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Racconti Erotici Etero

Io, me e Beba

By 6 Febbraio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono sotto casa tua, nel tuo ultimo messaggio sei stata chiarissima, oggi il gioco lo vuoi condurre tu: ‘sono sola in casa, entra è aperto, siediti in salone e aspettami’
Faccio come mi hai scritto. Chiudo la porta dietro di me, entro in salone. Ti chiamo. La tua voce squillante da lontano risponde ‘arrivo subitooo’.
Mi accomodo sul divano. Sono un po nervoso e curioso per la sorpresa che mi stai preparando. Vedo sul tavolino una rivista, la prendo e la sfoglio distrattametne. Sono impaziente.
Ti sento arrivare, sento i tuoi passi. Poi la tua figura mi lascia sbalordito….
‘Beh? Allora? Come mi trovi?’ – mi chiedi insistente
‘No…non ho parole…’ – balbetto io con il cuore in gola per l’emozione
Hai proprio deciso mandarmi fuori di testa.
Hai raccolto i capelli in due codine laterali…il trucco leggero…un lecca lecca nella bocca…il vestitino da scolaretta con un mini-gonnellino a quadretti e la maglietta bianca…le calze bianchissime…e le scarpe lucide.
‘Sei….sei splendida’ – dico inebetito.
‘Davvero?….Ti va di giocare con me?’ – mi dici strizzandomi un’occhio
‘Certamente piccola mia’ – rispondo prontamente. Ho già intuito quale vuole essere il tuo gioco oggi. Ti siedi sulle mie ginocchia posando un braccio dietro alle mie spalle. Ho già il cazzo che mi preme sui pantaloni per l’eccitazione.
Con l’aria innocentina e sbarazzina mi dici: ‘sai papino? oggi un amichetto mi ha cominciato a dire delle cose strane, voleva toccarmi dappertutto…ma io ho avuto paura e sono fuggita’
Mi prendi una mano e me la porti sul tuo seno. ‘Ha fatto così’ – dici, cominciando a muovermi la mano sopra il tuo seno.
‘E perchè sei fuggita via?’ – ti chiedo ormai con la gola secca.
‘Beh…’ – continui imperterrita a massaggiarti il seno con la mia mano – ‘perchè mi ha fatto sentire tutta strana…mi era venuto il fiatone…un po come adesso, papi’
Per un attimo blocco la mano sul tuo seno, lo stringo.
‘Mhhhhhhhh’ – gemi chiudendo gli occhi.
‘Non sei più una bimba piccola mia’ – ti dico cercando di schiarirmi la voce – ‘quello che ti succede è normale…adesso papi ti insegna alcuni giochi che fanno i grandi’
‘Davvero?’ – esclami cercando di imitare la voce di bambina innocente.
Con un movimento delle mie braccia ti faccio scivolare dalle mie gambe al divano, ti apro un po’ le gambe e mi ci metto in mezzo in ginocchio.
Con le mani raggiungo di nuovo il tuo seno. Lo stringo. Un Ahhhh esce dalla tua bocca. Il lecca lecca ti cade sul vestito.
‘Cosa mi combina la monellina mia?’ – ti chiedo -‘hai visto? hai sporcato il vestitino con il lecca lecca!’
‘Mi vuoi punire?’ – mi chiedi innocentemente
‘Eh si piccola mia, lo devo fare’ – ti rispondo con tono desolato – ‘le bimbe monelline vanno educate bene’
‘E cosa mi vuoi fare?’ – mi chiedi con voce ancora più bambinesca
Poso il lecca lecca sul tavolino, mi scosto da te e ti ordino: ‘in ginocchio sul divano!’
Così facendo metti in mostra il tuo bel culetto. Le mie mani accarezzano il gonnellino, lo sollevano. Stringono con forza le tue natiche.
Un secondo Ahhh strozzato sfugge dalla tua bocca.
Inaspettatamente mollo una sberla su una tua natica, lasciandoti meravigliata.
Do un secondo colpo all’altra natica. Il tuo culetto è adesso un po’ più rosa.
‘Bimba monella’ – dico con tono falsamente arrabbiato – ‘devi comportarti come si deve’
‘Siiii papino’ – mi rispondi
Mollo altri due piccoli ceffoni sul tuo culetto. Noto una macchia sulle tue mutandine. La tasto con i polpastrelli: sei già bagnata.
‘Bimba monella! Ti sei fatta pure la pipì addosso?’ – ti chiedo
‘Noooo papino! E’ che mi sento strana la sotto, come se mi facesse un male strano che passa quando la tocchi’ – mi rispondi
‘Ho capito dove vuoi arrivare monellaccia’ – penso tra me e me sorridendoti
Ti passo la mano sulla stoffa delle mutandine premendo e massaggiandoti la passera da fuori.
Continuo a ripetere questa manovra ancora una volta. Le tue mutandine si inzuppano sempre di più del tuo nettare odoroso.
Muoio dalla voglia di assaggiarti. Con le dita aggancio il bordo dell’elastico delle mutandine e te le tiro giù fino alle ginocchia.
Le mie mani adesso accarezzano con lussuria la tua vulva. Il tuo dolce nettare si posa sulle mie dita.
Porto le dita alla bocca. Le lecco con passione. Quanto mi piace il sapore della tua passera!
Mi piego come posso per raggiungere con la lingua il tuo sesso.
Infilo il muso, il naso, la lingua tra le tue carni. Ti lecco con passione allargandoti le chiappe con le mani.
Stai ormai godendo apertamente del trattamento che ti sto riservando.
Infilo due dita dentro di te. Le ruoto, le muovo dentro come se avessi perso qualcosa. Sei eccitata come una maialina! Lo sento da come spingi il culetto verso le mie dita. Vorresti scoparti le mie dita.
Ti lascio fare: tengo le dita ferme mentre tu accenni un movimento di bacino in avanti e poi indietro.
La tua passera è un lago, sei ormai pronta per il mio ditone!
Mi tiro giù i pantaloni e i boxer. Il mio cazzo è già bello duro e pronto a darti tanto tanto piacere. Cerchi di afferrarlo con una mano.
‘No’ – ti dico sorridendo – ‘Questa è roba di papà! Non si tocca!’
Mi scappello il cazzo e lo avvicino lentamente al tuo sesso. Comincio a strusciarlo lentamente sulla tua vulva. In un attimo è ben lubrificato con i tuoi succhi.
Punto la cappella all’ingresso della vagina. Ti penetro un po’.
Un mugolio di piacere esce dalla tua bocca avvolgendo le mie orecchie.
‘Adesso papà ti fa vedere cosa fanno i maschietti e le femminucce quando diventano grandi’ – ti dico con voce rotta di passione.
Infilo il cazzo ancora più dentro. Mi blocco facendo finta di aver incontrato con la cappella il tuo imene.
Riesco a stupire me stesso per come sono entrato bene nella parte. Faccio finta di dare dei colpi decisi per sverginarti.
Poi lo tiro fuori quasi tutto e lo spingo lentamente ma con decisione dentro di te.
Un tuo ahhhhhhhhhhhhhhh lungo e carico di piacere riempie la stanza.
Comincio a scoparti lentamente facendo entrare ed uscire per tutta la sua lunghezza il mio palo di carne.
Sei perversamente bella. Sei una femmina fantastica. Ad ogni affondo nel tuo sesso i tuoi gemiti sono sempre più carichi di passione e godimento.
Aumentiamo gradatamente il ritmo delle pompate. Con il bacino ti muovi in modo sincronizzato ai miei movimenti. Vuoi che te lo sbatta dentro più forte, col vigore di uno stallone.
Ti accontento. Il ritmo della scopata diventa sempre più forsennato. Le mie palle cominciano a schiaffeggiare il tuo sesso, il mio cazzo scivola dentro di te completamente avvolto da una patina della tua sbroda odorosa. Il mio pube sbatte vigorosamente sulle tue chiappe.
Stai godendo come una matta, sento il tuo corpo vibrare di piacere. L’orgasmo prorompe nel tuo corpo scuotendolo da cima a fondo.
Ti sendo godere. Godo del piacere che ti sto dando.
Riduco l’intensità e il vigore della scopata ma non mi fermo. Voglio farti riprendere un po’ il fiato.
In pochi istanti sei già pronta per un’altra corsa verso il piacere.
Mi spingi indietro con una mano, ti alzi. E’ finita la recita della bambina e del papino. Nel tuo viso leggo voglia forsennata di scopare.
Mi spingi sul divano. Ti sfili completamente le mutandine e ti metti a cavalcioni su di me.
Scosti con le mani il gonnellino alla ricerca del mio cazzone ancora duro. Lo guidi dentro di te lasciandoti cadere su di me.
Adesso il mio cazzo è dentro di te sino alla radice. Ne godi come una matta. Il tuo sguardo lussurioso mi fissa.
Con un movimento delle tue mani ti togli la maglietta schiaffandomi davanti agli occhi il tuo bellissimo seno.
Comincio a baciarlo, a succhiare con passione i capezzoli, a massaggiarlo e a stringerlo con le mani.
Tu socchiudi gli occhi e cominci a muoverti su di me. Prima con dei movimendi lenti descrivi dei piccoli cerchi con il bacino che causano un perverso massaggio del mio cazzo dentro le tue carni. Poi cominci un lento su e giù che ben presto si trasforma in una cavalcata appassionata.
Cominci a godere sempre più, i tuoi gemiti di piacere cominciano a riempire ancora una volta la stanza. Sei vicina all’orgasmo.
Anche io sento ribollire le mie palle gonfie di sperma. Qualche istante dopo che hai raggiunto l’orgasmo non resisto più: ti afferro le chiappe con le mani e spingo con tutte le mie forze dentro di te.
Ancora una volta sto venendo. Lo sto facendo pompando dentro il tuo ventre caldo la mia lava bollente, il mio seme caldo, frutto di un orgasmo unico che solo tu sei in grado di farmi provare.
Ti pieghi su di me. Riprendiamo le forze abbracciandoci teneramente.
Ti sposto sul divano e avvicino la mia bocca alla tua passera ancora piena della mia sborra.
Comincio a leccarti tra le gambe, cercando di raccogliere lo sperma che esce lentamente dalla tua passera.
Mi porto su di te. Apro la bocca e ti passo la mia sborra nella tua bocca. Ti bacio. Un bacio perverso e appassionato.
Le nostre lingue guizzano rapidamente.
Sento che mi è tornato duro. Lo affondo ancora una volta dentro di te.
Comincio a scoparti per la terza volta.
Il piacere torna a scorrere nelle tue vene. Il tuo corpo risponde rapidamente al mio.
Mi cingi i fianchi con le tue gambe, sei completamente aperta e pronta a un’altra scopata.
Comincio a pomparti con ritmo sempre più rapido. Le tue gambe oscillano seguendo i movimenti di questa nostra ennesima danza. Mi abbracci stretto.
Ancora una volta veniamo proiettati verso l’apice del piacere. Ti sento godere. Godo anch’io scaricando nel tuo utero un’altra razione di caldo sperma.
Sfinito mi lascio andare sul tuo corpo per riprendere fiato. Mi tieni stretto a te. Anche tu hai il fiatone.
Abbiamo perso le forze ma abbiamo goduto come non mai.

Dedicato a Beba Oh mia bella contadinella…già ti vedo in mezzo al campo con il culetto all’aria affaccendata a piantare i fiorellini…passo accanto al tuo orticello sul mio destriero e resto turbato dalla visione del tuo invitante sedere…scendo dal cavallo e mi avvicino a te!

‘Buon giorno, madame!’

‘Buon giorno a lei messere! Di grazia, in che cosa posso esserle utile?’

‘Sono due giorni che viaggio sul mio destriero, avrei bisogno di una dimora per la notte…’

‘Se le va bene la nostra umile dimora, potrebbe passare la notte qui da noi, messere. Io e mio marito saremmo felici di dividere il nostro pasto e il nostro giaciglio’

Mi avvicino ancora di più e resto estasiato dalla bellezza del tuo viso e del tuo sguardo. Il sole non è stato clemente durante il giorno e il sudore riga la tua fronte. Riesco a percepire l’odore di femmina che il tuo corpo affaticato emana. Mi eccito.

‘Così sia!’ – distolgo lo sguardo dal tuo viso per guardare un’istante il cavallo.

‘Mi segua, le mostro la stalla ove rifocillare il suo destriero’

Rapidamente ti avvii verso la stalla, lasciando a metà il tuo lavoro. Ti seguo con passo sicuro tirando per le redini il cavallo. Arrivati alla stalla mi apri la porta e mi porgi la mano in attesa che passi cavallo. Ti lascio le redini e ti permetto di legarlo davanti a una mangiatoia ricca di biada. Ti seguo con lo sguardo mentre termini di riassettare la stalla. Poi mi vieni incontro sorridente. Resto immobile davanti alla porta della stalla. Per un istante il sorriso va via dal tuo viso. Vorresti passare ma ci sono io davanti a te.

Arrossisci guardandomi negli occhi. Io allungo la mano e la guido sul tuo fianco tirandoti con forza a me.

‘Messere…ohhh…’ – mi dici turbata mentre le tue mani si posano sul mio petto nel tentativo di placare il mio impeto.

Ti stringo ancora più forte avvicinando il mio viso al tuo. Mi prendi in contropiede poggiando le tue labbra sulle mie. Mi eccito ancora di più, il tuo gesto mi rivela quanto sei attratta da me.

‘Mio marito è in casa…non so se sia il caso…’ – mi dici interrompendo improvvisamente il bacio.

Non mi importa di tuo marito e della realtà che mi circonda, adesso desidero te, desidero la tua carne, desidero possederti e prenderti con ardore. Ti spingo sulla paglia liberando il mio membro già eretto e pronto all’amplesso. Alla vista della mia erezione lanci un urletto di stupefazione. Mi inginocchio ai tuoi piedi e ti sollevo la gonna scoprendo piano piano le tue sinuose gambe, le ginocchia e infine le cosce.
Il tuo sesso è già umido e pronto ad accogliere la mia spada di carne pulsante.

Mi avvicino a te puntando il mio membro all’entrata del tuo sesso. Ti penetro lentamente facendo scorrere la mia carne dentro la tua. Il tuo corpo accogliente mi eccita. Sento il tuo bacino spingere verso di me. Sei ingorda e impaziente di sentire tutta la mia asta dentro di te. Arrivo fino in fondo al tuo canale, sento le palle che sfiorano il tuo sedere.

Hai gli occhi chiusi, stai godendo di questo amplesso. Sento i muscoli della tua vagina contrarsi sul mio membro, movimenti sempre più concitati. Mi stai letteramente mungendo. Riesco a mantenere il controllo: un solo movimento del mio corpo e probabilmente diverrei preda del mio orgasmo. Ma devo resistere, voglio possederti come si deve.

Sento l’orgasmo scuotere il tuo corpo. I tuoi muscoli intermi si rilassano permettendomi così di cominciare a muovermi dentro di te senza rischiare venire subito.
I copiosi succhi che la tua vagina ha prodotto fanno scorrere la carne del mio membro con estrema facilità. Man mano che passano gli attimi comincio a muovermi su di te con maggior vigore.

Il tuo corpo, appena ripreso dal precedente orgasmo, comincia ad assecondare i miei movimenti. Mi cingi il corpo con le gambe poggiando i piedi sulle mie natiche.
I miei movimenti sono ormai diventati furiosi. I miei colpi sono ormai accompagnati dai tuoi singhiozzi sempre più forti.

Gemi di piacere, godi ancora una volta, mentre i muscoli della tua vagina tornano a serrarsi sulla mia carne cominciando a mungermi per la seconda volta.
Mi butti le braccia al collo e urli di piacere mentre l’orgasmo scuote il tuo corpo. Mi abbandono al piacere insieme a te pompando nel tuo corpo il mio caldo succo.
Vengo dentro di te, inondandoti con il frutto del mio piacere, poi mi rilasso abbandonando il mio corpo affaticato sul tuo.

Sento dietro di me dei rumori strani. Con la coda dell’occhio scorgo un’ombra, la sagoma di tuo marito. Faccio finta di nulla, voglio capire stando fermo quali sono le sue intenzioni.
Lui è fermo davanti la porta della stalla, girandomi lentamente riesco adesso a percepire quello che fa. I suoi calzoni calati, il suo membro fuori dalle mutande e la sua mano che accarezza il suo sesso.
Tuo marito ci stava spiando, ha seguito tutta la scena del nostro amplesso e ne ha goduto masturbandosi furiosamente.
Adesso l’orgasmo invade il suo corpo. Schizza poche gocce del suo seme sul pavimento, poi si ricompone ed esce fuori.

Adesso la situazione mi sembra abbastanza chiara: la mia bella e disponibile contadinella ha gradito il mio trattamento e il marito ne ha goduto allo stesso modo.
Questa notte il mio giaciglio non sarà quindi vuoto, il tuo corpo mi scalderà e appagherà i miei bisogni di uomo.

Domattina, al canto del gallo, i nostri corpi non avranno ancora trovato pace, mentre il numero degli amplessi e degli orgasmi provati da ciascuno di noi sarà considerevole.
Non so se riuscirò ad abbandonare questa focosa contadinella. L’unica cosa di cui sono sicuro è che se un domani mi troverò a passare con il mio destriero da queste parti saprò sicuramente ove trovare ristoro. Ricordo il giorno che passai da quell’agenzia alla ricerca di lavoro. Non mi aspettavo rivederti li.
Non immaginavo che lavorassi li e che avrei fatto il colloquio con te. Ho cercato di contenere la gioia e la sorpresa: l’essere amanti in privato non avrebbe dovuto interferire con il lavoro, avresti rischiato il posto e io avrei fatto la figura del raccomandato.
Anche tu, dopo il primo momento di meraviglia, hai provato a far finta di non conoscermi.
Con fare distaccato mi hai fatto entrare nella sala riunione e mi hai fatto accomodare su una sedia.
Ti sei seduta di fronte a me, prendendo in mano il mio curriculum.
‘Vedo che lei…ehm…tu…non hai esperienza nel settore’ – hai detto – ‘…cosa ti porta a fare domanda da noi?’
‘Beh, il mio punto di forza è il mio essere tuttofare, pronto a imparare tutto quello che c’è da sapere per fare bene il lavoro’ – ti ho risposto sorridendo.
I tuoi occhi rimasero a fissarmi per un tempo indefinito. Leggevo nel tuo sguardo il desiderio di smettere con quella farsa e saltarmi addosso.
Ti sei alzata per andare a chiudere a chiave la porta della stanza. Era chiaro: Beba ed Enea tornavano a essere i focosi amanti di sempre.
Ti sei avvicinata a me. ‘Tuttofare?’ – hai chiesto divertita – ‘Vediamo cosa sai fare…’
Mi sono alzato all’istante spingendoti sul tavolo e cominciando a baciarti appassionatamente.
Mentre la mia lingua guizzava nella tua bocca ho cominciato ad accarezzare i tuoi capelli d’oro, a far scivolare le mani sul collo, sulla schiena.
Trovata la zip del tuo vestito l’ho tirata giù.
‘Mmmmmh…intraprendente questo ragazzetto!’ – mi hai detto con fare divertito ed eccitato
Ti ho staccato il ferretto del reggiseno e ho fatto scivolare giù fino all’ombelico il tuo vestito. Ho preso a baciarti con foga, mentre adesso erano le tue mani che cercavano di strapparmi i vestiti di dosso.
Nell’aprire la camicia mi hai fatto saltare via tre bottoni e hai rischiato di strozzarmi nel tentativo di strapparmi via la cravatta.
Poi ti sei alzata, facendo scivolare a terra il tuo vestito e raggiungendo con le mani la zip dei miei pantaloni.
Leggevo nei tuoi occhi la voglia matta di prendere in bocca quel bastone di carne che così tante volte era stato tuo.
L’hai tirato fuori e dopo averlo afferrato bene hai cominciato a dargli dei piccoli e teneri bacini.
Ben presto i tuoi baci si sono trasformati in profonde leccate, finchè hai aperto la bocca e fissandomi con i tuoi occhi da gattina, hai stretto la mia cappella tra le tue labbra rosse.
Ho chiuso gli occhi per un attimo. L’ondata di piacere che mi avevi provocato mi aveva improvvisamente portato sull’orlo di un prorompente orgasmo.
Cercai di contenere le sensazioni. Avrei volentieri innaffiato subito la tua calda gola con il mio succo, ma sapevo che per soddisfare una cavallona come te era meglio conservare le munizioni.
Hai cominciato a succhiarlo con passione, la stessa passione che hai messo per arrivare al successo in quell’ufficio. Ti ho lasciato fare per un po’. Avevo voglia di prenderti e scoparti come un toro impazzito, ma dovevo fare bella figura, dovevo cercare di far andare bene il colloquio.
Dopo un po’ ti ho scostata e tirata su. Era venuto il mio turno adesso.
Ho cominciato a far scorrere la bocca sul tuo collo, poi sulle spalle e sul petto. Centimetro dopo centimetro assaporavo con le labbra e la lingua il gusto di miele della tua pelle. Mi sono fermato sui capezzoli, leccandoli prima con la punta della lingua, succhiandoli avidamente poi con la mia bocca.
Stavo facendo un bell’effetto sul tuo corpo, l’abbandono al piacere ti stava facendo perdere l’equilibrio.
Ti ho presa appena in tempo. Un istante di troppo e saresti rotolata a terra.
Ti ho spinta verso il muro, ma invece di incontrare la parete siamo finiti contro la fotocopiatrice che sbatadamente era stata lasciata aperta.
Le mie mani si sono messe prontamente alla ricerca dell’elastico del tuo perizoma e dopo averlo tirato giù mi sono fermato un attimo ad ammirare ancora una volta quel tuo corpo angelico, ornato da un paio di eccitantissime autoreggenti beige.
‘Che femmina fantastica!’ – ho pensato tra me e me, e subito mi sono messo alla ricerca del tuo pube con la bocca.
Nel fare questo ti ho spinta a montare sul vetro della fotocopiatrice. Le mie labbra stavano avevano cominciato a coccolare il tuo durissimo clitoride, mentre con le dita accarezzavo con insistenza le grandi labbra ormai fradice della tua eccitazione.
Ho infilato un dito dentro, poi due, poi tre…un lungo gemito di piacere mi confermava quanto ti stava piacendo quel trattamento.
Assaporando il dolce miele della tua calda passerotta sentivo aumentare in me il desiderio di possederti, di prenderti e scoparti con forza.
Mi sono sollevato e spingendomi su di te ti ho penetrato di botto, affondando lentamente e inesorabilmente tutti i centimetri di piacere che avevo da offrirti.
Sono scivolato in te con una facilità eccezionale. Eri così lubrificata a malapena sentivo il contatto con le pareti della tua vagina.
I miei lenti movimenti si sono trasformati gradualmente in colpi secchi e cadenzati. La fotocopiatrice ballava sotto di noi seguendo il ritmo sempre più frenetico della nostra scopata.
I tuoi gemiti sempre più forti, il piacere ricevuto e dato affondando nella tua carne mi fecero perdere la testa. Ho cominciato a scoparti con un ritmo forsennato. Le tue mani hanno cercato rapidamente un appiglio per evitare di cadere giù.
Sentivo il tuo corpo godere sotto di me. Ti sentivo prossima all’orgasmo e questo mi faceva impazzire ancora di più.
Hai reclinato la testa indietro e ti sei lasciata sopraffare dal piacere intenso e improvviso.
Vederti godere in quel modo è stata l’ennesima provocazione. Un potente orgasmo è partito dalle mie palle su per tutto il corpo. Il mio cazzone ha cominciato a spruzzare ancora una volta dentro il tuo utero tantissima sborra rovente.
Nel venirti dentro in quel modo la mia mano è scivolata involontariamente sul pulsante verde della fotocopiatrice che era accesa.
Proprio mentre ti pompavo dentro gli ultimi schizzi della mia sborra un lampo aveva illuminato la stanza.
Mi sono fatto indietro, intontito per quel flash inaspettato, tirando fuori dalla tua passera accogliente il mio cazzo ancora dritto.
Un secondo flash illuminò la stanza mentre ammiravo estasiato la sborra colare fuori dalla tua figa.
‘Come sono andato?’ – ti ho chiesto divertito
‘Mmmmhhhh, assunto a tempo pienissimo e indeterminato’ – mi hai risposto con voce sensuale mentre ti accarezzavi con le dita la passerotta alla ricerca della mia sborra.
Un improvvisa voglia di baciarti mi ha preso quando ti sei portata la mano imbrattata dei nostri piaceri alla bocca.
Ti ho concesso giusto il tempo di succhiarti un po le dita prima di unire ancora una volta le mie labbra alle tue.

Abbiamo continuato a baciarci, staccandoci di tanto in tanto per riprendere i vestiti sparsi per la stanza.
‘Da oggi sei il mio segretario tuttofare personalissimo, congratulazioni!’ – mi hai detto stringendomi la mano – ‘Spero mi inviterai a festeggiare il tuo nuovo lavoro’ – hai continuando stampandomi un altro bacio sulla bocca.
‘Non ne dubitare’ – ti ho risposto io strizzandoti l’occhio – ‘stasera da me, cucino io’

Siamo usciti dalla stanza dopo esserci ricomposti alla menopeggio, qualche tuo collega mi ha guardato un po’ stranito…dovevo tenere un aspetto abbastanza sconvolto.
Arrivato a casa ricevo un tuo messaggio sul cellulare: ‘Ciao maialino, dopo il colloquio c’è stata una riunione dei capi che si sono scervellati a capire che cosa rappresentavano quel paio di fotocopie che abbiamo dimenticato.’
L’avevamo scampata bella!

Dedicato a Beba Come ti avevo promesso, ho organizzato la cena intima per festeggiare il mio nuovo incarico come tuo…sottoposto.
Ho fatto tutto di fretta, è stata una corsa contro il tempo, ma alla fine è tutto pronto: il tavolo sul terrazzino, la luna, le candele.
La cena è quasi pronta. Manchi solo tu.
Suona il citofono: sei tu in perfetto orario, meglio di un orologio svizzero.
Nemmeno il tempo di aprirti che già sei dietro la porta: hai fatto le scale tutte di corsa e adesso sei davanti a me con il fiatone!
‘Hey…’ – ti dico dandoti un bacio sulla bocca – ‘…che fretta! Mica scappo, anzi, stasera sono tutto per te!’
Mi sorridi. Il fiato corto non ti permette di parlare.
Ti faccio accomodare in salotto. Le tue mani mi porgono una bottiglia di fragolino.
‘Come facevi a sapere che andavo matto per il fragolino?’ – ti dico meravigliato
Fai spallucce e sorridi, più tardi, dopo aver finalmente ripreso fiato, mi dici che piace tantissimo anche a te.
Togli il cappotto e lo abbandoni sul divano…non posso notare quanto sei splendida stasera.
Indossi un vestito da sera nero, seta lucida, con un generoso decoltè che mette in evidenza i tuoi seni sodi.
Dietro uno spacco a v mostra la tua splendida schiena. Hai raccolto i tuoi capelli d’oro in un toupè che mette ancor più in risalto la schiena.
Come sempre un po’ di trucco leggero sul viso. Non ne avresti bisogno, sei bella anche acqua e sapone, lo sai meglio di me.
Mi guardi intensamente con quei tuoi occhi che stasera sembrano dei preziosissimi diamanti lucenti. Ti avvicini lentamente a me.
Poi un lungo bacio. Le tue labbra si posano sulle mie, le stuzzicano dolcemente, le succhiano. Le nostre bocche si uniscono cominciando quel gioco di baci che oramai sappiamo fare così bene.
Le mie mani si posano sui tuoi fianchi mentre tu mi butti le braccia al collo.
Faccio fatica a trattenermi, se dovessi fare prevalere il mio istinto saremmo già a terra a fare l’amore con passione sfrenata, ma c’è una cena che ci aspetta.
Ti blocco allontanando le mie labbra: ‘Calma…calma! Piccola Beba! Abbiamo tutta la notte per noi…non vuoi gustare quello che lo chef ha preparato stasera per te?’
‘Mmmmm’ – mi rispondi con voce calda – ‘sembra interessante…pensavo che il piatto forte stasera saresti stato tu’ – continui scherzosamente
Ti accompagno sul terrazzino. Da buon cavaliere ti porgo la sedia e ti faccio accomodare.
Il tuo palato è deliziato. Anche se ho preparato delle cose semplici mangi con gusto.
‘Il dolce lo prendiamo in salotto’ – ti dico, sorridendo.
Ti siedi sul divano. Il tuo sguardo voluttuoso mi segue. Vado in cucina a prendere due coppe, il vino che avevo messo in fresco e un vasettino di miele.
Mi inginocchio accanto a te porgendoti una coppa e posando l’altra a terra.
Stappo la bottiglia. Riempio la tua coppa, poi la mia. Ti guardo intensamente negli occhi.
‘A noi!’ – ti dico, mentre il tuo viso viene illuminato da un bellissimo sorriso
Beviamo senza distogliere i nostri sguardi.
Ho appena il tempo di posare i bicchieri a terra, che tu mi hai già tirato su di te. La tua bocca impazzisce sul mio viso.
Cominciamo a baciarci con la passione di sempre. Le nostre lingue cominciano a giocare, mentre le nostre mani smaniose cominciano a scorrere sui nostri corpi.
Riesco a sfilarti il vestito in un attimo. La biancheria bianca che indossi stasera mi lascia estasiato: una guepière che farebbe resuscitare anche i morti, le calze velatissime, il perizoma semitrasparente. Sono eccitato come un toro.
Cerco ancora una volta di controllare l’istinto di prenderti e scoparti come un animale. Voglio giocare ancora un po’ con il tuo corpo.
Affondo il dito medio nel vasetto di miele e te lo porto alla bocca.
Cominci a leccarlo con volutta. Lo sguardo da cerbiatta sembra dire ‘guarda cosa faccio al tuo ditino e immagina quello che presto farò al tuo ditone!’
Con l’altra mano ti massaggio il seno, poi scendo ad accarezzare l’interno coscia per risalire al perizoma.
Mi piego su di me per permettere alla mia bocca di raggiungere la mia mano che adesso ti sta massaggiando la passerina completamente bagnata.
Scosto il perizoma. Ti bacio tra le cosce. Torno ad immergere le dita nel miele. Te lo spalmo sulla vulva. Poi riprendo a leccarti come un pazzo.
Faccio guizzare la mia lingua su e giù su tutto il tuo sesso. I mugolii di piacere diventano rapidamente gemiti.
Ad ogni tocco della mia lingua tutto il tuo corpo sobbalza di piacere.
‘Maialino miooooo’ – mi dici con voce strozzata – ‘mi stai mandando fuori di test….ohhhhhhh’
E’ l’orgasmo. Il primo di una lunga serie che stanotte ti lascerà senza forze.
Continuo a leccare il sughetto che oramai cola abbondante giù per le gambe.
Ti lascio riprendere fiato riducendo l’intensità delle mie lappate. Appena riprese le forze ti alzi, mi spingi indietro, a terra, e ti butti su di me rovesciando a terra bottiglia e bicchieri. La tua bocca è ancora una volta sopra la mia, mentre le tue mani mi strappano via la camicia.
Armeggi con i miei pantaloni, stacchi la bocca dalla mia solo per tirarmeli giù insieme ai boxer.
Afferri immediatamente il mio cazzo semiduro, porti le tue labbra sulla cappella. Ti fermi a guardarmi.
Vuoi leggere nei miei occhi il desiderio. Vuoi provocarmi con il tuo sguardo che conosco troppo bene. I tuoi occhi parlano per te: ‘guarda cosa sta per farti la tua gattina maialina!’ – sembrano dire.
Poi cominci a dare dei piccoli bacetti sulla punta, percorrendo via via tutta la mia asta di carne fino alle palle. I bacetti teneri si sono trasformati adesso in succhiotti appassionati e leccate voluttuose. Il mio palo di carne ormai è duro come il marmo. I miei occhi sono chiusi. Mi sto godendo il trattamento che mi hai riservato. Sento i miei capelli ormai zuppi di vino, la mia volontà è ormai annullata dal desiderio di godere.
La tua bocca comincia a pomparmi con maestria. Ti ci vuole poco a portarmi all’orgasmo. Gemo a lungo mentre l’orgasmo si libera nel mio corpo. Ti sto schizzando nella tua calda boccuccia che beve appassionatamente tutto il mio succo.
Poi con piccoli colpetti della lingua cominci a ripulire la mia baguette dalle ultime gocce del mio piacere.
‘Adesso siamo pari’ – mi dici con tono di sfida.
‘Mhhhh maialina mia, dovrò lottare come un disperato questa notte per riuscire a vincere’
‘Non hai speranze’ – mi rispondi – ‘stanotte ti distruggo, porcellino!’
Mi tiro su dolorante…sembra quasi che mi abbia investito un camion.
‘Mhhhh…ho bisogno di una doccia, a meno che…’
‘…a meno che?’ – mi chiedi incuriosita
‘…a meno che non vuoi fare l’amore con un fragolino fatto uomo!’ – dico ridendo
‘Mmmmmm…siii….fragolone mio!’ – mi rispondi divertita
Ci alziamo e ci muoviamo lentamente verso il bagno.
La voglia di giocare con le nostre bocche ci blocca di tanto in tanto. Ora sono io a spingerti sulla parete del corridoio, ora tocca a te buttarti su di me per ricambiare con passione ai miei baci.
Mentre preparo la doccia assisto a un eccitante spogliarello. Ti togli le ultime cose simulando un balletto sexy.
Poi mi spingi sotto la doccia.
Ci baciamo. Le mie mani accarezzano la tua schiena, scendono giù fino al tuo sedere e lo afferrano saldamente.
Ti tengo stretta a me e comincio a massaggiare le tue natiche.
Sei di nuovo eccitata. Lo sento dalla passione che metti nel muovere la tua lingua dentro la mia bocca.
Il mio pisello è tornato dritto, si muove tra le tue cosce alla ricerca del tuo sesso.
Comincio a muovere lentamente il bacino, facendo scorrere il mio cazzo sulle grandi labbra.
Ho voglia di possederti. Ti spingo contro la parete. Il tuo corpo sa benissimo quello che ho intenzione di fare.
Mi butti le braccia sul collo e tiri su le gambe tentando di cingere il mio corpo, mentre le mie mani continuano ad afferrare saldamente il tuo sedere.
Ti penetro lentamente. Comincio a muovermi dentro di te cercando di non abbandonarmi al piacere che la tua passera mi sta donando.
Il ritmo della nostra scopata aumenta gradatamente. Il mio pube ha cominciato a sbattere sul tuo con forza, i tuoi occhi chiusi e il tuo rapido ansimare mi preannunciano il tuo orgasmo. Un lungo ‘ghhhhhhhaaaaa’ mi conferma che hai raggiunto l’apice del piacere.
Ti abbandoni a me. Se non fosse per me che ti sorreggo e ti spingo sulla parete saresti già caduta a terra.
‘Maialino mio’ – mi sussurri, accarezzandomi i capelli.
Finiamo di lavarci e usciamo dalla doccia continuando a giocare con i nostri corpi.
Di tanto in tanto ci facciamo il solletico, ingaggiando una battaglia fatta di asciugamani, pizzicotti e morsettini ridendo e urlando.
Poi mi piego in avanti e ti alzo su una spalla.
Continui a scalciare e a ridere, dandomi pugni sulla schiena. Che matti che siamo!
Ogni tanto ti do una sculacciata per rispondere al tuo scalciare impaziente.
Ti distendo sul letto. Poi mi sdraio li accanto a te.

La nostra notte di passione selvaggia è appena iniziata.

Mi fermo un attimo a guardarti negli occhi, la passione e la voglia di possederti ancora una volta cedono per un istante il passo ai sentimenti.
Penso a quanto sono stato fortunato ad incontrarti, a quanto colore rosso hai versato nella mia vita ravvivando la mia grigia esistenza.
Mi avvicino al tuo viso baciandolo teneramente: i tuoi occhi, dei preziosissimi brillanti che riflettono la luce del sole anche durante la notte, la tua bocca, due teneri petali di rosa che hanno regalato al mio corpo sensazioni indescrivibili. Ti bacio con passione.
Poi ti sussurro sorridendo: ‘Sai che se chiudiamo la partita qui stanotte vinco io?’
‘Mmmmm, non contarci caro! Ho ancora molte energie e la notte e lunga’ – mi dici con sguardo da gattina
Mi spingi sul letto e ti metti a cavalcioni su di me. ‘Ti batterò! Puoi starne certo’
Cominci a strusciare il tuo pube sul mio, facendo prendere nuovamente vigore al mio sesso.
Le tue mani accarezzano languidamente il mio petto, mentre il tuo sguardo fisso sui miei occhi urla passione e desiderio.
Porti una mano dietro di te, il tuo sesso caldo e bagnato è già pronto ad accogliere la mia spada.
Il tuo bacino comincia un lento movimento ondulatorio, una dolce e trascinante danza volta a farmi godere.
Chiudo gli occhi per il piacere del massaggio che mi stai dando. Il tuo corpo ondeggia sempre di più su di me.
Afferro con le mani i tuoi seni, i tuoi capezzoli eretti mi fanno capire quanto piacere stia provando anche tu.
Massaggio il tuo petto, poi con un improvviso colpo di schiena mi sollevo seduto e afferro con la bocca una tetta.
Comincio a succhiarla con passione, mentre le mie mani schizzano via per tutto il tuo corpo, accarezzandoti la schiena, i fianchi, il collo e arrivando infine sul tuo sedere.
‘Mmmmmmmm nnnnnoo…non vale! Così impazzisco pure io!’ – mi fai con voce tra il divertito e l’eccitato
Le mie mani stringono le tue natiche, le massaggiano, mentre bocca e lingua si dedicano a torturare i tuoi capezzoli.
Cominci ad ansimare sempre, il mio trattamento sta facendo il suo effetto. Il tuo corpo accelera il ritmo della cavalcata.
Diventi una furia, un vulcano in eruzione lasciandomi estasiato dall’energia che metti in questo amplesso.
Mi trascini all’orgasmo, godi nel vedermi godere.
Il piacere travolge anche te e ti lasci andare a gemiti incontrollati.
Ci accasciamo sul letto ansimanti. In questa sorta di gara non ci sono vinti.
Abbiamo trionfato entrambe, ciascuno di noi è riuscito a ricevere e a dare piacere con passione e trasporto.
La matematica perde il suo significato di fronte all’intensità delle sensazioni.
‘Fanculo la lunghezza del mio pene, la grandezza delle tue tette, il numero di orgasmi provati durante questa notte infuocata.’ – penso – ‘Fanculo al numero di minuti che ti ho pompato furiosamente per regalarti il piacere.’
Quel che conta è che abbiamo goduto, ci abbiamo messo l’anima a offrire il massimo del piacere all’altro e immenso piacere abbiamo ricevuto.
Adesso siamo li distesi l’uno sull’altro, ansanti e con il fiatone come se avessimo fatto una lunga corsa.
Una canzone di Jovanotti scorre nella mia mente: ‘…bella, come un’armonia, come l’allegria…come la realtà che incontra la mia fantasia’
Siamo appagati e felici, il sonno comincia a cullare i nostri corpi man mano che il nostro respiro torna a essere regolare.
Restiamo a dormire abbracciati per tutta la notte.
Abbiamo bisogno di riposo…domani sarà il mio primo giorno di lavoro e dovrò darti il massimo. Nota dell’autore: questa storia vuole essere un po’ diversa da quelle fin’ora da me pubblicate. Ho provato a partire da una mia fantasia romantica e aggiungere un accenno di erotismo. Chi è alla ricerca di tensione erotica e descrizioni morbose e dettagliate di scene di sesso potrebbe rimanerne deluso. Ringrazio infine una canzone di Paolo Conte per avermi suggerito un titolo appropriato e Beba, musa provocatrice e ispiratrice di questo mio racconto.

Il nostro appuntamento questa volta sarebbe stato più speciale del solito, avevo preparato tutto nei minimi dettagli, sebbene non ero sicuro se tu avresti accettato di compiere questa piccola follia con me.
Ero passato come al solito a prenderti sotto casa: tuo marito ti credeva in giro con le amiche per shopping.
Avevo letto un po’ di meraviglia quando siamo arrivati in aeroporto, non te l’aspettavi.
‘Ma che hai intenzione di fare mattacchione?’ – mi avevi chiesto incuriosita.
‘Una follia. Più pazza di quanto immagini’ – ti avevo risposto con voce tranquilla.
Arrivati al check-in, avevo tirato fuori biglietti e documenti. Eri rimasta di stucco: avevo anche un passaporto falso con una tua foto.
Ti avevo guardata negli occhi: ‘allora…partiamo?’
Mi aveva stupito la tua sicurezza e la reazione a quella proposta di avventura: ‘con te andrei in capo al mondo!’

Eravamo partiti all’arrembaggio: nome e documento falso per te avrebbero reso inutili le ricerche di tuo marito, niente bagagli, niente effetti personali…tutto quello di cui avevamo bisogno a destinazione.

Appena partiti ti avevo fatto prendere un sonnifero per rendere meno pesante il lungo viaggio che avremmo affrontato, avevi dormito come un angioletto per tutto il viaggio. Non smettevo di ammirare i tuoi occhi chiusi. Un sorriso che trasmetteva serenità ornava il tuo viso stupendo. Accarezzavo con dolcezza i tuoi capelli e pensavo a quanto era stato disarmante tutta quella fiducia che avevi messo in me: la follia di partire per una meta sconosciuta, di far perdere le tracce a tutti, di non avere nulla con te se non i vestiti che avevi addosso e l’immancabile borsetta. Ero veramente felice, non vedevo l’ora di arrivare e di passare indimenticabili momenti da solo con te.

Arrivati a destinazione avevamo preso subito la direzione del porto, un pescatore con la sua piccola barca ci avrebbe accompagnati su un isolotto tropicale che sarebbe stato il nostro paradiso privato e inaccessibile agli altri: una palafitta sul mare sarebbe stata la nostra casa e poi una spiaggia con sabbia corallina, il fruscio tranquillo delle onde, il cielo azzurrissimo, le palme e la ricca vegetazione. Un paesaggio incantato.

Salutato il pescatore che ci aveva dato il passaggio ed entrati in casa mi eri letteralmente saltata addosso per darmi un bacio che siglava l’inizio di un gioco di amplessi che non avrebbe avuto pausa nei giorni seguenti.

L’abbiamo fatto dappertutto e nei modi più stravaganti. Abbiamo inventato le posizioni più stravagandi sul letto. Ti ho presa e ti ho spinta sul piano della cucina mentre preparavamo insieme il nostro pasto. Ci siamo lasciati trascinare in un caldo amplesso sul tavolo, tra un boccone e l’altro, buttando a terra piatti e vivande. L’abbiamo fatto sul patio mentre il sole moriva all’orizzonte davanti a noi illuminando il cielo di luce ambrata. Abbiamo ceduto alla passione improvvisa sulla scala mentre eravamo diretti su quella meravigliosa spiaggia tropicale. Ci siamo accoppiati li, in riva al mare, sul bagnasciuga facendo seguire ai nostri corpi lo stesso ritmo delle onde che si infrangevano sulla spiaggia. Abbiamo fatto danzare i nostri corpi in acqua, leggeri come delle piume abbiamo scoperto il piacere dei baci salati sulla pelle. Ho esplorato con le mani, la lingua, il mio sesso, tutto il tuo corpo su quella sabbia dorata come i tuoi capelli.

Eravamo inseparabili. Il passato, i problemi quotidiani, i brutti pensieri erano spariti dai nostri occhi e dalle nostre anime. I nostri corpi non facevano altro che continuare a cercarsi, a donarsi piacere e passione. Stavamo vivendo una romanticissima e interminabile favola fatta di amplessi ora teneri ora infuocati e passionali che avrebbe segnato per sempre il nostro futuro.

Durante la notte ci svegliavamo e ci cercavamo, pronti a soddisfare la nostra sete di piacere nell’ennesimo amplesso.

Quante volte ci siamo addormentati uno dentro l’altro dopo aver raggiunto l’apice del piacere, quante volte ho accarezzato i tuoi capelli d’oro mentre tu dormivi felice e beata sul mio petto.

Il tempo tiranno e assassino fece terminare presto quei giorni spensierati. Tra lacrime e tristezza abbiamo dovuto riprendere la via del ritorno a casa. Il putiferio creato dai tuoi e da tuo marito ci allontanò improvvisamente e dolorosamente. In quei giorni vissuti lontano da te sentivo la disperazione addosso. Cominciavo a meditare un’ennesima fuga, quella definitiva.

Cosi ho preso la decisione. Mi sono rifatto vivo con te, ti ho chiesto di fuggire con me ancora per sempre. La tua risposta è stata immediata: in poco tempo hai preparato i documenti e lo stretto necessario per partire. Siamo ritornati li, dove la nostra nuova vita era iniziata. Ci siamo stabiliti nuovamente su quell’isolotto, il nostro nido d’amore, per sempre.

In questo momento, su questa barca da pescatore sto per tornare li da te dopo una giornata di lavoro. Ti scorgo lì sdraiata sulla spiaggia a prendere gli ultimi scampoli di sole mentre due marmocchi giocano allegramente non molto distanti da te.
Mi avvicino a te e ti bacio accarezzando il ventre che porta il nostro prossimo bambino. ‘Stasera teatro’ – mai un tuo messaggio poteva essere più chiaro.

Il dubbio di cosa indossare mi assalì un istante dopo. Lo so, sono un maschietto e noi maschietti non abbiamo una così vasta scelta in materia di abbigliamento. Malgrado questo pensiero non avevo la più vaga idea di cosa mettermi. Volevo essere alla tua altezza: andare a teatro con una così bella donna, così affascinante ma soprattutto così elengantemente sofisticata era stato sempre il mio sogno che adesso si stava trasformando in un incubo.

Passai due ore a scegliere dal mio guardaroba il vestito più adatto. Alla fine decisi per un gessato due bottoni con relativo panciotto, camicia bianca con gemelli d’oro e cravattino.

Il cravattino! Mi ero appena ricordato di aver buttato l’ultimo cravattino nell’immondizia dopo essere uscito per l’ultima volta con quella ragazza che mi aveva mollato in malo modo. La rabbia di essere stato usato come un fazzoletto mi aveva portato ad odiare anche i vestiti che avevo indossato quella sera.

Scesi di corsa al piano di sotto. Il mio carissimo vicino Giovanni in materia di vestiario era davvero un asso. Avrei chiesto a lui un cravattino che andasse bene con quanto stavo indossando. Sfortunatamente in casa c’era solo sua moglie che non sapeva molto bene come lui sistemasse le sue cose.

Alla fine della fiera, dopo aver frugato per una mezz’oretta tra i cassetti di Giovanni riuscì a trovare qualcosa che doveva assomigliare a un cravattino.

Ero ormai in preda al panico: si trattava della stoffa per il cravattino, qualcosa che andava annodato a dovere e io non ne ero capace. Sapevo fare molto bene il nodo alla cravatta, mentre per i cravattini usavo quelli già pronti.

Nemmeno il tempo di salire su da me che sento squillare il telefono: la tua macchina era giù. Presi un profondo respiro. Era troppo tardi. Sarei andato allo sbaraglio, mi sarei inventato qualcosa mentre l’auto ci accompagnava a teatro.

Appena salito in auto e aver ringraziato l’autista per avermi aperto la portiera ti guardo. Sei uno splendore come sempre. La penombra non mi permette di vedere bene come sei vestita, ma immagino già l’eleganza di quello che indossi. Ti accorgi che il mio viso è stravolto.

Cerco di spiegarti che nella fretta non sono riuscito a legarmi il cravattino. Con fare amorevole avvicini al mio collo le tue mani: ‘ti insegno io’ – mi dici in tono rassicurante.

Vedo le tue dita muoversi sotto i miei occhi, il tuo sguardo serio fissa il mio collo, mentre ancora una volta i miei occhi vengono rapiti dalla dolcezza dei tuoi. Resto immobile a fissarti. Potrei anche morire in quell’istante senza accorgemene, la visione paradisiaca del tuo volto mi rapisce e mi intontisce in modo inimmaginabile.

‘Fatto!’ – mi dici sorridendomi.

Non ho seguito nessuno dei movimenti della tua mano, non ho ascoltato le tue spiegazioni. Sono rimasto lì come un allocco a fissarti e ad ammirare per l’ennesima volta la tua bellezza.

‘Grazie Beba, se non ci fossi tu…’ – dico con fare un po’ insicuro

‘Ma figurati, sciocchino!’ – mi rispondi divertita – ‘…mi ripagherai a dovere stanotte’ – aggiungi sussurrando.

L’auto arriva finalmente a destinazione. Piuttosto che aspettare che l’autista venga ad aprirmi la portiera, faccio da me. In un attimo scendo giù dall’auto e con fare galante ti porgo la mano per aiutarti a scendere. Resti dolcemente meravigliata dai miei modi.

Lentamente, a braccetto, entriamo nell’anticamera del teatro. Accanto a te mi sento sicuro, per qualche attimo mi illudo di poter affrontare senza imbarazzo tutta la serata. Ben presto mi accorgo che non è così. Da lontano ti riconoscono e si avvicinano a noi dei tuoi amici. Divento rosso, sono imbarazzato. A te toccherà l’arduo compito di presentarmi senza che la mia figura li con te possa destare troppi sospetti. Tuo marito verrebbe a saperlo subito e conoscendone la fama sarei un uomo morto.

Mi fai passare per un tuo vecchio caro cugino: – ‘Questo è Enea, un mio carissimo cugino che è passato a trovarmi e che ha avuto il tatto di accompagnarmi a teatro’ – dici – ‘se non fosse stato per lui sarei dovuta rimanere a casa con quello zoticone!’ – aggiungi seccata.

I tuoi amici mi scrutano con fare serio. Poi, improvvisamente scoppiano a ridere. ‘Meno male…’ – penso – ‘L’hanno bevuta’

Tanto per rincarare la dose cominci a parlare loro di quanto hai amato da piccola il tuo caro cuginetto Enea e di come lui ti aveva fatto scoprire l’amore. Altro momento imbarazzante per me. Fortunatamente la discussione si sposta su quello che vedremo stasera: Il flauto magico

Mentre ci avviamo ai posti che sono stati riservati per noi mi spieghi che questa è stata ed è la tua prima volta: mi racconti di quando alla tenera età di sette anni tuo padre ti introdusse ai piaceri del teatro, di come quest’opera sia stata la tua ‘prima volta’ e di quanto ti senti adesso eccitata nel rivederla insieme a me: la tua ‘prima volta’ con il tuo Ene@.

Quello che mi dici mi entusiasma da morire. Mi sento profondamente lusingato dai tuoi complimenti, dal tuo voler condividere questi momenti particolari con me. Ci sediamo in sala e aspettiamo l’inizio dell’opera. Mentre il tuo sguardo scruta con attenzione gli altri spettatori il mio resta fisso su di te: ancora una volta i miei pensieri vengono rapiti dalla tua bellezza.

Poi le luci in sala si abbassano, la nostra attenzione si rivolge verso il palcoscenico.
Con la coda dell’occhio riesco a vedere quanto sei entusiasta del momento. Un inaspettato istinto animalesco mi fa desiderare il tuo corpo. Forse è il momento meno adatto, ti vedo concentrata su quello che accade sul palcoscenico e probabilmente una mia mano che si comporti in modo impertinente è inappropriata.

Ma la mi razionalità si lascia rapidamente sopraffare dal desiderio di toccarti, di vederti godere. Allungo una mano su un tuo ginocchio. Ti distrai un attimo per guardarmi e sorridermi. Poi mentre il tuo sguardo ritorna sugli attori la mia mano comincia a scivolare sul tuo vestito cominciando a tracciare la forma delle tue cosce.

Ti basta poco per intuire quali sono le mie intenzioni. Mi aspetto da un momento all’altro che mi blocchi la mano sussurrandomi di smettere, di evitare di fare il maialino davanti a tutti. Sono pronto anche ad un tuo insulto: siamo a teatro, possiamo approfittare di quei momenti per nutrirci di cultura e io invece penso al sesso. Non accade nulla di tutto ciò: nessuna mano ferma i miei massaggi sulle tue cosce, nessuno sguardo di rimprovero mi gela. Mi rendo conto di quanto quella mia iniziativa è a te gradita: sono riuscito ad arrivare alla stoffa delle tue mutandine, tra le tue cosce, e ho potuto notare quanto sei bagnata.

Quella situazione, tutta quella gente intorno a noi, invece di inibire il tuo desiderio lo hanno accentuato. Apri leggermente le gambe permettendo alle mie dita di scivolare con più facilità sulla stoffa che le separa dal tuo sesso. Hai le mutandine completamente zuppe.

Con un rapido movimento dei polpastrelli riesco a superare l’orlo dell’elastico delle mutandine. Le mie dita sono adesso a contatto con il tuo caldo sesso. Il tuo volto ha cambiato espressione: il tuo sguardo fisso sul palcoscenico non sta osservando la scena, ma il vuoto. Sento che la tua mente e tutto il tuo corpo è concentrato ormai sulle attenzioni che le mie dita dedicheranno al tuo sesso.

Comincio a scorrere lentamente il bagnatissimo solco, soffermandomi di tanto in tanto ad accennare con i polpastrelli a dei leggeri movimenti circolari. Riesco nella penombra della sala a vedere i movimenti del tuo petto seguire il ritmo del tuo respiro, un respiro lento ma profondo.

Sposto le dita verso l’alto e arrivo finalmente al tuo clitoride. Il contatto con quel pezzettino di carne dura e tremendamente sensibile ti fa sobbalzare. Cerchi di mantenere un certo contegno, di non dare nell’occhio, ma quando le mie dita cominciano una lunga carezza al tuo clitoride non riesci a trattenere un mugolio strozzato che fortunatamente passa inosservato tra i suoni degli attori.

Adesso i tuoi occhi sono chiusi. Tutta la tua attenzione è rivolta ai movimenti delle mie mani e al piacere che ti provocheranno.
Il mio massaggio sul tuo grilletto diventa sempre più deciso e ritmato. Il tuo respiro comincia ad essere sempre più corto ed affannato, mentre ho l’impressione che il tuo bacino accenni a seguire i movimenti della mia mano.

Riesco a notare la tensione che il tuo corpo sta accumulando, nel farlo in quel momento mi viene in mente uno strano paragone: un arco che sempre più teso si prepara a un improvviso e violento scatto che libererà sulla freccia tutta l’energia accumulata scagliandola lontano. Sento che il tuo corpo è pronto a liberare tutta quell’energia in un gemito di piacere liberatorio.

Mi piacerebbe tantissimo sentire quel gemito libero nell’aria appagare le mie orecchie, ma non voglio combinarla grossa davanti a tutta questa gente. Proprio un istante prima che ti liberi in un bellissimo orgasmo porto l’altra mia mano alla tua bocca per soffocare quel lungo e intenso gemito che immaginavo avresti fatto proprio all’apice del tuo piacere.

Sento il tuo corpo vibrare dal godimento. Le mie dita riescono a massaggiare ancora un paio di volte il tuo sesso prima di venire bloccate da una forte stretta delle tue cosce.

Hai raggiunto l’orgasmo, non c’è dubbio, ma hai voluto trattenerti un po’ bloccando tra le tue cosce la mia mano, che altrimenti ti avrebbe fatta letteralmente impazzire.

Una signora accanto a te nota la mia mano sulla tua bocca: ‘si sente bene?’ – chiede dubbiosa

‘Si si…’ – le rispondo prontamente – ‘le gira un po’ la testa per via del caldo, ma si sta riprendendo’

Tolgo la mano dalla tua bocca proprio nel momento in cui riapri gli occhi e ti giri verso di lei per confortarla con un sorriso.

Penso che forse sia ora di togliere anche l’altra mia mano dalle tue cosce, ma blocchi sul nascere quel mio movimento con le tue mani. Poi avvicini alle mie orecchie la tua bocca e mi sussurri dolcemente: ‘Lasciale stare ancora un po’ li al calduccio, maialino!’

La prima parte dello spettacolo è appena terminata, riesco a togliere le mani dalla tua intimità proprio nel momento in cui torna la luce in sala. Sono ancora tremendamente eccitato, desidero possederti. Ti prendo per mano e ti conduco verso i bagni. Entriamo rapidamente in quello delle donne.

Ti tiro dentro al primo che trovo libero, chiudo la porta dietro di noi e ti spingo verso il muro. La mia bocca si tuffa all’istante sul tuo collo. Il tuo profumo mi ubriaca di passione. Le mie mani scorrono lungo il tuo abito, cominciano a tirarlo lentamente verso l’alto, scoprendo le tue fantastiche gambe ornate da raffinatissime autoreggenti nere.

Le mie dita raggiungono l’elastico delle tue mutandine e cominciano a tirarle verso il basso. Stacco la bocca dal tuo collo quei pochi istanti che servono a toglierti di dosso gli slip. Prima di avventarmi ancora una volta sul tuo corpo annuso le tue mutandine zuppe dei tuoi umori e me le infilo nel taschino della giacca.

Le mie labbra tornano a sfiorare il tuo corpo delicato. Ti mordo il collo, faccio scorrere la lingua verso il lobo, lo succhio in preda alla passione.
I tuoi occhi sono chiusi, sei rapita dall’eccitazione. Mi slaccio i pantaloni e tiro giù i miei boxer liberando il mio sesso che è già duro e pronto a donarti piacere. Comincio a strusciarmi su di te, la mia asta finisce tra le tue cosce, comincia a scorrere sulla tua fessura bagnata.

Il tuo corpo reagisce trasportato dall’istinto: mi butti le braccia al collo mentre con le gambe mi cingi la vita. Con l’aiuto delle mie mani faccio strada al mio sesso dentro di te.

‘Uhhhhhh maialino mio, sei fantastico!’ – mi sussurri

Comincio a muovermi dentro di te. Il tuo corpo risponde prontamente ai miei movimenti, il tuo bacino si muove al ritmo dei miei colpi lenti e profondi.

Trasportato dalle onde del piacere comincio ad accelerare il ritmo. Comincio a scoparti con colpi sempre più secchi che fanno sobbalzare il tuo corpo.

I tuoi mugolii di piacere si trasformano in una sorta di singhiozzo ritmato. Vorresti urlare come una matta tutto il tuo godimento ma devi trattenerti per non farci scoprire.

L’orgasmo ti coglie improvvisamente: ti stringi al mio corpo con tutte le tue forze mentre godi. Anche io non riesco a resistere più: ti vengo dentro pompando i miei potenti schizzi fino all’utero.

Restiamo bloccati in quella posizione a riprendere fiato. Mentre il tuo corpo è incastrato tra la parete e il muro fai scivolare verso il basso le tue gambe nel tentativo di rimetterti in piedi. Stai per cadere, ma ti reggo prontamente: le tue gambe tremano ancora per il piacere provato, stenti a reggerti impiedi. Passano alcuni minuti e sento che ti sei ripresa. Lascio libero il tuo corpo e mi siedo sul wc per riposare le mie gambe un po indolenzite. Appena mi sono seduto ti muovi verso di me e mettendoti a cavalcioni sulle mie gambe.

Cambiamo posizione: abbiamo goduto ma dentro di noi la sete di passione non si è smorzata. Adesso sei tu a condurre i giochi, a cavalcarmi, a dosare a tuo piacimento il piacere sul tuo e sul mio corpo.

Cominci a danzare lentamente su di me. Le mie mani sono libere di esplorare il tuo corpo attraverso la stoffa del tuo vestito. Con le mani a coppa ti stringo i seni, li massaggio, poi scendo sui tuoi fianchi, lascio scorrere le dita fino alle gambe per poi risalire percorrendo la tua schiena.

La scopata prende via via più vigore e passione. Ancora una volta cavalchiamo liberi verso l’orgasmo, sebbene il mio seme mescolato ai tuoi umori smorzano un po’ le sensazioni di questa stupenda scopata sentiamo l’apice del piacere avvicinarsi sempre di più.

Ed ecco di nuovo l’orgasmo, prorompente, squassante, vibrante. Scuote il tuo corpo, dipinge il tuo volto con il piacere e mi incita a venire insieme a te. Basta un attimo. Godo insieme a te afferrandoti le natiche e spingendo il mio sesso dentro di te con tutte le forze.

Riprendiamo fiato lentamente. Apriamo gli occhi e restiamo a guardarci per un tempo infinito.
Quasi sicuramente lo spettacolo a quest’ora sarà iniziato, non potremo rientrare in sala per vedere la seconda parte: passeremo la serata da qualche altra parte.

Ci ricomponiamo lentamente senza distogliere gli sguardi dai nostri occhi. Mi lasci come premio di questo fantastico pomeriggio le tue mutandine, che sistemo nel mio taschino a mo’ di pochette. Un dettaglio perversamente elegante impregnato dall’odore del tuo sesso. Immagino te e me, occhi negli occhi, mentre con i movimenti dei nostri corpi cerchiamo la stessa armonia delle voci di Billie Holiday e Luis Armstrong in ‘dream a little dream of me’. Poi penso a Blue Moon….agli assoli di sax e tromba che accompagnano una sensualissima serata a lume di candela, la nostra serata.

E vedo te e me, soli su una terrazza sul mare, il fruscio leggero del mare in lontananza riesce a sposarsi alla musica di sottofondo, le luci delle candele tremolanti intorno a noi ti rendono una creatura ancora più splendida. I miei occhi sono persi nei tuoi che riflettono le fiammelle delle candele. Forse piuttosto che di un semplice riflesso si tratta del fuoco di passione che arde dentro di te e che avrò l’arduo compito di placare con una notte di passione.

Ti immagino in un sensualissimo vestito da sera di lucida seta nera che copra e al tempo stesso metta in risalto le forme sinuose del tuo corpo, una generosissima scollatura davanti che scende fino all’ombellico e un ampio spacco a v che dalle spalle al coccige mette in mostra la tua affascinante schiena.

Mi ritrovo li, in abito scuro, giacca e cravatta, estasiato dalla tua vista. Ti prendo dolcemente per mano e ti tiro a me. Accenniamo un leggero movimento, un lento e sensuale ballo, occhi negli occhi per un tempo infinito.

Decidiamo poi di andare verso il tavolo imbandito solo per noi. Una deliziosa cena ci attende…sia tu che io passeremmo direttamente al ‘dolce’ ma sappiamo bene che a pancia piena fare l’amore viene meglio.

Iniziamo con delle deliziose tartine al salmone, leggermente speziate. Con le mani giochiamo a imboccarci l’un l’altro, divertiti e innamorati come pochi.

Passiamo poi a un secondo di astici e gamberi alla piastra. Come accade nel tuo sogno, passeremmo il tempo a sgusciarli con le mani e a porgerceli l’un l’altro.

Non sarebbe una cena insieme, ognuno con il suo piatto e il suo spazio, sogno di dividere il cibo con te, di passartelo sulle labbra, di baciarti di tanto in tanto, tra un boccone e l’altro.

Assaggeremmo insieme i dessert che le tue sapienti mani hanno preparato solo per me, un itinerario goloso dove tu, guida esperta, mi accompagneresti tenendomi per mano.

Terminata la cena ci sposteremmo in uno splendido giardino con al centro una piscina fumante. Giocheremmo insieme a sedurci in un lento spogliarello.

Sotto i vestiti non indosseremmo nulla: una piccola eccezione per via del ‘programma’… Scenderemmo lentamente in piscina, nell’acqua tiepida…non avrei il tempo di adattarmi alla temperatura dell’acqua, il tuo corpo mi avvolgerebbe in un attimo. Mi cingeresti nell’acqua con le gambe e le braccia, mentre la tua bocca andrebbe subito alla ricerca di un bacio appassionato.

Dopo averti carezzato tutto il corpo e aver sentito la tua pelle eccitata sotto le mie dita andrei alla ricerca del tuo sesso e dopo averlo sfiorato lo guiderei lentamente sul mio. Ti prenderei li danzando nell’acqua, completamente perso nella tua carne. Ti sussurrerei un milione di volte quanto sei femmina calda e quanto io sia stato fortunato ad averti incontrata. Qualche istante dopo aver sentito l’orgasmo nel tuo corpo mi abbandonerei al mio, riempiendoti tutta con la mia calda crema. E’ mattino…

…le prime luci dell’alba filtrano attraverso la persiana nera,
il fruscio delle lenzuola mi ridesta lentamente e mi riporta alla notte appena passata.
Tu sei li, il viso e la mano poggiate sul mio petto, il tuo dolce sorriso, gli occhi ancora chiusi e il tuo respiro lento.
Abbiamo fatto l’amore un’infinità di volte, ora con dolcezza, ora con passione e sempre con incredibile trasporto.
Il tuo corpo stanotte sembrava uno strumento musicale che produceva armoniosi gemiti di piacere al tocco delle mie mani, della mia bocca, del mio sesso.
Accompagnavo il tuo piacere con la mia voce carica di passione, godevo con te, godevo di te.

Mentre sono ancora immerso nel dolce ricordo di stanotte ti sento muovere, mugoli mentre sposti la testa sul mio corpo e riprendi a dormire.
I tuoi riccioli d’oro carezzano la mia pelle e mi invitano a sfiorarli. Stringo con la mano una tua ciocca, giocandoci un po’ con i polpastrelli.
Sorrido come uno stupido, mi sento felice, grato al cielo di averti incontrata, di averti posseduta, di aver potuto godere dell’odore della tua pelle, della tua voce melodiosa, del tuo sguardo ammaliante. Mi abbandono a un breve sonno ristoratore cullando la mente con questo dolcissimo pensiero.

Vengo svegliato dai tuoi movimenti: ti stai alzando. Mantengo gli occhi socchiusi facendo finta di dormire ma non posso fare a meno di seguire il tuo corpo nudo che va verso il bagno. Hai lasciato la porta aperta e riesco a vederti attraverso il riflesso dello specchio: prepari il mio accappatoio ed entri nella doccia.
Il fruscio dell’acqua sembra quasi sussurrarmi ‘dormi…dormi…’. Non resisto al suo richiamo e ancora una volta crollo tra le braccia di morfeo.

L’odore di caffè stuzzica il mio naso. Dopo esserti lavata sei andata in cucina, hai preparato tutta sola la colazione. Eh si…come avrei voluto darti fastidio dandoti tanti baci sul collo mentre tu tentavi di mettere il caffè nella moka! Mi avresti risposto: ‘fermo stupidino, lasciami fare, altrimenti niente colazione!’

Ti sento arrivare in camera. Richiudo gli occhi tentando di fingere di essere ancora nel mondo dei sogni. Sento il movimento del tuo corpo e provo a socchiudere gli occhi per cercare di capire cosa stai combinando. Sei entrata in camera da letto con il vassoio: caffè, yoghurt, marmellata, miele, zucchero, biscotti e fette biscottate per iniziare la giornata.
Indossi a mo di vestaglia una delle mie camice che hai trovato tra i miei vestiti mentre dormivo. L’azzurro della stoffa mi fa venire in mente il paragone con un angelo: un angelo biondo con una tunica azzurra. Non ti ho mai raccontato quanto adoro vedere una donna indossare la camicia del suo uomo, quanto adoro immaginare la stoffa dei miei vestiti impregnata con il profumo della femmina che è stata mia per un’intera notte.

‘…Ingegneruccio…?’ – sussurri nel tentativo di svegliarmi con dolcezza.

Provo a trattenere il sorriso e a far finta di essere ancora addormentato. Ti sento poggiare il vassoio sul comodino: ‘…cucciolotto…dormi ancora?’
Non riesco più a fingere. La felicità di averti ancora una volta qui accanto a me è troppa. Lascio che il sorriso illumini il mio volto.

‘…mmmh come dobbiamo fare con questo cucciolo di ghiro che ancora ronfa beato?’. Capisco dalla tua voce che hai scoperto il mio tentativo di fare ‘il principino addormentato’…adesso so che farai finta di credermi addormentanto e tenterai di svegliarmi nel modo più perverso che conosci.

Eh già! Dopo avermi dato un bacio sulla fronte, poi uno sulle labbra, sul mento e infine sul petto, sento la tua testa scendere verso il basso. I tuoi capelli mi solleticano la pancia, ma non ho il tempo di scoppiare a ridere perchè una nuova piacevolissima sensazione invade il mio corpo: le tue labbra hanno appena raggiunto il mio sesso addormentato e hanno cominciato il loro sapiente lavoro di risveglio.

Ci metti un istante a farmi avere un’erezione: lingua e labbra sembrano avere un tocco speciale, unico su di me. Apro gli occhi e mi ritrovo ad ansimare eccitato, mentre i tuoi occhi mi guardano e sembrano dirmi: ‘guarda la tuo porcellina cosa ti sta facendo!’. Mugolo di piacere, mentre la tua bocca e le tue dita scorrono sulla mia asta ormai dura all’inverosimile.

‘Ohhhh Bebuccia mia!’ – mi lascio sfuggire dalle labbra tra un gemito di piacere e l’altro

‘Vedo che il porcellino si è svegliato! Sai…la tua troietta ha ancora tanta voglia’ – mi dici continuando a massaggiare il mio palo di carne ormai gonfio all’inverosimile e guardandomi vogliosa.

Non ho il tempo di risponderti, in un lampo ti metti a cavalcioni su di me e guidi il mio sesso dentro la tua fessura già pronta ad accogliermi.
Il tuo seno sul mio viso è un chiaro invito a succhiare i tuoi capezzoli duri ed eccitati. Poggio le mie labbra sulla tua pelle, faccio scorrere la lingua sul tuo seno e raggiunti i capezzoli attacco la mia bocca come una ventosa.

‘Ohhh, succhia la tua troiettaaaaammmmm’ – è tutto quello che riesci a dire mentre il tuo corpo è già impegnato a fare su è giù sulla mia verga.

Le mie mani avvolgono le tue natiche, le stringono con forza, le massaggiano mentre sento che acceleri il ritmo della tua cavalcata.

Un’inaspettata sculacciata sembra farti ritornare in te.

‘Rallenta porcellina, non vorrai mica farmi venire subito?’ – ti dico con voce seria, staccandomi dal tuo seno

‘Ahhh, il porco vuole prima godersi un po’ il massaggio della mia patatina vogliosa, eh?’ – mi dici con un tono falsamente seccato. So che stai scherzando, che stai giocando a fare l’offesa.

Il rumore di un’altra sculacciata risuona nella stanza: ‘Come mi hai chiamato?’

‘Porco! Sei un porco depravato!’ – insisti con coraggio.

Con un moto repentino ti butto sul letto e mi avvento sul tuo corpo, mi posiziono tra le tue gambe e ti infilzo con il spiedone di carne facendoti gemere.

‘E’ così allora! Un porco depravato eh? E cosa sei tu?’ – ti chiedo infilando ancora una volta il mio scettro dentro la tua calda fessura.

‘Ahhhhhh…’ – è l’unica risposta che ricevo da te. Una terza spinta potente ti strappa l’ennesimo gemito. Spinta dopo spinta mi cimento in una cavalcata sempre più rapida e furiosa. Le tue tette ballonzolano al ritmo dei miei colpi, la stanza risuona dei tuoi gemiti mescolati al ritmo della mia pelle che sbatte contro la tua. Ti sento godere, è il primo orgasmo della giornata.

‘Fottimi…scopa la tua troiaaaa’ – sono le tue ultime parole prima che un lungo e interminabile gemito riempia le mie orecchie

Accelero ancora il ritmo, riconosco i segni che mi preannunciano di essere prossimo all’apice del piacere.

Ruggisco mentre con un affondo deciso comincio a versare nelle tue viscere il frutto del mio piacere. Sento il mio seme scorrere con impeto e riversarsi dentro di te.
Ho goduto ancora una volta del tuo angelico corpo.

Mi affloscio lentamente sul tuo corpo mentre le tue braccia mi accolgono in un tenero abbraccio. Abbiamo il fiatone e ci muoviamo in modo convulso l’uno sull’altra.
Le tue gambe cingono il mio corpo e lo avvolgono completamente.

Un’improvvisa sensazione di protezione invade il mio corpo e mi fa pensare a una frase che di tanto in tanto mi ripeti: ‘senza noi donne voi ometti non riuscireste a combinare nulla!’

Com’è vero, amore mio! Senza di te non sarei nulla. Hai avuto il potere di rendere più vividi i colori del mondo, il potere di rendere la mia vita più dolce.

‘Mmmmmm…buon giorno amore mio!’: mi sussurri con dolcezza baciandomi sulle labbra

‘Buongiorno a te mia dolce principessa! Dormito bene?’: ti rispondo ricambiando il tuo bacio

‘Come una dea’

Eh si…come una dea, la mia dea!

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