica – . Te lo racconto tutto, anche nei particolari. Ma tu, intanto, continua ad accarezzarti. Mi piace guardarti… Vederti mentre ti ecciti sempre di più, mentre ti racconto cosa hanno combinato quei maschiacci… Interrompimi se ti senti pronto… Pronto a venire… Voglio vedere il tuo primo spruzzo! E’ Il più bello. quello!’
Con un cenno del capo acconsentii e continuai a masturbarmi. Lei mi guardava, spalancava gli occhioni e si leccava le labbra. E continuando a fissarmi l’uccello, riprese a raccontare.
‘Come ti ho già raccontato quattro coppie parteciparono ad uno stranissimo strip-poker abbinato ad un altrettanto strano gioco a pegni ideato dal padrone di casa. Gli schifosi avevano tanta voglia di divertirsi e di costringere le rispettive morose, dopo averle costrette a spogliarsi completamente, a fare delle porcate. I ragazzi, alleati tra loro, bararono nello svolgimento del gioco che si trasformò in una vera orgia, con tanto di scambio delle coppie.
‘Noi femminucce, ingenue, non ce ne accorgemmo inizialmente e lasciammo fare, fidandoci dei nostri morosetti.
‘Io fui la prima, nonostante le mie proteste, ad essere costretta a levarmi il mio ultimo indumento intimo. Il mio moroso non prese le mie difese. Anzi! E così fecero gli altri tre morosi quando poco dopo nello svolgimento del gioco anche le loro morose furono costrette a levarsi i reggiseni e sfilarsi le mutandine. Rimanemmo tutte e quattro completamente nude, davanti ai quattro maschietti che si lasciarono andare a commenti irripetibili. Sulle nostre tettine e sulle nostre giovani fiche che tutte cercavamo con le mani di proteggere dai loro sguardi libidinosi. Eravamo tutte belle e loro avevano tutti una gran voglia addosso… E di dare libero sfogo a tutta la loro mascolinità. Non vedevano l’ora di schizzare…. Di mostrarci tutti come sborravano! E quanta robaccia sarebbero stati capace di fare! Quei quattro! Ci dovevamo preparare ad una cascata di liquidi seminali dei nostri morosi ed un’autentica alluvione di sperma!
‘A quel punto il giochino degenerò. Arrivò infatti il momento dei pegni. Naturalmente molto pesanti, Di gradimento esclusivo dei quattro maschietti. Le quattro morose, pronte all’uso, dovevano eseguire il pegno con un maschietto che non poteva essere il proprio moroso. La prima a subire l’umiliazione fui proprio io. Fui infatti scelta da un ragazzone che era anche mio compagno di classe e che da tanto tempo mi sbavava dietro. Naturalmente non mi aveva mai vista nuda. Ebbene, in quella occasione ebbe la possibilità di vedermi per bene come ero fatta e soprattutto quanto ero brava a fare certe cosine! Ritto in piedi, si abbassò i jeans e le mutande. Mi presentò un uccello dalle dimensioni veramente ragguardevoli. ‘Fammi schizzare! – mi intimò ‘ Tu sei la prima a pagar pegno…’
‘Io guardai il mio moroso sperando in un suo intervento in mia difesa. Lui invece rimase in silenzio a guardare e dimostrò indifferenza. Brontolando mi inginocchiai, glielo presi in mano ed iniziai molto malvolentieri a segarlo. Velocemente. ‘Voglio la tua bocca! ‘ tentò di impormi lui ‘ Voglio sborrarti in bocca!’ ‘Non se ne parla nemmeno! ‘ rifiutai asciutta ‘ Non mi piace lo sperma! Succhio un uccello solo quando lo decido io e bevo lo sperma che decido io di ingoiare! A te che sei prepotente non mi va neppure di ciucciarti il cazzo! Capito?’. Volevo anzi farlo venire prima possibile. Pochi secondi e lo sentii pulsare. La mano si riempì del suo seme, caldo e vischioso. Mi era venuto in mano. ‘Porco! – gli urlai ‘ Potevi avvisarmi che stavi per farmela in mano!’ Corsi in bagno. Non potevo sopportare di avere in mano lo sperma di quel ragazzo. Mentre correvo in bagno sentì lo scrosciare di un applauso e qualcuno gridare ‘Brava Erica. Come te la sega non la fa nessuno’. Ero furente. Quei ragazzetti mi avevano vista nuda e anche come sapevo fare una sega!
‘Ritornai nel salottino della festa e non feci in tempo a rivestirmi. Il mio ragazzo si stava facendo leccare e succhiare l’uccello da una splendida moretta dai capelli lunghi e neri. Era Ketty che, mia compagna di classe, non era ancora mia amica. Ed io avevo appena finito di far godere il suo moroso. Ketty era già allora molto brava a fare pompini ed impiegò pochi secondi. Subito strabuzzò gli occhi. Il mio moroso, ululando e scuotendosi tutto aveva già spruzzato nella sua bocca tutto il suo seme. Dalla smorfia che Ketty fece non era stato di suo gradimento lo sperma del mio ragazzo. Quel giorno persi il moroso, piantato sul posto, e trovai un’amica di tante avventure…
‘A quel punto Cristiano, il moroso di Eleonora, andò in un angolo della stanza e prese per mano Viviana. Piccolina era molto graziosa. Aveva due piccole bellissime mammelle con i due capezzoli appuntiti e le areole rosa molto grandi che si notavano per la carnagione chiarissima della giovane donna. Era biondissima. Anche il suo sesso era appena coperto dai biondissimi peli. Nonostante fosse accovacciata con le gambe strette e le tette erano coperte dalle braccia conserte, le grandi labbra rosse del suo sesso erano ben visibili. Viviana si vergognava da impazzire. Aveva dovuto partecipare a quel gioco perché costretta dal suo moroso. Mentre veniva quasi trascinata in mezzo alla stanza si copriva pudicamente il seno e il sesso. Lui la fece inginocchiare e le ordinò di sfilargli le mutandine. Viviana arrossiì violentemente. Cercò anche lei lo sguardo del suo moroso. Non trovò la risposta che sperava. Farfugliò solamente ‘Oh no, questo no! Mi vergogno…’ Abbassò allora la testa e piano infilò i pollici nelle mutandine di Cristiano. Abbassò gli slip e non riescì a non spalancare gli occhioni azzurri quando come una molla il palo di carne di Cristiano scattò davanti ai suoi occhi. Era enorme, lungo, duro e già pulsante. ‘Succhiamelo per bene, ora. Ho tanta voglia’.
Cristiano le raccolse i lunghissimi capelli biondi dietro la nuca. Le appoggiò la cappella sulle labbra. Lei si spostò, ‘Non ci penso nemmeno! Io non l’ho mai fatto ‘ gemette la giovane donna ‘ . Nemmeno al mio moroso che è lì e che mi guarda divertito! No e poi no. Non voglio! Non sarai tu il primo a mettermelo in bocca. Non voglio proprio leccartelo e succhiartelo. E poi, uffa, ce l’hai troppo grande! E poi lo so bene cosa vorresti alla fine. Anche tu! Come tutti gli altri… Quella cosa che fate mi fa schifo! Fino a farmi vomitare…’
‘Quelle parole ebbero l’effetto di eccitare ancora di più il giovane uomo. Con un veloce piegamento appoggiò la mano sul sesso gonfio e arrossato di Viviana. Senza darle il tempo di reagire le infilò dentro con violenza due dita. Iniziò a masturbarla, con foga. Individuò immediatamente dentro di lei il clitoride e dopo pochi secondi potè urlare tutta la sua soddisfazione per averla eccitata. ‘Sei un lago! – esultò Cristiano ‘ E vedrai il resto…’ ‘Non è vero! ‘ tentò di replicare mentendo lei ‘ Non è vero che sono eccitata e mi fai male! Fai piano, almeno…’
‘Quel bel cazzo davanti agli occhi e quelle dita che torturavano il suo clitoride le avevano fatto però abbassare la guardia. Era ormai in balia di quel maschiaccio. Perfidamente con l’altra mano appoggiò la cappella già umida sui capezzoli di lei. Iniziò a strusciare il glande sui capezzolini che già si erano inturgiditi. Dal cazzo di lui uscirono le due goccioline di sperma che anticipano il diluvio di liquido seminale. ‘Che puzza! ‘ si lamentò subito Viviana – Non sono abituata a sentire l’odore dello sperma! Se vuoi, però, puoi venire lì. Se devi proprio liberarti e sfogarti… Ti aiuto con la mano, se ne hai il bisogno… – aggiunse lei sperando di evitare che lui glielo mettesse in bocca – . So farlo abbastanza bene sai. Ti faccio una sega, anche se qui, davanti a tutti, mi vergogno tanto. Ma tu sei gonfio, pieno e, soprattutto, pieno, pieno! Verrai presto, vero?’
‘Cristiano non le rispose. Il cazzo abbandonò i seni già impiastricciati dal suo liquidissimo sperma e si appoggiò sulla bocca. Lei sbuffò, brontolò e protestò. ‘Te l’ho detto! – strillò con una voce strana con le labbra più possibile strette – Non voglio, non mi piace. Puzza e mi fa schifo. E davanti a tutti, poi…’ Poi serrò completamente le labbra, come una bambina viziata.
‘Ma Cristiano seppe aggirare l’ostacolo. Con due dita turò il nasino di lei. ‘Stronzo ‘ fece appena in tempo a dire lei, con voce nasale schiudendo di nuovo un po’ le labbra, prima di una serie interminabile di lamenti e rifiuti – . Sei un porco, non voglio… Non schizzarmi in bocca! Non voglio lo sperma in bocca… Non mi piace… Mi fa schifo! Puzza… Non l’ho mai preso in bocca, io… Tu ce l’hai enorme, poi! E sei pieno di… voglia! Chissà quanta robaccia saresti capace di farmi dentro! Mi riempiresti la bocca e mi faresti vomitare… Oh no, non mi fai respirare, così…’ Poi si dovette fermare per respirare e spalancò la bocca.
‘Cristiano colse l’attimo. Fece una lievissima pressione della cappella sulle labbra spalancate e infilò subito tutta l’asta dura e calda in bocca della giovane donna. Sorpresa, Viviana spalancò gli occhioni ed emise un lungo lamento. Poi, improvvisamente socchiuse gli occhi. Ecco, Cristiano glielo aveva messo tutto in bocca. Per la prima volta lei si sentiva la bocca piena, riempita da un enorme cazzone pulsante. Faceva fatica a respirare. Poi, rassegnata, iniziò a muovere la lingua attorno al bastone di carne che invadeva la sua bocca. Cercò la punta, dove c’era un forellino. Appena iniziò questa operazione sentì il maschio sospirare. Finita la ricerca con la punta della lingua iniziò a tormentare il forellino. L’uomo iniziò a contorcersi e in segno di gratitudine per il piacere che la donna gli regalava aumentò la velocità del ditalino e degli sfregamenti del suo bottoncino del piacere.
‘Così toccata e accarezzata Viviana raggiunse il suo momento magico. Iniziò a sussultare aumentando forsennatamente la velocità del ditalino accompagnando la penetrazione con un ritmico movimento del bacino. Allora si lasciò andare, rimosse tutti i freni inibitori. Dalla bocca piena del sesso di lui fece uscire tanti gridolini di piacere, gemiti e lamenti. Aveva raggiunto l’orgasmo. E iniziò a schizzare copiosamente tutti i suoi umori riempiendo la mano di lui. ‘Oh noooooo! ‘ fece uscire dalla bocca stracolma del sesso di lui ‘ Guarda cosa mi fai fare. Non ho mai spruzzato così! Mi vergogno…. Ti ho sporcato tutto…’ ‘Brava, sei stata bravissima ‘ le sussurrò quando lei placò i suoi schizzi – . Ora tocca a me’.
‘Iniziò a stantuffare la bocca di lei ormai smoderatamente spalancata e deformata. Gli occhi socchiusi di lei durante il suo orgasmo si spalancarono. In attesa di quello che stava per succedere. Con le mani si aggrappò sui glutei di lui. Li sentì duri come l’acciaio e per un attimo li accarezzò. Da dietro scese e arrivò sotto, alle palle. Le volle per curiosità sentire, soppesare. Le trovò pesanti, dure e gonfie. E le accarezzò. Fu il tocco fatale. Sentì in bocca l’uccello pulsare. Un attimo di silenzioso arresto seguito da un gemito del maschio. ‘Sborro, sborrooooooo! – urlò Cristiano ‘ Tieni, tieni la mia sborra. E bevila. Bevila tutta! E’ tanta…’
‘Viviana, rassegnata, gemendo aveva permesso all’uomo di schizzarle in bocca. L’aveva sentito distintamente quel sussulto dell’uccello che aveva anticipato il primo spruzzo, quello più violento e caldo. Quasi bollente. Le aveva riempito quasi la bocca. Ne erano seguiti tanti, di seguito, senza interruzioni. Aveva la bocca piena di sperma. E lui continuava a farne! Strizzò gli occhi ed a fatica deglutì. Per la prima volta aveva fatto un pompino e adesso lo concludeva anche con l’ingoio. Aveva permesso all’uomo di schizzarle in bocca il suo seme e l’aveva anche bevuto. E continuava a berne. Come lei sapeva che piaceva tanto al maschio. E il suo lui non si fermava più. E alla fine lui volle apporre la sua firma. Estrasse in tempo l’uccello dalla bocca di lei e puntò la cappella ancora gocciolante del suo sperma e della saliva di lei sul suo volto. E vi spruzzò ancora sopra, negli occhi, sul naso e tra i capelli. Viviana, parzialmente acciecata e piena di sperma su tutto il suo viso, si arrabbiò. ‘Potevi evitarlo! Almeno questo! Davanti a tutti. Anche questa umiliazione… Sporcarmi tutta…’ E sbuffando corse in bagno come avevamo già fatto io e Ketty. Tutte sporche e piene di sperma di quei ragazzacci.
‘Fu il suo moroso l’ultimo maschietto ad approfittare delle ragazze troppo ingenue. Dopo aver visto la morosa spompinare per la prima volta un uomo ed accettare da un altro tutto quello sperma che lui non era mai riuscito a spruzzarle in bocca e fargliela ingoiare, cercò di ottenere la stessa cosa dalla quarta ragazza che aveva partecipato al gioco dei pegni. Anche lei, come avevo fatto io si limitò invece a farlo venire segandolo con una mano. Con una sega di pochi secondi il moroso di Viviana spruzzò. In mano della fortunata.’
Erica aveva finito il suo racconto. ‘Ti è piaciuto, vero, sentire la mia avventura e le umiliazioni subite? – mi chiese sorridendo Erica’ Ma tu? Ma cuoricino, non hai ancora voluto farmi vedere come ti accarezzi e poi come fai la tua cremina… Era quello che volevo… Devo proprio aiutarti io? Adesso? Qui?’
Io non ce la facevo più. Avevo l’uccello duro e già umido. ‘Ti prego, Erica, fammi venire, io devo assolutamente… Sì, devo sborrare, adesso! Finiscimi!’ ‘Ma io non posso, adesso, qui. Io continuo a guardarti, se ti piace… – mi rispose lei ‘ Sabato sera, con Ketty ti farò impazzire. Potrai chiedermi tutto quello che vorrai. E costringerò anche Ketty ad esaudire tutte le tue voglie. Anche quelle più turpi e difficili da accettare per una donna. Le immagino già…’
Mi sussurrava piano piano queste parole e contemporaneamente, dopo aver appoggiato i due fazzolettini di carta sul cruscotto della macchina, iniziò sorridendo ad accarezzarmi con una mano le palle. ‘Ti piace questo, uomo?’ ‘Oh sì, tanto! ‘ le risposi – Continua, continua così…’
Lei rise soddisfatta e continuò a parlare. ‘Sono sicura che questo uccellaccio sabato ce lo metterai dappertutto…’ Poi diventò seria e improvvisamente, ammutolì. Con il pollice e l’indice dell’altra mano mi scappellò, piano, piano. Mi liberò completamente il glande. Emisi un gemito di sollievo. Lei mi guardò la cappella viola e già lucida. ‘E sono sicura che il tuo sperma ci riempirà dappertutto…’ Strinse forte il mio uccello tra le dita e poi lentamente iniziò con le dita il dolcissimo sù e giù di una sega. Aveva deciso di masturbarmi lei. ‘Va bene, va bene, maschiaccio. Ti faccio venire io. Con una sega. Vedo che ti piace proprio tanto. Ti eccita così tanto sapere che sono una donna sposata e che potresti spruzzare la tua sborra nella macchina di suo marito? Sei proprio un maialino…’ E aumentò il ritmo. Voleva farmi venire presto. ‘Scommetto che ne farai… un litro!’
Aveva ragione. Mi irrigidii e subito lei sentì il mio cazzo pulsare. Stavo per sborrare. Lei lo intuiì e con le mani andò alla ricerca vana dei fazzoletti di carta che avrebbero dovuto raccogliere i miei fiotti di sperma. Con la forza presi tra le mie mani la sua testolina e le schiacciai la cappella sulle labbra. Lei subito protestò, quasi urlò. ‘Cosa vuoi fare? Vuoi sporcare tutto, anche me? Lasciami, non voglio, non voglio la tua sborrata qui!’
Erica strepitò e per pochi secondi la sua bocca fu quasi spalancata. Io ne approfittai, immediatamente. Le infilai tutto l’uccello in bocca, fino in gola. La colsi impreparata e lei rimase sorpresa. Fu un attimo. Si ritrovò con il mio uccello duro ed unto in bocca.
Si prese subito in bocca la mia prima sborrata che arrivò quasi immediatamente. Spalancò gli occhioni ed emise un lunghissimo gemito. Un suo violento colpo di tosse dimostrò, nonostante fosse una donna sposata, tutta la sua difficoltà nel ricevere in bocca gli spruzzi di sperma di un uomo. Poi strizzò gli occhi e buttò giù, ingoiò lo sperma con il quale le aveva riempito la bocca.
Continuò a dimenarsi, si lamentò, gemette e si staccò rabbiosament dal mio uccello mentre continuava a pulsare e spruzzare. Ma io la tenetti ferma con il suo bel visetto davanti al mio glande che riprese a spruzzare ancor più sperma. ‘Sei un porco! ‘ mi gridò Erica tutta rossa in viso ‘ Che schizzone hai fatto! Era il primo ed è stato violento, bollente! Me l’ha fatto in bocca! Uffa, che sborrata! E me l’hai fatta anche bere! Che schifo, anche se non è proprio cattiva come quella di mio marito… Anche lui lo fa densissimo e bollente. Oh no, ora basta! Non sborrarmi così anche sul viso, dappertutto. Non voglio… Ti prego, Ha un odore… Non mi piace, mi fa schifo e mi fa venire la nausea! Vuoi che vomiti qui in macchina? La tua sborra?’
Ma si era rassegnata e mi si offrì in silenzio ed ad occhi chiusi. Concesse il suo volto agli schizzi bianchissimi di sborra che stavano per flagellarlo ed inondarlo di nuovo. Un diluvio di sborra si abbattè sul bel viso di Erica. La mia sborra, addosso, che non avrebbe voluto. E, lo prevedevo, sarebbe stata, tanta, esagerata. Erica subì e cedette. Dopo aver bevuto il mio sperma, ora anche aveva accettato un altro supplizio. Si faceva sborrare in faccia! Dal ragazzino! Nella macchina di suo marito! Ad ogni mio spruzzo di sperma lei emetteva un gemito e sussultava.
‘Oh sì, è meraviglioso! ‘ urlai – E’ troppo bello, sborrare in faccia alla signora Erica… Che non voleva, qui, adesso, nella macchina del maritino…’ ‘No, basta! Ti prego! Sei cattivo! Non voglio così! Ti prego… – continuò a lamentarsi lei – . Uffa! Quanta ne fai! Lo sento sai, sono piena del tuo sperma…’ Le riempii senza pietà il viso, le labbra, gli occhi e il naso. E lunghi filamenti le scesero tra i corti capelli biondi fino ad arrivare sulla maglietta. Mi piaceva vedere così la signora Erica, con il viso ricoperto dalla mia sborra e la sua maglietta piena di macchie. Anche lì, il mio liquido seminale…
Gli schizzi cessarono. ‘Finalmente ‘ sbottò Erica ‘ Quanta ne hai fatta! Tanta, tanta… E quanti schizzi! Violenti e sempre… sborroni, enormi e pesanti! Non come i due schizzetti che fa mio marito! E che io schivo sempre per non farmi sporcare da lui! Guarda, guarda come invece tu mi hai ridotta, mascalzone! E ti piace, vero, guardarmi così, umiliata, tutta sporca e ricoperta del tuo sperma… Se mi vedesse così mio marito…’
La guardai. Era veramente sconvolta. Aveva tutto il viso ricoperto dalle tante sborrate che avevano stuprato il suo volto. Scendevano dappertutto filamenti liquidi di sperma. Un occhio era chiuso, tappato da una delle mie prime sborrate. Doveva essere stata particolarmente violenta. L’altro era socchiuso, anche lui colpito da uno spruzzo. E poi la fronte, il naso, il mento, le guance arrossate, sotto il mio liquido seminale bianchissimo, dalla vergogna provata per lo stato in cui si trovava.
‘Guarda, guarda, maiale! ‘ continuò ad inveire lei rabbiosa e tutta arruffata – . Soddisfatto del lavoro fatto su una signora?’
Vidi che andava alla ricerca dei fazzolettini di carta… E mi balenò l’idea. La bloccai con una mano nella ricerca dei fazzolettini che avrebbero dovuto, nei suoi intendimenti, raccogliere il mio sperma. Con l’altra mano entrai nella tasca dei miei calzoni ed estrassi il mio cellulare che poteva anche fotografare. Non fece in tempo a capire quello che volevo fare. La immortalai con una serie di scatti. Quando capì le smorfie di sorpresa e di fastidio resero le foto ancora più preziose ed eccitanti. Autentiche foto hard che sarebbero entrate di diritto nella mia collezione privata.
‘Oh no, fermati! ‘ urlò lei ‘ Sei impazzito!’ Non l’ascoltai e continuai nelle raffiche di primi piani. Così, imbronciata e piena di sborra sul suo bel visetto era ancora più bella. ‘Basta! Fermati! ‘ continuava a strillare ‘ Te lo proibisco! Non puoi farmi questo. Fotografarmi così, piena del tuo sperma. Mi vergogno… Ti prego, basta. Fermati. E cancellerai tutto, vero? Me lo prometti?’ ‘Non se ne parla nemmeno ‘ risi io senza ritegno ‘ Sei troppo bella così, ricoperta di sperma di giovane maschio!’ ‘Sei uno stronzo! Io volevo giocare e divertirmi un po’… Alla fine ti sei divertito pure te. Eccome! Pensavo che a te, esibizionista e narciso come sei, ti sarebbe bastato fare una bella esibizione e… godere davanti a me. Insomma, a me piace guardare e te l’avevo detto…’ ‘Oh sì, l’avevo capito. Ma mi sono prestato ai tuoi desideri, mi sembra. Mi sono mostrato nudo, ti ho mostrato il mio uccello che volevi proprio vedere e ti ho regalato per bene il gran finale…’ ‘Non così! Io non volevo questo gran finale! Non volevo che tu godessi in questo modo. Non oggi e non qui. E quelle foto, poi… ‘
‘Ma Erica, stai tranquilla! ‘ la tranquillizzai ‘ Al massimo in qualche serata di solitudine ti guarderò io e poi…’ ‘E poi? ‘ insistette lei ‘ Guardandomi così cosa combinerai?’ ‘Non lo immagini? ‘ le chiesi provocante ‘ Indovinalo…’ ‘Ti farai quella cosa lì, lo scommetto! Ti farai una sega guardandomi tutta arrabbiata e sborrata… di te! Come lo sono adesso…’ ‘Esatto! Farò quella cosa che a te piace tanto guardare… E lo farò pensando che tu mi stia guardando con i tuoi occhioni spalancati… E ti dedicherò tutta la sborra che mi spruzzerò addosso! Quella che adesso hai sul tuo bel visino imbronciato!’
‘Sei un porco a dirmi queste cose… ‘ mormorò la donna abbassando il capo ‘ Del resto… ‘ aggiunse triste e rassegnata ‘ Del resto ti ho provocato io… Ti ho portato io qui… E ti ho chiesto di levarti tutto, di metterti nudo. Volevo vedere il tuo coso e anche cosa eri capace di fare. Da solo, però! Ti ho proposto anche quella seratina a tre. Con la Ketty… E quando hai iniziato a scattare quelle foto, non sono scappata…’
Risi, divertito. ‘Lo so, lo so. Ed ho capito anche che tu vorresti che io riservassi un trattamento particolare alla tua amica Ketty. Vero?’ Erica mi guardò e fece un sorrisetto molto, molto malizioso. Con il capo mi fece un ceno di assenso. ‘Lo sapevo, però… – insistetti ‘ Ci ho pensato un po’ sù, prima…”Però cosa? ‘ mi incalzò lei subito ‘ Hai cambiato idea? Io avevo pensato per dopodomani sera, sabato, a casa mia… I nostri mariti sono entrambi via, per lavoro… E i bimbi sono dai nonni… C’è qualcosa che non ti va?’ ‘Stai calma! Va tutto bene sabato per Ketty e per te ‘ la tranquillizzai – . Farò tutto quello che vorrete. Avrete un giovane maschio tutto per voi! Accetterò e subirò tutti i giochini che tu ti inventerai. Sarò uno stalloncino sottomesso ed ubbidiente. Lo so che voi vorrete godere tanto e che soprattutto vi divertirete tantissimo a costringermi a sborrerò tante volte. Ed io vi darò tutto il mio seme, quanto e dove lo vorrete! Però…’ ‘Però cosa! ‘ urlò ancora lei ‘ Non ti è bastato tutto quello che mi hai fatto?’
‘Io voglio però di più da te. Oggi! Devi farmi divertire ancora un po’, come lo farai tu con la tua amichetta, sabato. Non vorrai mica far saltare la festicciola…
Erica sollevò piano, piano il volto ancora pieno della mia sborra. ‘Ho il sospetto che hai pensato ad un’altra bella maialata. Uffa, sono ancora piena del tuo sperma! Cosa vuoi ancora?’ ‘Tante belle cosine! ‘ le risposi subito ‘ Intanto voglio vederti anch’io come sei fatta. Ti voglio vedere nuda! Anche tu, Erica, come lo sono io! Almeno per un attimo!’. ‘E no, carino! – sbottò lei – . Non qui e non oggi. Chissà poi quante foto mi scatteresti! Nuda sarei per te un gran bel soggetto! Sabato, te lo prometto, sarai ricompensato. E non solo da me! Ketty è una grande esibizionista. So che le piace essere ripresa e fotografata. E non da suo marito… Ok?’
Io, fingendomi soddisfatto da quelle promesse, non insistetti e lei, dopo essersi frettolosamente pulito il viso con i fazzolettini di carta, mise in moto la macchina e sgommando partì. ‘Dove ti porto ‘ mi chiede ancora un po’ arrabbiata per rompere il ghiaccio Erica – All’università?’ ‘Sì, alla casa dello studente ‘ le rispondo quasi sottovoce – . Ormai è tardi… Marko e Micael saranno rientrati dalle lezioni e mi staranno già aspettando’
‘Marko e Micael? – mi chiede curiosa la giovane donna – Chi sono?’ ‘Sono i due miei compagni di università con i quali condivido l’appartamento della casa dello studente. E non solo… – rispondo con tanta, tanta malizia ‘ Siamo molto affiatati!’
Erica rimane silenziosa, non capisce o finge di non voler capire. ‘Sono anche loro laureandi ‘ aggiungo subito – . Entrambi in ingegneria. Marko è croato, Micael è nigeriano.’ ‘Ah ‘ esclama allora lei – . E sono tuoi coetanei, quindi?’ ‘Praticamente… – le rispondo sempre quasi sottovoce ‘ Marko, da buon croato è biondissimo, è un ottimo pallanuotista ed ha un anno più di me. Micael, che è di colore, ha un anno meno di me ed è figlio di un diplomatico’.
Mentre le parlo, inizio ad accarezzarle le gambe, di nuovo ampiamente scoperte. Il gonnellino da tennis è proprio troppo corto. ‘Dai, cosa fai ‘ sbuffa lei ‘ . Sei proprio un monello! Ti ho fatto già sfogare, mi sembra… E per bene, accidenti a te!’
Faccio finta di non sentire e risalgo la coscia. Accarezzandole la pelle vellutata. ‘Sono tutti e due dei maschioni ‘ aggiungo sentendola attentissima alle mie parole – . Hanno entrambi dei cazzoni… spropositati…’ ‘Ma cosa mi dici queste cose! ‘ mi rimprovera con la voce che non riesce a nascondere l’imbarazzo e il turbamento ‘ Ti ricordo che sono una signora! E per giunta sposata! Anche se prima mi sono lasciata un po’ andare. Non farmene pentire, ti prego! Se sapesse mio marito dove sono e cosa mi stai dicendo…’
Incurante con la mano sono risalito ancora sotto il suo gonnellino e con il dorso della mano sfioro il suo slippino. Le dita sentono il gran calore dell’interno della sua coscia e le nocche della stessa mano sentono distintamente l’indumento intimo della donna umido, quasi bagnato. Lei tardivamente finge insofferenza e stringe le cosce bloccando la mia mano. ‘Ti approfitti che sto guidando! ‘ sbotta ‘ Ti prego, non fare così!’ ‘Sei tutta bagnata ‘ le sussurro ‘ . Mi piacerebbe sentire il tuo succo…’ ‘Ma dài! Stai buono, ometto! Sì, è vero, prima quando mi hai spruzzato in faccia la tua robaccia mi è piaciuto tantissimo ed ho goduto anch’io. Ed ho provato anche del piacere quando mi hai fatto quelle fotografie. Non lo so perché ma è stato così! Forse in tutte noi donne c’è dell’esibizionismo… Insomma, sono una femmina… ed ho bagnato un po’ le mutandine. Sì, quello che senti… Ma adesso, basta! Ti prego, lasciami… Abbi pazienza. Sabato, se ti comporterai bene…’
La mia mano è rimasta lì, felicemente prigioniera. Arrivati davanti all’ingresso della casa dello studente. Erica blocca la macchina ed io la bacio. Lei non si oppone. Anzi. Sento il tessuto della sua mutandina immediatamente inumidirsi di nuovo. E di più. ‘Uffa, guarda cosa mi combini! – brontola lei ‘ Guarda cosa mi fai fare! Sono eccitata di nuovo, io, come una liceale che si fa toccare la fichetta per la prima volta da un maschietto! Il fatto che tu, poco fa, ti sei liberato. Eccome! Io, invece…’ Io rido e la invito ad uscire dalla macchina e di accompagnarmi sù, nell’appartamentino.
‘Dài Erica. Sali da me ‘ le chiedo con insistenza ‘ . Vedrai che non te ne pentirai. Anzi!’
‘Ma io, ma io, non posso… Cosa mi chiedi di fare… ‘ farfuglia senza convinzione Erica abbassando il capo ‘ Mi vergogno di entrare da sola in camera tua. Ci sono poi forse anche gli altri due ragazzi… Potrei essere invadente, inopportuna e disturbare… Cerca di capire…Tre giovani uomini ed io sola… Nella loro stanza. Non mi sembra proprio il caso! Hai voluto anche dirmi che sono due maschioni. entrambi… Insomma, come te, ben dotati! E, per finire, uno di loro è anche nero… E poi, tu mi proteggeresti? Ho i miei dubbi, visto quello che mi hai fatto fare poco fa…Ti prego, lasciami andare via…’
‘Certo – la tranquillizzo – . Erica tu ti devi fidare di me e farai solo quello che vorrai e che ti piacerà fare!’ ‘Ma io voglio proprio non far nulla! ‘ aggiunge subito lei e poi mi bacia di nuovo con passione ‘ . Ti prego, non permettere che mi facciano fare altre porcate… Anche a loro, dopo quelle che ho già fatto oggi a te!’.
Poi si aggrappa a me. Si incolla al mio petto facendomi sentire le sue piccole ma sode mammelle. Come i suoi capezzolini già ben appuntiti e ben ritti sotto la leggerissima maglietta da tennis e l’altrettanto sottilissimo reggiseno.
Saliamo le scale. Busso alla porta della mia camera, non attendo la risposta ed entriamo.
La scena che ci appare è da film porno. Marko, nudo, è sul divano. Davanti a sé il video del computer aperto. Lui si sta masturbando, con foga. Marko ha il fisicone da pallanuotista. E’ già in tiro e il cazzone è un bastone di carne vibrante. E’ lungo, grosso e sta per schizzare, sta per raggiungere l’orgasmo. Marko sta già ansimando.
‘Oh no! Scusami, non volevo… Il tuo amico mi ha fatto salire. Lo sapevo… Non dovevo… Perdonami! Non ti guardo, te lo giuro! Non arrabbiarti e stai tranquillo! Fai quello… che facevi. Sono una donna… Ho capito quello che stavi facendo… Scusami, scusami tanto… Non è stata colpa mia!’ Erica fa appena in tempo ad urlare, a mostrare così tutto il suo imbarazzo e voltarsi di scatto verso di me per non guardare quello che stava per succedere davanti a lei. Aveva però dovuto vedere per un attimo un bellissimo ragazzone biondo nudo e il suo uccello enorme con la cappella viola e pronto a spruzzare dappertutto il suo sperma.
Erica si stringe a me e la sento tremare. ‘Visto? Guarda cosa mi hai fatto fare. Guarda cosa ho combinato! Sei un porco! ‘ mi sibila nell’orecchio, furibonda ‘ Guarda cosa mi fai fare! Tu lo sapevi, vero? O almeno lo prevedevi! Marko si fa le seghe guardando film porno su Internet! Magari lo fai anche tu… Volevi vedere il mio imbarazzo nel vedere un ragazzino nudo con l’uccello in mano… E mentre si fa una sega! Ce l’hai fatta! E adesso? Lui è venuto? ‘ mi chiede ansimante – Ha spruzzato? Lo sento rantolare… Posso girarmi? Ha finito di fare la sua robina? Insomma! Posso andare via, adesso? O vuoi ancora divertirti mettendomi in queste situazioni?’ ‘Ma Erica! ‘ la interrompo ‘ A te non piace guardare? Giovani maschi quando spruzzano la loro cremina…’ ‘Sei proprio un maiale! ‘ mi replica astiosa ‘ Ti ho fatto una confidenza… Solo a te! Una fantasia erotica. Te la farò pagare…’
‘Ehi, abbiamo visite! – sentiamo Erica ed io ‘ Mi scuso per l’abbigliamento. Ero sotto la doccia e non sapevo della presenza di una bella donna tra di noi… Mi sembra che anche Marko è stato sorpreso e… interrotto. Mi scuso signora anche per lui per l’accoglienza che le ha riservata! E’ da due giorni che non scopa la sua Tanja. E non ne poteva più e va in tilt, come vede anche lei…’
Era Micael che appena uscito dalla doccia era apparso sulla porta della stanza da bagno. Era anche lui completamente nudo, naturalmente. Nero e con l’uccello equino per fortuna non ancora in tiro, ciondolante, ma egualmente enorme. Lungo, grosso e già completamente scappellato. Sembra una proboscide. ‘In casa ci mettiamo spesso in libertà e tra noi uomini c’è molta confidenza ‘ insiste l’uomo – . Anche le nostre morose si sono abituate e si mostrano tolleranti. Oltre che molto disponibili… – continua lui sghignazzando – L’appartamentino è molto piccolo. Tutte ci hanno visti nudi. Siamo tutti belli e ben dotati. Anche loro, con il tempo, si sono adeguate alle nostre abitudini un po’… libertine. E anche loro, un po’ alla volta… hanno assaggiato e provato i morosi delle altre…’
Erica, mentre è ancora abbracciata stretta stretta a me per non vedere ciò che immagina, sente tutto. Anche le ultime parole che finge di non intendere. Ma la curiosità è femmina. Non può fare a meno di girarsi. E guarda chi parla. Emette un sospiro e spalanca gli occhioni. Poi si incolla di nuovo a me, ancora più stretta, se possibile. ‘Fabio! Ce l’ha enorme quello lì ‘ mi sussurra preoccupata – . Il ragazzo nero ha un bastone lì sotto tra le gambe… Non ho mai visto un uccello così! Non oso pensarlo quando è eccitato, con quella roba lì in tiro! E anche l’altro, il biondino. Ce l’ha bello, come il tuo… Se volevi mettermi in difficoltà… ce l’hai proprio fatta! Ma uffa! Mi lasci andare via, adesso? Il loro spettacolino è finito… Mi sono vista due splendidi uccelloni. Ma io non sono come le troiette che praticate e, mi sembra di capire, vi scopate a turno! Io no! Queste cose non le faccio!’
Io rido e come risposta alle sue lamentele veloce mi levo i vestiti. Poi mi levo lo slip e anch’io mi metto nudo e le mostro l’uccello. ‘Oh, nooooo! ‘ brontola lei ‘ Anche tu mi fai vedere di nuovo qui l’uccello e me lo mostri così… Ce l’hai anche tu già duro come lui… Insomma, vi prego, ragazzi, comportatevi bene! Siete tutti belli e avete tutti e tre le vostre cosine a posto. Insomma siete tre maschioni, ma io… Uffa! Non so, non saprei… Non mi sono mai trovata in una situazione come questa… Sono una donna e non sono una santarellina! E sono femmina, accidenti a voi! Siete degli sporcaccioni e vorreste approfittarne… Lo vedo! Voi due ce l’avete già duro e tu hai quella roba che assomiglia all’uccello di un cavallo e comincia anche a lui ad agitarsi! Non oso pensare a quell’arnese che hai tra le tue gambe quando diventerà duro!’
Il tono della voce si è abbassato e un certo affanno tradisce l’indubbio gradimento provato nel vederei i tre bellissimi giovani uomini. E i loro corpi completamente nudi. ‘Uffa! Sono qui con tre ragazzini e, per giunta, superdotati! Io sono una donna, sono sola ma vi ricordo che sono anche sposata! Mi ha trascinata qui il vostro amico! Io non volevo… Sospettavo che quel porco me ne avrebbe combinata una delle sue! Vi prego, non so neanche da dove dovrei iniziare…’
La interrompo io. ‘Intanto mostraci come sei fatta! – quasi grido io ‘ Noi ti abbiamo offerto un gran bello spettacolo. Adesso tocca a te! Prima, in macchina, non hai voluto e prima ti sei divertita tanto a guardare…’ ‘Ma io… ma io mi vergogno, adesso ‘ – piagnucola Erica ‘ . Davanti a tre uomini. Non l’ho mai fatto, così. Spogliarmi davanti a tre maschi, già nudi e con gli enormi uccelli già duri, gonfi e pronti… So bene a fare cosa! Ve l’ho detto, sono una donna sposata, conosco i maschietti e le porcherie che tanto piace a loro veder fare ad una donna! E poi a me non piace proprio fare lo spogliarello… E, uffa, non lo so neanche fare… Per non parlare poi del resto che vorreste vedermi fare…’
Con lo sguardo mi fulmina cercando il mio aiuto ed una possibile comprensione. Io invece mi avvicino a lei con un sorriso che mostra chiaramente le mie intenzioni. Lei le intuisce. ‘Non farlo, ti prego! ‘ mi sussurra ‘ Non voglio…’ Io le sorrido ancora e senza esitazioni le sollevo la maglietta da tennis e gliela sfilo. Sotto ha un leggerissimo reggiseno rosa. Glielo sgancio immediatamente. Così libero i suoi due piccoli ma rotondi seni. Due enormi areole rosa le coprono parzialmente le piccole mammelle. Riesco appena a vedere i due capezzoli inturgidirsi che lei con un braccio si copre. O almeno tenta di farlo.
‘Uffa ‘ brontola Erica ‘ Le hai viste per bene? Sei soddisfatto, ora?’ Io non le rispondo e con forza le abbasso il gonnellino da tennis. ‘Noooooo! – urla a squarciagola lei ‘ Non voglio!’ Poi emette un lunghissimo sospiro. Ci mostra un tanghino da sballo. E’ imbarazzata. ‘Basta, ti prego ‘ mi implora ‘ . Non voglio… Non adesso, non così, davanti ai due ragazzoni…’
I due ragazzoni scoppiano a ridere. Io infilo i pollici sui filetti altissimi del tanghino stretti ai suoi fianchi. E li abbasso. Lentamente. Lei oppone resistenza con una mano e con il movimento del ventre. ‘Ti prego! Non voglio, non voglio, uffa… Mi vergogno! Troppooooo!’
Vede i miei due amici in piedi iniziare a masturbarsi violentemente. ‘No, non voglio che vi facciate anche le seghe! ‘ urla Erica – Mi dà fastidio che voi approfittiate così di me nuda! Non voglio mostrarvi tutto. No e poi no! Non voglio farvi godere… Non voglio farvi venire e schizzare la vostra robaccia mentre un altro uomo mi spoglia in questo modo, davanti a voi…’
Erica poi abbassa la voce vedendo l’inizio dell’erezione dei due giovani uomini. E’ preoccupata dalla violenza di quella dimostrazione di virilità. Ma desiste da ogni resistenza e si fa sfilare il piccolissimo indumento che sento ancora un po’ umido. Mi svela il suo piccolo segreto. E’ completamente depilata.
‘Ti piace? ‘ mi chiede con malcelato fastidio ‘ Lo vuole quel porco di mio marito… Mi costringe ad andare dal suo amico estetista ‘ continua a mormorare imperterrita senza prendere fiato – . Che umiliazione mostrare il mio sesso ad un altro uomo! Vederlo che si eccita pure mentre mi accarezza tra le cosce, le grandi labbra e guarda il mio sesso che sono costretta a spalancare davanti a lui! Lo sento sempre, ad un certo punto, ansimare. Probabilmente ‘ continua lei a raccontare rabbiosamente – si sborra da solo addosso nelle mutandine! Oppure, ne sono sicura, si fa un segone appena uscita alla fine del trattamento che mi ha riservato. Di sicuro lo fa mio marito quando sono costretta da lui a letto a raccontargli tutto quello che ho subito. Gli piace sapere che un altro uomo ha visto sua moglie nuda e l’ha toccata, accarezzata nelle sue parti più intime. E lui mentre gli racconto anche i particolari, mi mostra come un uomo si fa una sega. E alla fine, per il gran piacere provato per il racconto che gli ha fatto la mogliettina, come anche si sborra copiosamente sulla pancia! ‘
Sì, Erica è completamente depilata! La sua fica, gonfia e già lucida, si presenta così in tutto il suo splendore. Le grandi labbra sono socchiuse e si intravede il suo nido. ‘Ti piace tanto, lo vedo, la mia passerina… – sbotta con fastidio Erica ‘ Non volevo mostrartela adesso, qui, davanti a loro! Ehi, non spruzzerai mica vedendola così…’
Non riesce a dire altro. La faccio inginocchiare e senza darle il tempo di protestare le infilo l’uccello in bocca. Lei sbuffa, si lamenta e protesta quando anche Micael e Marko si avvicinano. Appoggiano le loro enormi cappelle sulle sue guance. Prendono poi le mani di lei e si fanno avvolgere i loro uccelli dalle sue lunghe dita. Vogliono farsi fare una sega.
E’ Micael il più perverso. ‘Hai mai preso in mano un cazzo nero così grande? Lo hai mai fatto schizzare dopo una bella sega? Vediamo quanto sei brava, signora…’ E Marko insiste dopo aver sentito le dita di Erica scappellargli l’uccello e iniziare a fargli una frenetica sega. ‘Signora le piace vero lo sperma? Io ne faccio tantissima…’
Erica aveva gli occhi spalancati e non sapeva più dove guardare.
Era però rassegnata. Non aveva mai fatto una cosa del genere. Succhiava l’uccello di un giovane uomo e nello stesso tempo faceva una sega ad altri due giovani maschi. Tutti e tre erano grossi, duri, gonfi e pieni. Di voglia e di sborrare. Quanto seme le avrebbero tutti e tre spruzzato addosso, senza alcuna pietà.
Le sembrava di essere la protagonista di un film a luci rosse! Suo marito l’aveva costretta a vederne un sacco. Ricordava benissimo i finali. Fiumi di sperma sulle giovani protagoniste. E anche lei, nuda sul letto della sua casa, mentre era costretta a vedere quelle scene, doveva sempre far sborrare suo marito… Lui lo pretendeva e lei lo segava finché non le riempiva la mano con il suo seme bollente!
Ma ora lei non era nel suo letto, con suo marito. Erica faceva una gran fatica. Le sue mani non riuscivano ad impugnare le due aste come avrebbe voluto e dovuto. La bocca era invece troppo piccola e non era abituata a contenere tutto l’uccello che si era fatta conficcare in bocca. Il mio. Mi guarda con gli occhi sbarrati. Si dimena e sputa il mio cazzo già bagnato abbondantemente dalla sua saliva.
‘Siete tre porci! – strepita ‘ Non ce la faccio. Avete tutti e tre degli uccelli enormi, spropositati. Non ci riuscirò mai, così… Non riesco a fare le cose che volete insieme. Voi due ce l’avete troppo grosso e non ce la faccio a farvi venire così, come vorreste, con una mano sola… E tu poi… ‘ mi sgrida ‘ Mi vorresti scopare in bocca… Mi fai male! Hai una cappella troppo grossa! Mai vista una così! Mi soffochi e poi mi faresti affogare… Se ne fai tanta, come prima…’ Emette un sospiro di rassegnazione.
Marko improvvisamente comincia a gemere ed emette dei sospiri. Erica lo guarda e provoca. ‘Guardatelo! Sta per scoppiare… Non so più cosa fare per aiutarlo…’ E’ Marko che prende l’iniziativa. Con forza le prende i fianchi e la fa girare verso di sè. Poi le schiaccia l’uccello sul visetto. ‘Accarezzami con tutte e due le mani le palle e il cazzo! ‘ le intima con un tono che non permette repliche ‘ Brava, proprio cosi….’ Erica sorpresa dalla violenza di lui ubbidisce e in silenzio fa scivolare le sue dita tra i coglioni pesanti e pieni del bel ragazzino. Poi si concentra sugli splendidi addominali del ragazzo e scende sull’asta di carne calda e fremente di lui. E comincia, piano piano, a segarlo. Marko è molto bello e da pallanuotista le propone un bellissimo fisico. Non le dispiace poi tanto tenere tra le mani quello splendido esemplare di cazzone di giovane maschio. Vederlo fremere ed iniziare a pulsare. Fra poco raggiungerà l’orgasmo, e sarà piacevole vederlo quando farà la sua cremina. Anche lui ne farà tanta, sicuramente…
Non riesce Erica a nascondere la sua passione segreta. Guardare. Guardare lui, giovane maschio, mentre raggiunge il piacere e schizza, spruzza tutto il suo seme e inondando sporca dappertutto.
Ma a Marko questo non basta. ‘E brava la mia signora! Ma io voglio sentire la sua lingua. Sicuramente lei è bravissima nell’usarla. Come piace ad un uomo che ha tanta voglia…. E’ brava lei a fare i pompini, vero?’ Erica non risponde ma lo fissa. Non le piace proprio usare la bocca e la lingua…
‘Coraggio, signora. Mi baci e mi lecchi dappertutto. Prima i coglioni e poi l’uccello e la cappella. E continui, continui ad accarezzarmi con le dita. E’ bravissima a fare la sega ad un uomo, Soprattutto se giovane, mi pare…’
‘Sei proprio un bel maialino! ‘ lo interrompe la donna ‘ Ma… ma a me non piace fare certe cose…’ ‘Ah, dimenticavo… – insiste Marko – Mi baci il mio buchino del culo, prima. E’ bellissimo…’ Erica ha uno scatto d’ira. ‘Tu sei pazzo! ‘ non lo farò mai. Mi fa schifo… Io sono una donna sposata e tu un ragazzino. Ed io dovrei baciare il buco del culo di un ragazzino! Mi vuoi umiliare e raccontarlo ai tuoi amici?’ ‘ Non ti fa schifo, però, stare così, nuda, davanti a tre ragazzini che ti offrono la visione dei loro cazzi! Uno lo stai già accarezzando. E molto bene….’
Marko si blocca e spinge la testolina verso il suo sesso, sempre duro, lungo e fremente. La bocca si strofina sui suoi coglioni che la donna sente caldi, pesanti e, soprattutto, gonfi. ‘Spalanchi la bocca, signora, e mi lecchi per bene… Voglio sentire la sua linguetta…’ ‘Non voglio, non mi piace leccare le palle e… tutto il resto di un uomo. Mi sento umiliata e un po’ puttana… Che sto masturbando un ragazzino…’
Marko si contorce di lato e a sorpresa con le dita della mano cerca il sesso della donna. Lo trova e senza alcuna esitazione lo penetra con violenza con due dita. Erica, colta di sorpresa subisce l’oltraggio. Ma lei è già bagnata, fradicia. L’uomo se ne accorge e cattura il suo clitoride. Erica tardivamente ed inutilmente tenta di stringere le cosce. Ma contemporaneamente non riesce a trattenere dei sospiri provocati dal piacere per l’intrusione nel suo sesso e poco dopo un lungo gemito. Pochi secondi e si arrende. Allarga le sue cosce, spalanca il suo sesso ed inizia a gemere e smaniare. Urla e gode spruzzando i suoi umori sulla mano del ragazzino. ‘Oh no, scusami! ‘ si giustifica lei per la sua esplosione ‘ Non guardarmi… Adesso, così! Mi fai schizzare ancora di più… Mi vergogno… Un ragazzino, mi fa spruzzare!’
Marko, il ragazzino compiaciuto, ride. ‘Signora! ‘ aggiunge lui – Lei è una grande donna, una gran femmina e sarà una grande puttana’ ‘Oh no, non dire queste cose! ‘ replica lei flebile ‘ Non sono una puttana. Tu sei tanto giovane e… bello! Mi piace troppo guardarti, così…’
Erica ha un orgasmo violento. Erica quando gode spruzza, schizza. Ha subito troppe emozioni forti. E mentre sente il suo clitoride torturato dal ragazzino lei continua a spruzzare i suoi liquidi più intimi. E succhia e lecca tutto quello che lui voleva. Non l’aveva mai fatto a nessuno, neanche a suo marito. Sì, è sottomessa e inizia a succhiare anche il buchino roseo del culetto di Marko. Si sofferma a lungo sullo sfintere del ragazzino perché lo sente fremere. Contemporaneamente, davanti, con le mani, inizia a segarlo con forza. Lo scappella completamente. Lo torturo sul frenulo e lo sega. Prende in bocca i suoi testicoli. Sono lisci, giovani e li sente pieni, gonfi. Risale con la lingua fuori tutto l’uccello. E’ lungo, molto lungo. E’ forse doppio di quello di suo marito. Ha raggiunto la massima erezione. E’ un bastone. Lo mordicchi e lo bacia a lungo. Il ragazzo inizia ad ansimare. E’ un dolorosissimo godimento. ‘Signora, è favolosa! E’ una femmina stupenda! Mi fa impazzire, con quella lingua! Sto per venire! Mi fa sborrare, così…’ ‘Aspetta, ometto, ancora un po’! ‘ gli sussurra Erica mentre sente ancora il suo piacere uscire copioso dal suo sesso ora spalancato ed apprezzato dai presenti – . Resisti ancora un po’. Tieni tutto dentro… La tua robina… Sarà tanta, vero, tantissima! Un atleta come te… Da quanto tempo la tua morosa non ti fa… insomma, non ti fa sborrare? Che sofferenza, per questo maschietto…’
E’ arrivata al glande. E’ viola e già umido Marko ha già perso alcune gocce di sperma, liquidissime. Erica ne sente l’odore. Lo conosce bene. Non le piace. Pazienza. Spalanca gli occhioni, tira fuori la lingua e lecca il glande, concentrandosi sul forellino. Marko impazzisce dal piacere. Un’altra goccia di sperma, bianchissima, fuoriesce dal forellino della cappella. Erica la vede, fa un sorrisetto, la succhia, fa una smorfia e socchiude gli occhi. ‘Non mi piace, sai… ‘ si lamenta lei subito – Non mi piace lo sperma di mio marito e neanche quello di giovani maschietti. Anzi, voi ne fate sempre tantissima, densa, bollente. Spesso ha un odore nauseabondo. Se qualche mascalzone me l’ha fatta bere dopo l’ho addirittura vomitata. No, detesto l’ingoio, non riesco a buttare giù, tutta quella roba….’
Erica si zittisce e riprende a fare il pompino a Marko. Accarezza i suoi coglioni e giocherella con i biondissimi peli del suo pube. Socchiude gli occhi e vede i due spettatori che guardano eccitatissimi. E’ veramente bello per quei due ragazzacci vederla impegnata a spompinare il loro amico. Con la bocca spalancata e l’uccellone di lui che la riempie tutta. E anche loro si stanno accarezzando. Due uccelli enormi, duri e in piena erezione. Non può non essere aggredita da certi pensieri. Sa infatti che dopo dovrà occuparsi anche di quei due maschioni che già pregustano le sborrate che faranno e che la… investiranno! Lei, così indifesa, in mezzo a loro! Lei sa che i due sono ora in attesa del gran finale. Come nei film porno, lo sborrone finale di lui, dell’uomo che sta spompinando. Nella sua bocca e in faccia. Chissà quanta roba lui farà. E’ cosi giovane e forte, lui… Lo riprende in mano e, dopo averlo scappellato e baciato, lo accarezza dolcemente. E le piace parlargli. A lui, l’uomo che tra poco farà venire.
‘Hai tanta, tanta voglia, vero? – gli chiede Erica ‘ Vuoi che ti faccia venire adesso?’ ‘Oh sì, signora… ‘ ansima lui ‘ Ho tanta voglia…’ ‘Di cosa hai tanta voglia?’ ‘Lo dica lei signora…’ Erica sorride. Il ragazzino sa quello che vuole. ‘Ah, ometto, devo dirlo io, vero? Ti piace che sia io a dirlo…’ ‘Sì, mi piace così ‘ sussurra Marko ‘ Sentirtelo dire…’ ‘Ma io sono una donna! Certe cose non dovrei dirle… Mi vergogno…’ ‘Dai signora… – insiste lui ‘ Lei è bella, brava e… puttana!’ ‘Ma io… – si finge offesa lei ‘ Cosa mi dici!’ E aumenta la velocità della sega, per fingere una fretta che non ha. Poi, abbassando il tono della voce, per non farsi sentire anche dai due spettatori, sospira e socchiusi gli occhi riprende a parlare con lui. ‘Ho capito, ho capito! – sospira Erica ‘ L’ometto vuole godere. Sì, insomma, vuole… schizzare, sborrare! Volevi che dicessi questo, vero?’ ‘Proprio così, signora Erica. E poi… ‘ aggiunge lui ‘ Sai dove lo voglio fare? Dimmelo tu, anche questo…’
Erica è veramente in imbarazzo. ‘Mmm, insomma! ‘ sussurra ancora lei a bassa voce ‘ Mi metti in difficoltà, veramente!’ ‘Ma signora…. – insiste lui ‘ Non lo immagina? Sono sicuro che lei lo sa bene!’ ‘Sei proprio un mascalzone… – sbuffa Erica – . Certo che lo so! Insomma, lo immagino benissimo…’ ‘Sì? – insiste provocatorio lui – me lo dica, allora…’ Erica arrossisce. ‘E va bene… Vuoi la bocca, la mia bocca…’ ‘Non solo ‘ ride Marko ‘ Non solo questo!’ ‘Ma uffa! Insomma! ‘ alza un po’ la voce Erica ‘ Vuoi… venire proprio là! Mmmmmm… Sei proprio un maialino! Vuoi… sborrarmi in bocca…’ ‘E non solo quello… – insiste lui – C’è dell’altro!’ ‘Ehm… ‘ sbotta Erica ‘ Lo so, lo so devo anche berla tutta, la tua robaccia. La tua sborra! Va bene così? Me l’hai fatto dire, uffa!’ ‘Sì, signora Erica, molto bene… E adesso, mi mostri quanto è brava, signora…’
‘Va bene, va bene ‘ sospira rassegnata la donna – . Adesso te lo faccio e… ti farò venire. Ma io non voglio la tua sborra in bocca. Mi vergogno di farmela riempire, soprattutto farti l’ingoio davanti a loro due! Capito? Quando stai per schizzare lasciami libera e fammi scappare! Se vuoi ti faccio sborrare in mano o, se preferisci, ti lascio sporcare i miei seni… Ti piacerebbe vero inondarmi le mammelle e i miei capezzoli…’
Marko non le risponde e le infila con forza l’uccello in bocca. Erica gli accarezza le palle e le soppesa. Socchiude gli occhi ed inizia un frenetico pompino al giovane uomo. Sente distintamente i clic che entrambi gli spettatori fanno con i loro cellulari. La stanno immortalando mentre spompina il ragazzo. Non vuole e gemendo con gli occhi spalancati cerca di farli smettere. Vorrebbe smettere ma le mani di Marko la bloccano. Si vergogna essere fotografata con un uccello in bocca. Ma le sue proteste e i tentativi di svincolarsi dalla presa ferrea dell’uomo rendono le foto ancora più porno.
‘E adesso, signora, sto per sborrare! ‘ urla Marko – . Le schizzo in bocca! E’ troppo bello spruzzare tutto il mio sperma in bocca alla signora. Ne faccio tantissimo, sa… Non ne ha mai visto tanto in una sborrata! Piacerà anche a lei, vedrà…’
Erica riprende a dimenarsi, spalanca gli occhioni e scuote il capo in segno di rifiuto. Non vuole, lei! Non vuole gli schizzoni del giovane uomo nella sua bocca. E davanti a quei due mascalzoni che fotografano tutto, proprio tutto. Ma non riesce proprio a sfuggire alla presa ferrea delle mani del maschio. E’ bloccata con il suo uccello conficcato dentro di lei, fino in gola. Ma il tormento per lei è appena iniziato. Sente i muscoli addominali di Marko irrigidirsi, diventare d’acciaio. Le sue palle indurirsi. Ma soprattutto avverte il cazzo di lui che ha dentro di sè gonfiarsi ancora e, poi, lo sente pulsare. Oh no! Erica lo sa. Gli uomini fanno tutti così prima di sborrare. Anche lui sta per esplodere ed emette un lungo lamento. Ha un sussulto. Lei spalanca gli occhi e lo guarda con espressione di supplica. Erica però li socchiude subito dopo ed emette un lungo gemito. Perché lui ha iniziato a sborrarle in bocca. ‘Sììììììì! Eccooooo! Ho sborrato! Nella tua bocca! Sborrooo! Sì, sborro! – urla il giovane uomo ‘ Tieni, tutta la mia sborra! Ti riempio la bocca! E bevi!’ Sì, Erica ha sentito tutto! Lui ha fatto il primo sborrone. Nella sua gola. E subito dopo ne fa un altro, ancora più potente. Lo sente scendere nella sua gola. Ad ogni sussulto del cazzo che avverte nella sua bocca segue dopo lo spruzzo di sborra. Ne fa tanti il ragazzino e lei si rassegna a buttare giù tutto. Come lui voleva. Ma ne fa tanta, tantissima. Anche la bocca si riempie completamente. Scopre che Marko è un gran produttore di sborra. Lei lo prevedeva. Così giovane, forte e con quel fisico, da giovane atleta… Pensa alle sborrate di suo marito… Poverino…
Non fa in tempo a buttar giù tutto. Dalle labbra esce un lungo filamento di sperma bianchissimo. Fotografie immortalano l’eccesso di sborra e pure i conati di vomito e le smorfie di disgusto che Erica non riesce a trattenere. Ha bevuto troppo sperma. Non è abituata, lei, a bere tutta quella roba! E Marko infierisce.
Dopo averla ubriacata di sborra estrae dalla bocca di lei l’uccello che ancora sussulta. E schizza ancora dappertutto sul suo volto. Ad ogni schizzo di lui lei, colpita impietosamente, ha un sussulto, uno scatto del viso ed emette un gemito. Pochi spruzzi e il suo bel visino è ricoperto completamente. Gli occhi, il naso, le labbra, la fronte e i capelli sono tutti stati centrati dagli schizzi di sperma bollente di lui. Mentre sente ancora gli scatti fotografici dei due cellulari dei due ragazzi, sottovoce si lamenta.
‘Basta, basta… ‘ sussurra Erica – Basta! Non ne posso più! Sono piena del tuo sperma! Ma quanta ne hai fatto! Me l’hai schizzato dappertutto! E, uffa, quelle foto! Siete dei farabutti Fotografarmi così, adesso, in queste condizioni e in queste pose. Con il viso pieno del seme di uno di voi… E mentre vomito sperma… Mi umiliate, così! Siete cattivi e dei gran maiali! Non avete nessun rispetto della donna che vi ha appena fatto godere!’
Marko. dopo il diluvio della sua sborra che ha riservato alla donna, evidentemente sazio e soddisfatto, si allontana e lascia Erica in ginocchiata, nuda, tutta sporca di sperma e soprattutto umiliata e rassegnata.
‘Ti è piaciuta la mia sborra? ‘ Marko le chiede ancora infierendo ‘ Ne ho fatta parecchia, oggi…’ ‘Insomma… ‘ gli risponde Erica con una smorfia – . No, la tua sborra non è buona! E sì, ne hai fatta tanta, tantissima, troppa per la mia bocca e il mio pancino…’
Poi Erica ci guarda mentre stiamo scattando le ultime foto in quella sua posizione di totale sottomissione. La sborra le sta infatti ancora colando dappertutto, sul collo, sulle mammelle…. ‘Basta , vi prego! ‘ piagnucola lei ‘ Me ne avete fatte abbastanza, mi pare! Cosa ne farete poi di tutte queste foto? Mi avete fatto una porcata! Non le mostrerete mica ai vostri amici porcelloni come voi… Ed anche segaioli! Chissà quante seghe si farebbero vedendo il mio visetto ricoperto di sperma! Il vostro sperma, accidenti a voi!’
Micael ed io le sorridiamo e la prendiamo per mano. ‘Vieni con noi, adesso ‘ le dice Micael ‘ . Sei troppo bella ma ho visto che sai essere anche tanto puttana.Voglio vedere quanto sei brava!’. ‘Uffa, non dirmi queste cose… – protesta lei – E adesso, dove mi portate, voi due?’ ‘Di là ‘ le risponde Micael, ridendo ‘ Non avrai mica paura?’ ‘Dove, di là ‘ insiste lei visibilmente preoccupata ‘ E tutti e due? Insieme? Non mi fido proprio di voi due. Siete due birbanti!’ ‘Bella signora ‘ le spiega lui con voce pacata e rassicurante ‘ La portiamo come gradita ospite nella stanza del cinema e della sborra. La nostra, naturalmente. Quella di Marko e del suo giovane amico, lei le ha già assaggiate, mi pare… E poi c’è la mia… La più buona! La morosa di Marko mi ha detto che la faccio quasi dolce… E’ stata una fortuna per lei, perché quando mi ha fatto godere ne ho fatta proprio tanta, anzi tantissima… L’assaggerà anche lei, signora, come piace a me!’
‘Oh no, ma cosa dici! – protesta subito Erica ‘ Voi siete pazzi! Nella stanza del cinema e della… sborra! Anche la tua, ora! Dovrei sorbirmi anche la tua, magari! Ma me lo dovevo immaginare da due maschiacci depravati come voi due siete…’
Docilmente si fa però portare nella camera vicina. La facciamo entrare completamente nuda e già sporca di sperma nella nostra tana che usiamo tutti e tre per scopare con le nostre morose e non solo…
Appena entrati lei non può trattenere un espressione di disgusto e di sorpresa. ‘Ma ragazzi. C’è un odore qui dentro… Lo riconosco… Sì, è l’odore di quella roba che voi tutti maschi fate. Insomma, qui dentro c’è tanta, tanta puzza. Puzza di sperma! Sì, di sborra, ed è veramente insopportabile! Di tutti e voi tre, vero?Anche tu Micael la fai così… odorosa come i tuoi due amichetti? E’ vero, i due farabutti mi hanno già fatto assaggiare oggi il loro liquido seminale! Sono pestilenziali, in particolare poi quella del biondino…’
Il suo sguardo viene attratto da un altro particolare che denota la particolare attività maschile che si svolge in quella stanza. Un brivido la percorre tutta e il suo sesso inizia ad agitarsi. ‘Ragazzi ‘ mormora lei con un filo di voce ‘ Quel lenzuolo blu… E’ tutto sporco! E’ macchiato! E’ pieno, strapieno della vostra robaccia! Sì, sono le vostre sborrate! Non vi siete proprio risparmiati nel farle! Ma dove mi avete portata? E ce n’è una ancora fresca… Di chi è? Insomma! Ditemelo… ‘ Erica insiste quasi fremente – Chi l’ha appena fatta quella sborrata? E’ enorme, ha fatto un lago…’
‘Vuoi proprio sapere di chi è quello sborone? – le chiede Micael ‘ Perché lo vuoi sapere?’ Erica arrossisce ancora di più – Io sono abituata ai fiotti di sperma di mio marito… Poca roba al confronto di quella roba lì… E poi, lo voglio sapere perché… perché sono curiosa! E poi perché non ho mai visto fare una roba del genere… Chissà che schizzo! Uno sborrone inguardabile, da stallone! E tu, quel tuo coso così nero ed enorme sembra proprio quello di un cavallo prima della monta…’
Erica guarda, sbirciando, l’uccello di Micael. Il pompino che lei ha appena finito di fare a Marko, l’ingoio del suo sperma e soprattutto la sborrata subita dalla giovane donna sul suo bel visino hanno eccitato Micael che mostra ora una splendida erezione. E’ grande, tanto grande, adesso, il suo uccello. Lei non ha mai visto l’uccello in tiro di un uomo di colore. Nero e già scappellato completamente. Pensa che il solo glande rosso fuoco, le riempirebbe la bocca. Ha proprio le dimensioni di un cavallo. Non osa pensare a quel bastone di carne calda e fremente quando penetra la fessurina di una femmina e come diventa prima di scoppiare dentro di lei… Prima di schizzarle tutto il suo sperma dentro… Riempiendola tutta. A quei pensieri prova un gran turbamento mescolato a curiosità. Lei è sempre una femmina…
‘E’ tuo, vero? – chiede ancora una volta lei con voce ora tremolante ‘ E’ una tua sborrata… Dimmelo! Lo voglio sapere!’ ‘Sì, e mia. Poco fa…’
Ma l’attenzione di Erica viene attirata anche da un’altra cosa che non può non agitarla. Moltissimo! ‘E quella grande telecamera telecomandata che si muove appesa al soffitto e che scorre lungo quello strano cavo? E’ pure fissato al soffitto… A cosa serve? – chiede lei rabbrividendo e immaginando all’uso che ne viene fatto ‘ Mi viene un sospetto! Siete dei porci! E pure depravati. Riprendete le vostre puttanelle quando ve le scopate! Vero? E magari, adesso, vorreste farlo anche con me!’.
Ridiamo divertiti dalla preoccupazione mostrata da Erica. ‘Signora Erica ‘ la interrompe Micael ridendo ‘ Questa è effettivamente la stanza del cinema e della sborra. Avendo lei visto e ammirato il mio pene avrà anche immaginato cosa lui sia capace di fare. Io sono un’artista dell’orgasmo! Sono stato persino ingaggiato per partecipare ad alcuni film a luci rosse! Proprio per questa mia dote molto ricercata dai registi e talvolta un po’ meno apprezzata dalle attrici che l’hanno dovuta subire tutta! Lei mi ha adesso ben inteso, signora? Le femmine protagoniste non possono rifiutarsi di fare alcune cose e, alla fine, non possono proprio scappare. La scena finale del mio orgasmo finale nelle loro bocche spalancate o sui loro visetti offerti per essere ricoperti della mia sborra è quella più apprezzata! Anche le attrici, dopo qualche iniziale titubanza dovuta alla preoccupazione per le dimensioni del mio uccello e la probabile alluvione di sperma che stavano per subire, alla fine si sono rilassate ed hanno gradito molto la mia prestazione. Fino all’ultima’ goccia. Con grande soddisfazione del regista!
‘Signora Erica, io sono un artista, veramente! Il suo amichetto sarà l’esperto regista e lei la bravissima e bellissima attrice protagonista. Un po’ puttana e, soprattutto, assetata di sperma del suo uomo. Del mio sperma!’
Erica è esterrefatta. Di fronte a quelle parole si stacca e ritira le sue mani che erano passivamente strette nelle nostre mentre l’avevamo fatta entrare nella stanza. “Ma voi siete completamente pazzi, oltre che perversi. Mi fate paura! Tu, Micael, non sei il mio uomo ed io non sono assetata del tuo seme come quelle attricette porno. Io sono una signora! Accidenti! Hai un uccello enorme, come quello di un cavallo e chissà quanto sperma fai. Non voglio poi assolutamente essere ripresa nuda e men che meno in una scena a luci rosse! Mi vergognerei troppo! Anche perché tu vuoi farmi fare certe porcate! Io non sono un’attricetta porno e non ciuccio il cazzo a chiunque! No! No, non mi faccio schizzare in bocca da te! Come ho già dovuto fare con i tuoi due amichetti. Non ne potevano più, loro…Uffa! Ho già bevuto troppo sperma questo pomeriggio. Non mi piace e non sono abituata a farlo! Insomma, mi piace il sesso ma non sono una puttana! Non sarei poi capace di farlo davanti ad un altro uomo mentre mi riprende con una telecamera!”
Incuranti delle sue parole la prendiamo di nuovo per mano e con voce suadente io stesso cerco di tranquillizzarla, di renderla più disponibile ed arrendevole. Ma soprattutto, per quanto fosse possibile, metterla così nuda a suo agio in quella stanza in mezzo a degli uomini altrettanto nudi e con i loro cazzi ben duri e affamati di lei. Il tutto davanti ad una telecamera che avrebbe visto tutto, proprio tutto!
Le parlo piano e sussurrandole parole dolci ma anche molto sensuali e nello stesso tempo eccitanti. Dovevo provocarla e scaldarla! “Oh no, anche tu adesso ti ci metti! Anche tu vuoi farmi fare queste porcate! Non voglio’ Mi vergogno tanto, tanto! Mi sono solamente fatta fotografare qualche volta’ Oggi anche da te e da Marko! Ma mi avete fregata! Io non volevo prima farmi riprendere nuda! In quelle pose, poi’ E in quelle condizioni’ Siete stati due imbroglioni, furfanti e proprio birbanti! Uffa! No, non si fanno certe cose ad una signora!
‘E adesso Micael vorrebbe addirittura farmi girare un fulmino porno! E tu saresti il regista’ Il regista maiale e sporcaccione! Posso immaginare cosa faresti mentre mi riprendi impegnata a fare quelle cose a Micael’ Anzi, accidenti a quel maschiaccio prepotente, quelle porcate che lui mi costringerebbe a fargli! Fino alla fine, naturalmente! E lui mi ha già detto quale è la sua… capacità. Quella, proprio quella! Quella che a me non piace! Non vorrei proprio vederlo in quel momento e subire la tempesta del suo suo sperma che lui è sicuramente capace di scatenare! Tutta nella mia bocca e sul mio visino, naturalmente!”
Il tono della voce di Erica si è fatto meno fermo. Le è scappato anche il condizionale sulla sua volontà di vedere Micael eiaculare. La avviciniamo al letto. Io con noncuranza apro l’enorme video appeso alla parete di fronte al letto. Era collegato alla telecamera e già inquadrava nella sua interezza il lettone.
Erica rimane di nuovo allibita vedendo tutta quella attrezzatura predisposta per filmini hard. E già tutta pronta! Per lei! “Non ci posso credere – esclama sbigottita – . E tu potrai vedere su quello schermo gigante quello che stai riprendendo!” “Anche tu potrai farlo, se lo vorrai, mentre sarai impegnata a giocare e a far divertire l’uomo! – la informo per incuriosirla ed incoraggiarla a farlo – Ad alcune ragazze è piaciuto tantissimo vedersi all’opera'” “Io no! Io non ci tengo proprio! Voi, uffa, fate quello che volete’ Ma io non guarderei! Sono sicura che mi vergognerei troppo a vedermi fare certe cose! E, anzi, mi bloccherei… Non sarei capace di farlo…”
“Invece ti piacerà, Erica… Ti piacerà tanto… E sempre di più mentre lo farai’ Mentre terrai stretto nella tua bocca tutto l’uccellone del maschio! E nero… – la incoraggio ancora sospingendola lentamente e dolcemente verso il letto – Sei molto bella e sai di esserlo. Ti piacerà mostrarti in tutto il tuo splendore e far vedere quanto sei brava a far impazzire di piacere un uomo! Sei un po’ puttanella, anche'”
“E tu sei invece uno stronzo che mi dici queste cose, che mi hai portata in questo posto e che mi fai fare queste cose!” Strepita lei con voce tremolante e con un po’ di affanno. L’eccitazione iniziava a farsi sentire e lei non riusciva più a nasconderlo.
Erica sta per cedere e la sua resa era ormai vicina. ‘Dove mi devo mettere? – chiede infatti sospirando poco dopo mostrandosi rassegnata ‘ Anzi, dove desiderano i signori che la loro puttanella si adagi per mostrarsi tutta e per bene?’ Non rispondiamo ma le facciamo entrambi un gran sorriso. Siamo contenti che lei abbia accettato e si presti al nostro giochino. Lei fa ancora una smorfia. Ma è rassegnata ad essersi cacciata in quella avventura che lei spera rimanga almenosegreta.
Lancia ancora un’occhiata sul letto e il suo sguardo si sofferma ancora a lungo sull’enorme macchia giallognola di sborra di Micael che ben risalta sul lenzuolo di seta azzurro. Poi dopo un sospiro si muove lentamente. Si stende sul letto. Il suo culetto si adagia proprio sulla parte del lenzuolo ancora umida. Si appoggia forse involontariamente proprio sullo sperma spruzzato poco prima da Micael. Non riesce a nascondere un gemito di fastidio e fa un’altra smorfia di disgusto per l’umido che il suo culetto avverte.
Lei mentre si distende istintivamente stringe le gambe e si copre in segno di estrema difesa. Lo fa proprio quando anche noi nudi ci inginocchiamo sul letto vicino a lei, ai lati del suo stupendo corpo nudo. Così le sfioriamo i fianchi con le nostre ginocchia. La guardiamo così, meravigiosa ed ormai completamente remissiva. Con le mani però continua nel goffo tentativo di coprirsi le bellissime piccole mammelle e il sesso senza peli, lucido. Riusciamo però a intravedere egualmente la sua vulva e le grandi labbra gonfie, ben in evidenza e già bagnate. Come l’avrebbe voluta vedere il suo maritino. Lei invece si mostra così a due giovani uomini.
Erica li sta vedendo, eccome! E non solo! Percepisce ed è travolta dal loro forte ed acre odore di giovani uomini! E come sono eccitati quei maschicci! Pieni di voglia, gonfi e soprattutto pronti a riempirla, dappertutto. Con il loro giovane sperma. Chissà quanto ne farebbero… Tantissimo. Ne è sicura!
Erica è anche lei eccitatissima ma è anche preoccupata. Ci guarda gli uccelli. Si sofferma in particolare su quello di Micael. Il pompino che ha dovuto fare a Marko ha eccitato il ragazzo di colore. Eccome! ‘Ragazzi! ‘ inizia subito lei a piagnucolare ‘ Vi prego! Guardate come sono ridotta! Sono ancora sporca dello sperma del vostro amico! Lui mi ha conciata così… E voi, cosa vorreste farmi? Siete due… Comportatevi bene, vi prego… Voi due con quei due uccelloni… Non mi sono mai trovata in una situazione come questa… E con quella telecamera puntata su di me… E poi… E poi no saprei da dove iniziare… Accidenti! Guarda cosa mi costringete a fare!’
Anche noi due vogliamo mostrarci. Ci scappelliamo ed iniziamo a masturbarci, con energia. Subito le mostriamo i nostri due cazzi che si sono gonfiati, diventando grossi e duri. Le piace, indubbiamente, vedere due cazzi così che si stanno esibendo per lei. Solo per lei! Sono vicinissimi e ne sente addirittura l’odore!
Ma sente pure il clic d’avvio della ripresa della telecamera e si accorge di essere ripresa. Si vede sull’enorme video che ha davanti. Si mostra con le gambe ancora ben strette mentre tenta anche pudicamente di coprirsi. E si sente. ‘Oh no! – si lamenta subito ‘ Sei partito con le riprese. Ti prego, non voglio! Hai forse una piccola mascherina per me? Per coprirmi solo un po’, eventualmente…’ ‘No! – le rispondo secco ‘ Sei troppo bella, così, senza protezioni…’
Decide di coprirsi il volto con un braccio. Quello con il quale si copriva le tettine. ‘Ti prego, no! Mi vergogno così! Con i vostri due cazzoni duri così vicini alla mia bocca!’
‘Mia bella signora, coraggio! ‘ interviene Micael ‘ Adesso comincia il bello!’ “Lo sapevo, lo sapevo’ – brontola Erica – Lo sapevo che mi avreste costretta a farmi fare anche questo! Non dovevo prestarmi al vostro giochino! E adesso, cosa dovrei fare? E tu finiscila con quello zoom!”
“Con questo zoom il tuo corpo e le espressioni del tuo bel visino non hanno più segreti! – le ribatto prontamente – Anche il clitoride vogliamo scoprire! Ma anche tutto il tuo piacere!” Lei trasale e fa un sobbalzo. “Porci! – sbraita la giovane donna – Non avete rispetto di una donna! Non potete farmi questo'”
Lei resta per qualche secondo in silenzio guardandosi sul video. Non si era mai vista così e lo fa con gli occhi spalancati. ‘Cosa devo fare per iniziare? – chiede di nuovo con un filo di voce – . Sono pronta… Mi raccomando, non fatemi fare delle porcate delle quali dovrei vergognarmi…’
“Bene, signora Erica’ – interviene Micael – Adesso la stiamo già riprendendo, quindi’ E’ bello vederla e sentirla! Ora si sollevi e si appoggi allo schienale in pelle del letto. Sorrida e, dopo aver sollevato le ginocchia, spalanchi le sue belle gambe. La telecamera vuole fare un bel primo piano della sua fica! è così bella, tanto liscia e senza il pelo, ma con le sue belle e grandi labbra ben visibili perché un po’ arrossate, tanto gonfie ed anche già un po’ bagnate! E’ proprio una gran femmina, signora Erica” “Certo, certo… La telecamera vuole tutto questo, vero? – lo interrompe acida Erica – E la telecamera desidera dell’altro?” “Oh sì! – continua allora Micael ‘ La signora si lecchi le labbra, socchiuda gli occhi estasiata e poi finalmente prenda in mano i nostri uccelli. Li accarezzi, li coccoli e poi li scappelli. Mi raccomando, piano, piano, con tanta dolcezza. Allora, dopo le carezze, mostri alla telecamera come è brava una giovane mogliettina a fare una sega a due giovani uomini. A tutti e due, insieme! Lentamente, con tanta voglia di portarli all’orgasmo e farli schizzare. Ancora insieme! Sarà più bello così, anche per lei! Sarà senza dubbio una gran bella scena!”
Erica rimane in silenzio per un po’. Fissa la telecamera ed arrossisce violentemente. No, non era proprio abituata a fare certe cose. Ma oramai, a quel punto’ Esegue gli ordini ricevuti da Micael. Si solleva lentamente e si appoggia sullo schienale del letto. Piega le gambe sollevando le ginocchia e poi, piano, piano, le allarga. Prima un po’, timidamente. Poi, sbuffando le spalanca senza più alcun ritegno. Offre alla telecamera il suo sesso così completamente spalancato. Anche le grandi labbra sono schiuse e lo zoom invade la vagina. “Ma no! Non così’ Ti prego, non riprendermi così! Non puoi farmi questo! – protesta rabbiosamente subito Erica vedendo sullo schermo la sua figa spalancata – Perché fai così? Mi vergogno troppo a mostrarmi così’ A mostrare proprio tutto… Anche quello… Accidenti è già duro e pulsa… Si vede anche quello, un po’…”
Emette un lunghissimo sospiro e poi allunga le braccia verso i nostri uccelli che attendevano frementi di essere accarezzati. Li palpeggia entrambi con le dita per qualche secondo e poi con decisione li impugna. Almeno tenta di farlo! Abbassa il capo in segno di resa. Non aveva mai preso in mano due uccelli insieme. Li sente duri e caldi. Ma non ce la fa. ‘Ma uffa, Micael! – brontola la giovane donna ‘ Scusami, ma così non va! Non ce la faccio! è troppo grosso il tuo uccello! Non riesco a prendertelo in mano! Dovrei farlo con tutte e due…”
‘Ci sono anch’io! – si sente improvvisamente la voce di Marko ‘ Voglio partecipare anch’io alla festicciola!’ Erica lo vede entrare in quella che i ragazzi chiamano la stanza della sborra. La loro, naturalmente! Ha di nuovo il suo cazzo duro, di nuovo urlante, già completamente scappellato e con il glande di un preoccupante color viola.
Erica lo guarda. ‘Anche tu, di nuovo, dopo quello che mi hai combinato poco fa… Ma… ma tu ce l’hai di nuovo duro e prepotente… Sei uno stallone, inesauribile, tu…’ ‘Vedrai, il resto! Quello che ti combineranno i miei due amici… – la zittisce il biondino ‘ Io ho solo iniziato!’
Erica sobbalza e fa una smorfia che mostra tutta la sua preoccupazione. Marko si avvicina a lei e prende il posto di Micael, in ginocchio, al suo fianco. Micael, sempre in ginocchio, si sistema tra le gambe spalancate della donna sempre più imbarazzata per quella posizione che era costretta a tenere davanti a lui. Con la stessa mano con la quale aveva inutilmente tentato di stringergli l’uccello cercava ora di nascondergli la visione della sua vulva ed in particolare delle sue grandi labbra già allargate. Lui le mostra con orgoglio il suo uccellone. Non ciondola più minacciosamente. Ora è nero, con la cappella enorme color marrone e già lucida, ma soprattutto è tanto, tanto grande. Lungo, spropositatamente lungo, ben più di venti centimetri, grosso con il glande che sembra una palla da biliardo e ritto, pulsante come quello di un cavallo in attesa della monta. Ed Erica si sente una cavallina da ingravidare. Sì, è proprio atterrita da quel pene di dimensioni equine. E’ più del doppio del cazzo di suo marito. No, non aveva mai visto un uccello del genere. Ed ora era lì, davanti ai suoi occhi sgranati. Sarebbe stato molto doloroso farsi penetrare da quel bastone di carne! La sua piccola fica ne sarebbe uscita distrutta e lei forse anche fecondata. E Micael era nero…
Marko la distoglie da quei pensieri che la angustiavano e la facevano respirare affannosamente. Le prende la mano con la quale lei aveva tentato di coprirsi il viso per nasconderlo alla telecamera. Il bel biondino la costrinse a riprendere in mano il suo uccello. “Lo accarezzi un poco, signora e poi mi faccia una sega. Come sta facendo al suo amico mister. è proprio brava a segare un uomo! Ed ancor di più a farlo contemporaneamente a due bei maschietti come siamo noi. Le stiamo dando delle belle soddisfazioni, mi pare! Guardi come ce li abbiamo già duri! Tutto merito suo e delle sue meravigliose manine! E si guardi pure sullo schermo come è brava a farlo!
Erica è indispettita da quelle parole ma egualmente segue il consiglio di Marko e sbircia l’enorme video. “Cosa mi fate fare! – sbotta vedendosi in primo piano mentre fa le seghe a due ragazzini e si scopre in contemplazione di un enorme uccello nero di un altro maschietto che si ritrova davanti agli occhi – E me lo fate anche guardare’ Quel maledetto zoom! – mi apostrofa lei mentre armeggio con il telecomando della telecamera che faccio continuamente scorrere sul filo teso sul soffitto per riprendere tutto, proprio tutto – Potresti risparmiarmi certi particolari delle cose che mi fate fare'”
“Lei è fantastica, signora Erica… – la interrompe esagerando volutamente mentre strusciando la sua cappella sul ventre e sul pube arriva finalmente sull’apertura della vagina di lei – Ma le piace, vero? Ha due uccelli in mano ed un terzo lo sente proprio là’ ”
“Oh sì, lo sento’ – comincia ad ansimare Erica – Sei un mascalzone, sai come toccare una donna, tu! Me lo fai sentire un poco alla volta! Per farmi impazzire’ Ma tu, con quel coso enorme, mi fai paura! Non sono abituata a certe cose, ad un uccello di quelle dimensioni. E non ho mai avuto in mano due uccelli! Non sono sicura di essere capace di fare queste cose’ Non so fare poi quella cosa con la mano sinistra'” “è bravissima, signora Erica – la rassicura Marko – . Vederla in affanno perché sta facendo una cosa mai fatta prima è ancora più eccitante'”
Erica ha perso ormai il controllo di se stessa. Quella situazione l’ha travolta, è in balia dei tre giovani uomini e non riesce più ad opporre alcuna resistenza. Anzi, è tanto eccitata e vuole godere anche lei. Sa però che dovrà anche far raggiungere a tutti e tre quei maschioni i loro orgasmi. è un po’ preoccupata e non è sicura di riuscire a fare tutto quello che loro vorrebbero.
“Sono brava? – chiede quasi timorosa – Vi piace così? Lo faccio bene?” “Continui, signora Erica, continui’ – la incoraggiamo – Le sue mani ci stanno regalare un momento magico!” “Momento magico? – ci chiede con voce flebile ed affannata – Cosa volete farmi? Lo volete fare tutti e due, insieme?” “Non lo immagina, signora Erica?” “Mmmm’ Lo immagino, lo immagino’ Siete due farabutti e mi avete già mostrato cosa siete capaci di fare!” “Vedo che lei, signora, ha già capito – rido soddisfatto – . E ci piace sentirglielo dire! Da lei, signora Erica!” “Siete proprio due porcelloni e tanto… cattivi! Oltre che a vedermi vi piace anche sentirmi dire certe cose'” “Il filmino deve essere molto realistico! – la informo – . La protagonista deve partecipare’ Totalmente e senza pudori!” “Ma io non sono un’attricetta di film a luci rosse e non so fare e dire certe cose’ Mi vergogno tantissimo e sono in difficoltà!”
Erica ammutolisce. Diventa ancora più rossa in volto. Aumenta quasi con rabbia le seghe che ci sta facendo. Vorrebbe probabilmente farci venire prima possibile. Poi per un attimo fissa lo schermo che la riprende nella masturbazione di noi due. E allora, rivolta alla telecamera, parla.
“E va bene! Ho capito benissimo quello che volete da me! Prima’ Vi piace troppo farmi fare la puttana! – inizia con tono rabbioso e voce tremolante – Devo tenere in mano i vostri cazzi e continuare a farvi la sega. Fino a quando’ verrete ! Ehm, insomma’ Beh, l’avete capito, no?” “No! – la tormento io – Non abbiamo capito'” Erica sbuffa e brontola. “Sino a quando schizzerete! – urla ben cadenzando le parole – Fin quando avrete cessato di spruzzare tutta la vostra sborra! Va bene come l’ho detto? – sibila lei nervosa – Sono stata chiara? Vi è piaciuto tanto sentirmelo dire?” “Moltissimo, signora Erica, ma non ci ha detto tutto! Manca un particolare! Il più piccante per noi e il più fastidioso per lei'”
Erica fa un gesto di insofferenza. “Dappertutto, dappertutto! – urla abbandonando per qualche istante le nostre aste e allargando le mani al cielo mimando le due nostre esplosioni di sperma – Quando sborrate voi due sporcato dappertutto!” “Non con lei, signora Erica! Marko ed io vogliamo da lei qualcosa di particolare'” “Uffa, uffa e ancora uffa! – protesta Erica – Di nuovo!” “Sì, di nuovo’ – conferma Marko – E anche al suo amico mister piacerebbe tanto!” “Oh no, devo dire anche quello? – borbotta la giovane donna – Un po’ di comprensione per una signora che fa tanta fatica a dire certe cose!” “Ma a noi piace tanto sentirle dire anche queste cose'”
Erica non fa in tempo ad aggiungere altro. Micael le schiaccia le enormi mani sulle tettine e contemporaneamente con un potente colpo di reni la penetra. Lentamente ma senza soste ed inesorabilmente. Erica urla. Le ha fatto male, tanto male. Solo il glande ha spalancato le sue piccole e grandi labbra e l’ha riempita quasi tutta. “Nooooooo! Piano, piano! – strepita Erica – Non così! Ce l’hai troppo grande! Mi spacchi! Non sono abituata ad un uccello così! Mio marito ce l’ha tanto più piccolo e lui lo fa piano’ Non come te! Tu, invece, sei cattivo e prepotente. Hai voluto sfondarmi e mi hai fatto tanto male!”
Per qualche secondo la donna ammutolisce e Micael continua la penetrazione. ‘Com’è la fica della signora ,Micael ‘ chiede sfrontato Marko ‘ Ce l’ha stretta?’ Erica sente tutta ma è troppo impegnata a sopportare l’intrusione di quell’enorme pene nero dentro di sè. Fin sù. E allora lui inizia a stantuffare lacerando il suo esso spalancato e dilaniato. Ma a lei comincia a piacere tanto. Sempre di più. Erica inizia ad ansimare, a gemere ed a lamenti di dolore unisce parole di piacere. Raggiunto il primo orgasmo, inizia a sussultare ed ad emettere gridolini di godimento. “Godoooooo! – urla a squarciagola la giovane femmina – Mi fai tanto, tanto male! Ma, sìììììì, cosììììììì…. continua così! Mi fai godere! Tanto! Mi fai schizzare come una cavalla! Bellooooooo, non fermarti! Ohhhhh, mi fai schizzare! Di nuovo! Tanto'”
Più gode e più aumenta la velocità della sega che sta anche facendo ai due ragazzi. Sente, distintamente, tre uccelli. Ed è troppo bello! Tutti e tre grandi, duri e molto vicini all’orgasmo. Tutte e due le sue mani vengono bagnate da alcune gocce di liquidissima sperma di Marko e di Fabio, il giovane miste che l’ha portata là.
“Ohhhh, ragazzi! Anche voi! State per venire, state per sborrare, tutti e due ed insieme! – sospira con un filo di voce Erica che sobbalza ad ogni colpo che le viene inferto nella sua vagina da Micael – Sì, lo so’ Devo dirvelo. Ve lo dico, ve lo dico anche questo, adesso’ Voi volete di nuovo schizzarmi in bocca e riempire poi con la vostra sborra il mio visino, i miei occhi, il mio naso’ Dappertutto! Va bene, va bene’ Sborrate dove volete! Se penso a quello che mi combinerà Micael…”
Makco ed io ci guardiamo e ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Solleviamo lentamente un po’ Erica ed entrambi la sosteniamo così con un nostro braccio dietro la schiena. Lei, docile, acconsenti alla nuova posizione che facilita ancor di più la penetrazione di Micael che continua senza soste e sempre più furiosa nella sua fica completamente aperta e bagnt fradicia.
‘Cosa volete farmi adesso voi due? – chiede soltanto sottovoce ‘ Cosa mi combinate ora?’ – Naturalmente non rispondiamo ma appoggiamo entrambi i nostri grossi glandi sulle sue labbra che, con una pressione, la invitiamo ad aprire. Lei allora capisce le nostre intenzioni e continuando a segarci freneticamente spalanca la bocca. Ed allora uno alla volta cattura il nostro cazzo, se lo succhia, se lo spinge in gola e se lo spompina fino a sentirlo fremere e pulsare.
Mentre inonda dei suoi liquidi l’uccello di Micael ben piantato nel suo sesso, Erica riusce così a portarci entrambi insieme vicinissimi all’orgasmo. “Ecco, ragazzacci! – ci anticipa con voce suadente e fissando sfrontatamente la telecamera – Adesso! Io sono qui! Voi siete pronti… Vi ho portati fin qui… Ora, ora tocca a voi due! Potete finalmente sborrarmi in bocca! Sì, sì, come volevate! Insieme e dappertutto! Prima in bocca, vero? E non tra i capelli, se potete’ ”
Sorride, fissa ancora per un istante la telecamera, infila le due nostre cappelle dentro la sua bocca spalancata a dismisura e ci infligge i due ultimi violentissimi su e giù alle nostre aste ormai prontissime a schizzare.
Erica ha previsto tutto alla perfezione. Marko ed io veniamo infatti meravigliosamente insieme. Le schizziamo entrambi il primo fiotto di sperma in bocca. Lei naturalmente non gradì, sussulta, emette un lunghissimo gemito e strizza gli occhi. I suoi scuotimenti e lamenti si ripetono ad ogni sborrone che si infrange in bocca. Ne facciamo un bel numero e la costringiamo, quando la sua bocca si riempie completamente della nostra sborra, al sempre detestato da lei ingoio. Non è molto gradito dalla smorfia che fa e dal piccolo conato di vomito che non riusce a trattenere. E costretta a fare altri ingoi ed ogni volta mostrava tutta la sua sofferenza ed enorme fastidio.
Ancora insieme estraiamo i nostri uccelli mentre ancora schizziano fiotti di caldissima sborra. “Mmmm’ Ma insomma! Ne avete ancora tanta? – brontola lei – Me ne avete già fatta tanta in bocca! Quanta robaccia me ne avete fatta bere! Mi avete fatto bere due tipi sborre! Non le ho distinte! Ma cattive tutte e due! E adesso volete farmi mettere anche sotto la doccia’ Non schizzatemi tra i capelli, vi prego!”
Ci sfoghiamo. Tanti sborroni la investono ancora ed ogni volta che si sente colpita ha un sussulto ed un sospiro. Tanto più lungo quanto più fastidioso e sgradevole è stato lo schizzo. Le ricopriamo completamente il bel visino. Sembra abbia indossato una maschera. Ha una smorfia di disgusto ed è infastidita dal fatto che non può più vedere. Abbiamo centrato anche i suoi bellissimi occhi.
“Siete stati proprio due porcelloni! – si lamenta Erica sempre con voce affannata a causa delle potenti spinte con le quali Micael continuava a tormentare il suo sesso – . Non mi avete risparmiato neanche una goccia del vostro liquido seminale! E non posso neanche vedere lo schermo. Meglio! Mi vergognerei troppo a vedermi come mi avete ridotta! Sono una signora, io! Se mi vedesse mio marito così conciata! Così umiliata da due ragazzini sporcaccioni! Sì, proprio piena, ricoperta di sperma di due giovanotti! Mi auguro che questo filmino rimarrà sempre solo qui, in questa stanza’ Vero? Nella vostra stanza del cinema e della sborra! Io mi sono fidata di voi’ Mi sono addirittura fatta riprendere in primo piano! Persino anche quando mi avete schizzato tutta quella sborra in bocca e dappertutto sul mio visino! Non sono scappata come molto donne fanno, me la sono presa proprio tutta in faccia la vostra robina e soprattutto sono rimasta lì mostrandomi a volto scoperto… Solo per voi, però… Insomma spero che solo voi siate in futuro gli spettatori della mia prestazione. Immagino mentre sarete impegnati a convincere a farvi fare la stessa cosa dalle vostre giovani morosette! Non piace loro farsi spruzzare in bocca e sul visino la vostra sborra, vero? E chissà, vedendolo fare così bene da una signora, forse…” ‘Non voeli la mascherina? – la prendo in giro io – te l’abbiamo messa entrambi!’ ‘Siete stati cattivi e due ‘ stronzi… – risponde lei con un filo di voce ‘ No, no, certe cose non si fanno ad una signora!’
Erica parla e contemporaneamente continua a spruzzare. Ha perso completamente il controllo del suo corpo ed ha orgasmi a ripetizione. Il giovane uomo di colore continua a percuoterla con il suo bastone nero e duro come l’acciaio. Ad ogni spinta di lui dentro la sua fica, Erica veniva quasi sollevata. L’uccello equino di Micael ad ogni penetrazione le procura dolore ma anche infinito piacere.
Anche Micael mostra un gran piacere nel penetrare la bella figa di Erica. Il suo uccello si è gonfiato ancora, sempre di più e sente l’orgasmo sempre più vicino. Anche Erica si accorge del momento che anticipa l’orgasmo del maschio. “Ehi, uomo – gli sussurra piano piano nell’orecchio tra un orgasmo e l’altro – Mi sembra che ti è piaciuta molto la mia fica! Mi sembra che anche tu sei ora pronto’ A venire, a fare la tua robina’ Sbaglio?” Lui non risponde e continua a stantuffarle dentro. “Tesoro, io sono venuta tante volte! Te ne sei accorto, sicuramente’ E tu? – continua a chiedere lei – Mi piacerebbe sentirti venire’ Oh sì, anche dentro di me! Sentirlo dentro di me mentre esplode e mi inonda deve essere bellissimo. Sì, essere riempita proprio tutta dalla tua sborra. Chissà quanta ne fai, tu! Con quel fisico che ti ritrovi e quella forza da giovane maschio che hai… Ma…”
“Oh, signora! Lei ha una fighetta ancora stretta. Suo marito deve averlo piccolo… Ed io, signora, faccio tanta sborra. Ne faccio proprio tanta, signora Erica. Molta. Per molte donne ne ho fatta addirittura troppa!” Erica non nasconde tutta la sua preoccupazione nonché l’imbarazzo per quelle parole sentite. E pronunciate con tanto orgoglio dall’uomo.
Deglutisce un po’ confusa e visibilmente a disagio. “Appunto! Micael, tesoro… ‘ sospira lei a bassissima voce per il cruccio che le procurava tanta ansia – Anche per questo non devi farmela dentro! – lo informa temendo la reazione di lui – Io sono protetta. Prendo la pillola, però… non mi far rischiare assolutamente. Io sono giovane, molto fertile e… tu mi capisci’ sono sposata!” “Vuoi dire che non posso schizzarti nella tua fica? Non posso sborrarti dentro?” “Oh come lo vorrei! Come vorrei tutto il tuo caldo seme tutto dentro di me! Ma… ma non posso rischiare di farmi ingravidare da te’ Tu mi capisci, vero?”
Micael fa un sorriso che poi si trasforma in ghigno. “Capisco’ capisco… – aggiunge ‘ Indubbiamente io non sono bianco e tu sei sposata! L’importante è però che io adesso sborri!” “Dove vuoi, tesoro. Dove vuoi’ – cerca di tranquillizzarlo lei – I tuoi amici si sono già sfogati per bene senza alcun ritegno! Ed hai visto anche dove! Tu dove vorresti farmela? Tu ne fai tanta’ Abbi pietà di me! Almeno tu…”
Lui non risponde. Si sollevò ed estrae dalla fica fradicia di Erica il suo enorme pene gocciolante e pieno degli umori di lei. Lei lo guarda con fare interrogativo. Lui allora la prende per i fianchi e la fa rotolare di lato. Lei non oppone resistenza anche perché non ha ancora capito. Pensa per un attimo che voglia prenderla alla pecorina e che poi avrebbe spruzzato dappertutto sulla sua schiena. A lei sarebbe piaciuto, così’… Essere annaffiata e ricoperta dietro dal suo sperma, tantissimo e bollente! Immaginando i potenti getti di sperma di quell’uomo superdotato sarebbe stata sommersa da quel liquido pesante e vischioso. Dalle spalle al culetto. Tutta, sarebbe stata tutta piena della sua sborra.
Inizia ad intuire la verità quando le fece sollevare il culetto. Lei cerca immediatamente di opporsi ma non ci riusce.
Marko ed io, prevedendo le intenzioni di Micael, iniziamo a ridacchiare. Erica, ancora completamente ricoperta sul viso dal nostro sperma ci vede ed ha la conferma di quello che teme Inizia a gridare. “Nooooooo! Non voglio! Non puoi! Io’ io sono vergine! Io sono ancora vergine, lì! Sono stata sempre terrorizzata dall’idea che un uomo volesse spingere il suo pene dentro il mio buchino. Nessuno l’ha mai fatto. Neppure mio marito!”
“Mi dispiace, signora Erica, io il mio sperma lo spruzzo nella fica della donna. Oppure nel culo. Quindi a lei posso schizzarlo solo nel suo culetto che io per primo molto piacevolmente penetrerò per primo”. “Ho detto di no! Ti prego, non insistere! – piagnucola Erica ‘ Ho tanta paura! Quel coso, enorme, dentro di me! No! No e poi no! Non voglio essere inculata! Da nessun uomo! E da te, poi, con quell’uccellone… Oh no, ti prego, mi faresti troppo, troppo male!”
Ma Micael non si cura delle parole della donna. Da dietro, coprendola tutta con il suo muscoloso corpo che distende sulla schiena di lei, la blocca impedendole qualsiasi movimento e tentativo di sfuggire alla tanta temuta penetrazione. Da quella posizione di possesso e dominazione della vittima, Micael allunga un braccio e con una mano va ad accarezzare il pube e la vagina della donna che sta sotto di lui. La trova ancora bagnata, fradicia e riprende a tormentarle il clitoride. Erica sbuffa, protesta e si dimena. ‘No, ti prego… – riesce appena a sospirare lei ‘ Non fare così! Ti prego! Fermati! Io non resisto… Non riesco a trattenermi e mi fai schizzare di nuovo…’ ‘E’ proprio quello che voglio! – la zittisce ancora una volta Micael – Farti impazzire e sentirti urlare di piacere mentre ti inculo!’
Erica avverte lui sfiorarle con l’indice l’ano. Il solo contatto con lo il dito dell’uomo fa irrigidire la donna. Erica è tesa ed stringe tutti i muscoli. Continua però ad apprezzare il tormento che Micael riserva al suo clitoride. Ancora una volta non si trattiene e rovescia sulle dita di lui la prova del suo ennesimo orgasmo. “Scusami’ – si giustifica Erica – Io non volevo, ma così mi fai impazzire! Non riesco a controllarmi e mi fai schizzare di nuovo!”
Lui ride e si fa riempire completamente le dita dagli umori copiosamente schizzati da lei. E intanto continua ad accarezzare il buchino vergine di lei. Erica è di nuovo in confusione. Non riesce a controllarsi ed a bloccare i suoi orgasmi che continuano a produrre i suoi liquidi più intimi. è un lago e le dita di Michael sono piene di quegli umori. “Basta, ti prego! Basta! Sono sfinita – si lamenta Erica – . Mi hai fatto godere troppo! Non ce la faccio più e mi fai male, tormentandolo così… Il mio piccolo clitoride che tu hai ben trovato e subito catturato! Accidenti a te! Ci sai fare con le donne, come farle godere e come far loro perdere la testa! Per dopo costringerle e fare tutto quello che tu vuoi!”
Micael non replica e con indifferenza sostituisce con l’altra mano quella con la quale aveva fino ad allora tormentato il clitoride di lei. Non dà tregua al grilletto del piacere della giovane donna. Con noncuranza spalma sull’ano di lei il liquido che ricopriva le dita della mano appena estratta dal sesso di lei. Erica è troppo impegnata a godersi l’ennesimo orgasmo per accorgersi di quella operazione. Sente però improvvisamente l’enorme cappella di lui appoggiarsi sul suo ano. Non fa in tempo a reagire. Micael con un potente colpo di reni infila la cappella nell’ano abbondantemente lubrificato. Scivola dentro di lei e la sfonda. Erica caccia un urla e cerca dimenandosi di bloccare quell’intrusione così prepotente e dolorosa. Ma Micael la blocca tra le sue cosce d’acciaio. La donna è bloccata ed infilzata. Sente quell’enorme bastone viscido ed unto risalire piano il suo intestino. Molto presto al dolore causato dallo sfondamento subentra un leggero senso di piacere. “Cosa mi fai, mascalzone – sussurra lei oscillando lentamente il suo culetto facilitando la penetrazione – . Mi hai fregata e mi hai fatto tanto male. Mi hai sverginata! Ne sei fiero, vero?”
Micael risponde aumentando la pressione della penetrazione ed infliggendo con violenza alla donna nel suo intestino dei poderosi colpi con il suo bastone di carne. Ad ogni violenta urto le piccole e sode mammelle sobbalzano e lei emette un gemito.
La tortura sembra aver termine quando la penetrazione è completata. Tutto il lungo e grosso pene dell’uomo è dentro di lei. Il clitoride è sempre preda delle dita di lui ed attenua il dolore della donna. Il piacere dell’interminabile ditalino si unisce al piacevole dolore dell’inculata subita. Ma Micael non si ferma ed inizia a stantuffare.
“Ti piace, Erica? – la interroga l’uomo che l’ha appena sverginata – . Lo sentì? Ti ho riempita dappertutto. Davanti e dietro! E fra poco ti sborrerò dentro! Ti piacerà sentirlo il mio sperma mentre ti risalirà l’intestino!” “Oh sì, mascalzone! Mi piace tanto, adesso! Sì, mi piace sentirlo dentro di me. Sono tua! Ma mi fai anche tanto male. Adesso voglio che tu mi sborri dentro! Voglio sentire il tuo sperma. Caldo ma soprattutto tanto, tanto!”
“Sìììììììì! Adessoooooo! Sì, Erica! Ti schizzo! – urla improvvisamente Micael per il quale le parole di Erica hanno avuto evidentemente un effetto dirompente – Tuttoooooo! Tutto nel tuo culo, Erica. Tutta la mia sborra! Te la prendi tutta nel culo! La sentii?” “Sì, sì, sìììììì, la sento’ Quanta ne fai’ E caldissima’ Mi riempi tutta! E godo! E godoooooo anch’io! Sìììììì, le tue mani. Il tuo cazzo! Mi hai riempita! La tua sborra! Sono piena di sborra. La tua! Dappertutto!”
Micael si blocca. Non stantuffa più nello sfintere spalancato e dolorante di Erica. Non sborra più. Erica solleva lentamente il capo e fissa imbronciata lo schermo. “Hai finito? – chiede con un filo di voce – Non ne hai proprio più, finalmente? Con tutta quella tua sborraccia mi hai fatto un vero clistere’ Uffa! Sono strapiena di sborra dappertutto! Voi due mi avete fatto una maschera con il vostro puzzolente liquido seminale! Tu mi hai invece riempito con quel clistere il pancino! Devo correre al bagno, adesso’ Devo svuotarmi e ripulirmi! Sono sporca! Non guardatemi così, vi prego! In queste condizioni…”
Si sfila scivolando da sotto il corpo gocciolante di sudore di Micael. Si alza dal letto e mentre si dirige sculettando verso il bagno subito è costretta a tamponare con una mano la colata di liquidissimo sperma che fuoriesce abbondantemente dal buchino ancora assai dilatato del suo bellissimo culetto. “Che vergogna! – brontola la giovane donna – Uffa! Vi prego, di nuovo! Non guardatemi così! Adesso! Sono una signora e sono in difficoltà e tanto imbarazzata! Per colpa di voi maschiacci! Voi tre mi avete fatta diventare un contenitore di sperma! La vostra! E adesso quella robaccia mi cola dappertutto! E almeno non riprendermi così… Ferma la ripresa, per favore…”
La vediamo così entrare di corsa nel bagno e poi la sentiamo gettarsi sotto la doccia. Quando esce coperta solamente da un piccolo asciugamanino e con le tettine ancora ben in vista è ancora più bella. Ci vede e si agita. “E state tranquilli adesso’ mi raccomando. Mi sono appena ripulita tutta e devo scappare a casa! Datemi, per favore, tutti i miei vestiti!”
Marko le lancia la maglietta e il gonnellino. “E il reggiseno e le mutandine? – chiede subito lei già subodorando qualcosa – Uffa, ragazzi, non fate così! Ridatemi le mie cose’ Non vorrete mica mandarmi via così! Tutta nuda, sotto?” “Mi dispiace signora! – la prende in giro Marko – Le sue mutandine e il reggiseno sono già in bacheca! Conserveremo il tutto con la massima cura, così come era quando glielo abbiamo tolto. Ricorda? Tutto erano impregnato ancora dai suoi odori più intimi’ Il buon profumo che usa nel reggiseno e l’umida fragranza della sua fica nella mutandina! Ci dispiace!” “Siete tre stronzi e pure feticisti – strepita lei guardandoci storto con disprezzo – . E cosa ve ne farete di questi trofei? Ah, lo immagino! Li annuserete e vi farete poi dei gran segoni. Bello schizzare sul mio reggiseno e sulle mie mutandine, vero? Sporcarle per bene e poi magari anche usarle per pulirvi il vostro cazzo! Vi odio! Fare queste cose con le mie mutandine'”
Si riveste in fretta. Non puo non farci alla fine però un sorriso. “Siete proprio tre mascalzoni e tre maschiacci – conclude ridendo con un filo di voce che ammette il suo indubbio piacere provato – . Ma siete proprio carini e soprattutto sapete cosa fare ad una donna! Me ne avete fatte di tutti i colori! Ma mi avete fatto godere tanto! Come mai avevo fatto prima. Mi pare che ve l’ho mostrato proprio tutto il mio orgasmo e voi ve lo siete proprio gustato. Con quella telecamera, poi’ Mi raccomando, sono una donna sposata… Il filmino è un mio regalo a tre giovani uomini. E va bene, ve lo concedo…Fatene un buon uso! Vostro, nel vostro privato’ Quando arete voglia e la morosa non c’è’ Potrete farlo di nuovo con me! Vi prego, però, non mostratemi nuda ad altri uomini. E non voglio che uno sconosciuto mi sborri così addosso! Proprio mentre me lo fate voi'”
Raggiunge la porta d’ingresso e mi cerca con lo sguardo. “Domani noi due ci sentiamo – mi dice – . Ti telefono perché sabato, lo sai, tocca a te!” La sera dopo Erica mi telefonò. “Ciao, birbante! – esordì al telefono – Mi avete distrutta ieri sera. Tu ed i tuoi amici! Per fortuna mio marito non c’era e non ci sarà fino a lunedì. Oggi non sono presentabile! Non avete avuto alcuna pietà! Tu, Micael e Franko’ Porci, perversi e cattivi! Come te! I vostri tre uccelli! Me li avete messi dappertutto! Mi avete fatto anche male! Micael mi ha sfondata oltre a farmi alla fine il clistere di sborra! Mi ha gonfiata per bene e mi sembra di sentirmela ancora oggi tut ta quella robaccianel pancino. Come quella che mi avete invece fatta ingurgitare! Prima, tu e poi il tuo amico croato!”
“Ma va là che ti è piaciuto – la interrompo subito – . Se tu non l’avessi voluto saresti potuta scappare’ Non l’hai fatto, mi sembra e ti sei gustata tre bellissimi uccelli!”
“Beh, effettivamente’ Non l’avevo mai fatto prima così’ – brontola ma confessa ancora Erica – E tutto quello sperma! Non ne avevo mai visto tanto tutto in una volta! Spruzzato poi in quel modo da tre cazzoni di quelle dimensioni! Lo avete enorme, tutti e tre! Micael, poi, ce l’ha disumano’ Come quello di un cavallo! Mi ha fatto addirittura paura quando me lo ha mostrato ed è diventato duro e ritto in quella maniera! E quando me l’ha fatto sentire nello sfintere, poi'”
Erica parlava, parlava e sentivo che era ancora eccitata. Come lo ero io che ero a letto. Nudo e naturalmente ascoltandola mi accarezzavo. Ce l’avevo duro e sentire parlare Erica in quel modo mi piaceva. Iniziai molto lentamente a scalpellarmi l’uccello ed a menarmelo. Mi feci scappare un sospiro ed Erica si interruppe. “Ma cosa stai facendo? – mi chiese sospettando qualcosa – Non ti starai mica accarezzando’ Ti stai facendo una sega pensando alle porcate che mi avete fatto fare?”
“Sì, Erica! Sei bellissima nuda con un uccello in bocca! – le rispondo un po’ ansimante – Ma sei ancora più brava a raccontare le cose che hai fatto!” “Porco! Porco e ancora porco! Mmm’ – mugugna lei – Sei sempre il solito porcone! Ma non schizzare così, adesso! Risparmiatelo tutto il tuo sperma per domani sera! Lo sai che dovrai sborrare più di una volta e dovrai farne anche tanto! Ketty è una insaziabile. Se la fai partire lei fa di tutto ma vuole anche ricevere tanto. Tanto sperma che a lei piace. Ma questa è una mia confidenza’ Ma te lo dirà anche lei se tu sarai in grado di farla sballare.”
Iniziai a ridere. “E tu? Farai la spettatrice? – le chiedo provocante – E’ vero’ A te piace guardare il giovane uomo che spruzza'” “Ehi, ragazzino! – mi aggredisce lei – Dopo tutto quello che ieri tu prima mi hai fatta fare nella macchina di mio marito e tutto quello che i tuoi amici mi hanno fatto dopo nella stanza della sborra’ Oh no, non preoccuparti! Mi divertirò anch’io’ Ma voglio vedere per bene cosa sei capace di fare con la mia amica Ketty. Io sarò lì, vedrai’ Ti aspettiamo a casa mia alle nove’ Ok, uomo? Ciao e mi raccomando! Non sprecare il tuo seme adesso’ Così, adesso e da solo. Chissà chi ti farà la prima sega domani sera’ Io o la dolce signora Ketty che tanto piace al giovane mister?”
Non mi diede il tempo di rispondere. Chiuse la telefonata. Io pensai che la donna aveva ragione su non disperdere e sprecare in quel momento il mio seme. A fatica riuscii ad addormentarmi.
Fui puntualissimo e quando suonai il campanello dell’appartamento di Erica ero eccitato ma anche molto teso. Mi attendevano due donne, belle e sposate, che avevano una gran voglia di divertirsi con il giovane allenatore dei loro figli.
Mi accolse Erica la quale cercò di mettermi subito a mio agio. Subito a sorpresa mi baciò appassionatamente spingendo con forza la sua lingua nella mia bocca. Mi lasciò addirittura senza fiato. Fu un bacio lunghissimo e lei volle così mostrarsi già calda e vogliosa. La guardai e la trovai come sempre vestita come una ragazzina. Maglietta rosa, gonna bianca molto corta e pure ben trasparente e scarpe da ginnastica rosa. Mi accorsi subito che come sempre non portava il reggiseno ed i suoi capezzoli già appuntiti si faceva notare attraverso la maglietta. Come le piccolissime dimensioni del perizoma bianco che vidi subito che lei indossava sotto il gonnellino.
“Ti piaccio? – mi chiese a bassa voce per non farsi sentire – Sono minimalista, come sempre’ E tu lo sai bene! Tu però mi preferiresti addirittura nuda” Mi prese per mano e mi trascinò nel salotto dove il tavolo era già apparecchiato. Ma soprattutto c’era già lei, Ketty. Bellissima e sorridente. Seduta mollemente sul divano assaporava l’aperitivo. Indossava una bellissima canottierina di seta nera generosamente aperta sul davanti. Senza spalline era praticamente appesa ai suoi seni che intravedevo coperti da un reggiseno nero. Era una canottierina indubbiamente molto particolare, molto sexy e da usarsi in serate di un certo tipo. Magari in compagnia del proprio marito.
La generosa scollatura lasciava vedere due seni più grandi e gonfi di quelli di Erica. Una bella abbondante quarta misura contro la terza che porterebbe la sua amica Erica se indossasse il reggiseno! Il leggerissimo reggiseno in pizzo nero di Ketty a fatica conteneva le due belle e rotondissime mammelle.
La gonna era un leggerissimo tubino nero. La posizione assunta dalla donna sul divano l’aveva fatto risalire moltissimo ben sopra il ginocchio, ben oltre la metà delle cosce ed aveva lasciato scoperte parecchio le gambe ricoperte da calze nere che prevedevo autoreggenti. Lei aveva temerariamente accavallato le gambe e le aveva poste in obliquo. E strette per cercare di non mostrare altre cose! Voleva tener nascosta almeno la sua mutandina. Sicuramente nera e di pizzo! Ne ero certo, abbinata a quel bellissimo reggiseno che mi aveva già mostrato!
Se Erica indossava le sue solite scarpe da tennis, Ketty portava invece ai piedi delle bellissime scarpe nere appuntite e con tacco dodici.
“Buonasera, mister… – esordì Ketty quando Erica mi quasi trascinò di fronte a lei – Con gran piacere vedo che lei ci degna della sua presenza a questa serata. Erica è proprio una padrona di casa fantastica. Ha approfittato, come me, dell’assenza di suo marito per lavoro. Posteggiati i bimbi che lei ben conosce dai nonni, ci siamo prese entrambe una serata di’ libertà! Anche lei, penso, si è liberato per una sera della sua giovane morosetta’ L’ho intravista una volta al campo! Mi è sembrata molto giovane e un po’ scialba… Ma ora veniamo a noi! Ed eccoci qua!”
Sorrise e mi sembrò ancora più bella. Con quella piccola bocca con le labbra ricoperte da un vistoso rossetto rosso, gli occhioni azzurri appena sfiorati da un leggerissimo trucco ed i bellissimi capelli lunghi e neri raccolti sopra da un cerchietto impreziosito da piccole bianchissime perline. Ketty era proprio una splendida donna. Quanto Erica era una fantastica puledrina! Da quel momento mi sentii già pronto. L’avevo già duro e lo sentivo in tiro dentro le mie mutande.
Ci sedemmo e ci gustammo la buonissima cena a base, naturalmente, di crostacei. “Dicono che abbiano un certo effetto sui maschietti’ – ironizzò Erica – Con lo zenzero, poi'” Io mi limitai ad un sorriso un po’ imbarazzato. “Ma dài, Erica! – si intromise subito Ketty – Cosa dici! Il nostro giovane mister è proprio un bel giovane maschio! è così prestantete e sicuramente così diverso dai nostri due mariti’ Non ha certo bisogno di certe cose! Vero, mister?”
Io di nuovo non risposi ma feci un sorriso di consenso. Non soddisfatta Erica continuava a versarmi l’ottimo vino. E in eguale misura riempiva pure quello di Ketty. “Ma tu… ma tu ci vuoi ubriacare? – chiese allegra Ketty ad Erica ‘ Vuoi abusare di noi? Lui è un uomo e sicuramente regge molto più di me il vino. A me invece basta poco per inebriarmi e per farmi fare stupidaggini’ Si chiamano così, no, quelle cose? E mi hai fatto già bere quell’aperitivo’ Ho già caldo!”
Ketty era veramente accaldata. L’aperitivo che Erica le aveva offerto e l’abbondante vino ghiacciato versatole più volte nel bicchiere dalla padrona di casa avevano iniziato a fare un certo effetto. Rideva parecchio, continuava ad accarezzarsi i lunghi capelli neri ed a bagnarsi le labbra.
La cena si era conclusa ed Erica, per completare l’opera, servì agli ospiti i liquorini che dovevano fungere da digestivi. Autentiche bombe che io stesso ingurgitai un po’ a fatica. Erica volle esagerare. Mi riempì per la seconda volta il bicchiere. “Bevilo, tesoro! – mi ordinò decisa – Penso che tu ne abbia proprio bisogno. Ti vedo piuttosto agitato”. Poi si avvicinò come per dirmi qualcosa all’orecchio.
“Lo sai? – mi sussurrò infatti all’orecchio – dicono che il sapore dello sperma che il maschietto dopo fa dipendere da quello che ha bevuto prima! Io lo so che tu lo fai amarissimo ma adesso lo devi fare meno amaro e più dolce! Non vorrai mica farcelo bere cattivo! Pensa alla signora Ketty! E a te va bene l’idea di farci ubriacare tutte e due con la tua sborra! Vero? E magari insieme'”
Per aiutarmi nelle rilassarmi pensò allora di dare inizio alla serata che avrebbe dovuto vedermi come protagonista. “Hai proprio ragione, Ketty’ – esclamò Erica già visibilmente surriscaldata – Fa proprio troppo caldo qui dentro! Io non lo sopporto proprio più! Spero tu non abbia nulla in contrario se mi metto un po’ più in libertà! Con questo caldo torrido’ Sarà l’effetto dell’aperitivo’ Oh forse di qualcosa d’altro! Tu no?”
Ketty non rispose, ma guardò con noncuranza la sua amica Erica levarsi prima la maglietta e poi il gonnellino. Rimase con il solito trasparentissimo tanghino rosa che esibiva il suo sesso completamente depilato e la sua vulva in evidenza. Non soddisfatta Erica tornò praticamente nuda a sedersi di nuovo sulle mie ginocchia e riprese a baciarmi. Baciava bene Erica! Con la lingua scatenata mi perlustrava la bocca e catturava la mia lingua. Non paga le piaceva riempirmela con la sua saliva’
“Ma Erica, cosa fai? – la rimproverò bonariamente subito Ketty – Come corri, tu! Noi due siamo due signore e il mister è ancora quasi un ragazzino'” “Ragazzino questo? – replicò Erica quasi gridando e socchiudendo gli occhi – Vedrai, vedrai che cazzo propone il ragazzino! E poi'” “E poi? – la interruppe curiosa Ketty – E poi cosa dovrebbe propormi il tuo ragazzino così ben dotato?” “Non lo immagini proprio, cara Ketty?” “Ma, non lo so’ Conoscendoti bene posso sospettare però qualcosa’ è così giovane, forte ed ha veramente un gran bel fisico! Non gli manca certamente una certa potenzialità! Sì, proprio quella! Ah, dimenticavo, a riguardo mi hai detto che ha tutte le sue cosine a posto’ E so bene anche che a te piace moltissimo vedere per bene come sono fatti i giovani uomini e soprattutto quanto maschi siano!”
Erica continuava a baciarmi con passione, annuendo con il capo e cominciò ad armeggiare con la cintura dei miei calzoni. “Perché a te no? Io l’ho già fatto! Non ti piacerebbe vederlo anche tu tutto nudo e poi'” “E poi cosa? – chiese di nuovo Ketty ansimando per la prima volta leggermente con un gesto di stizza – Cosa dovrebbe piacermi così tanto?” “Quello che da tanto tempo non vedi fare a Piercarlo, il tuo cornutissimo marito! Il cazzo duro, ben ritto e'” “Ma’ – la incalza Ketty ormai visibilmente alterata e sempre più ansimante – Cosa ancora dovrei vedere oltre ad un uccello duro ed in piena erezione?” “Vederlo, vederlo da vicino quando spruzza! Sì, quando ha raggiunto l’orgasmo e finalmente schizza il suo sperma dappertutto!” “Ma’ ma Erica! – brontola Ketty mostrandosi imbarazzata – Non dirmi queste cose! E davanti a lui! Tu mi conosci e sai bene di cosa posso essere capace di fare anch’io’ Soprattutto se provocata, però’ Accidenti, non riesco proprio a controllarmi ed a trattenermi! Come dovrebbe una donna sposata!”
“Ma Ketty, proprio perché ti conosco benissimo ti parlo così. Io… io sono già quasi nuda’ E il ragazzino qui è già quasi pronto! Lo sento già, sai, il suo coso! Ti assicuro che è già in tiro! Eccome!”
Ketty non replicò. Finì di bere tutto d’un fiato il liquorino e si diresse verso la poltrona. Si quasi distese con un movimento studiato e accavallò le sue splendide gambe affusolate facendo ben risalire vertiginosamente il tubino stretto lungo le cosce. Mi mostrò così lo splendido pizzo delle sue calze autoreggenti. Poi, soddisfatta, mi elargì un sorriso.
“E allora, mister, vuole proprio regalare a queste due mogliettine così annoiate uno spettacolino per loro così intrigante? Ce la fa a mostrarsi tutto nudo davanti a due donne? Non si vergogna troppo a mostrarci tutta la sua’ attrezzatura? Erica mi garantisce sul suo pene e’ su tutto il resto! Ma io, sono così curiosa’ Di vederglielo, per il momento’ E poi noi siamo due e molto viziose’ E’ sicuro di essere capace di darci tutto quello che vogliamo? Beh, la notte potrebbe essere anche molto lunga per lei’ Insomma, è in grado di venire anche più d’una volta, spero’ Potremmo farle fare la sua robina anche più volte! Ce la farai, uomo?”
Sentirmi dire quelle cose da Ketty, che da tanto tempo avevo immaginata nuda mentre mi faceva un pompino e che mi aveva così costretto a farmi una serie infinita di seghe con enormi sborrate sulla mia pancia, mi provocò una irrefrenabile voglia di darle prima possibile tutta la mia sborra. Di sporcarla tutta con il mio seme. Come con Erica avevo già fatto e che volevo rifare. Sì, volevo proprio riempirle tutte e due con il mio sperma! Ero sicuro di riuscire a farne tanto!
Ketty sembrò mi avesse letto nel pensiero. “Ehi, piccolo uomo! Non farti certe idee! Come Erica sono una donna giovane e quindi molto, molto fertile. Oltre che sposatissima. Sono sicura che tu non ce l’hai'” “Cosa? – chiesi facendo il finto tonto – Cosa dovrei avere?” “Ma uffa! – mi replicò stizzita – Sei probabilmente un vero e proprio stallone ma sei anche proprio un ragazzino scapestrato e non ti preoccupi assolutamente che potresti ingravidare la femmina! E allora… hai un preservativo? A Erica non lo so ma a me non potresti farmela dentro! Hai capito? No, non dovresti…”
“Siete due belle donne. Io’ io sono qui. Ora sono vostro e voi potete farmi quello che volete. Potrete prendervi tutto quello che ho. Ne ho abbastanza per soddisfarvi. Vero, Erica? Ma soprattutto vi offro la libertà di decidere voi quando farmi venire e soprattutto dove schizzare la mia roba!”
Erica mi sorrise, mi prese per mano e mi portò di fronte a Ketty sempre più mollemente distesa sulla poltrona. Le mie ultime parole l’avevano tranquillizzata.
“Adesso te lo metto nudo! – si rivolse Erica a Ketty – Gli levo tutto e così potrai ammirare finalmente l’uccello del mister. Ti va?” “Va bene, Erica. Sono molto curiosa di vedere l’uccello del ragazzino. Sarà sicuramente meglio di quello di Piercarlo’ E lui, il ragazzino, si fa spogliare così? Tutto e subito?” “Ma certo – le rispose sicura Erica – . Sa di avere un bel cazzo e gli piace mostrarlo a due belle donne come siamo noi due! Vero, mister?” Non risposi ma abbassa il capo in segno di assenso. Non mi era mai successo di trovarmi in quella situazione e non volevo mostrarmi subito completamente nudo e con il mio cazzo ben rizzato. Soprattutto davanti a due belle donne come Erica e Ketty. Non volevo mostrarmi subito così eccitato.
“Oh, il giovane uomo fa il timido’ – ridacchiò Erica iniziando a sollevarmi la maglietta ed accarezzandomi il ventre – Vedrai, Ketty, come gli piace essere spogliato da una donna!” Erica effettivamente sapeva usare molto bene le mani e le dita. Prima si lasciava andare a carezze molto particolari. Il rigonfiamento sempre più visibile nei miei pantaloni dimostrava la grande capacità di Erica nel toccare un maschio. “Ohhh… – emise con soddisfazione la giovane donna notando ciò che aveva provocato – Guarda, guarda come è vivace il pene del ragazzino'”
Mi sfilò la maglietta e subito dopo si inginocchiò. Non perse tempo e fissandomi negli occhi mi aprì la cintura, mi slacciò i bottoncini dei calzoni e con decisione me li abbassò in giù. Me li sfilò completamente e li lanciò ai piedi di Ketty. Ero rimasto con addosso solamente lo slip che a fatica ricopriva il mio sesso già in tiro. La mia eccitazione era ben visibile e il mio glande cercava di sfondare la resistenza dell’elastico del mio slip.
“Bello vero! Il ragazzino ha proprio un bel corpo’ – commentò Erica rivolgendosi a Ketty – Guarda, guarda come è già su di giri! E vedrà il resto'”
“Mmmmm’ – miagolò per un attimo la bella signora Ketty – Lui ha veramente uno splendido corpo e il suo’ coso è proprio molto prepotente e mi sembra brami la libertà e di mostrarsi in tutto il suo, ehm… splendore!”
Io continuavo a rimanere in silenzio ed a respirare un po’ affannosamente. “Hai proprio ragione, Ketty! – le confermò Erica – Il suo cazzo vuole proprio essere libero, mostrarsi bello e duro com’è e soprattutto esibire a noi due tutta la sua mascolinità. Ha una voglia, dentro’ Potrebbe esplodere… Potrebbe diluviare sperma, da un momento all’altro… E inondare dappertutto…”
Trattenni il respiro apnea sentii Erica avvicinare lentamente le sue mani ai miei fianchi e infilare i pollici dentro il mio slippino. Lei volle fissarmi di nuovo negli occhi e sorridermi. Poi, piano, piano, con una lentezza esasperante iniziò ad abbassarmi la mutandina. Come le piaceva abbassarmi così lo slip. E davanti a Ketty!
“Eccolo! – gridò Erica cercando lo sguardo di Ketty – Guardatelo! è proprio bello! Ti piace, Ketty, l’uccello del ragazzino?”
Il mio pene, finalmente libero, era scattato fuori come una molla. Parzialmente scappellata aveva sbattuto sul mio ventre e raggiungeva l’ombelico. Era duro, ritto e già tanto, tanto gonfio. Avevo già una gran voglia di sborrare. E sapevo che le due donne avevano anche loro una gran voglia di vedermelo fare. Di vedermi lanciare zampilli di sborra!
“Uauuu! – esclamò Ketty – Bello! è proprio un gran bel cazzo! Ehi, porcellina’ Cosa fai? Così, subito, davanti a me'” Erica se lo era messo subito in bocca. Non aveva resistito. Il mio uccello era scomparso nella sua bocca spalancata. Erica aveva voglia di farmi il pompino e le piaceva farmelo davanti a Ketty. Gemeva, sospirava e con gli occhi spalancati guardava me e Ketty.
“Sìììììì! Sì, Erica. Così, così! – la incitai quasi ululando – Succhiamelo tutto per bene! Oh Erica, come sei brava a fare pompini’ E tu, Ketty, li fai i pompini? Ti piacerà vero farlo anche a me’ ”
Ketty era tutta rossa in viso e fissava Erica mentre mi spompinava. Le piaceva guardare. Ma ero certo che le sarebbe piaciuto essere lei in quel momento al posto di Erica. La vidi accarezzarsi il seno sotto la canottierina. E stringere con forza le cosce.
Guardai Erica e ci fu uno sguardo d’intesa. Era giunto il momento di Ketty. Tirai fuori il mio pene dalla sua bocca e mi avvicinai alla poltrona dove Ketty era praticamente distesa. Aveva assunto una posizione stupenda. La canottierina già abbondantemente aperta sul davanti ed ai lati si era anche abbassata e lasciava bene intravedere il reggiseno di pizzo nero. Il tubino era pure risalito tantissimo ed era diventato poco più di una cintura. Naturalmente lo slippino, anche lui di pizzo nero, faceva appena, appena capolino. Ketty, così, era meravigliosa.
Giunto di fronte a lei le feci distendere le gambe e subito con le mani andai alla ricerca della cernieretta del gonnellino. Mi soffermai ad accarezzare il suo culetto ma poi, trovata la cerniera, l’abbassai. Subito dopo mi fu facile sfilarle completamente il tubino. Lei non oppose resistenza ed anzi facilitò con dei lenti movimenti del bacino l’operazione. Volutamente le abbassai lentamente il leggerissimo tubino. Apparve la mutandina nera trasparente e ricca di pizzi. Mi fece intravedere così per la prima volta la sua fica e lo splendido pelo nero. A differenza di Erica, bionda e completamente depilata, Ketty aveva una fica pelosa, ornata da pelo riccioluto e nerissimo. Scendendo scoprì le bellissime calze autoreggenti di seta nera.
“Ti piaccio proprio! – sospirò a lungo Ketty – Mi raccomando, uomo, comportati bene! Ce l’hai già in tiro, accidenti! Non combinare disastri!”
Non le diedi ascolto e capendo che era giunto il momento iniziai a sollevarle la canottiera. Lei mi lasciò fare ed anzi sollevò leggermente la schiena dalla poltrona e alzò le braccia per facilitare la svestizione. Il reggiseno che mi esibì era ugualmente di seta nera trasparentissima ed arricchito da pizzi neri che facevano da cornice ai capezzoli dalle enormi areole brune.
Ketty non era nuda. Ma con quel completino intimo e quelle calze era da urlo. Il reggiseno e le mutandine facevano intravedere tutte le sue cosine. Che avrei presto visto. Quel reggiseno e quella mutandina sarebbero molto presto scomparsi.
Ero eccitato e mi sentivo affannato. Risalii il suo corpo è a cavalcioni della poltrona mi sedetti sul suo seno e le proposi il mio uccello ritto davanti ai suoi occhi spalancati. “Cosa mi vuoi fare? – mi chiese sussurrando – Uffa! Dimmelo!” “Signora Ketty, voglio fare quello che ho già fatto alla signora Erica e che lei ha guardato molto volentieri! Sì, voglio proprio metterglielo in bocca, signora Ketty! Ed Erica la vedrà con il mio uccello in bocca!” “Sei proprio un bel maialino, tu! – brontolò lei un po’ rassegnata – Non mi sono mai fatta guardare mentre faccio certe cose’ Ma, se è proprio questo quello che vuoi, accomodati!”
Si adagiò di nuovo sulla poltrona, socchiuse gli occhi e, dopo essersi leccata le labbra, spalancò la bocca. Sì, la signora Ketty mi offriva la sua bocca e mi regalava un suo splendido pompino.
Io non persi tempo e immersi il mio pene nella sua bocca calda e spalancata. Il mio uccello era piuttosto grosso e fece fatica a penetrarla. Lei emise dei gemiti che poi si trasformarono in sospiri di piacere. Alla signora Ketty piaceva avere in bocca un uccello e succhiarlo. Io aumentai il ritmo e cominciai a scoparla in bocca. Sentii il mio pene gonfiarsi ed irrigidirsi ancor di più. Anche Ketty si accorse di quello che stava succedendo e con l’indice della mano mi fece un chiaro segno di diniego. “Non vuole signora che le schizzi in bocca? Non le piace la sborra dell’uomo? Non beve lo sperma di suo marito?”
Lei rumoreggiò e con un gemito mi fece intendere la risposta. Io allora, come allora avevo già fatto con Erica, levai il mio cazzo dalla sua bocca.
“Scusami, tesoro! – mi disse subito sputando il mio cazzo – Hai veramente un bellissimo uccello ed è stato bello prendertelo in bocca. Mi è proprio piaciuto farti un pompino. Ma quella roba lì, adesso, davanti ad Erica’ Insomma non mi va! Dopo, forse'”
Io non battei ciglio e mi alzai. La presi per mano, la feci alzare e la costrinsi a rimanere in piedi davanti a me praticamente nuda. Lei, tra imbarazzo e malizia, pensò bene di coprirsi il sesso e le mammelle con le braccia.
A quel punto chiamai Erica. La misi a fianco di Ketty. Erano veramente belle a vedersi le due giovani donne. In piedi e l’una vicina all’altra. Erica già senza il reggiseno mostrava le sue due bellissime piccole mammelle. Sode, rotonde e con i capezzolini appuntiti. Il tanghino rosa tanto trasparente mostrava il suo bel sesso completamente depilato. Ketty, invece, indossava ancora il reggiseno, la mutandina e le calze autoreggenti. Nonostante gli indumenti era però praticamente nuda.
Mi avvicinai ad Erica. Le sorrisi e platealmente le volli mostrare il mio uccello già scappellato. Diventò seria e lo fu ancor di più quando le abbassai il tanga. Emise solamente un lieve sospiro. Mi spostai allora verso Ketty che naturalmente subito immaginò quali fossero le mie intenzioni. Infatti abbassò per un attimo il capo. No, evidentemente non le piaceva troppo essere trattata così. Con una mano andai dietro la sua schiena e le sganciai il reggiseno. Cadde e liberò i suoi due bellissimi seni. Piuttosto grandi, gonfi ma naturalmente ben sollevati. Erano addirittura appuntiti e i due capezzoli con le loro enormi areole scure erano ben ritti ed appuntiti.
Lei sbuffò rumorosamente con le due mani ingenuamente si coprì le due mammelle. Io naturalmente non mi fermai lì e mi occupai della sua mutandina. Lei si irrigidì quando sentii i miei pollici infilarsi dentro lo slip e sospirò profondamente quando le abbassai la piccola mutandina di pizzo. Mi mostrò la figa ed io infastidendola la fissai a lungo. “Ho una bella passerina vero? – mi chiese sbuffando per l’insistenza con la quale l’avevo guardata – Io non mi depilo perché non posso andare dall’estetista. Piercarlo è troppo geloso e non sopporterebbe l’idea che un altro uomo abbia sfiorato e guardato per bene la fica di sua moglie. Capito, uomo?”
‘Capisco perfettamente entrambi i vostri mariti. Siete due bellissime mogliettine. Nude, poi, lo siete ancor di più! – sghignazzai per un attimo – Se vi vedessero ora così…’
Eravamo giunti al momento più piccante della serata. Eravamo tutti e tre completamente nudi e pieni di voglia. Erica prese l’iniziativa e ci prese per mano. Ci portò nella sua camera da letto dove troneggiava un enorme letto rotondo. “Mi raccomando, tu! – mi avvertì lei – Comportati bene. Attento a come lo fai!” “Non capisco – la interruppi io – . Cosa vuoi dire?” “Voglio dire che quando verrai cerca di non fare disastri e di no spruzzare il tuo sperma dappertutto! – aggiunse allargando le braccia e mimando la mia sborrata come fosse un’esplosione! Va bene che tu vuoi schizzare in libertà ma, insomma, ti prego non proprio dappertutto! Domani qui dormirà mio marito! Capito?”
“Ho capito, ho capito’ – risposi arrossendo vistosamente – Cercherò di non’ sporcare troppo il tuo letto matrimoniale! Ho qualche idea per evitarlo'”
Mi buttai sul letto e allargai le mie gambe al massimo. Poi con un cenno chiamai le due donne vicino a me. Inginocchiate ai lati del mio corpo nudo. Esse ubbidirono e guardandosi in quella situazione un po’ con imbarazzo presero la posizione che avevo loro indicata. Poi con le mani iniziai ad accarezzare prima le loro mammelle per eccitarle ancora un po’. Le due erano già eccitate e pronte. Accarezzai le loro nuche e con una leggera pressione feci intendere immediatamente cosa volessi da loro. Dovevano insieme iniziare a spompinarmi. Lo sapevano sicuramente fare tutte due molto bene. Insieme, poi, sarebbero state fantastiche. Volevo sentire le loro labbra e le loro lingue.
In silenzio si abbassarono ed iniziarono con la lingua a baciarmi il ventre. Poi ognuna pensò bene di adoperarsi secondo i propri istinti e le proprie fantasie. Entrambe si mostrarono due fantastiche femmine.
“Sì, brave! – le premiai con voce suadente – Vi voglio proprio così. Sottomesse completamente e come due belle puttanelle!”
Erica non commentò mentre Ketty emise un sospiro e prima di appoggiare la sua bocca sul mio pube si raccolse con estrema calma i lunghi capelli dietro la nuca. Come Erica subito dopo socchiuse gli occhi e così continuò a fissarmi mentre con le labbra si dilettava a giocherellare con i miei peli ed a bagnarli con la sua saliva. Io contraccambiai allungando le mie braccia verso i loro seni. Con le mani catturai ad entrambe una tetta. Le sfiorai e le accarezzai. Poi catturai e strinsi con forza con i pollici e gli indici i loro capezzoli già duri e ritti. In particolare Ketty non reggeva a quel piacevolissimo mio tormento. Era già eccitata. L’odore del mio cazzo e la tortura che le mie dita la sottoponevano l’avevano già fatta decollare.
“Oh sììììì… Ci sai proprio fare, tu! – sospirava già ansimando – Sei proprio bravo a fare certe cose! Proprio quelle che piacciono tanto ad una donna! Sì, proprio così! Come mi piace… Come mi accarezzi e come mi tormenti la mia tettina! Continua, continua'”
Erica in silenzio annuiva ma il suo piccolo seno con il capezzolino allungato ed appuntito dimostrava anche tutto il suo piacere.
Volli continuare nell’accarezzare molto lentamente e dolcemente i corpi delle due donne. Abbandonai i loro seni ed infilai le mani ben spalancate sotto il loro sesso. Con il palmo sentii il calore che le due vagine emanavano. Le grandi labbra della fica di Ketty, già umide e ben in evidenza, si fecero ben sentire. “Lo senti? – miagolava lei mentre mi inondava con la sua saliva i peli del mio pube – Sono già tutta bagnata'”
Erica aveva nel frattempo rotto gli indugi. Mi aveva fissato, aveva alzato gli occhi al cielo e quasi gemendo mi avevo detto ciò che aspettavo. “Adesso, uomo, adesso’ Te lo prendo in bocca. Ti faccio il pompino che a te piace tanto! Lui è bello ed è già pronto! Ma mi raccomando, tesoro, cerca di controllarti! Oggi siamo in due’ Non sborrare subito tutta la tua roba!” Spalancò la bocca e se lo prese tutto dentro fino in gola. Ketty guardò lei con il mio cazzo in bocca e poi cercò il mio sguardo. “Ti piace, eh, metterlo in bocca alle donne’ – mi disse sottomessa con un filo di voce – Soprattutto poi se sono due ed una ti guarda e’ si prepara. A succhiartelo, naturalmente! E tu ami proprio tanto fartelo ciucciare per bene! Oh sì, lo so, te lo farò anch’io! è da tanto tempo che sogni che te lo faccio anch’io un pompino’ E’ da quando mi hai vista la prima volta! E quante hai fantasticato su di me… Lo immagino, lo immagino… Vero?”
Come risposta senza alcun preambolo e con due dita infilai le due fighe. Erica si irrigidì ma apprezzò quella mia intrusione a sorpresa nel suo sesso ed aumentò il ritmo del pompino. Ketty invece emise un lunghissimo gemito. “Stronzo! – mi urlò quasi con rabbia – Mi hai fatto male, così! Non sono mica una cavalla’ Anche se sono già tutta bagnata’ Tutta colpa tua! Con quelle mani e quelle dita!”
Non aggiunse altro ma dopo aver anche lei spalancato la bocca si abbassò ulteriormente, raggiunse il mio scroto e dopo averlo leccato a lungo si impossessò tra le labbra dei miei testicoli. Uno alla volta li prese tutti e due in bocca. Con la sua lingua li leccò per bene. Poi li misurò, li soppesò e alla fine li giudicò. “Ehi, ragazzino, ti è piaciuto proprio tanto il lavoretto che ti ho fatto! Hai due palle veramente belle, gonfie e pesanti. Tutte da leccare! Sono belle e lisce, da giovane maschio! Non sono come quelle di mio marito che sono scure, rugose e pendule! Ma tu sei anche bravo a fare altro! Cosa mi stai combinando con quelle dita! Che ditalino mi stai facendo! Sto per venire, io’ Sei proprio un mascalzone! Mi vuoi far impazzire’ Adesso vedrai cosa ti combino io…”
Fece uno sguardo d’intesa con Erica e si sollevò. Poi con aria di sfida mi informò sulle intenzioni di loro due. “Adesso la mia amica vuole scoparti. Vero Erica?” “Sì, Ketty! Voglio proprio sentire il suo cazzo dentro di me! è già bello duro e mi sembra che sia proprio pronto! – le confermò Erica sospirando profondamente – Ho proprio voglia di sentirlo tutto dentro. Sto già godendo e non vedo l’ora di sentirmelo tutto dentro mentre si gonfia, pulsa e mi inonda tutta di sborra! Voglio che me la schizzi tutta dentro alla faccia del mio marito cornuto! Non serve il preservativo per me e non vedo l’ora di sentire il caldo seme di lui riempirmi la mia passerina! Anche tu vero, Ketty, ti farai dopo scopare così’ E anche tu ti farai riempire tutta! Alla faccia del tuo cornuto Piercarlo!”
“Non lo so, ancora! Ma prima voglio un po’ divertirmi con l’ometto. Lo farò lavorare mentre tu te lo scopi! Ti va?’ ‘Certo, Ketty! Buon divertimento! Strapazzamelo un po’ l’ometto! Mentre io me lo scopo per bene!”
Mi sentii, molto piacevolmente, braccato e strumento di piacere delle due donne. Erica con un lungo sospiro si impalò e dopo aver sospinto tutto il mio uccello dentro di sè iniziò a cavalcarmi freneticamente. Sù e giù, con violenza si faceva conficcare dalla mia spada calda e lubrificata. Emetteva lunghi sospiri alternati ad acuti gridolini. Non la vedevo perché non potevo. Ketty era risalita fin sù sul mio corpo e dopo essersi accovacciata sul mio viso mi aveva schiacciato la sua bella fica pelosa sulla mia bocca. “E adesso datti da fare e mostrami come mi lecchi per bene la figa! A te piace tanto essere spompinato, vero? Io l’ho fatto! Adesso tocca a te! Leccami! Leccami tutta! Voglio sentire la tua lingua! Sì, così! Proprio così! Oh, com’è bello e come sei bravo a leccare la fica ad una donna! Anche se lei ti sbrodola, ti sporca… Come faccio io… Sììììììì! Cosììììììì! Non fermarti più! Te lo ordino! Troppooooo! Mi piace troppo come mi lecchi!”
Le due donne mi avevano imprigionato e mi stavano usando. Io, sottomesso ed ubbidiente, stantuffavo con forza il mio pene dentro la vagina di Erica che spalancata pulsava e mi inondava. “Bello, bello! Troppo bello! Che cazzo hai, uomo! E’ grosso, è duro e me lo stai sbattendo fin sù’ Mmm’ altro che mio marito’ Quel gran cornuto! E tu sborrerai tanto, vero? Dimmelo, dimmelo… Un fiume di sperma fai tu! Non due goccioline puzzolenti! E non subito, ma quando io ti chiederò la tua sborra!”
Mi piaceva troppo sentire Erica parlare e delirare così senza alcun freno inibitore che, da donna sposata quale era, avrebbe potuto almeno un po’ limitarla. Anzi se ciò eccitava lei a me stimolava ed elettrizzava ancor di più. Mi piaceva pompare nella fica della moglie di un uomo cornuto! E il pensiero che avrei riempita la sua femmina del mio liquido seminale mi faceva impazzire dal desiderio e dalla voglia di farlo! Sì, volevo sborrarle prima possibile nella fica! Nella fica che la mogliettina nel loro letto mi offriva ora spalancata e pronta a ricevere il mio giovane sperma!
Ma anche Ketty era egualmente eccitata e pure lei ansimando si faceva sentire. Mi aveva appoggiato sulla mia bocca le sue enormi e grosse labbra della vagina già spalancata e ben bagnata Così mi aveva fatto sprofondare il naso e gli occhi sulla sua folta peluria nerissima e riccioluta che le incorniciava il sesso. Ne sentivo l’odore, forte ed inebriante. Era il profumo di femmina di quella splendida donna alla quale stavo leccando la figa!
Lei strusciava volontariamente senza soste il suo sesso ben aperto sulla mia bocca. Accompagnava il movimento con tutto il bacino e faceva ballonzolare le belle tette. Non mi feci pregare ed infilai la mia lingua dentro la sua figa già fradicia. Andai alla ricerca del clitoride. Era enorme e lo trovai subito. Pulsava e chiedeva di essere tormentato. “Oh, mascalzone! – gemette subito lei appena sentii la mia lingua attaccare il suo grilletto – L’hai già trovato e adesso… Cosa mi combini? Ohhh, tesoro, così mi torturi’ Mmmm…. Sìììììì, cosìììììììì! Come sei bravo! Sei proprio un maschiaccio, tu!”
Con la lingua mi feci sentire e il suo enorme clitoride mi diede subito grandi soddisfazioni. Ketty iniziò a bagnarsi e lasciò colare i suoi umori che mi inondarono. Era venuta e stava godendo. Le piaceva godermi in bocca e me lo disse senza alcun pudore. “Sì, tesoro! – iniziò ad urlare ansimando – Cosìììììì, proprio cosììììììì! Mi fai impazzire’ Io’ io… vengoooooo! Schizzoooooo! Sbrodolooooo’ Sìììììì’ Ti sbrodolo tutto in bocca! Oh sì, mi piace troppo fartela in bocca! Ti piace? Non ti piace la mia robina? Mi dispiace’ Ma… ma neanche a me piace lo sperma di voi uomini! Uffa! Ma io no la rifiuto, non scappo davanti al pene che mi scoppia in bocca! E adesso devi, uomo, devi tu berla tutta e ingoiala come facciamo noi donne quando voi maschiacci ci sborrate in bocca! Anche tu, tesoro, lo fai e senza pietà. E come ti è piaciuto vedere le sofferenze della tua giovane morosa mentre le hai schizzato in bocca. E ancor più dopo quando a fatica le hai imposto l’ingoio. Sì le hai fatto bere per bene tutto il tuo sperma e l’hai costretta subito a buttarlo giù! Tutto, tutto’ E non solo alla tua morosa, vero, hai riservato questo trattamento! Anche tu, ne sono sicura, come tutti gli altri maschiacci! Siete tutti eguali quando fate certe cose e volete da noi donne quelle cose!”
Le sue ultime parole vennero quasi sormontate da quelle della sua amica che mi stava cavalcando freneticamente. “Ecco, eccooooo! – iniziò a strepitare Erica scuotendosi tutta ed aumentando ancor di più il suo sù e giù sul mio uccello – Io’ io… sììììììì….. sììììì’ adesso! Vengoooooo! Schizzoooo! Come una cagna in calore! Godoooo.. Tanto, tanto! Ma com’è bello godere e venire così, sopra di te!”
Erica mi stava scopando con frenesia. Sapeva farlo molto bene e la eccitava farlo davanti alla sua amica. Le sue parole mi fecero vacillare. “E vieni anche tu, uomo! Sì, tesoro… Insieme a me’ – insistette lei – Ti prego, sborra anche tu, come me’ Vienimi dentro, riempimi tutta! Fammi sentire i tuoi schizzoni. Sìììì… tutti! Le voglio tutte le tue sborrate! Cosìììì, cosìììì, riempimi tutta! Voglio essere gonfiata di sborra! La tua sborra!”
Non ressi più. Mentre mi colavano sul mento e sul collo i caldi umori che fuoriuscivano copiosi dalla figa di Ketty iniziai prima a sussultare e subito dopo a versare nelle sesso di Erica i miei primi caldissimi spruzzi di sperma. Finalmente! Sborravo nella figa di Erica! Una vagina favolosa! La sentì spalancarsi e pulsare ancor di più. Erica iniziò a sussurrare mescolando i gemiti di piacere e l’irrefrenabile delirio dell’estasi dell’orgasmo. “Oh sì, la sento’ Sìììììì’ Finalmente’ La tua sborra, tutta la tua sborra dentro di me! E’ tanta, calda e mi sta riempendo tutta. Il mio pancino è pieno del tuo sperma! Sei un maschiaccio e ne fai tanta come uno stallone!”
Sborrai tantissimo. Ad ogni mio sussulto era seguito un schizzo e quindi un gemito della donna che si sentì sempre di più riempita dal mio liquido seminale. E lei era così giovane e… fertile!
La mia eiaculazione rallentò e quindi cessò. Erica e Ketty si raggomitolarono soddisfatte e come due gattine iniziarono a farmi le fusa. Molto presto queste si trasformarono in carezze che ebbero l’effetto di risvegliare tutta la mascolinità che avevo ancora dentro di me. Entrambe, sospirando, alzarono di nuovo la temperatura dell’ambiente. Insieme pensarono di adoperarsi, a modo loro, nel ripulire il mio corpo e quindi ridestare immediatamente quello che sarebbe stato molto presto l’oggetto del loro piacere.
Dopo avermi insieme a lungo sfiorato con abili carezze il ventre, il pube ed i coglioni ciascuna si impegnò con la propria lingua nel ripulire su di me ciò che l’altra aveva sporcato.
Erica si avvicinò alla mia bocca. Mi baciò e quindi, piano piano, mi leccò tutto per levarmi i vischiosi liquidi che la sua amica Ketty mi aveva riversato sul volto. Quelli che non avevo bevuto. “Quanta roba hai fatto! – rimproverò Erica l’amica – E quanta roba l’avrai anche fatto bere! Sei proprio una porcellina. Se Piercarlo lo sapesse'”
Ketty non rispose. Era troppo impegnata in una operazione ancora più delicata. Con gli occhi socchiusi, mentre con una mano si era raccolta di nuovo i lunghi capelli neri sulla nuca, con il pollice e l’indice dell’altra aveva catturato il mio glande ancora sporco di sperma. Il mio pene aveva subito reagito sentendo le dita di Ketty e si era rizzato. “Ehi! Stai calmino, tu’ – lo rimproverò affettuosamente lei sorpresa da quella reazione che dimostrava l’immediato ridestarsi del mio desiderio – Hai appena fornito un’ottima prestazione. Da stallone hai forse già fecondato una cavallina! Sì, lo so, anche Erica come me può prendere la pillolina del giorno dopo’ Visto come l’hai inondata con tutta quella robaccia'”
Ma Ketty non era ancora soddisfatta e voleva continuare a giocare. “Insomma! – continuò lei con tono severo – Adesso devo ripulirti. Stai buonino e, soprattutto, calmino! Ci penserò io’ Spero che ti piaccia’ Ma non troppo… ancora!”
La bella signora Ketty mi sorrise, mi fece un lungo sospiro ed abbassò il suo capo verso il mio sesso. “Che puzza! – esclamò subito lei quando si avvicinò al pelo del mio pube ancora imbrattato dal mio biancastro sperma e dai liquidi spruzzati sullo stesso da Erica durante i suoi innumerevoli orgasmi avuti mentre mi cavalcava scatenata – Quanta roba devo pulire! Tu ne hai fatta tanta di cremina, ma anche la mia amica non si è risparmiata! Quanto l’hai fatta schizzare! Mmmmm, beata lei…”.
Leccò tutto. Ketty prese in bocca e lustrò prima pazientemente tanti peli del mio pube ancora ricoperti di sperma. Poi proseguì con grandi leccate con i miei coglioni pure ancora umidi e attaccaticci. Ogni tanto emetteva un lamentoso sospiro. “Accidenti! – protestò ad un certo punto – La tua sborra sarà forse anche buona’ ma quanto puzza! Mmmm’ la robina di Erica, poi'”
Risalì più volte velocemente l’asta del mio uccello che divenne un bastone lucido e di nuovo duro. Finì l’opera di pulizia catturando il mio glande. Dopo averlo lentamente e con cura scappellato si concentrò sul frenulo. La sua linguetta, con il suo movimento circolare attorno alla cappella di nuovo violacea, mi provocò una serie di brividini che mi percorse tutto. Non resistetti e mi lasciai andare. Cominciai a gemere rumorosamente.
“Erica, il nostro maschietto è già pronto! – esclamò allora Ketty rivolta alla sua amica che torturandosi i capezzoli la osservava mentre mi stava facendo un altro fantastico pompino – Possiamo divertirci di nuovo. Guardalo! Come piace all’ometto che io gli succhi l’uccello! Guarda l’uccello che ha! Ce l’ha già duro! E magari già pronto! Farebbe forse già la sua cremina,,,”
“Te l’avevo detto – le replicò subito Erica – . Non è mica come i nostri maritini! Fanno il loro schizzetto e’ buona notte. Questo è un vero maschio. è giovane, potente e può’ sborrare tanto e, soprattutto, più volte! Guardalo, ha già tanta voglia e deve già schizzare di nuovo! E noi siamo due e siamo pure belle! Eh sì, penso proprio che lo faremo schizzare di nuovo! E molto presto!”
Erica non aggiunse altro ma ben fece capire alla sua amica e a me cosa volesse fare. Imitò Ketty e dopo essersi portata all’altezza del mio volto si accovacciò sullo stesso e mi mise in bocca la sua bella figa depilata. L’odore di femmina che la vagina già ben bagnata emanava era molto intenso ma molto diverso da quello di Ketty!
Io non opposi alcuna resistenza, allargai le braccia in posizione di resa in silenzio e cominciai a leccarle le grandi labbra gonfie della sua figa. Contemporaneamente Ketty aveva impugnato il mio cazzo duro ed eretto. Accovacciata con le cosce ben divaricate appoggiò la sua fessurina sul mio glande. La sua figa, calda e bagnata era pronta a ricevere un gran bell’uccello. ‘Ora, dammelo… – la sentii mormorare ‘ Lo voglio tutto! Dentroooooo!’ Piano, piano si abbassò e si impalò. Se lo era spinto dentro. La sentii emettere un lunghissimo sospiro che si trasformò in un lamento di godimento quando tutto il mio pene fu dentro di lei. Ketty aveva una vagina molto accogliente. Calda e già ben umida avvolse il mio cazzo e con leggeri movimenti del suo bacino volle accompagnare la mia penetrazione. Subito iniziò a pulsare e a far fuoriuscire una gran quantità dei suoi liquidi intimi. Le piaceva sentire il mio cazzo dentro di sè. Come aveva fatto in precedenza Erica anche lei cominciò a cavalcarmi, aumentando sempre di più il ritmo e la pressione del suo dolcissimo sù e giù. E gemeva, parlava e urlava.
“Bello! Bello questo è un cazzo! Voglio godere come non ho mai fatto. Aspetta però, tesoro, prima di venire! – strepitò lei quasi con angoscia – Non fare come lui! Quel cornuto di mio marito che viene subito e pretende sempre di farmela solo in bocca. Solo pompini vuole lui ed io sempre solo sborratina in bocca! Tu no, vero! Sì, puoi sborrarmi tutto dentro. Anch’io lo voglio, come Erica! Ma come e quando lo vorrò io!”
Bello! Era troppo bello! Nel letto matrimoniale di Erica ero come intrappolato e sottomesso alle voglie delle due donne che sopra di me mi costringevano di nuovo a farmi ricoprire dai loro sessi fradici e gocciolanti. Erica mi aveva ricoperto il viso con il suo umore spruzzato dalla vagina sempre più spalancata. Ketty mi aveva già allagato il pube e sentivo gocce del suo piacere scendermi ancora lungo la mia asta e raggiungere le mie palle. Godevano tutte due le donne alla ricerca dell’estasi e cercavano di superarsi nel dire porcate per eccitarmi ancor di più.
“Ti piace vero scoparmi! – esclamò affannosamente Ketty – Ma anche a me piace tanto sentire dentro di me il tuo uccello. Sempre più duro, più gonfio! Eccome pulsa! Sembra proprio che stia per scoppiare’ Vuoi sborrare, tesoro? Va bene! Quando vuoi’ Lo puoi fare! Io ho già goduto tanto! E godrò ancor di più quando sentirò i tuoi schizzi dentro di me! Oh sììììììì’ Adesso puoi! Godoooooo! Io, io’ io godo di nuovo! Mi senti come vengo? Ti bagno tutto e mi piace tanto sporcarti così! Ma ti prego, ora… Anche tu! Sborraaaaaa! La voglio! Tutta la tua sborra! Voglio sentire i tuoi schizzi e le tue sborrate fin sù! Sììììììììììì! Sìììì, dentro! Fammela tutta dentro! Fecondami se lo vuoi. Il cornuto non lo saprà mai! Come Erica’ Anch’io la voglio… la tua sborra!”
Ketty stava delirando per il piacere. Era da tanto tempo che non veniva scopata in quella maniera. Erica in quello stesso istante, a sua volta eccitata dalle parole di Ketty mi scaricò anche lei di nuovo in bocca un getto violentissimo del suo liquido caldissimo.
“Tieni, uomo! – mi urlò la biondina sempre più scatenata – Tieni, tieni tutto in bocca! Anche questo! Com’è bello spruzzarti in bocca e farti bere! Sìììì, sììììì, così! Bevi tutto come ho dovuto io bere tutta la tua sborra! E non solo la tua! Quanta me ne hanno fatta bere il tuo amico Micael, nero e superdotato e il bel biondino croato. Mi hanno ubriacata di sborra e riempito per bene il pancino!”
Era giunto il momento. Quelle parole mi fecero allentare tutte le resistenze e crollai. Zampillai il mio sperma dentro la vagina di Ketty. “Ohhhhh, sììììììììì…… – la sentii gemere con un lungo sospiro – Sìììììììììì, finalmente! La sento, sai… La tua sborra’ è tanta’ Va bene, va bene così, uomo! Riempimi tutta! Gonfia anche me di sperma. Sperma da stallone, da vero maschio. E quanta ne fai, uomo! Lo sento, sai’ E quello schizzo’ è arrivato fin su!”
Feci durare a lungo la mia sborrata e ancor più il mio stantuffare dentro la sua nerissima e pelosa figa. Volli alla fine estrarre l’uccello mentre ancora spruzzava. Adagiai un paio di sborroni sui suoi peli ricci. “Hai voluto farmi l’autografo? – mi disse lei ridendo – Con tutta quella roba che mi hai lasciato dentro! Avresti potuto ingravidare non solo una giovane donna fertilissima come me ma anche una mandria intera di cavalline in calore!”
Anche Erica si sollevò. Le feci adagiare il capo sul mio ventre, con gli occhi e la bocca a pochi centimetri dal mio glande ancora violaceo e pieno di sperma. Feci appoggiare anche Ketty sul mio ventre di fronte ad Erica. Volevo che si guardassero e che avessero tutte e due il mio cazzo davanti ai loro occhi. Anche Ketty sfiorava così il mio uccello e sentiva forte l’odore di sborra. Raccolsi le loro due mani destre e le indirizzai sul mio sesso abbondantemente bagnato. A Ketty feci prendere in mano l’asta un po’ affaticata del mio cazzo. Erica fu invece costretta ad occuparsi dei miei coglioni. Tutte e due socchiusero o gli occhi e poi mi guardarono con sguardo interrogativo.
“E adesso? – esordì Ketty – Ti sei calmato? E poi, insomma, ehm’ ti sei sfogato? Sei venuto due volte ed hai spruzzato tantissimo! E, accidenti, tutto dentro l’hai spruzzato! A tutte e due! Non ho mai visto una cosa del genere! Neanche al tempo del liceo! Oh sì, i miei stalloncini li facevo esplodere prestissimo e facevano tanta roba. Mi davano sempre una grande soddisfazione. Una gran sborrata, ma poi’ mi riaccompagnavano a casa. Ed io, ancora tutta bagnata e con ancora addosso tutto l’odore del loro sperma, spesso restavo con tanta voglia dentro! Mio marito, poi, non si è proprio mai controllato! La fa subito, pochina e non si preoccupa mai di me!”
“Lo sapevo, io lo sapevo – la interrompe Erica – . Io lo conosco, Ketty, questo maschietto! Te lo avevo raccontato, anche! E non ti immagini neanche cosa mi hanno costretta a fare lui e i suoi amichetti compagni d’università! Lui mi ha fatto salire nella loro camera che hanno in comune nella Casa dello studente. E poi… me ne hanno fatte di tutti i colori. Ed io ero sola’ Mi hanno scaldata per benino, mi hanno eccitata con astuzia un po’ alla volta! Sempre di più e poi… Uffa! Erano in tre! Bellissimi, ben fatti, dotati tutti e tre di bellissimi uccelli lunghi e duri che subito mi mostrarono senza alcun pudore e, soprattutto, con tanta, tanta voglia di sfogarsi, di liberarsi. Io dovevo aiutarli…
‘Sapessi cosa mi hanno costretta a subire. Ti confesserò solo che’ insomma, hanno voluto mettermi i loro uccelli dappertutto. Ed hanno fatto poi la loro robaccia anche tutti insieme. Tutto davanti a me, costretta a guardare! Hanno goduto, schizzato, sborrato e mi hanno ricoperta tutti e tre con la loro sborra. E poi, alla fine, non soddisfatti di tutto ciò, mi avevano voluto anche riprendere con una telecamera mentre loro si divertivano come in un film a luci rosse. Tutto dal vivo e tutto vero, però! Dopo avermi anche naturalmente fotografata con il cellulare. Non solo nuda ma naturalmente anche con il mio visino ricoperto completamente dello sperma del bel maschietto che mi aveva per primo appena sborrato in bocca e tra gli occhi spalancati ed increduli di tutto quello che avevano appena visto!
‘No! Accidenti! Questo non lo avevo previsto e non li avevo chiusi… Dovresti vedere l’espressione che faccio e che è stata naturalmente immortalata da uno scatto fotografico rubato con il cellulare da quel porcone che si è rivelato il mister. Che vergogna! Tutta scompigliata e con una smorfia che mostra tutto il mio disgusto. Con il mio bel visetto devastato e completamente ricoperto da tutta quella robaccia puzzolente! E quello che me ne aveva fatta più di tutti in faccia era stato anche un superdotato e terribilmente… nero! Ti immagini se il mio maritino cornuto vedesse quel filmino o quelle foto?
‘Ho il sospetto però che più di un compagno di facoltà abbia già potuto gustarsi tutta quella robaccia che i tre mascalzoni sono riusciti a farmi mostrare. E, purtroppo, anche a riprendere e fotografare! Come fossi stata un’attricetta porno! Non oso pensare quanti siano stati e saranno questi guardoni privilegiati e, accidenti a loro, quante seghe e segoni si siano fatti o si faranno vedendomi nuda o quando sono impegnata a farmi sborrare in faccia! Sì, anche da un uomo di colore'”
Quando Erica finì il suo sfogo Ketty rimase in silenzio e mostrò un po’ di preoccupazione. Nello stesso tempo però faceva trasparire l’espressione di un appena velato compiacimento. “Tutte queste cose ti hanno fatto quei tre maschiacci’ – aggiunse Ketty – E tu, come hai fatto a subire tutto ciò? Gestire tre uccelli di tre giovani uomini deve essere stato molto, molto’ impegnativo! E davanti a tre uomini che si gustano lo spettacolino!
‘Come te avevo avuto anch’io ai tempi del liceo alcune avventure molto particolari. Oltre a quella volta quando fummo costrette a scambiarci i nostri morosi molto porci e stronzi, più di una volta mi ero ritrovata costretta a certe festicciole a fare le cosine che noi ragazzine spesso eravamo obbligate a fare in quei posti.
‘Anche se gli ambienti non erano troppo protetti dagli sguardi indiscreti degli altri ragazzotti partecipanti alla festicciola, io mi ero qualche volta mostrata disponibile a regalare il piacere al mio moroso.
‘Insomma, come voleva lui e pur temendo di essere spiata. Non mi piaceva essere vista mentre ero impegnata con il mio moroso a fare certe cose. Ma ciò nonostante avevo fatto qualche sega e un paio di volte dei frettolosi’ pompini! Senza l’ingoio, però, perché non volevo assolutamente che qualcuno mi vedesse mentre il mio moroso mi sborrava in bocca! E allora anche per non farlo sporcare troppo mi organizzavo per lo spruzzo finale di lui! Infatti, come quando con la mano facevo schizzare il mio ragazzo, così quando finivo di spompinarlo e lo facevo schizzare il seme, io con un fazzolettino cercavo di coprire il suo glande per nascondere l’esplosione di sperma e la sua inevitabile colata dappertutto! No, non volevo che nessuno mi vedesse quando facevo godere il mio moroso. E ancor meno che lui esibisse il suo orgasmo e gli spruzzoni di sperma che io stessa gli avevo procurati!
‘Insomma non sopportavo di mostrarmi nuda a tutti! La mia figa la mostravo solo al mio moroso. I pompini li facevo solo a letto a casa mia o a casa sua. Lì anche mi lasciavo sborrare in bocca e bevevo tutto, senza fare la ritrosetta o la smorfiosetta infastidita. “Solo una volta, invece, alcuni anni dopo… – continuò Ketty nel racconto con un certo imbarazzo e malcelata rabbia – Mi ritrovai in una situazione molto, molto più spiacevole.
‘Il mio marito, che avevo già alcune volte reso cornuto, fu il colpevole di tutto! Mi costrinse ad una serata molto particolare. Io, lui e il suo capoufficio.
‘L’uomo, pur essendo piuttosto vecchio ma fisicamente abbastanza prestante, aveva una grande fama di donnaiolo e, soprattutto, di essere perverso e molto vizioso. Soprattutto con le mogli e le fidanzate degli altri maschietti. Soprattutto se suoi subalterni in azienda. Approfittava infatti della sua posizione privilegiata e della debolezza dei suoi dipendenti. Lui, l’ingegnere, aveva così potuto assaggiare e gustarsi parecchie delle donne dei suoi impiegati e tecnici anche perchè quegli ometti si erano dimostrati spesso disponibili a tutto per anche un minuscolo avanzamento di carriera.
‘Il vecchio dirigente non si accontentava di guardare ed ottenere qualche prestazione occasionale ed abbastanza controllata. Non sempre gli bastava la mano o la bocca della sfortunata prescelta. Ma, oltre a tutto ciò, era noto che il bastardo non prestava molta attenzione nel momento dell’orgasmo e ancor meno alle conseguenze provocate dal suo liquido seminale così spesso ed abbondantemente elargito alle giovani donne. Le riempiva per bene senza prestare alcuna attenzione. Alcune giovani donne erano così state fecondate dal vecchio maiale, con rassegnata accettazione di morosi e mariti. La moglie o la morosa ingravidata procurava una immediata promozione in azienda!
‘Così fece anche mio marito! Quello stronzo di marito che mi ritrovavo sperava infatti di ottenere una facile promozione sfruttando le turpi passioni di quel viscido capo. Piercarlo sapeva di avere una gran bella mogliettina.
‘Il suo capo mi aveva notata un paio di volte e, molto volgarmente e protetto dalla sua posizione di capo ufficio, si era lasciato andare a commenti piuttosto audaci e sfacciati. E soprattutto inopportuni perché rivolti ad una donna sposata.
‘ ‘Ehi, Piercarlo, che bella mogliettina hai! La signora Caterina è proprio una splendida donna. Non oso pensare dopo averla sbucciata! ‘ disse una volta il direttore maiale al dipendente invertebrato ‘ Beato te che te la godi nuda e, se poi è anche brava… Chissà che scopate!’
‘Questi ed altri apprezzamenti ancora più volgari fatti dal direttore sulla sua moglie non avevano ingelosito mio marito. Anzi, lo avevano inorgoglito e pure lo aveva convinto ad approfittare della situazione. Si era impegnato nell’architettare un piano per soddisfare attraverso di me le turpi passioni del vecchio maiale. Ed ottenere naturalmente come contropartita l’agognata promozione.
‘Tutto iniziò con il classico invito a cena del direttore da parte del dipendente.
‘Mio marito mi pregò la sera dell’invito a cena di essere particolarmente bella ed attraente. Ma soprattutto molto spregiudicata, molto provocante e disponibile ad intraprendere una conversazione che avrebbe avuto forse dei contenuti molto spinti e particolarmente piccanti. Dovevo mostrarmi una moglie completamente disinibita, senza alcun pudore e naturalmente un po’ puttanella.
‘ ‘Mettiti quel bel vestitino nero di seta leggerissima che ti ho comprato l’altr’anno a Parigi. Ti sta d’incanto! E ti valorizza tantissimo, amore!’ Lo guardai torva per un istante e poi abbassai il capo. ‘Mi vuoi nuda, stasera? – esordii con un filo di voce ‘ Devo proprio mostrare tutto al tuo capo? Come sono fatta, sotto? Quel vestitino, lo sai bene, è bellissimo ma è anche completamente trasparente e non nasconde nulla! Mi vergogno tantissimo a indossarlo oggi davanti a quell’uomo! E’ un maiale, quello lì! Sembrerebbe che io voglia provocarlo! Con la fama che si ritrova! Mi feconderebbe con lo sguardo, lui… E anche davanti a te, che sei mio marito!’
‘Piercarlo mi sorrise. ‘E’ proprio quello che voglio, amore! – mi disse gelandomi – Tu, Ketty, sei la mia bellissima moglie. Gli piaci da impazzire. Dài, amore, un piccolo sacrificio…. Tu sei bravissima a gestire i corteggiatori! Sai bene come provocarli, fin dove tu vuoi… Dài, tesoro, fallo per me, per tuo marito…’
‘Rimasi sconvolta da quelle parole, ammutolii e scappai nella nostra camera da letto. Aprii l’armadio e freneticamente andai alla ricerca del vestitino richiestomi da mio marito che stava per diventare un’altra volta cornuto. Lo trovai e quindi mi dedicai al resto. Tutte cosine che ben si adattavano a quel vestito da puttanella. Come mio marito voleva apparissi al suo capo che sarebbe arrivato qui già ben sù di giri. Mi infilai le bellissime calze autoreggenti di seta nere con un sottilissimi filo di pizzo dietro. E po il tocco forte. Tra le mutandine scelsi un piccolissimo perizoma nero ultratrasparente con un microscopico pizzo che troppo poco copriva il rigoglioso, riccioluto e nerissimo pelo del mio sesso.
‘Mi infilai il vestitino. Era un baby-doll trasformato in abitino da night-club parigino. Senza spalline con una generosa apertura sul davanti mostrava anche per bene il mio seno. Non c’era ovviamente il reggiseno, il vestito era incollato alle mie mammelle e praticamente appeso ai miei capezzoli come sempre ben ritti e naturalmente ben visibili.
‘Corsi ad indossare le scarpe nere da dodici e quindi in bagno. Lì mi lisciai i lunghi capelli neri ed abbondai nel rossetto più rosso che trovai. Per un attimo mi bloccai e pensai che forse avrei dovuto fare con quella mia bella bocca un gran pompino a quel maiale che stava per arrivare. Pensai anche ai miei bellissimi capelli neri… No, non volevo che lui me li sporcasse… Come tutti gli uomini fanno! Con quella loro robaccia che fanno puzzolente ed attaccaticcia!
‘Sospirai e mi guardai allo specchio. Mi ero vestita indubbiamente come una puttana. Ero praticamente nuda. Davanti il vestito trasparente mostrava quasi completamente il mio seno e soprattutto i miei grandi capezzoli. Lo slip, microscopico e pure trasparente, era pure visibile quasi completamente. Il suo pizzo nascondeva solo il sesso e una minima parte della mia peluria. Le trasparenze dei due miei indumenti nascondevano insomma molto poco. Troppo poco. Ma mi aveva voluta proprio così mio marito!
‘Uscii dal bagno guardandomi allo specchio il mio fantastico sedere. La trasparenza permetteva sotto il leggerissimo abitino la visione della totale nudità del mio culetto. Il piccolissimo triangolino del perizoma ben tirato sulle anche e la scomparsa del filetto tra i sodi glutei, facevano il resto. Anche da dietro, insomma, ero praticamente nuda. Mi resi conto che, mostrandomi così, avrei fatto rizzare il cazzo a qualsiasi uomo. Immaginarsi quel maiale che stava per arrivare!
‘Raggiunsi mio marito in salotto e dopo aver fatto una provocante piroetta che sollevò il gonnellino ben oltre l’elastichino delle autoreggenti, sfilai per lui. ‘Ti piaccio, così, maialone? – gli chiesi con voce bassa ‘ La tua mogliettina è sufficientemente puttana? E dimmi… – continuai provocatoriamente ‘ A te te l’ho già fatto diventare duro? Ah, dimenticavo, a te tira poco… e ce l’hai anche piccolo!’ ‘Tesoro! – rispose subito lui fingendo di non aver sentito ‘ Sei fantastica. Sì, sì… me l’hai fatto rizzare! Eccome. Spero che glielo faccia diventare così duro anche a lui! Ne sono sicuro, io!’ ‘Ed io sono sicura che tu sei un marito stronzo! Oltre che cornuto!’
‘Mi andai a sedere sul divano ben accavallando le mie lunghe gambe per far intravedere il pizzo elastico delle calze autoreggenti. Feci appena in tempo ad ordinare al cornuto di versarmi un intero bicchiere del mio aperitivo preferito. Per l’occasione lo volli più forte del solito. Dovevo scaldarmi, da sola! Era necessario per quello che mio marito mi aveva combinato.
Proprio in quell’istante suonò il campanello. Lui era arrivato! L’ingegnere, il depravato direttore del mio marito cornuto!
“Mio marito lo accolse con un servilismo a dir poco imbarazzante e schifoso. ‘Buonasera, ingegnere! – esordì con tono mellifluo – Sono felice ed onorato che lei abbia accettato il nostro invito’. Lo introdusse nel salotto dove seduta e visibilmente a disagio li attendevo. Istintivamente tentai ancora una volta velocemente e freneticamente di attenuare un po’ con un braccio la generosa panoramica delle mie tette che la troppo audace scollatura del vestitino avrebbe offerto all’uomo. Contemporaneamente cercai pure inutilmente di allungare sulle mie cosce ben scoperte la cortissima gonna. Era un tentativo goffo ma volevo evitare di mostrargli subito che portavo le autoreggenti. Ero certa che quelle calze avrebbero riscosso subito un grande successo e avrebbero immediatamente attizzato l’uomo. Ed io non volevo’ accidenti! Non subito, almeno. E non in quel modo!
” ‘Ecco, ingegnere, mia moglie Caterina. Per tutti gli amici però è Ketty! – mi presentò all’ospite Piercarlo – E’ una gran donna e so che da tanto tempo è… di suo gradimento! – aggiunse il cornuto in maniera assolutamente inopportuna mettendomi ancor di più a disagio – Sono sicuro che oggi qui nella nostra casa la potrà apprezzare ulteriormente ed in un ambiente discreto e rilassante!’
“A quelle parole i miei tentativi di coprirmi almeno un po’ oltre che mal riusciti risultarono assolutamente inutili ed intempestivi. Ebbero solo l’effetto di fargli intendere che ero imbarazzatissima ed indispettita per quella situazione nella quale quello stronzo di mio marito mi aveva volutamente cacciata!
‘Lui infatti vedendo il mio affannato armeggiare con il mio vestitino sorrise divertito e maliziosamente mi salutò fingendo indifferenza e, solo per un attimo, distolse volutamente lo sguardo dal mio corpo che ero evidentemente invitata da mio marito ad esibirgli. Da subito!
“Fu però solamente un attimo! Avvicinandosi per il saluto si lasciò subito andare ad uno sguardo semplicemente assassino. Io, per porgergli anch’io la mano, mi alzai dal divano tentando di non mostrare quel poco che non avevo ancora mostrato! Ritta, in piedi di fronte a lui scoprii che era parecchio più piccolo di me! Gli offrii sorridente la mano. Era un sorriso forzato, sapevo di essere tutta rossa in volto e mi sentivo come una vittima sacrificale che stava per essere giudicata da un giudice perverso ed impietoso.
‘In un secondo lui mi guardò, mi studiò e mi misurò per bene tutto quello che gli facevo vedere! Mi mise praticamente nuda! Ancor più, se possibile, di quello che ero già. Lo vidi addirittura irrigidirsi ed emettere un lungo gemito quasi di sofferenza. Si era evidentemente già eccitato e si era innervosito.
‘Si lasciò subito andare ad un commento un po’ troppo audace per i miei gusti di donna sposata. ‘Che splendido esemplare di femmina hai come moglie, caro Piercarlo! – disse l’ingegnere rivolto a mio marito, l’uomo che il bastardo bramava di cornificare prima possibile – E’ molto bella, ha proprio tutte le sue cosine a posto e, se è qui con noi questa sera, vuol dire che indubbiamente è molto aperta di mentalità! Deve essere pure assai disinibita e soprattutto disponibile’ Lo è per suo marito, naturalmente, solo per suo marito… Per la sua felicità che potrebbe derivare da una bella promozione! Sbaglio, signora Ketty?’
“Io non replicai, abbassai lo sguardo e borbottai un gelido buonasera.
“Mio marito si scolò un aperitivo super alcolico. Aveva voglia di carburarsi, evidentemente. Ne versò uno ancora più pesante all’ospite ed alla fine, per rendermi da subito euforica e mettermi in balia di loro due, mi riempì un secondo bicchiere di quel pestilenziale aperitivo super alcolico. Non mi ubriacai ma attorno a me tutto mi sembrò più soffuso e confuso.
“Cenammo piuttosto velocemente per rendere ancora più confortevole l’atmosfera mio marito pensò bene di farci ascoltare una musica d’ascolto molto sensuale. Poi iniziò con le porcate che avrebbero dovuto far decollare la serata. Come lui voleva!
” ‘Ingegnere, lei non lo sa! – cominciò ammiccando Piercarlo – In ufficio circolano certe cose” ‘Quali cose? – chiese subito lui incuriosito – Di quali cose stai parlando?’ ‘Ingegnere, questa è una confidenza ed è molto privata! – continuò Piercarlo per incuriosire il porco che già subodorava qualcosa di piccante – Non so se le interessa! è una cosa a luci rosse!’
“Io trasalii e nascosi a fatica il mio dispetto. Iniziai a sentirmi di troppo! Seduta al tavolo con quei due porci!
” ‘Non c’è proprio alcun problema’ – rispose naturalmente subito l’ingegnere, incoraggiando mio marito a proseguire – Anzi! Se la vicenda riguarda qualche sua bella collega’ Ce ne sono parecchie molto, molto graziose! Se sua moglie permette, naturalmente” ‘Appunto! – cercai di protestare io e quindi di svincolarmi da quella situazione che stava diventando per me ancora più imbarazzante – Non vorrai mica farmi vedere qui adesso davanti all’ingegnere qualche filmino porno? Magari proprio quelli’ – aggiunsi io sbuffando con tono da donna annoiata e sollevando gli occhi al cielo – Sì, quelli francesi dove tutti orgasmano insieme senza alcun ritegno davanti alle mogli altrui!’
“No, non era il solito film porno francese ma io avevo colto naturalmente nel segno. Un compagno d’ufficio di Piercarlo aveva scoperto in rete alcune cose che riguardavano una loro collega. Bellissima e fidanzatissima!Naturalmente non mentre faceva la spesa o leggeva il giornale.
” ‘Ricorda, ingegnere, la Raffaella? Quella bella moretta tutta ricci e tanto ben fatta che lavora all’ufficio personale?’ ‘Certo che la ricordo! Una ragazza bella come quella non può passare inosservata!’ ‘Certo! è molto bella e pure molto brava! – quasi urlò mio marito ricevendosi uno sguardo da me inceneritore – Sapesse cosa è capace di fare e soprattutto cosa permette al suo moroso di fare!’ ‘Cosa? Cosa si fa fare? – lo interruppe l’ingegnere tradendo una grande curiosità – Adesso me lo devi dire!’
“Piercarlo soddisfatto di aver provocato quella curiosità quasi morbosa nell’ospite, sorseggiò del vinello e cercò il mio sguardo alla ricerca di una mia scontata ed obbligata autorizzazione a procedere nella vicenda che si preannunciava molto intrigante. Io feci spallucce e abbassai il capo. Confesso che sperai che quei porci si sarebbero accontentati di vedere la bella Raffaella. Naturalmente nuda e sicuramente impegnata a far gioire il suo fidanzato.
” ‘E allora? – insistette con un certo affanno l’ingegnere – Accidenti! La Raffaella la conosco bene. Sono curioso! Raccontami!’
“Mio marito finse di tentennare per eccitare ancor di più il vecchio maiale. ‘Non so se posso. Siamo soli in due ad avere questo ben di Dio! Chi l’ha scovato ed io! – bisbigliò mio marito – E’ una cosa molto delicata e soprattutto molto, molto privata!’ ‘Uffa! Piercarlo! Mi sembra che tu voglia da me alcune cose! Anch’io ne voglio alcune, e tu lo sai bene quali siano! – iniziò a rimproverarlo il vecchio fissando però me intensamente e facendomi arrossire come una verginella – Ma adesso voglio sapere tutto. O, meglio ancora, voglio vedere Raffaella!’
“Sempre versando il vino ghiacciato nel mio bicchiere e in quello del suo capo, il mio marito iniziò a raccontare una storiella che si rivelò veramente pruriginosa ed a luci rosse. Raffaella, trent’anni, era una splendida giovane donna. Capelli lunghi, neri e ricci aveva un corpicino da fotomodella. Occhi scuri e una bellissima e grande bocca dalle labbra tanto, tanto carnose. Sorrideva tanto, Raffaella e il suo sorriso era noto in tutta l’azienda. Naturalmente la sua bocca era da sempre il sogno proibito di tanti. Qualcuno confessò di essere disposto, continuò a raccontare mio marito con una terminologia molto sconveniente vista la mia presenza, a versare una mensilità del proprio stipendio per potersi fare un pompino dalla bella Raffaella. Alla fine però lei avrebbe dovuto anche farsi schizzare in bocca. Sì, proprio in quella sua bellissima bocca!
‘Questo sogno di un uomo che lavorava in un vicino ufficio giunse attraverso le solite colleghe pettegole ed invidiose all’orecchio della bella Raffaella. Ne rise divertita e, tranquillizzando tutte, si proclamò vergine di bocca. Nessun uomo le aveva scaricato il proprio seme nella sua bella bocca effettivamente molto ambita da tanti maschiacci. Ed aggiunse che, oltre all’odore, detestava anche la consistenza attaccaticcia di quella robaccia calda che il suo moroso faceva in abbondanza. Insomma, non le piaceva proprio lo sperma e detestava in particolare quello del suo moroso che non poteva mai neppure sporcarla. E precisò che avrebbe accettato in bocca solo quello del suo futuro marito.
“Il suo moroso ‘ continuò nel racconto mio marito non aveva avuto una bella reazione a queste confidenze che Raffaella aveva fatto alle sue colleghe invidiose e che si erano subito impegnate a divulgarle in particolare tra tutti i colleghi maschi. Il moroso era molto geloso ed era rimasto molto infastidito da quelle cose molto intime che la sua donna aveva svelato. Si era sentito punto nel suo orgoglio di maschio. La sua fidanzata aveva svelato che non gli aveva mai fatto un pompino e non aveva mai bevuto la sua sborra. Geloso ed offeso minacciò di piantarla. Lei si rese conto dell’errore commesso. Si pentì e cercò di riappacificarsi. Ma lui si mostrò irremovibile e poco dopola scaricò.
“Raffaella era però innamorata e pensò di riconquistare il suo uomo mostrandosi più disponibile. Soprattutto nel fare certe cose. Anche quelle che non aveva mai voluto fare prima. Il moroso mostrò i primi segni di cedimento. Approfittando dell’arrendevolezza momentanea della sua morosa lui pensò però bene di rilanciare.
” ‘Va bene, Raffaella. Vedo che hai capito e che sei pentita! – le disse una sera lui in macchina dopo che la sua morosa gli aveva appena finito di fare la solita bella sega – Ci sto pensando, ora. Ma voglio da parte tua un’ulteriore prova d’amore! Solo così mi dimostrerai che vuoi essere ancora la mia donna!’
“Raffaella era proprio innamorata. ‘Qualunque cosa’ – gli rispose subito lei docile e singhiozzando ‘ Non lasciarmi ed io farò tutto quello che vuoi, sempre’ Ti è piaciuta la sega che ti ho appena fatto? Voglio essere ancora la tua donna ed è giusto che io ti soddisfi completamente”
‘Subito lei fece un profondo respiro e abbassò il capo fino a sfiorare l’uccello di lui ancora avvolto nel fazzolettino dove poco prima lo aveva fatto spruzzare tutto il suo seme. Sospirò di nuovo e prese in mano il fazzolettino ancora gocciolante, tutto sporco e pieno dello sperma di lui. Lo strinse in mano per meglio sentire nel suo palmo la sborra del suo uomo. Strizzò gli occhi, sollevò il visino e sorrise a lui.
‘Poi riabbassò il capo, spalancò la bocca e come le avevano insegnato qualche amica prese in bocca il primo uccello della sua vita. Non le fu difficile anche perché sentire il suo uomo gemere dal piacere le piacque troppo. Con la lingua lo volle ripulire completamente e scoprì per la prima volta il sapore aspro dello sperma. Almeno di quello del suo moroso…
“Rialzò la testa per riguardare negli occhi il suo ragazzo. Lo fece leccandosi le sue labbra carnose ancora sporche dello sperma di lui. Quelle labbra dove tanti avrebbero voluto spruzzare il loro seme e che nessuno invece aveva mai potuto fare.
” ‘Dimmi ora, amore, dimmi’ – gli sussurrò piano piano nell’orecchio – Cosa vuoi farmi? Mi vuoi far fare un po’ la puttana, vero?’ ‘Sì, Raffaella – rispose lui già trasognante al sì di lei che lui già pregustava fosse molto presto arrivato – Voglio proprio questo! Lo so, non sarà facile per te! Non hai mai fatto certe cose!’ ‘Lo farò per te, amore! – rispose decisa lei ‘ Ho deciso! Qualunque cosa sia sarà la giusta punizione per il male che ti ho fatto dicendo quelle cose! Non farmi però male, ti prego’ Tutto quello che vuoi, ma con dolcezza… Fai piano”
“Il giovane uomo sorrise visibilmente soddisfatto! ‘ continuava nel suo racconto Piercarlo ‘ Il moroso di Raffaella niziò a chiedere. ‘Raffaella, tu sei bellissima. Nuda lo sei ancor di più. Io vorrei vederti sempre così. Anche quando sono solo perché tu non ci sei. Dappertutto, in tutte le posizioni e in tutte le espressioni del tuo bel visetto. Sorridente, imbronciata, pensierosa ma, soprattutto, nuda! Non te l’ho mai chiesto’ Ora sì! E dopo vorrei”
‘ ‘Amore, non capisco’ Oh forse sì, forse’ – lo interruppe lei sospirando ma accarezzandolo dolcemente – Tu’ tu’ tu vorresti fotografarmi? Nuda? Senza proprio nulla addosso? Sei proprio un bel porchetto! Ma io’ ma io mi vergogno! Fotografata nuda! Non l’ho mai fatto! E dove mi faresti questi scatti? Vorresti farmi tante foto? E poi, amore, nuda come? Io sono bella nuda ed ho una bella fighetta. Non voglio però foto brutte e volgari! Tu mi capisci, vero? E poi, tutte queste foto che mi faresti dove le conserveresti? Non le mica stamperai dal fotografo sotto casa tua! Potrei morire dalla vergogna se qualcuno venisse a sapere che ho posato nuda e che ci sono alcune mie foto che lo testimoniano’ T’immagini in azienda i colleghi maschi! Oh amore, non inguaiarmi! Ti prego”
“Il moroso sorrise a sua volta – secondo le parole di mio marito che continuava a raccontare l’eccitante storia al suo direttore – . Sentendola agitarsi sempre di più la tranquillizzò subito. ‘Ma Raffaella stai tranquilla! Queste foto le vedrò solo io! Tengo le chiavette del mio portatile sottochiave e se volessi delle stampe possiedo tante stampanti. Sono autonomo e nessuno ti vedrà nuda!’ ‘Va bene, allora’ Mi voglio fidare di te!’
“Ma lei ricordò che aveva interrotto, prima, il suo uomo. Lei sospettava che lui volesse dell’altro. Ma non immaginava ancora cosa. ‘Ma amore’ – riprese dopo qualche secondo e dopo essersi ripresa dalla sorpresa – Prima ti ho interrotto, mi sembra. Volevi dell’altro, mi sembra’ Mi raccomando, amore, con questi tuoi sogni segreti e proibiti. Ti ho promesso di diventare la tua puttanella! Ma, ti prego, abbi pietà! Sono una donna, ho trent’anni e certe cose non le ho mai fatte’.
“Il ragazzo sentiva che Raffaella era ormai nelle sue mani e pronta ad accettare tutto. Per non farsi lasciare da quell’uomo che amava. E lui era certo che se allora lei si fosse fatta fotografare nuda si sarebbe anche fatta fare dell’altro.
‘E lui infierì sulla sua bellissima morosa innamorata. ‘Amore! A te non piace lo sperma? – le chiese allora repentinamente lui – Neanche il mio?’ ‘Oh, nooooo…. – sbraitò subito Raffaella sbuffando – No e poi no! Lo sai benissimo anche tu. Non mi piace la sborra! Puzza e mi fa vomitare. Faccio tanta fatica ad assaggiarla. Come prima, la tua! Ne ho dovuta assaporare pochina, per fortuna! La tua è acida ed un po’ amara, se proprio lo vuoi sapere! Ricordo un altro sperma totalmente insapore ma egualmente impossibile da tenere in bocca. Io anche quello l’ho sputato per non vomitare. Con te non l’ho fatto’ Ma perché mi chiedi questo?’
“Lui decise che era giunto il momento di fare la richiesta più pesante da digerire per la donna. ‘Hai fatto intendere alle tue amichette che tu non hai mai fatto un pompino completo ad un uomo e che non ti è mai capitato per fortuna di dover ingoiare lo sperma!’
‘ ‘Beh, sì! Te l’ho detto… Completo, completo proprio no! è vero! – aggiunse lei asciutta – Non mi è mai capitato, per fortuna! Mi fa schifo quella vostra robaccia che fate!’ ‘Lo sai che la mia donna dovrà invece farmi godere nella sua bocca?’ ‘Lo immagino, lo immagino… – rispose Raffaella scuotendo lentamente la testa – Spero che tu abbia un po’ di pazienza con me e soprattutto un poco di comprensione per me che certe cose non le so fare perché non le ho mai fatte. Dovrò abituarmi ai tuoi schizzi di sborra nella mia bocca. Sarà però la sborra dell’uomo che amo. Mi sembrerà forse per questo più dolce e la berrò. Ti va bene così, uomo! Potrai così raccontare a tutti i colleghi che hai potuto finalmente sborrarmi in bocca! E sapendo che qualcuno per farlo offrirebbe un suo stipendio!’
“Ma lui voleva dell’altro e faceva un po’ di fatica a chiederle ancora quella cosa… ‘Non solo questo, amore. Non solo questo’ – proseguì il giovane uomo – Io voglio dell’altro da te! Sono sicuro che se sei brava come modella, lo sei ancor di più come protagonista di una scena un poco più’ scabrosa!’
“Raffaella rimase in silenzio e scosse la testa. Poi, sussurrando riprese a parlare. ‘Amore mio, cosa dovrei fare ancora? Non ti basta quello che ti ho già promesso? Io, certe cose, non penso proprio di poterle fare! Perché non so farle! Uffa!’ ‘Non è vero! – urlò li – Sei troppo femmina per non riuscire a fare certe cose! Prima ti sei lasciata andare e mi hai succhiato l’uccello per qualche secondo. Volevi pulirmelo, vero? Se stata fantastica e stavi per farmi venire di nuovo! E ti sarei venuto in bocca! Avresti sentito per la prima volta nella tua bocca gli spruzzi bollenti di sperma di un uomo! Il mio sperma!’
‘ ‘Bleah, che schifooooo! – replicò lei – E dopo? Ti sarebbe proprio piaciuto tanto vedere la mia bocca piena del tuo sperma? E se non ce l’avessi fatta e avessi vomitato tutto il tuo seme? Ma io’ ma io te l’ho promesso! Ma uffa! Va bene, va bene…. Lo farò cercando di comportarmi bene. Come tu desideri. Ma tu vuoi dell’altro, ora’ Mi sembra adesso anche purtroppo di aver capito cosa vuoi”
“Erano gli ultimi tentativi di Raffaella di sfuggire alle pretese di lui. ‘Ero sicuro che tu capissi quello che desidero fare e spero tanto che tu sia consenziente. Dimmi di sì, Raffaella!’
“Raffaella aveva infatti ormai intuito tutto ed era ancora incerta. Se avesse accettato tutto quello che lui voleva lei si metteva completamente nelle sue mani, accordandogli tutta la sua fiducia. ‘Amore’ – gli sussurrò lei con un filo di voce – Io mi vergognerei tanto a fare certe cose! Tu vuoi che ci riprendiamo mentre facciamo quella cosa, vero? Perché mi vuoi riprendere proprio mentre me lo ficchi un bocca? Perché vuoi questo?’
‘Mio marito, continuando nel racconto che prevedeva un autentico supplizio per Raffaella, si stava eccitando. E ancor più vergognosamente provocava gemiti e sospiri al suo capo che ascoltava con attenzione.
‘ ‘No, Raffaella – la interruppe subito il suo moroso infierendo sul suo momento di estrema debolezza e vulnerabilità – . Io voglio qualcosa di più e qualcosa di molto diverso. Voglio punirti per il troppo orgoglio che hai voluto mostrare nell’informare tutti che non avevi mai fatto godere un uomo con la tua bellissima bocca. E tu sapevi che tutti i tuoi colleghi avrebbero sognato di sporcare almeno una volta con il loro sperma. Neanch’io, lo avevi ben fatto capire, avevo potuto godere di questo privilegio. Ora lo voglio. Voglio un tuo pompino, da quando mi prenderai l’uccello in bocca a quando mi farai scoppiare dentro la tua bocca!’
‘Raffaella abbassò il capo. ‘Va bene! Te l’ho detto! Va bene così! – lo interruppe urlando la giovane donna alzando la occhi al cielo – Amore, potrai farmi di tutto. Te l’ho promesso e imparerò anche un po’ alla volta anche a bere il tuo sperma. Proprio come vuoi tu!’
“Ma a lui tutto ciò ancora non bastava. ‘E in faccia? Voglio sborrarti anche in faccia! – urlò a squarciagola lui eccitatissimo e addirittura tremante – E lo sai perché? Perché tutto questo, cara Raffaella, voglio riprenderlo con la telecamera! Sarà troppo bello catturare le tue espressioni di sorpresa, disgusto, fastidio e rabbia che mostrerai mentre verrai inondata dal mio sperma che tanto hai detto di detestare’
“Raffaella rimase in silenzio con le mani tra i capelli ed iniziò a singhiozzare. Il suo moroso le aveva detto proprio tutto. Proprio tutto, adesso! Era confusa e non sapeva cosa dire. Era frastornata ma sapeva cosa doveva fare per farsi perdonare dal suo uomo e per poter stargli vicino. Lei sapeva che avrebbe accettato tutto. ‘Sei cattivo, amore! – disse ancora lei – Hai scelto per me delle punizioni tremende. Dove dovrò scontare la pena? Dove mi farai posare? E il filmino? Penso a casa tua, nel tuo letto’ Gradirei un posto tranquillo, protetto e molto riservato. Come dovrà rimanere quello che farò per la prima volta per te! Dovrò essere lasciata tranquilla, rilassata e soprattutto sicura che tutto quello che mi farai non sarà mai visto da un altro uomo. Solo tu potrai vedermi in quelle pose che mi costringerai di sicuro a tenere. E solo tu potrai vedere come mi ridurrai dopo avermi sborrato in bocca e in faccia. Mi devasterai, amore, lo so! Ma io ti amo!’
“Appena finito il racconto Piercarlo si alzò e mi raggiunse al di là del tavolo. Appoggiò una mano su un mio fianco poco più giù del seno. Mi baciò in bocca in modo alquanto volgare. Volle mostrare probabilmente così all’ingegnere per l’ultima volta il suo possesso sulla sua mogliettina. Era già un po’ ubriaco e solo per questo gli permisi quel bacio disgustoso. Come anche quella palpata inopportuna che mi fece su un seno da lui scoperto con una mossa repentina.
‘Il tutto lo fece platealmente davanti all’ingegnere che vedendo la mia tetta sgranò gli occhi. Appena la mammella fu nuda mio marito guardando l’ingegnere già paonazzo mi catturò il capezzolo subito irrigiditosi. Piercarlo lo indicò all’ingegnere che, spalancati se possibile ancor di più gli occhi, osservava attento la scena.
‘L’ospite era già ben sù di giri, sudava copiosamente e mi accorsi che aveva già il cazzo duro. ‘Visto, ingegnere? – gridò al vicinissimo ospite – Visto che belle tette ha mia moglie? Per questo non porta mai il reggiseno! Gliel’ho pure proibito, in certe occasioni! Come stasera con un ospite osì di riguardo!Oh sì, sono ancora ben sode e dure come il marmo le mammelle della mia Ketty! è bellissimo accarezzargliele e ancor più leccargliele tutte.
‘ ‘Fantastico! – continuò imperterrito mio marito ‘ Fantastico è anche succhiare i suoi capezzoloni rosa. Sono sempre ritti perché mia moglie è una donna molto calda’ Si eccita subito, tanto e non riesce a nasconderlo’.
” ‘Ma Piercarlo! – sbottai allora allontanandolo e ricoprendomi almeno un po’ il seno – Sono tua moglie! Non fare così, ti prego’ Non raccontare queste cose all’ingegnere! Sono cose mie, intima. Mi fai vergognare così!’
“Lui tornò allora a sedersi al tavolo proprio di fronte a me e non si accorse che l’ingegnere con la sedia si era spostato vicino a me. Ne sentii l’odore. Non proprio gradevole. Ma percepii soprattutto la sua mano appoggiarsi sulla mia coscia. Feci finta di nulla e quella fu la prima mia capitolazione di fronte al vecchio direttore.
” ‘E allora? Cosa successe dopo alla tua bella collega? – chiese di nuovo l’ingegnere a Piercarlo – Mi sembra di aver capito che qualcosa è andato storto. Sbaglio?’ ‘Beh, effettivamente qualcosa è successo! – annuì con un tono di triste e falsa comprensione mio marito – Il ragazzo ottenne subito tutto quello che la sua morosa gli aveva promesso.
‘ ‘Raffaella andò a casa del suo uomo e senza protestare si fece docilmente spogliare. Completamente nuda, anche se un po’ imbarazzata, accettò di fare tutto quello che lui volle. Fu costretta anche a mettersi in posizioni molto sconvenienti per una bella donna. Il suo sesso fu immortalato un’infinita di volte e pure spalancato. Nonostante le sue proteste subì una foto mentre era stata obbligata a mettersi anche alla pecorina e mentre costretta si toccava con la vagina lucida e pulsante.
‘ ‘Perché, amore, mi fotografi così? Non sono bella messa così! – obiettò lei timidamente solo una volta ‘ Perché mi fotografi mentre mi tocco? Mi vergogno! Mi tratti come se fossi una puttana!’
‘ ‘Furono centinaia le fotografie che il suo moroso le fece. Raffaella, sempre sorridente e sempre nuda, solo in qualche posa e facendo arrabbiare il fotografo aveva voluto proteggersi con le mani. Un ingenuo tentativo di protezione.
” ‘Ma il difficile per lei doveva ancora arrivare. Nuda ed in ginocchio sul letto del suo moroso si preoccupò un po’ nel vedere tutti i preparativi per il filmino che stava per girare. Il regista dilettante preparò tutto molto velocemente. E altrettanto celermente infilò l’uccello in gola alla sua morosa. Raffaella subì senza alcuna reazione.
‘ ‘L’aveva promesso, accidenti! ‘ insisteva nel racconto mio marito – Esortata a darsi da fare con più passione lei si impegnò ancor di più nel ciucciare per bene il cazzo del maschio. Ma era il suo moroso! E tutto davanti all’occhio freddo della telecamera! Finché lo sentì sborrare. In gola, tutto in gola. E non solo. Lui lo estrasse dalla sua bocca mentre ancora spruzzava e gocciolava e le inondò il volto. Anche questo sotto l’occhio di quella maledetta telecamera. Quando il visetto della bella Raffaella fu completamente pieno di bianchissima sborra lui senza chiudere la telecamera e senza alcun preliminare la scopò. Le fece male e volle anche spruzzarle di nuovo dentro. E Raffaella era molto, molto fertile quel giorno…
” ‘Una settimana dopo avvenne l’irreparabile – concluse Piercarlo nel suo racconto – . La giovane donna disse basta e troncò quella relazione impossibile. Naturalmente non ebbe mai la possibilità di vedere quelle foto e neppure quel filmino.
” ‘Comincio ad avere qualche sospetto sulla destinazione di quel materiale! – esclamò tutto eccitato l’ingegnere – Sono sicuro che è stato inviato a qualche sito Internet inaccessibile della Russia asiatica!’
“Vidi mio marito sobbalzare sulla sedia. ‘Si sbaglia, ingegnere! – lo corresse tronfio ancora mio marito – Nessun sito è inaccessibile per chi non conosce ostacoli informatici. Il mio collega è uno di questi. Raffaella è qui!’
‘Piercarlo si alzò ed estrasse da un cassetto della scrivania chiuso da lui rigorosamente a chiave una piccola chiavetta rossa che fungeva d’archivio di materiale a luci rosse. Mi colpi il colore. Io sapevo bene che mio marito ne possedeva infatti un’altra, nera e ben distinguibile. Era quella a me dedicata! Sua moglie! Feci un sospiro di sollievo quando lo vidi riporre nella sua tasca la chiavetta nera ed infilare invece quella rossa nella fessurina alla base dell’enorme televisore che, come mi aveva spiegato una volta lui, era adibita alla lettura di files di schede e chiavette. Naturalmente di un certo tipo e tenute sempre sotto chiave nel suo cassetto della scrivania! L’ingegnere osservò tutta la scena, trasalii e fece un sorrisetto compiaciuto.
‘ ‘Bene! – esclamò mio marito già ben attizzato ‘ Adesso ci gustiamo il dessert e il digestivo. Poi, ci dedicheremo a qualcosa di molto piacevole che il nostro ospite sicuramente apprezzerà moltissimo. Mi sembra che l’ingegnere sia un cultore della bellezza femminile! E qui stasera non manca neppure il buon profumo di una donna! Sei d’accordo, amore? Ti va, vero, il programmino che ho preparato?’
‘ ‘Va bene, va bene… – risposi a bassissima voce io ‘ Ma non esagerare, ti prego… Lo sai che certe cose mi imbarazzano e mi mettono in difficoltà! Soprattutto se non siamo soli… Se poi ci sono degli ospiti e soprattutto se sono solo uomini! Unica donna mi fai sentire parecchio a disagio… Anche se sono tua moglie, sono sempre l’unica femminuccia tra maschiacci! E voi maschiacci avete sempre sicuramente tanta voglia di mostrarmi quanto siete virili e magari di sfogarvi persino davanti a me… Come tu ben sai! E come hai già fatto tante volte!’
‘Mio marito si mostrò infastidito dalle mie parole. Con stizza estrasse dalla tasca la chiavetta nera e la esibì all’ospite. Io trasalii. ‘Cosa vuoi fare con quella? ‘ gli chiesi con un certo affanno ‘ Non vorrai mica…’ ‘Sono sicuro che l’ingegnere apprezzerebbe moltissimo visionare il contenuto di questa chiavetta!’ ‘Piercarlo, non puoi farmi questo! – frignottai io ‘ Sono sempre tua moglie…’ ‘Una moglie un po’ puttana! ‘ rincarò la dose mio marito ‘ Non ho faticato molto a convincerla a farsi fotografare nuda! E farsi riprendere anche mentre fa certe cose con la sua bella bocca. Sapesse, ingegnere, quanto è bella mia moglie nuda e soprattutto come è brava a fare pompini!’
‘ ‘Piercarlo! Basta! – strepitai ‘ Non puoi dire queste cose! E non puoi mostrare certe cose all’ingegnere. Sono cose privatissime. Mi hai colto in un attimo di estrema debolezza e mi hai convinta a fare quelle cose!’ ‘Quali cose? – si inserì nel concitato dialogo l’ingegnere ‘ Quali cose, signora Ketty, è stata convinta a fare?’
‘Io non volli rispondere. Rispose invece mio marito. ‘Qui dentro, in questa chiavetta c’è mia moglie. Sì, l’ho fotografata una volta completamente nuda. In tutte le pose che il fotografo perverso ha scelto per lei. Anche quelle più scabrose! E poi la ripresa di mia moglie mentre è impegnata in uno splendido rapporto orale con suo marito. Quanto è brava mia moglie a fare pompini!’ ‘Basta! Basta Piercarlo! – urlai di nuovo io – Ti supplico! Smettila e mettila via quella chiavetta. Non voglio che tu mi mostri ad altri uomini! Mi vergogno troppo a farmi vedere nuda dall’ingegnere! E poi, il resto… Ti prego, Piercarlo… Ti prego…’
“Riuscii a calmare mio marito al quale l’alcol aveva provocato degli effetti devastanti. Piercarlo sorrise e si diresse verso il bar per prepararci i digestivi. Non riuscii ad evitare che mi preparasse un altro drink altamente alcolico. Lui sapeva che non reggevo bene l’alcol e che anzi sotto i fumi di qualche bevanda alcolica anche se non ubriaca allentavo tanto i miei freni inibitori. Altrettanto fece con l’ingegnere. Per completare l’opera il cornuto si superò. Vidi versare nel mio bicchiere una bustina rosa ed una blu in quella dell’ospite. Voleva probabilmente aumentare la mia voglia e contemporaneamente far tirare ancor di più l’uccello al suo vecchio capo. Io vidi l’operazione e quando Piercarlo ci porse i due bicchieri gli lanciai un’occhiataccia. ‘Dài, Ketty! – mi disse lui ammiccando sottovoce per non farsi sentire – Bevi questo che ti farà bene! Sarà tutto più facile’ ‘Non ne ho bisogno, io! E tu sei uno stronzo che mi fa bere queste cose! A tua moglie! E a lui una tonnellata di Viagra, vero? Uffa, fermai! Non voglio perdere la testa e il controllo di me stessa e del mio corpo! Accidenti a te! E dovrò io naturalmente far sfogare l’uomo strapieno di Viagra! Chissà cosa combinerà, lui!’
‘A fatica nascosi la mia rabbia e bevvi tutto d’un fiato. Imitata dall’ingegnere già molto allegro.
” ‘Bene, signore e signora! – esclamò Piercarlo – Adesso inizia il bello! Vi porto al cinema. Il titolo del film è quello del file scaricato dal mio collega da quel fantastico sito. Sì, preparatevi, è un po’ piccante oltre che molto spinto. Mia moglie mi perdonerà’ Si intitola… ehm… ‘Raffaella, una splendida giovane donna italiana si mostra in 8 foto per la prima volta nuda. Raffaella sorpresa nel suo primo rapporto orale completo con il suo moroso’.
‘ ‘Che fantasia! – esclamai a bassissima voce verso l’ingegnere dopo non essere riuscita a trattenere due colpettini di tosse dovuti all’imbarazzo già provato sentendo quel titolo osceno da film porno – Temo di sapere quello che mi aspetta!’
‘ ‘Gli spettatori possono prendere posto sul divanetto laggiù in fondo – continuò ad imperversare mio marito già tutto eccitato dalla situazione che si stava creando sotto la sua attenta regia – . L’operatore, che sarei io, dovrà rimanere invece là sotto lo schermo per controllare la corretta sequenza delle foto già programmata dal lettore. Sarà un crescendo fantastico per lei, direttore, un po’ meno per mia moglie! Affrettatevi a prendere posto perché fra poco… si chiuderanno le luci in sala!’
“L’ingegnere già ben sù di giri per tutto l’alcol ingerito e probabilmente già in tiro per quella roba che gli avevo somministrato a sua insaputa per aiutarlo in una bella erezione, non si fece pregare. Si tolse la giacca, si allentò la cravatta e spudoratamente davanti a mio marito mi prese per mano. Mi accompagnò così attraverso il grande salone di casa mia, mi fece fare una piccola sfilata e quindi mi fece accomodare sul divano. Anche lui prese subito posto accanto a me. Incollato. Feci appena in tempo ad accavallare le gambe e controllare quanto la già cortissima gonna fosse risalita lungo le mie belle cosce. Troppo, ahimè, ma non potevo far di meglio. Sempre più spudoratamente il vecchio portò con estrema naturalezza il suo braccio dietro alla mia schiena come se io fossi in quel momento diventata la sua mogliettina e facendomi ben intendere che lui avrebbe tentato di dare l’avvio molto presto alle ostilità.
‘Mi sentii subito la sua preda. Per provocarmi, e infastidendomi assai, subito percorse con la mano tutta la mia schiena per sincerarsi ulteriormente che non portassi sotto il reggiseno. Ero certa che già se ne fosse accorto sufficientemente in precedenza a tavola quando ammirando il mio seno aveva esagerato nel sbirciare nella mia scollatura. E soprattutto poco dopo quando contro la mia volontà il mio marito maiale mi aveva per un attimo abbassato la scollatura già generosa del mio vestitino. Avevo cosi con gran fastidio mostrato all’ingegnere la mia tetta e il capezzolo già ben ritto. Ma l’illustre invitato volle effettuare quel controllo ulteriore molto volgare e particolarmente fastidioso per me che mi fece sentire completamente sottomessa. Ed ancor di più il sorrisetto di intesa che mi elargì per farmi partecipe alla sua soddisfazione per la conferma ricevuta. No, non portavo il reggiseno e lui mostrò così tutto il suo apprezzamento per la mia scelta di tenere libere le mie mammelle. Mio marito spense le luci.
“Piercarlo fece partire il filmato. Il video, enorme, fu subito riempito completamente in tutti i suoi 60 pollici. La risoluzione perfetta ci fece leggere il titolo. Mi sembrò di essere in prima fila in un cinema a luci rosse. Abbracciata pure ad uno sconosciuto. Apparve subito una foto. Presumetti a ragione che fosse Raffaella, la protagonista. E soprattutto la collega di mio marito che tanto sesso ispirava per certe sue particolari qualità tutto il genere maschile dell’azienda. Compresi mio marito e il direttore presenti ora allo spettacolo escluvivo! Lo schermo era effettivamente riempito da uno splendido primo piano di una bellissima ragazza dai lunghi capelli neri e riccioluti. Due enormi occhi scuri sorridenti, nasino greco e soprattutto la bellissima bocca che già tanto mi era stata decantata dai due maschietti qui ora presenti.
‘ ‘è lei! – mi confermò l’ingegnere quasi emozionato a voce bassissima – . è molto bella ed anche molto ben fatta.’ Sotto si leggeva anche la didascalia. La prima di una serie che scoprì dopo, purtroppo per me, molto lunga ed imbarazzante.
” ‘Amore! Ascoltami… – si fece a riguardo infatti sentire il cornuto – Ti prego, questa foto e le altre sette hanno tutte una didascalia. è Raffaella che parla all’uomo che ama e che l’ha immortalata con la fotocamera e ripresa poi con la telecamera. Gli ha fatto questo regalo veramente molto particolare ed ha così soddisfatto con tanta fatica un desiderio di lui a lungo tenutole segreto! Penso che dovrebbe una donna leggere queste poche righe che sono messaggi d’amore. Sono pensieri anche un po’ scabrosi perché intimi e privati di Raffaella. Ma sono sicuro che non ti formalizzerai per questo. Dàì, Ketty, leggi tu, con la tua bella voce. Fallo per me e soprattutto per l’ingegnere!’
‘ ‘Ma Piercarlo! – protestai subito io ben capendo il sottile e piacevolissimo godimento che avrei arrecato ai due uomini regalando la mia voce ai pensieri che prevedevo non da verginella della bella Raffaella – Non mi sembra il caso. Sono già stata brava a sufficienza perché sono qui a guardarmi delle foto e… tutto il resto che seguirà! Non mi va di essere la doppiatrice di questo genere così lurido! Dire ad alta voce cose che un’altra donna ha detto al suo uomo. E chissà quali cose dirà! Potrei imbarazzarmi troppo e potrei andare in confusione. Mi si arrotolerebbe la lingua! Con tutto quello che mi hai fatto anche bere! E poi, sapendo quanto gli uomini possano essere dei porci, chissà quanto piacere darei naturalmente ai due spettatori!’
“Avevo appena terminato la mia protesta e sentii che l’ingegnere aveva iniziato le grandi manovre. Allungò il braccio che aveva avvolto la mia schiena e con la mano arrivò a sfiorarmi lateralmente un seno. Emise un sospiro avendolo percepito nudo, ben sodo e gonfio. Ebbe la conferma che tutto quello che mio marito aveva detto delle mie tette era vero! Ma non si era limitato a sfiorarmi la tettina. Appoggiò con decisione l’altra mano sulla coscia della gamba accavallata e subito, dopo averla fatta risalire, andò a cercare da buon feticista il pizzo della calza autoreggente. Lo toccò e mi fece capire con un breve gemito di apprezzava moltissimo quel mio indumento intimo.
” ‘Allora, Ketty! – mi urlò Piercarlo mentre il vecchio continuava a palparmi – Me le leggi, allora, queste didascalie?’ ‘Va bene, va bene… – gli risposi subito cercando di non fargli capire quello che il suo capo aveva iniziato a fare alla sua mogliettina – Adesso leggo’ Adesso…’
“Lessi tutto d’un fiato. ‘Ciao amore. Sono la tua Raffaella! Ho trent’anni e mi sono decisa finalmente a fare un regalino al mio moroso che amo. E’ un regalo molto particolare e molto… impegnativo per me. E’ la prima volta per me! So però che tu lo volevi tanto perché sei un po’ birichino. Sì, volevi proprio fotografarmi! Nuda, naturalmente. Io, da brava morosa, ti ho accontentato. è veramente la prima volta che mi faccio fotografare così. Nuda! Spero ti piaccia tanto vedermi nuda in fotografia e che soprattutto come mi hai giurato nessuno vedrà queste foto! Come tutto il resto che vorresti farmi fare. Proprio delle gran belle porcate! Ma, le promesse sono promesse! Ciao amore! Raffaella’
“Piercarlo passò subito alla foto successiva. Raffaella è vestita con un bellissimo completino da tennis ed è immortalata maliziosamente mentre è piegata a raccogliere una pallina che aveva appena scaricata in rete. Il fotografo con malevola astuzia la coglie nell’attimo in cui, ben piegata e a gambe tese, è costretta involontariamente a mostrare la sua mutandina da tennis rosa.
‘Senza essere questa volta richiamata lessi la didascalia. ‘Sono bella, ma sono anche tanto ingenua, talvolta. Sono brava a tennis. Come vedi, amore, ho un buon rapporto con le palle e porto sempre le mutandine! Quando gioco a tennis”
“L’ingegnere aveva apprezzato le fotografie e la mia lettura. Ma ancor di più apprezzava perlustrare le mie cosce. Sempre più in alto. Lo sentii iniziare ad ansimare un po’. Poi a sorpresa venne con la sua bocca a caccia della mia. Fui colta di sorpresa e lo lasciai fare. La sua lingua entrò nella mia bocca senza trovare molta resistenza. Rimasi senza fiato anche perché nello stesso istante sentii la sua mano raggiungere il mio slip. Appoggiò il palmo della mano sul leggerissimo tessuto della mutandina e lui potè sentire così il rigonfiamento del mio folto pelo ancora coperto. ‘Che bella figa deve avere ‘ mi sbiascicò nell’orecchio dopo aver abbandonato la mia bocca piena della sua saliva – . Signora! Come è pelosa, lei! Ha una figa gonfia e già la sento calda e pulsante! Che femmina! Se penso a quel cornuto di suo marito…’ ‘La prego ‘ gli sussurrai con un filo di voce ‘ Non faccia così…. Sono sempre la moglie di quello lì! E sono sempre una donna!’
“Intanto comparve un’altra foto di Raffaella. Questa volta non è proprio vestita ed è al mare. E’ distesa ed è in topless. Mostra bellissime tette. Rotonde e leggermente appuntite. Due enormi capezzoli rosa caratterizzano il suo seno nudo.
“Con un po’ d’imbarazzo lessi anche questa didascalia. ‘Ecco le mie tette, amore. Le conosci bene e so che ti piacciono moltissimo e spesso ti diverti tanto a leccarmele e succhiarmele. A te poi piace fare anche un’altra cosa con le mie tettine… Sei proprio un porcellone perché mi fai quella cosa! Dopo non sei capace di controllarti, mi annaffi dappertutto e me le sporchi tutte. Ma io ti amo, sono la tua donna e ti lascio fare!’
“Leggere quelle tre righe mentre il vecchio bavoso mi toccava la figa mi creava delle difficoltà. Anche perché mi aveva riempito la bocca con la sua lingua e la sua saliva e facevo fatica a leggere. Ma ormai lui era incontenibile e non riuscivo a controllarlo. Incurante delle mie appena sussurrate proteste e della presenza del cornuto si sollevò sul divano.
‘Rimasi interdetta perché non ne intuì subito le intenzioni. ‘Anche lei, signora Ketty, ha bellissime tette. Le ho intraviste e sentite. Ora le voglio vedere per bene!’
“Con tutte e due le mani si quasi aggrappò sulla parte del mio mini vestito che doveva fungere da reggiseno. Lo abbassò con un certo impeto fin sotto l’ombelico. Eccole, finalmente, apparvero ballonzolando in tutto il loro splendore le mie tette! Liberò così con decisione le mie due mammelle, gonfie, piene e vogliose di essere maltrattate da un uomo! L’ingegnere si attaccò subito voracemente ad un capezzolo mordicchiandolo senza pietà mentre con le sue dita d’acciaio iniziò a tormentarmi l’altro capezzolo con lentissimi strofinii e strizzamenti. Ci sapeva fare il vecchio porco e quello che mi stava facendo mi piaceva parecchio. Mi dava però fastidio, un po’, dimostrarglielo così presto.
“A stento lui riuscì a trattenere i sospiri mentre apparve un’altra foto di Raffaella. La didascalia era indubbiamente breve ma mi provocò per la prima volta un po’ d’imbarazzo nel leggerla. ‘Piercarlo, devo proprio leggere questa roba? – chiesi a mio marito che mi sembrava stesse molto apprezzando quelle foto e le mie letture a luci rosse – Mi vergogno un pochino a leggere certe cose! E tu, amore, cosa stai facendo? Ti prego, non voglio” ‘Oh, mogliettina’ Io qui vedo Raffaella nuda. E’ molto bella ma penso a te e faccio quello che lei vorrà dal suo uomo!’
“Allora lessi tutto d’un fiato quello che Raffaella diceva al suo uomo. Lei è finalmente nuda, completamente nuda nel letto del suo maschio e gli si offre. ‘Eccomi, amore, sono qui! Nuda come tu mi vuoi. Proprio come mi volevi vedere! Lo so, mi desideri tanto ed hai tanta voglia di me! Ma ora, finalmente, mi vuoi anche fotografare! Così, nuda! Ma solo per te, amore! Lo puoi fare’ Sì, lo so, mi guarderai anche e soprattutto quando sarai solo e ti farai quello che tanto mi sarebbe piaciuto in quell’istante fare a te. Guardami così. Guardami nuda! Buona sega! Buona sborrata! Amore mio!’
“Mentre con un certo imbarazzo auguravo una bella sborrata al moroso di Raffaella, il vecchio capo di mio marito mi ascoltava e perseverava nel tormentarmi i capezzoli. Si staccò improvvisamente dal capezzolo e mi chiese spudoratamente ciò che proprio non volevo sentirmi chiedere da lui! ‘Signora Ketty, lei sa fare bene una sega?’ ‘Ma ingegnere! Che domande mi fa! – sbottai e gli mostrai tutto il mio fastidio per quella domanda incredibilmente personale che invadeva la mia intimità – Sono una donna di quasi quarant’anni! Sono sposata da quindici anni ed ho avuto parecchi morosi e fidanzati. Alcuni pure molto, molto focosi, esuberanti e talvolta pure insaziabili… Insomma! Certo che so fare una sega!’ ‘E i pompini? Le piace tanto farli o li fa solo se costretta dal maschio che sta amando? Li fa ancora a suo marito?’ ‘Ma uffaaaaa! Non si chiedono queste cose a una signora! Dovrebbe scoprirlo lei! – replicai io sollevando lo sguardo al cielo ed abbozzando un sorrisetto di circostanza – Comunque, se proprio lo vuole sapere, mi piace prendere in bocca il pene di voi uomini. Ancor più quando siete belli, quando godete… Come mi piace poi guardare! Quando crollate e non vi controllate più. E allora vi scuotete tutti, sobbalzate, gemete e… sborrate, schizzate, annaffiate e sporcate dappertutto con la vostra robaccia! No, non mi piace proprio invece bere lo sperma! Mi fa schifo e talvolta mi ha fatto persino vomitare! Non è stato bello! Quindi gli schizzi in faccia, sulle mammelle o sul pancino! No, a mio marito non faccio più i pompini. Da tanto tempo non glielo prendo in bocca perché non lo merita. E poi, uffa, lui proprio voleva sempre schizzarmi in bocca! Ed io non volevo! Chiaro? Ho soddisfatto tutta la sua curiosità?’
“Sul video apparve un’altra foto di Raffaella. Aveva evidentemente messo da parte tutta la ritrosia e la timidezza. Avevo deciso di dar libero sfogo alla sua sessualità più sfrenata. Accovacciata e con le ginocchia ben divaricate aveva voluto offrire al fotografo un primo piano favoloso del suo sesso. Il pelo nerissimo e riccioluto era la cornice adeguata di una vulva gonfia ed umida. Le due grandi labbra già spalancate lasciavano intravedere tutto.
‘Sentii mio marito ansimare e capii. Mi infastidii tantissimo intravvedere mio marito avere un orgasmo guardando la fica di un’altra! Anche perché proprio per lui stavo subendo un’autentica tortura da parte dell’ingegnere. Mi faceva male il vecchio! Arrapatissimo mi succhiava un capezzolo con bramosia e con la voracità di un neonato. L’altro capezzolo invece subiva dolorose strette e contorcimenti che l’uomo riusciva ad esercitare con le sue lunghe e forti dita. Gli piaceva procurare dolore alla donna. Io, invece, in quel momento lo detestai.
“Ingegnere, basta! – sbottai con rabbia proprio mentre vidi lontano e controluce mio marito sussultare e quindi sentirlo emettere un lungo gemito a fatica soffocato – Così non mi piace. Mi fa male! E poi, guardi cosa le mostra la Raffaella. E soprattutto ascolti cosa le dirà” Il vecchio cessò di succhiarmi il capezzolo e si voltò a guardare lo schermo. Ebbe un sussulto nel vedere lo splendido primo piano della figa di Raffaella. Pronta ad essere penetrata.
‘Non soddisfatta per eccitarlo ancor di più pensai di iniziare a leggere la breve didascalia che giustamente prevedevo molto piccante. Volli prima per un attimo umiliare il mio marito segaiolo. ‘Piercarlo’ amore mio’ Tutto bene? Hai finito? Hai fatto tutta la tua cremina? Ti serve un aiuto? La mia manina? Mi dispiace ma proprio ora non posso! E, uffa, l’ingegnere mi ha distrutto le mammelle! Le tue mammelle che ti piacciono tanto. E adesso mi sembra che ce l’abbia tanto duro e che voglia dell’altro dalla tua mogliettina!’ ‘Ketty, amore non fare così’ – lo sentì rispondere piagnucolando – Devi capirmi’ Se mia moglie!’ ‘Appunto! – risposi gelida – Proprio per questo ti leggo quello che Raffaella scrive al suo moroso!’
“Iniziai la lettura sentendo le mani dell’uomo scivolare sotto la gonna e catturare i minuscoli laccetti del mio slippino. Finsi di non accorgermene ed iniziai. ‘Ed eccola! Amore, è la mia fighetta. E’ già pronta ed ha tanta, tanta voglia di te. Del tuo cazzo e della tua sborra! Lo so, lo so, a te piace tanto spalancarmela e spingermi dentro fin sù il tuo uccellone. Oh, amore quanto mi piace sentirmelo tutto dentro mentre tu con tanta forza me lo stantuffi nel mio pancino e mi sfondi tutta. Dopo arriva il momento del delirio. Lo sento fremere, pulsare. Oh sì, si gonfia ancora ed è duro, tanto duro’ Scusami, io godo’ Penso a te e spruzzo. Sborro, sborro anch’io. Come te, adesso! Eccola! Ecco la tua sborra! Finalmente! La sento salire dentro di me ed è tanta, bollente! Mi piace, mi piace tanto sentirti qui dentro! Nella figa che ti regalo! Ancora una volta!’
“Anch’io in quel momento stavo offrendo la mia fica. Mentre leggevo l’orgasmo di Raffaella il vecchio maiale aveva completato l’operazione che riguardava il mio piccolo perizoma. Sciolto il laccetto, la mutandina era stata facile preda del maschietto.
‘Emettendo un preoccupante ghigno lui strinse il minuscolo triangolino che molto poco aveva protetto la mia passerina e con un certo impeto me lo abbassò fino a sfilarmelo dai piedi superando anche l’ultimo ostacolo dei miei tacchi a spillo da dodici.
‘Non opposi alcuna resistenza sapendo che sarebbe stato completamente inutile farlo. L’uomo era troppo eccitato ed oramai vedeva in me solo una femmina che doveva esclusivamente avere e dare piacere. Da buon feticista appoggiò il mio perizoma sotto il naso ed inspirò profondamente. Poi lo portò sulle sue labbra.
‘Rassegnata assistetti all’oltraggio del mio indumento più intimo. Lui infatti se lo mise in bocca e, dopo averlo ricoperto completamente della sua saliva, lo estrasse fradicio della sua saliva e se lo mise in tasca. Sapevo che quella mutandina sarebbe entrata come ospite di riguardo nella collezione privata di mutandine, tanga e perizomi di giovani donne che il maiale possedeva a casa sua in qualche bacheca segreta.
‘Ero rassegnata a rimanere così, senza mutandine e con la mia passerina pelosa ben visibile in evidenza, a completa disposizione di quell’uomo nel quale il Viagra e gli abbondanti drinks gentilmente offertigli dal mio marito cornuto si erano combinati in una miscela esplosiva che aveva senza dubbio cominciato a far effetto. Ansimava, era teso e con preoccupazione pensavo alla situazione del suo pene ed a quello che molto presto avrebbe avuto l’assoluta necessità di fare.
‘Io stessa mi sentivo strana, annebbiata ed immersa in una nuvola. Non sapevo cosa fosse la polverina che mio marito aveva messo nel mio bicchiere ma anch’io avvertivo degli stimoli mai percepiti prima. Voglia mescolata a curiosità. Voglia di vedere e toccare un vero cazzo. Voglia di vedere poi tutto il resto e scoprire cosa sarei riuscita io a far fare ad un uccello che sicuramente si sarebbe rivelato tanto diverso da quello di mio marito.
‘Mio marito ce l’aveva piccolo ed eiaculava sempre poco e prestissimo. L’ingegnere pur essendo vecchio aveva una gran fama di donnaiolo conquistata in azienda scopandosi molte giovani donne che vi lavoravano. Morose, fidanzate e, come me, mogli che con le motivazioni più diverse avevano dovuto o voluto sperimentare ed assaggiare il suo uccello. Tutte erano state ampiamente soddisfatte ed ‘ appagate!
“Al maialino non bastò naturalmente avermi inferto a casa mia quell’umiliazione. Levarmi le mutandine e, dopo averle oltraggiate, portarsele via! Si avvicinò di nuovo al mio volto e mi leccò tutta riempiendomi completamente con la sua saliva. ‘Signora Ketty! – mi disse mentre io strizzando gli occhi e dimenandomi cercavo di evitare quello schifoso bagno nella sua saliva – Le sue mutandine erano profumate! Lei ha la figa profumata! Voglio leccarla tutta e bere il suo nettare!’ ‘Noooo! Ingegnere! Non si può! – gridai tentando di richiamare l’attenzione di mio marito – Sono sempre una donna sposata’ Non sono sua moglie! E lì ci sarebbe mio marito’ Non posso, non posso! Le ho permesso di fare già troppo! Ho un marito, uffa!’
“Le mie parole non impietosirono affatto l’uomo. Anzi! Mio marito che doveva difendermi era inebetito, con i calzoni e le mutandine in mano, con l’uccello pendulo ancora sporco e gocciolante di sperma e con lo sguardo fisso sullo schermo. Raffaella, sorridente ed invitante ad ammirarla, si era messa alla pecorina. Il suo culetto era veramente di una bellezza imbarazzante e la giovane donna maliziosamente tenendo leggermente divaricate le gambe permetteva una ulteriore favolosa visione del suo sederino, delle sue grandi labbra vaginali gonfie ma strette e soprattutto del suo buchino più piccolo ed evidentemente vergine. Tutto incorniciato da una leggera e soffice peluria nerissima.
“Stavo attendendo l’assalto del vecchio ingegnere quando si fece sentire di nuovo mio marito. ‘Ketty, leggi all’ingegnere cosa dice Raffaella – mi gridò il cornuto che di nuovo sentivo ansimare – E’ proprio bella vista da dietro! Ha un culetto tutto da inculare! Vero ingegnere?’
“L’ingegnere, in quel preciso istante, catturava tra i denti il clitoride della sua mogliettina. Non ressi. Il tormento che imperterrito l’uomo mi provocava strizzandomi contemporaneamente i due capezzoli e mordicchiandomi il mio clitoride impazzito mi fece esplodere. Godetti violentemente, urlai di piacere e inondai di schizzi la bocca dell’uomo.
‘Sì, il vecchio mi aveva fatto raggiungere, piano piano, con pazienza e con costanza un completo orgasmo vaginale. Le mie urla rimbombarono nella stanza ma non mi preoccupai che Piercarlo sentisse sua moglie godere in quella maniera. L’aveva voluto lui! Non pago l’ingegnere non cessò di continuare nel procurarmi orgasmi. Presto schizzai di nuovo, sporcandolo di nuovo. Mi accorsi di accarezzargli il volto mentre lo ringraziavo per gli orgasmi che mi aveva regalato. Sapevo che lui sperava che io molto presto avrei voluto contraccambiare. Di mia volontà!’
“Quando lui ritenne che bastava bere i miei succhi sollevò la bocca e la appoggiò sul mio pelo. Riprese a leccarmi l’esterno della vulva ed i peli che ornavano la mia vagina. Era molto piacevole e lo fu ancor di più quando mi sollevò leggermente il culetto e con la lingua andò a caccia del mio forellino più piccolo.
‘Non intuii subito quali fossero le sue intenzioni, anche se ben sapevo quanto quell’uomo fosse perverso. Individuato il mio piccolo ano, senza alcuna esitazione me lo insalivò abbondantemente e mi regalò l’emozione forte di sentire la punta della sua lingua dentro di me, nel mio buchino. Ero tesa e nervosa. ‘Ingegnere… – sussurrai con un filo di voce ‘ Cosa fa? Cosa vuole farmi? Al mio buchino? La prego, si fermi.. Non voglio…’
‘Nessuno mi aveva leccato così il buchino del mio culo. Mi bagnai di nuovo! Tantissimo! Lui se ne accorse, naturalmente. Non potei non lasciarlo fare! Non fui in grado di non permettergli di incularmi! Tentai con tutte le forze di rilassarmi e di facilitare così la penetrazione delle due sue dita più lunghe e grosse prima dentro il mio buchino e poi nel mio intestino. Mi fece anche un po’ male ma accettai volentieri quel tipo di inculata.
“Mentre lui mi sfondava il culo lo invitai ad ascoltarmi. Lessi la didascalia della foto con un leggero affanno derivante dai piacevoli fastidi che le continue penetrazioni delle sue dita nel mio buchino mi provocavano. Lo vidi girarsi e guardare anche lui lo splendido culo di Raffaella.
‘Partii con la lettura. ‘Ecco, amore, il mio lato b. Il mio culetto, se preferisci. Te lo confesso subito che sono vergine. Più d’uno ha tentato di sverginarmelo e di farmi sentire la sua mazza fin dentro il mio intestino. Non ho permesso che neppure un medico maschio mi facesse un necessario clistere. Ho sempre preteso una infermiera o un dottoressa. Ho sempre saputo di avere un culetto troppo bello e per un medico maschio sarebbe stato indubbiamente molto piacevole abbassarmi lo slip, penetrarmi con con quel coso duro e lungo e poi anche, gran finale, spruzzarmi dentro tutta quella robaccia che lui avrebbe potuto pensare fosse il suo sperma. E magari subire dopo anche l’umiliazione, sempre davanti all’uomo maschio che mi aveva deflorata e riempita per bene il pancino, di non reggere e di essere costretta a dover scappare al bagno! Con te, amore, sarebbe tutto diverso. Ho deciso che quando tu vorrai potrai sverginarmi e farmi anche il clistere che tu sarai ben capace di farmi. Piano, però, amore! E mi aiuterai nel farmi riempire…’
“Piercarlo volle passare alla foto successiva. Raffaella apparve appollaiata su una comodosa poltrona in pelle nera. Capo chino aveva l’espressione di una bambina che stava facendo qualcosa di proibito. Aveva le gambe ben allargate e i piedi appoggiati sulla seduta della poltrona. è praticamente rannicchiata ed ha la vulva ben in evidenza. Accoglieva dentro la sua passerina un enorme vibratore con tanto di stimolatore del clitoride. Reggeva l’enorme pene artificiale con tutte e due le mani. Si stava masturbando. ‘Guarda, Ketty, guarda la maialina! Mai sazia’ – urlò mio marito ‘ Raffaella è proprio una gran sgualdrina!”
“L’ingegnere ed io ci voltammo verso lo schermo e vedemmo l’immagine che immortalava Raffaella impegnata freneticamente a darsi da sola il piacere. ‘Come è brava! – commentò subito il vecchio porco – Sa proprio farlo bene!’ ‘Porco! – lo insultai io – Non si guardano queste cose. Sono cose private di ogni donna che voi non dovete vedere!’ ‘Ma va là – iniziò a sfottermi lui – Lei, signora Ketty, non si masturba mai? E non le piace proprio guardare un uomo quando si fa una sega?’ ‘Uffa, uffa e ancora uffa! – sbottai subito mostrandomi infastidita da quelle domande indiscrete ed impertinenti delle quali lui bene sapeva le risposte – Sono una donna. Sono una femmina ed ho un marito che mi trascura e che si fa le seghe guardando le segretarie nude! Qualche volta, io”
“L’ingegnere mi stupì. Come fece con il mio piccolo perizoma a sorpresa mi sfilò il vestitino che era diventato una cintura. I lunghissimi tacchi a spillo anche questa volta non impedirono l’operazione. Mi ritrovai completamente nuda sul divano di casa con addosso le sole autoreggenti e le scarpe a tacco dodici. Accanto a me, incollato al mio corpo nudo un uomo eccitatissimo, pieno di Viagra ed alcol e soprattutto con una gran voglia di vedere cosa fossi io capace di fare ad un uomo.
‘Lui aveva tanta voglia e lo mostrava molto evidentemente. Ero una donna e sapevo benissimo cosa volesse allora da me. Quello stronzo di mio marito mi aveva spinto tra le sue braccia. Ed io lo ero già. Calda, straordinariamente sexy e nuda! Ero pronta e strapiena anch’io di quelle sostanze stimolanti propinatemi da quel bastardo di mio marito. Ero a completa disposizione del suo direttore. Tutta e solo per lui.
“Istintivamente mi sollevai un po’ sul divano e con un braccio mi coprii le mammelle. Con l’altra mano cercai di coprirmi il sesso. ‘E adesso? – gli chiesi con una vocina flebile, flebile – Cosa vuoi che faccia? O, meglio, cosa devo fare per il direttore? Lo sai! Ho un marito stronzo, io!’ ‘Intanto leggi la didascalia e raccontami cosa dice Raffaella. Forse dirà qualcosa che ti interesserà! – mi rispose ridendo divertito lui – Il tuo marito cornuto dorme’ e ti potrebbe venire qualche idea…’
“Negli occhi di Raffaella vidi tutto il piacere che lei stava provando. E lo disse al suo moroso senza alcun pudore e senza provare disagio. Fui io invece imbarazzatissima a leggerla davanti all’ingegnere che mi fissava e studiava tutte le mie reazioni e le mie espressioni del volto. Gli piaceva vedermi in difficoltà e provare imbarazzo nel dire quelle cose.
‘Provavo veramente un gran fastidio per quella situazione che mio marito volutamente aveva creato per turbare me e per far tirare l’uccello all’ingegnere.
‘Cercai di non mostrarmi troppo coinvolta nella lettura. Mi fu difficile. ‘Eccomi, uomo. Voglio essere adesso la tua puttana! Come vedi mi masturbo così e penso al tuo uccellone, bello, duro, lungo e gonfio. Lo sento che mi riempie tutta e mi fa godere. Non resisto più. Ti voglio. Dammelo! Sborrami tutto dentro e fecondami! Mi piace farlo anche così! Col pensiero e con le mie mani. Ma dopo, fra un po’, tu verrai e mi darai tutto il tuo seme. Amore, ti aspetto ed io godo”
“Fu un supplizio per me leggere quelle righe. A complicare la mia situazione lui senza interrompermi mi aveva fatto distendere di nuovo sul divano ed aveva ripreso a martoriarmi i seni ed i capezzoli sempre più turgidi ed appuntiti. Poi a sorpresa mi chiese di masturbarmi davanti a lui. Voleva vedermi quando avrei raggiunto l’orgasmo. ‘Si tocchi, si accarezzi, bella signora! Voglio vedere come lei lo fa! E come viene, spruzzando dappertutto! Perché lei schizza, tanto’ Lo so” ‘ Ma’ ma’ ingegnere! No! Non voglio farlo davanti a lei che mi guarda! – balbettai inizialmente mostrandomi evidentemente imbarazzatissima – Mmm’ Come succhia bene le tette, lei! E i miei capezzolini, cosi indifesi… Li mordicchia, piano, piano e… mi fa impazzire, così! Ohhh, sìììììì… Sì, sì! E va bene’ va bene’ Come vuole lei’ Ma io’ ma io’ Mi vergogno! Mi vergogno tanto! Non l’ho mai fatto davanti ad un uomo! Neanche mio marito ha mai visto sua moglie masturbarsi davanti a lui. Lui avrebbe voluto una volta gustarsi lo spettacolino del mio orgasmo e sborrare anche lui insieme a me! Ma a me tutto quello che lui voleva dava a me invece fastidio, non mi piaceva farlo così e allora lui non fu mai accontentato. Va bene! E va bene! Lo farò! Solo per lei, però, questa volta, lo farò! Le mostrerò come mi tocco! Sono sicura che le piacerà tantissimo guardarmi”
“Lui continuò ad accarezzarmi i seni e il ventre mentre io mi sfioravo le mie intimità lentamente, piano, piano e fissandolo negli occhi. Mi vergognavo tanto essere vista da un uomo mentre facevo quella cosa, ma il piacere mi pervadeva tutta e le mie carezze divennero sempre più pesanti ed approfondite.
‘Partii, come piaceva a me sempre fare, con un ditalino. Mi penetrai a lungo con ricercata dolcezza. Fu un ditalino eterno e meraviglioso come solo una donna sa regalare a se stessa. I miei liquidi iniziarono a sgorgare, a scendere lungo l’interno delle mie cosce ed inevitabilmente bagnare abbondantemente la pelle del divano. Sussultai, ebbi dei fremiti ed ansimai. Il ditalino si fece frenetico e non riuscii ad evitare una serie di piccoli orgasmi.
‘ ‘Eccomi, maschiaccio! – quasi urlai – Lei voleva guardarmi mentre godo? Eccomi! Mi guardi, allora! Vengooooo! Schizzooooo! Mi guardi, mi guardi come sborro! Le piace come lo faccio? Voleva tanto guardarmi! Ecco, sto schizzando ancora! Tutto per lei! Sono brava? Le piace?’
“Lui continuò a sorridermi rimanendo in silenzio. A sorpresa si levò la cravatta il cui nodo aveva in precedenza allentato e con lentissimi movimenti si sbottonò la camicia. Se la levò con gesti misurati e rimase a torso nudo. Mi sorprese perché si rivelò molto peloso ma egualmente mi esibì dei bellissimi pettorali e degli addominali veramente ben scolpiti su un ventre piatto.
‘ ‘Ehi, che fusto! – riusciii appena a dire – Che maschio!’ Abbozzò un sorriso di compiacimento ma subito dopo divenne serissimo. ‘Lei non è mancina, vero signora? – mi chiese l’uomo con un preoccupante ghigno dipinto sul volto – Lei fa tutte le sue cose con la destra?’ ‘No, ingegnere non sono mancina. Scrivo e faccio tutto con la destra”
“A sorpresa allora mi prese il polso della mano sinistra e senza darmi il tempo di reagire me lo legò stretto al bracciolo in legno del mio divano. ‘Perché? Perché mi fai questo? – domandai all’uomo incuriosita più che preoccupata – Non mi piace essere legata!’ ‘A me sì, signora Ketty! Non voglio che si agiti e si muova troppo!’ Non replicai di fronte al tono fermo di lui e docile dopo la sinistra gli porsi anche la mia mano destra. Pensavo che sarei stata costretta a partecipare ad una scena da vero bondage dove la donna viene ben spalancata ed immobilizzata.
‘Conoscevo infatti quella pratica. Qualche anno prima il mio marito già cornuto mi aveva portato a casa di amici e delle rispettive consorti e, in quella occasione, avevo fatto per la prima volta l’esperienza erotica che prevedeva l’uso di bende, corde, manette ed altri strumenti un po’ particolari. Seppi molto presto l’uso che quei gentiluomini amici di mio marito avrebbero fatto di tutte quelle cose. La vista di tutti quegli oggetti mi aveva notevolmente inquietata.
‘No, non avevo proprio potuto apprezzare quella serata tra gli amici di mio marito! Tutti sposati e ben a conoscenza degli sviluppi futuri della serata! Le tre mogliettine presenti subito si defilarono indignate e non vollero partecipare al giochino. Solo io, invitata con una certa insistenza da mio marito, fui costretta a rimanere e prender parte a quella che secondo lui sarebbe stata una innocente proposta erotica dei suoi amici e sua per trascorrere qualche ora in allegra compagnia e in maniera un po’ alternativa. Rimasi quindi l’unica donna. Per gioco fui convinta a farmi legare. Poi nonostante le mie proteste ed i miei rifiuti mi tolsero il vestitino e pure tutto quello che avevo sotto. Tra gridolini entusiastici e commenti irripetibili sulle mie forme ben in mostra mi ritrovai così nuda. Fu mio marito che, completando l’opera ed ignorando i miei sguardi supplichevoli, mi bendò.
‘Ero stata preparata per partecipare al gioco. Naturalmente gli uomini non si limitarono a vedermi nuda in quelle condizioni di palese sudditanza. Dovetti soddisfare subito le voglie dei tre maschietti. E tre giovani uomini partecipanti alla festicciola mi misero uno alla volta in mano i loro uccelli già duri come l’acciaio, pulsanti e pure strapieni di sborra. Non fu facile per me, tra le urla divertite dei presenti che mi invitavano a mostrar loro quanto fossi brava e veloce nel far godere un uomo, fare loro una sega da bendata e con i polsi delle mani ben legati.
‘Di sicuro però tra gli uccelli che riuscii a far schizzare veramente molto presto non riconobbi quello di mio marito che quella volta aveva preferito godersi la mogliettina mentre masturbava altri uomini. Fino a portarli all’orgasmo e poi si faceva anche sporcare tutta dal loro sperma. è stato tremendo! Accidenti a loro! Quanta sborra avevano schizzato quei tre porci!
‘Mi arrabbiai tanto perché l’avevano fatto davanti a mio marito e alle loro mogli che tanto si erano divertite nel gustarsi il supplizio da puttana da me patito a cui ero stata costretta da mio marito cornuto e dai loro tre uomini. I loro mariti si erano dimostrati molto, molto esuberanti, ben forniti e, soprattutto, strapieni di liquido seminale! Tutto, me l’avevano fatto addosso! Dappertutto! Tra i gridolini divertiti delle tre mogli i tre uomini si erano sfogati e liberati. Ero stata costretta a rivelarmi una fantastica raccoglitrice di sperma!
“Ma l’ingegnere, quella sera a casa mia, aveva altre intenzioni. Meno turpi ma più raffinate. Mi fece appoggiare il palmo della mia mano destra sul suo ventre pelosissimo. Lui, ancora una volta mi sorprese e mi mandò subito in confusione. Fissandomi negli occhi senza alcun preambolo mi infilò tre sue dita nella mia vagina ancora chiusa e mi fece provare un ditalino che si rivelò indimenticabile. Oltre che devastante per la mia fighetta!
‘All’ingegnere piaceva la mia passerina ma ancor più apprezzava la possibilità di sfondarla e di spalancarla. Ogni penetrazione fu sempre più profonda e violenta. Mi fece addirittura sobbalzare e nelle spinte più violente riuscì addirittura a sollevarmi quasi tutta. Al piacere sfrenato che derivava da quella penetrazione così maschia e rude si mescolava il dolore provato dal mio sesso maltrattato.
‘L’orgasmo completo, quello violento e vaginale, arrivò presto. Insieme ad un indicibile ed insopportabile dolore. ‘Basta! Basta! – urlai facendo addirittura sobbalzare mio marito che però continuò a dormire – La prego. Si fermi! Mi ha fatto tanto male! Non ne posso più! Quanto mi ha fatto godere così! Ho goduto tanto, tanto! Ma ora basta! La prego’ Sono distrutta’ è stato tanto cattivo”
“Lui rallentò il ritmo e la violenza delle penetrazione. Mi ritrovai in una situazione che non avrei mai potuto immaginare di dover vivere. Ero nuda, praticamente legata, un po’ ubriaca, sotto gli effetti di qualche strano afrodisiaco propinatomi da mio marito e con la vagina in fiamme dopo il devastante ditalino che l’ingegnere aveva appena finito di farmi. Mio marito, ubriaco, dormiva profondamente, accucciato sulla poltroncina dopo aver automatizzato sullo schermo lo scorrere della sequenza delle foto di Raffaella sempre nuda è sempre più in versione hard.
“La foto che infatti apparve in quel momento sullo schermo ben si adattava alla situazione che si era ormai creata. Dopo i tanti scatti che l’avevano ritratta indubbiamente nuda, ora con questa foto la giovane donna accettava un certo salto di qualità. Raffaella si era concessa infatti ad una foto indubbiamente a luci rosse. Il moroso fotografo l’aveva probabilmente convinta dopo lunghe pressioni a dare qualcosa di più e farsi fotografare anche in un altro modo. Eliminato il pudore e superati i disagi doveva esibire anche la sua capacità di amare un uomo. Anche come lui lo voleva. E immortalare quegli attimi, anche se la foto che li avrebbe catturati avrebe potuto infastidire e turbare la donna che ne è la protagonista forse forzata.
‘Era proprio la prima volta! Essere una modella a luci rosse! Era ben visibile infatti nel suo volto tutto l’imbarazzo che lei provava nel farsi cogliere da una fotocamera in quella situazione molto, molto scabrosa. Soprattutto in un momento di grande intimità con il suo uomo. Ed era quella foto una di quelle sulle quali maggiormente contava il mio marito cornuto. Era infatti molto bella Raffaella con l’uccello del suo moroso in mano. Occhi sbarrati e tutta rossa in viso svelava il suo imbarazzo. Non era mai infatti stata fotografata con un bel cazzone in mano. Prevedibile quello che lei si apprestava tra poco a fare.
“Anche il direttore ammirò la foto e visibilmente l’apprezzò. ‘Gran bell’uccello, vero signora Ketty? – mi provocò subito lui – Raffaella è proprio fortunata ad aver in mano quello splendido esemplare di cazzo di giovane uomo!’ ‘Il giovane uomo deve saper anche usare bene quello che madre natura gli ha regalato! – dissi cercando di calmare la situazione – Non sempre grandi uccelli procurano a noi donne grandi piaceri!”
“L’ingegnere sorrise ed acconsentì. ‘Perché non legge, signora Ketty, quello che ci dice la bella Raffaella?’ ‘Speravo di essere esentata dall’incarico vista l’assenza dell’operatore’ Ma se proprio lo vuole” ‘Sono sicuro che Raffaella non ci deluderà, signora Ketty”
“Le parole che l’ingegnere pronunciò mi fecero intendere che lui aveva raggiunto l’apice. L’alcol e il Viagra indubbiamente stavano facendo effetto. Anch’io anche se dolorante per il trattamento che lui mi aveva riservato sentivo delle strane sensazioni nella mia vagina. Mi era difficile ammetterlo ma mi piaceva essere in quella situazione, in una posizione di totale sottomissione a quel vecchio maschiaccio. Mi turbava e mi eccitava il pensiero che lui adesso avrebbe iniziato a volere. Avrei dovuto insomma iniziare a fare la femmina e soddisfare il maschio che avevo lì, pronto, eccitato e pieno di tanta voglia di gratificarmi scaricandomi addosso tutto il suo piacere. Quanta ne doveva avere dentro di sè di quella roba. Chissà, avrebbe voluto allagare il divano o, forse, avrebbe preferito far affogare la signora!
“Con questi pensieri iniziai a leggere Raffaella. ‘ Sei felice, così! Amore mio ce l’hai fatta! Me l’hai messo in mano e mi hai anche fotografata. Proprio così! Sei un piccolo mascalzone anche se mi piace che tu mi fotografi così. Sono la tua amante, oltre che la tua donna. E adesso, se ti va, te la faccio. Una sega, amore. Sono brava sai, amore, a fare le seghe. E a te in particolare. Oh, lo so bene che non mi puoi fotografare mentre la faccio. E neanche qualcosa d’altro che tu vuoi io ti faccia e che ti farò. Pensa a questo. Sborra poco, amore!’
“Finito di leggere mi girai verso l’ingegnere e gli porsi le labbra. Fui colta da una irrefrenabile voglia di essere baciata. Lui si fece catturare e mi baciò appassionatamente. Mi attirò verso di lui fino a costringermi a tendere il braccio legato. ‘Mi sleghi, ingegnere. La prego! – lo implorai – Mi fa male il nodo della sua cravatta! E poi, vorrei accarezzarla’ Con tutte e due le mani’ A me piace farlo così! A due mani! Capito, uomo?’ ‘No! – sentenziò secco lui – A me piace così! Lei non è mancina”
‘Mi fece appoggiare il capo sul suo petto villoso. Non mancavano i lunghi peli grigi che davano un tocco di fascino a quel petto nudo. Lo sentì allungare la mano dietro la mia schiena e scendendo raggiunse il mio culetto. Si soffermò ad accarezzarlo. Poi proseguì la discesa e si infilò tra i miei piccoli e sodi glutei. Arrivò all’ano e senza esitare lo penetrò di nuovo con l’indice e medio ben stretti tra loro. Sobbalzai e mi inarcai sollevando il seno, Feci una profonda inspirazione trattenendo poi il fiato.
‘Quella penetrazione mi aveva colta di sorpresa e mi aveva fatto male. ‘Oh no! – brontolai sommessamente – Cattivo! Mi ha fatto male! Di nuovo? Mi vuole inculare di nuovo?’ Lui non rispose ma lo sentì con un altro dito della mano andare alla ricerca dell’altro mio forellino intimo. Arrivato all’apertura della mia vagina ancora dolorante vi infilò altre due dita. Sospirai di nuovo violentemente quando la sua operazione di riempimento di tutti i miei buchi fu conclusa ed ebbe inizio il lento stantuffare delle dita nei miei due orifizi.
Era iniziato il lento e piacevolissimo tormento che sarebbe durato a lungo e che avrebbe accompagnato la mia contemporanea attività che lui in quel momento sollecitò. ‘Signora Ketty si dia da fare, ora! – mi ordinò con un tono che non avevo mai subito in vita mia in quella situazione – Ho voglia. Ho tanta voglia. Sono sicuro che da brava mogliettina sa cosa voglio!’ ‘Certo che lo so! Non sono una bambina! Certe cose le so e soprattutto’ si vedono!’ Alludevo a quell’enorme gonfiore che ben era visibile nella patta dei suoi calzoni e che mi preoccupava non poco. Sapevo benissimo cosa fosse quella roba e pure sapevo dalle parole di lui che avrei io dovuto occuparmene! Molto presto!
” ‘Guardi, guardi signora Ketty la bella Raffaella come è brava! – continuò lui a provocarmi – Lei è mia prigioniera ma le ho lasciato la mano destra libera per mostrarmi quanto anche in condizioni difficili lei sia brava. Capito, signora?’ ‘Lei è proprio un bel porcellone, ingegnere! Lei si è tanto divertito con me e il mio corpo! Adesso però vuole che sia io a divertirmi con il suo corpo. Va bene’ Piano, piano lo farò! A me piace far venire tante volte il mio uomo. E farlo venire lentamente, poco alla volta. Voglio la sua sborra, un po’ alla volta. Ma tutta, la voglio! E voglio svuotarla completamente, ingegnere, perché lei è proprio un porcellone! Può anche farmela tutta dentro! E ingravidarmi, se lo vuole’ Il cornuto se lo meriterebbe. Che umiliazione per lui avere la moglie con il pancione, fecondata dal direttore!’
“Lui fece un lungo sospiro e poi sorrise. ‘Va bene, signora Ketty. Farò come lei gradisce. Io’ io’ io’ sono tre mesi che non vengo! Insomma, che non faccio la mia sborra! Ne ho tantissima dentro perché ho anche tanta voglia di farla. Mi piace pensare che la farò con lei! E sarà tutta sua!’ ‘Ma certo, uomo! Ora io sono la sua femmina e la sua amante!’
“Mi abbassai ancor di più tendendo più possibile il braccio sinistro legato. Appoggiai il volto sul ventre di lui. Con la mano destra mi adoperai a slacciargli la cintura. Fu più facile del previsto. La sciolsi e aprì il primo bottoncino dei calzoni. Sfiorai così il gonfiore che il direttore aveva sempre ben in evidenza davanti ai miei occhi. Il mio armeggiare con i suoi calzoni mi sembrò lo avesse aumentato. Abbassai la cerniera e vidi qualcosa muoversi là sotto. Mi voltai a cercare lo sguardo dell’uomo. Lui aveva gli occhi socchiusi e gli piaceva sentirmi impegnata a spogliarlo. Era agitato ed attendeva con ansia il momento magico, quando gli avrei liberato l’uccello. Lo sapevo benissimo che agli uomini piace tantissimo quando la donna prende questa iniziativa. ‘Le piace, direttore, così? Mi sembra proprio di si’ Ce l’ha già bello duro, tanto duro – gli sussurrai per eccitarlo ancor di più – . Lei vuole proprio tanto mostrarmelo, vero? Ed io dovrò prenderglielo in mano e accarezzarglielo’ E anche baciarglielo, magari, dopo’ Vero? E va bene, ma un po’ alla volta, farò tutto’ Abbia pazienza, deve avere un po’ di pazienza con me! Soprattutto se vorrà certe cose! Quelle cose…’
“Lui non rispose e solamente emise un grugnito di piacere. A fatica, dopo avergli levato scarpe e calzettoni, gli sfilai finalmente i calzoni. ‘Mi permette vero ingegnere’ Le ho tolto tutto tranne le mutande. Ma tra poco leverò anche quelle e lei sarà allora libero e nudo. Tutto nudo per me! Come io già sono nuda per lei. Oh come mi piace sentire le sue dita ancora dentro di me. Sono tutta bagnata, io! Non riesco a fermarmi!’
“Mentre così gli parlavo lo sentii un po’ ansimare e vidi il suo pacco nelle mutande muoversi ancor di più. Il maschio stava soffrendo. Temetti che non reggesse e che facesse già qualche goccia del suo sperma. Ma io non lo volevo, anche perché volevo vedere proprio quelle prime goccioline del suo seme che che lui avrebbe fatto prima del suo primo fiotto di borra!
‘Per tranquillizzarlo un po’ mi sollevai e andai a cercare di nuovo la sua bocca. Con la lingua lo leccai prima sulla faccia. ‘Sono la tua gattina, ometto. Stai buonino, non è giunto ancora il momento di farmi vedere tutto quello che sei capace di fare. Lo so, lo so’ Tu sei un maschiaccio, hai tanta voglia e tanta, tanta roba da darmi! Vorresti farmi affogare subito nella tua sborra. Lo farai, uomo lo farai’ Ma devi avere ancora un po’ di pazienza!’
“Ritenni però che parlargli così potesse essere ancora più pericoloso. Ritornai con il mio viso e la mia bocca sul suo ventre. Leccai dei ciuffi di peli e con la lingua mi infilai sotto l’elastico delle mutande. Immediatamente appena sentì il contatto della mia lingua ebbe un gemito ed un sussulto. Temetti allora che questa volta sborrasse subito e che mi inondasse. ‘Noooo! Noooo! – gli intimai con tono di una mammina che proibisce qualcosa al bimbo che sta per combinarla – Non devi! Non devi fare così! Adesso, prima di tutto, ti levo le mutandine. Comportati bene, però! Non sporcarmi proprio adesso. Dopo ti prometto che, piano, piano, con calma, cercherò di aiutarti. Vedrai, ti piacerà tanto quello che ti farò e tu potrai finalmente scaricarti. Completamente, maschiaccio!’
“Lo sentì miagolare. ‘Signora! – mi chiamò quasi implorante – Non ne posso più! La prego, faccia qualcosa” ‘Ancora un attimo di pazienza, ingegnere! Adesso si, la prego! Le devo levare le mutande per vederla nudo. Lo so, lo so che anche a lei piace troppo che sia la donna che le levi lo slip! Ma non venga adesso! Così!’
“Infilai due dita della mano nella mutanda di lui e la sfilai fin giù. Me ne impossessai e dopo averla esibita a lui come una mia conquista la lanciai lontano quasi ai piedi di mio marito che continuava a dormire. L’ingegnere emise un lunghissimo sospiro di sollievo felice all’idea che me lo stava mostrando. Convinto di possedere un gran bell’attributo mi accarezzò i capelli in attesa del mio giudizio. Come tutte le donne per curiosità volli soffermarmi sull’uccello dell’uomo. Non eccessivamente grande era però indubbiamente piuttosto grosso. Scappellato era percorso da numerose venature in rilievo che davano al pene l’immagine di un uccello molto vissuto che aveva sopportato tante battaglie. Era già bello duro e il glande era già di un preoccupante color rosso porpora.
‘Gli sorrisi. ‘Ce l’ha proprio bello! – gli dissi con un po’ di pudore – Com’è duro e sembra essere proprio molto voglioso e prepotente! Adesso gli farò le coccole. Sono sicura che si comporterà bene!’ Non persi tempo e per dare piacere all’uomo e cercare di calmarlo leggermente gli accarezzai le palle. Erano grandi, pesanti e pelose. Mi divertii a prendere in mano tutto lo scroto e soppesarlo. ‘Quanto pesano le sue palle! Lei proprio un maschione!’
“Sospirò ancora forte e poi mi invitò a fare quello che aveva visto fare a Raffaella. ‘Prendilo in mano, adesso! – mi implorò – .’ ‘Ubbidisco, uomo! Cosa preferisce, per cominciare?’ Lo immagino” Mi ha lasciato libera la mano destra! Lei è un maiale! Devo farle una sega, vero?’ ‘Presto, signora Ketty, presto! La faccia bene e velocemente! Devo schizzare almeno un po’ di sperma! Per incominciare!’ ‘Per incominciare? Va bene, va bene’ Adesso le faccio la sega. Ma lei non venga subito, la prego’ Lasci che mi diverta almeno un po’ con il suo cazzo!’
“Lo volevo fissare negli occhi nel momento in cui per la prima volta glielo avrei preso in mano. Volevo vedere come lui sarebbe impazzito dal piacere nel sentire il suo cazzo nella mia mano ‘Finalmente, finalmente! – sospirò profondamente il direttore – E’ da quando l’ho vista questa sera che attendevo questo momento! Il mio uccello nella sua mano, lei che, guardandomi negli occhi, me lo accarezza e mi fa una meravigliosa sega! Anzi, un segone, come solo una donna esperta e capace come lei sa fare!’
‘Quelle parole mi inorgoglirono. ‘Ecco! è arrivato il momento da lei tanto atteso! – lo tranquillizzai con un po’ d’affanno – La sente, la sente la mia mano?’ ‘Sìììììì! Sììììììììì! Cosììììì! Cosììììììììì! Continui così! è meraviglioso. Ha una mano fantastica, leggerissima’ Mi fa impazzire. Nessuna donna mi ha fatto una sega così!’ ‘Sono felice, uomo, che le piaccia tanto come lo faccio! Mi piace accarezzarglielo leggermente e lentamente. Mi piace sfiorarle il glande. E lo sento, lo sento pulsare tanto! Come si sta gonfiando, sempre di più! Mi piace, mi piace farle questa sega! Così!’
“All’uomo piacque tantissimo quelle sega. A lungo avevo impugnato delicatamente e con leggerezza la sua asta dura come l’acciaio. L’avevo percorsa tutta un’infinita di volte con una lentezza quasi esasperante e che avrebbe fatto impazzire qualsiasi altro uomo. Lui no. Lui apprezzò infinitamente quella mia dolcissima lentezza. Perdemmo la cognizione del tempo, immersi entrambi nell’oblio del piacere. Poi gli feci la domanda fatidica. ‘Vuole che la faccia venire, adesso?’ ‘Sì, sì! Sì, signora Ketty’ – rispose lui con un filo di voce – Sì, sì’ La prego… Adesso lo voglio’ Mi faccia godere’.’ Strinsi un po’ il pene che tanto avevo coccolato ed aumentai sempre di più il ritmo del sù e giù. L’ingegnere iniziò a gemere. Seguirono sussulti, sussurri e si lamentò quasi urlando. Mi gustai la visione delle sue prime goccioline di liquidissima sperma che mi inumidirono un po’ le dita e che anticiparono il primo tanto atteso spruzzo di sperma.
‘Io lo aiutai con le parole mentre lo masturbavo sempre più freneticanente. ‘Venga, mio uomo, venga. Mi faccia vedere come sborri. La voglio vedere tutta adesso la sua sborra. Sarà tanta, lo so, e inonderà e sporcherà dappertutto! Oh sì, come mi piacerà vedere i suoi schizzi, tanti e grandi! Sborra! Sborra, uomo! Sborra! Adesso!’ E il momento fu quello. ‘Sborrooooo! Ketty sborrooooo! Guarda! Guarda la mia sborra! Sborraaaaa! – urlò l’ingegnere che era crollato ed era venuto ‘ E’ tutta per te, signora kEtty!’
“Riuscii istintivamente a non essere investita dal primo violentissimo fiotto di sperma che lui spruzzò e che arrivò quasi al soffitto centrando i cristalli del lampadario. Impugnando ancora il pene dell’uomo tentai di indirizzare il getto di sperma verso il pavimento. Rimasi sorpresa dalla violenza e dalla sproporzionata quantità degli altri sborroni che fuoriuscirono senza tregua dal suo glande divenuto violaceo. Grosse macchie di sperma si depositarono così sul pavimento e sul tappeto persiano del salone. Si erano creati tanti piccoli laghi di liquido seminale dell’uomo che avevo appena finito di masturbare.
‘Anche la mia mano era piena e gocciolante del suo sperma. ‘Ma ingegnere! – lo rimproverai bonariamente – Ma quanta ne ha fatta. Ha inondato tutto il mio salotto con il suo seme! Ha spruzzato dappertutto! E guardi quanta ne ha fatta di sborra anche nella mia manina! Lei è proprio un mascalzone!’ ‘Mi scusi signora, ma le avevo confessato che non eiaculavo da tre mesi. Ed io ne ho ancora, sa” ‘ ‘Cosaaaaaaa! – esclamai fingendo preoccupazione e nascondendo apprezzamento – Lei è un produttore di sperma a livello industriale! Povere le donne che hanno rapporti con lei! Sono sicura che lei, dappertutto, le riempie proprio per bene. Le gonfia, lei!’
“Mentre ironizzavo sull’enorme produzione di sperma dell’ingegnere la nostra attenzione fu attratta dalla foto apparsa sul video. Raffaella aveva ormai superato tutti gli ostacoli che il suo pudore aveva eretto. ‘Accidenti! – esclamò l’ingegnere – La Raffaella non conosce proprio più limiti. Aveva detto che non l’aveva mai fatto prima!’ ‘C’è sempre una prima volta! – cercai io di giustificarla – L’importante è non essere costrette a farlo e farlo alla persona che lo merita”
‘La foto non dava adito a dubbi. Raffaella aveva in bocca un uccello. Sicuramente quello del suo moroso e dall’espressione del volto non le dispiaceva per nulla quello che stava facendo. Raffaella aveva imparato a fare anche i pompini. Beati i beneficiari di quella bellissima bocca.
“L’ingegnere non dimenticò il mio compito di lettrice. Immaginavo giustamente che anche in questo caso non sarebbe stato agevole per una donna leggere quelle righe. Soprattutto alla vicinissima presenza di un uomo nudo e gran produttore di liquido seminale come mi aveva appena dimostrato di essere l’ingegnere. ‘Signora Ketty, per lei, è un dovere. Sarebbe per me invece un grande onore sentire la sua voce leggere il pensiero della Raffaella mentre è impegnata in quella splendida attività sessuale! – mi richiamò all’ordine l’ingegnere – Non può non ottemperare alle direttive del suo gentil consorte!’ ‘Lei è un birbante! – lo presi in giro strofinandogli sulla guancia il palmo della mia mano ancora sporco del suo sperma – Lei è un mascalzone e un approfittatore di mogli insoddisfatte e vittime di mariti inetti ed impotenti! Io però mantengo la parola data!’
“Mentre mi preparavo alla lettura della didascalia questa volta particolarmente lunga, l’ingegnere con decisione mi sospinse con il capo sul suo pube ancora sporco del suo liquido seminale e terribilmente puzzolente. Mi fece affondare il nasino tra i peli ancora pieni di sperma e fui avvolta dall’odoraccio che questi emanavano. Avevo assunto una posizione fantastica. Per lui!
“Per un attimo pensai ad un eventuale risveglio di mio marito ed a come troverebbe la sua mogliettina. Nuda, legata al divano, costretta a stare alla pecorina e impegnata nella lettura di una didascalia porno, Ciò mentre è adagiata sul pube sporco di sborra di un uomo che lei ha appena masturbato e fatto abbondantemente godere. Ma subito dopo ricordai che tutto ciò era stato da lui voluto ed architettato.
“Nonostante la scomoda posizione alla quale ero costretta, iniziai la lettura. Guardai ancora per un attimo negli occhi l’uomo che mi stava dominando. Ero imbarazzatissima e preoccupatissima per quello che stavo per leggere. Mi avrebbe sicuramente procurato molto disagio. ‘Eccomi! Sono proprio come tu mi volevi! Ho il tuo bellissimo uccello in bocca. Finalmente me l’hai messo dentro! Come tanti altri avrebbero voluto’ Tu ce l’hai fatta, amore! E proprio tutto me l’hai spinto dentro! Fino in gola! Sto quasi soffocando perché faccio fatica a respirare. Uffa ce l’hai troppo grande! Non ci si comporta così con la propria morosa che fa il suo primo pompino! E magari adesso dovrei fare anche dell’altro’ Ma tu’ ma tu dopo cosa mi combinerai? Oh no, ti prego! Non farmela in bocca! Nessun uomo ha schizzato dentro la mia bella bocca. Nessuno mi ha sporcata e fatto bere quella roba vostra che sicuramente a me non piacerebbe! Ti prego, amore, non schizzarmi in bocca!’
“Finii di leggere ed emisi un lunghissimo sospiro. Rimasi ferma. In attesa di quello che stava per succedere. Con gli occhi socchiusi rivolsi il mio sguardo al direttore ed a bassissima voce sospirai. ‘Lo so… Lo vuole anche lei, vero? Ma io… ma io… Non ho voglia. Non ho voglia adesso, qui, di succhiare un pene! – protestai ben sapendo che tutto fosse inutile – Il suo uccello è poi sporco. Sento una puzza’ Vuole proprio che io glielo prenda in bocca? Lì c’è mio marito! Ed io dovrei prendermi in bocca l’uccello di un altro!’
“Lui non mi diede tregua. ‘Signora Ketty voglio la sua bocca! – mi ordinò – Sono sicuro che lei mi farà un pompino favoloso! Lei è troppo femmina! Con quella bocca e con quella lingua, poi” ‘Meglio di quella li? – sbottai fissando l’enorme video dove Raffaella era immortalata con la bocca piena del sesso del suo moroso – Lei sta per far godere il suo moroso! Invece lei, ingegnere, non è il mio uomo. Perché devo farle questo? Non voglio farla godere di nuovo come prima! Ne fa tanta di quella robaccia. E magari con la mia bocca la farei godere ancor di più! Uffa! Che schifo!’
“Lui non dice nulla ma appoggiò la sua mano dietro la mia nuca e spinse. Le mie labbra si schiacciarono sul suo cazzo. Mi fu naturale a quel punto spostarmi leggermente e prenderglielo in bocca. Solo il glande che trovai bagnato e ancora sporco di sperma. Puzzava troppo ed emisi un lunghissimo gemito. Lui fece un’altra pressione sulla mia nuca per farmi intendere quello che voleva. Spalancai allora la bocca e lo feci entrare tutto. Non era tanto lungo ma molto grosso e respiravo a fatica. Della mia bocca uscirono gemiti e lamenti mentre lui iniziò a scoparmi in bocca.
‘All’inizio lo fece piano, piano, poi aumentò la velocità e la pressione della penetrazione. Mi stava devastando la bocca. Le labbra doloranti mi facevano sempre più male e mi facevano lamentare. ‘Ma signora Ketty! – mi umiliò l’uomo – Sembra una liceale al suo primo pompino! Eppure, signora, lei di pompini ne ha fatti! E non solo al suo maritino cornuto!’ Me lo disse proprio nel momento in cui iniziò forsennatamente a spingermi il suo uccello fin quasi in gola. Ebbi per questo un primo conato di vomito. Sputai fuori dalla bocca il cazzo dell’uomo e lo ripresi in mano. Ricominciai a fargli velocemente una sega.
“Il maschietto non apprezzò e brontolò. ‘No, signora! Così non va! – mi sgridò mostrandomi tutto il suo fastidio – Io voglio la sua bocca e voglio schizzare nella bocca della moglie di quel cornuto. Sono sicuro che brava come è mi farà venire di nuovo tantissimo. Più di prima’ E guardi il video, guardi cosa le combinerò!’
“Girai la testa verso lo schermo e vidi una cosa che proprio non mi piacque. Il moroso di Raffaella aveva sborrato e dopo averle evidentemente fatto assaggiare per bene per la prima volta il suo liquido seminale le aveva inondato con i suoi spruzzi di sperma anche il suo bel visetto. Dappertutto. Raffaella aveva gli occhi spalancati, lo sperma le ricopriva il volto e gocciolava. Anche i capelli erano pieni del bianco liquido seminale schizzato anche lì dal suo moroso. Il suo uomo l’aveva devastata ed era stato cattivo con lei. A capo chino cercava di ripulirsi un po’… Ma lui ne aveva fatta veramente tanta. Troppa!
“L’ingegnere per l’ennesima volta mi invitò alla lettura della didascalia che prevedevo particolarmente schifosa e molto imbarazzante da leggere per me. ‘Legga, signora, legga! – mi esortò questa volta con voce quasi suadente – Vede come è stata brava la bella Raffaella. Ed era la prima volta, mi pare… Ma lei, signora, certe cose le sa fare ancora meglio e gli effetti sono immaginabili! Il suo pompino fantastico e la mia sborrata che mi farà fare’ Sarà fantastico!Ma adesso legga, signora, legga’ Non pensi a quello che le succederà dopo’ Anche a lei…’
“Feci finta di non sentire e mi dedicai alla lettura dell’ultima didascalia. ‘Oh, amore’ Te l’ho fatto! Proprio come volevi tu! E finalmente, hai sborrato! Quanto sperma! Quanto ne hai fatto! Sei proprio un maschiaccio! Mi hai riempita tutta! Proprio tutta ed io non volevo. Sei contento di quello che hai fatto? Hai schizzato tanta, tanta sborra in faccia alla tua morosa. Sei stato il primo a farle assaggiare il seme di un uomo ed a ridurla in questo stato. Ti piace tanto questa foto, vero? Lo tua morosa piena di sperma. Il tuo sperma! Non è buona sai la tua sborra ma ti amo e te la berrò tutte le volte che tu lo vorrà!’
“Mi girai con gli occhi socchiusi verso l’ingegnere. ‘Ma io no! – cercai di convincerlo – Io non voglio bere il suo sperma e farmi ridurre come la Raffaella! Io quello che dovevo fare per il cornuto l’ho fatto. Se proprio vuole la faccio venire di nuovo con la mano. Mi sembra di essere stata brava e che le sia piaciuto tantissimo venire in quella maniera. Schizzando dappertutto e sporcando senza ritegno ovunque. Guardi, dappertutto c’è il suo sperma!’
“L’ingegnere non si degnò di rispondere e anzi con ancor maggiore energia sospinse la mia bocca verso la sua cappella ancora ben umida della mia saliva. ‘Lecchi e succhi tutto per bene! – mi ordinò zittendomi definitivamente – Finisca ora il lavoro che aveva iniziato molto bene prima. Non farà fatica perché ho ancora tanta voglia ed ho tanta robina per lei.’
“Mi lasciai scappare un autentico grugnito che cessò nel momento in cui mi sentii nuovamente la bocca penetrare dall’uccello di lui. Era ancora più duro di prima e lo sentivo vibrare dentro di me. Pensai che avrei fatto bene a velocizzare il lavoretto che il maschio voleva io portassi a termine. Mi diedi inizialmente da fare con la lingua accarezzandolo lungo l’asta e il glande. Poi trasformai la mia bocca in una vagina ed ingurgitai una serie infinita di volte tutto il suo sesso. Si dimostrò forte e resistente. Voleva ritardare l’orgasmo per farmi lavorare più possibile. Ci riuscì perché nonostante tutto il mio impegno fui costretta ad un pompino interminabile. Non veniva mai, l’uomo, nonostante con la mano gli accarezzassi con estrema dolcezza il ventre prima e le palle dopo.
“Ad un certo punto lo sentì respirare un po’ a fatica. ‘Guarda, guarda! – mi invitò, sempre mentre lo stavo spompinando, a contorcermi ed a guardare il video dove era partito il filmino hard – Guarda la Raffaella come è scatenata a fare un pompino al suo moroso. Sembra proprio che le piaccia aver in bocca quell’uccello e ciucciarselo. Chissà” Non riuscii a non lanciargli uno sguardo interrogativo. Anche se temevo di conoscere la sua curiosità. ‘Lei ha tanta voglia di far godere il suo uomo’ – disse l’ingegnere – Ma lei, signora, ha tanta più esperienza e sa cosa fare per far crollare il maschio e farlo venire’ Ne sono sicuro. Sbaglio?’
“Non potei naturalmente rispondere perché avevo la bocca strapiena del sesso di lui. Ma mi sentii provocata e quasi punta nell’onore. Mi ripromisi, facendo un ultimo sforzo, di far cedere quell’uomo e di farlo venire. Aumentai ancora di più la velocità del sù e giù della mia bocca lungo tutta l’asta di carne vibrante di lui. Questa volta oltre ad ansimare iniziò anche a gemere. Il maiale accorgendosi di essere pronto all’orgasmo mi catturò il capo impedendomi la possibilità di fuga. Voleva proprio schizzami in bocca. Presto l’avrebbe fatto perché lo sentii irrigidire i muscoli delle gambe, fare dei sussulti e bloccare il respiro lamentandosi. Sentii in bocca il suo cazzo pulsare.
‘Eccolo! Era venuto e sborrava! ‘Sborroooooo! Sborrooooo! In bocca, sììììììì! Tutto nella sua bocca, signora! La sente? La sente, la mia sborra?’ Feci segno di sì col capo per farlo contento ed aiutarlo a sfogarsi ed a liberarsi. Tutto e presto! Il suo sperma lo sentivo bollente e soprattutto all’inizio molto denso. Rivoltante e trattenni a stento un conato di vomito. Anche questa volta stava spruzzando un’infinità enorme di liquido seminale. Mi riempì la bocca di sperma e io la trattenni tutta là dentro perché meditavo di non fare l’ingoiò e di sputare appena possibile tutta quella sua robaccia sulla sua pancia pelosa. Ma lui non smetteva di schizzare ed allora fui costretta a buttar giù. Non riuscii a nascondere una smorfia di disgusto che lui notò con sorpresa. Aveva voluto vedere il momento dell’ingoio come mio estremo gesto di sottomissione. La signora Ketty era costretta a bere la sua sborra. ‘Non le è piaciuta la mia sborra? – mi chiese subito – Alcune signore mi hanno detto che non è tanto sgradevole” ‘Nooooooooo! – strepitai io a fatica per la bocca ancora piena del suo seme – Ed io invece le dico che fa schifo! Oh, nooooo’ Sto per vomitare!’
“Insensibile ai mie lamenti lui continuò a spruzzare il suo seme. Dappertutto, sul mio volto e in particolare senza alcuna pietà sulla fronte, sul naso, negli occhi e tra i capelli. Mi aveva ricoperta con la sua robaccia giallognola diventata dopo i primi spruzzi liquidissima e particolarmente puzzolente. Mi aveva completamente ricoperta di sperma. Il mio bel viso sembrava avesse una maschera.
‘Ero furibonda per quel trattamento che mi aveva riservato. ‘Lei non ha proprio pietà di una donna! Guardi come mi ha conciata. è soddisfatto ora?’ ‘Signora Ketty, non dica così – concluse lui sollevandosi e rivestendosi – . Mi sembra di averla gratificata abbastanza. Guardi Raffaella che è ancor impegnata con il suo moroso’ Non è ancora riuscita a farlo venire! Lei, signora, è indubbiamente molto brava! Beato suo marito. Oltre alla bella moglie che continuerà ad avere nel suo letto avrà anche la promozione che tanto desiderava’ è proprio meritata!’
“Se ne andò subito lasciandomi sul divano distrutta. Ero nuda, legata e sporca. Ero piena della sborra del capo di mio marito. Rimasi così immobile a lungo. Volevo che mio marito, quando si sarebbe finalmente risvegliato, mi trovasse proprio così. Devastata e immersa nella puzza di sperma che regnava nella stanza. E lo sperma non era il suo!
“Quando si destò rimase indifferente davanti alle scena che gli si presentò dinanzi. Venne in silenzio verso il divano prestando attenzione a non calpestare le grandi macchie di sperma ben visibili sul pavimento. Mi slegò e mi prese l’altra mano ancora sporca ed attaccaticcia. Erano le tracce di quel liquido che lui da maschio ben conosceva. Mi portò a letto incurante che sua moglie grondava sperma dappertutto e finse di non accorgersi che sua moglie aveva anche il volto ricoperto di tanta, tanta sborra. E no, neanche quella era la sua! Nuda, con le sole calze autoreggenti ancora addosso mi girai e gli mostrai la schiena e il mio bel culetto ancora un po’ arrossato per le sevizie subite. Anche lì quel porco aveva voluto abusare di me! Volevo dormire e dimenticare. Lo senti invece agitarsi ed armeggiare con il suo piccolo pene. Riprese a masturbarsi appoggiando il glande sul mio sederino ancora dolorante. Si masturbò così furiosamente. ‘Sei proprio un maiale! – gli dissi rancorosa – Vuoi anche tu sporcarmi! Vuoi schizzare la tua sborra nell’unico posto dove non c’è quella di lui?’ Mio marito non rispose ma sentii i suoi caldi fiotti di sperma infrangersi sul gluteo e poi, da dietro, colare verso la mia vulva.
‘Finito l’oltraggio finale il mio marito cornuto si girò dall’altra parte e si addormentò soddisfatto. Per la sua sborrata e per la… promozione!’
Il racconto era finito. Ketty aveva fatto tanta fatica a narrare tutto quello che aveva dovuto subire per colpa del marito. Ma il so imbarazzo ebbe l’effetto di eccitarmi. Lei stessa, però, narrando quella storia di estrema sottomissione si era accalorata. Soprattutto quando si era accorta che la descrizione delle vessazioni da lei subite avevano avuto l’effetto di eccitarmi.
Appoggiata con il volto sul mio ventre di fronte a quello di Erica aveva notato il mio uccello nuovamente indurirsi. “Sei proprio un maiale! – mi rimproverò allora lei – Vedermi costretta a fare certe cose ti ha eccitato! Io non volevo far godere quell’uomo!”
“Mi sembra che alla fine hai accettato di fare tutto quello che l’uomo ha voluto! – la provocai io sapendo di mentire – Una donna non si fa sborrare in faccia in quel modo contro la sua volontà!”
“Io non lo volevo. Sono stata costretta’ Mi sono ritrovata in una situazione nella quale non potevo più oppormi! Nenche di farmi sborsare in faccia! Hai capito? Non mi è piaciuto per nulla assaporare la sborra di quel vecchiaccio! Tutta colpa del mio marito cornuto!”
“Ma adesso sei qui, Ketty – la provoco – . Mi sembra che oggi ti sei dimostrata molto disponibile! Ed ho il sospetto che non ti sia ancora bastato. Vuoi ancora dell’altro da me?” “Io voglio vedere ancora dell’altro – incalza Erica – . Voglio vederti godere ancora una volta. Devi fare a Ketty quello che i tuoi amici mi hanno fatto nella stanza dello sperma. Ti ricordi, ometto?”
Io sapevo di poter avere ancora un orgasmo. Ma Ketty era molto perplessa. “Ma Erica! – brontola Ketty sospettando qualcosa – Il ragazzo è già venuto due volte! Non so se è capace di fare ancora sperma!” “Lo farà, lo farà! – la rassicura Erica – E lo farà per te! Solo per te, questa volta ed io lo aiuterò. Mi ha confessato che si è fatto tante seghe sognando di spingere il suo pene dappertutto dentro di te ed alla fine di sporcarti per bene'”
“Spingermelo tutto dentro dappertutto? E sporcarmi per bene? – chiese preoccupata la bella Ketty – Glielo ho già succhiato per bene, mi sembra’ E come te mi sono fatta scopare e riempire di sborra! Cosa può ancora volere da me?”
Erica si alzò dal letto e andò a prendere per mano Ketty che la guardò preoccupata. E lo fu ancor di più quando la bella Erica la fece mettere alla pecorina allargandole più possibile le gambe. Lo spettacolo che Ketty mi offrì quando mi alzai dal letto e da dietro la guardai fu indimenticabile. Così spalancata mi offriva una visione sublime della sua figa e del suo buchino del culetto. Rosa ed appena, appena schiuso e circondato da una leggerissima peluria nera.
“Sei vergine, dietro? – le chiesi con un soffio di voce – Ti sei già fatta sodomizzare?” “Sono sposata, ometto… ‘ rispose lei seccata – E’ stato mio marito! Lui mia ha sverginata facendomi tanto male! Poi, qualcun altro’ Ed ho subito sempre alla fine il clistere di sperma! Me lo vuoi fare anche tu, oggi?” “No, il clisterino di sperma nel tuo culetto non te lo faccio. Tutto il resto sì! è molto volentieri! Voglio proprio inculare la signora Ketty!”
Ketty si accasciò sui gomiti rassegnata tenendo ben sollevato il suo splendido culetto. Fu Erica che mi prese in mano l’uccello e lo puntò sul forellino rosa. “Stronza! – le urlò Ketty vedendo l’operazione della sua amica – Questo non me lo dovevi proprio fare! Aiutare un uomo ad incularmi!”
“Stai tranquilla Ketty! – le dissi con estrema dolcezza – Devi rilassarti e pensare ad una piccola supposta che ti farà tanto bene al pancino. Non stringere il buchino! Non voglio farti male!” “Uffa! – sbottò lei – So benissimo cosa devo fare per non farmi sfondare e non soffrire troppo! Ma tu, ti prego, fai piano'”
Cercai di esaudire il suo desiderio e spinsi lentamente il glande dentro di lei. Lei sospirò profondamente e risollevò il capo che aveva appoggiato sul tappeto nell’attesa della penetrazione. “Piano! Fai piano! – strepitò lei – Mi fai male! Ce l’hai troppo grande per il mio buchino! Oh no! Non spingermelo così subito tutto dentro! Mi sfondi, accidenti! Però’ Com’è bello farsi inculare da te! Ma fai piano, ti prego!”
Io spinsi tutto il mio uccello dentro di lei. Era veramente strettina, Ketty! Il buchino del suo culetto era ancora praticamente vergine! E dopo la penetrazione cominciai a stantuffare. Mi accasciai sulla sua schiena di lei e catturai con le mie mani le sue belle mammelle che ciondolanti sobbalzavano ad ogni mia violenta penetrazione del suo ano. Le strinsi i capezzoli e per lei fu un tormento. “Piano, uomo! – mi implorò – Come sei violento! Ho le tettine delicate, io! E tu m fai male, così! Con quell’uccellone e con quelle dita! Basta, basta, non ne posso più’ Oh no’ Mi fai venire di nuovo, così’ Sono tua, tutta tua!”
L’inculata alla signora Ketty fu la più lunga della mia vita. La feci godere più di una volta ed ai gemiti di dolore seguirono autentiche urla di piacere. “E dài, uomo cattivo! – ad un certo punto urlò Ketty – Fammelo! Sì fammelo tutto questo bel clistere di sperma! Vieni, schizza, sborrami dentro! Riempimi tutta! Io ho già tanto goduto! Di nuovo! Come prima! E tu, giovane maschio?”
Io non risposi, subito. Sfilai però lentamente il mio cazzo dal suo buchino arrossato. Mi alzai, mi spostai e mi inginocchiai davanti a lei, dopo averle sollevato il visetto. Le raccolsi con estrema calma i lunghi capelli dietro la nuca e le piantai il mio uccello davanti agli occhi sempre più azzurri e sbarrati.
Non capiva o forse finse di non voler capire. Con gli occhi socchiusi e i capelli raccolti nella mia mano Ketty era bellissima. “Vuoi venire di nuovo, lo so… – mi sussurrò con voce dolcissima – Lo vedo, sai, che hai ancora tanta voglia’ E tanta, tanta sborra! Tutta per me, vero? Come vuoi che te la faccia fare? Non mi piace troppo fare pompini, ma se proprio lo vuoi'”
“No, Ketty! Sarà Erica a succhiarmi il cazzo. Davanti a te. Quando però starò per raggiungere l’orgasmo sarai tu a spalancare la bocca e mi finirai. Sì, signora Ketty, voglio farle il primo spruzzo, quello più potente, in bocca e tutto il resto sul suo bel visino! Ho sempre sognato di sborrare in faccia alla signora Ketty. Quella che se la tirava sempre tanto!”
Erica iniziò a succhiarmi voracemente l’uccello fissando negli occhi Ketty indubbiamente imbarazzata. “Io’ io’ devo proprio farlo? Anche questo! Non mi va’ A Erica piace di più lo sperma. Schizza tutto in faccia a lei!” Ma Erica emise un sospiro e con un chiarissimo segno con l’indice mostrò a Ketty il suo rifiuto. Anzi, subito dopo, si staccò di colpo dal mio uccello fremente. “Eccolo, Ketty! – le urlò Erica – Lui è quasi pronto. L’ho ciucciato per bene e te l’ho preparato. Ora tocca a te! Finiscilo! Ed è tutto tuo! Presto! Sta per sborrare! Gustati il primo schizzone!”
Fui io a sospingere Ketty verso il mio glande viola e già abbondantemente bagnato. Lei si mostrò restia ed allora con due dita dell’altra mano le tappai il nasino. Lei per respirare fu costretta a spalancare la bocca. Proprio nel momento in cui io feci il mio primo sborrone che si infilò tra le sue labbra ben aperte e scese fino in gola. Ebbe un violento colpo di tosse e subito dopo un conato di vomito. L’espressione dipinta sul suo bel viso mostrò tutto il suo disgusto. Strizzò e poi spalancò gli occhioni azzurri. In tempo per vedere tutti gli schizzi di sperma che iniziarono a infrangersi dappertutto sul suo bellissimo visino. Ad ogni schizzo che sentiva arrivare su di se emetteva un gemito ed un sospiro. Ancora una volta riuscii a produrre una grande quantità di sperma. Il volto di Ketty fu completamente ricoperto dalla sborra del giovane uomo. Nulla fu risparmiato. Gli occhi erano completamente chiusi e pieni di sperma. Fili del mio liquido seminale grondavano dal naso, dalla fronte, dalle guance e dalla bocca serrata. Era tutta bianca in volto e annaspava non vedendo nulla. Sentii però distintamente Erica sghignazzare ed apprezzare quello che mi ero impegnato a fare alla sua amica.
“Sì, bastardo! – gridò infatti Erica – Anche a lei! Come avete fatto voi tre mascalzoni a me l’altro giorno! E adesso fotografala così con il tuo cellulare. Tutta sborrata! La signora Ketty con tutto il suo visino pieno di sperma! Bella vero? Come me?”
Feci una serie di scatti. Ketty, infastidita e colta di sorpresa, era confusa e disorientata. Protestò, ma non troppo convinta e non riuscì a nascondere un sorrisetto che tradì la sua complicità e tutto il suo giustificato esibizionismo. “Ma dàiiiii! Noooo! Non voglio essere fotografata proprio così! Ti prego’ Non farlo! Mi vergogno troppo! Solo mio marito è riuscito a fotografarmi nuda. Mi ha rubato delle immagini mie subito dopo avermi sporcato! Lo puoi immaginare come! Sta tutto nella chiavetta rossa e spesso se ne è approfittato. Mi ha talvolta addirittura ricattata! Lo faresti anche tu?”
“Ma no, signora Ketty! – la tranquillizzai – Queste foto andranno a far parte della mia collezione privata. è conservata al sicuro in una chiavetta messa dove solo io so. Certo che certe sue foto mi terranno compagnia in certi momenti di solitudine!” “Sei uno stronzo! – strillò la bella signora Ketty – E buone seghe! Morosa permettendo'”
Tutti e tre ci recammo nell’enorme bagno di casa. Delle calde docce salutari ripulirono i corpi delle due donne. Ed il mio. Ero esausto ma ero orgoglioso di come avevo superato l’esame.
La squadra di calcio dove i figlioletti di Erica e Ketty giocavano non si rivelò una squadra particolarmente competitiva. Non mi diede grandi soddisfazioni. Mi consolai però con le due mammine. Erica e Ketty furono le prime due belle donne che inaugurarono la mia collezione privata di foto. Entrambe, più o meno volentieri, si erano fatte riprendere, nude, con il mio uccello in bocca e con i loro visetti almeno una volta ricoperti dal mio seme.

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