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Racconti Erotici Etero

Io, lei e il tuo sapore..

By 16 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono le cinque del mattino, o forse le sette, o forse le undici non lo so. Sto nel letto mezzo addormentato anche se una parte di me non dorme. Accanto a me c’e’ lei, sento la sua gamba che tocca la mia e sento il suo respiro ritmico. Nella mia testa il sogno di un tuo messaggio, un vieni da me,  forse un indirizzo e la mia testa mi proietta in macchina, sto cercando parcheggio nella piazza di san lorenzo dove un tempo c’era il biliardo. poi un palazzo e un portone. Suono il citofono. salgo a piedi delle scale e trovo una porta. Mi apri tu. Senza dire una parola, mi guardi, mi fissi bellissima, un po severa, un po forse felice di vedermi comparire li sull’uscio di casa tua. Io entro, tu mi fai entrare. Non ci diciamo nulla, semplicemente per un po ci guardiamo. Siamo vicini senza sfiorarci mentre io osservo. Poi io ti tocco una gamba, una coscia forse, hai la gonna. Ci faccio scorrere le dita sopra e il tuo sguardo impercettibilmente cambia. ancora nessuna parla, ma un bacio quello si. La tua bocca sulla mia, la tua lingua con la mia. Poi di nuovo i nostri sguardi che si incrociano in silenzio mentre la mia mano risale e si fa piu’ audace, si fa più insolente cercandoti fra le gambe. Fuori dalla mia visione, dentro il mio letto, mi viene il cazzo duro. Mi agito e cambio posizione. Non ne trovo una che sia giusta mentre la visione continua e nel letto comincia a fare caldo. lei dorme. Tu mi baci tirandomi con una mano verso di te mentre con l’altra mano accarezzi la mia, di mano, che sta accarezzando te sotto la gonna come se mi guidassi o mi insegnassi a darti piacere. Io cerco di baciarti ma tu sorridendo ti ritrai, come se stessi giocando. Poi arretri fino al divano, il tuo divano. E li ti metti quasi stesa, con le gambe leggermente aperte e mi fai un cenno. Io mi avvicino a te, mi avvicino in mezzo alle tue gambe mentre nel mio letto sto sempre piu’ scomodo e il cazzo duro non mi fa dormire. Tu affondi la mano nei miei capelli nel momento in cui la mia bocca  tocca per la prima volta la tua fica e sento il tuo sapore. Il tuo sapore. Mi spingi verso di te e io mi perdo in quel vortice di piacere mio e tuo insieme. Mi rigiro nel letto, lei forse si sveglia, forse sta ancora sognando ma mentre immagino di leccarti le prendo una mano e me la metto sul cazzo. Lei comincia a muovere la mano piano, ancora con i tempi del sonno. Tu respiri forte e ogni tanto emetti un suono strozzato mentre la mia lingua ti cerca, ti vuole conoscere, ti vuole scoprire e mi ritrovo a leccarti le cosce, la pancia, i capezzoli, ma sempre la tua mano mi rispinge giu’, dove sta la tua fica. Spingi il bacino piano verso di me, come per farti assaggiare di nuovo, come se non ne potessi farne a meno. La mia ragazza nel letto si è svegliata, mi sta toccando il cazzo e mi da un bacio sul collo. La accarezzo fra i capelli e le spingo piano la testa giu’, dove c’e’ il mio cazzo. Lei comincia a farmi un pompino, piano. Ma io non sto li, io sto inginocchiato davanti al tuo divano, la tua mano mi tiene li con la bocca sulla tua fica e piu’ te la lecco e piu’ tu ti avvicini, mi spingi, mi incolli a te sempre più bagnata. Io nel letto le spingo un po la testa, non resisto e lentamente comincio a scoparla in bocca, come tu nel mio sogno stai scopando la mia di bocca. Strusciandomi la  tua fica sulla mia faccia, scopandomi la faccia come se fossi tuo, un tuo oggetto del piacere personale. Ti muovi sempre di piu’ e nel momento in cui vieni e sento il sapore del tuo orgasmo, tengo ferma la testa della mia ragazza e le sborro in bocca, agitandomi nel letto. Poi crollo esausto senza dirle nulla, sentendo ancora il tuo sapore, il tuo odore, che non conosco, che non so neanche immaginare. Eppure lo sento. Dopo qualche altra ora di sonno mi sveglio, sono in ritardo, ho una serata, devo partire, mi faccio una doccia e bevo un tè al volo. Mi vesto, mi guardo allo specchio e nella testa ho ancora il tuo sguardo, i tuoi occhi che mi fissano, un po severi, un po dolci. E in bocca, ho ancora il tuo sapore.

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